Raccontare e apprendere con i video

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1 Raccontare e apprendere con i video Documento di analisi del Progetto INCREASE - Servizi e Prodotti Formativi per gli operatori dei servizi per il lavoro

2 Sommario 1 IL VIDEO COME MEDIATORE PER L APPRENDIMENTO Video e narrazione FUNZIONE DIDATTICA DEI VIDEO LA FRUIZIONE DEI VIDEO Fruizione online Fruizione in aula CASI ESPERIENZIALI RILEVATI IL LABORATORIO MELA IL CASO DEGLI IPERVIDEO DI SCUOLAVISIONE VANTAGGI DELLA METODOLOGIA I CONTESTI DI UTILIZZO PER IL PROGETTO INCREASE PUNTI DI ATTENZIONE BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO

3 Premessa Nell ambito delle nuove metodologie di supporto alla formazione in presenza e online, il presente documento analizza le caratteristiche e le modalità di utilizzo di immagini video in ambito formativo, laddove per video s intende un flusso informativo di immagini fisse ed in movimento riprese in diretta o registrate e fruibili attraverso diversi media (tv, Internet, supporto CD, ). La scelta di considerare in maniera approfondita i video- filmati come strumento formativo ed esplorarne le sue potenzialità come mediatore per l apprendimento nasce dagli ottimi riscontri che i video hanno già avuto in precedenti esperienze formative condotte dal Progetto e più in generale dal sempre più diffuso utilizzo come strumento di divulgazione di informazioni su Internet. Dall analisi svolta emergono con forza alcuni punti d interesse qui sintetizzati: ü Il filmato video rappresenta un veicolo non solo di contenuti in- formativi ma è in grado di suscitare emozioni che facilitano il cambiamento inteso come evoluzione personale e professionale, anche per la multicanalità che lo caratterizza. ü Il filmato video è in grado di assicurare una forte connessione con la realtà che rende più agevole il trasferimento degli elementi formativi nei propri contesti personali- professionali. ü Uno stesso supporto video può avere utilizzi variegati ed in diversi contesti, con un alto rendimento in termini di riutilizzo del contenuto didattico prodotto: per garantirne l efficacia è fondamentale affiancare il contenuto video ad ulteriori strumenti di supporto (approfondimenti, esercitazioni, guida per l osservazione o la riflessione ecc.)che ne rendano coerente la sua fruizione nell ambito di un percorso formativo. Nel complesso, quindi, il supporto video risulta uno strumento evoluto che presenta potenzialità crescenti nell ambito della formazione e caratteristiche di elevata efficacia nei contesti formativi di interesse del Progetto

4 Video filmati per la formazione 1 IL VIDEO COME MEDIATORE PER L APPRENDIMENTO Il video rappresenta un canale comunicativo noto a tutti e solitamente collocato nell ambito delle attività e strumenti veicolati dalla tv. Oggi accanto al tradizionale impiego dei video nell ambito dell informazione e dell intrattenimento, si assiste a un crescente interesse per l uso di questa modalità comunicativa in molteplici aree della formazione. La facilità con cui le tecnologie ormai permettono la realizzazione di video e la loro diffusione sulla rete, basti pensare al sito YouTube, hanno rivoluzionato i campi di utilizzo e amplificato le sue potenzialità nel divulgare conoscenze. 1 I primi usi dei filmati video come strumento per l apprendimento sono rintracciabili negli anni Sessanta. Il video venne allora utilizzato per mostrare strategie di insegnamento che gli insegnanti dovevano imparare e riprodurre. Le teorie di apprendimento per imitazione popolare in quel periodo 2 vennero adottate in programmi per la preparazione degli insegnanti: un esempio noto è l approccio del microteaching introdotto all Università di Stanford da Allen nel La teoria di Bandura sull apprendimento sociale può essere utile per comprendere i meccanismi di apprendimento che si attivano con l utilizzo di questi strumenti. Nel dettaglio, lo studioso afferma che s'impara anche soltanto dall osservazione di azioni compiute da altri e dal feedback che essi ricevono. In questo caso si parla di rinforzo vicariante 3, ossia di un azione di condizionamento che si esercita anche su chi non compie l esperienza, ma si limita ad assistervi. Bandura ipotizza anche l apprendimento osservativo: un solo modello può trasmettere simultaneamente a molta gente, dispersa in vari luoghi modi di pensare e di agire. Sulle idee che la gente si fa della realtà sociale, molto influiscono quelle che vengono definite esperienze vicarie (ciò che si sente o che si vede) senza bisogno di correttivi basati sull esperienza diretta. Mentre una volta gli influssi sul modellamento si limitavano a quello che l individuo imparava dal proprio ambiente sociale, con i video in particolare, l osservatore ha la possibilità di andare oltre i suoi schemi di pensiero; idee e pratiche sociali possono essere diffuse più rapidamente. 1 Cfr. Editoriale - in Formare Open Journal per la formazione in rete; G. Bonaiuti; n 79 maggio settembre Cfr. Bandura; G.V. Caprara ( a cura di); Franco Angeli, Milano Cfr. Psychological modeling: conflicting theories. Bandura, A. (1971). Chicago: Aldine Atherton - 4 -

