IL PUNTO DI VISTA DEL CONSULENTE E DEI GESTORI: CRITICITÀ NELL APPLICAZIONE DEL D.LGS. 46/14

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1 IL PUNTO DI VISTA DEL CONSULENTE E DEI GESTORI: CRITICITÀ NELL APPLICAZIONE DEL D.LGS. 46/14 Seminario Tecnico D.Lgs. 46/14, modifica del D.Lgs. 152/06 ed attuazione della Direttiva Europea 2010/75/UE: criticità e problematiche aperte Confindustria - c/o sala Convegni Via IV Novembre, 132 Piacenza 14 novembre 2014 Relatore Valentina Zangrando

2 Le principali novità introdotte dal D.Lgs. 46/14 sono: Durata AIA e rinnovo AIA: Per il rinnovo dell autorizzazione vi è un riesame periodico a cura dell Autorità Competente. La durata è portata da 5 a 10 anni, da 16 a 12 anni per le aziende certificate UNI EN e da 8 a 16 anni per le aziende in possesso di registrazione EMAS. Impianti soggetti IPPC: È stato modificato l All. VIII alla Parte Seconda del D.Lgs. 152/06 che riporta le tipologie di impianti soggetti alla disciplina IPPC, inserendo nuove tipologie di impianto e modificando alcune soglie. Valori limite: L Autorità competente ha facoltà di indicare nell autorizzazione il numero massimo, la massima durata e la massima intesità di superamenti dei valori limite di emissione. Sanzioni: Aggiornamento e modifica sanzioni in merito a esercizio senza autorizzazione, mancato rispetto di prescrizioni autorizzative, modifiche sostanziali senza autorizzazione, gestione rifiuti non autorizzati, superamento limiti, utilizzo combustibili non autorizzati. Incenerimento e coincenerimento rifiuti: abrogazione D.Lg. 133/2005, modifiche parametri e nuovi limiti di emissione. Grandi impianti combustione: modifiche limiti di emissione (01/01/2016 oppure rinnovo o riesame AIA).

3 Criticità per il gestore RINNOVO E DURATA AIA Rinnovo e durata AIA: L Art. 29-octies, relativo al rinnovo dell AIA, è stato sostituito. Al posto del rinnovo dell AIA si parla ora di un riesame periodico svolto dall autorità competente in merito all autorizzazione integrata ambientale, riesame che ha valenza di rinnovo dell AIA e deve essere disposto secondo le seguenti tempistiche: Entro 4 anni dalla data di pubblicazione nella GU dell Unione Europea delle decisioni relative alle conclusioni sulle BAT del settore relativo all attività in oggetto; In caso siano trascorsi 10 anni dal rilascio dell AIA o dall ultimo rinnovo; Su giudizio dell Autorità competente, in caso di inquinamento provocato dall attività tale da richiedere revisione dei valori limite o prescrizione di nuovi valori, in caso di modifiche sostanziali delle BAT che consentano notevole riduzione delle emissioni, etc. Decade quindi l obbligo di presentare la documentazione entro 6 mesi dalla scadenza dell autorizzazione, mentre la determinazione delle tempistiche diviene competenza dell autorità. Per i grandi impianti di combustione, nel caso il rinnovo dell autorizzazione non risulti previsto entro il 01/01/2016, dovrà essere inviata richiesta di aggiornamento dell autorizzazione entro il 01/01/2015.

4 Soluzioni proposte: PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO Consente ai gestori degli impianti di gestire le prescrizioni contenute nell Autorizzazione Integrata Ambientale, definendo modalità e modalità di registrazione ed i luoghi di archiviazione della documentazione. Tale documento diventa pertanto un manuale operativo di gestione delle prescrizioni autorizzative. Riporta modalità di applicazione/adempimento alle prescrizioni autorizzative poco chiare o per le quali le AIA non specificano modalità o tempi di adempimento. Inoltre, in sede di domanda di autorizzazione e di rinnovo AIA, tale documento è un utile strumento per proporre all Autorità i controlli più idonei per il proprio stabilimento, evitando che vengano riproposti controlli relativi ad altre tipologie di impianto non applicabili per quello in questione. Infine può essere utilizzato come strumento, nel corso dei rinnovi delle AIA, per proporre modifiche ai controlli prescritti, nel caso si sia dimostrato con la buona prassi che tali controlli sono oramai obsoleti e andrebbero rivisti quantomeno nelle tempistiche.

