COESIONE E SICUREZZA SOCIALE, SVILUPPO, EQUITA, LEGISLAZIONE PER IL TERZO SETTORE
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- Adamo Manzi
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1 COESIONE E SICUREZZA SOCIALE, SVILUPPO, EQUITA, LEGISLAZIONE PER IL TERZO SETTORE Il FORUM NAZIONALE TERZO SETTORE al MINISTRO DEL LAVORO E DELLE POLITICHE SOCIALI PREMESSA La situazione economica sfavorevole, la questione ambientale, l'emergenza sociale, la crisi delle istituzioni democratiche sono i nodi intrecciati e non separabili di una stagione di passaggio che si annuncia cruciale e dagli esiti incerti. La prolungata fase di recessione economica sta producendo effetti pesanti sul piano sociale. Con l'impoverimento delle condizioni materiali di vita di fasce sempre più ampie della popolazione aumentano il disagio, l'insicurezza diffusa, il rischio esclusione e povertà, la rottura del patto sociale. Insieme a questo avanza la crisi culturale, dei valori condivisi, del senso della comunità. E' evidente la caduta di fiducia dei cittadini nella politica e nelle istituzioni, l'indebolimento dei meccanismi della democrazia. Per offrire al Paese una prospettiva di ripresa e di nuovo sviluppo pare necessario imprimere una svolta in direzione di un modello economico più sostenibile sotto il profilo sociale e ambientale, ispirato a una più equa distribuzione delle risorse e ad una maggiore coesione fra le diverse componenti sociali, al rispetto della legalità democratica e alla valorizzazione della partecipazione civica. Una politica per lo sviluppo che rimetta al centro i diritti umani e la giustizia sociale, i beni comuni, il lavoro, il welfare, l'ambiente. Occorre una iniziativa saldamente ancorata all Europa, che promuova come proposto recentemente dal Comitato Economico Sociale Europeo (CESE) un Programma europeo di azione sociale che, basandosi sugli obiettivi di Europa 2020, sia teso a ridurre ed eliminare la disoccupazione di massa [specie giovanile], garantire i diritti sociali fondamentali, promuovere l imprenditorialità e nuovi posti di lavoro, combattere la povertà, sostenere l inclusione sociale, facilitare gli investimenti sociali, promuovere l istruzione superiore e la formazione, nonché sviluppare la governance sociale. Già in questa direzione può essere orientato un efficace uso dei Fondi Strutturali EU Il cambiamento profondo di cui l'italia ha bisogno nessuno può garantirlo da solo. Né le istituzioni, né i partiti, né le organizzazioni sociali possono essere autosufficienti. Ma, nel reciproco rispetto dei loro diversi ruoli, tutti possono e devono fare la propria parte in uno sforzo collettivo. A livello nazionale, siamo convinti che il Terzo Settore possa offrire un contributo importante e sia destinato ad avere un ruolo rilevante nelle costruzione economica, occupazionale, civile, morale del Paese. Questo grazie alla sua vocazione civica e solidaristica, alla capacità di coinvolgere le persone, costruire legami sociali, leggere i bisogni e costruire risposte concrete attraverso l'autorganizzazione delle persone. Insomma Terzo Settore cemento della società. Volontariato, associazionismo, cooperazione sociale sono un argine alla frammentazione sociale Pagina 1 di 6
2 e un motore di partecipazione, laboratorio dell'innovazione del welfare, volano di nuovo sviluppo economico e di stabile occupazione, cantiere di nuova cittadinanza democratica. Una ricchezza da valorizzare e investire al servizio di tutto il Paese. LE STELLE POLARI : ALCUNI PRINCIPI DI ORIENTAMENTO NELL AZIONE POLITICA Chiediamo di fare propri alcuni principi utili a valutare le iniziative del Governo, principi che saranno da noi usati per valutare il suo operato. Si tratta di alcune semplici domande da porsi di fronte ad ogni ipotesi di proposta legislativa: L'approvazione di una determinata legge: 1. rimuove gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i cittadini all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese? 2. riduce le diseguaglianze? 3. aumenta l inclusione sociale? 4. contribuisce alla lotta alla povertà e alle discriminazioni? 5. promuove uno sviluppo ambientalmente e socialmente sostenibile? 