Critiche alla teoria di Piaget. Critiche alla teoria di Piaget. Critiche alla teoria di Piaget. Critiche alla teoria di Piaget 16/10/2014
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- Simone Salvi
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1 Carenza nella progettazione sperimentale e nell analisi dei dati Eccesso di teorizzazione rispetto ai dati a disposizione Difficoltà di interpretazione dei suoi scritti Interesse per il soggetto ideale Eccessivo pessimismo circa le capacità dei Bambini I compiti piagetiani sono troppo difficili per il bambino Le capacità del bambino risultano più avanzate rispetto a quelle valutate da Piaget Difficoltà dei compiti Riformulando la consegna e le domande Presentando situazioni più realistiche Modificando gli aspetti criteriali del compito 2 Difficoltà dei compiti Gli stadi A B Poliziotti Rispetto al compito delle 3 montagne di Piaget: Situazione realistica Stimola l immaginazione Non vi è stabilità e sistematicità nelle risposte che uno stesso individuo fornisce in diversi compiti, che pur appartengono al medesimo stadio C D Il 90% dei bambini in età prescolare è capace di collocare Dove si può correttamente mettere il pupazzo il ragazzo ragazzo in modo in modo che nessun Bambino che il poliziotto non poliziotto possa possa vederlo? vederlo Esistenza degli stadi? Manca la coerenza orizzontale 3 Martin Hughes 1
2 Gli stadi La progressione per gradi dello sviluppo: alcune prove dimostrano che il cambiamento delle funzioni cognitive non ha luogo in modo così repentino e indiscriminato, come avviene nella teoria stadiale. Al contrario lo sviluppo ha luogo con tempi e modi diversi, con un aspetto di continuità, complessità e irregolarità che Piaget non aveva identificato. Piaget sottovaluta il ruolo dell esperienza sociale e dedica un attenzione esclusiva all esperienza fisica e logico-matematica nel bambino Tutti riconoscono che lo sviluppo cognitivo procede secondo sequenze universali, ma queste non sono strutture globali e coerenti Studi sugli effetti delle interazioni sociali Compiti di conservazione di Piaget a bambini dai 5 ai 9 anni pre-test valutazione individuale b. pre-operatori lavoro di gruppo con bambini più grandi post-test migliori risposte Willem Doise (1981) Oltre al conflitto intraindividuale esiste un conflitto interindividuale che agisce come fattore di sviluppo conflitto sociocognitivo I bambini imparano dagli altri bambini purchè: il bambino possieda già un qualche tipo di strategia «l altro» bambino non imponga la propria soluzione (Glachan e Light, 1982) 2
3 LEV SEMENOVIC VYGOTSKIJ Scuola storico-culturale ( ) Influenza del contesto socio-culturale sui processi cognitivi Lo sviluppo consiste nell appropriarsi dei significati della cultura da parte dell individuo INTERIORIZZAZIONE DI FORME CULTURALI 10 Lo sviluppo cognitivo è essenzialmente un processo sociale Compito della psicologia è indagare la relazione tra il bambino e la società e il modo in cui tale relazione si risolve nel corso dello sviluppo Natura umana = un prodotto socioculturale i bambini beneficiano della saggezza accumulata dalle generazioni precedenti. Oggetto di interesse: il b. come viene messo in grado di padroneggiare gli strumenti della propria cultura (linguaggio, tecniche etc.) Vigotskij processo interindividuale cosa il b. sarà in grado di fare in seguito alle proprie esperienze sociali e culturali Piaget Capacità intraindividuali Ciò che il bambino è in grado di fare 3
4 Importante è ciò che un bambino è in grado di fare in situazioni di relazione sociale Zona di sviluppo prossimale Distanza tra il livello di sviluppo effettivo e il livello di sviluppo potenziale Quanto un bambino può fare entrando in relazione con un adulto o un coetaneo più esperto Vygotskij: Zona di sviluppo prossimale Ciò che il b. è in grado di fare da solo e ciò che è in grado di fare con l aiuto e il supporto di un individuo più competente Quando il b. dimostra di saper fare da solo quello che precedentemente era in grado di fare solo con la guida dell adulto, prova che l abilità in questione è stata interiorizzata Vygotskij: Zona di sviluppo prossimale Lo sviluppo cognitivo del bambino ha luogo essenzialmente come risultato delle interazioni con altre persone più competenti ed esperte che trasferiscono al bambino medesimo gli strumenti culturali necessari per l attività intellettuale. Lo strumento culturale di maggior valore che viene trasferito è il linguaggio: Esso è il canale principale per trasmettere la cultura dall adulto al bambino. Esso consente ai bambini di regolare le proprie attività, in quanto strumento di pensiero nato dal dialogo con altre persone e essenzialmente di origine sociale. 4
5 Centralità del linguaggio Il bambino è un attore sociale attivo che comunica Descrizione delle proprie azioni per orientarsi e interagire (funzione sociale): linguaggio egocentrico esteriorizzato Sviluppo del linguaggio Strumento del pensiero: anticipa, guida il comportamento in quanto completamente interiorizzato (mantiene la funzione sociale) Piaget Nelle prime fasi di sviluppo il pensiero e il linguaggio sono egocentrici, ovvero non adattati alla realtà e non comunicabili agli altri Vygotskij Il primo uso del linguaggio è di tipo sociale e comunicativo. In seguito il linguaggio attraversa una fase egocentrica (il bambino commenta verbalmente le proprie azioni). Infine si trasforma in linguaggio interiore o pensiero verbale 18 Inizialmente (2anni) il bambino usa il linguaggio per comunicare alle persone (nell ambito del rapporto interpersonale) le proprie necessità e il proprio pensiero. Poi inizia l interiorizzazione del linguaggio come strumento che consente di guidare dall interno i processi cognitivi ed il proprio comportamento. L interiorizzazione della modalità di della discussione con altri interlocutori diventa ragionamento come attività intrapsichica Funzione interpsichica Funzione di strumento di comunicazione e di scambio sociale Evoluzione del linguaggio Funzione intrapsichica Linguaggio interiorizzato: Strumento del pensiero di guida e controllo 5
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