5 Criticità per il gestore SUPERAMENTO VALORI LIMITE È stato inserito all Art. 29-sexies il comma 7-bis il quale prevede che l Autorità competente abbia la facoltà di indicare preventivamente nell autorizzazione il numero massimo, la massima durata e la massima intensità (comunque non eccedente il 20%) di superamenti dei valori limite di emissione, dovuti ad una medesima causa, che possono essere considerati, nel corso di validità dell autorizzazione stessa, situazioni diverse dal normale esercizio e nel contempo non rientrare tra le situazioni di incidente o imprevisti. Ai sensi dell Art. 237-octdecies (introdotto dal D.Lgs.46/14), comma 3, in ogni caso comunque gli impianti di incenerimento e coincenerimento rifiuti per nessun motivo, in caso di superamento dei valori limite di emissione, possono continuare ad incenerire rifiuti per più di quattro ore consecutive e la durata cumulativa del funzionamento in tali condizioni in un anno deve essere inferiore a sessanta ore.

6 Criticità per il gestore - SANZIONI -1 L Art. 29-quattuordecies Sanzioni è stato sostituito. Le sanzioni previste sono state modificate ed aggiornate e riguardano i seguenti casi: Chi esercita una delle attività senza essere in possesso dell autorizzazione integrata ambientale, o dopo che la stessa sia stata sospesa o revocata. Chi non rispetta le prescrizioni previste dall autorizzazione integrata ambientale in particolare nel caso in cui l inosservanza: sia costituita da violazione dei valori limite di emissione, rilevata durante i controlli previsti nell autorizzazione o nel corso di ispezioni di cui all articolo 29- decies, commi 4 e 7; riguardi il superamento dei valori limite di emissione determina anche il superamento dei valori limite di qualità dell aria previsti dalla vigente normativa; sia relativa alla gestione di rifiuti; sia relativa allo scarico di sostanze pericolose tab. 5 e 3/A dell Allegato 5 Parte Terza del D.Lgs. 152/06 e s.m.i.; sia relativa a scarichi recapitanti nelle aree di salvaguardia delle risorse idriche destinate al consumo umano di cui all articolo 94, oppure in corpi idrici posti nelle aree protette di cui alla vigente normativa; sia relativa all utilizzo di combustibili non autorizzati;

7 Criticità per il gestore - SANZIONI -2 sia relativa ad una installazione ad una modifica sostanziale senza l autorizzazione prevista; sia relativa ad una omissione di trasmissione all autorità competente la comunicazione prevista all articolo 29-decies comma 1 (comunicazione relativa all attuazione di quanto previsto dall AIA), nonché il gestore che omette di effettuare le comunicazioni di cui all articolo 29-undecies, comma 1, (eventi incidentali e imprevisti); sia relativa a comunicazioni di dati falsificati o alterati; sia relativa ad una mancata presentazione, nel termine stabilito dall autorità competente, della documentazione integrativa prevista all articolo 29-quater, comma 8, o la documentazione ad altro titolo richiesta dall autorità competente per perfezionare un istanza del gestore o per consentire l avvio di un procedimento di riesame. Sanzioni fino ad un max di Euro

8 Soluzioni proposte: PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO E SCADENZIARIO Piano di Monitoraggio e Controllo Consente di gestire i controlli ambientali al fine di garantire il monitoraggio continuo e puntuale delle varie matrici ed emissioni, atto a verificare il rispetto dei limiti previsti dall autorizzazione e normativa. Riporta inoltre, per ciascuna matrice, le azioni da intraprendere nel caso di eventi accidentali, anomali, superamenti ed emergenze, specificando chi informare, le comunicazioni da effettuare, le tempistiche da rispettare e spesso fornendo dei fax simile di comunicazione da utilizzare nei casi contingenti. SCADENZIARIO Riporta puntualmente per ciascun mese le scadenze di legge ed autorizzative previste. Garantisce di avere la situazione prescrittiva perennemente sotto controllo e può inoltre essere adattato comprendendo anche le analisi e i monitoraggi da effettuare ai sensi dell autorizzazione. In tal modo il Gestore di mese in mese può verificare di aver adempiuto a tutti gli obblighi per lui previsti.

