Le distinzioni Linguistiche. A cura del dott. Massimo Perciavalle
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- Timoteo Bonfanti
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2 Le distinzioni Linguistiche A cura del dott. Massimo Perciavalle
3 Massimo Perciavalle Fondatore della School Business Make it So. Psicologo del Lavoro, attualmente è un Coach accreditato presso International Coach Federation (ACC). Opera come Trainer esperienziale in progetti riguardanti lo sviluppo di capacità trasversali. E un Career e Business Coach, supportando i giovani e i professionisti nella carriera e nello sviluppo del proprio percorso di crescita in azienda. Specializzato sulle tematiche riguardanti la ricollocazione professionale attraverso le tematiche del Personal Branding, con l utilizzo funzionale anche dei social media. Ad Ottobre 2013, ha Pubblicato come coautore, con Franco Angeli: Farsi assumere in tempo di crisi, come sviluppare personal branding e relazioni online con i social media. Si occupa anche di selezione e processi di valutazione del potenziale con percorsi di assessment e valutazioni feedback it.linkedin.com/in/massimoperciavalle/
4 Il Coaching Ontologico- Trasformazionale 4
5 Le distinzioni linguistiche Il linguaggio ci dà la possibilità di dare un nome alle cose o agli eventi ovvero di creare della distinzioni linguistiche. Ogni qual volta distinguiamo qualcosa separiamo un determinato fenomeno dal resto della nostra esperienza. Ognuno di noi osserva la realtà attraverso le proprie distinzioni. Nell apprendere una nuova distinzione arricchiamo il nostro punto di osservazione e ampliamo la nostra modalità di azione. Per questo il Coaching Ontologico-Trasformazionale utilizza le distinzioni linguistiche come strumento di lavoro. Interviene sulle parole di uso quotidiano dando loro una nuova interpretazione o significato che favorisce un cambio di prospettiva e di azione e promuove il cambio del modello mentale di riferimento.
6 Le distinzioni linguistiche FATTI O OPINIONI
7 Le distinzioni linguistiche FATTI O OPINIONI I fatti sono descrizioni, osservazioni della realtà. Possono essere veri o falsi, misurabili ed eventualmente verificabili attraverso testimoni. Le opinioni sono giudizi, vivono in chi le formula e sono correlate ai suoi modelli mentali. Possono essere più o meno fondate su fatti passati. Poiché i fatti non sono modificabili mentre le opinioni si, se li confondiamo ci precludiamo la possibilità del cambiamento. Le opinioni, infatti, aprono o chiudono la possibilità per il futuro.
8 Fatti o Opinioni Domande stimolo Cosa è accaduto? Come lo vedrebbe un altra persona? Ci sono altri dati? Mi dici i fatti? Quale è il tuo pensiero? E un fatto o un opinione? Quale è la tua percezione? Questa opinione cosa ti permette di fare o non fare?
9 Le distinzioni linguistiche VITTIMA O RESPONSABILE
10 Le distinzioni linguistiche VITTIMA O RESPONSABILE La vittima è colui che ha una conversazione con sé e con gli altri che limita la sua capacità di azione: non si riconosce come parte del problema che lo affligge. La vittima si sente innocente e contemporaneamente impotente e ha, per la maggior parte dei casi, una attribuzione causale esterna. Il responsabile è colui che è abile a rispondere e sceglie di agire per trovare una soluzione. Si considera parte del problema. Considerarsi parte o meno del problema apre e chiude possibilità di azione.
11 Vittima o Responsabile Domande stimolo Come vuoi usare il potere che sta nelle tue mani? Come vuoi vivere la tua vita? Cosa vuoi che accada? Cosa potresti fare? Che cosa hai già tentato? Cosa ha funzionato e cosa no? Cosa puoi modificare per far parte della soluzione? C è qualcosa che puoi cambiare?
12 Le distinzioni linguistiche SOGNO O VISIONE
13 Le distinzioni linguistiche SOGNO O VISIONE Il sogno è un semplice desiderio di azione, ossia le persone non sono disposte a pagare un costo di qualsiasi tipo per rendere realizzabili i propri sogni. La visione è il nostro sogno messo in azione: presuppone una proiezione nel futuro e richiede un impegno verso ciò che si desidera raggiungere con l assunzione dei costi conseguiti. Siamo disposti ad uscire dalla zona di comfort; è un orientamento all obiettivo e permette di mettersi in cammino, prende vita e si modifica mano a mano che procediamo. La visione è il punto dove vogliamo arrivare ma al tempo stesso il punto di partenza.
14 Sogno o Visione Domande stimolo Cosa vuoi? Quale è il tuo obiettivo? Descrivi la tua situazione ideale. Credi di meritartela? Come sarebbe il problema/situazione se fosse già risolto/a? Immagina di aver già raggiunto la situazione, come ti vedi?
15 Sogno o Visione Domande stimolo Cosa hai dovuto fare per essere li? Quale aiuto hai dovuto accettare? Quali risorse hai usato? Quali scelte hai dovuto fare? A quali cose hai dovuto rinunciare durante il percorso?
16 Sogno o Visione Domande stimolo Quali abilità/punti di forza/qualità vedono in te gli altri per raggiungere il tuo obiettivo o risolvere il problema? Al contrario, quali carenze/punti di miglioramento vedono in te? Cosa guadagni e cosa perdi raggiungendo la tua visione? Quale è il bilancio finale?