6. è equa dal punto di vista intergenerazionale e fa si che i nostri figli e nipoti possano vivere meglio? Semplici domande ma dalle grandi implicazioni e ricadute, che distinguono una politica attenta e responsabile da una grettamente egoistica e predatoria. A tali principi di ordine generale, riteniamo corretto assumerne un ultimo: nessuna norma su di noi senza di noi. Un principio anch esso di semplice buon senso: occorre coinvolgere le persone e i soggetti sociali nelle decisioni politiche che li riguardano. Prendere provvedimenti sulla testa dei cittadini non aiuta alla coesione e alla attuazione delle decisioni, anzi rischia di essere controproducente. Se i cittadini vengono coinvolti - con verità, responsabilità e credibilità - sono capaci di grandi cose e anche di grandi sacrifici, se necessario: la storia del nostro Paese, la nascita stessa della nostra Repubblica ne è testimonianza. A fianco e a sostegno della democrazia rappresentativa, necessaria ma non sufficiente, va considerata la democrazia partecipativa, attivando e promuovendo adeguati strumenti. E quindi, in specie, nessuna norma sul terzo settore o gli ambiti nei quali opera senza che esso venga coinvolto. Pertanto richiediamo - ricordando che sin dal 1998, prima col Governo Prodi e poi l anno successivo col Governo D Alema, furono firmate Intese con il Forum Nazionale Terzo Settore - che venga valorizzato il nostro ruolo di parte sociale attraverso continua e costante interlocuzione, a partire dalla riattivazione del Tavolo di confronto col Ministero costituito nell aprile dello scorso anno ed operando congiuntamente per riavviare il Tavolo di confronto con l Agenzia delle Entrate. Di seguito riportiamo alcuni percorsi di lavoro comune. Pagina 2 di 6
3 1. COESIONE E SICUREZZA SOCIALE Coesione e sicurezza sociale sono precondizioni per qualsiasi sviluppo. Pertanto occorre ridurre l incertezza e l insicurezza investendo nella partecipazione democratica dei cittadini - riannodando e riformando i rapporti tra cittadini e istituzioni con un nuovo patto di cittadinanza - e affrontando la questione sociale del Paese, investendo nel nostro sistema di welfare. OBIETTIVO 1 investire nelle politiche di welfare e nello sviluppo di offerta di servizi non solo per contrastare le sempre più grandi fragilità ma anche quale volano per l occupazione (ad esempio, promuovere il lavoro di cura e favorire la piena emersione, la qualificazione e integrazione sociale delle centinaia di migliaia di assistenti familiari cd. badanti ). a) Definire un Patto Sociale Nazionale (anche raccordando i Piani Nazionali Infanzia, Disabilità e Famiglia) che coinvolga Governo, Regioni, Comuni, Parti sociali; b) mantenere l'iva al 4% per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi rese dalle cooperative sociali. A suo tempo argomentato come esigenza per evitare un qualche rischio di infrazione europea, gli atti EU non segnalano un tale rischio. Inoltre l ipotesi dovrebbe portare ad un incremento di gettito di (circa 150 mln ) tutta da dimostrare: in realtà nei migliori dei casi l unico effetto sarà di spostare parte delle risorse dagli enti locali alle casse statali; nel peggiore, l allargamento dell evasione, delle irregolarità del lavoro, tagli occupazionali (e nuovo esborso pubblico per la cassa integrazione in deroga, etc. etc.) c) finanziare il Fondo Nazionale Politiche Sociali (FNPS) e il Fondo Non Autosufficienza (FNA) ai livelli del 2008 portandoli nell'arco della legislatura al livello della spesa media europea fino a raggiungere lo 0,5% del PIL; d) promuovere al meglio il settore delle assistenti familiari (attività, formazione, previdenza, etc.), riconoscendo anche il ruolo del terzo settore. Si tratta di un ambito che vede oltre un milione di persone ad oggi impiegate, per lo più donne immigrate molte lavorando in nero. Riuscire a far emergere tale mondo, oltre a dare dignità e diritti alle lavoratrici e maggior garanzie e sicurezze alla famiglie (e anche entrate per il fisco), consentirebbe la regolarizzazione di centinaia di migliaia di posti di lavoro con un benefico effetto sui dati occupazionali del nostro Paese; e) introdurre un sistema di detrazioni più incisive per i costi sostenuti dalle famiglie nell'acquisto di beni e servizi connessi con le necessità familiari di cura ad elevata rilevanza sociale e educativa (non autosufficienza e infanzia); f) respingere, nella proposta di Direttiva del Parlamento europeo e del Consiglio sugli appalti pubblici all art. 17, l ipotesi di equiparare di fatto le procedure di integrazione degli ex dipendenti pubblici a quelle previste per le persone svantaggiate negli appalti riservati Un provvedimento dalla logica oscura, ma che di certo snaturerebbe gli strumenti tesi a facilitare l ingresso al lavoro delle persone più fragili. OBIETTIVO 2 emanazione e implementazione del ISEE (Indicatore Situazione Economica Equivalente) per avere uno strumento per migliorare l accesso ai servizi con maggior equità. a) emanazione e implementazione del Decreto Presidenza Consiglio dei Ministri (DPCM) sull'isee; Costituzione di un Tavolo di coordinamento composto da Ministeri, Regioni, ANCI, Parti sociali, per proporre linee guida, monitoraggio, etc. Pagina 3 di 6
