CONSIGLIO PROVINCIALE DI CREMONA

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1 N. d'ord. 138 reg deliberazioni Prot. n..2007/ CONSIGLIO PROVINCIALE DI CREMONA Estratto del verbale dell'adunanza del 26/09/2007 OGGETTO O.D.G. DEI CONS. BRUSCHI, GUGLIERMETTO, LADINA, MANFREDINI ESCIARAFFA: DOCUMENTO DI INDIRIZZO SULLE POLITICHE PER LA FAMIGLIA. L'anno DUEMILASETTE, questo giorno VENTISEI del mese di SETTEMBRE alle ore in Cremona, nell'apposita sala delle adunanze, convocato nelle forme di legge e con appositi avvisi spediti a domicilio di ciascun Consigliere si è riunito il Consiglio Provinciale. Fatto l'appello risultano presenti: 1)Ancorotti Renato X 17)Manfredini M.Cristina X 2)Benelli Edoarda X 18)Mariani Roberto X 3)Bergonzi Pieremilio X 19)Massobrio Nicoletta X 4)Borghetti Maurizio X 20)Mazzocco Franco X 5)Borini Fermo X 21)Patrini Pierfranco X 6)Bruschi Angelo X 22)Poli Antonella X 7)Ceravolo Claudio X 23)Redegalli Giuseppe X 8)Dusi Giampaolo X 24)Riccardi Anna X 9)Fontanella Giuseppe X 25)Rusca Carlo X 10)Galmozzi Attilio X 26)Santini Antonello X 11)Gardani Antonio X 27)Sciaraffa Massimiliano X 12)Giovinetti Cesare X 28)Scotti Giovanni X 13)Gugliermetto Sandro X 29)Superti Pierattilio X 14)Ladina Andrea X 30)Tamagni Pierluigi X 15)Longhino Walter X 31)Torchio Giuseppe X 16)Mainardi Cesare X Presenti n. 20 Assenti n. 11 Risultano altresì presenti gli Assessori: 1)Alloni Agostino X 6)Piloni Manuela X 2)Biondi Giovanni X 7)Rozza Anna Maria X 3)Guarneri Fulvio X 8)Savoldi Agostino X 4)Lazzari Fiorella X 9)Spingardi Denis X 5)Morini Pietro X 10)Toscani Giorgio X Partecipa il Segretario Generale della Provincia, Avv. Giovanni Gagliardi Dato atto che il numero dei presenti è legale per la validità delle deliberazioni il Presidente del Consiglio, Sig. Roberto Mariani assume la Presidenza e dichiara aperta la seduta. 07_138_cp.rtf 1 di 6

2 Il Presidente del Consiglio nomina scrutatori, ai sensi dell art. 65 del Regolamento degli Organi Istituzionali, i Consiglieri Dusi e Gugliermetto per la maggioranza ed il Consigliere Redegalli per la minoranza. Si dà atto che nel corso della seduta si sono verificati i seguenti movimenti fra i Sigg. Consiglieri: Durante le comunicazioni preliminari del Presidente del Consiglio entrano i Cons. Bergonzi e Massobrio: i presenti sono n. 22. Prima della presentazione della proposta n (Salvaguardia degli equilibri di bilancio) entrano il Presidente Torchio e la Cons. Benelli, i presenti sono n. 24. Prima della trattazione della proposta 6329 (Bilancio pluriennale variazioni) entrano l Ass. Biondi e il Cons Sciaraffa, i presenti sono n. 25. Dopo la trattazione della proposta n (interrogazione del Cons. Galmozzi sui prezzi alle esposizioni presso la fiera di Cremona) escono il Presidente Torchio e il Cons. Rusca ed entrano l Ass. Toscani e il Cons. Patrini, i presenti sono n. 24. Prima della presentazione della proposta n (mozione in ordine alle misure a sostegno delle famiglie numerose) esce la Cons. Benelli, i presenti sono n. 23. Durante la discussione della proposta n (ordine del giorno sulle politiche per la famiglia) escono i Cons. Superti, Sciaraffa, Galmozzi e Massobrio. I presenti sono 19 ed in tal numero rimangono fino al termine della seduta. Il presidente del Consiglio cede la parola alla Cons. Manfredini che presenta il seguente ordine del giorno: O.D.G. DEI CONS. BRUSCHI, GUGLIERMETTO, LADINA, MANFREDINI E SCIARAFFA: DOCUMENTO DI INDIRIZZO SULLE POLITICHE PER LA FAMIGLIA. Le politiche per le famiglie sono da tempo presenti nel dibattito del Consiglio provinciale di Cremona, né è prova la deliberazione, votata all unanimità il 10 dicembre 2004, in cui venivano avanzate specifiche richieste al Governo nazionale al fine di mettere in atto con coraggio una serie di interventi per sostenere i nuclei famigliari nell impegno richiesto per la