17 Le distinzioni linguistiche ESIGENZA O ECCELLENZA
18 Le distinzioni linguistiche ESIGENZA O ECCELLENZA L esigenza è la ricerca della perfezione, è una tensione che produce sempre insoddisfazione e frustrazione. La persona esigente fa coincidere il suo comportamento con il suo essere interiore. Tende a fare sempre di più ma a rimanere insoddisfatto e a non riconoscere i successi. Poiché non siamo quello che facciamo, separare il «fare» dall «essere» permette di spostarci dal piano dell esigenza a quello dell eccellenza. L eccellenza è dare il meglio con le risorse che in quel momento disponiamo, è riconoscere il fatto che abbiamo dato il massimo che si può fare in quelle date circostanze, favorendo la creatività e l assunzione dei rischi. E riconosce gli errori come una opportunità di apprendimento, non come un fallimento di noi stessi.
19 Esigenza e Eccellenza Domande stimolo Cosa succede se le cose sono fatte diversamente da come desideri? Cosa ti gratifica? Stai parlando di te o di quello che fai? Cosa ti serve pensare per dividere i tuoi compiti da te stesso? La critica/rifiuto è rivolta a te o alla proposta?
20 Le distinzioni linguistiche VULNERABILITA
21 Le distinzioni linguistiche VULNERABILITA La vulnerabilità è la capacità di mostrare un proprio punto debole. E riconoscere il fatto che non è necessario avere tutte le risposte e di aver bisogno dell aiuto degli altri. La vulnerabilità migliora le relazioni interpersonali e crea rapporti di interdipendenza. Anche il leader può trarre beneficio dall aprirsi, esporsi e mostrarsi vulnerabili.
22 Vulnerabilità Domande stimolo Devi avere tutte le risposte? A cosa ti serve? Cosa accade quando non hai le risposte? Cosa ti accade quando qualcuno ti dice che non sa qualcosa? Hai mai avuto beneficio dicendo non so?
23 Le distinzioni linguistiche PREOCCUPARSI OCCUPARSI O
24 Le distinzioni linguistiche PREOCCUPARSI - OCCUPARSI Il preoccuparsi significa occuparsi prematuramente di qualcosa, pensare a cose che non stanno avvenendo e immaginare problemi che sono nel futuro. Anticipare problematiche ci distoglie dalla soluzione e ci rende incapaci di prendere le giuste decisioni. Il giudizio che abbiamo circa gli eventi che ci accadono influenza le nostre azioni. L occuparsi è focalizzarsi sul presente, su ciò che possiamo realmente fare in una determinata situazione. Permette di aprire opportunità di azione e punti di vista diversi e di realizzare i nostri propositi.
25 Preoccuparsi o Occuparsi Domande stimolo Quali pensieri metti in atto rispetto a quell evento? Hai in mente azioni per uscire fuori da questa situazione? Cosa vedi ora, nel presente? Cosa stai facendo ora?
26 Ascolto Empatico «L uomo che urla solitario sul ponte.. diventa preda del suo stesso sentimento.. si perde insieme alla sua voce inascoltata.» (Edvard Munch, L urlo, 1885)
27 Ascolto Empatico Non è possibile un ascolto oggettivo Ascoltare = Udire + Interpretare
28 Ascolto Empatico Verificare che l altro abbia capito Domande: Mi sono spiegato? Che cosa ne pensi? Quale aspetto ti sembra più importante? Per favore, riassumimi i punti principali per essere sicuri che stiamo parlando della stessa cosa
29 Ascoltare è Non parlare «guardare negli occhi» Essere attento a ciò che si dice e a quello che ascolta l interlocutore Concedere tempo ed essere paziente Ripetere ciò che dice l interlocutore, per essere certi di avere capito bene
30 Ascolto Empatico «Chi vede male vede sempre qualcosa in meno, chi ascolta male ascolta sempre qualcosa in più» F. Nietzsche
31 Ascolto Empatico Stabilire la Relazione ed il Contesto Utilizzare gli occhiali dell interlocutore per vedere della sua ottica Dimostrare che l interlocutore è la cosa per noi più importante in questo momento Riconoscere l altro e fornirgli sinceri riscontri positivi
32 Ascolto Empatico Stabilire la Relazione ed il Contesto Come si stabilisce la relazione? Rispecchiare e parafrasare Essere una persona vicina (empatica) Facendo domande per Comprendere, indagare il problema o situazione Capire le opinioni dell interlocutore Mettere le sue scarpe Non giudicare Ascolto innocente, senza giudizio di valore.
33 Ascolto Empatico Le persone non vi ascolteranno prima che voi abbiate ascoltato ciò che loro hanno da dire.
34 Bibliografia Echeverrìa Rafael, «Ontologia del Linguaggio»; Maturana Humbertio R., Dàvila Ximena «Emozioni e Linguaggio in Educazione e Politica; Searle J. R.; «Atti linguistici. Saggi di filosofia del linguaggio» Austin J. L., «Come fare cose con le parole»; Wittgenstein L. J. J., «Tractatus Logico- Philosophicus» Bateson G., «Verso un Ecologia della Mente» Frankl V. E., «Alla Ricerca di un Significato della Vita» Marshall B. Rosenberg «Le parole sono finestre oppure muri»
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