Cap 1 Identità etnica e immigrazione

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1 Cap 1 Identità etnica e immigrazione 1.1 Identità etnica e immigrazione nell adolescente Il processo di costruzione dell identità dell individuo dovrebbe essere affrontato, secondo quanto attestano numerosi studi, ponendo attenzione sia alla sua componente individuale sia a quella sociale, nella convinzione dell estrema difficoltà ad operare qualsiasi ipotesi di netta separazione tra i due elementi. L individuo, infatti, forma la propria identità differenziandosi dagli altri (e quindi attraverso l elaborazione della diversità) e mantenendo una continuità con sé stesso, ma, contemporaneamente, ha l esigenza esistenziale di essere riconosciuto da altri soggetti. E in questo continuo confronto tra uguaglianza e diversità e tra ciò che è percepito come espressione della propria esperienza individuale e ciò che invece viene proposto o indotto dall ambiente sociale che si forma l identità. Ponendo l attenzione sui fattori ambientali, è in dubbio che la famiglia si trova a svolgere un ruolo fondamentale soprattutto in quella che i sociologi definiscono la fase della socializzazione primaria, e che si compie nei primissimi anni di vita. Nel corso invece della socializzazione secondaria, sono attivi agenti di socializzazione diversi da quelli familiari, che impongono valori, ruoli, ecc., spesso differenti - se non in aperta contrapposizione - da quelli elaborati nella fase precedente. E in questa situazione che assume un ruolo di primo piano la comunità d appartenenza, termine con cui si designa, in genere, un aggregazione sociale i cui membri non soltanto vivono e svolgono le attività principali in un determinato territorio, ma hanno la consapevolezza di appartenere ad un gruppo unitario e di possedere valori comuni. Nella storia recente, sono state avanzate diverse ipotesi circa i legami tra i membri di una comunità che rafforzano il sentimento di appartenenza ad un gruppo etnico o la condizione di essere etnici. L insorgere dell elemento etnico è per molti una conseguenza della crisi o del tentativo di non avvalersi più di alcune ipotesi sociopolitiche basate su concetti come quello di classe o quello di società omogenea ; per altri invece è il ritorno ad una visione del mondo e dell uomo più rispettosa degli elementi più naturali. 3

2 Certo è che oggi si assiste ad una sorta di etnicizzazione generalizzata, che coinvolge la vita politica, le relazioni umane, e quindi anche lo sviluppo individuale. In questa chiave che non è più soltanto utilizzata per l analisi di movimenti a base etnica intesi in senso tradizionale, viene adottata con le opportune modifiche, anche per interpretare tutto ciò che riguarda i movimenti migratori: dall integrazione delle minoranze, alla formazione delle identità, alle relazioni con gli autoctoni. Il soggetto scopre la propria identità etnica soprattutto quando si trova a vivere in condizioni di mutamento e trasformazione della società, cioè in momenti in cui alcuni aspetti determinanti della sua cultura tradizionale, sono messi a repentaglio da un processo de erosione culturale. Tra le esperienze più diffuse di erosione culturale si annovera quanto avviene in genere nei processi migratori. Quando gli immigrati si ritrovano in un ambiente straniero e non familiare, caratterizzato da eterogeneità etnica e da diversità culturale, allora individui e gruppi si trovano costretti a nuovi confronti con la propria identità, rafforzando spesso forme di distinzione già fissate e definite favorendo così l emergere di nuove forme di esclusione e separazione. L identità etnica quindi, è una sorta di risorsa a cui l individuo fa riferimento quando sente il disagio di avere a che fare con la proposta di un altra identità, con valori diversi da quelli che l individuo ha assimilato nel suo processo di socializzazione: l individuo scopre la propria identità quando diviene minoranza. D altra parte, la scoperta della propria identità etnica è esperienza vissuta da tutti coloro che si sono trovati a vivere, per un periodo di tempo significativo in un ambiente culturale differente; e il fatto che tale identità vale notevolmente a seconda del paese in cui l individuo si trova, sottolinea come essa sia una costruzione sociale. Tuttavia, almeno per quanto riguarda la prima generazione, l identità etnica non appare soltanto l espressione di un atteggiamento difensivo, ma è fortemente simbolica, anche perché viene meno la rivendicazione di uno specifico territorio dove l immigrato chiede di poter vivere e realizzare a pieno la propria etnicità. Soprattutto nella fase della socializzazione secondaria, i ragazzi e le ragazze entrano in contatto con altre proposte identità provenienti dalla comunità di arrivo, anche se basate sull elemento etnico. Un identità etnica proposta in una prospettiva di assimilazione o di acculturazione è quella dominante nel paese di immigrazione; una seconda è invece una parodia dell identità etnica originaria, frutto dei pregiudizi 4

