Il secondo Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti d impresa. Servizio Studi e Ricerche Settembre 2012

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1 Il secondo Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti d impresa Servizio Studi e Ricerche

2 Executive summary 2 1. Introduzione 4 2. L identikit delle imprese in Rete al 31 marzo L indagine ad hoc condotta presso la clientela di Intesa Sanpaolo 9 4. Quale futuro per le reti e quale ruolo per il sistema bancario? Conclusioni 15 Bibliografia 17 Avvertenza Generale 19 La presente pubblicazione è stata curata da Giovanni Foresti. Si ringraziano per la collaborazione i colleghi della Direzione Marketing Imprese e di Mediocredito Italiano, Angelo Palumbo del Servizio Studi e Ricerche e i colleghi gestori. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

3 Executive summary Questo documento presenta i principali risultati emersi dal 2 Osservatorio Intesa Sanpaolo- Mediocredito Italiano sulle Reti di Impresa. L Osservatorio, curato dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo con la collaborazione della Direzione Marketing Imprese e di Mediocredito Italiano, ha analizzato le 1.94 imprese coinvolte in reti di impresa al 31 marzo 212. Successivamente, attraverso un indagine condotta presso la clientela di Intesa Sanpaolo tra metà aprile e giugno 212 sono stati studiati gli effetti potenziali dei contratti di rete su posizionamento competitivo e performance delle imprese. Il numero dei contratti di rete ha mostrato una forte accelerazione a partire dalla seconda metà del 211, con punte di 45 contratti registrati nel solo mese di settembre 211 (e 215 nuove imprese coinvolte) e di 55 lo scorso febbraio (e 284 imprese in più). Complessivamente, al 31 marzo 212 risultavano registrati in Camera di Commercio 356 contratti di rete e coinvolte 1.94 imprese 1. La Lombardia è la prima regione italiana con 464 imprese aderenti a reti di impresa (un quarto circa del totale). Segue al secondo posto la Toscana (335); sono ancora distanti le altre regioni, con Emilia Romagna e Veneto al terzo e quarto posto con meno di 2 imprese. Tra le imprese manifatturiere che partecipano a reti di impresa, poco più di un quinto appartiene a uno dei 139 distretti industriali mappati dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo. Queste imprese hanno stipulato contratti di rete con aziende locali rafforzando in chiave strategica il legame con alcune realtà del proprio territorio, ma anche con imprese localizzate in altre province, o addirittura esterne alla regione (nel 3,5% dei casi) superando la dimensione distrettuale e ponendo le basi per la costruzione di solide collaborazioni a livello nazionale. Mediamente, rispetto alle aziende che non appartengono a distretti, le imprese distrettuali sono coinvolte in reti più popolate e differenziate, con imprese sia a monte che a valle dei processi produttivi o imprese dei servizi. La lunghezza delle filiere varia comunque da rete a rete: in alcuni casi sono presenti solo imprese che svolgono la medesima attività, in altri la rete si estende anche alle fasi a monte e a valle rimanendo comunque confinata in uno specifico settore (con imprese specializzate, ad esempio, in beni intermedi e in beni di consumo del sistema moda), in altri ancora ricomprende filiere di settori diversi (come le imprese del sistema moda e quelle della metalmeccanica), creando i presupposti per lo sviluppo di progetti complessi da cui potranno trarre beneficio un numero elevato di attori. Le reti possono avere al proprio interno anche società commerciali o imprese specializzate in servizi avanzati. Non mancano, inoltre, casi in cui sono coinvolti anche istituti finanziari. Dallo studio emerge che le imprese manifatturiere in rete mostrano un migliore posizionamento competitivo rispetto a quelle che non aderiscono a contratti di rete. Sono, infatti, più presenti all estero con attività di export (45% dei casi vs. 25,2% dei competitor non coinvolti) e partecipate estere (9,7% vs. 3,9%) e mostrano una maggiore propensione a brevettare (14,8% dei casi vs. 5,3%). Dall indagine condotta su 281 imprese clienti di Intesa Sanpaolo emerge che il conseguimento di una maggiore efficienza produttiva, il rafforzamento dei canali di promozione/distribuzione e la pianificazione di progetti comuni di innovazione e ricerca sono i principali motivi che spingono le imprese a partecipare alle reti. E interessante notare che solamente in minima parte le imprese 1 Al 3 giugno 212, dai dati pervenuti a ridosso della redazione di questo documento, risultano 441 reti con imprese partecipanti (Fonte: Intesa Sanpaolo - Mediocredito Italiano su dati Cerved Databank). 2 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