5 Gli influssi del modellamento possono: ü Favorire l acquisizione di nuove competenze, abilità cognitive e schemi di comportamento ü Agire sul livello di motivazione e sugli impedimenti comportamentali ü Possono essere suggerimenti sociali ü Far insorgere emozioni negli osservatori 4 Il binomio apprendimento video è stato quindi sviluppato già dagli anni 60 per verificare l efficacia di nuove metodologie e di nuovi strumenti a supporto dell apprendimento stesso. 2.1 Video e narrazione Nell analizzare l utilizzo del video in ambito formativo non si può prescindere da alcune considerazioni sull approccio narrativo che ne caratterizza gran parte del suo valore legato alla capacità di connettersi con la realtà e suscitare emozioni. Il video digitale costituisce un modo per valorizzare infatti metodologie basate sulla narrazione. La narrazione intesa come metodologia in cui l esperienza narrata comporta la ricostruzione di un esperienza personale in rapporto ad altri e all ambiente sociale può essere applicata efficacemente per fini formativi e veicolata attraverso il video. Una tipica applicazione del metodo è rappresentata dalla tecnica dello storytelling che parte dall analisi dei racconti di vite e di professione, delle biografie collegate alle esperienze e arriva ad intervenire nel processo di cambiamento di un organizzazione. Il racconto dell'esperienza, è un'apertura o una frattura inevitabile tra l'esperienza come il soggetto l'ha vissuta e l'atto linguistico di come comunica l'esperienza stessa, e diventa attraverso la narrazione la rappresentazione stessa dell esperienza. La trascrizione dell esperienza narrata è sempre una selezione parziale ed incompleta dell esperienza stessa, e anche gli accorgimenti per recuperare l esperienza stessa (la registrazione, la videoripresa, la fotografia) riflettono sulla rappresentazione finale. Il pensiero narrativo è una modalità cognitiva che favorisce i soggetti ad attribuire significato alle esperienze; il dispositivo narrativo risulta particolarmente efficace nella chiarificazione e comprensione di accadimenti, eventi, esperienze, situazioni umane connotate da forte intenzionalità e nella messa a fuoco di unità di analisi particolarmente complesse, in cui giocano un ruolo centrale i soggetti umani, le loro storie, le opzioni culturali, etiche, valoriali di cui sono portatori, le loro intenzioni, motivazioni, scelte e le relazioni intersoggettive che intessono sia su un piano cognitivo/culturale che su un piano affettivo relazionale. 5 La connessione tra narrazione e processo di apprendimento (e quindi anche questione educativa) si stabilisce nell atto di compiere processi di costruzione di senso e attribuzione di 4 Cfr. Ibidem 5 Cfr. La narrazione come dispositivo conoscitivo ed ermeneutico, M. Striano, 2005 in Pratiche narrative per la formazione, n 3 Collana I Quaderni di M@gm@ - 5 -