4 OBIETTIVO 3 garantire i diritti dei cittadini, attuando l art 117 comma 2 lett m), emanando quindi i Livelli Essenziali Prestazioni, in particolare quelli Sociali (Leps) che porti poi alla determinazione dei Livelli Essenziali Assistenza Sociale (Liveas) entro l'arco della legislatura; emanazione dei Livelli Essenziali Assistenza in materia sanitaria (Lea). a) definire gli obiettivi di servizio come previsto dal D. Lgs. 6 maggio 2011 n 68, emanato in attuazione della legge 5 maggio 2009, n. 42; b) attuare urgentemente quanto già previsto dalla L 42/2009 art 20 comma 2, (la legge statale disciplina la determinazione dei livelli essenziali di assistenza e dei livelli essenziali delle prestazioni) accelerando il lavoro già in corso al Ministero Lavoro (cfr. ); c) introduzione dei costi standard come già previsto dalla L 42/2009 (invece della spesa storica); d) eliminare il taglio del 5% orizzontale sui servizi sociosanitari di territorio: e) promuovere l'integrazione socio-sanitaria, più appropriato verso i cittadini, come modalità di spending review invece dei tagli orizzontali; f) previsione di forme innovative di integrazione socio-sanitaria come realizzato con il metodo del budget di salute ; OBIETTIVO 4 superare la social card con un piano strutturale di azione universale contro la povertà assoluta e l esclusione sociale, riattivando strumenti di monitoraggio e indagine; a) monitorare la sperimentazione in avvio in 12 città con un Osservatorio composto da Ministeri e forze sociali; b) riattivare il CIES (Commissione Indagine Esclusione Sociale) previsto dall art 27 L 328/2000 così da avere uno strumento istituzionale che presidia e studia il tema, fornendo preziosi dati di conoscenza e proposte di intervento; c) realizzare un Piano Nazionale contro la Povertà che gradualmente ci porti alla media EU (cfr. obiettivi Lisbona 2020 sul sito 2. SVILUPPO SOSTENIBILE E OCCUPAZIONE Occorrono politiche europee ed italiane che rimettono al centro la persona e le famiglie, l'educazione e l economia reale, promuovendo l economia civile, investendo sui giovani Non basta parlare di crescita, occorre anche interrogarsi su quale sviluppo, cosa e come produrre, per chi e con chi. Occorre un nuovo modello economico basato in particolare su un economia verde e rigenerativa: la Green Economy già oggi rappresenta la migliore prospettiva di occupazione per il futuro; ma anche il patrimonio culturale, il turismo, l agricoltura di qualità sono bacini occupazionali da valorizzare. OBIETTIVO 5 creare le condizioni di avvio di sviluppo economico sostenibile e di stabile occupazione, facilitando l occupazione giovanile Valorizzazione delle attività del tempo libero gestite dal non Pagina 4 di 6
5 profit con particolare riferimento allo sport per tutti, al turismo sociale, alla cultura e allo spettacolo, come strumenti di inclusione sociale, promozione, crescita culturale dell individuo; promozione ed educazione alla salute e alla cittadinanza attiva. a) Piano per l occupazione giovanile, anche attraverso: 1) incentivi/ agevolazioni fiscali alle imprese che assumono giovani (ad es. anche estendendo a tutto il terzo settore le agevolazioni previste per le Associazioni Sportive Dilettantesche); 2) revisione di alcuni punti della Legge Fornero circa l ingresso al lavoro (ad es. le regole per i co.co.pro. sono troppo rigide per un settore che opera strutturalmente proprio in base a progetti); 3) fornendo/attivando servizi: es. riformando i servizi all Impiego e le Politiche attive per il lavoro realizzandole in sinergia con i privati ed in specie valorizzando le esperienze del terzo settore nell inserimento lavorativo; e/o rilanciando gli strumenti e servizi per l Imprenditorialità Giovanile; 4) Investire nella cultura, nel patrimonio artistico e paesaggistico, nel turismo, nel territorio e nella sua salvaguardia, nell ambiente e nella green economy quali ambiti prioritari di sviluppo; 5) investire nella prevenzione, manutenzione e messa in sicurezza (rischio sismico, idrogeologico, vulcanico, etc.) del territorio (es. scuole, ospedali, uffici, abitazioni private), ad es. ampliando le agevolazioni già previste in caso di ristrutturazioni per il risparmio energetico; 6) prevedere forme di agevolazioni per soggetti