PROGETTO EDUCATIVO 1

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1 PROGETTO EDUCATIVO 1 Il progetto educativo non è un oggetto fossilizzato, ma vive continuamente nella sua messa in pratica ed esplicitamente chiede che il suo contenuto sia sempre messo in discussione e verificato prima di essere condiviso, alla ricerca di migliorarne la forma di applicazione. L'idea che il processo educativo non ha mai fine e l'uomo è sempre educabile dentro ogni età. L Albaverde in quanto agente educativo in ambito sportivo accoglie i ragazzi e li forma al fine di aiutarli a "tirar fuori" (e-ducere) potenzialità umane e tecniche che li caratterizzano. L'obiettivo principale è la crescita personale e tecnica dei giovani, tramite l'insegnamento di un corretto rapporto con il proprio corpo, di acquisizioni tecnico - tattiche ed un'educazione allo sport ed ad un sano agonismo da trasfondere sia nella pratica sportiva che nella vita quotidiana. Il nostro intento è educare con lo sport. Vogliamo offrire a bambini e ragazzi un'occasione di crescita, ponendoci al fianco di genitori, insegnanti come figure di riferimento, senza alcuna pretesa di sostituzione, ma in qualità di incentivo all'emersione delle capacità individuali e sociali del ragazzo. Il mezzo che noi utilizziamo per realizzare tale obiettivo è lo sport: in particolare la pallavolo intesa come un'attività educativa gratificante, festosa e socializzante. Lo sport, e lo sport di squadra in particolare, è una delle forme più efficaci di socializzazione: ciascun individuo ha il proprio modo di giocare, il proprio ruolo ed è al servizio degli altri; l'individuo si situa in rapporto agli altri ed il proprio valore personale è amplificato dalla squadra - collettività. Il metodo da noi utilizzato è l'approccio didattico - educativo non direttivo, rivolto alla persona nella sua globalità piuttosto che alle sue sole caratteristiche motorie. Riteniamo che l'attività sportiva non può essere affidata a qualcuno che abbia il semplice "pallino" della pallavolo, ma sia animata da allenatori e dirigenti che siano veri educatori, motivati, generosi, disponibili all'ascolto ed alla formazione come persone in crescita. Per educare occorre partire dalla realtà delle persone che si hanno di fronte quindi è necessario conoscere le esigenze ed i bisogni dei ragazzi o dei giovani che accompagniamo. La domanda è " cosa ricercano i bambini ed i ragazzi nello sport?" I ragazzi ricercano se stessi. Hanno bisogno quindi di una conferma della loro persona. Tale ricerca è ambigua: infatti la loro età talvolta porta ad un'esasperante attenzione a se stessi e rende i ragazzi adolescenti ansiosi verso la propria immagine, verso le proprie

2 PROGETTO EDUCATIVO 2 prestazioni; dall altra parte li porta a non vedere lo sport come un impegno che può chiedere sacrifici e fatiche, ma come un qualunque passatempo. La ricerca di amicizia e di un gruppo è positiva e rende sicuri e più forti; l'amicizia pone spesso in secondo piano l'interesse per lo sport, per cui si fa sport per stare insieme, per divertirsi e giocare. Attraverso la pallavolo, seriamente praticata, si scoprono così anche rinnovati valori e forti legami di squadra che sollevano dall'affrontare da soli vicende emotive o tensioni personali extra - palestra. La voglia di competere e di misurarsi divertendosi permette di incanalare l'aggressività e la frustrazione dell'età. Lo sport rappresenta quindi un occasione in più quando un ragazzo si trova a disagio in altri ambiti della propria vita; in questo caso la pallavolo serve a controbilanciare il senso di fallimento o di impotenza sperimentato in altre situazioni. Il bisogno di sentirsi parte di un gruppo rinforza il senso di appartenenza alla squadra. L'importante è che tale appartenenza non si trasformi in rigidità e formalità: non significa ricoprire il solo ruolo dell'atleta e del giocatore, ma porsi in relazione ed in gioco come persona. Il rapporto del ragazzo e del giovane con il proprio corpo è un aspetto importante della crescita: attraverso lo sport si lavora per trasmettere un'equilibrata cultura del fisico. Quindi attraverso la pallavolo Quale uomo vogliamo formare? Quello: Rispettoso delle regole Responsabile di se stesso Con caratteristiche personali rafforzate, che lo qualifichino Fiducioso nelle proprie capacità Capace di stare in relazione con altri e di scoprire la ricchezza dello stare insieme Felice di collaborare con gli altri Curioso della vita Consapevole dei propri limiti e desideroso di superarsi con fatica ogni giorno Generoso e capace di accoglienza Libero Crediamo in un modello di uomo non massificato e vogliamo favorire un'esperienza di personalizzazione in un contesto comunitario. Lo sport è fondato su una dimensione comunitaria perché la squadra è un gruppo dove ciascuno può essere accolto ed accogliere, può trovare il proprio posto, può svolgere la propria funzione e comprendere le proprie potenzialità e limiti, imparare a rapportarsi con altri, essere stimolato ad assumersi le proprie responsabilità, esprimere creatività personale,