9 Criticità per il gestore ESEMPIO IMPIANTI DI INCENERIMENTO E COINCENERIMENTO - 1 Modifiche al Titolo Terzo della Parte Quarta del D.Lgs. 152/06 e successive modificazioni Titolo III-bis incenerimento e coincenerimento dei rifiuti Il Titolo, che ha sostanzialmente «inglobato» il D.Lgs. 133/05, disciplina: Valori limite di emissione degli impianti di incenerimento e coincenerimento dei rifiuti; I metodi di campionamento, analisi e di valutazione degli inquinanti derivanti dagli impianti di incenerimento e coincenerimento rifiuti; I criteri e le norme tecniche generali riguardanti le caratteristiche costruttive e funzionali, nonché le condizioni di esercizio con particolare riferimento all esigenza di assicurare un elevata protezione dell ambiente contro le emissioni causate dall incenerimento e coincenerimento dei rifiuti; Le definizioni contenute nel D.Lgs. 133/05; Nuovi parametri e valori limite di emissione; Disciplina inoltre l abrogazione del D.Lgs. 133/2005 dal 01/01/2016, con adeguamento per impianti esistenti entro il 10/01/2016.

10 Criticità per il gestore -ESEMPIO IMPIANTI DI INCENERIMENTO E COINCENERIMENTO - 2 Il decreto impone il monitoraggio in continuo di: CO, NO x, SO 2, polveri totali, COT, HCl, HF e NH 3 ; H 2 O, O 2, temperatura, pressione, portata fumi; Temperatura post combustione; Il decreto impone il monitoraggio discontinuo con cadenza almeno quadrimestrale dei parametri Cd+Tl, Hg, Sommatoria metalli (Sb+As+Pb+Cr+Co+Cu+Mn+Ni+V), PCDD+PCDF, IPA e PCB - DL. Vengono imposti dei valori limite giornalieri e semiorari per i vari parametri per gli impianti di incenerimento (All. 1 al Titolo III-bis) e giornalieri per i vari parametri per gli impianti coincenerimento (All. 1 al Titolo III-bis). Rispetto al D.Lgs. 133/05 la modifica più significativa riguarda la valutazione rispetto limiti emissione per il CO, che sono: 50 mg/nm3 come valore medio giornaliero; 100 mg/nm3 come valore medio su 30 minuti; il valore di 150 mg/nm3 come valore medio su 10 minuti.

11 Criticità per il gestore ESEMPIO IMPIANTI DI INCENERIMENTO E COINCENERIMENTO - 3 Allegato 1 punto C: I valori medi su 30 minuti e i valori medi su 10 minuti sono determinati durante il periodo di effettivo funzionamento (esclusi i periodi di avvio e di arresto se non vengono inceneriti rifiuti) in base ai valori misurati, previa sottrazione del rispettivo valore dell intervallo di confidenza al 95% determinato sperimentalmente: diviene OBBLIGATORIA LA UNI EN 14181:2005 I valori degli intervalli di confidenza di ciascun risultato delle misurazioni effettuate, non possono eccedere le seguenti percentuali dei valori limite di emissione riferiti alla media giornaliera: Polveri totali: 30 % Carbonio organico totale: 30 % Acido cloridrico: 40 % Acido fluoridrico: 40 % Biossido di zolfo: 20 % Biossido di azoto: 20 % Monossido di carbonio: 10 % Ammoniaca: 30% I valori medi giornalieri sono determinati in base ai valori medi convalidati. Per ottenere un valore medio giornaliero valido non possono essere scartati, a causa di disfunzioni o per ragioni di manutenzione del sistema di misurazione in continuo, più di 5 valori medi su 30 minuti in un giorno qualsiasi. Non più di 10 valori medi giornalieri all anno possono essere scartati a causa di disfunzioni o per ragioni di manutenzione del sistema di misurazione in continuo.

