L IMMAGINE MODERNA E ANTICA DEL DENARO

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1 L IMMAGINE MODERNA E ANTICA DEL DENARO INCONTRO CON GUIDO CRAPANZANO, TRA I MAGGIORI ESPERTI MONDIALI DI NUMISMATICA E DI CARTAMONETA DI ALBERTO CAVICCHIOLO, BVE INSTITUTE Negli scenari di inizio millennio l economia e la cultura si confrontano secondo forme che appena due-tre anni fa sarebbero state ritenute improbabili. Per questo l esperienza di ricercatore e Rettore dell Istituto di Scienze della Comunicazione, combinata con la pratica di esperto di questioni monetarie e di numismatica, fanno di Guido Crapanzano un testimone unico. E non dimentichiamo che ha rappresentato l Italia nella giuria che ha scelto le raffigurazioni dell Euro. Incontriamo un esperto o un artista? Un preciso valutatore o un estroso combinatore di settori e dettagli diversi tra loro? Incontrare Crapanzano, in veste di Presidente della International Banknote Society e di consulente numismatico della Banca d Italia, offre l opportunità di trovare risposta ad alcuni quesiti, tra cui: come possiamo intendere il crescente interesse per la numismatica che si sta diffondendo dopo la cessazione storica della lira. La moneta è uno dei principali strumenti della comunicazione. La banconota, primo multiplo d arte nella storia, è rappresentazione di qualità, trasmette l idea del bene prezioso e propone la redenzione dal peccato attraverso la bellezza. Un intervista in esclusiva per Rassegna. Il nuovo interesse per la numismatica, anche da parte delle banche, è una manifestazione della riformulazione del concetto di denaro, reso possibile dal dibattito aperto dall avvento dell Euro. Un epoca monetaria si è conclusa, è divenuta così storia e ci lascia una traccia indelebile. I nostri ricordi, e in particolare le vicende socioeconomiche a essi connesse, sono ancora mnemonicamente conservati in lire, con il contrappunto di aneddoti e di episodi che scrivono un altra storia d Italia, anche attraverso il potere evocativo delle sue vecchie banconote, tanto più affascinanti dei nuovi biglietti in Euro. Vorrei fare un esempio Se lei osserva attentamente questa banconota russa del meglio con una lente- si accorgerà che è di una qualità così raffinata che solo eccelsi incisori e tipografi espertissimi potevano eseguire, all epoca, un manufatto di tale precisione e bellezza. Questa è una banconota prestigiosa, di altissimo valore facciale, che l ultimo Zar, Nicola II, fece realizzare come oggetto di ostentazione, come elemento di distinzione. E questa è solo una tra le tante bellissime banconote emesse al mondo. Nessun altro manufatto, prodotto in grande serie, viene realizzato con tanta accuratezza e inimitabile precisione. In questo senso la banconota è una rappresentazione di qualità, perché, per sua logica interna, deve dare l idea della cosa pregiata, dell oggetto di valore, del bene prezioso. C è una combinazione tra arte e economia nella banconota? Potremmo intendere, nella sua struttura, che non vi è differenza tra una stampa d arte numerata e una banconota? Perché anche nella cartamoneta vi è un numero, un valore, un autore e certamente vi è arte. Certo, la banconota è il primo multiplo d arte nella storia, la prima riproduzione d autore. 10 RASSEGNA N. 13 LUGLIO 2002