4 contano di raggiungere questi obiettivi attraverso nuovi investimenti: poco meno di un quarto, infatti, pensa di investire di più in seguito alla partecipazione al progetto di collaborazione e alleanza in rete. Le imprese sembrano piuttosto spinte a partecipare alle reti dalla consapevolezza di poter conseguire gli obiettivi attesi tramite la condivisione di know-how e competenze. Ai primi posti per competenze ricercate ci sono quelle in ambito distributivo (47%) e in ricerca e innovazione (37%). Al contempo, è ampia la disponibilità di competenze e capacità produttiva (portate in rete dal 62,6% delle imprese), mentre sono meno presenti imprese con competenze distributive. Le grandi imprese cercano soprattutto capacità e competenze produttive, mentre le PMI sono particolarmente interessate alle competenze nella distribuzione. Le interviste condotte presso le imprese clienti del gruppo Intesa Sanpaolo mostrano che 3 imprese su 4 ritengono di poter raggiungere gli obiettivi individuati nel programma di rete. Meno scontati, invece, gli effetti prospettici sulla redditività che sono significativamente positivi solo in un caso su due. Si noti che il conseguimento di una maggiore redditività viene ritenuto maggiormente probabile tra le imprese realmente convinte di conseguire gli obiettivi della rete e tra quelle più innovative, più export oriented e intenzionate a intensificare gli investimenti in innovazione, promozione e network commerciali. La presenza nella rete di un impresa capofila (un terzo dei casi circa) contribuisce a rafforzare l efficacia del contratto di rete. Dallo studio emerge che il sistema bancario può svolgere un ruolo attivo nel favorire lo sviluppo di nuove reti e, soprattutto, nel sostenere e nell accompagnare le imprese lungo tutto il percorso di collaborazione in rete, partendo dalla fase pre-costitutiva, sostenendone l avvio e fornendo supporto nella realizzazione del progetto in rete. Secondo gli imprenditori, il sistema bancario, oltre a finanziare queste iniziative, può divenire un partner che consente di accelerare i processi di internazionalizzazione e di innovazione programmati dalle reti. La richiesta di partnership è più marcata tra le imprese di piccole dimensioni e meno strutturate. Queste prime evidenze confermano il potenziale dei contratti di rete, che è elevato soprattutto nei casi in cui è realmente percepito e concretamente utilizzato come strumento finalizzato a rafforzare il posizionamento competitivo dei partecipanti. E tuttavia prematuro concludere che le reti consentiranno al tessuto produttivo italiano di superare uno dei suoi principali limiti, ovvero la bassa propensione delle numerose PMI italiane a collaborare in progetti di innovazione e internazionalizzazione. Il contratto di rete, infatti, nonostante l accelerazione degli ultimi mesi, interessa ancora un nucleo ristretto di imprese, coinvolgendo quasi 2 mila aziende, meno dell 1% dell intero tessuto produttivo italiano. Una novità significativa che in prospettiva potrebbe consentire una maggiore diffusione del contratto di rete è rappresentata dalla recente revisione del quadro giuridico di riferimento introdotta dalle norme previste nel testo del decreto-legge n. 83 del 22 giugno 212, definitivamente convertito in legge con l approvazione del Senato del 3 agosto del 212 e recante misure urgenti per la crescita del Paese. La legge definitivamente approvata, infatti, stabilisce che la rete può acquisire soggettività giuridica nel caso in cui sia prevista la costituzione del fondo comune e sia stata, al contempo, iscritta nel registro delle imprese. Si aprono pertanto interessanti e positivi scenari, che possono portare al riconoscimento di una soggettività tributaria, alla bancabilità della rete, intesa come possibilità di finanziamento delle reti in quanto tali e di assegnazione di un rating di rete, e, più in generale, al potenziamento del contratto di rete, con una più agevole condivisione dei risultati raggiunti. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 3

5 Il 2 Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti d impresa 2 1. Introduzione L obiettivo del 2 Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti d impresa è triplice. Si vuole dapprima fornire un quadro aggiornato delle caratteristiche dei contratti di rete stipulati al 31 marzo del 212. Si intende, poi, capire se, come e quando le reti di impresa offrono vantaggi competitivi alle imprese coinvolte. Infine, si vuole far luce sul ruolo che la banca, secondo le opinioni degli imprenditori, può svolgere nel favorire lo sviluppo dei progetti di rete. Nella prima parte di questo documento, pertanto, viene rappresentato l identikit dei contratti di rete e, soprattutto, delle imprese in rete. Si dà quindi conto dell evoluzione temporale del fenomeno, della composizione numerica, geografica, dimensionale e settoriale delle reti d impresa, nonché del posizionamento competitivo, in termini di attività brevettuale, certificazioni di qualità e ambientali e presenza sui mercati esteri, delle imprese coinvolte. Nella seconda parte di questo lavoro, attraverso l analisi dei risultati di un indagine ad hoc condotta presso 281 imprese clienti del gruppo Intesa Sanpaolo, ci si concentrerà sull efficacia delle reti di impresa nel migliorare le performance di crescita e reddituali delle imprese che ne fanno parte. Si tratta di prime evidenze alquanto preliminari, ma, a nostro avviso, indicative del potenziale che può esprimere questo strumento. Nella terza parte, infine, sempre dallo studio delle risposte all inchiesta da parte della nostra clientela, si illustrano le attese del mondo imprenditoriale sull offerta che il sistema bancario può mettere a disposizione a supporto dei contratti di rete. 2. L identikit delle imprese in Rete al 31 marzo 212 Al 31 marzo 212 risultavano registrati in Camera di Commercio 356 contratti di rete. Questi contratti coinvolgono 1.94 imprese. Il fenomeno ha mostrato una forte accelerazione a partire dalla seconda metà del 211, con punte di 45 contratti registrati nel solo mese di settembre 211 (e 215 nuove imprese coinvolte) e di 55 lo scorso febbraio (e 284 imprese in più; Figure 1-4). Le reti sono presenti su gran parte del territorio nazionale e sono particolarmente diffuse in Lombardia, che, grazie alla forte accelerazione registrata negli ultimi mesi (52 contratti di rete sottoscritti nel solo mese di febbraio 212, per un totale di 23 imprese coinvolte), ha toccato quota 464 imprese in rete, superando di slancio le regioni che la precedevano (Fig. 5). La Toscana si colloca al secondo posto con 335 imprese coinvolte, seguita a distanza da Emilia Romagna (195) e Veneto (186) 3. Il 71% delle Reti sono costituite da imprese provenienti dalla Accelerazione dei contratti di rete dalla seconda metà del 211 soprattutto in Lombardia 2 Si ringraziano i colleghi della Direzione Marketing Imprese e di Mediocredito Italiano per la fornitura dei dati sui 356 contratti di rete stipulati fino a 31 marzo 212 e per i commenti a una versione precedente di questo lavoro. Un ringraziamento particolare va ad Angelo Palumbo e ai colleghi gestori senza i quali non sarebbe stato possibile condurre l indagine presso le 281 imprese clienti che hanno aderito alla rilevazione. 3 Come già accennato in precedenza, dall ultimo aggiornamento pervenuto le reti costituite risultano 441 al 3 giugno 212, con imprese partecipanti (Fonte Intesa Sanpaolo Mediocredito Italiano su dati Cerved- Databank). Quindi l accelerazione riscontrata a partire dalla seconda metà del 211 sembra confermata anche nel secondo trimestre del 212, con un incremento nel periodo di +85 reti e +419 imprese partecipanti. La Lombardia si conferma la prima regione per numero di imprese in rete (57) seguita dalla Toscana (45), dall Emilia Romagna (229) e dal Veneto (226). 4 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

