Nora. Il foro romano

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1 Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Archeologia Nora. Il foro romano Storia di un area urbana dall età fenicia alla tarda antichità Volume II.2 - I materiali romani E GLI ALTRI REPERTI a cura di JACOPO BONETTO - GIOVANNA FALEZZA - ANDREA RAFFAELE GHIOTTO Padova 2009

2 La collana Scavi di Nora raccoglie studi monografici sulla città antica editi dalle Università di Genova, Milano, Padova e Viterbo che operano in sinergia con la Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano. La presente opera, suddivisa in quattro volumi, è l esito di una ricerca condotta nell'ambito di una Convenzione tra il Ministero per i Beni e le Attività culturali, Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano, e il Dipartimento di Archeologia dell'università di Padova. Università di Padova - Dipartimento di Archeologia Piazza Capitaniato, Padova tel Ministero per i Beni e le Attività Culturali Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Cagliari e Oristano Piazza Indipendenza, Cagliari tel L opera è stata realizzata con il contributo e la partecipazione di: Dipartimento di Architettura, Urbanistica e Rilevamento - Università di Padova Dipartimento di Costruzioni e Trasporti - Università di Padova ISBN: Italgraf - Noventa Padovana Tutti i diritti sono riservati. è vietata in tutto o in parte la riproduzione dei testi e delle illustrazioni. Distribuzione: Edizioni Quasar di Severino Tognon s.r.l. - via Ajaccio 41/ Roma tel fax qn@edizioniquasar.it

3 Scavi di Nora I Padova 2009

4 Capitolo 17 La ceramica sigillata italica, sud-gallica e orientale Giovanna Falezza Tra il II-I sec. a.c. e il II sec. d.c. arrivano a Nora ceramiche sigillate provenienti dai principali centri produttivi del Mediterraneo, quali la penisola italica, la Gallia meridionale e l area siro-palestinese. Si tratta di vasellame di lusso importato in quantità limitate, soprattutto se paragonato alla presenza massiccia di sigillate africane (fig. 1), che monopolizzano il mercato a partire dal II sec. d.c.; esso è tuttavia indice dei fecondi traffici commerciali che interessavano la città, stimolando la nascita di prodotti locali che imitavano a minor costo i vasi provenienti dall estero. Al di fuori delle sigillate africane, la sigillata italica è la produzione più attestata, tra il materiale dell area P di Nora come nel resto della Sardegna 1. La sigillata sud-gallica è presente in percentuale inferiore (circa un terzo di quella italica) ed è rap- presentata prevalentemente da prodotti del centro di Condatomagus (La Graufesenque); le sigillate orientali sono invece estremamente rare in Sardegna, e la presenza di due frammenti nell area del foro 2 è significativa in riferimento ai rapporti commerciali in cui la città era inserita. Queste ceramiche sigillate arrivano a Nora una volta terminato il flusso commerciale di vasellame a vernice nera dall Italia (affiancandosi alle vernici nere di produzione locale, attestate comunque in quantità maggiore 3 ); la loro importazione occupa il mercato fino all imporsi delle produzioni africane (II sec. d.c.), che acquisirà poi il predominio commerciale in tutto il Mediterraneo. 1. Sigillata italica sigillata italica sigillata sud-gallica sigillate orientali sigillata africana La sigillata italica è rappresentata nel materiale dell area del foro da 56 frammenti (tab. 1), di cui 20 sono diagnostici. Prevalgono le forme lisce su quelle decorate, in accordo con quanto si osserva in tutta la Sardegna 4 e nella stessa Nora 5 ; solo sei sono i frammenti sicuramente attribuibili alla produzione aretina 6, mentre per la maggior parte dei pezzi è possibile indicare una generica provenienza centro-italica. La classe è rappresentata da un numero limitato di esemplari rispetto alla copiosa presenza di sigillate 395 Fig. 1. Grafico della distribuzione quantitativa delle ceramiche sigillate rinvenute nell area del foro (il valore si riferisce al numero di frammenti). 1 Così a Nora nell area C (Gazzerro 2003b, 117), a Cagliari (Vico III Lanusei, cfr. Defrassu 2006, ), ad Olbia (Su Cuguttu, cfr. Sa n c i u 1996, 394). 2 Cui si può aggiungere un altro frammento rinvenuto nell area G (Bo rt o l i n , 136). 3 Si veda il contributo sulle vernici nere in questo stesso volume: i frammenti in vernice nera a pasta grigia, prodotta all incirca nello stesso arco cronologico, sono in totale Tr o n c h e t t i 1996a, 59 e Tr o n c h e t t i 1998, Ga z z e r r o 2003a, NR05/PG/11164/CR/15, NR05/PF/5599/CR/6, NR05/ PG/11000/CR/32, NR05/PG/11000/CR/33, NR05/PG/11000/ CR/34, NR01/PF/5722/CR/17.

