FisiOnLine, Estratto della tesi presentata in novembre 1999 presso il D.U. per Fisioterapisti dellâ Università "La Sapienza" di Roma
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1 Il ruolo della riabilitazione nella malattia di Parkinson Ilio Iannone Fisioterapista - Libero Professionista ilio.iannone@fisionline.zzn.com FisiOnLine, Estratto della tesi presentata in novembre 1999 presso il D.U. per Fisioterapisti dellâ Università "La Sapienza" di Roma Riassunto Lo scopo del lavoro à stato studiare lâ efficacia della terapia fisica associata alla terapia farmacologica. In passato sono stati effettuati diversi studi controllati che hanno valutato lâ efficacia della terapia fisica in pazienti affetti da malattia di Parkinson. Solo un vecchio studio britannico non ha mostrato dei risultati positivi in pazienti sottoposti a terapia fisica, ma probabilmente tali conclusioni sono da attribuire ad alcuni difetti metodologici nel disegno dello studio. Uno studio italiano piã¹ recente (Formisano) ha confrontato le modificazioni dei punteggi ottenuti alle scale CURS, NUDS e ad alcune prove di performance motoria in 16 pazienti con malattia di Parkinson sottoposti a trattamento combinato fisioterapico/farmacologico con i risultati ottenuti da una popolazione di controllo di 17 pazienti sottoposti a sola terapia farmacologia. Eâ stato rilevato un miglioramento di diversi parametri clinici nel gruppo di pazienti sottoposti ad entrambi i trattamenti. Un successivo studio nordamericano (Comella) ha anche mostrato un significativo miglioramento nei punteggi attinenti le attivitã di vita quotidiana e nellâ acinesia, in pazienti sottoposti a trattamento combinato fisioterapico e farmacologico. METODI In questo studio abbiamo valutato lâ efficacia della terapia fisica associata alla terapia farmacologica. I pazienti trattati in questo studio erano 6 ed erano omogenei riguardo allâ etã, durata della malattia, gravitã dei sintomi. 1 / 5
2 Il trattamento farmacologico rimaneva lo stesso per tutto il periodo dello studio. I pazienti furono valutati inizialmente e due mesi dopo la terapia fisica. Dopo questa fase i pazienti sono stati istruiti a continuare il programma di esercizi a casa, dopodichã passati due mesi sono stati rivalutati. I pazienti erano trattati 1 ora due volte a settimana. La valutazione neurologica era effettuata da un neurologo usando la scala UPDRS; per verificare lo stato depressivo dei pazienti era somministrata la Geriatric Depression Scale, mentre per lo stato mentale la Mini-Mental State. Il programma di riabilitazione era una modifica di quello proposto da Formisano e Coll. nel loro studio. Gli obiettivi della riabilitazione erano: - Prevenzione delle anchilosi, contratture e atrofie muscolari. - Normalizzazione delle reazioni posturali. - Recupero dei movimenti associati ed alternati per la preparazione alla deambulazione. - Allenamento dellâ equilibrio. - Mantenere il capo ed il tronco in posizione corretta. - Miglioramento della deambulazione. - Miglioramento della mimica facciale. - - Mantenimento di un accettabile grado di indipendenza nelle attivitã di vita quotidiana. Il programma di riabilitazione svolto a casa conteneva esercizi molto semplici pur mantenendo gli stessi obiettivi di quelli svolti in ambulatorio. RISULTATI Dopo i due mesi di fisioterapia i risultati hanno dimostrato progressi nella scala UPDRS ed in particolare nella sezione di Valutazione motoria. Sono rimasti stabili, invece, i valori della scala nella sezione Attività di vita quotidiana. Ottimi risultati si sono avuti sul parametro motivazione/iniziativa della sezione Capacità 2 / 5
3 cognitive, comportamento e umore della scala UPDRS. Minimi sono stati invece i risultati nella GDS e nella Mini-Mental State. Per quanto riguarda il parametro rigiditã della sezione di Valutazione motoria a livello di statistica il risultato migliore si à avuto sullâ arto superiore sinistro (miglioramento del 33.33% rispetto al valore base), la percentuale piã¹ bassa invece si à avuta sulla rigiditã del capo (miglioramento del 8.33% rispetto al valore base). Anche sul parametro movimenti rapidi alternati delle mani si à avuta una percentuale di miglioramento maggiore sul lato sinistro. Per i parametri movimenti delle mani e destrezza digitale della sezione di Valutazione motoria, si sono avute le stesse percentuali di miglioramento sia sul lato destro sia sul lato sinistro. Un buon risultato si à avuto anche sul parametro bradicinesia e ipocinesia (miglioramento del 25% rispetto al valore base). Per quanto riguarda la sezione Capacità cognitive, comportamento e umore della scala UPDRS, si à avuto un miglioramento del 41.66% rispetto al valore base sul parametro motivazione/iniziativa. La percentuale di miglioramento nella GDS à stata del 9% invece nella Mini-Mental State à stata del 5.39%.Lo stato HY e la scala di attivitã di vita quotidiana di Shwab e England della scala UPDRS sono rimasti