RELAZIONE E BILANCIO DELL ESERCIZIO 2014

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1 RELAZIONE E BILANCIO DELL ESERCIZIO 2014

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3 Società Cooperativa - - iscritta all albo delle Società Cooperative n n A Sede Legale in Preganziol Direzione Generale in Treviso Capitale Sociale Iscritta al al n. n reg. soc. Tribunale di di Treviso Iscritta all Albo Aziende di Credito n n ABI ABI Cod. Cod. Fiscale e Partita IVA IVA Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia Aderente al Fondo Nazionale di Garanzia Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo Aderente al Fondo di Garanzia dei Depositanti del Credito Cooperativo Aderente al Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo Aderente al Fondo di Garanzia degli Obbligazionisti del Credito Cooperativo Sito Internet banca@centromarcabanca.it Sito Internet banca@centromarcabanca.it relazioni relazioni del consiglio di amministrazione del consiglio e del collegio di amministrazione sindacale e del collegio sindacale bilancio al 31 dicembre 2014 bilancio al 31 dicembre 2013

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5 consiglio di amministrazione presidente CENEDESE Dott. TIZIANO vice presidente TRONCHIN Dott. Elio amministratori BENETELLO dott. MASSIMO DE MARCHI GIACOMO PAVANETTO Geom. RENATO requale Cav. GIANCARLO ZANATTA Dott. EMANUELE collegio sindacale presidente CALAON Dott. MASSIMO sindaci CURTOLO Rag. MARIA TERESA munarin Dott. GIOVANNI direzione direttore ALESSANDRINI Rag. CLAUDIO VICE direttore MICHIELAN Rag. LUCIO

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7 Assemblea Ordinaria dei Soci L Assemblea Ordinaria dei Soci della CentroMarca Banca Credito Cooperativo è convocata per il giorno 30 aprile 2015, alle ore 8,30, presso il Centro Direzionale di via Riccardo Selvatico, Treviso, in prima convocazione, e per il giorno 15 maggio 2015, alle ore 18,30, in seconda convocazione, presso il Centro Congressi BHR di Quinto di Treviso (TV) Via Postumia Castellana n. 2, per discutere e deliberare sul seguente ordine del giorno: 1. Bilancio al 31 dicembre Deliberazioni inerenti e conseguenti. 2. Politiche di remunerazione. Informative all Assemblea. Deliberazioni conseguenti. 3. Determinazione, ai sensi dell art. 30 dello Statuto, dell ammontare massimo delle posizioni di rischio che possono essere assunte nei confronti dei Soci, dei Clienti e degli Esponenti Aziendali. 4. Stipula della polizza relativa alla responsabilità civile e infortuni professionali (ed extra professionali) degli Amministratori e Sindaci. 5. Conferma della durata novennale dell incarico di revisione legale conferito a Re.Bi.S. srl in data 9 maggio 2014 dall Assemblea dei Soci. Treviso, 23 marzo 2015 CENTROMARCA BANCA CREDITO COOPERATIVO Per il Consiglio di Amministrazione IL PRESIDENTE Dott. Tiziano Cenedese 7

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9 RELAZIONE SULLA GESTIONE

10 Cari Soci, all inizio di quest anno, con il Decreto Legge 24 gennaio 2015 n. 3, il Governo è intervenuto riformando profondamente il settore delle banche cooperative. In particolare, è stato previsto per le Banche Popolari, con attivi sopra gli 8 miliardi, l obbligo di trasformarsi nell arco di 18 mesi in SpA con conseguente abolizione del voto capitario. Le Banche di Credito Cooperativo non sono state toccate da questo provvedimento, ma un progetto di riforma è all attenzione delle Autorità italiane. Il Credito Cooperativo è da tempo al lavoro per riformare la propria struttura organizzativa con concreti risultati. Con l entrata in vigore dell Unione Bancaria (1 gennaio 2014) e della Vigilanza Unica accentrata (4 novembre 2014) è evidente la necessità di procedere con determinazione e tempestività nell attuazione di cambiamenti che ne rafforzino la sostenibilità nel tempo e rispondano a nuove esigenze di conformità normativa e di vigilanza europea. Solo tali cambiamenti garantiranno lo sviluppo di una formula originale e preziosa di intermediazione al servizio delle comunità. Un progetto di autoriforma, già in via di definizione e di verifica, in linea con le peculiarità mutualistiche e di indipendenza del Credito Cooperativo italiano, che tenga conto di obiettivi e vincoli finalmente espressi chiaramente dalle Autorità come: ridurre la frammentazione del sistema BCC, accrescerne l integrazione, rispondere alle esigenze di rafforzamento patrimoniale. Il Sistema delle BCC anche in questi anni difficili ha accresciuto il numero dei Soci e dei Clienti, il patrimonio, la capacità di servizio all economia reale. Gli impieghi erogati dalle BCC rappresentano il 22,6% del totale dei crediti alle imprese artigiane, il 18,2% alle imprese del comparto agricolo, il 17,6% alle attività di servizi di alloggio e ristorazione, l 11,1% al comparto costruzioni e attività immobiliari, il 10,2% al commercio, il 12,8% del totale dei crediti al Terzo Settore. Una famiglia ogni sei tra quelle che ottengono un prestito per l acquisto dell abitazione, è cliente di una BCC. Il patrimonio di base delle BCC italiane (TIER1) permane mediamente superiore (15,6%) a quello del sistema bancario (11,9%). In tutto ciò, anche la nostra Banca sente particolarmente la responsabilità di difendere una porzione del risparmio del nostro territorio e le quote di mercato conquistate che si traducono nella possibilità di accesso al credito per famiglie e imprenditori. Il modello del Credito Cooperativo ha dimostrato di essere ancora efficace ed anche alcuni casi di criticità aziendali sono stati gestiti e risolti esclusivamente attraverso interventi e risorse interne al sistema BCC, con un importante ruolo svolto dal Fondo di Garanzia dei Depositanti che ha contribuito a salvaguardare la solidità della categoria e va sottolineato che in Italia le crisi bancarie non hanno avuto impatto sulle tasche dei contribuenti, al contrario di quanto avvenuto in altri importanti Paesi europei. I dati della crisi economica iniziata nel 2008 sono ben noti a tutti e lo scorso anno, nella precedente relazione di bilancio, si diceva che se la crisi si fosse ulteriormente prolungata, avrebbe inevitabilmente coinvolto in maniera pesante anche il sistema bancario e ciò si è puntualmente verificato non escludendo il Sistema del Credito Cooperativo che, in questi momenti di difficoltà, ha svolto una importante funzione di ammortizzatore aziendale e sociale, fino a risultare penalizzato con la crescita delle sofferenze che hanno minato i conti economici. I significativi flussi di rettifiche sui crediti ed il costo di rischio che si è mantenuto elevato, hanno causato una erosione significativa del risultato di gestione, ma la nostra Banca ha continuato a rispettare il processo di sana e prudente gestione in modo da avere le carte in regola per il prossimo futuro. Possiamo dire con assoluta certezza che, coscienti dello scenario negativo, abbiamo avuto come primario obiettivo quello di garantire la solidità aziendale a tutela dei nostri depositanti e del territorio in cui operiamo, procedendo, appunto, con quella trasformazione che ci possa garantire una competitività a lungo termine, nel rispetto delle profonde innovazioni normative che stanno intervenendo nel mondo delle banche cooperative. Come poc anzi accennato, abbiamo dovuto fare i conti con la più profonda recessione della più recente storia italiana, ma dopo 14 trimestri consecutivi di PIL negativo, il nostro Paese, se si manterranno le previsioni, tornerà a crescere. Infatti, i dati Istat diffusi lo scorso febbraio sull andamento dell economia, fanno ormai ben sperare e fra i tanti numeri evidenziati si intravedono, seppur timidi, i primi segnali di 10

