Il Sistema monetario Europeo (SME) Stefano Papa Università di Roma Sapienza. Facoltà di Economia

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1 Il Sistema monetario Europeo (SME) Stefano Papa Università di Roma Sapienza Facoltà di Economia

2 Il processo di allargamento Prima fase Seconda fase

3 Le politiche di coesione ANNI 80 Centrality of EU25 Regions < 30 Periphery Intermediate Core Index, EU-25 = >= 125 Canarias (E) Guadeloupe Martinique RÈunion (F) (F) (F) Guyane (F) AÁores (P) Madeira (P) Kypros SIG16 GDP per head by region (PPS), 1998 Index, EUR-26 = 100 <

4 Il collasso dei sistemi comunisti ANNI 90

5 L Europa di oggi ANNI 90 Dall inizio degli anni 90, il nuovo ambizioso obiettivo di realizzare l unione monetaria e il processo di allargamento ai paesi dell Europa dell Est comportarono la necessità di un riassetto della struttura europea UNIONE EUROPEA Trattato di Maastricht (1992) Trattato di Amsterdam (1997): cooperazione rafforzata e l accordo di Schengen. ALLARGAMENTO VERTICE DI COPENHAGEN (1993): PECO (Criteri da soddisfare) Agenda 2000 Trattato di Nizza (2001): modificazione VMQ RIASSETTO ISTITUZIONALE Trattato che adotta una Costituzione per l Europa (2004) IL FUTURO DELL UE Dichiarazione di Berlino (2007) Trattato di riforma. Trattato di Lisbona.

6 Il Serpente Europeo Nel 1971, l estremo tentativo di salvare Bretton Woods fu quello di ampliare i margini di fluttuazione nei confronti del dollaro da +/- 1% al +/-2.25%. Le valute potevano fluttuare fino al +/-4.5% nei confronti delle altre (Il Serpente nel tunnel). Il sistema di Bretton Woods cadde nel I paesi CEE decisero di creare il Serpente Europeo: l accordo non era vincolante, nè sorretto da meccanismi che aiutassero a mantenere le parità dei tassi di cambio delle valute europee. Problema dei paesi europei dovevano coordinare le politiche economiche. L inflazione era molto diversa in UE. Cicli economici differenti anche tra paesi europei. Verso un difficile àncoraggio delle valute europee al marco.

7 Verso lo SME Dal 1979 al 1986, i tassi di inflazione dei paesi UE furono divergenti, i tassi di cambio nominali bilaterali fissi ed aggiustabili (ERM), ma il risultato era un disallineamento permanente delle parità. L inflazione minava la competitività, l equilibrio esterno e di conseguenza il riallineamento della parità era calcolato sul differenziale di inflazione registrato tra due valute. Obiettivo: ridurre i differenziali di inflazione in UE. Emulare la politica monetaria della Germania che la utilizzava non per soddisfare l equilibrio interno, ma per mantenere l equilibrio esterno. Ancoraggio dei paesi UE alla politica monetaria tedesca. Alcuni paesi ebbero la meglio nel mettere l inflazione sotto controllo (Germania, Olanda, Belgio), mentre altri (Italia e UK) riuscirono con molta fatica nell intento.

8 Differenziali di inflazione UE rispetto alla Germania

9 Sistema Monetario Europeo (SME) Nel 1979 fu ideato lo SME come strumento per assorbire gli shocks esterni (shock-absorber), in particolare quelli provenienti dagli Stati Uniti, inducendo i paesi europei a coordinare le loro politiche economiche. 1. I paesi appartenenti alla CEE (ad eccezione del UK) diedero vita allo SME, stabilirono il meccanismo europeo del tasso di cambio (ERM) attraverso delle parità bilaterali fisse, ma aggiustabili con bande di oscillazione (da 2,25% al 6%, paesi ad alta inflazione che perseguivano l equilibrio interno). Queste furono allargate fino al 15% nel 1993, a causa degli attacchi speculativi, per l impossibilità di mantenere cambi fissi, perfetta mobilità dei capitale e politiche monetarie indipendenti. 2. Le Banche centrali dei paesi UE avevano l obbligo di intervenire nei mercati dei cambi, appena il tasso di cambio bilaterale urtava con i margini di oscillazione.

