I PRINCIPI GENERALI DEL MODELLO AQ DI ATENEO

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1 Università Telematica Pegaso D.M G.U. n. 118 del Piazza Trieste e Trento, , Napoli Numero Verde: Fax: Website: Mail: info@unipegaso.it I PRINCIPI GENERALI DEL MODELLO AQ DI ATENEO 27 Maggio 2013 Scheda 1 Qualità: principi generali pag. 2 Scheda 2 Definizioni di alcuni termini rilevanti per la Qualità pag. 8 Scheda 3 Norme ENQA- Standard e linee guida europee pag. 11 Scheda 4 Qualità dei CdS pag. 13 Scheda 5 AVA: Generalità pag. 16 Scheda 6 Linee guida per la compilazione della Scheda SUA-CdS pag. 20 Scheda 7 Autovalutazione, audit, monitoraggio pag. 23 Scheda 8 Riesame: modello di compilazione pag. 25 Scheda 9 Nucleo di valutazione, Presidio di Qualità, Commissioni Paritetiche Docenti- pag. 34 Studenti Scheda 10 Sistema di gestione della Qualità: l organizzazione per processi pag. 40 Scheda 11 Requisiti per l Accreditamento Iniziale pag. 44 Scheda 12 Requisiti per l Accreditamento Periodico pag. 48 Scheda 13 Raccolta dati sulla carriera e sull opinione degli studenti, dei laureandi, dei pag. 58 laureati e dei docenti Scheda 14 Scadenzario degli adempimenti pag. 61 Scheda 15 Valutazione della Ricerca pag. 63 Scheda 16 Formazione e aggiornamento dei personale docente e non docente pag. 65 Scheda 17 Normativa essenziale di riferimento pag. 66 Scheda 18 Considerazioni finali e raccomandazioni pag. 67 1

2 Scheda 1 Qualità: principi generali (Fonte: Qualitiamo.com ) 1) I LUOGHI COMUNI Philip B. Crosby Il problema della gestione della qualità non è tanto ciò che la gente non sa, quanto ciò che pensa di sapere. ( ) Sotto questo aspetto, la Qualità ha molto in comune con il sesso. Tutti sono a favore (in certe condizioni), tutti credono di capirla (anche se sarebbero in difficoltà a spiegarla), tutti pensano che il praticarla sia facile perché basta seguire le inclinazioni naturali (dopo tutto, in un modo o nell'altro, ce la caviamo sempre). Naturalmente, la maggior parte delle persone pensa che tutti i problemi in questo campo siano causati dagli altri ma in un mondo in cui la metà dei matrimoni finisce con un divorzio o con una separazione, questi presupposti suscitano almeno qualche interrogativo. E difficile intavolare una discussione significativa, reale e concreta sul sesso, sulla Qualità o su altri argomenti complessi, se non si esaminano e modificano alcuni presupposti di base errati. Gli unici, però, che generalmente sono disposti a fare questo passo sono coloro che ammettono senza riserve di essere in difficoltà o che hanno un interesse specifico nel cambiamento. Esiste un intera letteratura che raccoglie i dubbi, le perplessità e i timori che le persone hanno di fronte a questo strumento che altro non è, se non una raccolta di regole che ci insegnano a lavorare in modo corretto. La Qualità è uno strumento di organizzazione e, come tale, ci può offrire "solo" le linee guida da seguire per rivedere il nostro modo di lavorare e gli strumenti per affrontare i problemi quotidiani, non certo risposte personalizzate. 2) DEFINIZIONE DI QUALITA La qualità è un rapporto tra una realizzazione e un attesa perché esprime il livello di corrispondenza tra le aspettative del cliente e il prodotto/servizio offerto: più le aspettative e il prodotto/servizio si sovrappongono, più questi saranno giudicati prodotti/servizi di qualità. La qualità è customer driven perché i livelli di performance e di conformità sono stabiliti dai clienti e i clienti sono i soli deputati a valutare il livello di qualità. 3) LA QUALITA PUO ESSERE: attesa progettata erogata percepita paragonata Qualità attesa - E la qualità che fa riferimento agli standard qualitativi che il cliente ritiene adeguati. Ci si aspetta di riceverla quale prestazione minima del prodotto/servizio. Le esigenze legate alla qualità attesa possono essere espresse o meno (in questo caso si definiscono implicite). 2

3 Le organizzazioni devono essere molto sagaci nella fase di rilevazione della qualità attesa perché è sulle necessità e sui desideri del cliente che dovranno progettare la qualità che vogliono erogare. Qualità progettata - E la qualità che l organizzazione si propone di raggiungere, cercando di tradurre le esigenze del cliente in requisiti da soddisfare. Per progettare la qualità occorre darsi degli obiettivi di performance e svilupparli al meglio nelle fasi del processo di progettazione/produzione o in quelle di erogazione del servizio. Il divario tra ciò che si attende il cliente (la qualità attesa) e ciò che l organizzazione progetta di fornirgli (la qualità progettata) è un gap che può essere definito come gap di comprensione. Questa mancanza di comprensione crea inevitabilmente grossi problemi che si ripercuotono sul prodotto/servizio a valle. Qualità erogata - E la qualità associata ad un prodotto/servizio al termine del processo produttivo o di erogazione del servizio. Fa riferimento ai livelli qualitativi che sono stati realmente raggiunti e che possono differire da quelli progettati. Il divario tra ciò che l organizzazione ritiene che il cliente debba ricevere (la qualità progettata) e ciò che l organizzazione realmente fornisce (la qualità erogata) è un gap definibile come gap di realizzazione. Qualità percepita - E la qualità che il cliente riscontra nel prodotto/servizio che gli forniamo e che esprime il suo grado di soddisfazione. Questa qualità si rivolge alla sfera dell irrazionale, al mondo delle sensazioni e dell emotività del cliente. Questa è una fase molto importante perché può fidelizzare o meno un cliente. E molto importante che l organizzazione si attivi per conoscere il giudizio della clientela (tramite interviste telefoniche, con l'invio di questionari per rilevare la soddisfazione, ecc). Il divario tra la qualità effettivamente fornita dall organizzazione (la qualità erogata) e la percezione che di essa ha il cliente (la qualità percepita) è un gap che può essere definito come gap di comunicazione. Qualità paragonata - E la qualità che il cliente confronta riferendosi ad esperienze precedenti, al mercato e, soprattutto, alla concorrenza. 4) STORIA DELLA QUALITA Il concetto di qualità non è statico ma tende ad evolversi con il passare del tempo, con il mutare del mercato e delle esigenze dei clienti. Da quando si è iniziato a parlare di qualità, si è fatta molta strada e l approccio è cambiato profondamente, così come sono cambiate le norme che ne descrivono l applicazione. La qualità nel senso tradizionale del termine inizia a fare capolino negli anni '20, favorita dalla nascita delle prime grandi aziende con modelli organizzativi complessi e dalla necessità di sottoporre le variabili di processo a rigidi controlli per poter far fronte a quantità sempre più elevate a costi sempre inferiori. Questi sono gli anni della nascita dei primi metodi statistici per il controllo della qualità, basati su supporti grafici: le carte di controllo. Il mercato di quegli anni era caratterizzato da grandi volumi, manodopera non qualificata, standardizzazione dei processi produttivi. Scopo del controllo qualità era quello di garantire la conformità del prodotto, verificando i punti critici della produzione attraverso l'esame dei difetti ripetitivi, con l'obiettivo principale di separare i prodotti conformi da quelli non conformi. Tra il 1920 e il 1945, si sviluppano le tecniche di controllo statistico della qualità dell output grazie a Gorge D. Edwards e a Walter A. Shewhart. Si introdussero tecniche di controllo sull intero processo produttivo, non limitandosi più, quindi, a verificare la difettosità dei prodotti solo alla fine del processo dato che i controlli a tappeto su tutti i 3

