TERRA D ACQUE E DI RISAIE

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1 TERRA D ACQUE E DI RISAIE Delimitata dal Po, dal Ticino e dal Sesia, la Lomellina è caratterizzata da un territorio pianeggiante disseminato di risaie, grandi cascine e piccoli paesi. Uno si distingue tra tutti per la sua storia, le sue architetture, la sua strategica posizione geografica a metà strada tra Milano e Pavia, Novara e Vercelli: Vigevano, la città ideale di Leonardo Da Vinci di Paola Claudia Scioli 96

2 Siamo a pochi chilometri a sud ovest di Milano, in un territorio abitato sin dall epoca romana, prevalentemente agricolo, grazie alla presenza abbondante di acqua, e ricco di boschi, dove i Signori di Milano nel Rinascimento amavano andare a caccia. Questo territorio è la Lomellina, una campagna fertile che produce pregiati risi, ma anche asparagi, fagioli, cipolle rosse, zucche. Un territorio dove, tra rogge e canali, saltellano rane gustose pronte a finire zampette all insù nei tipici risotti delle trattorie pavesi. Un territorio dove nelle cascine si producono ancora, secondo le antiche tradizioni contadine, cibi semplici, economici, genuini, ma anche molto originali e appetitosi, dai sapori concreti e robusti, sempre gustosi e nutrienti come il figadej, un salume a base di fegato di maiale, animale del quale si utilizzava sempre tutto, o il ragò", un piatto a base di verze arrosto con costine e cotenne di maiale, o la frittura da accompagnare alla polenta, o il salame d oca. Ma la Lomellina è anche un territorio ricco di cultura e di testimonianze storiche, di tesori d arte e di architetture romaniche e rinascimentali, di castelli, di piccoli borghi e di luoghi di culto antichissimi, interessante da visitare in ogni stagione. Da qui passava la via Francigena, frequentatissima dai pellegrini provenienti da ogni dove, e queste campagne sono state spesso teatro di grandi battaglie nel Risorgimento. L aspetto così caratteristico di questa terra è frutto di numerosi interventi dell uomo nelle varie epoche, a iniziare dalle bonifiche operate dai monaci nel Medioevo per arrivare alle imponenti politiche agricole degli Sforza, che nel Rinascimento fecero della Lomellina il granaio del Ducato e introdussero le colture del riso e del gelso per l allevamento dei bachi da seta. Qui Leonardo ha potuto dare sfogo al suo genio e alla sua creatività, ampiamente favoriti e sostenuti dall illuminato Signore di Milano, Ludovico il Moro, che proprio in queste terre era nato. Le imponenti opere di ingegneria idraulica di Leonardo hanno portato, in campagna, alla realizzazione di sistemi articolati di canali e chiuse per regolamentare l irrigazione dei terreni e per trasportare le merci; in città, alla realizzazione di un sistema impeccabile di approvvigionamento idrico e di eliminazione delle acque di scarico. Al Rinascimento risale anche la tradizione delle cascine a corte chiusa, il cu prototipo è stata la Villa della Sforzesca nei pressi di Vigevano, voluta nel 1486 da Ludovico il Moro, che trasformò un suo fondo agricolo in una grande tenuta modello con il corpo centrale, simile a un castello, sul quale si affacciano quattro corpi di fabbrica, raccordati da quattro torrette angolari, dette colombaroni. Leonardo, ospite della tenuta, ne studiò il complesso sistema di regolamentazione delle acque, tramite canali d irrigazione e mulini, che rese possibile la creazione dei magnifici orti e giardini della villa. Ancora oggi visitabile è il Mulino di Mora Bassa, che Ludovico donò alla moglie Beatrice D Este nel 1494, all interno del quale è allestita la mostra permanente delle macchine leonardesche (modelli in legno perfettamente funzionanti). Vigevano, dove Leonardo ha lasciato il segno 2015: Vigevano, che aspira a diventare uno dei comuni dell Area Metropolitana di