3 PROGETTO EDUCATIVO 3 apprendere il rispetto delle regole, riconoscere le sfide ed discernere quali accettare e quali evitare. Inoltre è importante aiutare i ragazzi a non chiudersi nello sport ed andare oltre lo sport stesso per scoprire il significato ed il valore di vita legato ad esso. Intendiamo agevolare la crescita della società sportiva verso la costruzione di una "comunità" costituita da: un ambiente "abitabile" in cui ogni persona si trovi a proprio agio; un clima "familiare" che permette l'instaurare di legami profondi; sensibilità a tutto ciò che è positivo nelle persone e nei gruppi; attenzione a quella realtà ed a quei processi culturali e sociali che abbattano ogni divisione e barriera; capacità di "sognare in grande" andando al di là delle cose immediate e desiderando sempre qualcosa di meglio; capacità di osservare ed evidenziare ogni risorsa personale, scoprendo attitudini e capacità, anche nascoste; mediazione tra sogni e realtà, facendo accettare serenamente i propri limiti; operatori sportivi che accompagnino personalmente ogni ragazzo nella scoperta della propria irripetibilità; che è fedele al passato, perché riconosce le sue radici, soprattutto in chi ci ha consegnato oggi un'eredità; che è fedele al presente, perché fa gesti concreti e lascia il segno di nuovi modi di pensare, di parlare e di agire; che è fedele al futuro, perché traccia un cammino ed indica la direzione di marcia. Il contesto in cui avviene l'incontro tra educatore e ragazzi è la società sportiva. Comunemente l'attività con i più giovani dovrebbe essere focalizzata sugli aspetti educativi per aiutare i ragazzi a crescere non solo nello sport, ma anche nella vita, mentre l'attività con gli adulti può comprendere tra i propri obiettivi il conseguimento di risultati agonistici. Una società sportiva può collocare la propria attività in un qualunque punto tra due estremi: l'agonismo puro ed il semplice avviamento sportivo. Vogliamo che il nostro settore giovanile abbia obiettivi, organizzazione e competenze con significati e valori educativi e di crescita personale - umana finalizzati all'età, affiancati alla pratica tecnica di educazione motoria. Per poter tendere alla realizzazione degli obiettivi che ci siamo preposti in quanto società sportiva è necessario che ci siano valide figure o di tecnici - professionisti o di dirigenti, dove per dirigente s'intenda principalmente la funzione ed il ruolo di accompagnatore. Il tecnico ed il dirigente sono entrambi operatori sportivi, ma hanno figura e ruoli diversi e ben distinti: a) l'allenatore insegna la tecnica del gioco, cura la preparazione fisica degli atleti; b) il dirigente si occupa degli aspetti logistici e gestionali della squadra, svolge le pratiche burocratiche.