4 prodotti stavano iniziando a rivelarsi troppo costosi. Per effettuare questa nuova tipologia di controlli, si fece sempre più ricorso ai criteri statistici. Esaminando pochi prodotti finiti si riusciva a stabilire, mentre si produceva, se il processo presentava delle irregolarità o meno. Alla fine della seconda guerra mondiale, si iniziò a parlare di qualità in maniera sistematica grazie al Giappone che dovette trovare uno strumento che gli permettesse di riprendersi dalla profonda crisi economica nella quale si stava dibattendo dopo la sconfitta e che rappresentasse una nuova variabile competitiva. La qualità per i giapponesi divenne uno strumento di rivalsa davanti al mondo. Non si trattava, però, della qualità di prodotti ottenuta secondo i canoni della cultura industriale del tempo ma di una qualità dei processi e della produzione in grado di generare prodotti migliori a costi inferiori. E proprio in quegli anni che iniziò a maturare il modello giapponese, antitetico rispetto al modello occidentale, che aveva i suoi limiti nella divisione del lavoro e nell incapacità di soddisfare la variabilità della domanda. Secondo i giapponesi il rispetto delle specifiche tecniche non bastava più, occorreva pensare anche a specifiche organizzative. Iniziò a farsi strada l idea che le organizzazioni ben strutturate, che attuavano strategie corrette e che applicavano correttamente le procedure, fossero in grado di offrire ai propri clienti un adeguata confidenza del rispetto di determinate specifiche di prodotto. Cambia l approccio al problema che passa dall essere passivo all essere proattivo e basato non solo sulla rimozione della non qualità ma anche sulla prevenzione degli incidenti attraverso la progettazione e l applicazione di un Sistema Qualità formale capace di ridurre la possibilità di generare errori. La strada della qualità moderna era stata tracciata. Negli anni 50, alcuni settori (aerospaziale, nucleare, petrolchimico, ecc) si chiesero come potessero fare per applicare il concetto di controllo di prodotto, considerando il fatto che per i prodotti di questi settori doveva essere effettuato in tempo reale. La risposta fu quella di affiancare alla specifica tecnica una specifica organizzativa che illustrasse, ad esempio, come qualificare i fornitori, chi dovesse fare cosa, ecc. Era nata così l'assicurazione Qualità. Per la prima volta si riconosceva che la qualità era il risultato di sforzi congiunti di tutte le funzioni e che ciò che contava era la qualità dei processi aziendali e non più solo quella dei prodotti. Negli anni 70 il giapponese Ishikawa favorì lo sviluppo di una nuova cultura che si basò sul sostegno del governo, determinante per consentire lo sviluppo di questo tipo di cultura, la promozione effettuata da diverse associazioni (Premio Deming, ecc), il grande sviluppo dell'attività di normazione e standardizzazione. Questa nuova cultura prese il nome di Company Wide Quality Control (nel resto del mondo si chiamerà, invece, Total Quality Control) e fece suoi, tra gli altri, i seguenti principi: l'azienda non è di pochi ma di molti; bisogna valutare come prima cosa le esigenze dei consumatori; si deve puntare prima alla qualità e dopo al profitto; bisogna prevenire i difetti e i reclami; tutti, all'interno dell'organizzazione, vanno formati; nel processo, l'operatore successivo è nostro cliente; bisogna eliminare le barriere; bisogna basarsi sui dati. Negli anni 80 vennero emesse le prime norme di riferimento finalizzate alla qualità. Nel 1987, infatti, l International Organization for Standardization pubblicò quella che ora è chiamata serie di norme ISO Nel 94 lo standard ISO 9000 venne rivisto e vennero emesse le norme UNI EN ISO 9001:1994, UNI EN ISO 9002:1994, UNI EN ISO 9003:1994 che puntavano l attenzione sulla garanzia della qualità del prodotto, sulla descrizione dei requisiti che un Sistema Qualità deve avere per raggiungere la qualità e sulla soddisfazione del cliente attraverso la conformità ai requisiti. Il concetto di Assicurazione Qualità venne così formalizzato per la prima volta. Nel 1997 l ISO decise 4

