6. La teoria della dipendenza Gli scarti di conoscenza

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1 6. La teoria della dipendenza Gli scarti di conoscenza Facoltà di Scienze della Comunicazione Teoria della Comunicazione e dei Nuovi Media Anno accademico Prof. Alberto Marinelli

2 TEORIA DELLA DIPENDENZA 2

3 Una teoria ecologica La teoria si deve a DeFleur e Ball-Rokeach, che la hanno elaborata originariamente nel 1976 e ne hanno fornito una versione più articolata nel Secondo gli Autori, si tratta di una teoria ecologica, in quanto assume la società come una struttura organica e si concentra sulle relazioni tra sistemi piccoli, medi e grandi e le loro componenti. Il sistema dei media è messo in relazione con gli altri sistemi sociali, gruppi e individui. 3

4 Una teoria ecologica Si tiene dunque conto della complessità delle relazioni tra sistema dei media e altri sistemi, ma anche dell interazione tra sistema dei media e individui. Le relazioni possono essere di tipo diverso, ad es. conflittuali vs cooperative, mutevoli vs statiche, ecc. La teoria della dipendenza si propone allora di spiegare perché le comunicazioni di massa a volte producano effetti potenti e diretti e altre volte deboli e indiretti. 4

5 Una teoria ecologica La teoria si ispira a diversi paradigmi teorici e di ciascuno tenta di valorizzare un elemento particolare: struttural-funzionalismo paradigma del conflitto evoluzionismo interazionismo simbolico cognitivismo stabilità sociale cambiamento adattamento sociale proc. di costr. del significato fattori individuali 5

6 Le relazioni di dipendenza La teoria della dipendenza recepisce esplicitamente assunti provenienti da altri approcci che la hanno preceduta e tenta di riformularli e farli dialogare. Nella prima versione (1976), DeFleur e Ball-Rokeach individuano il sistema di relazioni che intercorrono tra il sistema sociale, il sistema mediale e l audience. Il modello si sforza anche di mostrare come la natura delle relazioni possa variare significativamente. 6

7 Le relazioni di dipendenza 1) Sistema sociale : può presentare gradi diversi di stabilità. Maggiore è la sua instabilità, maggiore sarà il bisogno di informazione, orientamento e modelli valoriali; maggiore, di conseguenza, sarà anche la dipendenza degli individui. 2) Sistema dei media: può essere più o meno sviluppato e capace di rispondere adeguatamente ai bisogni del sistema sociale e delle audience. Più il sistema mediale ne è capace, maggiore sarà la sua centralità nella società e la dipendenza dei soggetti (che può però ridursi in presenza di circuiti informativi alternativi od offerte specializzate). 3) Audience: può dipendere in misura variabile, in base alla possibilità dei soggetti di attingere a fonti informative alternative o attivare canali autonomi per informarsi. 7

8 Le relazioni di dipendenza Sistema sociale (grado di stabilità variabile) Sistema dei media (numero e centralità di funzioni di informazione variabile) Audience (grado di dipendenza variabile rispetto al sistema dell informazione) Effetti cognitivi, affettivi e comportamentali 8

9 Le relazioni di dipendenza In merito al sistema dei media, la relazione di dipendenza può essere relativa all intero sistema o a parti di esso (TV, stampa, ecc.). In ogni caso, le relazioni di dipendenza si articolano su: obiettivi risorse Per conseguire degli obiettivi è necessario accedere a risorse controllate da altri. Per DeFleur e Ball-Rokeach, il sistema dei media controlla tre tipi di risorse che generano dipendenza: la raccolta, il trattamento e la distribuzione dell informazione (non solo notizie, ma anche intrattenimento e altri messaggi). 9

10 Le relazioni di dipendenza I rapporti di dipendenza non sono mai a senso unico: da un lato il sistema dei media controlla risorse utili ad altri soggetti per raggiungere i loro scopi; dall altro, esso è in condizione di dipendenza da altri sistemi: per raggiungere i propri obiettivi, deve attingere a risorse controllate da altri. Il sistema dei media dipende ad es. dal sistema politico: si parla in proposito di dipendenza strutturale, relativa alla regolamentazione, alle politiche tariffarie e commerciali che incidono sul profitto delle imprese editoriali. L interazione del sistema dei media con il sistema politico si può disporre lungo un continuum che va dall autonomia alla subordinazione (Blumer e Gurevitch, 1975). 10