10 SME 3. Le banche centrali dei paesi membri si accordarono affinché vi fosse l obbligo del sostegno reciproco (vincolante) in caso di difficoltà di un paese nel mantenere le parità bilaterali dei tassi di cambio. Gli altri paesi potevano acquistare la valuta deprezzata (concedere prestiti al paese con PC<0) o vendere la valuta apprezzata (PC>0), in caso di squilibrio esterno della bilancia dei pagamenti. 4. Evitare politiche di svalutazione competitive da parte dei paesi che avevano squilibri esterni negativi (PC<0), perché tali politiche avrebbero danneggiato commercialmente i paesi aderenti (virtuosi) che avevano surplus commerciali. 5. Le parità bilaterali non potevano essere modificate unilateralmente (regime a flessibilità limitata). 6. Gli eventuali riallineamenti dovevano essere decisi congiuntamente da tutti i membri allo SME.

11 SME 7. L ECU è l unità di conto e valuta di riferimento per definire le parità centrali (1 ECU=152, 0,62 Marco, 1,33 franchi ecc). L ECU era un indicatore di divergenza, ossia quando una valuta divergeva del 2,25% rispetto al valore di 1 ECU, scattava la presunzione di intervento, ma non l obbligo che si aveva solo, da parte delle banche centrali, nel caso del superamento dei margini di oscillazione bilaterali.

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13 Problemi di coordinamento nello SME A. Piano A: Germania era il paese con più bassa inflazione in media in UE (politica monetaria rigorosa, non perseguiva l obiettivo interno, ma quello esterno). Politica tedesca emulata dagli altri paesi europei in relazione al tipo di politica monetaria ottimale da perseguire. B. Piano B: All inizio alcuni paesi dello SME, adottarono il cambio fisso, l indipendenza della politica monetaria, in regime di controllo dei capitali Politica monetaria efficace (Piano B seguito ad esempio da Francia, UK, Italia). I risultati (dei due piani) fu che i differenziali di inflazione divennero più elevati tra i paesi seguivano il piano B rispetto al piano A. Per i primi 10 anni dello SME, i tassi di inflazione furono estremamente divergenti squilibri esterni per i paesi meno competitivi. Ad esempio, il differenziale tra Marco tedesco (DM) e Lira era in media del 10% annuale. Ci furono moltissimi allineamenti rispetto alle parità.

14 Problemi di coordinamento nello SME A. Piano A: Germania era il paese con più bassa inflazione in media in UE (politica monetaria rigorosa, non perseguiva l obiettivo interno, ma quello esterno). Politica tedesca emulata dagli altri paesi europei in relazione al tipo di politica monetaria ottimale da perseguire. B. Piano B: All inizio alcuni paesi dello SME, adottarono il cambio fisso, l indipendenza della politica monetaria, in regime di controllo dei capitali Politica monetaria efficace (Piano B seguito ad esempio da Francia, UK, Italia). I risultati (dei due piani) fu che i differenziali di inflazione divennero più elevati tra i paesi seguivano il piano B rispetto al piano A. Per i primi 10 anni dello SME, i tassi di inflazione furono estremamente divergenti squilibri esterni per i paesi meno competitivi. Ad esempio, il differenziale tra Marco tedesco (DM) e Lira era in media del 10% annuale. Ci furono moltissimi allineamenti rispetto alle parità.

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17 Evolution: From Symmetry to DM Zone Inflation France Germany Italy Netherlands

18 2 tipi di politiche economiche Lo SME fu pensato come un strumento per ridurre le svalutazioni competitive dei paesi a più elevata inflazione. All inizio non tutti i paesi seguirono il rigore della politica monetaria (bassa inflazione) della Germania. L adesione dello SME avrebbe svolto il ruolo di elemento di credibilità delle politiche anti-inflazionistiche di alcuni paesi, legando le mani a paesi inclini all instabilità monetaria. Obiettivi interni differenti da parte dei paesi (A e B). Impegno divenuto tutt altro che credibile per via dei numerosi riallineamenti intorno alle parità dello SME. In effetti, negli anni 80 vi furono 2 tipologie di strategie: A. Piano A: Germania. Politiche monetarie destinate alla parità dei tassi di cambio, tassi di inflazione bassi, per mantenere l equilibrio esterno, altrimenti effetti negativi sulla competitività e BP.