11 ripresa e l uscita dalla recessione appare più vicina. Il sistema produttivo già dall ultimo trimestre 2014, mostra che una impresa manifatturiera su due ha aumentato il proprio fatturato, con una graduale ripresa dovuta non solo all export, ma sostenuta anche dal risveglio della domanda interna con l aumento delle vendite che portano una boccata di ossigeno. Il rapporto Istat evidenzia che un altro aspetto positivo che fa ben sperare nella capacità che il sistema produttivo si possa riprendere, è che quasi l 80% delle aziende si dichiara in grado di poter far fronte ad un aumento della domanda interna. Si rafforzano quindi i segnali positivi sull andamento dell economia anche se, segnala sempre l Istat, restano difficoltà nel mercato del lavoro e si conferma la fase deflazionistica seppure in attenuazione. A ispirare un ulteriore convinzione sono anche i dati relativi alle stime preliminari sui prezzi al consumo. Le letture sono ispirate alla cautela, ma è evidente il desiderio di allontanarsi dalla lunga crisi. L entusiasmo è ancora fuori luogo ma un po di ottimismo è lecito. In questo contesto di graduale ripresa è partita ufficialmente l operazione di Quantitative Easing avviata dalla Banca Centrale Europea che prevede l acquisto di 60 miliardi di bond al mese fino a settembre Una massa di liquidità che dovrebbe liberare risorse per l economia reale e quindi per la ripresa. Un operazione importante per i mercati finanziari in genere, dove le banche, probabilmente, potranno beneficiare di un positivo impatto sui bilanci. Inoltre, i vantaggi si estenderanno ai titoli industriali e a quelli legati ai consumi. Il mix tra Quantitative Easing e segnali di ripresa economica potrebbe quindi portare effetti positivi su tutti i settori stabilizzando il fenomeno dei non performing loans, sinora principale elemento che ha depresso gli utili delle banche. Il Quantitative Easing dovrebbe quindi determinare un impulso sulla crescita economica europea, ampliando l effetto derivante dalla riduzione del prezzo del petrolio e dall indebolimento dell euro. L effetto maggiore sarà però visibile dal 2016 visto il lasso temporale che sempre separa le decisioni di politica monetaria dall impatto sull economia reale ma, già i primi indicatori economici di fine marzo sono forieri di buone notizie. La causa più evidente dell accelerazione della ripresa va verosimilmente cercata nella flessione dell Euro ed è positiva la crescita degli ordini all esportazione ai massimi da otto mesi e si riducono le spinte deflazionistiche e ciò rafforza tutta l economia reale. Non ci saranno inoltre effetti negativi per le importazioni di materie prime espresse in dollari e in particolare di quelle energetiche data l attuale depressione dei prezzi. Potranno anche aumentare gli investimenti diretti dall estero verso l area Euro con acquisti di imprese, di patrimonio immobiliare e sul mercato finanziario, con molti risultati positivi. L effetto finanziario dovrebbe determinare uno spostamento dei capitali verso le azioni la cui quotazione crescerebbe ulteriormente generando sia un effetto ricchezza positivo per le famiglie sia l incentivo delle imprese a collocare nuove emissioni. Rimangono comunque imprescindibili le riforme da parte del Governo e in particolare sulla ristrutturazione delle spese pubbliche improduttive. Il Presidente della BCE, Mario Draghi sostiene che il fatto che ora ci sia una politica monetaria estremamente accomodante non è certo un disincentivo a continuare le riforme. Per esempio, l Italia ha introdotto un importante riforma del mercato del lavoro da quando la BCE ha annunciato le sue misure più recenti. Di fatto, la politica monetaria crea un incentivo per le riforme. I Paesi che fanno le riforme strutturali oggi, vedranno materializzarsi i benefici più rapidamente, in quanto queste riforme rafforzeranno l impatto della politica monetaria, in particolare dove c è domanda di investimento accumulata e, in una economia più forte, il costo di breve termine delle riforme sarà più basso. Qualcosa quindi si muove e una luce si intravede in fondo al tunnel. Non a caso è aumentata la fiducia di consumatori ed imprese. Lo scenario collima anche con il sentiment del Centro Studi di Confindustria che convalida le attese di un aumento del Pil nel corso di quest anno. Il quadro coincide anche con le rilevazioni Iri Infoscan relative alle vendite nella Grande Distribuzione Organizzata. Una crescita la evidenziano anche le elaborazioni su dati Nielsen come pure di Nomisma: dati che non si possono automaticamente traslare in punti di Pil ma dai quali si hanno percezioni favorevoli. Partiamo da questa consapevolezza, sapendo che il futuro richiede rigore, conoscenza, competenza e coraggio per mantenere l importante ruolo svolto sino ad oggi dalla nostra Banca, che, anche con il recentissimo accertamento ispettivo svolto dai funzionari della Banca d Italia, superato in maniera positiva, ha acquisito la piena determinazione nella volontà di competere integrandosi con le novità del sistema bancario, con l innovazione tecnologica e la capacità di fronteggiare nuove realtà per intercettare con 11