5 658 Giovanna Falezza US orli fondi fondi bollati pareti pareti decorate t o t Conspectus Pucci (rotellatura entro 1 scanalature) (rotellatura) (aretina) Goudineau 12 b Goudineau 12 b : Conspectus 33 Conspectus 15 Conspectus 1.2 africane, così come è stato notato anche nell area C 7. Nell area del foro, in particolare, i frammenti, di dimensioni sempre ridotte, sono per lo più residuali e provengono in maggior quantità da livelli humotici e di età post-antica; il repertorio morfologico comprende sia piatti che coppe e scodelle, con cronologie che coprono tutto l arco di produzione della classe (dalle forme più antiche, come la Conspectus 18, alle più tarde, quali le coppe Conspectus 33, 34, 37). La maggior parte dei pezzi è tuttavia riferibile ad una fase media e tarda della produzione (dalla fine del I sec. a.c. fino a tutto il I sec. d.c.) 8. Le forme riconosciute sono tutte ampiamente attestate in ambito sardo. 2 OCK OCK Le forme (a matrice) Pad B Conspectus (aretina) 1 (rotellatura entro 7 scanalature) Conspectus 34? Conspectus (aretina) Conspectus Conspectus Conspectus 37? 1 t o ta l e Tab. 1. Tabella riassuntiva dei frammenti di sigillata italica rinvenuti nell area del foro. Piatto Conspectus 1.2 = Pucci (fig. 2, 1) NR01/PF/5722/CR/20; NR06/PH/11660/CR/2 Sono stati rinvenuti nell area del foro due frammenti di questo piatto con parete svasata ed orlo a fascia, rastremato verso l alto; l orlo esterno è decorato con una rotellatura. La forma viene datata in Magdalensberg tra il e il 45 d.c. circa; entrambi i frammenti sono residuali in strati di fasi tarde. Si tratta di una forma attestata con numerose varianti in moltissimi siti; in area sarda è presente a Tharros 10 e a Nora nell area C Cfr. Ga z z e r r o 2003a, III e IV fase: Tr o n c h e t t i 1996a, Per le cronologie si fa riferimento principalmente ad Atlante II e a Conspectus. 10 Me z z o l a n i 1994, 249 ss. 11 Ga z z e r r o 2003a, 114.

