La BPCO è la 4 a causa di morte negli Stati Uniti (dopo cardiopatie, neoplasie e malattie cerebrovascolari)

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2 DEFINIZIONE: Con il termine BPCO si intende una condizione di ostruzione cronica delle vie aeree lentamente progressiva, causata da un infiammazione cronica delle stesse e del parenchima polmonare, inseguito all inalazione di agenti, particelle o gas nocivi. L ostruzione delle vie aeree è nella maggior parte dei casi fissa e non reversibile, ma può coesistere una certa quota di reversibilità dell ostruzione stessa e di iperattività bronchiale.

3 EPIDEMIOLOGIA: La BPCO è la 4 a causa di morte negli Stati Uniti (dopo cardiopatie, neoplasie e malattie cerebrovascolari) Nel 2000 l OMS ha stimato che ci siano state 2.8 milioni di morti per BPCO Nel 1990 tra le malattie più frequenti, la BPCO era al 12 posto; nel 2020 sarà al 5 Le Malattie dell apparato respiratorio rappresentano la 3a causa di morte in Italia. La BPCO e causa del 50-55% delle morti per malattie dell apparato respiratorio. La mortalita interessa le fasce di età piu avanzate e maggiormente i maschi rispetto alle femmine.

4 BPCO COMPRENDE: Bronchite cronica Enfisema polmonare Bronchiolite cronica Asma bronchiale

5 RAPPRESENTAZIONE SCHEMATICA DELLE INTERRELAZIONI TRA ENFISEMA, ASMA, BRONCHITE CRONICA E BPCO: ENFISEMA BRONCHITE CRONICA BPCO OSTRUZIONE AL FLUSSO AEREO ASMA

6 BRONCHITICO CRONICO: - Dispnea lieve - po2 - pco2 - Tosse: presente,abbondante escreato muco-purulento - Cianosi comune - Cuore polmonare comune - No perdita di peso

7 ENFISEMATOSO - Dispnea grave - po2 - pco2 - Tosse: scarsa, escreato mucoso - Cianosi scarsa - Cuore polmonare raro - SI perdita di peso

8 STORIA CLINICA: La storia clinica della BPCO è caratterizzata da una progressione lenta con una relativa stabilità clinica, alternata a periodiche riacutizzazioni di malattia. Nella maggior parte dei casi le riacutizzazioni sono dovute ad intercorrenti infezioni virali o batteriche dell apparato respiratorio, e si presentano preferenzialmente nella stagione fredda.

9 EZIOLOGIA: Cause maggiori: L'origine è una flogosi di carattere cronico che interessa le vie respiratorie dell'individuo, causata principalmente dal fumo. Cause minori: fumo passivo. L'esposizione ambientale e professionale a polveri sottili e sostanze chimiche è un'altra causa di BPCO.

10 FATTORI DI RISCHIO: Fumo di sigaretta Infezioni respiratorie Inquinamento atmosferico Predisposizione genetica Esposizione a polveri e gas nocivi

11 FISIOPATOLOGIA BPCO: Resistenza Espirazione Inspirazione Flusso espiratorio non reversibile Intrappolamento di aria a fine espirazione. Comparsa della PEEPI RCe Deficit da pompa Diminuzione della complinace. Aumento delle resistenze espiratorie.

12 FISIOPATOLOGIA BPCO: Impedimenti all espirazione CPT VEMS V. Respiratorio Alterazione diffusione Alterazione dello spessore Alterazione dell area di scambio Alterazione del rapporto ventilazione perfusione Alterazione delle curve flusso volumetriche Iperinflazione Elastanza Interruzione espirazione prima del raggiungimento del volume di CFR

13 ESPIRAZIONE FISIOLOGICA: ESPIRAZIONE NELLA BPCO:

14 FINE ESPIRAZIONE FISIOLOGICA (CFR): FINE ESPIRAZIONE NELLA BPCO:

15 INIZIO INSPIRAZIONE FISIOLOGICA: INSPIRAZIONE NELLA BPCO:

16 INIZIO FLUSSO ESPIRATORIO NELLA BPCO:

17 DEFICIT DA POMPA:

18 SINTOMATOLOGIA: Tosse: è un meccanismo di difesa finalizzato a liberare le vie aeree in quanto può ostacolare il passaggio dell aria o favorire la crescita batterica. Consiste in una rapida espirazione forzata a glottide chiusa il cui fine è rimuovere corpi estranei e secrezioni dalle vie respiratorie. Escreato: è il materiale secreto dalle mucose respiratorie, emesso all esterno tramite la tosse. È generalmente mucoso, ma può divenire purulento in occasione delle riacutizzazioni, nel corso delle quali può comparire anche respiro sibilante. Dispnea da sforzo: difficoltà respiratoria che compare durante le riacutizzazioni ed in seguito a sforzi fisici e solo in uno stadio molto avanzato, anche a riposo.

