Invecchiamento e autoinganni: quando le illusioni percettive generano falsi ricordi M. Vannucci Dip. Psicologia, Università degli Studi di Firenze
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1 Invecchiamento e autoinganni: quando le illusioni percettive generano falsi ricordi M. Vannucci Dip. Psicologia, Università degli Studi di Firenze Introduzione e obiettivi La memoria durante l arco della vita subisce profonde e intense modificazioni. È nella memoria, e nei suoi fallimenti, che si leggono i segni più evidenti dell invecchiamento. Fino agli anni 80 del secolo scorso le ricerche sulla memoria negli anziani si erano focalizzate quasi esclusivamente sulla dimensione della perdita e della dimenticanza. Studi condotti negli ultimi vent anni hanno dimostrato che, in realtà, gli anziani sono più soggetti, rispetto ai giovani, anche alla produzione di ricordi distorti o addirittura falsi (per una rassegna, Schacter, Koutstaal & Norman, 1997). Con l invecchiamento aumentano soprattutto le false memorie per materiale visivo (a es. oggetti, scene) (a es. Balota et al., 1999; Koutstaal & Schacter, 1997; Koutstaal et al., 1999; Lyle, Bloise & Johnson., 2006). Fra i fattori maggiormente associati alla produzione di false memorie visive, troviamo l associazione semantica - somiglianza percettiva fra gli oggetti (Koutstaal & Schacter, 1997, Koutstaal et al., 1999) e l immaginazione mentale (Goncalves & Paller, 2000; Henkel et al., 1998): memorizzare figure di oggetti percettivamente simili fra loro e semanticamente associati (a es. diversi esemplari di bicicletta o di sedia) aumenta il rischio di commettere false memorie, ovvero di
2 riconoscere come oggetto già visto, un esemplare in realtà nuovo ma semanticamente associato e percettivamente simile ad esemplari già visti. Analogamente, visualizzare mentalmente un oggetto può portare a ricordare di averlo realmente visto, confondendo la fonte esterna (ciò che abbiamo visto) con la fonte interna (ciò che abbiamo immaginato). Nella presente ricerca si è inteso verificare se anche le illusioni visive e le false percezioni possono essere all origine di false memorie. Nella vita quotidiana capita, infatti, di incorrere in false percezioni, come ad esempio scambiare un oggetto per un altro percettivamente simile, per poi correggersi in un secondo momento. In casi come questi, cosa succede ai nostri ricordi? Se abbiamo scambiato un trapano per un asciugacapelli, anche se in seguito ci siamo corretti, possiamo arrivare a ricordare, in modo falso, di aver visto un asciugacapelli, quando invece si trattava di un trapano? Le persone anziane sono più a rischio di incorrere in questo tipo di errori? Per rispondere a questa domanda, è stato ideato e applicato nella ricerca un paradigma di induzione di falsi ricordi, articolato in due fasi. Nella Fase 1 è stato applicato un compito di identificazione visiva di oggetti con figure percettivamente degradate. Nella Fase 2, la memoria dei partecipanti è stata testata con un compito di richiamo libero e di riconoscimento (con presentazione di parole relative a figure vecchie, nuove e a false identificazioni commesse in fase I).
3 Metodo Lo studio è stato condotto su un gruppo di anziani (23 studenti frequentanti l Università dell Età Libera di Firenze, età: anni) e su un gruppo di giovani (23 studenti universitari iscritti alla Facoltà di Psicologia di Firenze, età anni), destrimani, con vista normale (fisiologica o corretta). Nella Fase 1 dell esperimento sono state presentate ai partecipanti delle figure di oggetti reali, ciascuna mostrata a più livelli di degradazione percettiva, ovvero partendo dalla versione più sfuocata e meno riconoscibile fino ad arrivare alla versione completa e chiara, con la richiesta di identificare la figura (per un approfondimento sul paradigma, Vannucci, Viggiano & Argenti, 2001). Per ciascuna figura sono state registrate sia le identificazioni corrette che quelle false (a es. per la figura trapano, l identificazione asciugacapelli ). Nella Fase 2, è stato chiesto ai partecipanti di svolgere un compito di richiamo libero (rievocare le figure che erano state presentate in Fase 1) e un compito di riconoscimento, in cui è stata letta una lista di parole, contenenti parole relative a figure vecchie (mostrate in Fase 1) correttamente identificate, figure nuove, e a false identificazioni commesse in fase 1, con la richiesta di indicare per ogni parola se si riferiva ad una figura presentata in Fase 1 o no. Per eguagliare la difficoltà del compito di memoria nei due gruppi, con i partecipanti anziani la durata dell intervallo fra la fase 1 e la fase 2 è stata di 30 minuti, mentre con i giovani è stata di 5 ore.
4 Risultati In entrambi i gruppi i riconoscimenti corretti sono risultati molto elevati (89% nei giovani, e 90% negli anziani) e i falsi riconoscimenti per parole relative a figure nuove (non presentate in fase1) scarsi (2% nei giovani e 4% negli anziani). Fra i due gruppi sono emerse però differenze significative nel numero di falsi riconoscimenti per false identificazioni, con una percentuale del 21% negli anziani, rispetto all 8% dei giovani. In linea con questi risultati, è emersa una differenza significativa fra i due gruppi anche per quanto riguarda la percentuale di soggetti che hanno commesso false memorie, pari all 82.6% nel gruppo degli anziani e al 52% nel gruppo dei giovani. Discussione I risultati ottenuti mostrano una specifica distorsione nella memoria di riconoscimento negli anziani: gli anziani, rispetto ai giovani, commettono un numero maggiore di false memorie per false identificazioni, in seguito corrette. Questi risultati sono in linea con l ipotesi di una maggiore difficoltà, negli anziani, a compiere il monitoraggio della fonte ( Johnson & Raye, 2000), che li porterebbe a confondere più facilmente, nel ricordo,fra immagini realmente presentate ed errate interpretazioni, anche se in seguito corrette. Bibliografia Balota DA, Cortese MJ, Duchek JM, Adams D, Roediger, HL, McDermott KB, Yerys BE. Veridical and false memories in healthy older adults and in
5 dementia of the Alzheimer s type. Cognitive Neuropsychology 1999;16: Gonsalves B, Paller KA. Neural events that underlie remembering something that never happened. Nature Neuroscience 2000;3: Koutstaal W, Schacter DL. Gist-based false recognition of pictures in older and younger adults. Journal of Memory and Language 1997;37: Schacter DL, Koutstaal W, Norman KA. False memories and aging. Trends in Cognitive Sciences 1997;1: Koutstaal W, Schacter DL, Galluccio L, Stofer KA. (). Reducing gist-based false recognition in older adults: Encoding and retrieval manipulations. Psychology and Aging, 1999;14: Henkel LA, Johnson MK, De Leonardis DM. Aging and source monitoring: Cognitive processes and neuropsychological correlates. Journal of Experimental Psychology General 1998;127: corso per psicologi Johnson MK, Raye CL. Cognitive and brain mechanisms of false memories and beliefs. In: Schacter DL, Scarry E, eds. Memory and belief. Cambridge, MA: Harvard University Press 2000, pp Lyle KB, Bloise SM, Johnson MK. Age-related binding deficits and the content of false memories. Psychology and Aging 2006;21: Vannucci M, Viggiano MP, Argenti F. Identification of spatially
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