di venture capital sociale; 7) favorire e promuovere l introduzione di clausole sociali e ambientali negli appalti della pubblica amministrazione; 3. LEGISLAZIONE PER (e con) IL TERZO SETTORE Su tutti questi punti il Terzo Settore può dare un suo contributo ma occorre che esso sia adeguatamente riconosciuto e valorizzato. OBIETTIVO 6 Creare le condizioni per favorire l autonoma iniziativa dei cittadini, singoli ed associati (art. 118 Costituzione), valorizzando le diverse potenzialità del terzo settore, e dei milioni di cittadini attivi, quale soggetto in grado di dare un contributo civile e sociale alla ripresa del Paese. Le proposte: a) aggiornare le previsione del Libro I del Codice Civile sul Terzo Settore garantendo al massima la libertà di associazione, la partecipazione e la trasparenza, armonizzando le leggi nazionali e regionali sul Terzo Settore per rinsaldare il profilo partecipato nell agire sociale, politico ed economico; b) reistituire un organismo indipendente per il controllo e la promozione del Terzo Settore che riprenda il ruolo positivo esercitato dall'agenzia Terzo Settore ormai soppressa; l Agenzia è stato infatti un utile strumento per il ruolo di terzietà tra organizzazioni non profit e istituzioni, ruolo che le ha permesso di essere autorevole strumento di controllo, trasparenza e promozione del terzo settore in modo autonomo e non immediatamente legato all azione di governo. La sua chiusura è stata giustifica con l esigenza di presunti risparmi; ma le risorse per altro molto contenute (circa 1 mln ) a suo tempo destinate alla Agenzia sono state destinate al Ministero, quindi l argomentazione del risparmio non tiene. Inoltre affidarne le competenze al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha significato ridurre il terzo settore al solo ambito del welfare, non riconoscendone la multiformità delle iniziative e il ruolo fondamentale di leva per la crescita del Paese. Ha inoltre privato di un autorevole interlocutore per l Agenzia delle Entrate, privandola della preziosa collaborazione che forniva per Pagina 5 di 6
6 consentirle di svolgere i suoi compiti con maggiori elementi di conoscenza Nell attesa è necessario approfondire la tematica per l applicazione omogenea delle normative sul terzo settore che ad oggi vedono sul territorio interpretazioni differenziate sui diversi temi. c) stabilizzazione del 5 per mille effettivo (superamento del tetto e erogazione degli 80 mln del 5x indebitamente trattenuti), riconfermando come già sancito dalla Sentenza Corte Costituzionale n. 202/2007 la sua natura di strumento di sussidiarietà fiscale; d) riformare le norme sull impresa sociale, evitando tentazioni lucrative, attraverso un tavolo che coinvolga Ministero Lavoro, parti sociali, Unioncamere; e) uscire dalla visione paternalistica del Terzo Settore e riconoscere pienamente la sua rappresentanza, coinvolgendola come per tutte le altre rappresentanze - nella designazione dei componenti del CNEL e poi degli Osservatori APS e Volontariato, apportando le eventuali necessarie modifiche normative all'interno di una più generale manutenzione delle leggi 266/91 (es. il tema del riconoscimento delle reti nazionali) e L 383/00 (es. il tema dell Osservatorio APS). f) Garantire il funzionamento e il finanziamento delle leggi settore (L 266/91, L 383/00, L. 438/98, etc.) Il mondo del Terzo Settore può essere una risorsa per un nuovo sviluppo sostenibile. LE PRIORITA SOCIALI - mantenere IVA al 4% per le prestazioni di servizi socio sanitari ed educativi - approvazione ISEE; sua implementazione e monitoraggio - finanziare Fondo Politiche Sociali e Fondo Non Autosufficienza - emanazione dei LEP e dei LIVEAS - investire nelle politiche di welfare e nello sviluppo di offerta di servizi - superare la social card e piano d azione nazionale contro la povertà - finanziare 5x e procedere alla stabilizzazione eliminando il tetto OCCUPAZIONALI - piano per l occupazione per i giovani 1. agevolazioni per diminuire il costo del lavoro 2. revisionare alcuni punti della riforma Fornero 3. incrementare i servizi all impiego 4. investire nel patrimonio culturale, artistico e paesaggistico, nel territorio e sua manutenzione, nella green economy quali ambiti di sviluppo occupazionale - Creare le condizioni per favorire l autonoma iniziativa dei cittadini, singoli ed associati, valorizzando le diverse potenzialità del terzo settore FORUM NAZIONALE DEL TERZO SETTORE P.za Mattei Roma tel.: fax forum@forumterzosettore.it Pagina 6 di 6
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