PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO

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1 PROVINCIA DI OLBIA-TEMPIO SETTORE PROGRAMMAZIONE E PIANIFICAZIONE TERRITORIALE, ATTIVITA PRODUTTIVE E AGRICOLTURA, POLITICHE DI SVILUPPO L assetto storico culturale

2 Nota metodologica L analisi dell Assetto Storico culturale è stata curata nell ambito dell incarico all equipe di esperti incaricati dal dirigente del settore Pianificazione territoriale e Programmazione con determinazione n. 18 del dall archeologa dott.ssa Paola Mancini che ha predisposto lo studio e la cartografia generali relativi all intero territorio provinciale. Descrizioni ed integrazioni sono tratte da Sardegna Cultura, sito tematico della Regione. La revisione editoriale e l articolazione per Ambiti di è invece a cura del Settore Programmazione e Pianificazione Territoriale, Attivita Produttive e Agricoltura, Politiche di Sviluppo. Per quanto concerne lo studio e l esame dei beni archeologici presenti nel territorio della provincia Olbia Tempio, si è proceduto nel modo seguente. In primis é stata realizzata la Carta Archeologica delle Civiltà, costruita mediante l incrocio, la verifica e l aggiornamento delle informazioni contenute rispettivamente nella Carta dei beni Paesaggistici del P.P.R. e nella Carta dei Beni Culturali del P.U.P. della Provincia di Sassari, dei dati derivati dal progetto S.I.T.A.G. 1989, dalle pubblicazioni scientifiche e dalla letteratura in genere nonchè delle indicazioni pervenute dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici per le Province di Sassari e Nuoro. I beni censiti sono stati georeferenziati e le informazioni relative sono contenute in una tabella associata; nel SIT della provincia risulta pertanto disponibile, oltre alla legenda del PPR che descrive ciascun bene per tipologia specifica, anche una legenda per cronologia in cui ciascun sito viene classificato a seconda della civiltà a cui appartiene. Tramite la tipologia specifica è possibile identificare - con una certa precisione, per quanto oggi percepibile e riscontrabile dalle fonti e dalla situazione dello stato dei luoghi - tutte le componenti e l esatta definizione del bene rappresentato. Una rappresentazione non puntuale del bene è stata adottata solo per l area urbana di Olbia, che al contrario viene delimitata da un poligono, allo scopo di evitare una sovrapposizione di beni, estremamente numerosi e diversificati per tipologia e per cultura; l ambito infatti comprende una pluralità di siti che mostrano, caso unico in Gallura, una continuità di vita dall età fenicia a quella romana, passando per l occupazione greca e punica.

3 L evoluzione della Carta Archeologica è la Carta delle Ricorrenze Antropiche nella quale i beni archeologici e storici vengono organizzati per individuare ambiti nei quali si concentrano per numero e per appartenenza ad una certa epoca o civiltà; la carta sintetizza attraverso la delimitazione di aree caratterizzate da una forte ricorrenza di beni in relazione sincronica o/e diacronica tra loro, l occupazione dei luoghi nell antichità. Per l individuazione dei fattori che hanno determinato il popolamento sono risultate di ausilio le carte geomorfologica, pedologica e dell uso dei suoli; così come già sperimentato in altre regioni della Sardegna da diversi studiosi (cfr Aru et al) esiste una forte correlazione tra la densità dei paleoinsediamenti e le caratteristiche dei suoli per quanto concerne la giacitura, la capacità di drenaggio e la fertilità. Emerge immediatamente, infatti, l occupazione capillare delle aree pianeggianti e collinari e delle alture, particolarmente vocate all agricoltura e alla pastorizia, le attività dalle quali dipendeva il sostentamento delle comunità del passato. Restano escluse, a parte sporadiche presenze legate per lo più a semplici strutture murarie con lo scopo di controllo degli assi viari o con una funzione prettamente religiosa, le zone montuose più brulle e inospitali. Anche le isole sono caratterizzate da una scarsa antropizzazione in età antica, dovuta a evidenti difficoltà di approvvigionamento idrico e alimentare e a una scarsa salubrità.