12 immediatezza i bisogni della clientela. L attitudine al cambiamento, sostenuta da una chiara visione strategica, dovrà essere il tratto distintivo di CentroMarca Banca per affrontare con successo il futuro. 1. IL CONTESTO GLOBALE E IL CREDITO COOPERATIVO 1.1 Lo scenario internazionale Nel 2014 l economia mondiale ha proseguito gradualmente il suo percorso di ripresa. La crescita a livello aggregato è apparsa più sostenuta nella seconda metà dell anno, ma ha mostrato una certa disomogeneità nell andamento delle principali economie avanzate. Da un lato, infatti, è continuata la fase espansiva che ha caratterizzato l economia degli Stati Uniti e si è irrobustita la ripresa del Regno Unito; dall altro lato, il Giappone ha sperimentato nel terzo trimestre dell anno una ulteriore contrazione del Prodotto Interno Lordo, mentre l attività economica della Cina ha mostrato segnali di rallentamento, a causa della fase di debolezza dagli investimenti. Tale divergenza appare legata principalmente a fattori di natura strutturale piuttosto che a dinamiche cicliche. Anche le più recenti indagini congiunturali hanno confermato tale disomogeneità. Gli indicatori compositi dell OCSE, concepiti per anticipare i punti di svolta dell attività economica rispetto al trend, hanno segnalato prospettive eterogenee tra le maggiori economie, caratterizzate da un indebolimento della congiuntura in Giappone, una crescita stabile per Stati Uniti, Brasile e Cina, una certa attenuazione del ritmo di crescita nel Regno Unito e un rafforzamento dello slancio espansivo in India. Il commercio mondiale ha mostrato segni di rallentamento, parzialmente mitigati dal timido recupero registrato nel terzo trimestre dell anno. Tra i fattori che hanno principalmente contribuito alla fase di debolezza degli scambi internazionali si annovera il rallentamento di alcune economie emergenti nell Asia e nell America Latina e della Zona Euro. Oltre ai principali rischi di natura geopolitica (crisi Russia Ucraina e situazione in Medioriente), nella parte finale dell anno il crollo delle quotazioni del petrolio ha generato un aumento della volatilità sui mercati finanziari. Il prezzo del petrolio, rispetto ai valori registrati a dicembre 2013, si è praticamente dimezzato, scendendo sotta la soglia dei 50 dollari per barile. A pesare sull andamento del greggio sono intervenuti fattori sia di offerta che di domanda. L offerta ha proseguito la sua crescita grazie alla produzione sostenuta da parte dei paesi dell O- PEC, alla quale si è aggiunto l incremento registrato dagli Stati Uniti, dovuto allo sfruttamento di nuove tecniche di estrazione. La domanda, al contrario, ha risentito in maniera negativa del rallentamento dei consumi dei paesi dell Eurozona, del Giappone e della Cina. In sintesi, le attese sull interscambio mondiale sono orientate verso una ripresa graduale. Molto dipenderà dal rilancio degli investimenti in alcuni paesi. L insieme dei rischi per le prospettive globali restano orientati verso il basso. Gli alti rischi di natura geopolitica, nonché l andamento nei mercati finanziari internazionali e nelle economie emergenti, potrebbero influire negativamente sulle condizioni economiche. Gli Stati Uniti si confermano ancora come il paese più importante del panorama economico mondiale. La crescita si è mantenuta robusta lungo tutto il 2014 con un PIL aumentato nel terzo trimestre dell anno in questione, addirittura del 5,0% su base annuale. I fattori che hanno trainato l attività economica sono stati di natura sia interna che esterna. L aumento delle esportazioni, a fronte di una parallela contrazione delle importazioni, ha favorito gli scambi netti con l estero. La domanda interna ha beneficiato dell impulso fornito dalla spesa per consumi delle famiglie (favorita dal miglioramento del reddito disponibile e dal buon andamento del mercato del lavoro) e dalla crescita degli investimenti fissi lordi. In via prospettica, gli indicatori anticipatori congiunturali hanno segnalato un mantenimento della crescita anche per i primi mesi del 2015, seppur probabilmente a ritmi meno sostenuti. Nella Zona Euro il prodotto interno lordo ha fatto registrare una modesta crescita di poco superiore allo zero, guidata dal contenuto rialzo dei consumi sia delle famiglie che delle Amministrazioni Pubbliche, 12

13 a fronte, tuttavia, di una flessione degli investimenti fissi lordi e di una crescita nulla delle scorte. I principali indicatori congiunturali hanno evidenziato ancora una situazione di stallo. L indice composito dei responsabili degli acquisti (PMI) relativo al settore manifatturiero a dicembre si è posizionato poco al di sopra della soglia di espansione economica (50 punti), al pari dell indicatore calcolato per le imprese operanti nel settore servizi. In chiusura d anno, il tasso d inflazione al consumo della zona Euro è sceso sotto lo zero (-0,2%), trascinato dal crollo dei prezzi dell energia. Il tasso d inflazione di fondo, al netto delle componenti più volatili si è mantenuto positivo (0,8%), mentre è proseguita la diminuzione su base annua dei prezzi alla produzione (-1,3% la variazione nel mese di dicembre). Le due importanti sfide per il 2015 sono rappresentate dall uscita dalla deflazione e dal ritorno alla crescita, passaggio fondamentale e determinante per la solvibilità dei debiti pubblici e la normalizzazione del livello degli spread. Per i Paesi dell Eurozona saranno le prospettive di crescita a rappresentare il rischio maggiore, con le previsioni che indicano un miglioramento rispetto ai valori del 2014, ma su livelli contenuti. La componente legata agli investimenti è fondamentale assieme a politiche che promuovano l innovazione. La politica economica dovrà quindi essere più orientata alla crescita, attraverso azioni opportune messe in atto dai principali attori del gioco (BCE, organi europei e Governi) con politiche monetarie, fiscali, ipotesi ad hoc e riforme strutturali. In Italia, nel corso del 2014 si è assistito ad un rallentamento della congiuntura, dopo i deboli segnali di ripresa registrati nella parte finale del In termini di volume, il PIL ha segnato una diminuzione dello 0,4% al di sotto del livello registrato nell anno La diminuzione del PIL è stata accompagnata da una crescita delle importazioni di beni e servizi, mentre l insieme delle risorse disponibili è rimasto invariato rispetto all anno precedente. Dal lato impieghi si è registrata una contrazione del 3,3% degli investimenti fissi lordi, mentre i consumi nazionali hanno segnato una variazione nulla. Il contributo alla variazione del PIL della domanda nazionale è risultato negativo per 0,6 punti e quello della variazione delle scorte per 0,2 punti mentre la domanda estera netta ha fornito un apporto positivo per 0,3 punti percentuali. Il saldo primario (indebitamento netto meno la spesa per interessi) è stato positivo e pari, in rapporto al PIL, a 1,6%. Sempre nel corso del 2014, la produzione industriale ha registrato valori altalenanti, con la situazione del mercato del lavoro rimasta critica, tanto che il tasso di disoccupazione nel mese di novembre ha raggiunto il 13,4%. Nello stesso mese il tasso di disoccupazione giovanile (calcolato tenendo in considerazione la fascia di popolazione di età compresa tra i 15 ed i 24 anni) ha toccato il 43,9%. Nel mese di agosto del 2014, per la prima volta dal 1959, il tasso di inflazione al consumo ha registrato un valore negativo e l Italia è entrata in deflazione. Il 2015 vede, invece, un inizio finalmente positivo. Gli indici elaborati dall Istat indicano un miglioramento nella valutazione complessiva e nelle aspettative di quasi tutti gli operatori economici, con l indice composito che misura la fiducia dei consumatori passato da 104,4 a 110,9; quello sulla fiducia delle aziende da 91,6 a 94,9. Un po tutti gli indicatori economici hanno smesso di crollare e i giudizi sulla situazione sono meno negativi sia nelle imprese manifatturiere che in quelle dei servizi e del commercio al dettaglio, con il dato sull occupazione meno negativo. Difficile immaginare un netto miglioramento a breve del mercato del lavoro ma, pur in un quadro congiunturale ancora debole, il calo di pessimismo è sicuramente un positivo segnale di risveglio della fiducia. La politica monetaria nell area Euro Il Consiglio direttivo della BCE, nella riunione del 22 gennaio del 2015, ha deciso di lasciare invariati i tassi di interesse di riferimento, ma contestualmente ha lanciato un nuovo programma di acquisto di titoli (il cosiddetto Quantitative Easing) con un ritmo di circa 60 miliardi di Euro al mese, nel tentativo di rilanciare l economia dell Eurozona. Il programma partito a marzo 2015, dovrebbe concludersi a settembre 2016, ma non è escluso un prolungamento qualora non venga raggiunto l obiettivo di un tasso di inflazione al 2%. 13