5 di raccogliere, a livello mondiale, le impressioni e le esigenze di moltissime aziende per evidenziare i punti di debolezza delle norme esistenti. I punti emersi furono, essenzialmente: la poca adattabilità delle norme ai diversi settori di business e alle diverse dimensioni delle organizzazioni, una famiglia di norme troppo estesa (si parlava di circa una ventina di documenti), una terminologia utilizzata nelle norme che non era chiara, la mancanza dei concetti di autovalutazione e di miglioramento continuo, i settori della vita aziendale che non erano coinvolti tutti in egual misura nel processo di certificazione e, infine, un concetto di processo inteso unicamente come processo produttivo. A seguito di questa indagine, nel 2000 gli standard ISO 9000 vennero rivisti. Con l emissione della serie UNI EN ISO 9000:2000, nacque la correlazione del concetto di qualità certificata con quello di qualità percepita e della soddisfazione del cliente. Per la prima volta vennero introdotti i concetti di processo, sistema e interazione di processi. In questi anni è in corso una nuova revisione delle norme della qualità. Nel 2008 è stata emessa la nuova versione dello standard: la UNI EN ISO 9001: ) SISTEMA DI GESTIONE DELLA QUALITA Un Sistema di Gestione della Qualità è l insieme di tutte le attività collegate e interdipendenti che influenzano la Qualità di un prodotto o di un servizio. Il Sistema di Gestione della Qualità è costituito da: una struttura organizzativa i processi le responsabilità le procedure le risorse persone che sanno cosa fare persone che sanno come farlo persone che hanno i mezzi per farlo persone motivate a farlo perché hanno un obiettivo comune. Un Sistema di Gestione della Qualità si costruisce mediante un processo di cambiamento e un intenso e prolungato sforzo culturale. La principali fasi per progettarlo sono: individuare chiaramente cosa si vuole ottenere dall implementazione della Qualità nella propria organizzazione (politica della Qualità e obiettivi) identificare le esigenze e le aspettative dei clienti ottenere il supporto fattivo del vertice aziendale che, se viene a mancare, porta, inesorabilmente, al naufragio del progetto. Senza buoni leader non si ottiene Qualità pianificare al meglio il progetto definendo le politiche alla base della sua implementazione e formalizzando le scadenze delle diverse fasi e le priorità conoscere i requisiti della Qualità e comprenderli pienamente, a tutti i livelli pubblicizzare il progetto all interno dell organizzazione coinvolgere nel progetto persone in gamba che possano essere sfruttate al meglio in base alle loro peculiarità costruire il clima giusto perché i principi della Qualità vengano correttamente recepiti. Nell ambiente di lavoro dovranno esserci buona comunicazione, rispetto per il lavoro degli altri e persone motivate fornire tutte le risorse necessarie 5

6 individuare chiaramente le responsabilità e le autorità di ognuno fornire la formazione necessaria anche per decentrare le responsabilità descrivere i processi, la sequenza di attività individuare gli indicatori più adatti a mantenere monitorato il sistema raccogliere i dati relativi al funzionamento del sistema portare a règime i processi redigere la documentazione necessaria al buon funzionamento del sistema eseguire quanto stabilito registrare quanto effettuato e comunicare nella maniera corretta i progressi fatti e le aree ancora da migliorare verificare i processi a fronte degli obiettivi pianificati mediante misurazioni, audit, riesami della Direzione, ecc. identificare eventuali gap rispetto alla norma di riferimento e rispetto agli obiettivi posti istituire dei sistemi di feedback che permettano ai clienti di comunicarci eventuali aree di ulteriore miglioramento prendere decisioni in base ai dati raccolti osservare la concorrenza e cercare di individuare idee per il miglioramento scegliere l organismo certificatore che ci dovrà accompagnare nel nostro percorso lungo il sentiero della Qualità sottoporre il Sistema Qualità all esame documentale dell ente ed intraprendere azioni correttive se vengono segnalate imprecisioni/incongruenze. 6) LE NORME ISO Le norme appartenenti alla famiglia della ISO 9000 sono state redatte per aiutare le organizzazioni a sviluppare i propri Sistemi di Gestione della Qualità. Si tratta di un insieme di idee, principi e regole. Le norme della qualità forniscono evidenza che l organizzazione certificata lavora secondo un certo standard di riferimento e che è in grado di fornire prodotti/servizi con le caratteristiche di qualità volute (che possono essere stabilite tra il cliente e l organizzazione o da leggi/regolamenti). Queste norme non certificano il prodotto/servizio ma il sistema che li produce. La norma ISO 9001 relativa alla gestione della qualità viene periodicamente revisionata per: a) chiarire meglio i punti che hanno creato dei dubbi o dei fraintendimenti durante il periodo di validità della versione precedente; b) creare un modello di riferimento sempre più semplificato che si adatti meglio a tutte le organizzazioni, indipendentemente dalla loro grandezza e dal settore nel quale operano. Lo standard ha subito solo alcuni ritocchi, si tratta, infatti, di una correzione più che di una vera e propria revisione. 7) I PROCESSI Sono insiemi strutturati di attività e di informazioni correlati o interagenti tra loro e dipendenti uno dall altro, nei quali profili professionali diversi tra loro condividono esperienze e conoscenze, ci aiutano a descrivere come vogliamo farlo. L approccio per processi è uno dei principi della qualità sui quali si basano le norme UNI EN ISO 9004:2000. Gestire i processi significa utilizzare conoscenze, competenze, strumenti, tecniche e sistemi per pianificare, definire, visualizzare, misurare, controllare, raccogliere dati e per migliorare i processi, con l obiettivo di soddisfare tutti i requisiti posti a monte (requisiti cogenti, requisiti del cliente, requisiti volontari, requisiti dell organizzazione, ecc.). Le attività che compongono un processo hanno in comune uno scopo, 6

7 declinato in obiettivi, che per il singolo processo si identifica nella creazione di valore per i propri clienti, mentre, per l intero sistema, coincide con i valori e con i macro obiettivi dell organizzazione. Dunque, un processo si compone di una serie di attività, relazionate una all altra, organizzate e convergenti verso uno scopo comune. Un processo trasforma qualcosa che entra, l input, in qualcos altro che esce dal processo, l output, utilizzando metodologie ben precise (procedure, istruzioni di lavoro, SW, ecc.) e aggiungendo del valore perché opera in condizioni controllate. Il valore aggiunto, che si crea in cambio dell utilizzo di risorse, è quello che si attende il cliente, quello per cui il cliente è disposto a pagare. Gli input e gli output possono essere costituiti da dati, materiali, prodotti, servizi, macchinari, informazioni, documenti, registrazioni, persone, denaro, condizioni ambientali, comportamenti, energia, aspettative, requisiti, misurazioni, autorizzazioni, decisioni, report, feedback. 8) MONITORAGGIO Il monitoraggio della Qualità è indispensabile per avere in ogni momento il polso di quali sono i nostri punti di forza e quelli di debolezza. Le misure effettuate in ambito qualità si traducono in indicatori e ci permettono di essere oggettivi e non soggettivi nell esaminare i dati raccolti per poter prendere decisioni basandoci su dati di fatto e non su supposizioni, esattamente come ci chiede uno degli otto principi della qualità. Gli obiettivi ai quali puntare misurando la qualità l esigenza di migliorare davvero la soddisfazione dei nostri clienti, ridurre i costi, rendere le performance dell organizzazione visibili e riconoscibili a livello oggettivo da collaboratori, clienti, ecc., confrontare le prestazioni nel tempo. Non ci sono dei canoni prestabiliti per misurare le performance di un organizzazione. Ci sono, dunque, diversi modi per misurare la qualità all interno di un organizzazione e per avere un idea oggettiva relativamente al suo andamento. Possiamo provare ad utilizzare uno dei sistemi sotto elencati o, meglio ancora, ad utilizzarli tutti insieme in modo che uno risulti complementare all altro: 1) autovalutazione attraverso una raccolta puntuale e costante dei principali indicatori 2) autovalutazione attraverso l utilizzo delle verifiche ispettive 3) riesame del Sistema di Gestione della Qualità 4) valutazione da parte di un ente certificatore 5) valutazione da parte dei clienti. Gli indicatori possono essere: di diversa natura: ad es. quantitativi, di efficacia come la soddisfazione del cliente, di efficienza come il contenimento dei costi, finanziari, di performance come le performance dei fornitori, di innovazione come i monitoraggi effettuati sulla formazione e sulla crescita, di servizio, ecc. di diverso ambito: indicatori di input, di processo, di output, indicatori di risultati, di impatto sull organizzazione, ecc. quantitativi, qualitativi, un mix tra i due di diverso orizzonte temporale: a breve, medio e lungo termine Gli indicatori più comuni utilizzati dalle organizzazioni per monitorare i Sistemi di Gestione della Qualità riguardano l ambito commerciale e di post-vendita, la progettazione, la produzione, la manutenzione, gli acquisti, la logistica, la gestione del personale, la formazione, l amministrazione, il marketing, la soddisfazione del cliente, ecc. 7