6 La ceramica sigillata italica, sud-gallica e orientale 659 Fig. 2 Piatto Conspectus = Pucci 8.1 (fig. 2, 2) NR05/PH/11531/CR/19 Da un livello datato ad età tardo antica proviene un frammento di questo piatto con orlo distinto solcato sul margine superiore e ravvicinato alla parete (in questo caso non conservata, ma solitamente tripartita in gola, rigonfiamento, gola). La forma è diffusa nella media e tarda età augustea ed è attestata a Nora nell area C 12, nell area G 13 e nell area A (US 77) 14. Coppa Conspectus 15 = Pucci 22.2 (fig. 2, 3) NR01/PF/5722/CR/19 È residuale in un livello tardo, relativo alla fase di spoglio delle strutture forensi, un frammento di coppa con orlo a fascia convessa, lievemente rientrante, privo di decorazione. La forma non è molto diffusa e si data alla media e tarda età augustea; in Sardegna è presente a Turris Libisonis 15 e a Nora nell area G Ga z z e r r o 2003a, Bo rt o l i n , Tr o n c h e t t i 1996b, Vi l l e d i e u 1984, Bo rt o l i n , 160. Piatto Conspectus 18 (fig. 2, 4) NR05/PG/11164/CR/15 Un frammento in sigillata aretina liscia proviene da un livello di tarda età imperiale. Si tratta di una delle prime varianti di questo piatto con orlo verticale convesso-concavo, diffuso in tutto il mondo romano a partire dall ultimo decennio del I sec. a.c. fino alla fine dell età tiberiana; in Sardegna si trova ad Othoca (loc. Perda-Mura, Pra mesa, Sa Mitza 17 ), a Tharros (nell abitato 18 e nelle necropoli di S. Marco e S. Giovanni in Sinis 19 ) e a Nora (area C 20 e area G 21 ). Piatto Conspectus 20 (fig. 3, 5) NR99/PC/5132/CR/5 Questo piatto con orlo a fascia verticale è una forma molto comune in contesti della metà del I sec. d.c. in tutto il Mediterraneo; in ambito sardo è presente a Othoca 22, Neapolis 23, Olbia 24, Villa Spe- 17 Ni e d d u, Zu c c a 1991, 161, Me z z o l a n i 1994, Us a i, Zu c c a 1986, Ga z z e r r o 2003a, Bo rt o l i n , Ni e d d u, Zu c c a 1991, 161, Sa n c i u 1992, Su Cuguttu: Sa n c i u 1996, 377, fig. 1.8.

7 660 Giovanna Falezza Fig. 3 ciosa 25, Turris Libisonis 26, Nuraghe Losa di Abbasanta 27, Cagliari (Villa di Tigellio 28 e Vico III Lanusei 29 ), Nora (area G 30 ). L evoluzione della forma vede il progressivo assottigliamento delle pareti; il frammento rinvenuto nell area del foro, relativo ad uno strato humotico, presenta modanature convesse alla sommità interna della parete e fondo piatto. Coppa Conspectus 27 = Pucci (fig. 3, 6) NR03/PF/5966/CR/10 Questa forma di coppa carenata con orlo distinto è documentata da un frammento in sigillata liscia, con orlo arrotondato e porzione superiore della parete a profilo lievemente bombato. Diffusa in età tiberiana-neroniana, nell area del foro è residuale in un livello di riporto moderno. Frammenti di questa coppa sono stati rinvenuti nella Villa di Tigellio a Cagliari 31 e a Nora nell area G 32. Coppa Conspectus 33 = Pucci (fig. 3, 7) NR01/PF/5722/CR/25 È residuale in uno strato tardo, riferito alla fase 25 San Cromazio: Pi a n u et al , Vi l l e d i e u 1984, 17, Sa n t o n i et al. 1993, 114, tav. II, Agus, Angiolillo, Be r n a r d i n i , Defrassu 2006, Bortolin , Agus, Angiolillo, Be r n a r d i n i , Bortolin , 177. di spoglio delle strutture del tempio, anche un frammento di coppa bombata, con listello sporgente sulla porzione inferiore della parete esterna; tra l orlo e il listello è presente una decorazione a rotella. La forma è molto diffusa dalla tarda età augustea fino agli inizi del II sec. d.c., e in Sardegna è documentata a Othoca (loc. Sa Mitza) 33, Badde Rebuddu (SS) 34 e Nora (area G) 35. Scodella Goudineau 12 b = Pucci 11.6 (fig. 3, 8) NR00/PE/5630/CR/2; NR00/PE/5618/CR/2; NR04/ PF/5477/CR/1 (?) Si tratta di una scodella con fondo piatto, parete inclinata verso l esterno ed orlo arrotondato. La forma ha diverse varianti e una cronologia piuttosto ampia; dei frammenti rinvenuti nell area del foro, due sono residuali in livelli di III secolo (US 5618, 5477), uno invece proviene da uno strato di riporto per la costruzione delle strutture forensi (US 5630). Scodella Pucci 14.1 NR00/PD/5167/CR/1 Un frammento mal conservato, proveniente dal riempimento della vasca/cisterna di età repubblicana sotto alla piazza forense, è relativo a questa una 33 Ni e d d u, Zu c c a 1991, Ma n c o n i, Pa n d o l f i 1996, , fig Bo rt o l i n , 185.