3 dominanti nel paese di immigrazione, rafforzati anche dall assenza di una vera politica di integrazione. In questo caso, il ragazzo e la ragazza sono condannati alla loro diversità, che non è più quella originaria, come potrebbe aspirare la loro famiglia, ma è una diversità fittizia, simbolica, costruita sull immagine che la società di arrivo ha della cultura originaria. La comunità di arrivo, d altro canto, sembra proporre agli adolescenti un identità etnica basata prevalentemente o sulla discriminazione o su aspetti folckoristici e astorici. Ne deriva una situazione con notevoli rischi di disagio che i soggetti spesso si trovano ad affrontare da soli e dove difficile è anche trovare soluzioni alternative. E forse per queste constatazioni che in genere gli studiosi definiscono la seconda generazione di immigrati, la generazione del sacrificio, quella cioè che paga maggiormente i costi psicologici dell immigrazione senza riuscire ad ottenere i benefici, come invece avviene per la terza e per la quarta generazione. 5

4 1.2 La centralità dell elemento etnico nella ricostruzione dell identità Fondamentale è riconoscere la centralità dell elemento etnico nella formazione dell identità degli adolescenti stranieri o di origine straniera. L elemento etnico è presente, in posizione di estremo rilievo, in tutti i processi legati alle modificazioni fisiologiche, che hanno un ruolo fondamentale nella formazione dell identità poichè impongono alla ragazza e al ragazzo una ricostruzione dell immagine del proprio corpo, che diviene così l elemento di confronto inequivocabile tra etnicità diverse. Molto spesso è proprio il corpo a rappresentare il luogo scelto dalle due culture per confrontarsi e affermarsi: se da una parte i genitori spesso sono propensi a incidervi i segni di appartenenza etnica che dovrebbero accompagnare il bambino e la bambina per il resto della vita, dall altra questi segni corporali possono essere intesi dal paese di arrivo come mutilazioni - e quindi vietati perché penalmente perseguibili- che comunque rischiano di rendere ancor più difficile un rapporto sereno sia con il proprio corpo sia con i coetanei. Così le modificazioni psicologiche e relazionali che avvengono durante l adolescenza, a seguito della scoperta del mondo extrafamiliare, percepito da una parte come un ambiente pericoloso e persecutorio e, dall altra, come carico di fascino ed attrazione, innescano in genere un acceso conflitto tra ambiente sociale e famiglia. Tale conflitto sembra dipendere anche dal fatto che la società di immigrazione e la famiglia si basino su due differenti visioni delle fasi della vita: in molti paesi, ad esempio, il passaggio tra adolescenza e inserimento nella comune società adulta ha una durata assai ristretta, mentre è più prolungata nelle società occidentali. Questa diversa concezione delle fasi di vita è strettamente connessa al tipo di organizzazione sociale, con la conseguenza che il minore si trova a dover vivere in due mondi in cui la sua età viene considerata in modo assai differente, per cui, a seconda dell ambiente in cui vive l adolescente è costretto ad assumere atteggiamenti o ad avere aspettative assai diverse e spesso anche in netta contrapposizione, con un evidente rischio di patologia. Deve essere considerato che spesso nella società di immigrazione non è possibile praticare i riti di passaggio che nelle società di origine accompagnano le modificazioni fisiologiche e psicologiche del giovane, e il conseguente problema di una perdita della famiglia circa il controllo delle fasi della vita dei figli. Proprio l esistenza di notevoli differenze tra la comunità di origine e la comunità di arrivo rendono assai difficili le 6