8 Scheda 2 Definizione di alcuni termini rilevanti della Qualità (Fonte: Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento del sistema universitario italiano ANVUR 09/01/2013) Qualità - Il termine Qualità è un contenitore che assorbe e rappresenta una molteplicità di concetti e di intenzioni. Nell'uso comune indica sinteticamente un valore sempre positivo: un prodotto o un servizio di qualità hanno caratteristiche desiderabili e promettono soddisfazione a chi ne fruisce. Analogamente, il termine può indicare adeguatezza a uno scopo, utilità in relazione a una funzione prevista. Se si prende in considerazione il miglioramento continuo, Qualità indica la capacità di trasformare, di incrementare, di aggiungere valore a un bene o a un servizio (qualità come valore aggiunto ) o di raggiungere risultati al di sopra di standard base di riferimento (qualità come eccellenza ). Per delimitare il concetto di Qualità e tradurlo in un insieme di criteri atti a metterla concretamente in pratica e a valutare il grado in cui è realizzata, intenderemo qui per Qualità il grado in cui le caratteristiche del sistema di formazione e ricerca soddisfano ai requisiti ovvero anche il grado di vicinanza tra obiettivi prestabiliti e risultati ottenuti. Ciò mette in gioco la capacità dell'istituzione universitaria di scegliere obiettivi di valore e di raggiungerli, adottando i comportamenti necessari per misurare e accrescere la vicinanza fra obiettivi e risultati. Il valore o l'adeguatezza degli obiettivi dell'università devono essere stabiliti tenendo conto delle priorità o aspettative da parte della domanda di formazione e delle linee di programmazione emanate dal MIUR. Assicurazione della Qualità - L'Assicurazione della Qualità è, in una accezione nettamente preventiva, l'insieme delle attività messe in opera per produrre adeguata fiducia che gli obiettivi della Qualità saranno soddisfatti. Componente essenziale è la produzione di evidenze idonee a dimostrare il grado di corrispondenza tra i risultati previsti e quelli ottenuti. L'Assicurazione della Qualità (AQ) della formazione e della ricerca è l'insieme di tutte le azioni necessarie a produrre adeguata fiducia che i processi per la formazione e per la ricerca siano nel loro insieme efficaci ai fini stabiliti. A questo scopo le azioni devono essere pianificate e sistematiche. L'AQ di una istituzione, in questo caso un Ateneo, è un sistema attraverso il quale gli organi di governo realizzano la propria politica della qualità. Comprende azioni di progettazione, messa in opera, osservazione (monitoraggio) e controllo condotte sotto la supervisione di un responsabile. Queste azioni hanno lo scopo di garantire che ogni attore del sistema abbia piena consapevolezza dei suoi compiti e li svolga in modo competente e tempestivo, il servizio erogato sia efficace, siano tenute tracce del servizio con documentazioni appropriate e sia possibile valutarne i risultati. Le azioni dell'aq realizzano un processo di miglioramento continuo sia degli obiettivi sia degli strumenti che permettono di raggiungerli. 8

9 Audit dell'aq - Per Audit dell'aq si intende il processo di verifica attraverso il quale si esaminano e valutano nel metodo le procedure di AQ, accertando l'efficacia del sistema di gestione che ha il compito di realizzare le attività previste e di conseguire i risultati desiderati. L'Audit viene realizzato da esperti che non sono direttamente coinvolti nei processi da valutare e può essere svolto sia da elementi interni all'istituzione (Audit interno di Ateneo) sia da esterni (Audit esterno). I risultati devono essere documentati da un rapporto di Audit o rapporto di verifica. Accreditamento - L'Accreditamento è il procedimento con cui una parte terza riconosce formalmente che un'organizzazione possiede la competenza e i mezzi per svolgere i suoi compiti. Attraverso l'accreditamento si dà innanzitutto garanzia agli utenti che le loro esigenze sono soddisfatte e che i loro diritti fondamentali sono tutelati da un'autorità competente. Il sistema di Accreditamento della formazione universitaria viene sviluppato per raggiungere tre obiettivi principali: l'assicurazione per gli utenti da parte di MIUR e di ANVUR che le istituzioni di formazione superiore del paese soddisfano almeno il livello di soglia minima prestabilito per la qualità l'esercizio da parte degli Atenei di un'autonomia responsabile ed affidabile nell'uso delle risorse pubbliche e nei comportamenti collettivi e individuali relativi alle attività di formazione e ricerca il miglioramento continuo della qualità delle attività formative e di ricerca. Il sistema di Accreditamento della formazione universitaria prende in considerazione fattori organizzativi e strutturali, la definizione dei risultati attesi, la verifica di quelli effettivi e la loro corrispondenza con la domanda esterna di formazione o ricerca. L'Accreditamento Iniziale autorizza una sede universitaria o un Corso di Studio ad avviare le proprie attività, o, in prima applicazione, conferma l'autorizzazione a operare a Sedi e Corsi di Studio universitari già attivati alla data di entrata in vigore del DLgs 19/2012, in quanto in possesso almeno dei previsti livelli di soglia. Al termine del periodo di validità, l'accreditamento Periodico conferma o revoca, anche sulla base della permanenza dei livelli soglia previsti per l'accreditamento Iniziale, l'autorizzazione a operare. Il processo di Accreditamento include tre fasi: la predisposizione, da parte dell'istituzione valutata, di una documentazione di autovalutazione basata sulla propria AQ, con i contributi di competenza della Commissione Paritetica Docenti-Studenti e del Nucleo di Valutazione, avente come riferimento i livelli e i criteri stabiliti dall'organismo accreditante; una Valutazione Esterna, effettuata da esperti indipendenti, della documentazione di autovalutazione con una verifica, anche tramite visita nella sede dell'istituzione valutata, condotta in base a linee guida prestabilite e conclusa con la redazione di un Rapporto di Valutazione Esterna. Tale Rapporto conterrà, oltre al giudizio, eventuali rilievi o raccomandazioni al fine di introdurre miglioramenti futuri oppure condizioni o riserve da soddisfare obbligatoriamente pena la revoca dell'accreditamento; l'analisi da parte dell'organismo accreditante del Rapporto di Valutazione Esterna e la decisione in merito alla concessione o alla revoca dell'accreditamento. 9