Milano, si prepara, come tutta la Provincia di Pavia, ad accogliere i visitatori di Expo, la grande Esposizione Universale che torna a Milano dopo più di cento anni ( Non è una novità che questa cittadina sia contesa tra Milano e Pavia. E il centro abitato più grande e importante della Lomellina. Le sue origini risalgono all epoca longobarda, ma il periodo di maggiore interesse è stato senza dubbio quello visconteo-sforzesco, durante il quale, grazie soprattutto a Ludovico Sforza, sono stati costruiti i monumenti più importanti della città, frutto del genio di Bramante e Leonardo. Si passa poi al XIX e XX secolo per vedere di nuovo Vigevano protagonista della storia del nostro Paese con la nascita delle industrie tessili (lavorazione della seta e del cotone) e calzaturiere (produzione di scarpe e di macchine per la lavorazione della pelle). Non è una metropoli, né una grande città d arte, ma il suo monumentale e scenografico centro storico, raccolto intorno al Castello Visconteo-Sforzesco e alla piazza Ducale, affascina ogni volta chi vi entra anche solo per fare due passi o bere un caffè al bar. La piazza, uno dei primi e migliori esempi rinascimentali lombardi, è sempre stata il cuore pulsante della città, un po come il foro per gli antichi romani. La sua realizzazione risale al e allora aveva al centro una rampa in pietra che permetteva ai Duchi l ingresso trionfale al castello proprio in corrispondenza della torre. Caratteristici portici proteggevano le tipiche botteghe dei commercianti di lana e seta, per lo più sostituite oggi da deliziosi bar e negozi di abbigliamento, pelletteria e oggetti preziosi. Su uno dei lati corti, quasi a fare da sfondo scenografico, la facciata barocca che è stata realizzata alla fine del XVII secolo a completamento del Duomo, di più di un secolo anteriore. L'interno, a croce latina e a tre navate, conserva notevoli opere d'arte, così come il Museo del Tesoro del Duomo, costituito per lo più da doni di Francesco II Sforza. Tra le opere più 97

3 SOSTA Area comunale (inaugurata a luglio 2014) Via Segantini/corso Giuseppe di Vittorio GPS: 45 18'42.6"N '59.0"E Piazzole: 15 in piano, delimitate, su blocchetti di cemento. Camper service, colonnina con 4 prese corrente elettrica, recintata, illuminata, videosorvegliata, accesso regolato da sbarra, cassa automatica (pagamento solo con bancomat). Apertura annuale, animali ammessi. L area si trova lungo la circonvallazione interna a pochi passi dal centro storico, da un benzinaio e da un bar. Tariffa: 6 euro/12h; 5 euro/solo camper service. INFO IAT Vigevano e Lomellina Info Point c/o Castello Sforzesco Piazza Ducale - tel infopointcastello@comune.vigevano.pv.it IAT Pro Loco Vigevano Via Cesare Battisti, 6 Tel info@iatprolocovigevano.it Orari: dalle 15 alle 18 (chiuso il martedì) Provincia di Pavia EVENTI Carnevale in Piazza Ducale Domenica 8 febbraio nel pomeriggio ci sarà un anticipazione del Carnevale Vigevanese, che si svolgerà con le tradizionali sfilate dei carri e numerosi altri eventi nei pomeriggi di domenica 15 e martedì 17 febbraio. In apertura: risaia vigevanese al tramonto; in basso, da sinistra, lavoro in risaia; la scenografica facciata del Duomo in piazza Ducale; vista dall'alto del castello. In questa pagina scorcio di piazza Ducale con la Torre del Bramante; sulla destra, il Duomo; risaia allagata in estate, ingresso al castello. Nella pagina seguente risot cui fasolin da l'oc. 98