12 Criticità per il gestore GRANDI IMPIANTI DI COMBUSTIONE Modifiche Allegati Parte V del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. Analisi e valutazione delle emissioni in atmosfera: I valori orari e giornalieri convalidati sono determinati in base ai valori medi orari validi misurati previa detrazione del valore dell intervallo di fiducia I valori degli intervalli di fiducia di un singolo risultato di misurazione non possono superare le seguenti percentuali dei valori limite di emissione: Polveri totali: 30 % Biossido di zolfo: 20 % Biossido di azoto: 20 % Monossido di carbonio: 10 % Qualsiasi giorno nel quale più di 3 valori medi orari non sono validi a causa di un malfunzionamento o manutenzione dello SME, non è considerato valido; Se in un anno più di 10 giorni non sono validi per tali ragioni, l ACC prescrive al Gestore di assumere adeguati provvedimenti per migliorare l affidabilità dello SME; I sistemi devono essere sottoposti a verifiche in parallelo almeno una volta all anno.

13 Soluzioni proposte: Verifica di Conformità dello SME CONFORMITA Verifica punto di emissione e sezione di prelievo Verifica certificazione analizzatori, quadro prescrittivo e LG Verifiche in Campo dello SME Verifica del SW SME e Stati Impianto Verifica dei documenti dello SME/ manutenzione e taratura Comunicazioni ad EC/AC Per dimostrare che il Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME), sia conforme alle prescrizioni cogenti. Per appurare l effettiva applicazione al Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SME) di quanto indicato e può essere considerata come un utile punto di partenza per qualunque approfondimento da parte di AC/EC.

14 Soluzioni proposte: Manuale SME 1 INTRODUZIONE GENERALE Scopo e struttura documento Gestione del manuale 6 TARATURA DEGLI STRUMENTI Descrizione delle procedure di taratura degli strumenti componenti il sistema di monitoraggio in continu o 2 LEGISLAZIONE E NORMATIVE DI RIFERIMENTO Legislazione nazionale e regionale Normative tecniche 7 MANUTENZIO NE DEL SISTEMA Modalità operative per la manutenzione dei sistemi di monitoraggio in continuo Tempistiche di manutenzione 3 DESCRIZIONE GENERALE DEL SISTEMA Descrizione minimo tecnico Descrizione tecnica sistemi di monitoraggio in continuo Descrizione Sistemi di acquisizione, validazione, elaborazione dati 8 VERIFICA DEL SISTEMA Modalità operative per la verifica dei sistemi di monitoraggio in continuo Tempistiche di verifica 4 CARATTERISTICHE TECNICHE DEGLI STRUMENTI Caratteristiche tecniche analizzatori e sonde facenti parte dello SME 9 GESTIONE DEI DATI Modalità di acquisizione, elaborazione, archiviazione e presentazione dei dati relativi al sistema 5 SOF TWARE E GESTIONE DEI DATI Descrizione del software di gestione dello SME Descrizione procedure di gestione dei dati Analisi acque reflue Emissioni in atmosfera Emissioni diffuse e fuggitive Rumore Controllo dei rifiuti in ingresso ed uscita 10 ORGANIZZAZIONE PER LA GESTIONE DEL SISTEMA Responsabilità delle figure coinvolte nella gestione dello SME Criteri gestionali adottati

15 Soluzioni proposte: PIANO E REGISTRO DI ANALISI Piano di Analisi, nel quale vengono riportati per ciascuna matrice (emissioni in atmosfera, acque reflue, suolo, rifiuti, ecc.) i parametri che devono essere monitorati, le frequenze di analisi/controllo previste e le metodiche analitiche che devono essere utilizzate. Può essere utilizzato come specifica tecnica per i laboratori di analisi. Registri di analisi in cui gli operatori dell'impianto riportano gli esiti delle determinazioni analitiche effettuate. Questo consente di verificare efficacemente e puntualmente il rispetto dei valori limite di emissione, delle tempistiche di analisi previste e che siano stati determinati tutti i parametri previsti dalle prescrizioni vigenti.

16 CRITICITÀ PER I GESTORI IPPC Contingenza economica sfavorevole e la scarsità di risorse umane e finanziarie a disposizione delle Aziende; Il confronto con il mercato comunitario che impone garanzie e certificazioni sulle prestazioni ambientali e qualitative delle Aziende; Seminario D.Lgs. 46/14 : criticità e problematiche aperte Complessità del quadro Autorizzativo, Legislativo e Normativo che richiede un approccio multidisciplinare ed sistemi di gestione implementati non garantiscono il rispetto delle prescrizioni autorizzative. SOLUZIONE Approccio Integrato