6 significato, che avvicina la comprensione stessa del soggetto all interpretazione dell esperienze. 6 Di seguito si riporta una tabella esemplificativa delle diverse applicazioni dello storytelling. Pratiche attività Assistenza professionale e accompagnamento lavorativo, nella duplice declinazione del tutoring e del mentoring Tecnologie del se e didattiche educative- formative autodiagnostiche Studio ed analisi delle particolari- nuove, diverse ecc..- forme del pensiero e del sentimento che il soggetto agisce e/o sperimenta nel contesto relazionale della sua professione Formazione volta a eseguire meglio le diverse attività del proprio lavoro: progettazione, vendita, relazione. Socializzazione dei saperi taciti professionali che- attraverso la narrazione- trovano un loro modo di esperimersi e modellizzarsi, soprattutto in riferimento a specifiche comunità professionali Applicazione storytelling Storytelling come racconto di se Storytelling usato come metodo di self management Storytelling come dispositivo per comprendere e potenziare il proprio sistema di relationship management Storytelling come skills da possedere e sviluppare nelle proprie attività di valore Storytelling come medium per analizzare e leggere meglio la performance delle proprie attività (anche attraverso strumenti e fiction audio- video) Tabella 1(A., 2009) Il rapporto esistente tra apprendimento, narrazione e media ha favorito un cambiamento radicale del modo di costruire e veicolare i contenuti narrativi e la ricerca in questo campo ha continuato a svilupparsi nel corso del tempo insieme al continuo evolversi della ricerca in campo tecnologico. 2 FUNZIONE DIDATTICA DEI VIDEO La profonda interconnessione tra apprendimento e media è un elemento fondamentale per comprendere l utilizzo dei video all interno di percorsi formativi e le relative caratteristiche. Per riuscire a descrivere al meglio tale rapporto si è preso come riferimento in letteratura il testo di Calvani Che cos è la tecnologia dell educazione nel quale l autore mette in risalto come l individuo che apprende si comporta in maniera diversa a seconda che l oggetto di apprendimento si presenti con una struttura caratterizzata da testo, suono, animazione. 6 Cfr.Fostering critical reflection in Adulthood; P.F. Dominicè, in J. Mezirow, Jossey-Bass Publishers, 1990 San Francisco (USA) - 6 -

7 La comunicazione multimediale, secondo Calvani, può migliorare l apprendimento, rispetto a quella tradizionale ma solo in determinate condizioni. Infatti, si apprende meglio attraverso sei principi fondamentali: principio di multimedialità, di contiguità spaziale, di contiguità temporale, di coerenza, di modalità, di ridondanza e di differenza individuale. Nel dettaglio tali principi si possono sviluppare in modalità in cui l apprendimento è favorito, quali: ü da parole e immagini piuttosto che da parole sole ü quando le parole e le immagini corrispondenti sono vicine ü quando le parole e le immagini corrispondenti sono presentate simultaneamente ü quando parole, immagini, suoni estranei sono esclusi ü quando le animazioni sono accompagnate da narrazione piuttosto che da animazione e testi sullo schermo ü da animazioni accompagnate da narrazione piuttosto che da animazioni, accompagnate sia da narrazioni che da testi sullo schermo Rimane fondamentale evitare il sovraccarico cognitivo ; la soluzione migliore si ottiene quando sia il canale visivo sia quello uditivo sono coinvolti in maniera da fornire informazioni coerenti tra loro. La funzione didattica degli audiovisivi è, quindi, quella di superare i limiti della comunicazione verbale e questo è possibile sia a livello tecnico che a livello di apprendimento. A livello tecnico, i video consentono di focalizzare l attenzione degli utenti/partecipanti su un argomento ben definito, stimolando l immaginazione e aumentando il livello di interesse e di attenzione che può stimolare la classica lezione frontale. Inoltre integrano le descrizioni illustrando la relazione esistente tra fatti ed idee. A livello di apprendimento la visione di prodotti multimediali crea e provoca emozioni, promuove la memorizzazione e serve per sfidare le abilità del discente e a consolidare ciò che si è appreso risparmiando tempo di apprendimento. 7 Per poter progettare al meglio un video didattico risultano particolarmente interessanti le distinzioni adottate da Clark e Lyons che riportiamo di seguito attraverso le tabelle citate nell articolo. 8 7 Cfr. Che cos è la tecnologia dell educazione; Calvani A.; Carocci, Gennaio Cfr. Clark R.C. e Lyons C., Graphics for Learning. Proven Guidelines for Planning, Designing, and Evaluating Visuals in Training Materials, San Francisco, Pfeiffer