4 1. Descrizione della risorsa territoriale 1.1. L avvicendarsi delle culture Un analisi attenta del quadro complessivo del popolamento nelle varie realtà territoriali conferma la consapevolezza della complessità del sistema storico-culturale della Gallura e della sua peculiarità nel panorama isolano; nelle pagine che seguono si delinea così un panorama piuttosto omogeneo ancorché variegato e multiforme. Lo studio evidenzia che la regione è stata popolata dalla preistoria secondo le logiche comuni a tutte le civiltà e a tutte le epoche: sostentamento e mercato. Le caratteristiche geomorfologiche che marcano la regione gallurese pongono in un rapporto inscindibile il patrimonio culturale e l ambiente nel quale si inserisce. Promontori dalle creste frastagliate, altipiani più o meno estesi, rilievi collinari dai profili dolci, formazioni granitiche cupoliformi che spesso interrompono distese pianeggianti, costituiscono lo scenario nel quale culture e civiltà si sono sviluppate nel corso dei millenni, a medie quote altimetriche o proiettate sul mare. Le civiltà si sono sviluppate nel corso dei millenni in perfetta sintonia con quelle succedutesi nel resto della Sardegna, ma le peculiarità architettoniche e di cultura materiale presenti testimoniano altresì la ricettività della Gallura, testa di ponte nei traffici transmarini dalla preistoria, agli stimoli e agli apporti culturali provenienti dai diversi popoli con cui nel corso dei secoli è entrata in contatto. Una presentazione quanto più esaustiva del panorama archeologico gallurese non può prescindere dal forte rapporto fra i territori costieri e quelli dell entroterra, che le emergenze monumentali, gli studi e le ricerche continuano a porre in evidenza. Il rapporto inscindibile fra il mare e l entroterra è attestato dallo sviluppo dell insediamento che dall inizio del popolamento ha visto il sorgere di una cultura gallurese fortemente capace di sfruttare e amalgamare le risorse di entrambe le realtà. Passavano, infatti, per i territori costieri galluresi le vie dell ossidiana dell oristanese e della selce dell Anglona, le due materie prime sarde che, fin dal Neolitico Antico (VIII millennio), furono diffuse attraverso la Gallura e la Corsica in tutto il bacino occidentale del Mediterraneo, avendo come tramite fra le due isole frontaliere le Bocche di Bonifacio. Nel litorale di Lu Litarroni (Aglientu), nelle insenature fra i graniti della penisola di Capo Testa e sui due isolotti della Marmorata (Santa Teresa Gallura), nei tafoni di Punta Sardegna (Palau) e nelle isole dell Arcipelago di La Maddalena sono presenti evidenti testimonianze che fanno riconoscere punti di sosta e di approdo nell ambito dei rapporti transmarini, nonché ipotizzare la presenza di laboratori per la lavorazione delle materie prime importate dall area di giacitura in funzione di questi traffici.

5 Forse anche in virtù dell intensificarsi degli scambi marittimi si verificò nel Neolitico Medio un incremento demografico attestato dal popolamento capillare non più solo delle zone costiere ma anche dell entroterra fertile. Lontano dalle coste gli uomini neolitici costruirono i loro abitati all aperto, dove si dedicavano all agricoltura e alla pastorizia, come il villaggio in capanne di Pilastru ad Arzachena. È proprio in questo comune che sono ubicate le uniche testimonianze finora note di sepolture in piccole ciste litiche racchiuse sotto un tumulo circolare delimitato da lastre di pietra (Li Muri e La Macciunitta) che rappresentano la prima attestazione nota dell arrivo in Sardegna delle culture portatrici del megalitismo che giungevano, attraverso la Corsica meridionale, dall occidente mediterraneo. Del megalitismo si può seguire la direttrice principale di diffusione attraverso le zone costiere che si affacciano sulle Bocche, da Santa Teresa Gallura alle coste di Aglientu, per proseguire verso l interno toccando valli e altipiani che si incuneano fra le alture granitiche. Una pregevole testimonianza del radicarsi nel substrato gallurese della cultura megalitica è fornita dai dolmen, tra i quali quelli di Luras, che rappresentano la tipicità locale dell aspetto funerario del Neolitico Recente, contrassegnato nel resto della Sardegna dalle domus de janas. L assenza in Gallura, salvo rarissime eccezioni, di questo tipo di monumento, accresce le peculiarità della regione. La presenza diffusa, in luogo degli ipogei, delle strutture dolmeniche mostra, infatti, la propensione marcata di questa regione ad accogliere e sviluppare gli stimoli delle culture consimili dell area pirenaica francese e della Corsica. L eccezionale presenza di due domus de janas nel territorio di Trinità d Agultu e Vignola, scavate nel granito, dimostra la fragilità dell ipotesi, precedentemente formulata da alcuni studiosi, secondo la quale l assenza di questo tipo di tomba in Gallura sarebbe stata da riferirsi alle difficoltà di escavazione della pietra. La presenza dei suddetti ipogei artificiali trova giustificazione soprattutto nella posizione geografica del territorio nel quale si trovano, cerniera fra due regioni geografiche: la Gallura con la sua vocazione megalitica espressa da culture ad economia pastorale e l Anglona interamente agricola, con le manifestazioni dell ipogeismo delle domus de janas omogeneamente diffuso. Non a caso, il dolmen fa un eccezionale comparsa, in quest ultima regione, nell area che gravita sul confine gallurese, in prossimità del fiume Coghinas. Una significativa area di transizione è invece rappresentata dal territorio di Buddusò-Alà dei Sardi dove si rinvengono al contempo entrambe le tipologie di cultura funeraria del neolitico: i dolmen (Sos Molimentos, Lughia Raiosa ) e gli ipogei (le domus de janas di Ludurru, Iselle ).