10 Riesame - Il Riesame è un atto essenziale del sistema di AQ: è un processo, programmato e applicato con cadenza prestabilita dall'istituzione o da una sua articolazione interna (Dipartimento, Struttura di raccordo, Corso di Studio) per valutare l'idoneità, l'adeguatezza e l'efficacia della propria azione, al fine di mettere in atto tutti gli opportuni interventi di correzione e miglioramento. Il Riesame può portare all'individuazione di esigenze di ridefinizione del sistema di gestione. L'attività di Riesame si conclude con la redazione di un Rapporto di Riesame. Processo di documentazione Scopo del processo di documentazione è rendere disponibili le informazioni e i dati che consentono agli stakeholder la formulazione di un giudizio informato su obiettivi formativi, attività formative, ambiente di apprendimento e risultati del CdS. Il CdS deve pertanto predisporre e tenere continuamente aggiornata una Documentazione Informativa che raccolga le informazioni e gli opportuni dati di supporto secondo modalità di redazione (estensione, linguaggio, formato di lettura) auspicabilmente omogenee, inizialmente, a livello di Ateneo, ma, in prospettiva, anche a livello nazionale. Al fine di rendere minimo il carico di lavoro connesso alla gestione di tale documentazione, è anche necessario che l Ateneo si doti di un Sistema informativo in grado di rendere tempestivamente disponibili dati affidabili sui risultati del CdS, non essendo proponibile che ogni CdS si organizzi per proprio conto a questo riguardo. La Documentazione Informativa deve essere messa a disposizione di tutti coloro che sono interessati a conoscere obiettivi, metodi e risultati del CdS: tra questi gli studenti, che potranno avvalersi di tutte le informazioni disponibili nella scelta del proprio percorso formativo, disponendo quindi di una sistematica funzione di orientamento. Questo richiede che la Documentazione informativa sia facilmente consultabile in rete e possieda una struttura semplice e una redazione concisa ed essenziale, in cui trovino particolare rilievo gli aspetti di interfaccia con gli studenti relativi alle quattro Aree sopra definite. Le finalità e il valore pubblico della Documentazione Informativa suggeriscono che essa sia integrata e allineata con la presentazione dell offerta formativa dei CdS già predisposta dal MIUR. Ciò allo scopo di evitare gravose duplicazioni dei processi di raccolta e inserimento delle informazioni da parte degli Atenei, che porterebbero inevitabilmente alla moltiplicazione, alla frammentazione e alla potenziale incoerenza delle fonti. Le informazioni e i dati contenuti nella Documentazione Informativa costituiscono un riferimento necessario ai fini della autovalutazione (e della valutazione esterna) del CdS. 10

11 Scheda 3 - Norme ENQA- Standard e linee guida europee L AQ di un CdS richiede che vengano preventivamente dichiarati i requisiti per la qualità da considerare come caratterizzanti la qualità di un CdS. La determinazione di tali requisiti può poggiare, oggi, su quanto maturato a livello europeo: esiste infatti un generalizzato consenso su un insieme di requisiti generali, che hanno trovato una loro sintesi formale nel documento dell European Association for Quality Assurance in Higher Education (ENQA) Standards and Guidelines for Quality Assurance in the European Higher Education Area (EHEA) ( adottato nel contesto del processo di Bologna dai Ministri dell istruzione di 45 paesi (Bergen, maggio 2005), insieme al documento European Qualification Framework relativo al reciproco riconoscimento delle qualificazioni. Tale documento definisce gli standard europei e le corrispondenti linee guida per: l assicurazione interna della qualità (o delle istituzioni di alta formazione); l assicurazione esterna della qualità (o dell alta formazione); l assicurazione della qualità delle agenzie di assicurazione della qualità esterna. Tutte le agenzie che, in campo europeo, sono responsabili o si occupano della valutazione e dell accreditamento in campo universitario si sono adeguate agli standard e alle linee guida del documento ENQA. L'ANVUR contribuisce a definire e organizzare le attività connesse al sistema di Accreditamento e di Valutazione Periodica e al potenziamento dell'autovalutazione, anche sulla base delle migliori esperienze diffuse a livello internazionale in coerenza con quanto concordato a livello europeo, in particolare secondo le linee guida adottate dai Ministri dell'istruzione superiore dei Paesi aderenti all'area europea dell'istruzione superiore. Sono presi in considerazione in particolare gli standard e le linee guida per l'assicurazione della Qualità nell'area dell'educazione superiore europea (European Standards and Guidelines, ESG-ENQA, 2005) adottate nel 2006 con Raccomandazione del Parlamento e del Consiglio Europei (2006/143/CE) in cui si raccomanda agli Stati membri: di incoraggiare tutti gli istituti di formazione superiore operanti nel loro territorio a introdurre o sviluppare sistemi interni rigorosi di certificazione della qualità, conformemente alle norme e agli indirizzi in materia di nello Spazio europeo dell'istruzione superiore adottati a Bergen (2005) nell'ambito del processo di Bologna di incoraggiare tutte le agenzie di certificazione della qualità o accreditamento ad applicare i criteri di certificazione della qualità definiti nella raccomandazione 98/561/CE e ad applicare la serie di norme generali e indirizzi comuni adottata a Bergen ai fini della valutazione. Si riportano di seguito alcune indicazioni del Rapporto di Bergen (ENQA, 2005), fondamentali per l'introduzione e lo sviluppo in Italia di una cultura della valutazione, e delle attività ad essa collegate: Le procedure previste dalle linee guida e gli standard per la valutazione esterna devono essere indirizzati prima di tutto a valutare l'efficacia dei sistemi di AiQ delle università. L'impegno per un miglioramento continuo di tali attività deve prevedere procedure formali di approvazione, revisione e monitoraggio, trasparenti ed adeguatamente pubblicizzate. La AiQ deve comprendere la verifica dell'apprendimento degli studenti, della qualificazione e dell'impegno del corpo docente, e della presenza e della funzionalità delle strutture didattiche, dei servizi agli studenti e della ricerca. 11