2 Infatti, mentre i primi multipli numerati nascevano solo alcune decine di anni fa, la cartamoneta esisteva già da centinaia d anni, e possiamo riscontrare numerosi esempi di banconote di inimitabile raffinatezza. A differenza del multiplo d arte, nelle banconote non veniva però condensata l immagine di un singolo argomento, ma le rappresentazioni di un intera nazione. Magari come allegoria. E interessante osservare come le banconote antiche propongano, attraverso raffigurazioni allegoriche e simboliche, la rappresentazione degli elementi fondanti della vita sociale e commerciale della Nazione emittente. Abbiamo già sottolineato come la banconota, proprio perché priva di valore intrinseco, debba trasmettere l idea della sicurezza, la sensazione di pregio, di valore, ma essa deve anche parlare della affidabilità dell emittente. Quindi le prime banconote emesse dalla Banca d Italia utilizzano rappresentazioni degli emblemi del Regno Sabaudo, e propongono raffigurazioni allegoriche dell Italia, della Giustizia, del Commercio, dell Industria, dell Agricoltura. Con l avvento del fascismo, e poi con la proclamazione dell Impero, sulle banconote compaiono, prima il fascio, e poi i simboli della romanità, come la lupa capitolina e l aquila imperiale. Allo stesso modo possiamo rilevare come, sulla monetazione tedesca, alla fine degli anni 30 compaia la svastica. La moneta è uno dei principali strumenti della comunicazione. E lo era assai di più nell antichità, prima della comparsa della comunicazione mediatica. Ma gli antichi, erano consapevoli del potere comunicativo della moneta? Certamente, le farò qualche veloce esempio. Il primo che fruì, seppure inconsapevolmente, del potere pubblicitario della moneta fu Creso che, nel VI secolo A.C. inventò la prima moneta d oro. Egli non fu certo l uomo più ricco dell antichità. Molti assai più ricchi di lui erano venuti, sia prima, che dopo, ma il fatto di avere legato il suo nome alla moneta ce lo fa ricordare, a tutt oggi, come l uomo più ricco della storia. Il primo che intuì e sfruttò il potere pubblicitario della moneta fu Alessandro Magno. Dopo avere sconfitto i Persiani utilizzò la grande quantità di argento confiscata per coniare un enorme numero di monete. E Alexandros fu il primo a mettere sulle monete la propria immagine. Sino ad allora la moneta era sacra e nessun mortale vi era stato La bellissima banconota da 500 rubli fatta realizzare nel 1912 dall ultimo Zar, Nicola II. 11 RASSEGNA N. 13 LUGLIO 2002

3 raffigurato. Per superare il tabù, Alessandro si fece raffigurare con una pelle di leone sul capo, in guisa di Ercole ma, per maggior chiarezza, impresse il suo nome sulle monete. E così, ancor oggi, lo ricordiamo come il più grande condottiero dell antichità, anche se, prima e dopo di lui, furono in molti a compiere conquiste ben più significative. Val la pena di citare anche Cesare che, in deroga alle leggi di Roma, ottenne per primo dal Senato il permesso di riprodurre sulla moneta il proprio volto. E così, in un epoca in cui non esisteva ancora la cartolina, il messaggio della sua potenza attraversò tutto l impero. Potremmo ricordare molti altri esempi, non ultimo quello di Napoleone, ma l argomento richiederebbe troppo spazio. Come possiamo intendere la gamma delle rappresentazioni delle epoche numismatiche sulle banconote italiane? Dopo la tragica conclusione della II Guerra mondiale, i simboli forti dello Stato scompaiono, così pure le allegorie tradizionali. Poi, negli anni 60, sulle banconote compaiono indiscussi personaggi nazionali, come Verdi, Galileo, Michelangelo, Leonardo, Manzoni, per giungere all ultima serie con Volta, Marconi, Caravaggio, e Raffaello sulle Lire. La scelta dunque di rappresentare l identificazione con un punto più alto, con un protagonista Questa serie di rappresentazioni ad personam, cosa indicano? Che abbiamo quasi rotto con una sorta di mancata rappresentazione? Diciamo che il motivo logico è che dopo la guerra, non solo i simboli del Regno spodestato, ma nemmeno quelli della nuova Repubblica, sono capaci di infondere piena fiducia, e pare più opportuno ricorrere a personaggi di collaudata credibilità storica e culturale. Ma in effetti sembra quasi che sia un po il seguito a questa specie di risanamento, rinnovamento e rinascimento negli anni 60, sembrano protagonisti i nuovi imprenditori, coloro che emergono. Certo. Dopo il 60, dopo il boom della Lira, c è una ricerca di personaggi che rappresentino la migliore tradizione, il classico Ma è la Lira delle belle performance economiche.. Certo, la Lira vince anche l Oscar delle valute proprio a metà degli anni 60. Quindi in questo momento nasce la possibilità, per il mondo della finanza di uscire dalla afasia che l aveva da sempre contraddistinto. Secondo una certa convenzione la cartamoneta dovrebbe anzitutto pagare e non, prioritariamente, mostrare : il suo ruolo principale è il valore di scambio e il suo ruolo di bellezza dovrebbe essere secondario. Il suo ruolo di bellezza non è secondario perché il denaro, da sempre considerato con valenza negativa, o addirittura come simbolo del male, deve farsi perdonare. Soprattutto la banconota, priva di valore intrinseco, deve necessariamente avere un aspetto accattivante, Ingrandimento di due monete di oro puro coniate da Creso a.c. 12 RASSEGNA N. 13 LUGLIO 2002