5 operazioni di mediazione, obbligando spesso i giovani stranieri o di origine straniera a compiere vere e proprie rotture radicali con una delle due istanze, con tutto ciò che ne consegue in termini psicologici. Un discorso più articolato riguarda l esperienza scolastica: se da una parte essa può rappresentare un momento di reale socializzazione, è anche indubbio che tale socializzazione possa innescare un processo di marginalizzazione assai pericoloso. Infatti, la scuola è spesso il luogo in cui i soggetti scoprono che ciò che hanno appreso in famiglia non ha valore o almeno ha un valore inferiore rispetto all ambiente (emblematica è la svalutazione della lingua di origine a seguito dell esperienza scolastica, che provoca una svalutazione della famiglia). Un analoga centralità dell elemento etnico con tutte le difficoltà qui evidenziate è riscontrabile in tutte le situazioni esistenziali significative per la definizione dell identità: ciò vale nelle relazioni con il gruppo dei pari, nell innamoramento, nelle prime esperienze lavorative, ecc. 7

6 1.3 Difficoltà e possibili risposte identitarie dell adolescente L adolescenza ha iniziato ad essere trattata come fase della vita umana attorno al 1900, sia in Europa sia negli USA. In precedenza, la nozione di adolescenza come età di transizione tra infanzia e vita adulta compariva raramente nella narrativa e nella letteratura scientifica; trattazioni molto impegnative sull oggetto adolescenza si imposero, invece, nel passaggio tra i due secoli, in psicoanalisi, in psicologia, in pedagogia, in sociologia oltre che in letteratura (cfr. Palmonari, 1995). Il termine adolescenza è stato usato sporadicamente anche nei periodi precedenti, ma l apparire di tanti interessi diversi e indipendenti testimonia che soltanto a cavallo del nuovo secolo fu percepita l esistenza di questa nuova categoria della vita umana. Per quanto riguarda la psicologia, quel periodo è caratterizzato da un impostazione concettuale e metodologica di Stanley Hall che con la sua scuola alla Clark University raccolse una quantità sterminata di dati sull adolescenza utilizzando la tecnica dei questionari. Come sostiene Keniston nel 1971, Hall è stato il primo che ha colto un cambiamento rilevante nella natura dello sviluppo umano provocato da un fattore socio-economico come quello che mise in moto, negli Stati Uniti, profondi cambiamenti negli anni successivi alla guerra civile (ibidem). Un ampio contributo di conoscenza relativa allo studio dell adolescenza è stato sviluppato da Erik Erikson, il quale sostiene che la vita dell uomo può essere concepita come una serie di stadi, ciascuno contrassegnato da un dilemma cruciale che deve essere risolto per passare allo stadio successivo. Tra questi l adolescenza risulta essere una delle fasi di transizione particolarmente carica di cambiamenti, problematiche e conflittualità. In conseguenza di ciò, la cultura e la società dovrebbero fornire dei punti fermi che diano stabilità all adolescente. Questo compito risulta particolarmente arduo da gestire nei casi di adolescenti immigrati che si ritrovano a vivere una situazione di duplice instabilità : non solo essi hanno il compito di adattarsi ai cambiamenti relativi alla sfera fisica, psicologica, cognitiva, ecc., ma devono farlo in una realtà carica di valori, usanze, riti, diversi dalla loro cultura di provenienza. Diversi studiosi, in relazione ai processi legati all immigrazione si sono riferiti a quanto sostenuto da Mahler ed hanno suddiviso questi in diverse fasi: 8

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