14 Quanto alle altre misure non convenzionali di politica monetaria, l Eurosistema aveva già iniziato il programma di acquisti di titoli emessi a fronte della cartolarizzazione di crediti bancari a imprese e famiglie (Asset-Backed Securities Purchase Programme) e quello di obbligazioni bancarie garantite (Covered Bond Purchase Programme). Tutto ciò ha contribuito a mantenere i tassi su valori decisamente contenuti. Il valore puntuale di inizio anno del tasso euribor a 3 mesi si è attestato allo 0,05% (0,15% il tasso euribor a 6 mesi). Il sistema finanziario europeo si sta lentamente riprendendo dalla crisi e le banche hanno mostrato, nell ultimo triennio, progressi nel rafforzamento dei propri bilanci, sebbene a ritmi diversi a seconda dei paesi considerati. La tendenza alla contrazione dell attivo del settore bancario avviata nel 2012 sembra essersi arrestata nel corso del Il Totale Attivo Consolidato è risalito con un incremento superiore al 2% raggiungendo, nell ultima rilevazione disponibile, circa miliardi di euro. Gran parte dell aumento è attribuibile principalmente all incremento registrato dai titoli non azionari ed altre attività, contrariamente ai prestiti verso i residenti, che da dicembre 2013 hanno registrato una marginale riduzione delle consistenze. Contestualmente è proseguita la contrazione degli impieghi alle società non finanziare, una riduzione che ha interessato quasi tutti i paesi della Zona Euro, a fronte di tassi d interesse pressoché invariati. A livello europeo, gli impieghi a società non finanziarie, dopo essere scesi del 3,0 per cento nel 2013, sono diminuiti ulteriormente di altri due punti percentuali nel 2014, assestandosi a miliardi di Euro nell ultima rilevazione disponibile. La riduzione ha interessato maggiormente gli impieghi con durata oltre 1 anno e fino a 5 anni. La riduzione degli impieghi alle famiglie è stata più contenuta. Dopo la diminuzione dello 0,1 per cento nel 2013, nell ultima rilevazione disponibile, riferita al terzo trimestre 2014, sono scesi a miliardi di Euro (-0,5 per cento rispetto al III trimestre del 2013). Per quanto riguarda la raccolta, i depositi delle istituzioni bancarie europee hanno confermato il trend positivo iniziato nel 2013 e i depositi di società non finanziarie sono cresciuti su base annua di circa il 6 per cento. 1.2 Le condizioni del credito in Italia sono ancora tese Nel corso del 2014 anche nel nostro Paese è proseguita la contrazione dei prestiti alle imprese, che ha continuato a risentire dal lato della domanda, della debolezza degli investimenti e, dal lato dell offerta, della persistente rischiosità dei prenditori di fondi. Secondo le recenti indagini presso le banche e le aziende, le condizioni di offerta di credito alle imprese sono lievemente migliorate, ma restano più difficili per quelle di minore dimensione. Il calo dei finanziamenti alle imprese risultava meno marcato per gli intermediari appartenenti ai primi cinque gruppi bancari rispetto alle banche di dimensioni minori (-2,2% e -2,7% rispettivamente). Con riferimento alle branche di attività economica, la contrazione del credito si è attenuata per il comparto manifatturiero e per quello dei servizi, mentre rimane più accentuata per il settore delle costruzioni. Le condizioni di offerta di credito sono rimaste sostanzialmente invariate nei confronti sia delle imprese sia delle famiglie, a fronte di una domanda ancora debole per le prime e in aumento per le seconde. I sondaggi più recenti presso le aziende segnalano condizioni di accesso al credito ancora differenziate per classe dimensionale di impresa: le rilevazioni condotte sia dalla Banca d Italia in collaborazione con Il Sole 24 Ore, sia dall Istat sul clima di fiducia delle imprese manifatturiere, hanno evidenziato un miglioramento per le aziende più grandi a fronte di condizioni di accesso al credito ancora sfavorevoli per quelle di minore dimensione. Anche la quota di imprese che ha dichiarato di non avere ottenuto il finanziamento richiesto è risultata sensibilmente più elevata per le aziende minori (14,5%, contro 6,5% per quelle più grandi). Il costo del credito erogato dalle banche italiane permane al di sopra di quello medio dell area dell euro, ma è proseguito il calo del differenziale rispetto ai corrispettivi tassi medi praticati nell area. La diminuzione del costo dei prestiti alle imprese italiane ha riguardato sia le piccole aziende sia quelle di maggiore 14