crescita dei figli. Discutere di politiche per le famiglie è una indicazione chiara della volontà di mettere la famiglia al centro di una politica capace di armonizzare e tutelare i diritti della persona e i diritti della famiglia, dando così finalmente attuazione a ogni parte della Costituzione. Se si parte dai diritti risulta meno lacerante e controverso pensare la famiglia come un bene verso il quale il sistema Paese è disponibile a investire con risorse finanziarie, con una nuova politica fiscale, con una nuova organizzazione dei servizi e delle città, con nuove tipologie di produzione e lavoro. Le famiglie si trovano, infatti, spesso da sole a fronteggiare le nuove emergenze demografiche dell invecchiamento della popolazione e della denatalità, i radicali cambiamenti del mercato del lavoro e le incertezze della crescita economica che spesso si traducono in un aumento delle povertà. Altri paesi europei, dalla Francia alle socialdemocrazie scandinave, dall Austria alla Germania, si sono mossi per tempo e hanno investito sulla famiglia come un soggetto attivo dello sviluppo e della coesione. In Italia solo il 3,8 % della spesa sociale è destinato alla famiglia, contro una media europea dell 8,2%. Una percentuale modesta che appare davvero risibile se paragonata alle quote, pari al 10% dei paesi del Nord Europa e della Francia. La spesa media nella EU per la famiglia è pari al 2% del PIL, mentre in Italia è solo l 1%. In tutti i paesi europei che hanno realizzato politiche per la famiglia i risultati positivi sono evidenti: tassi più alti di natalità e percentuali più alte di occupazione femminile e giovanile; un più efficace contrasto della povertà e delle disuguaglianze generazionali. Al tempo stesso, le politiche per la famiglia hanno favorito quel dinamismo e quella mobilità sociali che hanno effetti positivi nella capacità di competere sulla scena mondiale. Al contrario, malgrado una diffusa retorica sulla famiglia, in Italia misuriamo il grande ritardo di una politica che per molti decenni ne ha ignorato il ruolo e i bisogni e che ha finito per farsi sussidiare dalla famiglia in molte responsabilità sociali pubbliche fino alla costruzione di un welfare prevalentemente basato sul lavoro e sulle responsabilità familiari. Le politiche familiari non sono infatti politiche di settore in senso lato, ma devono necessariamente essere integrate e interagire con le altre politiche: dal lavoro alla previdenza al fisco, dalla sanità alla scuola, dalla casa all assistenza, ai trasporti, alla cultura. Non esauriscono tutte le politiche di welfare e non possono essere confuse con la lotta alla povertà, ma devono avere una propria autonoma e precisa collocazione. Le famiglie possono trarre grande beneficio da un impegno teso a offrire opportunità per affrontare meglio i problemi distribuiti nel percorso di vita, in tutte le fasi in cui la famiglia è impegnata per la vita che nasce, per la crescita dei figli, per educazione, il sostegno reciproco, la cura dei più deboli (per età, incapacità, non autosufficienza, malattia...), per la gestione dei conflitti e delle possibili solidarietà tra generazioni. Ciò premesso il Consiglio Provinciale individua alcune priorità e sollecita l impegno del Parlamento e del Governo per una efficace discussione e deliberazione su: 07_138_cp.rtf 2 di 6

