CALVATIA EXCIPULIFORMIS (Scop.: Pers.) Perdeck sin. Lycoperdon excipuliformis Pers.: Pers. sin. L. saccatum Schum.
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1 Osvaldo e Rosario Tagliavini CALVATIA EXCIPULIFORMIS (Scop.: Pers.) Perdeck sin. Lycoperdon excipuliformis Pers.: Pers. sin. L. saccatum Schum. Cresce, gregaria, in estate-autunno, in ogni tipo di prato e di bosco. Specie poco comune. Carpoforo alto fino a 10 cm, con testa globosa, a forma di pera capovolta, munito di gambo cilindrico, rugoso e plissettato, soprattutto verso la base. Esoperidio dissociato in aculei e granuli minuti e caduchi, prima bianco, poi, con l età, di colore ocra-bruno chiaro. Endoperidio di consistenza papiracea e deiscente all apice. Gleba inizialmente soda e bianca che diventa, poi, molliccia ed olivastra, e infine, polverulenta a maturità. Odore e sapore banali. Subgleba distinta. Spore bruno-olivastre in massa, sferiche, verrucose e peduncolate, con lunghi sterigmi, 5-6 µm. Commestibile finché perfettamente bianca alla sezione. Si riconosce per la forma allungata del gambo che, spesso, raggiunge i 2/3 dell altezza del carpoforo. CALVATIA UTRIFORMIS (Bull.: Pers.) Jaap. sin. Lycoperdon caelatum Bull.: Pers. Cresce, da giugno a novembre, nei pascoli di montagna. Specie fedele nelle stazioni di crescita. Carpoforo largo 6-16 cm, a forma di pera, bianco, poi brunastro, superficie superiore ornata da piccole e appuntite piramidi giustapposte che, staccandosi, lasciano la superficie areolata. Gleba bianca, poi giallo-oliva, infine brunastra e polverulenta. Subgleba spugnosa, separata dalla gleba da un diaframma, che, a maturazione, resta nel terreno sotto forma di una coppa papiracea. Odore leggero di acido fenico. Spore brune in massa, subsferiche, lisce, 4 x 5 µm. Commestibile da giovane quando, cioè, la gleba è bianca. Ottima tagliata a fette e cucinata come una cotoletta alla milanese. I funghi appartenenti ai generi Calvatia, Langermannia e Lycoperdon sono conosciuti con i nomi dialettali di p rit d lup o viss n i up. La polvere sporale era utilizzata come cicatrizzante delle ferite degli animali procurate dai basti. La C. utriformis presenta, come tutte le Calvatia, un esoperidio doppio, a due strati, bianco, ricoperto da verruche piccole appuntite e piramidali. Si riconosce per avere un portamento a lampadina con uno pseudogambo quasi allungato. 154
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3 Osvaldo e Rosario Tagliavini LANGERMANNIA GIGANTEA (Batsch: Persoon) Rostkovins sin. Lycoperdon giganteum Bat.: Pers. Cresce nei pascoli di montagna. Specie comune. Fedele nelle stazioni di crescita. Carpoforo globulare, a volte depresso, largo 5-50 cm, avvolto da un esoperidio, cioè da una cuticola esterna papiracea, liscia, doppia, fragile, biancastra o brunogiallognola e da un endoperidio, cioè da una cuticola interna, biancastra o grigiastro-fuligginosa, sottile, che si lacera a maturazione. Gleba bianca e compatta nel giovane, a maturità giallastro-olivastra e molle, infine polverulenta. Base sterile, priva di una vera subgleba, ridotta quasi a una sorta di peduncolo non sempre facilmente individuabile, unito al terreno da evodenti cordoni miceliari. Spore brune in massa, subglobose con breve apicolo, lisce, 4-5 µm. Commestibile da giovane quando, cioè, la gleba è bianca.qualcuno la consuma cruda in insalata, ma è ottima se tagliata a fette e cucinata come una cotoletta alla milanese. Può raggiungere anche 22 Kg di peso. Specie ad accrescimento rapido: secondo Marchand impiegherebbe una sola notte o tre giorni al massimo, per raggiungere il pieno sviluppo. Gli esemplari piccoli potrebbero confondersi con quelli della Calvatia utriformis dai quali, però si distinguono per la superfice liscia e vellutata, non ricoperta prima da verruche piramidali e poi da areole. LYCOPERDON ECHINATUM Pers.: Pers. Cresce, in estate-autunno, nei boschi di latifoglie. Specie comune. Carpoforo largo 4-7 cm, a forma di pera, ricoperto da aculei brunastri che si staccano facilmente, lasciando al loro posto tante aureole. Gleba bianca, poi grigiastra, infine bruno-porpora, polverulenta a maturazione. Odore e sapore insignificanti. Spore di colore cioccolato, sferiche, verrucoso-aculeate, 4,5 x 6 µm. Commestibile da giovane, quando la gleba è bianca. Si riconosce per essere ricoperta da aculei piramidali brunastri che richiamano quelli dei ricci di castagno. 156