6 Alla fine del Neolitico la vitalità e la consistenza del popolamento sembrerebbero essersi ridotte in tutta la Gallura, forse anche perché la diffusione dei metalli pose in secondo piano l industria litica e la regione perse il suo ruolo di testa di ponte, strettamente connesso alle vie della selce e dell ossidiana. Recenti ricerche sul territorio stanno consentendo, tuttavia, di mettere in evidenza l insediamento sviluppatosi nell area nell Età del Rame e in quella del Bronzo Antico, delineando così una Gallura più popolata in questo periodo di quanto sinora noto. È all inizio del secondo millennio che il popolamento della Gallura tornò sicuramente a intensificarsi marcando, così come nel resto dell isola, il territorio con architetture tipiche e distintive: le sepolture comunitarie note come tombe di giganti, le possenti muraglie difensive arroccate su alture inespugnabili, i suggestivi luoghi di culto e gli imponenti complessi nuragici. I nuraghi galluresi sono generalmente disposti su imponenti emergenze granitiche che hanno rappresentato da un lato una barriera difensiva naturale, dall altro un condizionamento nella scelta della costruzione da realizzare. La dislocazione in punti dominanti non era certo affidata al caso, ma strettamente connessa alla funzione primaria di difesa delle risorse disponibili dalle quali dipendeva il sostentamento delle comunità: i campi in cui si praticava l agricoltura e l allevamento e il mare, luogo di pesca e di scambi. La dislocazione delle svariate decine di siti di insediamento noti rivela un notevole fenomeno di sfruttamento soprattutto delle aree vocate all agricoltura e alla pastorizia, insieme ad un fitto controllo delle stesse e delle vie naturali di penetrazione verso di esse. Basti pensare all esteso complesso di Monti di Deu (Calangianus), con le sue torri di avvistamento poste a dominio di una notevole estensione di territorio cui sono correlati, anche visivamente, i numerosi nuraghi disseminati a corona sulle alture circostanti. Si riscontra la presenza di unità insediative come per esempio il Nuraghe Majori e quello di Izzana (Tempio Pausania), i Nuraghi Albucciu e La Prisgiona (Arzachena), quelli di Lu Brandali e La Testa (Santa Teresa Gallura), attorno ai quali comunità piuttosto numerose devono aver svolto la loro vita in condizioni sufficientemente agiate finché la natura e l economia hanno fornito loro i mezzi necessari. L oramai concordemente riconosciuta vocazione marinara della civiltà nuragica, si traduceva in un controllo degli approdi sia diretto che a distanza. Fra i luoghi di avvistamento e di controllo sul mare si possono citare i resti di semplici strutture circolari, quale quella posizionata sul punto più elevato dell'isolotto di Municca (Santa Teresa Gallura). Il controllo a distanza degli approdi e delle prospicienti estensioni marine avveniva anche da estesi insediamenti ubicati nell immediato entroterra in posizione dominante, come quelli di Finucchjaglia e di Tuttusoni (Aglientu), Punta Nuraghe e Torra (Olbia), Ottiolu e Conca e Bentu (Budoni).