15 dimensione. La qualità del credito erogato si conferma uno degli elementi che ancora condizionano le politiche di erogazione. Lo stock di sofferenze lorde dovrebbe raggiungere circa 230 miliardi di euro, di cui il 74% facenti capo alle imprese, mostrando tuttavia una crescita progressivamente più contenuta. Gli indici di rischiosità si manterranno elevati, con un rapporto tra sofferenze e crediti che solo nel 2017 dovrebbe stabilizzarsi al 9% per le famiglie e raggiungere il 18,7% per le imprese. 1.3 La raccolta e l intermediazione del risparmio Da recenti analisi Prometeia, risulta che sul fronte della raccolta diretta delle banche (depositi, obbligazioni e pct) nell ultimo anno, c è stato un calo del 6,3%, risentendo soprattutto della forte contrazione delle obbligazioni e di quasi tutte le forme di deposito con l unica eccezione dei conti correnti a causa del clima di incertezza. La dinamica del funding sarà fortemente influenzata dalla possibilità di finanziamento presso la BCE. Le minori esigenze di raccolta diretta delle banche potranno continuare a spingere l offerta di prodotti di gestione del risparmio, determinando una ricomposizione dei portafogli finanziari delle famiglie verso strumenti di risparmio gestito e assicurazioni. Probabilmente il triennio vedrà i conti correnti crescere ancora, seppure a ritmi meno sostenuti, anche per il procedere dei pagamenti alle imprese dei debiti arretrati da parte della Pubblica Amministrazione e per l adesione alla procedura di rientro dei capitali (voluntary disclosure). Al contrario, per le obbligazioni sono previste ulteriori diminuzioni. L ingente ammontare di titoli in scadenza sarà solo in parte sostituito grazie alla liquidità a basso costo messa a disposizione dall Eurosistema e dalle nuove regole di bail-in in vigore dal Le emissioni nette dovrebbero rimanere negative nel segmento retail, mentre proseguiranno sul segmento wholesale e covered bond. I depositi con durata prestabilita si ridurranno ancora quest anno, ma torneranno a crescere nel prossimo biennio quando gli investitori dovrebbero orientarsi verso forme di deposito più remunerate rispetto ai conti correnti, sgonfiando così la liquidità depositata in conto corrente. La raccolta dall estero, invece, continuerà ad essere penalizzata dalla disponibilità di risorse messe a disposizione dalla BCE e dai vincoli regolamentari imposti ai fondi monetari e si prevede una crescita solo nel L andamento delle BCC nel contesto del sistema bancario Nell ultimo anno si è consolidata la ripresa della raccolta da clientela delle BCC già evidenziatasi nell anno precedente e si è ulteriormente ampliata la capillarità della categoria in termini di presenza territoriale. Con riguardo all attività di finanziamento, nonostante il perdurare della crisi economica, si è assistito ad una leggera attenuazione del trend negativo rilevato nell anno precedente a testimonianza del forte impegno delle BCC nel finanziare la clientela, soprattutto le piccole imprese e le famiglie, in un periodo particolarmente difficile. La copertura territoriale si è ulteriormente ampliata (14,3%) in controtendenza rispetto alla media del resto dell industria bancaria seppure il numero delle BCC presenti sul territorio nazionale (376) sia in diminuzione. Alla fine del terzo trimestre 2014 le BCC risultano essere presenti in 101 province e in comuni. In 578 comuni esse rappresentano l unica presenza bancaria, mentre in 540 comuni operano in concorrenza con un solo intermediario. Nel 70,6% dei comuni bancati dalla categoria sono presenti sportelli di una sola BCC. Tra i canali distributivi, la quota delle BCC è rilevante anche nei terminali POS e negli ATM (oltre il 12% del mercato). I dipendenti complessivi del Credito Cooperativo, compresi quelli delle Società del sistema, superano le unità. I dati attualmente in possesso, mostrano un numero totale di Soci pari a unità, con un incremento del 3,3% su base annua. Tale dinamica è il risultato della crescita del 2,2% del numero dei Soci affidati, che ammontano a unità e della crescita più sostenuta (+4%) dei numero di Soci non 15

16 affidati, che ammontano a unità. Lo sviluppo dell intermediazione, nel quadro congiunturale 2014 particolarmente negativo, è proseguito, anche per le BCC, con la contrazione dei finanziamenti erogati, pur se di intensità inferiore rispetto all esercizio 2013 e rispetto alla diminuzione registrata mediamente nell industria bancaria. Sul fronte del funding, si è consolidato il trend di crescita della raccolta da clientela già evidenziatosi nel corso dell anno precedente. A seguito di tali dinamiche, la quota delle BCC nel mercato degli impieghi e in quello della raccolta diretta è cresciuta nel corso del 2014 e si è attestato alla fine dell anno rispettivamente al 7,3% e al 7,9%. Gli impieghi lordi a clientela delle BCC sono pari, a ottobre 2014, a 134,4 miliardi di euro, con una contrazione su base annua dell 1% contro il -2,1% registrato nell industria bancaria (rispettivamente -2,1% e -4,2% a fine 2013). La contrazione negli impieghi è comune a tutte le aree geografiche ad eccezione del Centro dove si segnala uno sviluppo positivo dei finanziamenti a clientela delle BCC (+1,3%). Considerando anche i finanziamenti erogati dalle banche di secondo livello del Credito Cooperativo, gli impieghi della Categoria alla stessa data superano i 148 miliardi di euro, per una quota di mercato complessiva dell 8%. Con riguardo alle forme tecniche del credito, gli impieghi delle BCC a ottobre 2014 risultano costituiti per il 68% da mutui (52,6% nella media di sistema) pari a circa 91,5 miliardi di Euro e sostanzialmente stazionari (+0,1%) rispetto a ottobre 2013, a fronte di un calo del 3,3% registrato mediamente nel sistema bancario. Il 38% sono mutui destinati a immobili residenziali. La quota BCC nel mercato dei mutui è pari al 9,5%. Il credito concesso dalle BCC risulta, com è noto, storicamente accompagnato da un adeguata richiesta di garanzie che coprono un ampia porzione del portafoglio di impieghi. L incidenza di crediti assistiti da garanzie è significativamente più elevata nelle BCC rispetto alla media di sistema, sia con riguardo alle esposizioni in bonis che a quelle deteriorate. A giugno 2014 quasi l 80% delle esposizioni creditizie lorde alla clientela risulta assistito da garanzie contro il 61,2% della media di sistema; il 60,2% dei crediti lordi presenta una garanzia reale. In questo contesto generale di contrazione nell erogazione di credito, con riguardo ai settori di destinazione del credito si registra ad ottobre 2014 una crescita dei finanziamenti alle famiglie consumatrici (+0,2% contro il -0,8% medio dell industria bancaria) e degli impieghi a società finanziarie (+22% contro -17,2%). Si rileva, al contrario, una variazione negativa degli impieghi a famiglie produttrici (-2,1% contro il -2,6% medio di sistema) e a società non finanziarie (-2,1% contro il -0,6% dell industria bancaria). Le quote di mercato delle BCC restano elevate nel credito a famiglie produttrici con il 17,8%, nel credito a famiglie consumatrici e nei finanziamenti a società non finanziarie con l 8,6%. In relazione alle aree geografiche di destinazione del credito, lo sviluppo positivo dei finanziamenti a famiglie consumatrici è comune a tutte le aree del Paese ad eccezione del Nord-Est (dove si registra una leggera contrazione: -0,4%). In relazione alla dinamica di crescita, le informazioni riferite a ottobre segnalano, coerentemente con la debolezza degli investimenti e la persistente rischiosità dei prenditori di fondi, un intensificazione della riduzione dei finanziamenti erogati al settore produttivo rispetto al primo semestre dell anno; i crediti alle imprese presentano una variazione annua negativa del -2,1% per le BCC e -0,8% per l industria bancaria. In tale contesto, si rileva un debole sviluppo dei finanziamenti al comparto agricoltura, silvicoltura e pesca (+0,4% a fronte del +0,9% medio di sistema), al ramo trasporto e magazzinaggio (rispettivamente +0,2% e -3,2%) e una crescita significativa dei finanziamenti al comparto attività professionali, scientifiche e tecniche (+4,5% contro il -8,2% dell industria bancaria) e al comparto servizi di informazione e comunicazione (+3,9% contro il -1,0% del totale banche). Risultano in significativa contrazione i finanziamenti ad alcuni comparti di grande rilevanza, ma caratterizzati da un rapporto sofferenze/impieghi particolarmente elevato e in forte crescita nel recente periodo: 16