19 COMPLICANZE: Infiammazione respiratoria acuta Cuore polmonare cronico Scompenso cuore destro Pneumotorace

20 DIAGNOSI STRUMENTALE: Anamnesi e Esame obiettivo Radiografia torace

21 Prove di funzionalità respiratoria: ECG Spirometria

22 0 1 2 DIAGNOSI SPIROMETRICA di BPCO FEV1/FVC Litri FEV1 FVC Normale % BPCO % Il rapporto VEMS/FVC in pazienti adulti normali oscilla tra 70% e 80%; un valore inferiore al 70% indica un deficit ostruttivo e alta probabilità di BPCO. 3 BPCO 4 5 NORMALE FVC FVC secondi

23 FVC (Capacità Vitale Forzata): E il volume massimo di aria che può essere espulsa in un espirazione forzata partendo da un ispirazione completa. VEMS (Volume Espiratorio Massimo nel 1 secondo). E il volume d aria espulsa nel primo secondo di un espirazione forzata, partendo da una inspirazione completa, e permette di misurare la velocità di svuotamento dei polmoni. VEMS/FVC: il VEMS espresso come percentuale del CVF è un indice clinicamente utile della limitazione del flusso (ostruzione) delle vie aeree.

24 CLASSIFICAZIONE DEGLI STADI DELLA BPCO: STADIO 1 Lieve 2 Moderato 3 Grave 4 Molto grave FEV1 (% del valore teorico) 80 50/79 30/49 < 30 SINTOMI Episodici Da lievi a moderati Limitanti l attività fisica Limitanti le attività quotidiane

25 DIAGNOSI DI LABORATORIO: EGA (emogasanalisi): ipossiemia e normocapnia nelle fasi iniziali,mentre si osserva anche ipercapnia nelle fasi piu avanzate Emocromo: può evidenziare un eritrocitosi secondaria ad ipossiemia cronica. Espettorato: generalmente mucoso; in stadi avanzati si presenta muco-purulento/purulento durante le riacutizzazzioni; oltre alla presenza di leucociti viene evidenziata una flora batterica mista. I microrganismi piu frequenti sono: Streptococcus Pneumoniae e Haemophilus Influenzae

26 TERAPIA: In base alla gravità della malattia si esegue un diverso tipo di trattamento. Premessa: soltanto la cessazione del fumo e l ossigenoterapia nei pazienti stabilmente ipossiemici si sono dimostrati capaci di modificare la storia clinica della BPCO, rallentando il declino della funzione respiratoria. Gli altri approcci terapeutici hanno come unico scopo quello di migliorare i sintomi e di prevenire e trattare le riacutizzazioni di malattia.

27 APPROCCIO TERAPEUTICO: PREVENTIVO: CESSAZIONE DEL FUMO: Mortalità Declino malattia VACCINAZIONE

28 SPECIFICO: BRONCODILATATORI: Dispnea Tolleranza allo sforzo B2-Antagonisti (lunga e breve durata) Anticolinergici Derivati teofillinici Aeresol th. GLUCOCORTICOIDI: riacutizzazioni OSSIGENOTERAPIA: RIABILITAZIONE: Ginnastica respiratoria Fisioterapia respiratoria CHIRURGIA: migliora la qualità di vita e la convivenza con la BPCO Controllo tosse Resp. Diaframmatica Labbra increspate Drenaggi posturali Triflò Trapianto polmonare in pz.con BPCO terminale (FEV1<25%)

29 PROBLEMI COLLABORATIVI: Ipossiemia Scompenso cardiaco destro

30 INTERVENTI: Monitorare per rilevare segni di squilibrio acido-base EmoGasAnalisi ph < 7,35 PCO 2 > 46 mmhg Polso irregolare e aumentato Aumento della frequenza respiratore seguito da una sua diminuzione Modificazioni dello stato mentale Diminuzione della diuresi (<30 ml/h) Cute fredda, pallida o cianotica. somministrazione di ossigeno a basso flusso (2L/min) tramite sondino.