4 famose ci sono due serie di arazzi fiamminghi provenienti da Bruxelles (1520) e Oudenaarde (inizio XVII sec). Piazza Ducale è ancora oggi l accesso principale al Castello Visconteo-Sforzesco tramite uno scalone, che si trova sotto la Torre del Bramante, del 1198, diventata il simbolo della città. Entriamo quindi nel cortile interno del complesso del castello, il cui primo nucleo, il castrum, risale probabilmente all epoca longobarda. Il Maschio, che è alla base della struttura attualmente visibile, è stato costruito in epoca tardo medievale con funzione difensiva ed è rimasto in uso fino al 1345, quando sono iniziati i lavori di trasformazione in palazzo rinascimentale con la funzione di residenza di prestigio, di rappresentanza, tale da diventare il luogo preferito per gli svaghi e i diletti della corte. Quello che possiamo visitare adesso è, quindi, il frutto del sostanziale intervento di ristrutturazione che fece il Bramante su incarico di Ludovico il Moro e che ha portato alla realizzazione di un edificio articolato con ampi saloni affrescati e splendidi cortili interni. Più di mq. rendono questa struttura uno dei più imponenti complessi residenziali fortificati d Europa. Sul giardino interno si affacciano tutte le strutture: la Falconiera, la Loggia delle Dame, le Scuderie. La Falconiera è un elegante loggiato aereo attribuito a Donato Bramante, utilizzato per praticare l arte della falconeria in epoca rinascimentale. Le cronache del tempo narrano che dall edificio della falconeria si levavano in volo i falconi che accompagnavano a caccia la corte ducale lungo i boschi del fiume Ticino e nelle campagne della Lomellina. A ridosso del Maschio si trova invece la Loggia delle Dame, che è quello che rimane del Palazzo delle Dame che Ludovico il Moro aveva commissionato a Bramante per la moglie Beatrice D Este e le sue numerose damigelle. Anche in questo caso è impossibile non fare un confronto con il chiostro di Santa Maria delle Grazie e la Canonica di Sant Ambrogio a Milano. La loggia si affacciava originariamente sul giardino pensile della Duchessa (che non è più visibile), sotto il quale si sviluppavano le cantine del castello. Sul lato opposto del cortile interno, di fronte al Maschio si trovano invece tre lunghe scuderie, fatte affrescare con decorazioni tipicamente bramantesche sempre da Ludovico il Moro e disposte ad arco quasi a delimitare l area del castello stesso. Una di queste è attualmente sede del Museo Archeologico Nazionale della Lomellina, mentre un altra è sede del Museo Internazionale della Calzatura Bertolini, testimonianza dell ingegno e dell operosità dei vigevanesi, che hanno portato la loro città a essere considerata a lungo la capitale italiana e, in alcuni momenti, anche mondiale della calzatura. Il Museo - che non annoia sicuramente neanche gli uomini - merita una visita. Le sale, non molte, sono articolate in sei sezioni: la Stanza della Duchessa, la sezione Storica, la sezione Etnica, la Wunderkammer, la sezione Stile e Design e quella dedicata al Tacco a spillo. L'ultimo corridoio, chiamato "La Galleria", è riservato alle mostre temporanee. Da non perdere è una passeggiata attraverso la Strada coperta, lunga 167 metri e larga 7 metri, una struttura unica in tutta l architettura castellana europea, che rappresenta una delle più formidabili opere di ingegneria militare medievale. Fu fatta costruire da Luchino Visconti nel 1340 come ponte fortificato con l obiettivo di proteggere il transito dei Signori di Milano e costituire un passaggio sicuro, del dislivello di 10 metri, tra il Castello e la Rocca Vecchia, affacciata sulla campagna, al limite delle mura. Sotto La Strada coperta passano le Sotterranee, due imponenti e suggestive strutture di collegamento che, in successione, dalle immediate vicinanze di piazza Ducale, conducono attraverso piani rialzati all antico fossato del Maschio del Castello e alla spazio della Cavallerizza, un maestoso edificio con una bellissima struttura a capriate in legno, realizzato con la funzione di maneggio coperto nel 1837 sull area della distrutta Rocca Vecchia e affacciato su un bel giardino. Tutti questi spazi sono destinati spesso a mostre temporanee, ma sono sempre percorribili interamente e permettono di ammirare le fondazioni del Palazzo Ducale e le diverse stratificazioni degli edifici dell area. 99