6 stessa regione 4. Solo nel 29% dei casi, pertanto, le reti sono trans-territoriali. Di queste una quota significativa è rappresentata da Reti che vedono coinvolte imprese di due regioni (18,5%). Le reti di impresa stanno avendo una buona diffusione anche all interno dei distretti, dove è storicamente presente un ricco tessuto di relazioni reticolari informali tra i diversi attori delle filiere produttive locali. Tra le imprese manifatturiere che partecipano a reti di impresa, poco più di un quinto appartiene a uno dei 139 distretti industriali mappati dal Servizio Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo 5. Le imprese dei distretti hanno stipulato contratti di rete con imprese locali, ma anche con imprese localizzate in altre province, o addirittura esterne alla regione, superando la dimensione distrettuale e ponendo le basi per la costruzione di solide collaborazioni a livello nazionale. Il 3,5% delle reti a cui partecipano le imprese distrettuali sono pluriregionali; non emergono, pertanto, significative differenze rispetto alla media italiana. Buona diffusione anche nei distretti industriali Fig. 1 - Numero di contratti di Rete registrati per mese mar-1 giu-1 set-1 dic-1 mar-11 giu set Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank 37 dic mar-12 Fig. 3 - Numero di imprese in contratti di rete registrati per mese mar-1 giu-1 set-1 dic-1 mar-11 giu set Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank 236 dic mar-12 Fig. 2 - Evoluzione del numero di contratti di Rete registrati mar-1 giu-1 set-1 dic-1 mar-11 giu-11 set-11 Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank dic Fig. 4 - Evoluzione del numero di imprese in rete per mese mar-1 giu-1 set-1 dic-1 mar-11 giu-11 set-11 Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank dic-11 mar-12 mar-12 Qualche differenza emerge, invece, in termini di lunghezza delle filiere: mediamente le imprese distrettuali sono coinvolte in rete più popolate (Fig. 6) e differenziate (Fig. 7), con imprese sia a monte che a valle dei processi produttivi o imprese dei servizi. dove le reti sono più lunghe Il 55,9% delle 59 reti distrettuali (che hanno cioè al proprio interno imprese dei distretti) è formato da più di 4 imprese; questa quota si ferma al 38,2% nel complesso delle 356 reti 4 Questi risultati sono in linea con quanto evidenziato dalla Fondazione Bruno Visentini (212). 5 Per l elenco completo dei 139 distretti industriali si rimanda a Intesa Sanpaolo (211). Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 5

7 registrate a fine marzo Ciò si riflette anche in un diverso grado di differenziazione produttiva che è più elevato all interno delle reti distrettuali. Il 64,4% di queste reti è composto da imprese specializzate in diversi macrosettori economici (agricoltura, industria in senso stretto, costruzioni, servizi; Fig. 7); nel totale delle 356 reti italiane la percentuale è molto inferiore e pari al 52,2%. In particolare, nel 55,9% delle reti distrettuali sono compresenti imprese dell industria in senso stretto e imprese dei servizi (vs. il 32,9% del totale). Inoltre, alle reti distrettuali partecipano molto più spesso imprese con una diversa specializzazione produttiva all interno della stessa filiera macrosettoriale (Fig. 8): nello specifico, nel 57,6% dei casi sono presenti imprese manifatturiere diversamente posizionate lungo la filiera manifatturiera (possono cioè esserci sia imprese della meccanica sia imprese metallurgiche o imprese del sistema moda e imprese della meccanica); questa quota si ferma al 25,8% nel totale delle reti. Lo stesso vale se si considera il macrosettore dei servizi: nel 23,7% delle reti distrettuali ci sono imprese dei servizi con una diversa specializzazione settoriale (come turismo e trasporti insieme; servizi alle imprese e distribuzione); questa percentuale è pari al 18,8% nel totale delle reti. Fig. 5 Numero di imprese coinvolte in Reti di impresa per regione Nota: 29 imprese in 2 contratti; 1 impresa in 3 contratti. Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank 6 Il differenziale resta alto anche se si considerano solo le reti con al loro interno almeno un impresa manifatturiera. 6 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

8 Fig. 6 Quota (%) di contratti di Rete per numero di imprese coinvolte in Rete 3 Totale Reti Reti con imprese distrettuali coinvolte >18 Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank La lunghezza delle filiere è pertanto maggiore nei distretti: come si è visto, infatti, sono relativamente meno le reti con imprese che svolgono la stessa attività; nelle reti distrettuali sono, invece, più frequenti i casi in cui la filiera si estende anche alle fasi a monte e a valle dello stesso settore (con imprese specializzate, ad esempio, in beni intermedi e in beni di consumo del sistema moda o con imprese specializzate nella metallurgia, in prodotti in metallo e nella meccanica), o vi sono filiere di settori diversi con al proprio interno sia imprese del sistema moda sia imprese della metalmeccanica. Le imprese dei distretti, inoltre, molto più spesso sono inserite in reti che hanno al proprio interno società commerciali o imprese specializzate in servizi avanzati (software e consulenza informatica; ricerca scientifica e sviluppo; studi di architettura e d ingegneria, collaudi e analisi tecniche; attività di direzione aziendale e di consulenza gestionale) localizzate nel distretto o al di fuori dei confini del distretto e/o della regione. Non mancano, inoltre, casi in cui sono coinvolti anche istituti finanziari. Fig. 7 Quota (%) di Reti con imprese caratterizzate da una diversa specializzazione macrosettoriale ,2 Totale Reti 64,4 Reti "distrettuali" 55,9 Fig. 8 Quota (%) di Reti con imprese diversamente specializzate all interno dello stesso macrosettore Totale Reti 57,6 Reti "distrettuali" , ,8 18,8 23,7 Diversa specializzazione macrosettoriale Almeno un'impresa dell'industria e un'impresa dei servizi Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank Diversa specializzazione tra imprese dell'industria IN SENSO STRETTO Diversa specializzazione tra imprese dei SERVIZI Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank In generale e, più diffusamente nei distretti, è evidente la tendenza a costituire reti composte da soggetti tra loro complementari, che possono mettere a fattor comune competenze diverse, attingendo da un ricco bacino di specializzazioni settoriali (Fig. 9) e creando sinergie intersettoriali. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 7