17 Gap Analysis: audit di screening iniziale Seminario D.Lgs. 46/14 : criticità e problematiche aperte APPROCCIO INTEGRATO AL MONDO IPPC Integrazione PMC e Manuale SME con Sistemi SGI/SGE Audit Integrati L approccio integrato al mondo IPPC comporta i seguenti vantaggi: Permette di avere un quadro sempre aggiornato sulla realtà presente in azienda; Consente di non trascurare aspetti significativi e/o controlli rilevanti dal punto di vista Normativo, Legislativo ed Autorizzativo; Consente di monitorare ed aggiornare prontamente la gestione delle prescrizioni in relazione agli aggiornamenti normativi, come nel caso del D.Lgs. 46/14 Permette all Ente di Controllo di trovare, nel corso delle proprie verifiche ispettive, una situazione controllata e monitorata e, nel caso di Non Conformità, può vedere come le stesse sono state gestite; Permette di ottimizzare le tempistiche di controllo, impegnando per minor tempo le risorse; L integrazione del PMC con il Sistema di Gestione dell azienda e/o un Programma di Gestione Energia consente al gestore di avere una compensazione dei costi derivanti dall applicazione del PMC tramite meccanismi di incentivazione/detrazione fiscale e riduzione del costo dell Energia.

18 PMC FIGURE RESPONSABILI/COINVOLTE, DESCRIZIONE IMPIANTO Seminario D.Lgs. 46/14 : criticità e problematiche aperte SGA E PMC: INTEGRAZIONE UNI EN ISO 14001:2004 Par. 4.2 POLITICA AMBIENTALE LEGISLAZIONE Par ASPETTI AMBIENTALI CONTROLLI AMBIENTALI: - MONITORAGGIO RISORSA IDRICA ED ACQUE REFLUE - MONITORAGGIO EMISSIONI IN ATMOSFERA - MONITORAGGIO CONSUMI E PRODUZIONE DI ENERGIA E CONSUMI COMBUSTIBILI - MONITORAGGIO SEDIMENTI E TERRENI - EMISSIONI SONORE - MONITORAGGIO COMBUSTIBILI IN INGRESSO - MONITORAGGIO RIFIUTI IN USCITA - MONITORAGGIO CAMPI ELETTRO-MAGNETICI - PIANO DI SORVEGLIANZA AMBIENTALE Par PRESCRIZIONI LEGALI Par OBIETTIVI, TRAGUARDI E PROGRAMMA Par RISORSE, RUOLI, RESPONSABILITÀ E AUTORITÀ Par COMPETENZA, FORMAZIONE E CONSAPEVOLEZZA Par COMUNICAZIONE CONTROLLI OPERATIVI IMPIANTO: - QUANTITATIVI COMBUSTIBILI ALIMENTATI - CONTROLLO PARAMETRI CRITICI DI CONDUZIONE CENTRALE A DCS (es.: temperatura esercizio caldaie) - CONTROLLO PARAMETRI CRITICI CICLO TERMICO ED ANALISI ACQUA CICLO TERMICO - CONTROLLO FUNZIONAMENTO SISTEMI DI ABBATTIMENTO EMISSIONI IN ATMOSFERA - CONTROLLO FUNZIONAMENTO SISTEMA MONITORAGGIO IN CONTINUO EMISSIONI IN ATMOSFERA E ACQUE REFLUE - MONITORAGGIO CONSUMO MATERIE PRIME - MONITORAGGIO GESTIONE AREE STOCCAGGIO - MANUTENZIONE IMPIANTO INDICATORI DI PERFORMANCE FORMAZIONE Par e DOCUMENTAZIONE Par CONTROLLO OPERATIVO Par PREPARAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE Par SORVEGLIANZA E MISURAZIONE Par VALUTAZIONE DEL RISPETTO DELLE PRESCRIZIONI PAR NON CONFORMITÀ, AZIONI CORRETTIVE E PREVENTIVE Par CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI PAR RIESAME DELLA DIREZIONE