31 ...CONTINUA INTERVENTI: Raccogliere un campione di escreato per coltura e antibiogramma. Eliminare il fumo e gli odori forti dalla stanza del paziente Monitorare l ECG per aritmie secondarie ad alterazioni dell EGA. Monitorare, per rilevare segni di scompenso congestizio del cuore destro: P. diastolica Distensione vene giugulari Edemi periferici

32 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: Liberazione inefficace delle vie aeree, correlata a secrezioni eccessive e dense INTERVENTI: Istruire il paziente sui metodi appropriati di tosse controllata: a. Respirare profondamente e lentamente sedendo in posizione ortopnoica b. Usare la respirazione diaframmatica c. Trattenere il respiro per 3-5 sec, poi espirare più lentamente possibile attraverso la bocca d. Fare un secondo respiro, trattenere e tossire dal torace, con due colpi di tosse brevi e forzati Insegnare al paziente misure idonee a ridurre la viscosità delle secrezioni: a. mantenere un idratazione adeguata (liquidi 2,5 l/diè) b. mantenere adeguata l umidità dell aria inspirata Auscultare i polmoni prima e dopo gli esercizi di tosse

33 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: Intolleranza all attività, correlata a ossigenazione inadeguata per le attività e ad affaticamento INTERVENTI: Spiegare le attività e i fattori che aumentano il fabbisogno di O 2 : a. fumo b. temperature esterne c. peso eccessivo d. stress Suggerire al paziente idee su come conservare l energia: a. sedersi per svolgere attività di vita quotidiana b. suddividere le attività durante il giorno c. programmare periodi di riposo d. alternare compiti facili e difficili Aumentare gradualmente le attività di vita quotidiana man mano che la tolleranza del paziente aumenta a.insegnare al paziente tecniche efficaci di respirazione b.insegnare l importanza di sostenere il peso delle braccia c.insegnare ad la resistenza delle braccia non sostenute d.continuare a somministrare O 2 tr supplementare

34 ... CONTINUA INTERVENTI: Offrire sostegno emotivo e incoraggiamento Dopo l attività, accertare se vi siano risposte anomale all di attività: a. FC b. PA c. o FR d. mancato ritorno della FC ai valori di riposo entro 3min. e. confusione, vertigini, movimenti non coordinati Pianificare adeguati periodi di riposo il base al programma quotidiano del paziente Valutare lo stato nutrizionale del paziente Spiegare gli effetti della mal nutrizione a. mortalità b. Depressione del sistema immunitario c. della forza muscolare del diaframma e della parete toracica d. produzione di surfactante Accertare la presenza di problemi associati all alimentazione.

35 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: Ansia, correlata a dispnea e paura di soffocamento INTERVENTI: 1. garantire un ambiente calmo e tranquillo quando il cliente prova un senso di affanno 2. non lasciare solo il paziente durante i periodi di dispnea acuta 3. riconoscere la paura del paziente e fornire un rinforzo positivo ai suoi sforzi 4. riconoscere il senso di mancanza di speranza 5. offrire aiuto per tutte le azioni da compiere durante gli episodi acuti di dispnea 6. durante gli episodi acuti non discutere delle misure preventive 7. dimostrare le tecniche di respirazione e chiedere al paziente di provarle insieme 8. durante gli episodi non acuti insegnare tecniche di rilassamento 9. incoraggiare il paziente a usare le tecniche di respirazione, specialmente nei momenti di maggiore ansia

36 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: Senso di impotenza, correlata a sensazione di perdita del controllo e restrizioni che la condizione impone allo stile di vita INTERVENTI: 1.Esplorare gli effetti della condizione su: a. Lavoro del paziente b. Attività ricreative e svaghi c. Responsabilità di ruolo d. relazioni 2.determinare la risposta abituale del paziente ai problemi 3.permettere al paziente di condividere le sue perdite: a. stile di vita b. indipendenza c. ruoli 4.aiutare il paziente a identificare i propri punti di forza e le proprie risorse 5.aiutarlo a identificare il proprio modello di energia e programmare le attività in base ad essi 6.discutere del bisogno di accettare aiuto dagli altri e di delegare alcuni compiti 7.aiutare il paziente a richiedere il sostegno di altre fonti 8.incoraggiare il paziente a prendere decisioni che possono la sua capacità di far fronte alle situazioni