19 Verso una politica della BCD A. Germania: Politica monetaria responsabile, tasso di cambio fisso e stabile, bassi prezzi e alta competitività, per mantenere l equilibrio esterno elevati surplus commerciali: PC>0. B. Piano B: Italia e Francia. ITA e FRA usarono la politica dei tassi di cambio fissi, controllo dei capitali e indipendenza della politica monetaria (per raggiungere l obiettivo interno, grazie al legame Tesoro/Banca d Italia fino al 1981). A parità di tasso di cambio, in un regime di controllo di capitali, politiche monetarie espansive comportano minori tassi di interessi e inflazione peggiore competitività PC<0, MK<0, BP<0. Pressione sul tasso di cambio. Conseguenze: Richiesta di un riallineamento per aggiustare la competitività tramite la svalutazione del tasso di cambio.

20 Verso una politica della BCD B. Possibili soluzioni per ITA e FRA: 1. Svalutare la Lira (ottenendo nuova parità), migliorare la competitività e l obiettivo esterno (PC>0) Circolo vizioso. 2. Stretta monetaria: comprare la Lira e vendere le riserve estere (marco, sterlina, franco) implica alti tassi di interesse (MK>0 senza il controllo dei capitali) e contrazione del reddito per controllare l inflazione e raggiungere l equilibrio esterno. B. Per compensare il differenziale positivo di crescita della moneta, dell inflazione rispetto alla Germania che bassa competitività e BP<0, ITA e FRA usarono politiche di correzione delle parità (svalutare Lira e Franco, migliorare la competitività e l equilibrio esterno). La stretta monetaria non era un buon biglietto da visita in termini di ciclo politico elettorale, non rinunciano all obiettivo interno. Riallineamenti prevedibili dagli speculatori internazionali.

21 Italy Current Account Real Exchange Rate (previous year)

22 Valuta àncora: il marco tedesco La valuta àncora permette al paese (Germania) che la emette di fare politiche indipendenti perché non ha l obbligo di mantenere fissa la parità del tasso di cambio. Non deve mantenere il tasso di cambio fisso all interno delle parità centrali. I paesi UE sono condizionati dalle politiche della Germania e lo sono tanto più, quanto più sono liberi i movimenti di capitali (con il MEC: impossibile mantenere il tasso di cambio fisso, politica monetaria indipendente e perfetta mobilità dei capitali). I paesi europei attuarono una politica di ancoraggio al marco, senza però aver completato la convergenza dei tassi di inflazione con pericolosi segnali di perdita di competitività per le valute dei paesi non virtuosi (Italia e Francia). Se non si attuano politiche coordinate correzioni per sanare squilibri esterni: riallineando o mantenendo la parità (stretta monetaria).

23 Unificazione della Germania Per via dell unificazione della Germania, l equilibrio interno ed esterno vengono compromessi perché venne dato un pari valore al tasso di cambio bilaterale Marco Ovest = Marco Est. Effetto: un aumento del potere di acquisto, dei salari e dei prezzi nella Germania dell Est. Doppio pericolo: aumento dell inflazione (equilibrio interno) e perdita di competitività (equilibrio esterno). Per abbassare l inflazione (mantenere l equilibrio interno) e non perdere competitività (equilibrio esterno) rispetto agli altri UE, la Deutsche Bundesbank (BCD) attuò una rigorosa stretta monetaria, acquistando e rivalutando il marco (vende riserve di valuta estera: lire, sterline, franchi). Effetto: alti tassi di interesse per ridurre l inflazione (BP=0: PC<0, MK>0) movimenti capitali liberi con il MEC.

24 Unificazione della Germania La Germania riduce l inflazione, aumenta i tassi di interesse, riduce la base monetaria per attrarre capitali (MK>0). Nonostante il differenziale di inflazione era ancora ampio rispetto alla Germania, Francia e Italia non seguirono la politica monetaria restrittiva della Germania (mancanza di coordinamento delle politiche monetarie), nè svalutarono le loro valute: (PC<0, MK<0; BP<0) pressione sul tasso di cambio, competitività bassa, differenziale di inflazione con la Germania era positivo, anche se ridotto rispetto al passato. Possibili alternative: 1. Stretta monetaria: comprare la Lira e vendere le riserve estere implica alti tassi di interesse (MK>0) e riduzione reddito e dell inflazione, oppure; 2. Svalutare la Lira, migliorare la competitività e l obiettivo esterno (PC>0);