8 La ceramica sigillata italica, sud-gallica e orientale 661 scodella con pareti convesse ed orlo estroflesso, la cui cronologia non è precisabile. trova confronti a Neapolis e ad Arborea (necropoli di S Ungroni) 43. Si segnalano infine due forme di coppe in sigillata italica non riconoscibili con certezza a causa delle dimensioni minime dei frammenti e del mediocre stato di conservazione. Alla Coppa Conspectus 34 = Pucci 37.6 (NR03/ PG/11017/CR/4), emisferica, con listello e orlo verticale, è forse riferibile un piccolo frammento rinvenuto come residuale nel riempimento della cisterna del portico orientale, relativo alla sua defunzionalizzazione; diffusa dalla tarda età tiberiana in poi, la forma è diffusamente documentata in Sardegna, a Othoca (Perda Mura, Sa Mitza) 36, Neapolis 37, Badde Rebuddu (SS) 38, e nel Nuraghe Losa di Abbasanta 39. A Nora è presente con 9 frammenti dall area G 40. Infine, un frammento molto danneggiato (NR05/ PF/12055/CR/2, residuale in un livello di età severiana) appartiene forse alla forma Conspectus 37 = Pucci 35.11, una coppa emisferica con orlo distinto prodotta da età tiberiana fino alla fine del I sec. d.c. Bolli Le attestazioni di sigillata italica con bollo in Sardegna sono estremamente limitate, anche nei centri dove maggiori sono le importazioni di questa ceramica 41. Tra il materiale dell area del foro sono presenti due fondi bollati, entrambi su frammenti rinvenuti come residuali in uno strato di formazione post-antica (US 5722). Sul fondo interno di una coppa emisferica (NR01/PF/5722/CR/17) è un bollo in planta pedis OCK tipo : CORNELI (n. 10). è attribuibile all officina di P. Cornelius di Arezzo (10-50 d.c. 42 ); 36 Ni e d d u, Zu c c a 1991, 161, Zu c c a 1987, Ma n c o n i, Pa n d o l f i 1996, , fig Sa n t o n i et al. 1993, 114, tav. II, 11 e tav. IV, Bortolin , Tr o n c h e t t i 2006, Essendo in planta pedis, il bollo compare dopo il 15 d.c. (Conspectus, 147 e Tronchetti 1996a, 57). L officina di Cornelius sembra essere una delle più importanti in Sardegna tra il 15 a.c. e il 30 d.c. (Tr o n c h e t t i 1996a, 56). Un frammento di dimensioni ridottissime (NR01/ PF/5722/CR/21) reca un bollo astratto OCK tipo all interno di un rettangolo (n. 11). Si tratta di bolli probabilmente presenti in tutte le officine, dei quali non è possibile stabilire la datazione Imitazioni di sigillata italica Sono stati rinvenuti alcuni frammenti che presentano un rivestimento simile a quello della ceramica sigillata italica (colore rosso mattone più o meno scuro), ma che per caratteristiche fisiche (spessore delle pareti, qualità dell impasto e dello stesso ri- 43 Zu c c a 1987, 224, n. 59 e 225, n Ox é, Co m f o rt, Ke n r i c k 2000, 518.