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5 Osvaldo e Rosario Tagliavini LYCOPERDON MAMMAEFORME Persoon: Persoon sin. L. velatum Vittadini Cresce, in estate-autunno, soprattutto in boschi di latifoglie. Specie non comune. Carpoforo a forma di pera capovolta, 3,5 x 6-8 cm. Esoperidio tipicamente mammellonato, di colore biancastro-rosato, poi crema, ricoperto da una sorta di velo fioccoso, rotto in placche granulosocremose, alquanto labili. Gleba consistente e delicata, inizialmente bianca, poi ingiallente, indi grigiastro-violacea, infine di colore brunastro scuro e pulverulenta, senza odore e sapore significativi. Spore brunastre in massa, sferiche e verrucose, 4-5 µm. Commestibile. Si riconosce per i frammenti granulosi di velo presenti non solo sulla superficie globosa del carpoforo, ma anche nella parte alta del gambo. LYCOPERDON MOLLE Persoon: Persoon Cresce, da fine estate all autunno, in boschi sia di latifoglie che di aghifoglie. Specie comune. Carpoforo largo 2-4 cm, da piriforme a turbinato con la base costituita da un gambo piuttosto largo e biancastro che con l età diventa bruno chiaro, ricoperto da teneri e corti aculei, facilmente staccabili senza lasciare impronta alcuna di areolatura. Endoperidio da crema a bruno chiaro. Gleba bianca, poi brunastra. Subgleba a maturazione colore bruno-violetto. Spore colore cioccolato, sferiche, verrucose, non pedunculate, 3,7 x 5,4 µm. Commestibile quando la gleba è bianca. Si distingue dal L. umbrinum, (sempre con esoperidio brunastro), che, da giovane, ha un odore di orzo tostato, ben presto nauseante, e le spore peduncolate. 158
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7 Osvaldo e Rosario Tagliavini LYCOPERDON PERLATUM Pers.: Persoon sin. L. gemmatum Batsch Cresce, soprattutto gregario, nei boschi, in tarda primavera-autunno. Specie comune. Carpoforo biancastro, a maturazione ocraceo, avente 2-5 cm di diametro, globoso, sovente lievemente umbonato, con piccoli aculei conico-piramidali su tutta la superficie, facilmente caduchi. Gambo breve, affusolato al piede, contenente la parte sterile della gleba (subgleba). Gleba prima soda e bianca, poi molle, giallo-olivastro-nerastra, indi polverulenta. Odore di fenolo a maturazione. Spore bruno-olivastre, globose, lisce o lievemente verrucose, 3-4 x 6 µm. Commestibile da giovane, cioè quando la gleba è perfettamente bianca. Si distingue dal L. foetidum che presenta aculei più scuri e diversi e da L. pyriforme che ha un leggero colore giallo-ocra e cresce cespitoso su resti legnosi. I carpofori appartenenti al genere Lycoperdon sono chiamati in dialetto con i nomi di p rit d lup, viss n i up, p rit d ciucc, viss nicch. LYCOPERDON PYRIFORME Schaeff.: Persoon Cresce, in estate-autunno, anche cespitoso, su ceppaie e tronchi marcescenti. Specie comune. Corpo fruttifero di 3-4 cm di diametro, da bianco-ocraceo a brunastro, subgloboso o a forma di pera, quasi leggermente umbonato all apice, ricoperto da fini verruche forforacee e pruinose, con base più o meno peduncolata e cordoni miceliari bianchi. Gleba prima bianca, poi giallo-verdastra, indi grigio-bruno e polverulenta. Subgleba bianca, con columella molto allungata. Odore forte e sgradevole. Sapore insignificante. Spore bruno-olivacee in massa, sferiche, lisce, 3 x 4,5 µm. Commestibile da giovane quando la gleba è bianca. Se ne sconsiglia, tuttavia, il consumo per l odore forte e non proprio gradevole. Si riconosce per la forma a pera e per crescere cespitosa su tronchi marcescenti. 160
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9 Osvaldo e Rosario Tagliavini LYCOPERDON UMBRINUM Persoon Cresce, isolata o a gruppi, in estate-autunno, nei boschi di abete. Specie comune. Carpoforo alto da 3 a 5 cm, simile ad una pera capovolta, sovente umbonato, giallastro, poi brunastro, ricoperto da peli riuniti a ciocche, più radi verso la base. Endoperidio liscio e lucido. Gleba priva di columella, biancastra, poi brunastra e, infine, simile a fuliggine e polverulenta, con odore di orzo tostato da giovane, ma ben presto nauseante. Spore giallo-brune in massa, sferiche, finemente aculeate, 4,5 x 5,5 µm. Commestibile da giovane. Si distingue dal L. molle che presenta una colorazione meno cupa, una columella e spore verrucose e di colore cioccolato. ARMILLARIA CEPISTIPES Velenovsky sin. A. mellea p.p. Cresce, a cespi, in autunno, su ceppaie e sui rami caduti di faggi. Specie non comune. Cappello largo 5-9 cm, piano-convesso, con il margine a lungo involuto e nettamente striato. Cuticola igrofana, ma non viscosa, grigio-chiara nei primi stadi di sviluppo, nocciola chiaro, ingiallente o imbrunente al tocco, ricoperta da squamule detersili, solo al disco. Lamelle leggermente decorrenti, piuttosto fitte, dapprima bianco-pallide, poi, più scure, con chiazze bruno-rugginose. Gambo pieno, più tardi farcito, fascicolato, corto, con base fortemente ingrossata a clava da giovane, poi, piuttosto ventricoso, ricoperto da fiocchi velari bianchi, e munito di anello, cotonoso-pastoso, poco evidente a maturità. Carne biancastra, coriacea al gambo, con odore oleoso, soprattutto in esemplari vecchi, e sapore mite, con retrogusto lievemente amarognolo. Spore bianche in massa, ellissoidali, 7-9 x 5-6 µm. Commestibile dopo prebollitura ed adeguata cottura, perché contiene principi tossici termolabili. Si riconosce perché si presenta con un cappello bruno-ocraceo, ingiallente al tocco, piuttosto gracile e igrofano e con margine nettamente striato. Si distingue, in particolare, dall A. gallica per la mancanza di resti di velo ragnateliforme di colore giallo sul gambo. 162
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Cresce, in estate-autunno, gregaria, nei boschi di latifoglie. Specie comune e abbondante.
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