8 Evento didattico Definizione Esempio Supportare l attenzione Attivare o costruire preconoscenza Minimizzare il carico cognitivo Costruire modelli mentali Supportare il trasferimento di apprendimento Supportare la motivazione Immagini e impostazioni grafiche che guidano l attenzione agli elementi importanti in una presentazione didattica e che minimizzano la dispersione dell attenzione. Immagini che coinvolgono modelli mentali esistenti o forniscono una panoramica di alto livello dei contenuti per supportare l acquisizione di nuove informazioni. Immagini e impostazioni grafiche che minimizzano il lavoro mentale estraneo imposto alla memoria di lavoro durante l apprendimento. Immagini che aiutano chi apprende a costruire ricordi nella memoria a lungo termine supportando una più profonda comprensione dei contenuti. Immagini che incorporano caratteristiche chiave dell ambiente di lavoro, immagini che promuovono una comprensione più profonda. Immagini che offrono materiale interessante e non ostacolano l apprendimento. 1. Una freccia per evidenziare la parte significativa di una schermata del computer; 2. Collocazione dell immagine vicino al testo che lo descrive. 1. Analogia visuale tra nuovi contenuti e conoscenze familiari; 2. Immagine che permette una visione generale del nuovo contenuto. 1. Immagini schematiche opposte a immagini fotografiche; 2. Immagini rilevanti opposte a immagini decorative. 1. Un diagramma schematico per illustrare come funziona un attrezzatura; 2. Una simulazione visuale di come i geni sono trasmessi dai genitori ai discendenti. 1. Uso di software di simulazione dello schermo che si presenta e si comporta come un software vero e proprio; 2. Uso di una simulazione virtuale per costruire un modello mentale di causa effetto. 1. Un immagine che mostra la rilevanza evidente delle competenze proprie di un lavoro; 2. Un organizzatore visuale che chiarisca la struttura del materiale

9 Tabella 2 Le funzioni psicologiche delle immagini secondo Clark e Lyons (Clark e Lyons, 2004, p. 16). 3 LA FRUIZIONE DEI VIDEO Il video come già abbiamo avuto modo di spiegare può essere un mediatore di apprendimento, che ha la capacità in primo luogo di integrare conoscenze teoriche a quelle pratiche e anche quella di facilitare il processo di apprendimento catturando e focalizzando l attenzione di chi ne fruisce su argomenti specifici. Perché l utilizzo sia efficace e risponda in modo puntuale agli obiettivi di apprendimento è necessario che ogni singola soluzione sia contestualizzata e scelta sulla base dell ambiente nel quale deve essere proposta (on line o in aula) 3.1 Fruizione online I video posso essere fruiti on line all interno di un percorso guidato o in autoapprendimento, nel primo caso la presenza di un tutor può guidare efficacemente la fruizione suggerendo chiavi di lettura e aiutando l utente a collocare in modo efficace il video all interno del percorso in cui è inserito. Diverso è il caso in cui il video sia da fruire in maniera autonoma, in quest ultimo caso potrà essere contenuto interno di un percorso formativo oppure cosa più rara essere fruito in maniera del tutto indipendente da altri oggetti formativi e godere quindi di piena autonomia e completezza da un punto di vista formativo. Nel caso della fruizione in autoapprendimento è necessario che il video sia integrato al suo interno oppure tramite supporti esterni con le informazioni che chiariscano e focalizzino gli obiettivi del video, le parole chiave, una guida all osservazione, eventuali esercitazioni da poter svolgere in autonomia per assicurare aderenza tra gli obiettivi formativi e il loro effettivo raggiungimento. 3.2 Fruizione in aula Video e filmati possono essere utilizzati per arricchire le lezioni con rappresentazioni dinamiche di situazioni concrete, permettendo di migliorare la comprensione dei problemi tratti dalla realtà portandoli in aula in maniera autentica. Studi sperimentali hanno dimostrato che l uso dei video in contesti educativi può favorire la comprensione e il transfer delle conoscenze, in particolar modo quando per capire i processi in movimento o sistemi complessi è necessario che questi siano osservabili. (Zahn et al 2005) Di seguito si riporta un esempio di utilizzo: - 9 -