4 PROGETTO EDUCATIVO 4 E fondamentale che entrambe le figure operino in sintonia nell'azione educativa. È necessario perciò curare la formazione degli operatori: sia quella personale che quella relativa al compito svolto. Gli operatori sportivi per primi devono sentire di stare seguendo un proprio cammino di crescita L'allenatore ed il dirigente devono porsi essenzialmente come persone disponibili al confronto, pronti a mettersi in gioco e capaci all'ascolto: in primo luogo per una crescita propria di uomo o donna, secondariamente per porsi come figura di riferimento umana per i ragazzi. Ci sembra opportuno riportare il "codice d'onore " degli allenatori che operano nella società: si tratta di un canone di doveri, espressione di un'etica professionale che si fonda sul principio della responsabilità che ha l'allenatore verso il benessere degli atleti. Tale codice si riferisce non solo al rapporto allenatore - atleta, ma anche al rapporto allenatore - genitore e allenatore - dirigente. Gli allenatori rispettano la dignità degli atleti, che vengono trattati con parità di diritti e lealtà indipendentemente da età, sesso, provenienza sociale ed etnica, ideologie, religione, opinione politica o condizione economica. Gli allenatori s'impegnano ad armonizzare le esigenze dell'allenamento e delle gare con quelle espresse dall'ambiente sociale, ed in particolare da quello familiare, scolastico, di studio e lavoro. Gli allenatori s'impegnano ad agire in modo responsabile sotto il profilo educativo: o forniscono agli atleti tutte le informazioni rilevanti per consentire loro di migliorare la loro prestazione o coinvolgono gli atleti nelle decisioni che li riguardano personalmente; o nell'allenamento di atleti minorenni tengono conto degli interessi di coloro che ne hanno la responsabilità educativa secondo la legge; o promuovono l'autodeterminazione degli atleti; o in caso di conflitti s'impegnano a trovare soluzioni aperte, di confronto ed umane; o non usano violenze di nessun genere verso gli atleti; o educano gli atleti alla responsabilità e autonomia anche in vista della loro vita futura. Inoltre gli allenatori educano i loro atleti ad avere: o un comportamento socialmente positivo all'interno del gruppo in cui si allenano; o un comportamento leale in competizione ed al di fuori di essa ed il necessario rispetto nei confronti di tutte le altre persone coinvolte nell'attività sportiva; o un rapporto responsabile con la natura e l ambiente in cui vivono. L'interesse degli atleti, la loro salute, il loro benessere e la loro felicità sono prioritari rispetto agli interessi ed agli obiettivi di riuscita degli allenatori o delle organizzazioni sportive. Tutti gli interventi effettuati in allenamento devono essere adeguati all'età, all'esperienza ed all'attuale stato psico-fisico degli atleti. Gli allenatori s'impegnano ad impedire l'uso di mezzi vietati (doping) ed a prevenire il pericolo di assuefazione a sostanze nocive e stupefacenti (abuso di droghe, di nicotina, di alcool). Saranno consapevoli del loro ruolo di figure educative di esempio per i più giovani.

5 PROGETTO EDUCATIVO 5 Educare significa incontrare l'altro senza pregiudizi e porsi come figura di riferimento che accompagni lungo il percorso sportivo senza forzare la naturale crescita personale. Quindi educare significa partire dalla realtà dell'atleta e del gruppo e seguire un progetto, che comprenda: Attenzione all'età: è una prima forma per curare la crescita tecnico - umana del ragazzo. Perciò la scansione del cammino sportivo si manifesta nella suddivisione dei gruppi per età e capacità motorie (minivolley, under 14, under 16, under 18, prime squadre) ed attenzioni specifiche sia dal punto di vista tecnico che educativo. È opportuno scandire i passaggi di età accompagnando i ragazzi nella nuova esperienza tra i più grandi senza cadere in rigidità e prestando attenzione ai cambiamenti nelle dinamiche personali e di gruppo. Attenzione alle diverse situazioni che i ragazzi si trovano a vivere nelle realtà esterne alla società sportiva (la famiglia, la scuola, l'oratorio, altri sport etc.). E' importante aiutare a comprendere il valore dello studio e valorizzare le competenze acquisite, accogliere ragazzi che si trovano in situazioni familiari difficili o precarie, sostenerli e rispettarli nei loro percorsi di fede etc. Attenzione al rapporto con i genitori: le figure genitoriali sono le prime ed insostituibili figure educative e solo da un reale coinvolgimento può nascere un cammino educativamente significativo; perciò si ritiene opportuno che s'instauri un buon legame di collaborazione e conoscenza al fine di intervenire con unità di intenti ed in maniera trasparente nei confronti del ragazzo. Attenzione a situazioni di marginalità: particolare attenzione va posta a chi si presenta nello sport vivendo violentemente i propri disagi della crescita ponendosi in un ruolo provocatorio e trasgressivo. È importante riconoscere il disagio giovanile come espressione di stati d'animo e sofferenze interiori spesso troppo grandi per poter essere gestite autonomamente e, perciò, come richiesta di aiuto gridata con violenza. È necessario in questo campo ribadire la fiducia che poniamo in ogni persona e valorizzare le competenze che esprime nell'ottica educativa. Con periodicità cadenzate sull'attività svolta dal gruppo - squadra, allenatori e dirigenti devono procedere ad una verifica del percorso educativo realizzato ed in particolar modo della coerenza della propria azione con quanto previsto dal progetto educativo