17 attività manifatturiere (-3,1% contro il +0,9% della media di sistema), commercio ingrosso e dettaglio (-2,1% contro il +2,8% del totale delle banche) e costruzioni e attività immobiliari (-3,2% contro -1,6%). Permangono elevate le quote di mercato delle BCC relative al comparto agricolo (18,2%), alle attività di servizi di alloggio e ristorazione (17,6%), al comparto costruzioni e attività immobiliari (11,1%) e al commercio (10,2%). La qualità del credito erogato nel corso del 2014 dalle banche della categoria ha continuato a subire gli effetti della perdurante crisi economica. I crediti in sofferenza delle BCC sono cresciuti, anche se ad un ritmo inferiore rispetto al precedente esercizio, raggiungendo a ottobre 2014 un rapporto sofferenze/impieghi del 10,1%, dall 8,6% di fine Il rapporto sofferenze/impieghi permane, comunque, inferiore alla media dell industria bancaria nei principali comparti di riferimento: famiglie consumatrici e famiglie produttrici (5,3% contro il 6,8% del sistema per le famiglie consumatrici e 9,6% contro 15,8% per le famiglie produttrici a ottobre 2014). Il rapporto sofferenze/impieghi si è mantenuto parimenti inferiore alla media dell industria bancaria con riguardo alla forma tecnica dei mutui che come già accennato, costituiscono i due terzi degli impieghi erogati dalle banche della categoria. Tale rapporto è pari ad ottobre 2014 al 7,7% per le BCC e all 8,4% per il sistema bancario complessivo. Nel corso dell anno è proseguita, seppure in diminuzione, la crescita degli incagli. Le partite incagliate delle BCC hanno infatti registrato una crescita del 7,7%, inferiore alla media dell industria. Con specifico riguardo alla clientela imprese, a ottobre 2014, il rapporto sofferenze lorde/impieghi è pari al 12,7%, in crescita significativa nel corso dell anno, ma inferiore di quasi tre punti percentuali rispetto a quanto rilevato nel sistema. In particolare, esso è significativamente inferiore nelle branche di attività economica maggiormente rilevanti: nel comparto costruzioni e attività immobiliari (17,5% contro 19,6%), nel comparto attività manifatturiere (13% contro 16,5%) e nel commercio (11,7% contro 17,4%). La copertura dei crediti deteriorati, nel primo semestre 2014, è aumentata sulle sofferenze del 50,4% e sugli incagli mediamente del 19,9%, rispetto lo stesso periodo dell anno scorso. L attività di raccolta nel corso del 2014 si è consolidata e le informazioni riferite ad ottobre 2014 indicano una crescita della raccolta da clientela del 2,5% (-0,2% nel sistema bancario), pari a 162,8 miliardi. La dinamica della raccolta da clientela è stata trainata sia dalla componente caratterizzata da un rendimento più significativo: depositi con durata prestabilita (+4,9%), certificati di deposito (+4,6%) e PCT (+15%), sia dalla crescita dei conti correnti passivi (+10,1%). Le obbligazioni emesse dalle BCC, in calo dell 8,6% su base annua (-10,9% nella media di sistema), presentano una significativa contrazione in tutte le aree geografiche, più accentuata nel Meridione. La provvista complessiva delle BCC risulta composta per l 81,2% da raccolta da clientela e obbligazioni e per il 18,8% da raccolta interbancaria. La composizione risulta ben diversa per la media di sistema dove l incidenza della raccolta da banche, nonostante la contrazione degli ultimi mesi, è notevolmente superiore, pari al 28,2% a ottobre All interno della raccolta da clientela delle BCC l incidenza dei conti correnti passivi, dei certificati di deposito e delle obbligazioni permane superiore alla media di sistema. La dotazione patrimoniale delle banche della categoria permane un asset strategico infatti, l aggregato capitale e riserve delle BCC supera a fine anno i 20 miliardi di Euro e presenta una crescita su base d anno dello 0,3%. A settembre 2014 il tier1 ratio ed il coefficiente patrimoniale delle BCC, calcolati secondo le nuove regole sul capitale delle banche (Basilea 3), sono pari, rispettivamente, al 15,6% ed al 16,2%. Il confronto con il totale delle banche, evidenzia il permanere di un ampio divario a favore delle banche della Categoria. Gli aspetti reddituali delle nostre banche risultano ancora penalizzati per la combinazione di debole 17