10 Tipologia di video La video lezione Il video buone prassi Video interviste Tabella 3 Obiettivo Incontro in presenza Attività on line Trasferimento di conoscenze Supportare il trasferimento dell apprendimento Supportare la motivazione L incontro in presenza viene ripreso nella sua parte di docenza frontale; Il video viene osservato in aula e discusso in piccoli gruppi a partire da alcuni spunti di riflessione che vengono dati dal docente; Percorso guidato: La video lezione può essere collocato all inizio di una un percorso a cui può far seguito un esercitazione di verifica dell apprendimento da parte del tutor, l esercitazione può essere anche organizzata in piccoli gruppi. Autoapprendimento: La video lezione per essere più efficace può supportata da un esercitazione di verifica da svolgere in autonomia, un glossario, approfondimenti normativi piuttosto che studi e ricerche che permettono di ampliare il tema Percorso guidato: il video corredato di una griglia per l osservazione e una guida alla riflessione può essere utilizzato per l individuazione degli elementi di trasferibilità e come lancio per la discussione tra pari all interno di una community. Autoapprendimento: 4 CASI ESPERIENZIALI RILEVATI Per riuscire a comprendere le reali modalità di utilizzo dei video come facilitatori e mediatori dell apprendimento sono state rilevate delle buone prassi a supporto della scelta metodologica cosi da definire al meglio caratteristiche e potenzialità dello strumento. Nel

11 dettaglio abbiamo preso in considerazione due casi esperienziali rilevati nel contesto nazionale ed internazionale. 4.1 IL LABORATORIO MELA Il laboratorio MELA Media Education e- learning LAboratorio (MELA) è il Centro di servizi integrati, per l erogazione di servizi tecnico/scientifici di supporto alle attività scientifiche del Dipartimento di Scienze dell educazione e alle attività didattiche della Facoltà di Scienze della Formazione dell Università di Bologna. MELA si occupa di promuovere, progettare, erogare servizi orientati a sostenere la Ricerca e la Formazione nell ambito della Media Education e dell E- Learning. Nel manifesto presente sulla pagina web del laboratorio si legge che MELA è un medium d approfondimento, non generalista, con una funzione culturale indirizzata a tutti coloro che vogliono formarsi nei temi delle scienze sociali. Esso si propone come supporto allo studente per l orientamento e l approfondimento scientifico e come opportunità di autoapprendimento al cittadino che si senta corresponsabile della propria crescita intellettuale e che voglia esercitare una cittadinanza attiva e consapevole. 9 Alla base c è la consapevolezza che l immagine video è una forma di stimolazione culturale profondamente democratica, perché dotata di ampio potenziale di diffusione e facilmente assimilabile dall ambiente comunicativo della rete Internet. Insieme, c è la convinzione che siano possibili forme di elaborazione culturale e di comunicazione scientifica centrate sul video dal forte impatto sociale e di livello intellettuale elevato. MELA produce elaborati audiovisivi originali, realizzati anche sulla base di video riprese effettuate durante lo svolgimento delle singole ricerche; documentazioni di eventi, di attività formative e di ricerche nazionali e internazionali; audiovisivi per fini didattici, di divulgazione delle conoscenze scientifiche, di aggiornamento professionale e di educazione permanente. L idea centrale che guida l intero progetto è dunque la consapevolezza che un prodotto audiovisivo possa essere stimolo per la crescita culturale dell individuo e per un apprendimento significativo Il Laboratorio MELA si caratterizza per la produzione di: ü Video per la ricerca e il lifelong learning ü Video per la promozione delle pratiche educative I video prodotti da MELA utili al lifelong learning sono realizzati sotto forma di interviste, narrazioni di storie, documentari, estratti di convegni, lezioni. A questi si aggiungono i video per la comunicazione dei risultati scientifici, che possono essere brevi spot caratterizzati da uno stile evocativo e aventi lo scopo di catturare l attenzione sull argomento, o video più lunghi che introducano all argomento di ricerca, ne presentino la complessità e le sfumature, gli obiettivi raggiunti e le domande rimaste aperte. Tutti i video prodotti da MELA sono pensati e strutturati per diffondere contenuti scientifici, favorire l aggiornamento professionale, accrescere l interesse per l approfondimento culturale. Di particolare interesse risultano essere i video per la promozione delle pratiche educative: questi consentono di far emergere la conoscenza tacita, non espressa e non formalizzata, che ogni educatore si è creato con la propria esperienza, e di disseminare tale 9 -