6 PROGETTO EDUCATIVO 6 MINIVOLLEY Il Minivolley porta un contributo importante al processo educativo motorio in una fase di crescita dei bambini che va dai sei ai dodici anni. Non c'è possibilità di fare sport non agonistico. Infatti il piacere che gli individui traggono dal fare sport si basa su due motivi: uno di ordine ludico - estetico, l'altro come piacere del confronto. Quindi l'agonismo è l'elemento motivazionale più prezioso della pratica sportiva. Esistono però due forme di agonismo: ci può essere purtroppo anche un agonismo che può trasformare questo elemento soggettivo di esperienza in una specie di prescrizione comportamentale, di esasperazione di obiettivi, che può portare, come di fatto porta, ad una nevrosi da eccessivo agonismo Trasformare lo sport in una situazione in cui l'agonismo perda la sua natura spontanea e personale, propria della vera cultura sportiva, per uniformarsi ad una competitività sopraffattoria, è quindi non fare sport, ma un'altra cosa. Nel Minivolley, dunque, sì all'agonismo ma come componente essenziale del processo educativo giornaliero I componenti educativi si possono esprimere in due parti ben distinte: 1) Spazio scolastico; 2) Spazio extrascolastico SCUOLA E SPORT Si ritiene che la scuola primaria, la scuola fino agli anni sia uno degli ambienti più simili in tutto il mondo. E' vero infatti che l'attuale orientamento culturale e pedagogico sullo sport, e sull'utilizzo in didattica di attività di origine sportiva, mira alla formazione motoria e sportiva dell'uomo a livelli qualitativi sempre più significativi. Mondo dello Sport e Mondo della Scuola attraverso appropriati interventi pedagogico - didattici da un lato e un servizio di promozione sportiva nella scuola, dall'altro, devono mirare a fare dello sport un contenuto culturale ed a favorire l'orientamento scolastico anche nei confronti dello sport stesso. L'EXTRA-SCOLASTICO Rimane il problema dell'attività pallavolistica extra-scolastica in quanto si tratta di una attività spesso più importante e finalizzata. E' lo spazio occupato tradizionalmente dall'associazione sportiva, da chiunque completi l'opera educativa. E' lo spazio, che il ragazzo recupera, dedicandosi ad una attività ludico motoria spontanea.

7 PROGETTO EDUCATIVO 7 Nel nostro caso l'attività extra - scolastica è di chiunque impegni il ragazzo in attività motoria non consumata a scuola. Certo che i rischi di un'impostazione discorde delle due attività sono elevati, e perciò in quest'ambito il rapporto sport - scuola (FIVB - Fipav - SCUOLA), può diventare significativo. Esigenze Ma quali sono queste esigenze-richieste degli stessi ragazzi? 1) I ragazzi hanno bisogno di essere sollecitati fisicamente perché l'esercizio fisico è indispensabile al loro sviluppo e alla loro salute. 2) I ragazzi hanno bisogno di esperienze motorie perché queste sono il fondamento di un buon sviluppo intellettuale. 3) I ragazzi hanno bisogno di considerazione e apprezzamento perché le manifestazioni motrici giocano un ruolo importante nello sviluppo del carattere e dell'identità del ragazzo. 4) I ragazzi hanno bisogno di giocare con gli altri ragazzi perché attraverso il gioco basato sulle attitudini fisiche, i ragazzi imparano ad immedesimarsi nelle situazioni sociali. E in grado il Minivolley di rispondere a queste esigenze? Crediamo che la conclusione sia ovviamente positiva. Ma più della teoria valga a confortarci in questa tesi l'adesione progressivamente importante che al Minivolley dedicano educatori, tecnici, ed esperti Spesso si è portati a considerare il Minivolley come un minisport, senza tenere conto delle reali esigenze del bambino che si avvicina alla pratica dell attività sportiva giovanile. Il Minivolley ha dunque un solo obiettivo: quello di formare un giovane sportivo e non, come spesso si crede, un giovane campione. E utile evidenziare che i programmi devono essere, se si vuole proporre l attività a livello scolastico, coerenti con gli obiettivi dei programmi ministeriali dell Educazione Motoria, per la Scuola Elementare e dell Educazione Fisica, per le Scuole Medie. Nelle fasce giovanili è necessaria una programmazione funzionale per lo sviluppo di molteplici presupposti prestativi e quindi delle capacità motorie, eliminando l obiettivo immediato dell innalzamento della performance a breve termine. Inoltre con un lavoro strutturato sulla ricerca della migliore prestazione (allenamento mirato) si favoriscono esclusivamente quei giovani che padroneggiano meglio le abilità tecniche della disciplina rispetto ad altri e si finisce, quindi, per selezionare gli atleti sulla base dei risultati nelle competizioni, senza tener conto, spesso, della crescita biologica dei ragazzi.

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