9 Fig. 9 Imprese che appartengono a Reti per macrosettore (composizione %) ,5 35, Fig. 1 Imprese che appartengono a Reti per classi di fatturato (composizione %) ,1 9, Servizi Industria in senso stretto (a) Costruzioni Agribusiness (b) (a) Alimentare escluso; (b) industria alimentare inclusa. Fonte: Intesa Sanpaolo- Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank 1 Micro imprese Piccole imprese Medie imprese Grandi imprese Nota: Microimprese: fino a 2 milioni di euro di fatturato; Piccole imprese: tra 2 e 1 milioni di euro di fatturato; Medie imprese: tra 1 e 5 milioni di euro di fatturato; Grandi imprese: almeno 5 milioni di euro di fatturato. Dati di fatturato disponibili per imprese su un totale di 1.94 (molte delle aziende di cui non è disponibile il bilancio non hanno obbligo di depositarlo perché Snc, Sas, ditte individuali). Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank 3 La condivisione di competenze è importante, soprattutto, per le numerose imprese di piccole e piccolissime dimensioni in rete: 4 imprese su 5, infatti, sono di dimensioni micro (51%) o piccole (31%; Fig. 1). Sono proprio queste le imprese che hanno più bisogno di rafforzare la loro capacità di fare innovazione, di creare marchi, di vendere e di esportare. In molte reti è possibile trovare queste competenze grazie alla presenza di capofila o imprese virtuose molto attive in ambito tecnologico e distributivo. Le imprese manifatturiere in rete mostrano, infatti, una più alta propensione a registrare brevetti, a richiedere certificazioni ambientali e dei sistemi di gestione della qualità, e a essere presenti all estero con attività di export o partecipazioni (Fig. 11). E verosimile pensare che questi fattori di competitività siano messi a disposizione e al servizio degli altri attori reticolari e, in tal modo, adeguatamente valorizzati. Fig. 11 Imprese manifatturiere con partecipazioni estere, attività di export, brevetti (EPO) e certificazioni ambientali e dei sistemi di gestione di qualità (in % totale imprese) 5 45, 4 In rete molte imprese di piccole e piccolissime dimensioni e imprese con una buona propensione a brevettare e a internazionalizzarsi 3 26,9 25, ,6 14,8 9,7 2,8 3,9 5,3 14,7 Certificati ambientali Partecipazioni estere Brevetti Certificati di qualità Attività di export Imprese manifatturiere coinvolte in Reti (a) Imprese manifatturiere NON coinvolte in Reti (b) (a) 527 imprese manifatturiere che appartengono a Reti di impresa con più di 5 mila euro di fatturato. (b) imprese manifatturiere italiane con almeno 5 mila euro di fatturato (escluse le imprese coinvolte in Reti di impresa). Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank, Accredia, Reprint, Thomson Innovation (EPO), Centrale Rischi E, inoltre, interessante osservare che in ogni classe dimensionale le imprese in rete evidenziano più presenza sui mercati esteri e attività brevettuale (Figure 12 e 13). Almeno finora, pertanto, lo strumento delle reti è stato maggiormente utilizzato dalle imprese con un migliore 8 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

10 posizionamento competitivo, che più di altre possono svolgere un ruolo attivo nel raggiungimento degli obiettivi delle reti stesse. Le imprese più in ritardo in termini di innovazione e internazionalizzazione, al contrario, possono essere ritenute soggetti meno interessanti per gli altri attori, perché più in difficoltà nell offrire competenze distintive. Esse stesse, inoltre, possono essere frenate a partecipare alle reti, proprio perché poco orientate a portare avanti strategie di innovazione e internazionalizzazione individualmente e, quindi, anche collettivamente. Fig. 12 Imprese manifatturiere con attività di export per classe dimensionale (in % totale imprese) Grandi imprese Medie imprese 53,3 6,2 68,5 78,4 Fig Imprese manifatturiere con brevetti per classe dimensionale (in % totale imprese) Grandi imprese Medie imprese 16,3 22,4 33, 37,8 Piccole imprese 3,2 38, Piccole imprese 4,7 12,7 Micro imprese 11,7 2,6 Micro imprese 1,4 3, Imprese manifatturiere NON coinvolte in Reti (b) Imprese manifatturiere coinvolte in Reti (a) (a) 527 imprese manifatturiere che appartengono a Reti di impresa con più di 5 mila euro di fatturato. (b) imprese manifatturiere italiane con almeno 5 mila euro di fatturato (escluse le imprese coinvolte in Reti di impresa). Microimprese: fino a 2 milioni di euro di fatturato; Piccole imprese: tra 2 e 1 milioni di euro di fatturato; Medie imprese: tra 1 e 5 milioni di euro di fatturato; Grandi imprese: almeno 5 milioni di euro di fatturato. Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank, Centrale Rischi Imprese manifatturiere NON coinvolte in Reti (b) Imprese manifatturiere coinvolte in Reti (a) (a) 527 imprese manifatturiere che appartengono a Reti di impresa con più di 5 mila euro di fatturato. (b) imprese manifatturiere italiane con almeno 5 mila euro di fatturato (escluse le imprese coinvolte in Reti di impresa). Microimprese: fino a 2 milioni di euro di fatturato; Piccole imprese: tra 2 e 1 milioni di euro di fatturato; Medie imprese: tra 1 e 5 milioni di euro di fatturato; Grandi imprese: almeno 5 milioni di euro di fatturato. Fonte: Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano su dati Cerved-Databank e Thomson Innovation (EPO) 3. L indagine ad hoc condotta presso la clientela di Intesa Sanpaolo L analisi della struttura delle reti non consente di capire l efficacia e il potenziale dei contratti di rete. Per una valutazione accurata dei primi effetti su crescita, redditività e rischiosità delle imprese coinvolte bisognerà attendere ancora un paio d anni visto che, come si è visto, molti contratti sono stati stipulati recentemente (tra la fine del 211 e l inizio del 212) e i dati di bilancio del 212 saranno disponibili solo a partire dal settembre del 213. Per avere qualche prima risposta sull impatto delle reti sul posizionamento competitivo delle imprese è stata condotta un indagine ad hoc sulla clientela di Intesa Sanpaolo (ISP) coinvolta in Reti di impresa a fine 211. L indagine è composta da 22 domande dirette a capire il posizionamento competitivo e l evoluzione attesa di fatturato, redditività e investimenti delle aziende, e a raccogliere informazioni sulla valutazione dell efficacia potenziale e la struttura patrimoniale, organizzativa e temporale dei contratti di rete. L indagine, grazie al contributo determinante dei gestori presenti sul territorio, è stata condotta tra metà aprile e giugno del 212 e ha interessato 437 imprese clienti di ISP coinvolte in rete. Hanno aderito 281 imprese, con un tasso di risposta pari al 64,3%. Il grado di copertura è stato buono soprattutto in Lombardia (63 questionari compilati), Toscana (35) e Veneto (32). Bene anche la Basilicata (2), il Friuli Venezia Giulia (19) e il Piemonte (19). A livello settoriale il 52,7% delle imprese che ha partecipato all indagine appartiene all industria; seguono i servizi (24,2%), le costruzioni (12,8%) e l agribusiness (1,3%). Sono molte le piccole e medie imprese: il 26% sono micro-imprese, il 42,9% sono piccole, il 24,8% sono di dimensioni medie, mentre il restante 6,3% sono grandi imprese. Dall indagine su 281 imprese clienti di ISP in rete emerge che Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 9