3 Politiche fiscali, trasferimenti monetari: C è bisogno di un fisco più attento alla famiglia. La Legge Finanziaria 2007 ha iniziato a riconoscere i carichi familiari introducendo nell Irpef un sistema di detrazioni che alleviano il peso dell imposta in maniera proporzionale al numero dei figli a carico. Questi provvedimenti, tuttavia, risultano ancora largamente insufficienti. Occorre incrementare assegni e detrazioni per consentire ai nuclei familiari di far fronte agli impegni per la crescita dei figli. Si devono organizzare e riunificare gli attuali strumenti monetari di sostegno alle famiglie assegni al nucleo familiare e deduzioni Irpef per i figli a carico. Va archiviata la stagione delle misure una tantum e ad effetto, come quella dei bonus bebè, realizzata alla scadenza della precedente legislatura. Costruire un sistema coerente di sostegno dei redditi familiari e delle persone, integrare il reddito dei cosiddetti incapienti, sostituendo le attuali deduzioni da lavoro Irpef, con una detrazione da lavoro di cui possano usufruire come trasferimento monetario coloro che hanno redditi inferiori al minimo. Reti di servizi alle famiglie: Con una media del 7% di nidi, l Italia risulta essere terzultima in Europa, ma scende all ultimo posto se si considera la situazione del Mezzogiorno. Infatti al Sud non si supera la media del 4% e abbiamo livelli minimi inferiori all 1% di posti nido, rispetto ad un massimo di 18,3% nel Centro Nord. Nell Agenda di Lisbona, l Europa ha indicato ad ogni paese l ambizioso obiettivo del 33% entro i l La percentuale di bambini accolti nei nidi è attualmente di circa il 10%. L esperienza degli asili nido aziendali, avviata dalla precedente legislatura, va ripensata e inserita in un piano generale che, d intesa con le Regioni e gli Enti locali, punti in primo luogo ad estendere gli asili nido pubblici e privati. Promuovere una più stringente tutela dei diritti dei bambini, sia in ambito familiare che nel rapporto con la società, anche garantendo un adeguato rifinanziamento del Fondo nazionale infanzia e adolescenza, previsto dalla legge 285 del 1997, consapevoli che oggi in Italia sono soprattutto i bambini (e non gli anziani come si crede) a cadere sotto la soglia di povertà. L invecchiamento della popolazione pone le famiglie italiane di fronte ad un crescente impegno di cura delle persone non autosufficienti. In Italia ci sono oltre 2 milioni di persone non autosufficienti in grandissima parte anziani. Le indennità di accompagnamento erogate dal Ministero del Tesoro sono circa 600 mila e si riferiscono a situazioni di grave disabilità. L attuale sistema di assistenza domiciliare non è in grado di far fronte alle esigenze delle famiglie italiane. Le famiglie, lasciate sole, hanno reagito con una risposta privata, organizzandosi in proprio. I tagli nei trasferimenti ai comuni e alla sanità, la mancata applicazione della legge 328 per l integrazione socio-sanitaria hanno reso questa situazione ormai insostenibile. È invece urgente definire una risposta pubblica: istituire il Fondo nazionale per la non autosufficienza. Politiche di conciliazione per i tempi di vita e di lavoro L indagine della Commissione Europea Riconciliazione tra lavoro e vita privata: studio comparativo tra 30 paesi europei, pubblicata nel settembre 2005, ha fornito un panorama in cui l Italia mostrava comunque un ritardo rispetto ad altre realtà europee. L indagine si concludeva avanzando le seguenti raccomandazioni: - incremento dei servizi all infanzia; - promozione del sistema di congedi di cura, in cui anche i padri sono coinvolti; - promozione di forme di orario di lavoro flessibile, banche delle ore, orari personalizzati; - armonizzazione degli orari di lavoro, dei servizi, delle città; - sollecitazione alle imprese a favorire la conciliazione di lavoratrici e lavoratori. Da questo punto di vista va promossa una revisione della Legge 53 del 2000 sui congedi parentali, in modo da rafforzarne l efficacia e rendere questo strumento più aderente alle esigenze della famiglia, estendendo i benefici anche ai genitori di adolescenti e potenziando i fondi e le agevolazioni previste dalla legge stessa. Inoltre serve allargare i benefici ai lavoratori atipici. Politiche per i giovani: Va favorita una formazione scolastica fino ai 18 anni, che trovi i necessari finanziamenti per garantire la gratuità dell obbligo mentre la frequenza universitaria deve diventare economicamente meno onerosa per le famiglie. Vanno attivate le leve della lotta alla precarietà, delle agevolazioni per l affitto, assieme al rilancio dell edilizia popolare. C è già l impegno del Governo a rilanciare un nuovo piano casa incrementando il patrimonio abitativo (pubblico e cooperativo) da destinare a locazioni a canone agevolato. Si tratta di definire un grande patto pubblico-privato con gli imprenditori e gli enti locali. 07_138_cp.rtf 3 di 6