7 Negli ultimi tempi della civiltà nuragica la Sardegna cominciò a essere visitata da navigatori orientali, greci, etruschi e costituì uno scalo obbligato per le rotte commerciali verso l occidente. Tra il 1000 e il 900 a.c. i nuraghi e i villaggi furono in parte abbandonati o riutilizzati con altri scopi e funzioni, le tombe di giganti non si costruivano più e il mare vicino alla Sardegna era dominato da popolazioni orientali: i Fenici, i quali hanno frequentato il territorio gallurese, come attestano i recenti ritrovamenti nella città di Olbia. Proprio quest ultima deve aver rivestito un ruolo importante, data la sua posizione strategica sul Tirreno, negli scontri per il controllo del suddetto mare, che hanno visto coinvolti oltre ai Fenici, i Greci e gli Etruschi. La posizione centrale della terra di Gallura nell ambito delle rotte commerciali ha attirato anche i romani che in età imperiale hanno occupato sia le zone costiere sia le alture interne. Centri di vita, di attività produttive e luoghi di sosta sorsero ovunque, tra questi si ricordano per la loro riconosciuta rilevanza strategica: Olbia, Erucium (forse nei pressi di Bortigiadas), Gemellae (presso Tempio Pausania) e Tibula (presso Santa Teresa Gallura). Il litorale teresino conserva testimonianza viva dell importante presenza romana nelle cave di granito di proprietà imperiale, situate in diversi punti della costa. La maggiore concentrazione è nell istmo di Capo Testa, dove sono note le cave di Cala Spinosa, Li Petri Taddati e Capicciolu. Da qui partivano le colonne semilavorate che andavano a ornare importanti edifici di Roma. Segni di successive estrazioni e lavorazioni del granito, presenti sui banchi di roccia madre, ne documentano lo sfruttamento e l esportazione anche in età medievale e postmedievale, confermando le notizie della presenza di colonne di granito di Capo Testa anche nelle dimore principesche di Pisa. La vitalità e l importanza strategica della Gallura, in età medievale e moderna, sono rivelate dai numerosi e imponenti resti monumentali che si osservano sia sulla costa sia nell entroterra: dal Castello del Monte Acuto a Berchidda, a quello di Pedres a Olbia, al palazzo di Baldu con l esteso villaggio e al castello di San Leonardo a Luogosanto, dalle torri costiere di Vignola (Aglientu) e di Isola Rossa (Trinità d Agultu), ai castelli di Terra Vecchia e di Longonsardo a Santa Teresa Gallura Le ricorrenze antropiche Della estrema capillarità del popolamento e della quasi totale assenza di soluzione di continuità dal neolitico al medioevo si è già avuto occasione di sottolineare; importante e significativa è la constatazione che siamo in presenza di una regione gallurese che affonda le sue radici storiche e la sua identità nella preistoria. La Provincia di Olbia Tempio, in buona parte coincidente con la regione storica della Gallura, mostra una forte caratterizzazione culturale, antropica e ambientale: i comuni che la compongono, anche se accomunati da evidenti similitudini geomorfologiche e paesistiche, presentano talvolta delle peculiarità non condivise da tutta la regione; a ciò si aggiunga che