37 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: Disturbo del modello di sonno, correlato a tosse, incapacità di assumere la posizione sdraiata e stimoli ambientali INTERVENTI: 1.spiegare il ciclo del sonno e il suo significato: a. stadio I: fase di transizione fra la veglia e il sonno b. stadio II: addormentato ma svegliabile facilmente c. stadio III: sonno profondo; il risveglio è più difficile d. stadio IV: la fase del sonno più profondo; il metabolismo e le onde cerebrali rallentano 2.discutere delle differenze individuali nel bisogno di sonno, sulla base di: a. età b. livello attività c. stile di vita d. livello di stress 3.promuovere il rilassamento: a. garantire l oscurità e un ambiente tranquillo b. permettere lo svolgimento di riti che danno sollievo al momento di andare a letto

38 ... CONTINUA INTERVENTI: 4. pianificare le procedure in modo da limitare il disturbo del sonno (permettere 2ore di sonno ininterrotto) 5. spiegare perché è bene evitare l uso di ipnotici e sedativi 6. se la persona lo desidera alzare la testata del letto o porre un reggischiena con cuscino sotto le braccia 7. adottare misure per il controllo della tosse: evitare di dare liquidi freddi o caldi al momento di andare a letto consultare il medico per farmaci antitosse, se indicati 8. insegnare misure al paziente che possono promuovere il sonno evitare la caffeina ;spuntino proteico prima di andare a letto provare a dormire solo quando si ha sonno. Mantenere le stesse abitudini del sonno ogni giorni. 9. Aiutare a stabilire abitudini relative al momento di andare a letto.

39 DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: Disturbo del modello di sonno, correlato a tosse, incapacità di assumere la posizione sdraiata e stimoli ambientali INTERVENTI: 1.spiegare il ciclo del sonno e il suo significato: a. stadio I: fase di transizione fra la veglia e il sonno b. stadio II: addormentato ma svegliabile facilmente c. stadio III: sonno profondo; il risveglio è più difficile d. stadio IV: la fase del sonno più profondo; il metabolismo e le onde cerebrali rallentano 2.discutere delle differenze individuali nel bisogno di sonno, sulla base di: a. età b. livello attività c. stile di vita d. livello di stress 3.promuovere il rilassamento: a. garantire l oscurità e un ambiente tranquillo b. permettere lo svolgimento di riti che danno sollievo al momento di andare a letto

40 4. insegnare esercizi respiratori e chiedere di dimostrarli a. spirometro incentivante b. esercizi diaframmatici c. esercizi per gli apici polmonari DIAGNOSI INFERMIERISTICHE: SensoRischio elevato di gestione inefficace del regime terapeutico, correlato a insufficiente conoscenza della condizione, dei trattamenti, della prevenzione delle infezioni, degli esercizi respiratori, dei fattori di rischio e dei segni e sintomi di complicanze INTERVENTI: 1. aiutare il paziente a formulare e accettare obiettivi realistici a breve e lungo termine 2. dare istruzioni sulla diagnosi e sul regime di trattamento 3. insegnare misure che aiutino a controllare dispnea e infezioni: a. dieta bilanciata b. sufficienti periodi di riposo c. gradualmente l attività d. Evitare l esposizione a: Fumo Polvere Inquinamento aria Temperature molto fredde o molto calde

41 ... CONTINUA INTERVENTI: 5. insegnare a valutare la tecnica del drenaggio posturale: posizione declive per drenare le aree polmonari coinvolte tossire ed espettorare secrezioni in posizione declive mantenere la posizione per min 6. consigliare al paziente di non eseguire esercizi di respirazione di subito prima o dopo i pasti 7. spiegare il rischio di infezioni e modi per ridurlo: evitare i contatti con persone infette provvedere a vaccinazioni per influenze e polmonite batterica assumere antibiotici in caso di escreato giallastro fisioterapia toracica e assunzione di farmaci e idratazione 8. istruire a riferire quanto segue: variazione dei caratteri dell escreato temperature tosse, astenia o dispnea confusione mentale o sonnolenza Calo ponderale peso o gonfiore a piedi e caviglie 9. insegnare l utilizzo di nebulizzatori, inalatori, O 2 th lavaggio delle mani preparazione presidi e materiali corretta dose di farmaco posizionamento corretto pulizia strumenti dopo l uso 10. programma di fisioterapia per addestramento su forza e resistenza 11. assistenza domiciliare

42 GRAZIE PER L ATTENZIONE... E ORA BUONO STUDIO A VOI!!!!!!!!! Bosco Elisa Corradi Giorgia Frezza Diana Laurenzi Jacopo Rotili Marta

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