5 IL RISO È VITA Non è solo un modo di dire. Qui il riso è veramente fonte di vita e te lo ritrovi ovunque, in cucina. Partiamo con le fasi della coltivazione, che sono le seguenti: - gennaio: preparazione delle camere, terreni lievemente digradanti delimitati da argini - aprile-maggio: semina e allagamento delle camere; crescita delle piantine - maggio-giugno: monda, ripulitura delle coltivazioni dalle erbe infestanti - agosto: prosciugamento delle camere, che poi vengono di nuovo allagate - settembre-ottobre: prosciugamento delle camere e mietitura; il raccolto è battuto e messo ad asciugare nelle aie per poi essere riposto nei depositi. L autunno, infatti, è il periodo in cui si svolgono le tradizionali sagre di paese legate a questo prodotto. Le varietà di riso per tempi di cottura e sapore sono più di Normalmente si distinguono il riso a chicco lungo da quello a chicco corto, più diffuso nella nostra cucina, del quale le varietà più note sono il Carnaroli, l Arborio, il Vialone nano, il Baldo, il Roma e il Ribe. Le ricette a base di riso sono innumerevoli (diciamo anche che sono tutte piuttosto caloriche) e non si tratta solo di preparazioni di primi piatti. E già per questi va subito detto che il riso con i diversi ingredienti può essere cucinato in due modi sostanzialmente diversi. Io li definirei bollito o mantecato. Noi qui riportiamo solo qualche esempio, le ricette che sono un po il simbolo di Vigevano, escludendo il riso giallo, che non ha nulla a che fare con il classico risotto alla milanese perché prevede l uso di salsiccia. Il riso ideale per i risotti è il Carnaroli. Chi volesse poi scoprire e sperimentarne altre può andare sul sito del Centro studi tradizioni alimentari Vigevano e Lomellina ( Risot cui fasolin da l oc (Risotto con i fagiolini dell occhio) E un primo piatto a base di riso, fagiolini dell occhio, salame, vino, porri e lardo. La preparazione prevede che si facciano reidratare per una notte i fagiolini in acqua tiepida e poi si facciano bollire con un osso di manzo e un pizzico di sale fino alla cottura completa. In una padella dopo aver fatto tostare il burro e poco olio con la cipolla e il porro tagliato finemente, fate rosolare mezzo salamino sbricciolato, che irrorate con un bicchiere di vino rosso. Una volta evaporato il vino aggiungete il riso e cuocete a fuoco lento aggiungendo poco alla volta il brodo di cottura dei fagiolini, che incorporate solo quando il riso sarà praticamente pronto. Togliete la padella dal fuoco e solo a questo punto cospargere il risotto con una bella spolverata di buon grana grattugiato. Risotto con le rane Originariamente era considerato un piatto molto povero e a costo zero, visto che le rane si acchiappavano nelle rogge e il riso era dato alle mondine per il loro lavoro. Gli ingredienti sono i soliti del soffritto, il riso, le rane e l aceto. Come prima cosa vanno pulite delicatamente le rane (600 gr.) e fatte bollire per 15 minuti in un bel pentolone pieno d acqua, chiuse in un sacchetto di cotone, con alloro e poco sale. Lasciatele quindi intiepidire, toglietele dal sacchetto, procedete con la disossatura, quindi passate la polpa al passino. Fate rosolare in una casseruola mezza cipolla, un gambo di sedano e una carota tritati in 50 gr. di olio e 60 gr. di burro, aggiungete 400 gr. di riso e un bicchiere di vino bianco secco. Fate evaporare e portate a cottura con il brodo delle rane. Quando la cottura del riso è quasi ultimata, aggiungete una manciata di prezzemolo, la polpa delle rane, 40 gr. di burro e del formaggio grana grattugiato. Usate una ranocchietta intera con le zampette all insù per decorare il piatto. 100