9 662 Giovanna Falezza vestimento) non possono essere inclusi nell ambito delle produzioni italiche. Sebbene presentino argille e rivestimenti diversi l uno dall altro, si trattano unitariamente questi pochi pezzi, avanzando l ipotesi che si possa trattare di produzioni locali che imitano il vasellame d importazione, così come accade anche per diverse altre produzioni importate (vernice nera, sigillata africana, africana da cucina). Ceramica fabbricata localmente ad imitazione della sigillata italica è attestata anche in altri siti sardi, ma non è stata ancora oggetto di uno studio specifico 45. Dove riconoscibili, le forme riprendono quelle delle sigillate italiche, talvolta modificandone le dimensioni. NR99/PC/5130/CR/1 46 : piede ad anello di un piatto (confrontabile per la morfologia con i tipi Conspectus B 2.5/B 2.7, relativi a forme di età tardo-augustea, tiberiana e flavia 47 ). Argilla 5 YR 6/6 (reddish yellow), dura e depurata; rivestimento 2.5 YR 5/6 (red), opaco e coprente. NR04/PH/11500/CR/2: orlo di coppa con tracce di decorazione à la barbotine (confrontabile con il tipo Dragendorff 35 A in sigillata nord-italica, diffuso tra l età neroniana e la metà del II secolo; cfr. Atlante II, LXVI, 9). Argilla 10 R 5/6 (red), dura, con minimi inclusi micacei; rivestimento 2.5 YR 4/6 (red), coprente, semibrillante. NR99/PC/5132/CR/5: orlo di coppa con decorazione a rotella (confrontabile con il tipo Dragendorff 27 A in sigillata nord-italica, diffuso tra il 10 e il 50 d.c.; cfr. Atlante II, LIX 6). Argilla 7.5 YR 6/6 (reddish yellow), dura, depurata; rivestimento 2.5 YR 4/8 (red), opaco e coprente. NR05/PG/11033/CR/47: orlo di scodella (confrontabile con il tipo Goudineau 12 b in sigillata italica; cfr. Atlante II, CXXII, 3). Argilla 5 YR 7/6 (reddish yellow), dura, con piccoli inclusi; rivestimento 2.5 YR 5/6 (red), opaco e coprente. NR00/PD/5237/CR/1: piede di piatto (confrontabile con i tipi Conspectus B1 in sigillata italica, relativi a forme diffuse dalla prima età augustea all età flavia). Argilla 5 YR 45 Cfr. Tr o n c h e t t i 1998, 246, nota Per la descrizione dei frammenti si riportano la sigla identificativa del pezzo, i colori di impasto e rivestimento espressi con le sigle del codice Munsell, la durezza dell argilla (morbida: può essere scalfita con l unghia; dura: può essere incisa con la punta di un bisturi; molto dura: scalfibile a fatica con la lama di un bisturi) e le caratteristiche di impasto e rivestimento visibili ad un analisi macroscopica. 47 Per questo come per gli altri frammenti di imitazione si propongono alcuni confronti con forme in sigillata italica solo sulla base della somiglianza morfologica, ma non si può affermare con certezza una reale derivazione da queste. Le notazioni cronologiche riportate sono quindi solo indicative, ed i pezzi allo stato attuale delle ricerche non sono databili (appaiono dunque privi di collocazione cronologica nelle tabelle di associazione stratigrafica del vol. III). 7/6 (reddish yellow), dura, con minimi inclusi micacei; rivestimento 2.5 YR 4/6 (red), coprente, semibrillante. NR05/PG/11164/CR/17: framm. di parete molto spessa (1,3 cm). Argilla 2.5 YR 6/8 (light red), dura, con piccoli inclusi, rivestimento 2.5 YR 4/8 (red), semibrillante su un lato, opaco e poco coprente dall altro. NR06/PH/12502/CR/1: framm. di parete. Argilla 7.5 YR 7/4 (pink), morbida, depurata; rivestimento 2.5 YR 5/6 (red), coprente, semibrillante. 3. Sigillata sud-gallica Sono stati rinvenuti nell area del foro in totale 18 frammenti di sigillata sud-gallica (tab. 2). La maggior parte dei pezzi è riferibile alla produzione del centro di La Graufesenque 48, le cui officine sono attive dal 10 a.c. al 250 d.c., con un picco di produttività tra il 20 e il 120 d.c. 49. All inizio (fino al 15 d.c.) la produzione imita la sigillata italica (della quale si ritrovano forme, decorazioni e bolli), per poi diversificarsene; le caratteristiche fisiche del vasellame sono costituite da un impasto fine, duro, di colore beige-rosato con piccole particelle di calcare bianco, ed un rivestimento di colore rosso-corallo, semi-vetrificato, molto aderente al corpo ceramico. Tra il materiale rinvenuto nell area P sono presenti due delle forme più diffuse della prima produzione, riprese (come detto) dalla sigillata italica, quali il piatto Dragendorff 17 e la coppa Haltern 14. Alla fabbrica di La Graufesenque si riconduce anche la cosiddetta produzione marmorizzata, di cui sono stati rinvenuti quattro frammenti (un orlo US o r l i f o n d i pa r e t i t o t Conspectus Dragendorff Dragendorff 35/ Dragendorff 17 A Dragendorff Lamboglia 1/3 1 t o t Tab. 2. Tabella riassuntiva dei frammenti di sigillata sud-gallica rinvenuti nell area del foro. 48 Così come rilevato anche nell area G (Bortolin , 137). 49 Tr o n c h e t t i 1996a, 66.