4 Inoltre in molte parti del Paese se in casa non entra un secondo stipendio, di certo non arriva il terzo figlio e spesso neppure il secondo. Dobbiamo arrivare all obiettivo di Lisbona di un occupazione femminile del 60%: ne beneficerebbe certamente la società nel suo complesso, ma anche le famiglie e la natalità. Le priorità sopradescritte vanno raccordate con interventi che la Provincia ha avviato ed intende proseguire a livello locale per caratterizzare la propria azione a favore delle famiglie. Oltre agli interventi previsti dalla normativa per i disabili sensoriali, la Provincia si fa ancora carico dei soggetti minori (ex fondo Omni) ed è fortemente impegnata su questi temi: 1. Ricerca sui Mutamenti sociali e molteplicità della famiglia oggi finalizzata a ricostruire le forme atipiche familiari presenti sul territorio provinciale. A tale proposito sono stati analizzati i dati relativi alle separazioni e ai divorzi avvenuti nella provincia di Cremona durante il 2001 e il 2003 (dati ISTAT). La ricerca è stata condotta coinvolgendo come testimoni privilegiati genitori separati, vedovi, single e operatori dei servizi sociali. La ricerca sarà presentata agli operatori dei servizi e alle famiglie ai diversi interlocutori interessati nel prossimo autunno, in collaborazione con il Dipartimento ASSI dell ASL e degli Uffici di Piano distrettuali. A partire dai risultati della ricerca è emersa la necessità di un percorso formativo rivolto agli operatori dei servizi per un approfondimento circa l utilizzo di strumenti opportuni per riconoscere e indirizzare gli utenti che stanno attraversando problematiche relative alla crisi di coppia. Da questa indagine emergeranno indicazioni utili da fornire ai Distretti socio-sanitari per la programmazione di servizi appropriati. 2. Ricerca sull integrazione scolastica degli alunni disabili. Tale ricerca, svolta in collaborazione con IRESS (Istituto Regionale Emiliano-Romagnolo per i Servizi Sociali e Sanitari, la ricerca applicata e la formazione di Bologna) oltre al coinvolgimento del terzo settore e degli operatori socio-sanitari, prevede anche l utilizzo di un questionario che verrà proposto ai genitori degli alunni disabili al fine di integrare le criticità e i punti di forza dell integrazione scolastica e sociale dei bambini disabili. Una particolare attenzione è stata accordata al problema relativo alle attività extrascolastiche poiché è in ambito extrascolastico che si riscontrano i maggiori carichi per le famiglie degli alunni disabili. 3. Progettazione di un servizio web, in collaborazione con gli esperti IRESS, volto a fornire informazioni utili ai disabili e alle loro famiglie. Tale servizio, sulla scorta dell esperienza degli Informahandicap, avrà il compito di informare i disabili e le loro famiglie circa le opportunità offerte dal territorio, le procedure amministrative, i percorsi nei servizi dedicati ai disabili. 4. Progetto seconde generazioni: Dinamiche e opportunità di partecipazione dei minori stranieri nella comunità cremonese. Il progetto, che partirà nel secondo semestre del 2007, si inserisce nel più ampio contesto del Piano Nazionale Giovani promosso dal Comune di Cremona e prevede alcune azioni di ricerca finalizzate a esplorare il mondo delle seconde generazioni di ragazzi stranieri. L obiettivo è facilitare le relazioni familiari e sociali in una società sempre più multiculturale. 