11 Le relazioni di dipendenza I rapporti di dipendenza tra sistema dei media e sistema politico si possono ricondurre a quattro dimensioni: a) grado di controllo statale sui media (nomine, finanziamenti, agevolazioni fiscali, linee editoriali) b) grado di partisanship dei media verso i soggetti politici c) grado di integrazione nell élite politico-mediale d) grado di consapevolezza della funzione sociale/politica della professione giornalistica 11

12 Le relazioni di dipendenza Allo stesso tempo, rispetto al sistema mediale, è possibile individuare un continuum che va dall orientamento pragmatico (rispetto e applicazione della logica mediale) a un orientamento sacerdotale (sensibile alle esigenze del sistema politico). La combinazione dei diversi fattori in gioco può dar luogo a modelli diversi di interazione tra sistema dei media e sistema politico: modello avversario, collaterale, scambio, competizione. Indipendentemente dal modello che si afferma, c è sempre un rapporto di dipendenza reciproca tra i due sistemi. 12

13 Le relazioni di dipendenza Secondo DeFleur e Ball Rokeach il potere del sistema dei media dipende dalla distribuzione delle risorse all interno del sistema sociale. Di conseguenza, il potere del sistema dei media dipende dagli obiettivi di altri soggetti (sistemi o singoli individui). Il concetto di dipendenza può dunque essere impiegato tanto per analizzare: le interazioni tra sistemi i rapporti che gli individui stabiliscono con il sistema dei media 13

14 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media La relazione di dipendenza degli individui dal sistema dei media si può analizzare scomponendo gli scopi alla base del consumo mediale in tre dimensioni: comprensione orientamento svago 14

15 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media Comprensione Orientamento Svago Comprensione di sé es. conoscere se stessi e crescere come persone Comprensione sociale es. conoscere e interpretare il mondo o la comunità Orientamento all azione es. decidere cosa comprare, come vestirsi, come mantenere la linea Orientamento all interazione es. trarre suggerimenti su come affrontare situazioni nuove o difficili Svago individuale es. rilassarsi o fare qualcosa in solitudine Svago sociale es. andare al cinema o ascoltare musica con amici o familiari 15

16 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media Comprensione, orientamento e svago sono scopi difficili da raggiungere senza accedere a risorse controllate da altri, in particolare dal sistema dei media. La dipendenza può riguardare anche una singola parte del sistema mediale, ossia uno specifico medium, sebbene non si possa stabilire una relazione privilegiata tra determinati obiettivi e determinati media. DeFleur e Ball-Rokeach ipotizzano la creazione di sistemi mediali personali, modellati dagli individui in base alle loro esigenze costruzione di una dieta multimediale personale. 16

17 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media Nel tentare di dare una spiegazione al perché i media abbiano alcune volte effetti potenti e diretti e altre volte effetti deboli e indiretti, la teoria della dipendenza ipotizza l esistenza di un processo cognitivo che incide sulla possibilità per un individuo di essere influenzato da particolari contenuti mediali. Questo processo si compie in quattro fasi. 17

18 Il processo degli effetti dei contenuti mediali sugli individui RELAZIONE DI DIPENDENZA DAL SISTEMA DEI MEDIA E CONTENUTI MEDIALI SPECIFICI Fase 1 Selezionatore attivo Esposizione selettiva (basata su uno o più tipi di dipendenza dai media) Osservatore casuale Esposizione accidentale Dipendenza attivata durante l esposizione segue OPPURE: Nessuna attivazione di dipendenza fine dell esposizione 18

19 Il processo degli effetti dei contenuti mediali sugli individui Fase 2 Quanto maggiore è l INTENSITÁ delle dipendenze, tanto più alto è il grado di: STIMOLAZIONE COGNITIVA (es. livello di attenzione) STIMOLAZIONE AFFETTIVA (es. gradimento/non gradimento) Fase 3 Più forte è la STIMOLAZIONE, maggiore è il COINVOLGIMENTO nel processo informativo segue 19

20 Il processo degli effetti dei contenuti mediali sugli individui Fase 4 Quanto maggiore è il COINVOLGIMENTO, tanto più alta è la probabilità di EFFETTI MEDIALI COGNITIVI, AFFETTIVI E COMPORTAMENTALI Le relazioni di dipendenza che gli individui possono stabilire rispetto ai media risente molto dal contesto entro il quale avviene l esposizione mediale. In genere, «[ ] quando l ambiente sociale è ambiguo, minaccioso e/o in rapido cambiamento, le relazioni di dipendenza dai media degli individui e dei gruppi si rafforzano» (DeFleur, Ball-Rokeach). 20