10 La ceramica sigillata italica, sud-gallica e orientale 663 e tre pareti) 50. Si tratta di una produzione risalente agli anni 40-70/80 d.c., caratterizzata da una tecnica particolare che crea un effetto variegato rosso e giallo: probabilmente era ottenuto spruzzando la vernice rossa sul vaso asciutto e applicando quindi la vernice gialla, la quale, liquefacendosi con la cottura, si mescolava all altra in maniera casuale. Dal 60/70 d.c. iniziano ad affermarsi nuove forme, come la Dragendorff 35/36; in età flavia vengono fabbricati solo 6 servizi completi (costituiti da tazza, coppa, coppetta, piattino) e si diffonde la moda della decorazione con foglie alla barbottina. Nell area del foro di Nora non è stata rinvenuta ceramica decorata a rilievo. Questa produzione di sigillata conosce ampia diffusione in tutto il Mediterraneo occidentale. In Sardegna sembra arrivare non prima dello scorcio del I sec. d.c. ed è attestata fino a poco dopo la metà del II secolo, per essere poi completamente soppiantata dalla sigillata africana 51 ; le rotte commerciali che collegavano la Sardegna alla Gallia Narbonensis sono ricordate sia dalle fonti letterarie 52 sia dai materiali ceramici diffusi in tutta l isola (oltre alla sigillata sud-gallica, anfore commerciali e sigillata narbonense ) 53. Tra il materiale dell area del foro sono attestate solo forme lisce (come nella maggior parte della Sardegna 54 ), di cui tre coppe ed un piatto. Un unico frammento 55 appartiene infine alla produzione cosiddetta prelucente o lucente, proveniente con ogni probabilità dalla Savoia (regione del lago di Bourget) e attestata dalla metà del III alla prima metà del V secolo 56. Si tratta di una classe scarsamente attestata in Sardegna 57, caratterizzata da impasto beige-arancione e vernice bruna, sottile e irregolare. Le forme Coppa Conspectus 38 = Haltern 14 Un frammento di orlo (NR03/PF/5424/CR/1, n. 12) è riferibile a questa coppa emisferica con l esterno decorato a rotellature. La forma è diffusa per tutta l età augustea e la prima età tiberiana 58 ; è attestata tra le prime produzioni di La Graufesenque. Coppa Dragendorff 27 Questa coppa con orlo estroflesso e strozzatura sulla parete è documentata da un frammento di orlo in ceramica marmorizzata (NR05/PH/11531/ CR/13, n.13) e da un piccolo frammento relativo ad un esemplare di diametro inferiore (NR01/PF/5708/ CR/177, n.14). è una delle forme più attestate in sigillata tardo-italica e sud-gallica, diffusa a partire dal I sec. d.c. 59 ; in Sardegna è presente a Neapolis 60 e a Nora nell area G NR05/PH/11531/CR/13 (tav. III, 13); NR01/PF/5710/ CR/1; NR04/PG/11139/CR/11; NR05/PG/11164/CR/ Tr o n c h e t t i 1998, Cfr. Mastino, Zu c c a 1991, Cfr. Li l l i u 1991, , nota Tr o n c h e t t i 1996a, NR05/PH/11539/CR/2. 56 La prima classificazione della ceramica prelucente e lucente si deve a N. Lamboglia (Lamboglia 1963); più di recente, la sua tipologia è stata riesaminata sulla base degli scavi dell immondezzaio sommerso di Portout (Pernon et. al. 1990). Cfr. anche Ca r a n d i n i 1981 e Tr e g l i a 2005, è testimoniata, infatti, solo in rarissimi contesti, quali quello di Sant Eulalia a Cagliari, da cui provengono pezzi non contigui pertinenti a coppette ed una bocchetta restaurata ancora in fase di studio (ringrazio per quest indicazione, come per l aiuto nel riconoscimento di questa produzione, la prof.ssa R. Martorelli e C. Nieddu dell Università di Cagliari). Coppa Dragendorff 35/Patera Dragendorff 36 Un frammento di orlo di piccole dimensioni (NR01/PF/5710/CR/28) appartiene ad una coppa o ad una patera con orlo estroflesso, generalmente decorato à la barbotine. La forma appare contemporaneamente in sigillata nord-italica e sud-gallica, in età neroniana, ed è diffusa fino all inizio del II secolo 62 ; in ambito sardo è documentata ad Olbia (Su 58 Conspectus, Tr o n c h e t t i 1996a, 68, n Zu c c a 1987, Bo rt o l i n , Atlante II, 207.