12 Criteri e obiettivi del processo ciclico di valutazione esterna, come pure le conseguenze previste, devono essere definiti e resi pubblici prima dell'inizio e ogni decisione formale presa a valle del processo di valutazione deve essere basata in modo coerente su tali criteri ed obiettivi. Il rapporto finale di valutazione esterna, viene reso pubblico e deve contenere decisioni, indicazioni o raccomandazioni chiare e facilmente identificabili. Ogni procedura di Riesame o di verifica di quanto suggerito nel rapporto finale deve essere chiaramente prevista prima dell'inizio del processo. Le procedure di valutazione esterna, definite ex-ante e adeguatamente pubblicizzate, devono essere conformi al seguente schema generale: o una procedura di autovalutazione da parte del soggetto responsabile della valutazione interna della struttura; o una valutazione esterna da parte di un gruppo di esperti ivi incluso uno studente seguita da una visita in loco dello stesso team di esperti (audit) in base a linee guida comuni e predefinite e conclusa con la redazione di un rapporto di valutazione (esterna); o una discussione di tale rapporto di valutazione esterna con i responsabili interni dell'istituzione; o la pubblicazione della versione finale di tale rapporto che comprenda condizioni e raccomandazioni; o una procedura di follow up per la verifica delle azioni intraprese dall'istituzione a seguito dei suggerimenti contenuti nel rapporto. 12

13 Scheda 4 Qualità del CdS (Fonte: AiQ e ViQ, Riesame e Responsabilità - Alfredo Squarzoni - Università di Genova Emanuela Stefani - CRUI) Un CdS per assicurare la propria qualità deve: 1) Stabilire risultati di apprendimento attesi (learning outcomes o programme outcomes) del servizio di formazione offerto coerenti con i fabbisogni e le aspettative della società e del mercato del lavoro. I risultati di apprendimento attesi rappresentano quello che ci si aspetta uno studente conosca, abbia compreso e sia in grado di dimostrare alla fine del percorso formativo seguito. I risultati di apprendimento devono essere stabiliti dal CdS in coerenza con le competenze che lo studente deve acquisire o sviluppare durante il percorso formativo. Conseguentemente, i risultati di apprendimento devono essere allineati con le competenze, non necessariamente in un rapporto uno a uno, ma nel complesso. 2) Progettare e pianificare un percorso formativo (piano di studio) che permetta di raggiungere i risultati di apprendimento attesi stabiliti e definire modalità di valutazione dell apprendimento degli studenti che valutino in modo credibile il grado di raggiungimento dei risultati di apprendimento attesi da parte degli studenti. 3) Disporre di risorse di docenza, infrastrutture e servizi adeguate i risultati di apprendimento attesi stabiliti. 4) Monitorare i risultati del processo formativo, al fine di verificare il grado di raggiungimento degli obiettivi stabiliti, ovvero la qualità del servizio di formazione offerto. 5) Definire un sistema di gestione, ovvero darsi una organizzazione e definire le responsabilità per la gestione del CdS, in grado di garantire una gestione efficace del CdS e delle attività per l AiQ. 6) Promuovere il miglioramento, se non continuo, almeno periodico del servizio di formazione e del sistema di gestione, da condurre annualmente e che deve comportare la redazione di un rapporto annuale consuntivo e riepilogativo. Infatti, assicurare la qualità significa anche assicurare che ogni sforzo è fatto per promuovere il suo costante miglioramento (la promozione della qualità è un obiettivo fondamentale per qualunque sistema di assicurazione interna della qualità). 7) Documentare e rendere pubblici gli obiettivi stabiliti, le attività formative svolte, le risorse disponibili, i risultati ottenuti, al fine di dare pubblica evidenza della qualità complessiva del servizio di formazione a tutte le parti interessate. I processi e la documentazione per l AQ secondo il sistema AVA - Il sistema AVA richiede che ogni Ateneo si doti di un sistema di AQ dei CdS. A questo proposito l ANVUR afferma che l AQ della formazione richiede (pag. 14 del documento AVA): 13

14 a) la definizione degli obiettivi da raggiungere; b) l individuazione e la messa in opera delle azioni che permettono di raggiungere gli obiettivi; c) l utilizzo di modalità credibili di verifica del loro effettivo raggiungimento. Il documento AVA non propone però un modello di sistema di AQ, ovvero non definisce direttamente le attività (o processi) che dovrebbero essere gestiti da ogni CdS ai fini dell assicurazione della propria qualità. Infatti, secondo l ANVUR gli Atenei devono essere liberi di definire il proprio sistema di AQ dei CdS e di fissare obiettivi e metodi per raggiungerli e monitorarli in modo autonomo. Le definisce però in modo indiretto. Vediamo come. La Scheda SUA-CdS Secondo l ANVUR (pag. 14 del documento AVA) requisito di un sistema di AQ della formazione è l adozione di una Scheda Unica Annuale del Corso di Studio (SUA-CdS), in cui ogni CdS raccoglie le informazioni e i dati sulle proprie attività e sui propri risultati utili ai fini dell AQ, informazioni e dati che devono essere gli stessi per tutti gli Atenei, anche al fine di consentire delle comparazioni a livello nazionale. Perché il documento AVA definisce in modo indiretto le attività che devono essere gestite per l AiQ? Perché tali attività coincidono con quelle necessarie per produrre la documentazione richiesta dalla scheda SUA-CdS. In un certo senso, pertanto, la SUA-CdS definisce, indirettamente, le linee guida per la definizione di un sistema di AiQ, coerente, ovviamente, con il sistema AVA. Queste attività (o, meglio, processi ) deducibili dalla scheda SUA-CdS, sono di seguito illustrate. Area A Obiettivi della formazione Quadro A1 - Consultazione con le organizzazioni rappresentative del mondo della produzione, dei servizi e delle professioni A2 - Obiettivi formativi specifici del Corso e sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati A3 - Requisiti di ammissione A4 - Risultati di apprendimento attesi Processo associato Identificazione della domanda di formazione (ovvero dei fabbisogni formativi del mondo della produzione, dei servizi e delle professioni) Definizione degli obiettivi formativi specifici e degli sbocchi professionali e occupazionali per i quali preparare i laureati Definizione dei requisiti di ammissione Processo associato: Definizione dei risultati di apprendimento attesi Area B L esperienza dello studente 14