21 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media: un bilancio Coerentemente la vocazione ecologica della teoria della dipendenza, per DeFleur e Ball-Rokeach la comprensione delle relazioni di dipendenza micro (individui e gruppi) è possibile solo se si comprendono anche le relazioni di dipendenza strutturali, macro. Questo assunto è però stato criticato, poiché ad esso non segue una operazionalizzazione delle relazioni di dipendenza che si stabiliscono tra i diversi sistemi, così da poter avere riscontri empirici. L analisi della dipendenza rispetto agli individui deve essere estesa anche alla dimensione macro. 21

22 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media: un bilancio Secondo McQuail e Windahl (1993) il modello sovrastima l indipendenza dal sistema sociale dei diversi elementi, soprattutto per quanto riguarda il sistema dei media. Al contrario, per loro è più probabile che il sistema mediale sia parte integrante delle istituzioni dominanti della società. La maggiore accusa mossa alla teoria della dipendenza è quindi di non cogliere appieno le effettive relazioni che intercorrono tra sistema sociale e sistema dei media. McLeod e Blumer (1987) avanzano critiche a quella che ritengono la psicologizzazione del modello a scapito delle relazioni strutturali. 22

23 I rapporti di dipendenza degli individui dal sistema dei media: un bilancio Al di là dei limiti e delle debolezze, la teoria della dipendenza ha però il merito di porre enfasi sulla connessione tra contesto e tipi di dipendenza, senza pretendere di prevedere effetti universalistici. Ricondurre il potere dei media in un quadro che tiene conto dei riferimenti sociali, economici e culturali è comunque un passo importante per analizzare il rapporto tra media e individui. 23

24 GLI SCARTI DI CONOSCENZA 24

25 Gli scarti di conoscenza: i presupposti L assunto della teoria del knowledge gap, formulata negli anni Settanta da Tichenor, Donohue e Olien è che alla diffusione dei mezzi di comunicazione di massa tra la popolazione, non si accompagni l uguaglianza sociale bensì forme di sviluppo e di distribuzione della conoscenza molto squilibrate. Nella formulazione originaria, gli Autori sostengono che lo status socioeconomico sia il fattore che più incide nell acquisizione (e nella velocità di acquisizione) delle informazioni da parte dei diversi segmenti di popolazione. Lo scarto di conoscenza tenderebbe ad aumentare anziché diminuire. 25

26 Gli scarti di conoscenza: i presupposti La variabile dell istruzione ha grande rilevanza nello spingere o meno i soggetti ad acquisire informazioni. Ma si possono individuare anche altri fattori: abilità comunicative dei soggetti informazione posseduta (esperienza, costruzione di una enciclopedia da parte degli individui) contatti sociali esposizione selettiva, accettazione e memorizzazione delle informazione natura del sistema dei media che distribuisce l informazione 26

27 Gli scarti di conoscenza: i presupposti La considerazione di tutti i fattori citati induce gli Autori a tematizzare gli scarti di conoscenza nei termini seguenti: «1. Inizialmente, l acquisizione di conoscenza su argomenti fortemente pubblicizzati procederà con un ritmo maggiore tra i soggetti con istruzione più elevata piuttosto che tra i meno istruiti; e 2. Ad un certo punto, dovrebbe esservi una elevata correlazione tra l acquisizione di conoscenza su argomenti fortemente pubblicizzati dai media e il livello di istruzione, mentre ciò non accade per gli argomenti meno pubblicizzati» (Tichenor, Donohue, Olien, 1970). 27

28 Scarti di conoscenza e potenziale comunicativo Anche ai media stessi, dunque, è attribuito un ruolo nel favorire/ostacolare l apertura di scarti di conoscenza sulla base della visibilità data a certi argomenti piuttosto che ad altri. Nowak (1977) riformula il peso e il ruolo dei diversi fattori attraverso il concetto di «potenziale comunicativo», inteso come insieme di risorse che consente di ottenere e dare informazioni e che facilita il processo comunicativo. Il potenziale comunicativo dipende da: caratteristiche personali caratteristiche legate alla posizione sociale del soggetto caratteristiche della struttura sociale in cui il soggetto è inserito 28

29 La situazione di non chiusura dello scarto La presenza/persistenza di gap conoscitivi può essere rappresentata graficamente: Situazione di non chiusura del gap informativo (da Thunberg, Nowak, Rosengren, 1982) 29