11 664 Giovanna Falezza Cuguttu 63 ) e a Nora (nell area G 64 e tra il materiale del Museo Archeologico di Pula 65 ). Piatto Dragendorff 17 A Si tratta di un piatto con bordo svasato, modanato, che forma con il fondo un angolo vivo; nel frammento rinvenuto (NR03/PG/11020/CR/15, n. 15) all interno è una costolatura, all esterno varie scanalature. La forma, documentata anche in sigillata aretina e nord-italica, viene prodotta in sigillata sud-gallica a partire dal I sec. d.c. 66. Coppa Lamboglia 1/3 = Pernon 37a (sigillata prelucente o lucente ) La sigillata prelucente o lucente è rappresentata tra il materiale del foro di Nora da un unico frammento (NR05/PH/11539/CR/2, n. 16), appartenente ad una coppetta carenata di piccole dimensioni (diam. orlo cm 15). L orlo è arrotondato; la parete esterna è decorata da una leggera rotellatura subito al di sopra della carena e da un doppio cerchio concentrico nella parte inferiore, in prossimità del fondo (ora mancante). L impasto è di colore arancio vivo, rossastro, molto ben depurato, con fratture nette e regolari. La superficie esterna presenta una colorazione arancio intenso, probabilmente dovuta ad un leggero strato di vernice o lisciatura; la parete interna, invece, è annerita, verosimilmente a causa di un difetto di cottura (forse per essere stata collocata nel forno capovolta, per cui si è venuta a creare una camera d aria priva di ossigeno all interno della vasca del manufatto). In prossimità dell orlo è ben visibile un alone più chiaro rispetto al colore della superficie esterna, di forma circolare, come dovuto al contatto con un elemento ad anello con foro centrale 67. La forma trova confronto con la coppa Lamboglia 1/3 (documentata a Ventimiglia) 68 e con il tipo P. 37a di Portout 69 (III-prima metà del V secolo). 4. Sigillata orientale A Dall area del foro provengono infine due frammenti di parete in sigillata orientale A (NR02/ PF/5841/CR/64 e NR06/PM/5375/CR/13), riconoscibili per l impasto chiaro e depurato, di consistenza fine, e la vernice rispettivamente di colore rosso/ arancio e rosso scuro. La sigillata orientale A, prodotta in area siro-palestinese tra il II sec. a.c. e il II sec. d.c., si colloca tra le più antiche ceramiche a vernice rossa e conosce la massima diffusione tra il 100 a.c. e l età adrianea 70, periodo in cui la si trova in abbondanza in tutto il Mediterraneo orientale. Limitate sono invece le sue attestazioni nel settore occidentale: a Nora è stato rinvenuto un unico frammento in sigillata orientale A nell area G Sa n c i u 1996, Bo rt o l i n , Chessa 1987, 29, n Tr o n c h e t t i 1996a, 68, n è possibile che il vaso sia stato messo in cottura a fianco di un oggetto con beccuccio che ha lasciato l impronta sulla parete. 68 Atlante I, tav. VI, Pe r n o n et. al. 1990, 117, pl. XIV, 37a. 70 Atlante II, Bortolin , 136.

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