Italplafer s.r.l. Impianto di recupero rifiuti non pericolosi. Comune di Giulianova Zona Industriale Colleranesco INTEGRAZIONI AL RAPPORTO PRELIMINARE
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- Gianmaria Mele
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1 COMMITTENTE Italplafer s.r.l. Impianto di recupero rifiuti non pericolosi Comune di Giulianova Zona Industriale Colleranesco OGGETTO INTEGRAZIONI AL RAPPORTO PRELIMINARE Verifica di assoggettabilità Modifica sostanziale (ex Italfer di Sfoglia Giovina) (Det. n. DR4/24 del 06/05/2009 e modifica sost. DA21/102 del 24/06/2014) (V.A Giudizio favorevole n del 03/02/2009) (V.A Giudizio non favorevole n.2463 del 04/12/2014) RIFERIMENTI NORMATIVI D.lgs n. 4 del art. 20 Verifica di assoggettabilità Allegato IV alla parte II punto 7 Progetti di infrastrutture, lettera zb Impianto rifiuti non pericolosi art. 208 d.lgs 152/06 Procedure Ordinarie DATA E N. DI REVISIONE Revisione 1 di Agosto 2015 COMMITTENTE IL PROGETTISTA ING. Mariavittoria BRONICO STUDIOSAIA Via Firenze, Pescara tele.fax cell P.iva
2 0. PREMESSA Visto il Giudizio n del 09/07/2015 (vedi ALL. 1) relativo alla modifica sostanziale ad impianto preesistente per il recupero di rifiuti non pericolosi della proprietà della ditta Italplafer srl, con la presente si intende integrare il progetto con quanto di seguito riportato relativamente alle richieste: Relazione idrogeologica, con ricostruzione della superficie piezometrica su tutta l area dell impianto Approfondimento circa la convogliabilità delle emissioni, prodotte dalle modifiche impiantistiche, con esplusione in atmosfera Approfondimento sulla modalità di gestione dei RAEE, in conformità al DLgs 151/ RELAZIONE IDROGEOLOGICA CON RICOSTRUZIONE DELLA SUPERFICIE PIEZOMETRICA Relativamente a tale richiesta si trasmettono in allegato alla presente i seguenti studi: Area A1 (preesistente ed autorizzata) : Relazione geologica dell Aprile 2008 ( anno relativo al primo progetto Italfer) con caratterizzazione stratigrafica dell area A1 Area A2 (oggetto di variante sostanziale) : Relazione idrogeologica del Luglio 2011 con la determinazione delle caratteristiche idrogeologiche della nuova area da autorizzare. 2. CONVOGLIABILITA DELLE EMISSIONI PRODOTTE DALLE MODIFICHE IMPIANTISTICHE Relativamente alle modifiche impiantistiche, come già definito nel rapporto preliminare rev. 0 del Gennaio 2015, si intende inserire due nuove linee di lavorazione come di seguito specificato: Linea 2: Nuova linea di lavorazione della plastica e compositi (da autorizzare) Costituita da: nastro trasportatore per alimentazione di un mulino mulino macinatore separatore magnetico a nastro
3 nastro a correnti indotte utilizzato per la separazione dei metalli e delle leghe non ferrose dal materiale inerte tre coclee per la raccolta dei residui impianto di abbattimento delle polveri: l aria in uscita dal sistema di abbattimento delle polveri convoglia in atmosfera attraverso il punto di emissione significativa E2. E2 Aspirazione delle polveri Impianto abbattimento polveri (da autorizzare) IN Mulino Separatore magnetico Separatore a correnti indotte End of Waste Rifiuto Residui Ferrosi Residui Non Ferrosi Tale linea è dotata di un sistema di aspirazione suddiviso in n 4 linee separate che convogliano in un unico camino E2, di cui: 1. una a servizio del mulino macinatore. 2. una a servizio del separatore magnetico a nastro e la coclea per la raccolta dei materiali ferrosi. 3. una a servizio del separatore a correnti indotte. 4. un ultima a servizio della coclea per la raccolta dell alluminio. Le emissioni di tutte le attività sopraindicate vengono convogliate in un sistema di filtrazione dotato di 80 maniche filtranti e espulse in atmosfera dal camino denominato E2.