8 alcuni comuni della provincia, quali Badesi, Budoni e Padru Alà dei Sardi, Berchidda, Buddusò e Oschiri, ai margini o addirittura esterni alla regione storica, hanno un minor grado di omogeneità nelle manifestazioni della cultura storica e archeologica e sono portatori di singolarità. Tutti hanno in comune la presenza marcata del granito che domina incontrastato il paesaggio e costituisce un evidente legame tra di essi. Di talune differenze importanti si è già avuto modo di riferire come ad esempio nell esporre il fenomeno delle domus de janas - le sepolture di età neolitica scavate nella roccia, tipiche della Sardegna ma non della Gallura presenti solo nei territori di Trinità D Agultu e Vignola, Bortigiadas, Berchidda, Oschiri, Buddusò e Budoni, posti al limite con l Anglona, il Logudoro e le Baronie. Sulla base di queste considerazioni è stato possibile individuare una serie di ambiti distinti per le loro peculiarità geografiche (distanza dal mare), geomorfologiche, architettoniche e di appartenenza a epoche diverse che sono stati denominati come ASC Aree Storico Culturali e di seguito descritte: ASC 1 - Descrizione sintetica: insediamento a carattere sparso dalla preistoria al medioevo. Motivazioni insediamento: pascoli, approdi, granito. Ricade nei territori dei comuni di: Aglientu, Santa Teresa Gallura. ASC 2 - Descrizione sintetica: insediamento a carattere sparso particolarmente legato all'approdo fluviale. Motivazioni insediamento: fiume Liscia, agricoltura. Ricade nei territori dei comuni di: Palau, Santa Teresa Gallura, Tempio Pausania. ASC 3 - Descrizione sintetica: insediamento a carattere sparso dalla preistoria al medioevo, in cui un ruolo determinante sembra essere rivestito dal controllo a distanza del mare. Motivazioni insediamento: pascoli, approdi marittimi. Ricade nei territori dei comuni di: Aglientu, Trinità D Agultu e Vignola. ASC 4 - Descrizione sintetica: Insediamento a carattere sparso dalla preistoria al medioevo. Motivazioni insediamento: pascoli d'altura, risorse della montagna. Ricade nei territori dei comuni di: Luogosanto. ASC 5 - Descrizione sintetica: insediamento a carattere sparso ma particolarmente legato alle risorse sella piana e, parzialmente, agli approdi costieri. Motivazioni insediamento: pascoli, agricoltura, insenatura di Cannigione. Ricade nei territori dei comuni di: Arzachena. ASC 6 - Descrizione sintetica: insediamento a carattere estremamente sparso che tuttavia, in particolare in età nuragica, si dispone sulle colline a controllo delle risorse. Motivazioni

9 insediamento: pascoli, approdi. Ricade nei territori dei comuni di: Badesi, Trinità D Agultu e Vignola. ASC 7 - Descrizione sintetica: insediamento che, in particolare in età nuragica, si concentra ai piedi del massiccio del Limbara. Motivazioni insediamento: pascoli d'altura, risorse della montagna. Ricade nei territori dei comuni di: Aggius, Bortigiadas, Calangianus, Luras, S.Antonio, Tempio. ASC 8 - Descrizione sintetica: insediamento che dall'età neolitica a quella nuragica si presenta con caratteristiche culturalmente estranee alla Gallura, ma fortemente legate alla confinante Anglona. Motivazioni insediamento: pascoli. Ricade nei territori dei comuni di: Bortigiadas. ASC 9 - Descrizione sintetica: insediamento che marca fortemente il territorio, in particolare la piana di Olbia; delimita la cosiddetta chora di Olbia che si estende sino al cippo dei Balari che segnava il confine tra il mondo romano e quello barbaro. Motivazioni insediamento: pascoli, approdi, città di Olbia. Ricade nei territori dei comuni di: Loiri Porto San Paolo, Monti, Olbia, Telti. ASC 10 - Descrizione sintetica: insediamento a carattere sparso lungo la via di comunicazione verso Olbia, che diventa più capillare nei solchi vallivi e nella piana. Motivazioni insediamento: pascoli, vie di comunicazione, fiume. Ricade nei territori dei comuni di: Berchidda, Oschiri. ASC 11 - Descrizione sintetica: insediamento che marca fortemente l'altipiano e trova la sua naturale continuazione nell'altipiano di Bitti. Motivazioni insediamento: pascoli d'altura, luoghi della transumanza verso Olbia. Ricade nei territori di: Alà dei Sardi, Buddusò. ASC 12: Descrizione sintetica: insediamento estremamente connesso con la via di comunicazione verso Olbia e gli approdi costieri. Motivazioni insediamento: pascoli, stagno, approdi. Ricade nei territori dei comuni di: San Teodoro. ASC 13: Descrizione sintetica: insediamento per piccoli nuclei che ricalca, in massima parte, l'antropizzazione attuale. Motivazioni insediamento: pascoli, approdi, vie di comunicazione. Ricade nei territori dei comuni di: Budoni.

10 Aree Storico Culturali della Provincia di Olbia Tempio La Maddalena S.Teresa Trinità D Agultu 3 Aglientu 1 4 Luogosanto 2 Palau 5 Arzachena 6 Badesi 8 Aggius Bortigiadas 7 Tempio Luras Calangianus Berchidda 10 S.Antonio Telti Monti Olbia 9 Golfo Aranci Loiri Porto S.Paolo S.Teodoro 12 Oschiri Alà Dei Sardi Padru Budoni 13 Buddusò 11

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