uguali. I pazienti due mesi dopo questa valutazione sono stati rivalutati. Le percentuali di miglioramento ottenute sono rimaste invariate alle scale GDS e Mini-Mental State. Lo stato HY e la scala di Shwab e England della scala UPDRS sono rimasti uguali. Lâ unico cambiamento si à verificato sul parametro rigiditã della scala UPDRS e in particolare sullâ arto superiore sinistro câ à stato un peggioramento del 17.25%. DISCUSSIONE Da tempo si sa che i sintomi della malattia di Parkinson non possono essere controllati attraverso la terapia farmacologica, in particolar modo dopo alcuni anni dallâ inizio del trattamento con l-dopa. Il ruolo della riabilitazione nel trattamento della malattia di Parkinson à ancora da definirsi, perchã ci sono pochi studi controllati da riportare, e a causa delle difficoltã di valutazioni cliniche oggettive. I nostri risultati, sebbene basati su dati ottenuti da un piccolo gruppo di pazienti, hanno dimostrato che la riabilitazione puã² avere effetti notevoli per quanto riguarda alcuni aspetti delle funzioni motorie. Questi miglioramenti non possono essere collegati con le variazioni della terapia farmacologica in quanto questa rimaneva la stessa durante la fase di riabilitazione. I minimi risultati ottenuti alle scale GDS e Mini-Mental State, non sono da attribuire allo scarso effetto della riabilitazione sullo stato psicologico e mentale della malattia. La bassa percentuale di miglioramento in queste scale à dovuta al fatto che il range di miglioramento tra il valore base ed il punteggio massimo delle scale era minimo, questo significa che i pazienti inizialmente erano ad un livello di depressione basso e ad uno stato mentale accettabile. La conferma, infatti, sui benefici della riabilitazione sullo stato psicologico del paziente si à avuta sul parametro motivazione/iniziativa della scala UPDRS. Il paziente parkinsoniano con il passare del tempo comincia ad avere disinteresse per le attivitã non di routine, questo à dovuto alle numerose limitazioni, dovute alla sintomatologia della malattia, che il paziente incontra nella vita di tutti i giorni. Questo non riuscire in tutto, fa nascere nel paziente 3 / 5
4 parkinsoniano uno scoraggiamento. Seguire un programma di riabilitazione e riuscire bene in questo, aumenta nel paziente lâ interesse verso qualcosa che à al di fuori della vita quotidiana. Questa potrebbe essere la spiegazione sullâ alta percentuale di miglioramento che si à avuta sul parametro motivazione/iniziativa seguendo i due mesi di riabilitazione. I risultati rimasti stabili nella sezione attivitã di vita quotidiana della scala UPDRS non sono da interpretare come negativi. Il non miglioramento à dovuto al fatto che i pazienti erano giã ad un buon livello di indipendenza ed erano in grado di svolgere la maggior parte delle attivitã di vita quotidiana. Notevoli risultati si sono avuti nella sezione di valutazione motoria della scala UPDRS. I progressi riscontrati sul lato sinistro sia sul parametro rigiditã sia sul parametro movimenti rapidi alternati delle mani, potrebbero essere interpretati come una piã¹ alta sensibilitã alla fisioterapia da parte dellâ arto superiore sinistro che à usato di meno nella vita di tutti i giorni almeno dai pazienti destrimani; questo miglioramento rispecchia il risultato avuto da Formisano e Coll. nel loro studio del Sappiamo, ormai, che i risultati ottenuti seguendo un periodo di riabilitazione, con il tempo si annullano. Nonostante tutti i pazienti ricevessero istruzioni su come continuare gli esercizi a casa per il completamento della fase di riabilitazione, ogni paziente ritornava ad uno stile di vita piã¹ sedentario, forse perchã la riabilitazione fisica non si inserisce facilmente nello stile di vita di un paziente a casa, e la fisioterapia attiva à piã¹ sicura in ambulatorio. Passati i due mesi in cui i pazienti non seguivano il programma di riabilitazione in ambulatorio, le valutazioni hanno dimostrato che le percentuali di miglioramento ottenute sono rimaste stabili. Lâ unico cambiamento câ à stato sulla rigiditã dellâ arto superiore sinistro, questo à peggiorato del 17.25% rispetto alla seconda valutazione. La differenza tra questo peggioramento e il miglioramento ottenuto in precedenza dimostra come lâ arto superiore sinistro sia tornato alla stessa percentuale di miglioramento dellâ arto superiore destro. Commella e Coll. nel loro studio hanno dimostrato che i risultati ottenuti con la riabilitazione si annullavano solo dopo sei mesi, questo potrebbe essere la spiegazione al fatto che dopo due mesi i risultati del nostro studio sono rimasti per la maggior parte dei parametri stabili. In conclusione, i pochi studi controllati sinora condotti sembrano mostrare che la fisioterapia, in aggiunta alla terapia farmacologica, à in grado di determinare miglioramento sintomatico temporaneo nei pazienti affetti da malattia di Parkinson. 4 / 5
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