25 Differenziali di inflazione UE rispetto alla Germania

26 Unificazione della Germania 1. Per mantenere la parità centrale con il marco, ITA e FRA dovevano attuare una politica restrittiva (acquistare lire e vendere le riserve di marchi), aumentare tassi di interessi, a costo di una maggiore disoccupazione: costi politici elettorali. I governi erano preoccupati di mantenere il reddito e l occupazione elevati (ciclo elettorale) anche perché si era in recessione (perseguire l obiettivo interno). 2. Alternativa: svalutazione della lira. Il Marco tedesco era la valuta àncora e la mancanza di coordinamento delle politiche monetarie, in sistema di cambi fissi con perfetta mobilità dei capitali rese impossibile sostenere la speculazione internazionale (MEC: libera circolazione dei K) da parte delle banche centrali.

27 Speculazione (liberalizzazione dei K) Si ricorda che con l Atto unico europeo (Piano Delors) del 1986 si sancì la propensione dei paesi europei a procedere sulla via dell integrazione economica e monetaria. Si decise di completare la creazione del mercato unico (MEC), a partire dal 1993, con l eliminazione delle residue barriere non tariffarie al movimento delle merci, dei servizi, dei capitali e delle persone. Con la perfetta liberalizzazione dei capitali fu difficilissimo per le valute europee mantenere le parità perché i riallineamenti dei paesi con squilibri esterni (BP<0) erano prevedibili dagli speculatori che vedevano le Lire e acquistavano Marchi. Tra le banche centrali dei paesi SME vi era l obbligo del sostegno reciproco (vincolante) in caso di difficoltà di un paese nel mantenere le parità bilaterali dei tassi di cambio.

28 Attacchi speculativi: George Soros La sconfitta nel referendum danese sulla ratifica del Trattato di Maastricht, la sofferta vittoria di quello francese portò sfiducia europeista ed attacchi speculativi su Lira e Sterlina. Riallineamenti prevedibili: speculazione internazionale contro le valute dei paesi ad alta inflazione ed squilibri esterni. Scommessa a senso unico speculare: si vendono a pronti e si comprano a termine: Lira, Sterlina e Franco. Si compra a pronti e si vende a termine la valuta tedesca (BP>0). Impossibile da parte delle BI e BUK mantenere le parità bilaterali rispetto al marco (comprare le loro valute e vendere marchi) e lasciarono le loro valute fluttuare nella banda larga (30%) intorno alla parità con il marco. Problemi di mancanza di riserve in valuta estera (marchi) o valutarie, auree da parte di Banca di Italia e Inghilterra.

29 Crisi dello SME La BCD avrebbe dovuto comprare le valute estere e vendere marco, creare inflazione interna, quando aveva come obiettivo primario correggere l inflazione; quindi non effettuò salvataggio della Lira e Sterlina lasciandole fluttuanti, mentre si occupò di salvare il Franco. Paesi, come l Italia, utilizzarono la clausola di mobilità imperfetta dei capitali per evitare che la Lira perdesse enorme valore. A seguito degli attacchi speculativi su Lira e Sterlina, e delle svalutazioni competitive di Spagna, Irlanda e Portogallo, i margini di oscillazione furono ampliati del 15%. L accordo sugli interventi illimitati era impossibile da sostenere contro gli attacchi speculativi: il sostegno alle parità bilaterali fu sospeso. Il sistema delle parità bilaterali e del sostegno reciproco vincolante era finito.

30 Crisi dello SME Piano B fallì: Speculatori acquistavano marco e vedevano allo scoperto lira e sterlina. Occorreva una definitiva rinuncia, da parte dei paesi dello SME, all indipendenza monetaria di breve periodo, visto che la politica monetaria non ha effetti nel lungo periodo, ma aumenta solo il livello dei prezzi. Tutte le banche centrali dovevano rinunciare all indipendenza della politica monetaria (nel breve periodo). Con la perfetta mobilità dei capitali, la speculazione internazionale rende impossibile mantenere i cambi fissi e la contemporanea indipendenza della politica monetaria. Verso una Unione Monetaria: 1) Cambi fissi, 2) Piena mobilità dei capitali. Perdita dell indipendenza monetaria per sostenere l equilibrio interno nel breve periodo.

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