30 Scarti di conoscenza: alcune ricerche Budd, MacLean e Barnes (1966): ricerca sulla diffusione della notizia delle dimissioni di Chruščëv e del caso Walter Jenkins del 1964 conferma delle ipotesi dei knowledge gaps. Ricerca sul livello di conoscenza dei cittadini americani su diversi argomenti, tra cui satelliti terrestri e viaggi sulla luna periodo : a fronte di un progressivo aumento di attenzione da parte dei media per questioni legate alla scienza, alla medicina, ecc., i soggetti con un maggior livello di istruzione hanno via via ritenuto realizzabile l allunaggio, mentre tra i soggetti con minore istruzione la stessa idea era meno diffusa. 30

31 Scarti di conoscenza: alcune ricerche Secondo Rogers (1976), oltre agli scarti informativi, giocano un ruolo rilevante anche gli scarti relativi agli atteggiamenti e ai comportamenti. Le conferme alle ipotesti iniziali (importanza del livello di istruzione, livello di visibilità/pubblicizzazione degli argomenti), portano gli Autori a ritenere che «i mass media sembrano avere una funzione simile ad altre istituzioni sociali: rafforzano o addirittura aumentano le disuguaglianze esistenti» (Tichenor, Donohue, Olien, 1970). 31

32 Scarti di conoscenza: la questione della chiusura Tichenor, Donohue e Olien si sono interessati poco alle condizioni che possono agevolare una chiusura degli scarti. Questo limite deriva anche dall aver privilegiato l analisi della stampa (più in sintonia con un pubblico con un livello di istruzione elevato) e lasciato in secondo piano la televisione. Rispetto alla TV, si è ipotizzato un possibile ruolo di «livellatore di conoscenza». 32

33 Scarti di conoscenza: la questione della chiusura In presenza di alcune condizioni è possibile una riduzione degli scarti di conoscenza. Il meccanismo che porta al rallentamento o alla chiusura del gap è costituto dagli «effetti soglia», che possono aversi in seguito a: situazione di interesse informativo appagato per i gruppi privilegiati e recupero da parte degli altri la preoccupazione rispetto a un argomento può comportare una diffusione generalizzata di informazione eventuale conflittualità di un argomento, che può stimolare i gruppi privilegiati a informarsi per raggiungere gli altri soggetti nelle comunità omogenee, gli scarti possono chiudersi in tempi più rapidi 33

34 Scarti di conoscenza: la questione della chiusura Situazione di chiusura del gap informativo (da Thunberg, Nowak, Rosengren, 1982) 34

35 La complessità dei fattori in gioco «Il modello del knowledge-gap appare antitetico a quello dell agenda setting: mentre quest ultimo attribuisce ai media un tipo di influenza che convoglia intorno al contenuto dei media le conoscenze del pubblico in un movimento che è di assimilazione comune, il paradigma del knowledge-gap implica un costante processo di differenziazione sociale dei sistemi di conoscenza attivati dai media. In realtà, ciascuno dei due modelli chiama in campo alcune variabili contingenti ed intervenienti, che vincolano la rigidità dei processi descritti a condizioni esterne al puro e semplice funzionamento dei soli media» (Wolf, 1992) 35

36 Dagli scarti di conoscenza ai divari digitali Per certi versi, la teoria degli scarti di conoscenza ritorna ad essere di stringente attualità se associata alla diffusione delle nuove tecnologie della comunicazione. Il tema del digital divide, fin dalla sua declinazione più elementare e riduttiva di haves vs have-nots, può essere interpretato come una riproposizione in chiave odierna dell ipotesi degli scarti di conoscenza. In questa prospettiva, i gap possono essere molteplici: Paesi sviluppati vs Paesi in via di sviluppo, aree urbane vs aree rurali, giovani vs anziani, scarti a livello di new media literacy, ecc. 36

37 Dagli scarti di conoscenza ai divari digitali I molti fattori che concorrono a delineare una situazione di crescente differenziazione tra individui, gruppi, aree geografiche, ecc. fanno sì che sia possibile il verificarsi di tempi e modalità diverse nella rapidità di diffusione delle nuove tecnologie. Se ci rifacciamo al modello della diffusione delle innovazioni di Rogers, è possibile che la curva a forma di S che descrive la diffusione delle innovazioni presso la popolazione subisca delle trasformazioni. Si possono ipotizzare in proposito due modelli: normalizzazione stratificazione 37

38 Il modello della normalizzazione La curva cumulativa a S della diffusione tecnologica: modello della normalizzazione (da Rogers 1995) 38

39 Il modello della stratificazione La curva cumulativa a S della diffusione tecnologica: modello della stratificazione (da Rogers 1995) 39

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