18 domanda di credito, ridotti spread e crescenti tassi di default delle imprese. L andamento del conto economico alla fine del terzo trimestre del 2014 evidenzia una tenuta del margine di interesse e una crescita dell utile da cessione/riacquisto di crediti e attività e passività finanziarie. Dal lato dei costi si registra nel complesso un lieve incremento (+0,4%); le spese per il personale crescono dell 1,6% e le altre spese amministrative del 3,0% rispetto allo stesso trimestre dell anno precedente. L utile netto di esercizio della categoria dipenderà dal livello complessivo delle rettifiche di valore sui crediti, in prevedibile aumento. 1.5 Lo scenario economico del Veneto Anche nel Veneto i risultati economici 2014 rispecchiano sostanzialmente l andamento nazionale. I dati che ci vengono trasmessi, seppur ancora parziali, mostrano che il prodotto interno lordo della Regione registra una variazione pressoché nulla (+0,2% contro il -1,6% del 2013), sostenuto dalla domanda estera che ha segnato nei primi nove mesi una variazione pari ad un +2,5% rispetto allo stesso periodo del Con riferimento ai vari mercati di sbocco, l export fa rilevare un andamento diverso a seconda della congiuntura economica dei Paesi interessati. Per Stati Uniti e Gran Bretagna, rispettivamente terzo e quarto mercato di sbocco per i prodotti regionali, si vede un aumento rispettivamente del 10,7% e del 12,0%, beneficiando della loro ripresa economica e della debolezza della nostra moneta. In contrazione, invece, le esportazioni verso alcune delle economie emergenti, come Russia, Cina e Turchia (rispettivamente -7,7%, -8,3% e -10,6%), perché penalizzate dal rallentamento dei loro consumi e investimenti interni. Le esportazioni verso l area europea, pur risultando deboli a causa della stagnazione della domanda interna, sono sostanzialmente positive. In questa area si rilevano differenze legate ai diversi tipi di attività economiche con le esportazioni, nei primi tre trimestri del 2014, in crescita rispetto allo stesso periodo del 2013 per: i macchinari in genere (+4,3%); per i prodotti tessili, abbigliamento, pelli e accessori (+4,1%); per i prodotti alimentari, bevande e tabacco (+3,3%). Le importazioni risultano pressoché stabili rispetto allo stesso periodo dell anno precedente, influenzate dalla contrazione dei prezzi delle materie prime, come il petrolio, oltre che da una domanda interna inferiore rispetto alle attese. Il saldo commerciale nei primi tre trimestri del 2014 vede, comunque, un +10,5 miliardi di Euro e un +9,1% rispetto a quello registrato nello stesso periodo dell anno precedente. Si confermano i segnali di ripresa nel settore manifatturiero che nel 2014 ha segnato +1,8% rispetto al -0,8% del Risulta ancora in crisi il settore dell edilizia che ha visto un fatturato in calo, seppur più contenuto rispetto agli anni precedenti (-0,5% rispetto al -4,5% del 2013), con un andamento meno negativo probabilmente dovuto al modesto recupero dato dalla proroga degli incentivi statali sulle detrazioni fiscali per il risparmio energetico e per le ristrutturazioni. Il settore dei servizi ha fatto registrare complessivamente un andamento negativo. In particolare, il commercio al dettaglio ha visto una nuova flessione delle vendite pari al -1% medio (era -2,2% nel 2013), evidenziando i deboli consumi interni. Tiene il turismo con oltre 55 milioni di presenze in regione e un aumento, seppur modesto, dello +0,4% rispetto allo stesso periodo del Nella movimentazione degli arrivi si rileva una diminuzione di turisti connazionali (-0,9%) che riducono anche la permanenza media (3,9 da 4 giorni), mentre aumentano le presenze di turisti stranieri (+1,1%) con una permanenza media sostanzialmente stabile (4,1 giorni). A fine 2014 si rilevano in Veneto imprese registrate, di cui attive, in diminuzione rispetto a fine 2013 (-0,7%). Il tasso di crescita annuo del numero di imprese, calcolato sulla base del saldo tra imprese nuove iscritte e imprese cessate nell anno, risulta negativo dello 0,4% anche se in aumento dell 1,5% sul A dicembre 2014 la componente artigiana contava imprese attive, pari al 30,4% del totale, in diminuzione dell 1,4% sul 2013 e, mentre diminuiscono in modo significativo il numero di ditte individuali e società di persone (rispettivamente -0,9% e -1,5%), aumentano le società di capitali (+1,0%), evidenziando una certa vivacità del tessuto produttivo. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, il tasso di disoccupazione nella nostra regione si è attestato al 7,5% nel 2014, in leggera diminuzione rispetto al 7,6% del Il numero degli occupati risulta aumentato (+1,1%) interessando prevalentemente i lavoratori a termine e quelli impiegati a tempo parziale, senza 18

19 peraltro risultare omogeneo rispetto ai settori economici. Infatti, i comparti dei servizi e dell industria in senso stretto, evidenziano un aumento degli occupati (rispettivamente +0,7% e +3,6%), a fronte di una diminuzione significativa registrata nei settori delle costruzioni e dell agricoltura (rispettivamente -4,3% e -1,7%). In diminuzione il ricorso agli ammortizzatori sociali, con le ore di cassa integrazione autorizzate, pari a 89 milioni (-17,7% rispetto al 2013), ma ancora molto superiore ai dati del Un aumento significativo si registra nell inserimento nelle liste di mobilità a seguito di licenziamenti collettivi ( unità, +20,5% sul 2013). L inflazione in regione, calcolata considerando i prezzi al consumo per l intera collettività, è risultata sostanzialmente invariata (era +1,0% nel 2013), anche se, nel corso del 2014, il Veneto ha sperimentato un periodo di deflazione. I comparti che hanno fatto registrare delle contrazioni dei prezzi sono: comunicazioni (-6,7%), abitazioni, acqua, elettricità e combustibili (-0,8%), abbigliamento e calzature (-0,7%), alimentare e bevande (-0,5%). 1.6 Il sistema bancario nel Veneto Al 31 dicembre 2014 gli sportelli operativi in Regione ammontano a n in diminuzione di 122 unità (-3,6%) rispetto a dicembre 2013, secondo una tendenza ormai presente da qualche anno. Gli impieghi concessi alla clientela residente erano pari a milioni di Euro, in leggero aumento su base annua (+1,34%), e in ripresa rispetto alla consistente diminuzione registrata nel corso del 2013 (-4,02%). Gli impieghi vivi, ossia quelli depurati dalle sofferenze, concessi alle imprese, costituivano poco meno del 60%, con un 4,46% su base annua ma in recupero rispetto al -6,94% del Complessivamente nell ultimo triennio gli impieghi al settore produttivo sono diminuiti di circa 15 miliardi di euro, che evidenza la minore domanda di credito ma, anche, dei criteri più restrittivi adottati dal sistema bancario. In contrazione gli impieghi vivi al settore artigiano, diminuiti dell 8,36% e di quelli alle imprese con meno di 20 addetti, diminuiti del 6,39%. Gli impieghi vivi alle società non finanziarie con almeno 20 addetti, sono diminuiti del 4,12% nello stesso periodo di riferimento. Nei principali settori di attività economica si evidenzia una situazione differenziata dove, alcuni fanno registrare una contrazione degli impieghi vivi come le costruzioni e le attività immobiliari (rispettivamente -14,93% e -7,67% a dicembre 2014 rispetto a dicembre 2013), altri che presentano un aumento dei finanziamenti come il commercio (+3,54%), l agricoltura (+0,97%) e il manifatturiero (+0,28%). Nel corso del 2014, i finanziamenti alle famiglie consumatrici residenti in regione sono diminuiti dello 0,45% (-1,47% nel 2013). In particolare, i mutui che pesano per circa l 83% del totale, sono diminuiti dell 1,88% nonostante che i tassi di interesse sui nuovi finanziamenti per l acquisto di abitazioni siano diminuiti nel quarto trimestre del 2014 al 2,93% medio (valore minimo dal 2010). In aumento le sofferenze che ammontavano a milioni di Euro, con una variazione del +18,80% annuo, dopo il già significativo aumento registrato nel 2013 (+21,96%). A fine 2014 i crediti in sofferenza in rapporto al totale degli impieghi erano pari al 10,85%, evidenziando, soprattutto per le imprese, un persistente segnale di difficoltà nella restituzione dei prestiti (14,97% rispetto al 12,25% del 2013). Il peggioramento della qualità del credito concesso si evidenzia nell edilizia (26,97% nel 2014 rispetto al 19,49% del 2013) e nell artigianato (21,54% nel 2014 rispetto al 14,47% del 2013). Le famiglie consumatrici confermano la minore rischiosità che è comunque in crescita (6,60% nel 2014 rispetto al 6,13% del 2013). A dicembre 2014 il rapporto partite deteriorate/impieghi era pari al 19,98%, in crescita rispetto al 16,72% di fine 2013, come pure in aumento è il tasso di decadimento del credito, passato allo 0,589 del 2014 dallo 0,529 del La raccolta diretta nel Veneto (escluse le imprese finanziarie ed assicurative) a fine 2014 era pari a milioni di Euro in diminuzione dell 1,20% rispetto al 2013 e le famiglie consumatrici ne rappresentano circa il 76%. Le principali forme di raccolta rimangono i conti correnti passivi e le obbligazioni, pari rispettivamente al 43% e al 21% del totale. Anche nella nostra Regione la raccolta diminuisce significativamente (-19,76%), solo parzialmente compensata dall aumento dei depositi nei conti correnti (+10,19%). La raccolta diretta presso il settore produttivo è risultata in aumento del +3,63% su base annua, 19