12 conoscenza affinché possa essere largamente condivisa. Oggetto della documentazione non è solamente l esito del lavoro: ciò che viene comunicato è soprattutto il percorso, con le sue tappe, con i problemi insorti durante il cammino e le soluzioni studiate per superarli, le reti di relazioni, i contributi di ciascuno. Una riflessione sull intera esperienza educativa è utile ai diversi attori di un progetto didattico IL CASO DEGLI IPERVIDEO DI SCUOLAVISIONE La ricerca nell ambito della multimedialità a sostegno della formazione, continua a produrre elementi di particolare interesse. Soprattutto in ambito scolastico, si sta sperimentando l utilizzo della multimedialità connesso a tipologie di supporti ipertestuali; l idea di base è piuttosto semplice: applicare il concetto di «ipertesto» al video 11 Un esempio di ipervideo è stato realizzato in Svizzera con il progetto Scuolavisione: il progetto ha previsto la realizzazione di un film presentato nella sua forma originale supportato però da collegamenti ipertestuali dinamici collegati a oggetti visivi all interno del video, che si estendono verso elementi informativi aggiuntivi, come un testo, un immagine, o un altro videoclip. Dopo aver visitato le destinazioni del collegamento, l utente può ritornare al video principale e continuarne la visione come prima. Il progetto intende dunque esplorare il potenziale dell ipervideo come mezzo per promuovere apprendimento nel contesto della formazione professionale, consentendo a tutti i docenti, formatori e istruttori, senza necessità di particolari competenze informatiche: ü di personalizzare e strutturare risorse audiovisive interattive da utilizzare durante le proprie attività di formazione ü di condividere con i colleghi gli stessi materiali, creando una sorta di community. Accanto ai limiti infrastrutturali, infatti, uno dei motivi per cui spesso nonostante le potenzialità il materiale audiovisivo non trova spazio all interno delle attività scolastiche è proprio la difficoltà che i docenti riscontrano nel trovare materiale che risponda alle proprie esigenze specifiche: molta documentazione, ma precostituita e poco duttile. Per la realizzazione di un ipervideo occorrono tre elementi fondamentali: 1. La possibilità di selezionare un video di partenza, che riproduca i contenuti desiderati; 2. la possibilità di inserire tali contenuti in un interfaccia semplice, intuitiva, facilmente utilizzabile un authoring tool che chiameremo editor, che consenta di trasformare il video semplice in un ipervideo (da usarsi, quest ultimo, in un player apposito); 3. la possibilità di condividere i materiali didattici, mettendoli a disposizione dei colleghi: un portale Web che garantisca l archivio dei materiali. 10 Cfr. Il video, un mediatore per l apprendimento in Form@re Open Journal per la formazione in rete; L. Corazza; n 79 maggio settembre Cfr. Scuola visione: ipervideo e formazione professionale in Form@re Open Journal per la formazione in rete; A. Cattaneo e A. T. Nguyen; n 79 maggio settembre

13 La tecnologia dell ipervideo permette di superare la logica di un fruitore del tutto passivo di fronte a un medium preconfezionato e unidirezionale. L utente ha la possibilità di interagire con il video, fermandolo o ripercorrendolo quando necessario, per andare a esplorare i materiali di approfondimento messi a disposizione, che possono essere di tipo testuale, iconico o uditivo. Inoltre, durante la visione del filmato, egli ha la possibilità di inserire delle annotazioni laddove lo ritiene utile, o ancora nella modalità online di inserire dei commenti situati nello spazio e nel tempo, per avviare così uno scambio di opinioni con i compagni di classe. Molteplici sono dunque le funzionalità dell ipervideo e diversificate le possibilità e potenzialità di utilizzo nell ambito didattico VANTAGGI DELLA METODOLOGIA L utilizzo dei video nella formazione porta in sé alcuni vantaggi in tre aree particolari: contenuti, modalità di realizzazione e utilizzo. Rispetto all area dei contenuti, le informazioni presenti nei video sono più facilmente ricordabili perché supportate da immagini, musica, effetti sonori e grafici e i contenuti proposti possono essere, inoltre, facilmente modificati e rieditati. Inoltre le riprese individuali e le sequenze possono essere commentate subito, permettendo alle competenze tecniche e trasversali di essere comprensibili ad un ampia platea. Risultati ad alto impatto si ottengono quando i video vengono utilizzati all interno di un percorso che abbia la finalità di modificare i comportamenti. I vantaggi riscontrabili nelle modalità di realizzazione sono riconducibili alla possibilità di rivedere e riutilizzare il girato a seconda dell utilizzo e di poter inserire elementi grafici e materiali formativi già esistenti. Infine, rispetto all area dell utilizzo i vantaggi si ritrovano nella possibilità che l apprendimento sia individualizzato perché il prodotto può essere visualizzato in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo e che anche la sequenza dei contenuti possa essere rivista a seconda delle necessità dell utente. I video permettono, quindi, di supportare presentazioni complesse da parte dei relatori e di non perdersi contenuti importanti perché catturati attraverso le immagini. A questo si aggiungono le possibilità di presentare contenuti in poco tempo e di mantenere alto il livello di attenzione del discente. 6 I CONTESTI DI UTILIZZO PER IL PROGETTO INCREASE Lo strumento del video è già stato utilizzato per i contenuti realizzati dal Progetto con due finalità specifiche: raccontare e documentare. Le tipologie di video realizzate corrispondono sostanzialmente a queste due categorie. Le video interviste sono state utilizzate per raccontare un esperienza. L intervista rappresenta una delle modalità di indagine (raccolta dei dati) più utilizzata e possiamo definirla come una forma di conversazione che segue regole e impiega tecniche specifiche, uno scambio di opinioni tra due persone che si confrontano su un tema di interesse comune 12 Cfr. L ipervideo nella formazione professionale: alcuni esempi; in Form@re Open Journal per la formazione in rete; A. Cattaneo e A. T. Nguyen; n 79 maggio settembre