5. Progetto LEPS: il progetto mira ad individuare, a livello provinciale, i livelli essenziali di assistenza per l utenza anziana, livelli uniformi ed esigibili da utenti e famiglie. Si prefigge di supportare la progettualità della Provincia di Cremona nella riqualificazione dei servizi rivolti all utenza anziana fragile sul territorio, attraverso un insieme integrato di linee di intervento. 6. Progettazione sperimentazione relativa alla costruzione di un anagrafe dinamica della disabilità che consentirà alle famiglie di individuare i percorsi più appropriati per le persone disabili. Il Consiglio Provinciale infine si impegna a richiedere alle aziende di servizi competenti interventi a sostegno delle persone in difficoltà e delle famiglie numerose al fine di alleviare il peso delle spese per i servizi che si ritengono essenziali. Cremona, 4 luglio 2007 Angelo Bruschi Sandro Gugliermetto Andrea Ladina Maria Cristina Manfredini Massimiliano Sciaraffa... omissis... Il Cons. Redegalli presenta i seguenti emendamenti: 07_138_cp.rtf 4 di 6

5 1. il capoverso Politiche sociali e trasferimenti monetari deve essere integralmente sostituito con un semplice richiamo alla mozione n. 126 approvata all unanimità dal Consiglio provinciale nella seduta del inserire un ulteriore capoverso nel dispositivo con il quale l Amm. Provinciale si impegna ad inserire nel Bilancio uno stanziamento, pari almeno a quello utilizzato per le famiglie immigrate, a sostegno di progetti finalizzati all aiuto delle famiglie numerose di cittadini italiani.... omissis... Nessun altro chiede di intervenire, pertanto il Presidente del Consiglio pone ai voti palesi, con sistema elettronico, il primo emendamento presentato dal Cons. Redegalli ed accerta, con l assistenza degli scrutatori l esito della votazione: presenti e votanti n. 19 Consiglieri, favorevoli n. 5, astenuti n.1 (Patrini), contrari n. 13 (Mariani, Bruschi, Dusi, Mainardi, Manfredini, Riccardi, Bergonzi, Tamagni, Ladina, Gugliermetto, Gardani, Scotti, Borini). L emendamento è respinto. Il Presidente del Consiglio pone ai voti palesi, con sistema elettronico, il secondo emendamento presentato dal Cons. Redegalli ed accerta, con l assistenza degli scrutatori l esito della votazione: presenti e votanti n. 19 Consiglieri, favorevoli n. 5, astenuti n.1 (Patrini), contrari n. 13 (Mariani, Bruschi, Dusi, Mainardi, Manfredini, Riccardi, Bergonzi, Tamagni, Ladina, Gugliermetto, Gardani, Scotti, Borini). L emendamento è respinto. Il Presidente del Consiglio pone ora ai voti palesi, con sistema elettronico, il testo originario dell ordine del giorno ed accerta, con l assistenza degli scrutatori l esito della votazione: presenti e votanti n. 19 Consiglieri, favorevoli n. 13, contrari n. 6 (Longhino, Mazzocco, Redegalli, Poli, Fontanella, Patrini). L ordine del giorno è approvato a maggioranza. 07_138_cp.rtf 5 di 6

6 Del che si è redatto il presente verbale che viene sottoscritto come appresso. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO F.TO MARIANI F.TO GAGLIARDI RELAZIONE DI PUBBLICAZIONE Il sottoscritto Segretario Generale attesta che, ai sensi dell'art. 124, co.1, del D.LGS 267/2000, copia della presente deliberazione viene pubblicata, mediante affissione all'albo Pretorio della Provincia, a decorrere dal... ove rimarrà per gg. 15 interi e consecutivi. Cremona, li... F.TO GAGLIARDI Copia conforme per uso amministrativo. Cremona, li... CERTIFICATO DI ESECUTIVITA' La presente deliberazione è divenuta esecutiva ai sensi di legge decorsi 10 gg dalla pubblicazione, ai sensi dell'art. 134, co. 3, del D. LGS 267/2000 per immediata eseguibilità, ai sensi dell'art. 134, co. 4, del D. LGS 267/2000. Cremona, li... 07_138_cp.rtf 6 di 6

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