+DONNA. Una dolce e radicale
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- Italo Franco
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1 MILANO SEMPRE +DONNA. Una dolce e radicale rivoluzione
2 Da qualche decennio le donne sono protagoniste di una lenta, dolce e radicale rivoluzione. Se infatti per le nostre nonne era co]nsuetudine che le donne, una volta sposate, si dedicassero alla casa e ai figli, oggi non è più questo il loro ruolo. Questa è però anche una rivoluzione incompiuta perché sono ancora troppe le diseguaglianze fra donne e uomini, nella distribuzione del carico di lavoro in famiglia, nelle disparità salariali, o ancora nelle difficoltà di conciliare scelte di carriera e impegni di vita famigliare. Rispetto ad altri paesi europei, comparabili per indicatori economici all Italia, colpisce la scarsa partecipazione delle donne italiane alla vita politica (nonostante l impegno del PD e dei partiti di sinistra nella formazione delle liste, in Parlamento sono elette solo il 31% di donne) e economica (il tasso di partecipazione delle donne al mercato del lavoro in Italia è fermo al 48% contro il 66% degli uomini). Non è solo un problema di quantità di donne che lavorano, ma anche della qualità del loro lavoro. Le donne sono più spesso assunte con contratti a termine in essere da almeno cinque anni (19,6% rispetto al 17,7% degli uomini), hanno una busta paga più bassa (in media tra il 10% e il 30% in meno dei colleghi uomini a parità di qualifiche e posizioni) e a loro viene richiesto un livello di istruzione più alto di quello degli uomini per lo stesso lavoro (25,7% in confronto al 22,4% gli uomini). Soprattutto è quasi tripla rispetto a quella degli uomini (rispettivamente 19,1 e 6,5%) la quota di occupate in part time involontario. Per le donne italiane è ancora difficile raggiungere posizioni apicali dirigenziali, a causa di quello che viene definito il soffitto di cristallo, nonostante la legge 120/2011 Golfo-Mosca sulle quote di genere nei consigli di amministrazione delle società quotate. Valorizzare le donne in tutti i campi e in tutti i settori conviene all economia di un paese (secondo le stime di Eurofound, con politiche di equilibrio di genere il PIL dell Italia aumenterebbe di 5,7 punti), perché c è una stretta connessione fra crescita del lavoro femminile e crescita economica: da un confronto con i paesi europei si può osservare che laddove gli squilibri di genere nei tassi di occupazione e nei salari sono minori, la crescita economica è maggiore e la fecondità in aumento. Nell ultima legislatura abbiamo condotto importanti battaglie per le donne. Ci siamo impegnati nel contrasto al fenomeno delle dimissioni in bianco, attraverso l introduzione dell obbligo di trasmettere la modulistica agli uffici competenti per eliminare ogni dubbio su quando vengano firmate, impedendo gli abusi da parte dei datori di lavoro. Inoltre, la riforma del lavoro ha incluso misure per il sostegno alla genitorialità, attraverso l ampliamento del congedo di paternità obbligatorio e l introduzione del bonus baby sitter da 600 euro e del bonus nido da euro annui. Tra i vari interventi va ricordata l opzione donna secondo cui si riconosce
3 ni positive di pari opportunità e inclusione sociale che siano trasversali a tutte le politiche promosse dal governo. Per fare questo sarà necessario procedere con la nomina di una o un Ministro delle Pari opportunità, che garantisca il coordinamento delle politiche in ottica di genere E evidente che la strada per la parità è ancora lunga, ecco perché nella prossima e incentivi l impegno del governo e del legislatura bisognerà impegnarsi in azio- Parlamento sulle tematiche di genere. il doppio ruolo di lavoratrici dentro e fuori casa ai fini dei calcoli pensionistici e consente ai soggetti interessati di andare in pensione a 57 anni di età con 35 anni di contributi.
4 Ogni anno in Italia si laureano 50mila donne in più dei coetanei maschi. Tra coloro che concludono gli studi universitari con il massimo dei voti, 40mila sono donne, 22mila sono uomini. Basta guardare i risultati degli studi universitari per dire ce donne sono ormai in media più brave dal punto di vista scolastico. Nonostante questo, la loro entrata e la loro permanenza nel mercato del lavoro sono marcate dalla diseguaglianza. Il 44% dei laureati trova il primo impiego a meno di un mese dalla data di laurea, contro il 37% delle laureate. Le differenze iniziano a vedersi anche con le modalità di ingresso nel mondo del lavoro, soprattutto nelle forme contrattuali: per il 16% degli uomini e solo per il 9% delle donne il primo contratto è a tempo indeterminato, mentre il primo contratto è a progetto per 18% delle donne, e solo per il 9% degli uomini. A parità di titoli di studio e di posizione, inoltre, il primo salario di una giovane ragazza è in media più basso di quello del collega uomo. Con l arrivo dei figli, poi, la vita lavorativa delle donne subisce uno stravolgimento: su 10 donne che si dimettono dal posto di lavoro, 8 sono mamme. pacchetto lavoro giovani donne Per questo motivo, è cruciale che la prossima legislatura adotti un pacchetto di misure per agevolare l entrata sul mercato del lavoro delle giovani donne e permetta loro di restare attive durante tutta la vita, bilanciando meriti, esigenze di cura, scelte di carriera e di vita familiare. L idea centrale del pacchetto è che la vita lavorativa delle donne non è per forza lineare, ma deve essere considerata più come ciclica. Il pacchetto deve includere: - una misura per la parità salariale all ingresso sul modello islandese; - il prolungamento del periodo di congedo di paternità obbligatorio almeno a un mese, come diritto individuale non cedibile alla madre e retribuito, come esiste in vari paesi europei, per rendere comparabile il costo-opportunità di assumere una giovane donna e un giovane uomo in età fertile; - incentivi e premialità per la diffusione del lavoro agile, uno strumento utile per veni-
5 re incontro alle esigenze di conciliazione di mamme e papà, più utilizzato nelle grandi multinazionali ma che fatica a prendere piede nelle piccole-medie imprese; - l istituzione di un albo dei babysitter certificato, gestito dall INPS, a cui si dovrebbero aggiungere le detrazioni per i contributi sulle assunzioni delle baby sitter con regolare contratto, come previsto per i lavoratori domestici; - un estensione degli orari dei servizi pubblici e in particolare degli asili; A queste misure andranno affiancate misure per lo sviluppo dell autoimprenditorilità femminile e per il sostegno alle donne sole, anziane, in situazione di fragilità.
6 EDUCAZIONE ALLA PARITÀ E diritto all istruzione Alle misure sul fronte del lavoro andranno affiancate anche misure educative per la parità, tra cui: - una continuazione dell impegno per inserire occasioni di educazione all affettività e alla parità nelle scuole secondarie di primo e secondo grado; - formazione e sostegno per gli insegnanti della scuola primaria sull importanza di eliminare gli stereotipi di genere; - servizi per l infanzia nelle università, per consentire alle giovani donne universitarie di poter scegliere di ricoprire contemporaneamente il ruolo di studentesse e di madri, senza dover sacrificare il diritto allo studio per la maternità.
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