15 Quadro B1 - Piano degli studi Sottoquadro B1a - Descrizione del percorso formativo Sottoquadro B1b - Descrizione dei metodi di accertamento B2 - Calendario delle attività formative e date delle prove di verifiche dell apprendimento B3 Docenti titolari di insegnamento B4 Infrastrutture: Aule, Laboratori e aule informatiche, Sale studio, Biblioteche B5 Servizi di contesto B6 Opinione degli studenti B7 Opinione dei laureati Processo associato Progettazione del percorso formativo Pianificazione dello svolgimento del percorso formativo Individuazione e messa a disposizione del personale docente Individuazione e messa a disposizione delle infrastrutture Organizzazione e gestione dei servizi di contesto e delle attività di collaborazione Monitoraggio dell efficacia del processo formativo percepita dagli studenti relativamente ai singoli insegnamenti e al CdS nel suo complesso Monitoraggio dell efficacia complessiva del processo formativo percepita dai laureati Area C Risultati della formazione Quadro C1 - Dati di ingresso, di percorso e di uscita C2 - Caratteristica della prova finale C3 - Efficacia esterna Processo associato Monitoraggio dell attrattività del CdS e della progressione negli studi degli studenti Monitoraggio delle prove finali (tesi) Monitoraggio della collocazione nel mondo dl lavoro e della prosecuzione degli studi in altri CdS dei laureati 15

16 Area D Organizzazione del CdS e dell AQ Quadro D1 - Struttura organizzativa e responsabilità a livello di Ateneo D2 - Organizzazione e responsabilità dell AQ del CdS D3 Programmazione dei lavori e scadenze di attuazione delle iniziative D4 Riesame annuale Processo associato Definizione dell organizzazione e delle responsabilità a livello di Ateneo per la gestione del CdS Definizione del processo di AQ e delle responsabilità di gestione Programmazione dei lavori e scadenze di attuazione delle iniziative Modalità e tempi di conduzione del Riesame 16

17 Scheda 5 AVA: Generalità (Fonti: Decreto Legislativo 27 gennaio 2012, n. 19 Documento ANVUR Criteri e indicatori per i sistemi di accreditamento iniziale periodico delle sedi e dei corsi di studio universitari e di valutazione periodica dei risultati degli atenei ) La cosiddetta Legge Gelmini (n. 240 del 30 dicembre 2010), all Art. 5, prevede che il Governo è delegato ad adottare entro 12 mesi dall approvazione della legge decreti legislativi che implichino meccanismi premiali per le università che, secondo criteri definiti dall ANVUR, otterranno migliori valutazioni con riferimento alla didattica, alla ricerca, alle pratiche di reclutamento (premiate internazionalizzazione e mobilità), ma anche all organizzazione e alla sostenibilità finanziaria. Sta avanzando un nuova cultura della valutazione. L orientamento all efficacia, all efficienza e all economicità, non soltanto perché imposto dalla legge e controllato dal CNVSU, ma anche dal lavoro pluriennale messo a punto dalla CRUI, con l Assicurazione della qualità della formazione (Progetto CAMPUS). Nel biennio , in particolare, si è dato avvio all attuazione di normative impegnative e complesse come la 240/10 (Passaggio alla contabilità economico-patrimoniale); il DM 17/10 (requisiti di efficacia, efficienza, assicurazione di qualità; i metodi di verifica ovvero gli automatismi applicati dal CINECA sui RAD; l aumento dei compiti e delle responsabilità dei NDV e del CUN); l avvio dell attività dell ANVUR (compiti più ampi di CNVSU e CIVR); la legge 15/09 e DL 150/09 (introduzione di sistemi interni ed esterni di valutazione del personale e delle strutture, per assicurare servizi conformi agli standard internazionali di qualità). Principi e criteri direttivi derivanti dall attuazione dell art. 5 della Legge 240: Accreditamento delle sedi e dei corsi di studio attraverso l utilizzo di specifici indicatori definiti dall ANVUR per la verifica del possesso di idonei requisiti didattici, strutturali, organizzativi, di qualificazione dei docenti e delle attività di ricerca, di sostenibilità economico-finanziaria Valutazione periodica dell efficienza e dei risultati conseguiti nella didattica e nella ricerca (indicatori stabiliti dall ANVUR) Potenziamento del sistema di autovalutazione delle università, mediante l attività dei nuclei e delle commissioni paritetiche studenti-docenti Definizione del sistema di valutazione e di assicurazione della qualità coerentemente a quanto concordato a livello europeo. I pilastri del sistema di valutazione e assicurazione Qualità L ANVUR definisce i criteri e gli indicatori - in coerenza con gli standard e le linee guida europee - per la valutazione periodica dell efficienza, della sostenibilità economicofinanziaria delle attività e dei risultati delle università nella didattica e nella ricerca, tenuto conto delle linee generali di indirizzo della programmazione triennale e dei princìpi di omogeneità e di aggregazione dei corsi e delle strutture universitarie. I criteri e gli indicatori sono soggetti a revisione periodica triennale, tenuto conto del monitoraggio sulla loro applicazione effettuato dall ANVUR secondo criteri da essa stabiliti. 17