14 producendo conoscenza. Lo scopo delle video interviste è l autoriflessione e il miglioramento professionale anche quando l obiettivo è costituito dalla generazione di nuova conoscenza. Accanto alle video interviste abbiamo considerato anche le testimonianze, laddove anche queste vengono realizzate per raccontare esperienze ed hanno un taglio prettamente operativo rispetto al contenuto o alle informazioni che intendono veicolare. La differenza sostanziale tra video interviste e testimonianze è relativa ai soggetti coinvolti nel momento della registrazione del video. Se nel primo caso la struttura del video è costruita su un dialogo e su un botta e risposta tra intervistatore ed intervistato, nelle testimonianze il racconto e la riflessione sull esperienza sono affidati al singolo esperto coinvolto. L elemento comune tra queste due tipologie di video rimane la necessità di costruire in maniera efficace e rispondente alle esigenze del target a cui sono rivolte, la struttura delle informazioni e dei contenuti. Figura 1 Es. di video lezione Le video lezioni, utilizzate per documentare le attività di aula, sono state realizzate laddove una particolare docenza veniva ritenuta significativa per il processo di apprendimento da sostenere. La video lezione serve a veicolare un contenuto e viene realizzata soprattutto per permettere che l argomento possa essere fruibile, trasmissibile e utilizzabile da tutti in qualsiasi momento. Le presentazioni di casi e di buone prassi sono state utilizzate per l analisi e la riflessione rispetto a conoscenze e comportamenti. L utilizzo del video ha consentito di: ü Presentare buone prassi in ambito lavorativo e le relative conoscenze tacite ü Tradurre le prassi in oggetti di comunicazione ü Condividere tali oggetti all interno di una comunità di apprendimento ü Creare un vero e proprio ambiente di apprendimento L utilizzo delle immagini facilita infatti la presentazione di uno specifico argomento soprattutto se si tratta di esperienze o di casi di studio dai quali trarre elementi di riflessione e permette l analisi di determinati comportamenti sia in positivo che in negativo facilitando l apprendimento di tali caratteristiche