4 tentando per questa via una improbabile redenzione dal peccato. Così pure la spada del Principe, che aveva diritto di vita e di morte, doveva essere assolutamente bella. Anche l alabarda del soldato, la daga, lo stiletto venivano cesellati nell impugnatura e nella lama. Per non parlare delle spade dei grandi Condottieri, o dei Samurai, ove la preziosità delle rifiniture non era funzionale, ma espiatoria. Persino i missili, con le parti aerodinamiche esaltate da colori vivaci sul rilucente metallo, hanno una loro bellezza quando vengono fatti sfilare con le punte slanciate verso il cielo. La bellezza, dunque, come necessario momento di riscatto. Però il denaro come rappresentazione negativa, coinvolge poi il luogo di deposito del denaro che è la banca, ritenuta come soggetto negativo per eccellenza. C è anche una rappresentazione ulteriore dove effettivamente da Goethe in poi e lungo diverse mitologie, il romanticismo introduce questa valenza negativa di chi, dato che è più ricco, più sarebbe vicino alla morte. Questo concetto si è diffuso 1600 anni fa, quando i vati della patristica definirono il denaro come sterco di Satana, identificando nel denaro lo strumento responsabile della dissoluzione dell Impero Romano. Questa teoria è anche confortata dalla constatazione che il benessere genera egoismo. La solidarietà è tra i poveri. Tra i ricchi no! O è molto difficile che ci sia. E quando vi è il benessere, la solidarietà scompare. A meno che non vi sia una profonda cultura, fondata sulla rivalutazione dei valori primari proposti dall umanesimo e dalla sua tradizione culturale. Ma ancora, dopo sedici secoli, ove prevale la cultura del luogo comune, il denaro prosegue nell avere una valenza contaminante. Per troppo tempo è stato visto negativamente, come il punto di confluenza degl istinti più bassi e villani che muovono l animo umano. Solo da pochi anni ci si è accorti -in modo strutturale- che il denaro può essere usato sia con la mano destra sia con quella sinistra e che dal denaro può venire benessere, salute, ma soprattutto si è capito che la banconota è lo strumento che ha permesso al nostro Paese di uscire dal tunnel dalla miseria. E quindi si è dato di nuovo valore alle discipline economiche e si è finalmente compreso che in esse vi sono molteplici aspetti positivi. È per questo motivo che oggi, finalmente, esponenti dell economia e della finanza hanno trovato ascolto e spazio nel dibattito intellettuale, grazie soprattutto ai nuovi orizzonti culturali proposti da economisti e banchieri illuminati, tra cui pare opportuno citare Camdessus, Tietmayer, Fazio. 13 RASSEGNA N. 13 LUGLIO 2002

5 Una cosa interessante, nella Sua biografia, è che Lei prosegue l attività di suo papà Mario, che era docente di filosofia oltre che noto cultore di numismatica. Lei la fa tuttavia diventare una scienza, quasi un esperienza globale e civile. Andiamo piano con la parola scienza, in un epoca in cui la scienza si è venduta al potere e si è fatta talvolta nemica dell uomo. La numismatica è una disciplina, o forse un arte. In questa chiave ho approfondito lo studio sulla storia della circolazione monetaria. Ho affrontato lo studio del colore della moneta, ma è un discorso che non può ridursi in poche battute, durante un intervista. Finalmente il denaro e le discipline finanziarie stanno uscendo dal ghetto. E uno dei motivi che indirizzano l itinerario della mia ricerca, attraverso cui sto approdando a istanze che non mi sono ancora note. Denaro d argento di Giulio Cesare Divi Juli, con testa laureata e sul lato il terminale del bastone di comando del Pontifex Maximus. 14 RASSEGNA N. 13 LUGLIO 2002