11 Dall indagine emerge che il conseguimento di una maggiore efficienza produttiva, il rafforzamento dei canali di promozione/distribuzione e la pianificazione di progetti comuni di innovazione e ricerca sono i principali motivi che spingono le imprese a partecipare alle reti. Il 5% circa delle imprese intervistate dichiara di partecipare alla rete per conseguire questi obiettivi (Fig. 14). Segue la creazione/utilizzo di un marchio comune (34,2%); sono poi numerosi i progetti congiunti legati alla sostenibilità ambientale (22,8%), intesi come impegno nelle energie rinnovabili, nella produzione di beni per servizi ambientali e nella riduzione delle emissioni di CO 2. E basso, invece, l interesse a partecipare a reti per ampliare la base produttiva all estero (3,2%) e in Italia (1,8%). Solo in minima parte le imprese contano di raggiungere questi obiettivi attraverso nuovi investimenti: poco meno di un quarto delle imprese, infatti, pensa di investire di più in seguito alla partecipazione al progetto di collaborazione e alleanza in rete (Fig. 15). Piuttosto ciò che spinge le imprese a partecipare a progetti di rete sembra essere soprattutto la possibilità di mettere a fattor comune e condividere know-how e competenze per conseguire gli obiettivi attesi. Le reti di impresa vengono quindi viste e vissute come un luogo di scambio delle competenze, in cui portare e, al contempo, trovare competenze. Al primo posto per competenze ricercate ci sono quelle in ambito distributivo (47%; Fig. 17); tra le competenze più domandate spiccano anche la ricerca e l innovazione (37%). Al contempo è ampia la disponibilità di competenze e capacità produttiva (portate in rete dal 62,6% delle imprese), mentre sono meno numerose imprese con competenze distributive (28,5% l offerta vs. 47% la domanda). Buona presenza invece di imprese che portano know-how in innovazione. efficienza produttiva, promozione/distribuzione e innovazione principali motivi per partecipare alle reti raggiungibili soprattutto attraverso lo scambio di competenze Fig. 14 Obiettivi/motivi di partecipazione alla rete (in % 281 imprese) Efficienza produttiva o sinergie Promozione/marketing Potenziare struttura commerciale Innovazione Creazione/utilizzo marchio comune Ambiente Altro Nuovi siti produttivi all'estero Nuovi siti produttivi in italia 3,2 1,8 1,3 22,8 34,2 51,2 5,9 48,4 47, Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo Fig. 15 La rete ha spinto l impresa a investire di più? (in % 281 imprese) ,2 No Fonte: Intesa Sanpaolo 39,9 Sì, ma in misura limitata 23,1 Sì abbastanza 1,8 Sì molto 1 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

12 Fig. 16 Quali competenze porta l azienda in rete (in % 281 imprese) Competenze nella distribuzione 28,5 Fig. 17 Quali competenze cerca l azienda nelle altre aziende in rete (in % 281 imprese) Competenze nella distribuzione 47, Compet. in ricerca e innovazione 33,8 Compet. in ricerca e innovazione 37, Competenze nel marketing 21,7 Competenze nel marketing 36,7 Competenze produttive 62,6 Competenze produttive 35,9 Compet. in campo organizzativo 35,9 Compet. in campo organizzativo 3,6 Infrastrutture (centri r&s e logistici,...) 14,2 Infrastrutture (centri r&s e logistici,...) 19,9 Competenze in campo ambientale 13,2 Competenze in campo ambientale 11,7 Altro 13,2 Altro 8,9 Competenze nel design 8,2 Competenze nel design 8,9 Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo Fig. 18 Competenze portate dall azienda in rete (in % imprese per dimensioni aziendali) Competenze nella distribuzione Competenze nella ricerca e nell'innovazione Competenze produttive Grandi imprese Medie imprese Piccole imprese Micro imprese Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo Fig. 19 Competenze cercate dall azienda nelle altre aziende in rete (in % imprese per dimensioni aziendali) Competenze nella distribuzione Competenze nel marketing Competenze produttive Grandi imprese Medie imprese Piccole imprese Micro imprese Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo Le grandi imprese cercano soprattutto capacità e competenze produttive, mentre le PMI sono particolarmente interessate a trovare competenze nella distribuzione (Fig. 19). Simmetricamente gli attori imprenditoriali più grandi sono più orientati a portare in rete le loro competenze in ricerca e in distribuzione, mentre le imprese piccole e micro mettono più frequentemente a fattor comune le loro competenze e capacità produttive (Fig. 18). tra piccole e grandi imprese Pertanto è soprattutto grazie a questo scambio di competenze che 3 imprese su 4 ritengono di poter raggiungere gli obiettivi individuati (Fig. 2). Un quarto circa delle imprese sembra invece credere poco nell iniziativa che ha preso. Sia a livello dimensionale sia a livello settoriale, non emergono differenze sostanziali, anche se la fiducia nella riuscita del contratto è leggermente maggiore tra le imprese più grandi e le microimprese e nei macrosettori dell agribusiness e dell industria in senso stretto. Sembrano credere di più nel buon esisto del progetto soprattutto le imprese che sono inserite in reti con al proprio interno soggetti capofila (Fig. 21). 3 imprese su 4 ritengono di raggiungere gli obiettivi Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 11