15 Figura 2 Es. di video di buona prassi I video rappresentativi di buone prassi consentono così la descrizione di una situazione stimolo reale o verosimile e facilitano all interno di un gruppo di partecipanti in un aula di formazione, lo sviluppo di discussioni, dibattito, ricerca tesi a favorire l apprendimento. In generale l utilizzo dei video per la presentazione di casi/ buone prassi ha permesso di mettere insieme le caratteristiche dello strumento video con le metodologie formative previste raggiungendo risultati molto soddisfacenti. I prodotti realizzati: ü sono innovativi, ovvero sviluppano soluzioni nuove e creative al problema che affrontano; ü hanno un impatto tangibile e dimostrabile nel migliorare la qualità della vita dei beneficiari; ü sono il risultato di partenariati effettivi tra pubblico, privato e settori della società civile; ü sono sostenibili da punto di vista sociale, culturale, economico ed ambientale; ü sono potenzialmente riproducibili in altri contesti 7 PUNTI DI ATTENZIONE L uso di filmati video, per le specifiche caratteristiche del media, presenta particolari criticità che si contraddistinguono nelle diverse fasi di produzione. Nella fase di progettazione è necessario prestare la massima attenzione ad obiettivi e contenuti che si intende trasmettere: il video, infatti, per la sua durata non permette come la lezione tradizionale di poter argomentare, esplicitare e sostenere i contenuti proposti. In questa fase la criticità sostanziale si ritrova nella difficoltà di poter veicolare il contenuto in un tempo molto breve. Fondamentale sarà quindi definire gli obiettivi di apprendimento che si vuole ottenere con lo strumento e strutturare una scaletta di possibili argomenti per riuscire a renderli efficaci nel breve tempo concesso. Anche la scelta del relatore dovrà essere effettuata con oculatezza; l efficacia esplicativa del docente è importante per la resa dei contenuti stessi; l esperto dovrà essere in grado di gestire al meglio il tempo concesso per raccontare i contenuti o le esperienze scelte. Nella fase di realizzazione possono poi sorgere particolari complessità nella gestione delle interviste: bisogna attenzione a tempi, efficacia dei contenuti proposti e obiettivi che si intende raggiungere. Sarà sempre necessario condividere questi punti nodali, prima della realizzazione stessa, con i relatori. Questo anche per garantire in fase di montaggio, che forma e contenuto siano ben bilanciati e di facile comprensione

16 Nella fase di messa a disposizione e di fruizione è fondamentale che il formato video sia fruibile attraverso i programmi più comuni e che sia di dimensioni tali da permetterne la visualizzazione. A livello didattico, il video dovrà essere sostenuto da materiale di approfondimento e di riflessione per permettere una corretta comprensione dei contenuti proposti

17 BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA DI RIFERIMENTO Editoriale - in Form@re Open Journal per la formazione in rete; G. Bonaiuti; n 79 maggio settembre 2012 Bandura; G.V. Caprara ( a cura di); Franco Angeli, Milano 1997 Psychological modeling: conflicting theories (1971); Bandura, A; Chicago: Aldine Atherton La narrazione come dispositivo conoscitivo ed ermeneutico, M. Striano, 2005 in Pratiche narrative per la formazione, n 3 Collana I Quaderni di M@gm@ Fostering critical reflection in Adulthood; P.F. Dominicè, in J. Mezirow, Jossey- Bass Publishers, San Francisco (USA) 1990 Che cos è la tecnologia dell educazione; Calvani A.; Carocci, Gennaio 2004 Graphics for Learning. Proven Guidelines for Planning, Designing, and Evaluating Visuals in Training Materials, Clark R.C. e Lyons C.; San Francisco, Pfeiffer 2004 Immagini dinamiche: appunti per un catalogo degli usi didattici, Filippo Bruni, Università del Molise in Form@re Open Journal per la formazione in rete; R. Santagata; n 79 maggio settembre 2012 Immagini dinamiche: appunti per un catalogo degli usi didattici in Form@re Open Journal per la formazione in rete; F. Bruni;n 79 maggio settembre 2012 Osservazione in classe e videoriprese come strumenti per lo sviluppo professionale dei docenti e la ricerca didattica. Note di metodo su un esperienza in corso nella Provincia di Bolzano in Form@re Open Journal per la formazione in rete; G. Tacconi; G. Mejia Gomez; n 79 maggio settembre 2012 Un modello per l utilizzo del video nella formazione professionale degli insegnanti in Form@re Open Journal per la formazione in rete; R. Santagata; n 79 maggio settembre 2012 Il video, un mediatore per l apprendimento in Form@re Open Journal per la formazione in rete; L. Corazza; n 79 maggio settembre 2012 Scuola visione: ipervideo e formazione professionale in Form@re Open Journal per la formazione in rete; A. Cattaneo e A. T. Nguyen; n 79 maggio settembre 2012 L ipervideo nella formazione professionale: alcuni esempi in Form@re - Open Journal per la formazione in rete; A.Cattaneo e A. T. Nguyen; n 79 maggio settembre

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