20 esclusivamente per la dinamica sostenuta da parte delle imprese di dimensione maggiore. Nella raccolta indiretta, pari a milioni di Euro (stabile rispetto al 2013), le famiglie consumatrici rappresentano la controparte più importante con l 85,7% dei titoli in deposito totali (+2,23% rispetto al 2013). In aumento risultano le gestioni rappresentate da quote di OICR (+26,19%) e gestioni patrimoniali (+5,95%), mentre sono in contrazione i titoli di debito diversi da quelli emessi da banche, per effetto della diminuzione dei rendimenti. 1.7 Le Banche di Credito Cooperativo nel Veneto Al 31 dicembre 2014, le BCC Venete erano 32, tre in meno rispetto al 2013 a seguito di fusioni e gli sportelli operativi sono 628 (4 unità in meno rispetto al 2013) dei quali 610 presenti in Regione. Complessivamente le BCC superano il 18% dell insieme del sistema bancario veneto. Il numero complessivo dei dipendenti a dicembre 2014 era di unità. Il numero dei Soci a dicembre era di unità, in aumento del +2,86% su base annua. Gli impieghi concessi dalle BCC del Veneto ammontavano a dicembre 2014 a circa milioni di Euro, per una quota di mercato in regione pari all 11,3%, un valore superiore alla media nazionale delle BCC. I tradizionali interlocutori risultano essere le famiglie consumatrici (13,7%), le istituzioni senza scopo di lucro (19,3%) e, rispetto al settore produttivo, le controparti artigiane (29,3%), le imprese con meno di 20 addetti (24,5%) e dell agricoltura (22,5%). Le famiglie consumatrici rappresentano con il 31,97% del credito, la controparte più importante seppur in diminuzione (-1,21%). Il settore produttivo rappresenta con il 63,09% una componente rilevante degli impieghi complessivi, in contrazione sia per le famiglie produttrici (-3,84%), che per le imprese non finanziarie (-4,18%). Con riferimento invece alle forme tecniche di impiego, i mutui sono la forma tecnica più importante con il 58,32% del totale degli impieghi concessi ma anch essi in diminuzione del 3,79% rispetto al Gli impieghi, suddivisi per attività economica, nel corso del 2014 hanno visto una variazione positiva nei comparti alimentari, bevande e tabacco (+3,66%), una contrazione per gli impieghi a taluni comparti manifatturieri come il legno e mobili (-5,23%) e metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (-3,08%). Gli impieghi nell edilizia e nelle attività immobiliari sono diminuiti rispettivamente del 6,25% e del 4,43%, rimanendo comunque importante la loro incidenza sul totale (complessivamente il 23,36% a dicembre 2014). L indice sofferenze/impieghi a dicembre 2014 risulta in aumento al 13,76%, dall 11,03% di dicembre 2013, per effetto di un accentuata dinamica delle sofferenze. Incide particolarmente la rischiosità del settore produttivo, con le sofferenze su impieghi aumentate al 18,87% dal 14,85% del 2013, mentre nei confronti delle famiglie consumatrici è più contenuto (5,40% rispetto al 4,41% del 2013) e su valori inferiori di quelli registrati dall intero sistema bancario in Veneto. A fine 2014 il rapporto partite deteriorate/impieghi era pari al 29,62%, in crescita rispetto al 25,87% di fine La raccolta diretta delle BCC Venete, a dicembre 2014, era pari a milioni di Euro, in aumento rispetto ai valori dell anno precedente (+2,06%). Le principali forme di raccolta risultavano i conti correnti passivi (47,26% con un +11,43% rispetto al citato +10,19% del totale del sistema bancario in Veneto). La raccolta di mercato è pari al 30,07% del totale e risultava in diminuzione su base annua del 13,42%. Le famiglie consumatrici rappresentano la controparte più importante, con il 71,29% della raccolta diretta totale, in contrazione del 2,41%. La raccolta diretta presso il sistema produttivo risulta in contrazione per le famiglie produttrici dello 0,90%, mentre per le imprese non finanziarie si registra un aumento del 14,19%. A fine 2014 l indicatore impieghi/raccolta diretta si attestava all 87,52%, in diminuzione dal 90,98% del La raccolta indiretta a dicembre 2014 era di circa milioni di Euro a valori di mercato, facendo registrare un aumento annuo del +14,04%. Anche qui è consistente l aumento del risparmio gestito (+44,21% su base annua), a fronte dell andamento negativo della raccolta amministrata (-5,43% su base annua). Le BCC del Veneto presentano mediamente coefficienti di patrimonializzazione al di sopra di quelli regolamentari: il 14,75% per il total capital ratio e il 13,87% per il tier one capital ratio. I fondi propri a dicembre 20

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