13 Fig. 2 Gli obiettivi del contratto di rete sono stati o verranno raggiunti? (in % 281 imprese) 75 59, Fig. 21 Gli obiettivi del contratto di rete sono stati o verranno raggiunti? (in % imprese in contratti con/senza capofila) 75 61,5 58, ,8 No Fonte: Intesa Sanpaolo 21,7 Sì, ma in misura limitata Sì abbastanza 15,7 Sì molto ,2 No 2,1 27, 11,5 Sì, ma in misura limitata Imprese in contratti senza capofila Fonte: Intesa Sanpaolo 25, 1,8 Sì abbastanza Sì molto Imprese in contratti con capofila L efficacia attesa della rete sembra, inoltre, essere una funzione crescente dell impegno dell impresa in nuovi investimenti attivati dalla sua partecipazione al progetto (Fig. 22) e funzionali all ampliamento e all arricchimento del bacino (l offerta) di competenze già presenti all interno delle reti, rispondendo così alla domanda di competenze espressa dalle imprese. Il potenziamento degli investimenti riguarda proprio quelle aree in cui maggiore sembra essere il fabbisogno della rete, interessando soprattutto l innovazione (44,5% dei casi; Fig. 23), la promozione e il marketing (39,9%), il potenziamento della struttura commerciale (36,3%). Fig. 22 Quota % di imprese che ritengono di raggiungere abbastanza o molto gli obiettivi del contratto di rete (in % imprese per intensità nuovi investimenti) 12 1, 1 93,8 83, ,5 Nessun investimento Fonte: Intesa Sanpaolo Limitato investimento Significativo investimento Elevato investimento Fig. 23 Tipologia degli investimenti nel triennio (in % 281 imprese) Innovazione Promozione/marketing Potenziare struttura commerciale Nuova capacita' produttiva Maggiore livello tecnol. e fless. impianti Ambiente ed efficienza energetica Creazione/utilizzo marchio Altro Nuovi insediamenti produttivi Italia Nuovi insediamenti produttivi estero 2,8 2,1 11, Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo 2,3 19,9 29,5 27,4 36,3 39,9 44, Le aspettative di efficacia nella rete influenzano positivamente le valutazioni sugli effetti attesi sulle performance reddituali (Tab. 1) e di crescita. Coerentemente, le imprese che non credono nella rete non si aspettano di ottenere vantaggi reddituali o di crescita; al contrario, le imprese che pensano di centrare gli obiettivi ritengono di poter migliorare le loro performance. Nel complesso poco meno di un impresa in rete su due (il 47,3%) ha attese positive in termini di rafforzamento significativo della redditività. Effetti attesi sulla redditività meno scontati 12 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

14 Tab. 1 Relazione tra grado di conseguimento degli obiettivi della rete ed effetti attesi sulla redditività delle imprese (in % imprese per grado di conseguimento degli obiettivi) Gli obiettivi del contratto di rete sono stati o verranno raggiunti: No Sì, ma in misura limitata Sì abbastanza Sì molto Totale La rete ha consentito o consentirà di ottenere migliori performance reddituali: No 5, 19,7 7,7 4,5 11, Sì, ma in misura limitata 5, 75,4 38,7 4,5 41,6 Sì abbastanza, 3,3 51,8 52,3 39,9 Sì molto, 1,6 1,8 38,6 7,5 Totale 1, 1, 1, 1, 1, Fonte: Intesa Sanpaolo Inoltre, le attese di miglioramento della redditività sono fortemente influenzate dalla tipologia di obiettivi della rete e dei soggetti coinvolti: in 3 casi su 4 vi sono aspettative di migliori risultati reddituali nelle reti che hanno l obiettivo di potenziare contemporaneamente sia l innovazione sia la fase commerciale. La presenza nella rete di un impresa capofila (un terzo dei casi circa) rafforza e rende più efficace l iniziativa. La probabilità di migliorare la redditività e aumentare il fatturato è, infatti, più elevata nelle reti con al proprio interno soggetti capofila (Fig. 24). E poi più alta la probabilità di rafforzare le performance reddituali per le imprese più innovative (62% vs. 44,2%; Fig. 25), più export oriented (55,7% vs. 43,5%) e certificate (52,8% vs. 45,9%). e influenzati positivamente da tipologia obiettivi, presenza di un impresa capofila e posizionamento competitivo Fig. 24 La rete ha consentito o consentirà di ottenere migliori performance reddituali? (in % imprese in contratti con/senza capofila) ,5 9,7 No 47,6 3,2 Sì, ma in misura limitata Imprese in contratti senza capofila Fonte: Intesa Sanpaolo 38,4 42,7 Sì abbastanza 4,3 13,5 Sì molto Imprese in contratti con capofila Fig. 25 Quota % di imprese con attese di miglioramento della redditività (in seguito alla partecipazione al contratto di rete) significativo o molto elevato per caratteristiche dell impresa Imprese con certif. qualità Imprese senza certif. qualità Imprese export/fatturato >1% Imprese export/fatturato <1% Imprese con brevetto Imprese senza brevetto 45,9 43,5 44,2 52,8 55,7 62, Fonte: Intesa Sanpaolo su dati Intesa Sanpaolo, EPO, Accredia 4. Quale futuro per le reti e quale ruolo per il sistema bancario? Dai paragrafi precedenti emerge pertanto un quadro in chiaroscuro: le reti d impresa possono innalzare la competitività delle imprese e le loro performance reddituali e di crescita. E necessario però portare all interno della rete competenze immateriali e, nei casi delle imprese più piccole e meno attrezzate in termini di innovazione e presenza sui mercati esteri, far parte di reti guidate da imprese capofila. E, soprattutto, è cruciale centrare gli obiettivi della rete o meglio credere nei contratti di rete, anche attivando maggiori investimenti. Dall indagine svolta presso le 281 imprese clienti di ISP emerge che il sistema bancario può svolgere un ruolo attivo nel favorire lo sviluppo di nuove reti e, soprattutto, nel sostenere e nell accompagnare le imprese lungo tutto il percorso di collaborazione in rete, partendo dalla fase pre-costitutiva, sostenendone l avvio e fornendo supporto nella realizzazione del progetto in rete. Nello specifico nelle attese delle aziende in rete, il sistema bancario, oltre a finanziare i progetti di rete, può divenire un partner che consente di accelerare i processi di Ruolo per il sistema bancario importante Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 13