18 Le università definiscono le linee programmatiche coerenti con quelle del MIUR che vengono tradotte in piani annuali e conseguenti compiti specifici assegnati ad ogni singola struttura. Gli atenei possono prevedere indicatori per misurare il grado di raggiungimento degli obiettivi assegnati alle strutture, da monitorare anche tramite le Commissioni paritetiche studenti-docenti che hanno la funzione di elaborare propri indicatori ed avanzare proposte per il miglioramento qualitativo. La funzione di raccordare tutta l attività ed elaborarne i risultati è affidata ai nuclei di valutazione, anelli di congiunzione tra le attività di monitoraggio qualitativo svolto dall ANVUR e gli obiettivi raggiunti dalle strutture universitarie, attraverso la relazione annuale dei nuclei che ha il compito di unificare tutti gli aspetti della valutazione per permettere all ANVUR un giudizio sulla realizzazione degli obiettivi di qualità ed efficienza. Fondamento normativo: Decreto Legislativo 27 gennaio 2012, n. 19 (Valorizzazione dell'efficienza delle università e conseguente introduzione di meccanismi premiali nella distribuzione di risorse pubbliche sulla base di criteri definiti ex ante anche mediante la previsione di un sistema di accreditamento periodico delle università e la valorizzazione della figura dei ricercatori a tempo indeterminato non confermati al primo anno di vita, a norma dell'articolo 5, comma 1, lettera a), della legge 30 dicembre 2010, n. 240) Ai fini dell elaborazione dei criteri, delle metodologie e degli indicatori deve essere mantenuta la coerenza con le ESG (European Standards and Guidelines - art. 6, comma 2 per gli indicatori di accreditamento iniziale e periodico; art. 10, comma 2 per la valutazione periodica degli atenei). La coerenza con le ESG impone che la base di ogni tipo di valutazione esterna e di applicazione di indicatori inizi come auto-valutazione/assicurazione della qualità (AQ); l importanza dello sviluppo di un sistema di AIQ è ulteriormente rafforzata nel decreto AVA dall affermazione che uno dei tre pilastri del nuovo sistema di valutazione è il potenziamento dell autovalutazione. Viene identificato un nuovo ruolo, più impegnativo e responsabile, per i Nuclei di Valutazione e per le Commissioni Paritetiche docenti-studenti. L accreditamento è un atto ministeriale - su parere conforme dell ANVUR - che autorizza o non autorizza, nel caso dell accreditamento iniziale, conferma o revoca, nel caso dell accreditamento periodico, l attività di corsi di studio o di intere sedi. L applicazione degli indicatori di accreditamento ha quindi finalità autorizzative: verificare se il corso di studio e la sede posseggono requisiti minimi, quantitativi e qualitativi. La valutazione periodica (VP) degli Atenei misura l efficienza, la sostenibilità economico finanziaria e i risultati conseguiti dalle singole università e dalle loro articolazioni interne nell ambito della ricerca, della didattica e nell AQ. L attività relativa alla VP viene sintetizzata dall ANVUR in una relazione da inviare al Ministero. 18

19 Il sistema AVA è un sistema integrato in cui l elemento portante è l assicurazione interna della qualità a livello istituzionale e nelle articolazioni interne (corsi di studio e dipartimenti). Il potenziamento dell autovalutazione, unito all avvio di forme di controllo esterno chiare e trasparenti, è finalizzato a un miglioramento continuo della qualità della formazione e della ricerca. L intero sistema integrato AVA comporta sostanzialmente un riassetto e una razionalizzazione del lavoro già in atto presso la maggior parte gli Atenei. Rispetto del trinomio autonomia, responsabilità, valutazione, non si tratta di sviluppare un sistema di valutazione perfetto ma un sistema che possa essere applicato L acronimo AVA è l espressione di tre fasi consecutive di attività (Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento) Queste fasi riguardano 1) l offerta formativa e 2) le attività scientifiche e la ricerca, di ogni Ateneo Il sistema AVA prevede che la fase di Autovalutazione sia realizzata dai CdS (per l offerta formativa) e dai Dipartimenti (per le attività scientifiche e la ricerca) L obbiettivo sostanziale del sistema AVA è quello di promuovere all interno dell Ateneo procedure di monitoraggio e verifica delle attività svolte (puntare alla QUALITA del lavoro svolto) Il potenziamento dell autovalutazione, unito all avvio di forme di controllo esterno chiare e trasparenti, è finalizzato a un miglioramento continuo della qualità, della formazione e della ricerca Il controllo esterno si dovrebbe tradurre in procedure, criteri e indicatori che l ANVUR pubblicherà e che rappresenteranno i termini e i tempi con cui verrà svolta la valutazione esterna Al centro del sistema AVA c è il principio e il modello dell AIQ (Assicurazione Interna della Qualità), ossia, la possibilità di creare procedure interne di controllo e verifica di quello che viene effettivamente svolto e realizzato dall Ateneo sui versanti dell offerta formativa e delle attività scientifiche / ricerca. 19

20 Scheda 6 Linee guida per la compilazione della Scheda SUA-CDS (Fonte: documentazione e normativa ANVUR) La Scheda Unica Annuale del Corso di Studio (SUA-CdS - Allegato II del Documento ANVUR Autovalutazione, Valutazione e Accreditamento del sistema universitario italiano del 9 gennaio 2013), compilata da ciascun CdS, aggiornata in tutte le sue parti e resa pubblica entro i termini previsti, contiene le informazioni così suddivise: Area A - Obiettivi della formazione o la domanda di formazione, definita attraverso le funzioni o i ruoli professionali che il Corso di Studio prende a riferimento, tenuto conto delle prospettive occupazionali e di sviluppo personale e professionale, declinando le competenze richieste per ricoprirli; Quadro A1 Consultazione con le organizzazioni rappresentative del mondo del la produzione, dei servizi e delle professioni. Quadro A2 Obiettivi formativi specifici del Corso e sbocchi occupazionali e professionali previsti per i laureati. o i risultati di apprendimento attesi, al fine di garantire che il programma degli studi sia articolato in una progressione o in un accostamento di risultati di apprendimento coordinati e complementari che nel loro insieme consentano all'allievo di conseguire i requisiti posti dalla domanda di formazione; i risultati di apprendimento sono definiti per aree di formazione omogenee tramite i Descrittori di Dublino e con attenzione a quanto è previsto anche internazionalmente dai Corsi di Studio della medesima area disciplinare. Quadro A3 Requisiti di ammissione. Quadro A4 Risultati di apprendimento attesi. Quadro A5 Prova finale. Area B - L'esperienza dello studente o l'ambiente di apprendimento (gli insegnamenti, la qualificazione dei docenti individuati nominativamente, le aule, i laboratori, le attrezzature, i materiali e gli ausili didattici, i metodi, gli strumenti) messo a disposizione degli studenti per permettere loro di raggiungere gli obiettivi di apprendimento al livello desiderato. La descrizione deve consentire di osservare la corrispondenza tra i risultati di apprendimento attesi e l'effettivo contenuto del programma, i metodi utilizzati, le esperienze di apprendimento e le dotazioni effettivamente disponibili; o i metodi di accertamento con cui si verifica che i risultati di apprendimento attesi siano effettivamente acquisiti dagli studenti; questi metodi devono essere documentati in modo da produrre fiducia che il grado di raggiungimento dei risultati di apprendimento attesi da parte dagli studenti sia valutato in modo credibile. o Calendario delle attività formative e date della prove di verifica dell apprendimento. Quadro B1 o sottoquadro B1a, Descrizione del percorso formativo, anche in collegamento informatico alle pagine web di Ateneo che espone il piano degli studi (titoli degli insegnamenti e loro collocazione temporale); indica inoltre per ciascuno in collegamento informatico ai Quadri A4, B2 e B3, il titolare dell insegnamento nell A.A. e la scheda di ciascun insegnamento. o sottoquadro B1b, Descrizione dei metodi di accertamento con i quali si verifica che i risultati di apprendimento attesi siano effettivamente acquisiti dagli studenti. 20

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