19 UNI EN ISO 14001:2004 Par. 4.2 POLITICA AMBIENTALE Seminario D.Lgs. 46/14 : criticità e problematiche aperte SGA E SGE: INTEGRAZIONE UNI CEI EN ISO 50001:2011 Par VERTICE AZIENDALE Par RAPPRESENTANTE DELLA DIREZIONE Par ASPETTI AMBIENTALI Par PRESCRIZIONI LEGALI Par OBIETTIVI, TRAGUARDI E PROGRAMMA Par RISORSE, RUOLI, RESPONSABILITÀ E AUTORITÀ Par COMPETENZA, FORMAZIONE E CONSAPEVOLEZZA Par COMUNICAZIONE Par e DOCUMENTAZIONE Par CONTROLLO OPERATIVO Par PREPARAZIONE E RISPOSTA ALLE EMERGENZE Par SORVEGLIANZA E MISURAZIONE Par VALUTAZIONE DEL RISPETTO DELLE PRESCRIZIONI PAR NON CONFORMITÀ, AZIONI CORRETTIVE E PREVENTIVE Par CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI Par. 4.3 POLITICA ENERGETICA Par REQUISITI LEGALI E ALTRE PRESCRIZIONI Par ANALISI ENERGETICA Par DATI ENERGETICI DI BASE Par INDICATORI DI PRESTAZIONE ENERGETICA Par OBIETTIVI, TRAGUARDI E PROGRAMMA/I Par COMPETENZA, FORMAZIONE E CONSAPEVOLEZZA Par COMUNICAZIONE Par DOCUMENTAZIONE Par CONTROLLO OPERATIVO Par PROGETTAZIONE Par SORVEGLIANZA, MISURAZIONE E ANALISI Par VALUTAZIONE DELLA CONFORMITÀ AI REQUISITI LEGALI E ALTRI REQUISITI Par NON CONFORMITà, AZIONI CORRETTIVE E AZIONI PREVENTIVE Par CONTROLLO DELLE REGISTRAZIONI PAR RIESAME DELLA DIREZIONE PAR. 4.7 RIESAME DELLA DIREZIONE

20 AUDIT DI SCREENING INIZIALE E INTEGRATO Individuazione prescrizioni Autorizzative, Legislative e Normative cogenti per l impianto Analisi della documentazione presente in impianto Audit in Azienda con redazione Check-list/Verbale - elenco delle azioni da intraprendere per l adeguamento di ognuno degli Hot spot rilevati rispetto al quadro prescrittivo cogente per l Azienda Verifica della completezza delle procedure e registri ed eventuale integrazione Suddivisione degli argomenti/controlli, secondo le varie matrici e le specifiche esigenze dell impianto; Pianificazione della frequenza di audit, che deve essere tale da garantire un monitoraggio continuo ed efficace.

21 AUDIT: GLI STRUMENTI OPERATIVI Paragrafo di riferimento PMC/SGI e definizione matrice/macroarea del controllo Frequenza di auditing prevista CHECK LIST DI SORVEGLIANZA Controllo previsto e le modalità di esecuzione Frequenza di esecuzione dello specifico controllo Figura responsabile dell esecuzione del controllo / figura responsabile della verifica dell esecuzione del controllo Modalità di registrazione del controllo e luogo di archiviazione delle registrazioni VERBALE DI VERIFICA Riepilogo delle osservazioni rilevate nei precedenti audit di verifica, descrizione delle modalità di presa in carico/ risoluzione delle stesse ed indicazione della chiusura o meno di tali osservazioni Descrizione delle osservazioni riscontrate nel corso dell audit di verifica ed indicazione delle modalità consigliate dagli Auditor per risolvere le stesse

22 CONCLUDENDO L approccio proposto comporta i seguenti vantaggi: Permette di raggiungere e dimostrare un buon livello di prestazione ambientale tenendo sotto controllo le prestazioni dell impianto e non perdendo di vista il concetto di miglioramento continuo; Permette di avere un Sistema di Gestione che garantisca il rispetto delle prescrizioni Autorizzative, Legislative e Normative; Permette all Ente di Controllo di trovare una situazione monitorata e controllata con una corretta gestione delle «anomalie» che eventualmente emergono durante la gestione; Permette di avere una compensazione dei costi derivanti dall applicazione del PMC mediante l adozione di un Programma di gestione dell Energia.

23 Ringrazia per l attenzione StudioSMA Studio Monitoraggio dei Beni Ambientali e Culturali Sede Operativa: Via Tintoretto Mogliano Veneto (TV) Tel.: Fax.: Web: Mail: info@studiosma.it Azienda certificata da ACCREDIA

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