15 internazionalizzazione e di innovazione programmati dalle reti (Fig. 26). La richiesta di partnership è più marcata tra le imprese di piccole dimensioni e meno strutturate (Fig. 27). Peraltro, le attese di efficacia della rete aumentano significativamente soprattutto per le imprese che vedono nella banca un possibile promotore e facilitatore dei processi di internazionalizzazione e innovazione. Fig. 26 Cosa può fare la banca per favorire il successo della rete? (in % 281 imprese) Finanziamenti Consulenza finanziaria (anche nella predisposizione del business plan) Partnership nel processo di internazionalizzazione Partnership nell'innovazione (anche attraverso la creazione di legami con università ed enti di ricerca) Altro Consulenza legale 12,5 9,6 Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo 35,2 33,8 29,9 76, Fig. 27 Cosa può fare la banca per favorire il successo della rete per dimensioni aziendali? (in % imprese per classe dimensionale) Finanziamenti Consulenza finanziaria Partnership nel processo di internazionalizzazione Partnership nell'innovazione Grandi imprese Piccole imprese Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo Medie imprese Micro imprese In prospettiva la banca potrà contribuire all ulteriore diffusione dei contratti di rete che, nonostante l accelerazione degli ultimi mesi, interessano ancora un nucleo ristretto di imprese, interessando quasi 2 mila aziende, meno dell 1% dell intero tessuto produttivo italiano. La fine dell attuale fase congiunturale difficile potrà spingere verso il contratto di rete un numero maggiore di imprese (Fig. 28), coinvolgendo molto verosimilmente anche quei soggetti meno strutturati (da un punto di vista tecnologico e commerciale) che finora hanno mostrato poco interesse per lo strumento (cfr. Figure 11-13). In questa eventualità, il sistema bancario potrà offrire un sostegno finanziario ma, soprattutto, dovrà garantire i propri servizi a favore dell innovazione e dell internazionalizzazione, per accompagnare le imprese in un processo di riposizionamento competitivo sempre più fondamentale in un contesto esterno complesso ma ricco di opportunità anche per le piccole imprese capaci di differenziare le proprie produzioni e inserirsi con successo all interno di nicchie di mercato. Se si andrà in questa direzione, allora lo sviluppo dei contratti di rete favorirà forme di aggregazione leggere e funzionali a un rafforzamento strategico e competitivo del tessuto produttivo italiano. Ciò non necessariamente si tradurrà in processi di M&A. Al contrario, almeno tra gli attori finora coinvolti e intervistati, la rete non è percepita come un primo passo verso processi di aggregazione più forti (Fig. 29), ma sembra essere vista come un alternativa alle fusioni societarie. e destinato a crescere 14 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

16 Fig. 28 Principali ostacoli allo sviluppo dei contratti di rete (in % 281 imprese) Congiuntura economica sfavorevole 55,9 Burocrazia Mancanza di risorse finanziarie Altro Scarsa coesione Lontanza fisica 3,6 11, 23,1 19,6 Note: possibili anche più risposte. Fonte: Intesa Sanpaolo 31, Fig. 29 La rete può favorire la fusione societaria (M&A) dell impresa con altre imprese della rete(in % 281 imprese) ,2 No Fonte: Intesa Sanpaolo 28,8 Sì, ma la fusione e' poco probabile,, Sì, la fusione e' probabile ma non subito Sì, la fusione e' probabile nel breve termine Una spinta alla maggiore diffusione del contratto di rete potrebbe venire dal nuovo quadro giuridico di riferimento introdotto dalle norme previste nel testo del decreto-legge n. 83 del 22 giugno 212, definitivamente convertito in legge con l approvazione del Senato del 3 agosto del 212 e recante misure urgenti per la crescita del Paese. I nuovi provvedimenti, infatti, intervengono sulla disciplina delle reti di impresa e stabiliscono che la rete può acquisire soggettività giuridica nel caso in cui sia prevista la costituzione del fondo comune e sia stata, al contempo, iscritta nel registro delle imprese. Inoltre, se il contratto prevede l istituzione di un fondo patrimoniale comune e di un organo comune destinato a svolgere un attività, anche commerciale, con terzi per le obbligazioni contratte dall organo comune in relazione al programma di rete, i terzi possono far valere i loro diritti esclusivamente sul fondo comune; entro due mesi dalla chiusura dell esercizio annuale l organo comune redige una situazione patrimoniale. Si aprono pertanto interessanti scenari su più fronti, dalla possibilità di ottenere il riconoscimento di una soggettività tributaria, alla bancabilità della rete, intesa come possibilità di finanziamento delle reti in quanto tali e di assegnazione di un rating di rete. 5. Conclusioni Dal 2 numero dell Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti di impresa emergono indicazioni interessanti, soprattutto sul potenziale dei contratti di rete, sul ruolo che possono assumere gli attori bancari e sugli sviluppi che potrà avere questo strumento. Lo studio delle risposte dell indagine ad hoc condotta presso 281 imprese clienti coinvolte in rete evidenzia come la reale efficacia dei contratti di rete nel creare valore per le imprese dipenda fortemente dalle caratteristiche del progetto, dalle competenze e dagli impegni messi in campo. Le reti d impresa, infatti, rafforzano la competitività e le performance reddituali e di crescita solo di quegli attori già strutturati in termini di innovazione e presenza sui mercati esteri, o delle imprese più piccole e con poche competenze immateriali ma inserite in reti guidate da soggetti capofila. E, inoltre, cruciale credere nei contratti di rete, anche attivando più investimenti in attività di ricerca e sviluppo e in internazionalizzazione. Il ruolo del sistema bancario nel favorire lo sviluppo dei contratti di rete può essere determinante, non solo perché può finanziare questi progetti di aggregazione, ma anche perché, nelle attese delle aziende, può divenire un partner nei processi di internazionalizzazione e di innovazione, soprattutto per le imprese più piccole e meno strutturate. Queste prime evidenze confermano il potenziale dei contratti di rete, che può essere elevato soprattutto nei casi in cui è realmente percepito come uno strumento efficace per rafforzare il posizionamento competitivo dei soggetti coinvolti. E tuttavia prematuro concludere che le reti grazie anche al nuovo quadro giuridico di riferimento che prevede il riconoscimento della soggettività giuridica per le reti con fondo patrimoniale Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 15

17 consentiranno al tessuto produttivo italiano di superare uno dei suoi principali limiti, ovvero la bassa propensione delle numerose PMI italiane a collaborare in progetti di innovazione e internazionalizzazione. Il contratto di rete, infatti, nonostante l accelerazione degli ultimi mesi, interessa ancora un nucleo ristretto di imprese, coinvolgendo quasi 2 mila aziende, meno dell 1% dell intero tessuto produttivo italiano. E, soprattutto, finora l adesione alle reti è stata minore soprattutto fra quelle imprese che ne avrebbero più bisogno, perché più in ritardo da un punto di vista tecnologico e commerciale. Un loro coinvolgimento in reti con soggetti più attivi in termini di innovazione e distribuzione, potrebbe spingerli verso un virtuoso processo di riposizionamento competitivo. Una spinta alla maggiore diffusione del contratto di rete potrebbe venire dalla nuova disciplina giuridica sulle reti. Con l introduzione della soggettività giuridica, dell autonomia patrimoniale, della redazione di bilancio, si aprono, infatti, interessanti scenari, che possono portare al riconoscimento di una soggettività tributaria, alla finanziabilità della rete in quanto tale, e, più in generale, al potenziamento del contratto di rete, rendendo più facile la condivisione dei risultati dei progetti di ricerca e innovazione, di promozione e marketing, e di ogni tipologia di progetto congiunto. 16 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

18 Bibliografia Intesa Sanpaolo, 211, Economia e finanza dei distretti industriali, n. 3, Servizio Studi e Ricerche. Intesa Sanpaolo, 212, Il primo Osservatorio Intesa Sanpaolo-Mediocredito Italiano sulle reti d impresa, n. 1, Servizio Studi e Ricerche. Fondazione Bruno Visentini, 212, In contratti di rete stipulati nel : le prime evidenze, Contratti di rete: un analisi comparativa, Laboratorio sulle Reti d impresa. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche 17

19 Le pubblicazioni sui Distretti del Servizio Studi e Ricerche Studi sui distretti industriali Monografie sui principali distretti industriali italiani Il distretto del mobile della Brianza, Marzo 23 Il distretto del mobile del Livenza e Quartiere del Piave, Agosto 23 Il distretto della calzatura sportiva di Montebelluna, Agosto 23 Il distretto del tessile abbigliamento di Schio-Thiene-Valdagno, Settembre 23 Il distretto delle piastrelle di Sassuolo, Dicembre 23 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo, Gennaio 24 Il distretto dei metalli di Lumezzane, Febbraio 24 Il distretto del tessile abbigliamento di Prato, Marzo 24 Il distretto del mobile di Pesaro, Giugno 24 Il distretto dell occhialeria di Belluno, Settembre 24 Il distretto della concia di Arzignano, Settembre 24 Il distretto delle calzature di Fermo, Febbraio 25 Il distretto tessile di Biella, Marzo 25 Il distretto della sedia di Manzano, Maggio 25 Il distretto serico di Como, Agosto 25 Il distretto della calzetteria di Castel Goffredo (aggiornamento), Novembre 25 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di Santa Croce sull Arno, Dicembre 25 Il distretto della concia di Arzignano (aggiornamento), Aprile 26 Il distretto del mobile imbottito della Murgia, Giugno 26 I distretti italiani del mobile, Maggio 27 Il distretto conciario di Solofra, Giugno 27 Il distretto dei prodotti in pelle e cuoio di S. Croce sull Arno (aggiorn.), Settembre 27 Il distretto della calzatura del Brenta, Ottobre 27 Il distretto della calzatura veronese, Dicembre 27 Il Polo fiorentino della pelle, Luglio 28 Il distretto dei casalinghi di Omegna, Novembre 28 Il distretto della calzatura di San Mauro Pascoli, Febbraio 29 Il distretto metalmeccanico del Lecchese, Giugno 29 I distretti calzaturieri del sud: Casarano, il Nord Barese e il Napoletano, Settembre 29 Il distretto della maglieria e dell abbigliamento di Carpi, Marzo 21 Il distretto delle macchine agricole di Modena e Reggio Emilia, Marzo 21 I distretti veneti del tessile-abbigliamento: le strategie per un rilancio possibile, Aprile 21 L occhialeria di Belluno all uscita dalla crisi: quale futuro per il tessuto produttivo locale?, Settembre 21 La Riviera del Brenta nel confronto con i principali distretti calzaturieri italiani, Ottobre 21 Il comparto termale in Italia: focus Terme Euganee, Giugno 211 Il calzaturiero di San Mauro Pascoli: le strategie per un rilancio possibile, Luglio 211 Il distretto della Carta di Capannori, Marzo 212 I distretti industriali e i poli tecnologici del Mezzogiorno: struttura ed evoluzione, Giugno 212 Monitor dei distretti Trimestrale di congiuntura e previsioni sui principali distretti industriali italiani Ultimo numero: Giugno 212 Economia e finanza dei distretti industriali Rapporto annuale sui bilanci delle imprese distrettuali Quarto numero: Dicembre Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

20 Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche - Responsabile Gregorio De Felice Ufficio Industry & Banking Fabrizio Guelpa (Responsabile Ufficio) fabrizio.guelpa@intesasanpaolo.com Industry Stefania Trenti (Responsabile) stefania.trenti@intesasanpaolo.com Giovanni Foresti (Responsabile Analisi Territoriale) giovanni.foresti@intesasanpaolo.com Maria Cristina De Michele maria.demichele@intesasanpaolo.com Serena Fumagalli serena.fumagalli@intesasanpaolo.com Angelo Palumbo angelo.palumbo@intesasanpaolo.com Caterina Riontino caterina.riontino@intesasanpaolo.com Ilaria Sangalli ilaria.sangalli@intesasanpaolo.com Banking Elisa Coletti (Responsabile) elisa.coletti@intesasanpaolo.com Marco Lamieri marco.lamieri@intesasanpaolo.com Tiziano Lucchina tiziano.lucchina@intesasanpaolo.com Finanza e Servizi Pubblici Locali Laura Campanini (Responsabile) laura.campanini@intesasanpaolo.com Andrea Olivetto andrea.olivetto@intesasanpaolo.com Il rapporto è stato elaborato con le informazioni disponibili al 3 agosto 212 Avvertenza Generale La presente pubblicazione è stata redatta da Intesa Sanpaolo. Le informazioni qui contenute sono state ricavate da fonti ritenute da Intesa Sanpaolo affidabili, ma non sono necessariamente complete, e l accuratezza delle stesse non può essere in alcun modo garantita. La presente pubblicazione viene a Voi fornita per meri fini di informazione ed illustrazione, ed a titolo meramente indicativo, non costituendo pertanto la stessa in alcun modo una proposta di conclusione di contratto o una sollecitazione all acquisto o alla vendita di qualsiasi strumento finanziario. Il documento può essere riprodotto in tutto o in parte solo citando il nome Intesa Sanpaolo. Intesa Sanpaolo Servizio Studi e Ricerche

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