4 Linea 3: Nuova linea di lavorazione della plastica e compositi (da autorizzare) IN IN Nastro trasportatore Trituratore Separ.ne Lavaggio Ess.zione End of Waste Mulino Residui Lavaggio IN Estrusore End of Waste Residui Trafila La linea 3 di lavorazione della plastica sarà costituita da: nastro/i trasportatore/i per alimentazione impianti trituratore macinatore vasca di lavaggio della plastica macinata essiccatore estrusore con sistema a taglio per la produzione di granuli La lavorazione sarà svolta all interno di un capannone preesistente nell area A2. Per quanto riguarda la convogliabilità delle emissioni in atmosfera in questo caso non è previsto alcun sistema di aspirazione in quanto verranno inserite misure di mitigazione al fine di mantenere le emissioni di polveri al di sotto dei limiti previsti per gli ambienti di lavoro (leggi di seguito) che potranno generarsi durante la macinazione all interno delle aree confinate (capannone):
5 1. per quanto concerne le polveri che si generano in fase di carico del mulino: il materiale plastico polverulento sfuso che dovrà essere caricato sul mulino sarà precedentemente bagnato in fase di movimentazione; per cui la quantità di polveri che potrebbero generarsi in questa fase sono minime; 2. per quanto concerne le polveri che si generano in fase di macinazione: il macchinario utilizzato per la macinazione del materiale plastico sarà incapsulato al fine garantire il contenimento delle polveri; ossia sarà previsto un sistema di chiusura delle aperture del mulino che potrebbero generare emissioni durante la lavorazione; 3. sarà prevista un attività di lavaggio periodico del locale affinché le polveri depositate possano essere raccolte. La ditta inoltre si riserva di rivedere tali misure, nell'ambito del processo di valutazione dei rischi in accordo a quanto previsto dal d.lgs 81/2008 e di eseguire opportune misurazioni strumentali, ad impianto funzionante, atte a certificare le condizioni di igiene e salubrità dell'ambiente di lavoro nel rispetto dei limiti imposti dalla vigente normativa: frazione toracica pari a 10 mg/mc ; la frazione respirabile pari a 3 mg/mc, ad almeno metri dalla sorgente di polvere. 3. APPROFONDIMENTO SULLA MODALITA DI GESTIONE DEI RAEE, IN CONFORMITA AL DLGS 151/2005 E SUCCESSIVO DLGS 49/2014 In riferimento a quanto indicato dal Dlsg. N.49 del 14 Marzo 2014 Attuazione della direttiva 2012/19/UE sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE) in modifica del Dlgs 151/2005, per quanto attiene la gestione dei RAEE si riporta e si illustra nel dettaglio quanto in parte già individuato sulla Rapporto Preliminare rev. 0 Gennaio Relativamente all ALL. VII Modalità di gestione dei Raee negli impianti di trattamento di cui all art. 18 comma 2 1. Gestione dei rifiuti in ingresso Gli automezzi in ingresso vengono fatti passare per il sistema di pesatura, controllati i documenti di accompagnamento, poi condotti, in riferimento al tipo di rifiuto, in apposite aree di accettazione dove vengono eseguiti a vista, durante lo scarico, i controlli di tutti i rifiuti, con personale qualificato. A questo punto lo stesso personale, qualora ravvisi la presenza di materiale a rischio radioattività (es. ionizzatori d aria, quadranti automobilistici, bussole e sistemi di navigazione, sensori di fumo, ecc.) effettuerà il monitoraggio della radioattività della merce in ingresso
6 mediante apposita strumentazione (es. rivelatore di radioattività). Lo stesso personale, qualora ravvisi la presenza di materiale diverso da quanto dichiarato sul documento di accompagnamento, respinge il carico. Verranno ammessi ai fini del recupero solo i rifiuti non pericolosi conformi ai codici CER elencati in tabella contenenti materiale recuperabile. I rifiuti in ingresso vengono scaricati nell apposita area di messa in riserva ; i materiali da sottoporre a trattamento dovranno essere caratterizzati e separati per singola tipologia al fine di identificare la specifica metodologia di trattamento. La movimentazione e lo stoccaggio delle apparecchiature e dei rifiuti da esse derivanti avverrà in modo che sia evitata ogni contaminazione del suolo e dei corpi ricettori superficiali e profondi. 2. Criteri per lo stoccaggio dei rifiuti Il settore di stoccaggio delle apparecchiature dismesse sarà organizzato in aree distinte per ciascuna tipologia di trattamento a cui le apparecchiature sono destinate e saranno contrassegnate da tabelle, ben visibili per dimensioni e collocazione, con indicazione della tipologia dei rifiuti stoccati e indicanti le norme per il comportamento, per la manipolazione dei rifiuti e per il contenimento dei rischi per la salute dell'uomo e per l'ambiente. La movimentazione e lo stoccaggio delle apparecchiature e dei rifiuti da esse derivanti avverrà in modo che sia evitata ogni contaminazione del suolo e dei corpi ricettori superficiali e profondi e verranno adottate tutte le cautele per impedire la formazione degli odori e la dispersione di aerosol e di polveri. Relativamente all ALL. VIII Requisiti tecnici per gli impianti di trattamento di cui all art. 18 comma 2. Tutta l area dell impianto, sia A1 che A2, è dotata di recinzione costituita da muro in cemento armato che divide l attività in esame da quella adiacente, le due aree A1 e A2 e che delimita l area A2 lato ovest. Sul lato prospiciente la strada l impianto è dotato di muretto di cemento armato di altezza variabile sormontato da rete metallica e affiancato da protezione con siepi per quanto concerne l area A1. Per quanto concerne il Piano di ripristino dell area da eseguirsi al momento della dismissione dell impianto al fine di ricondurre l area alla completa usurabilità, come già indicato nel Rapporto preliminare rev. 0 si seguiranno i seguenti steps:
7 1. Allontanamento dei rifiuti eventualmente ancora presenti all interno dell impianto; 2. Rimozione dei macchinari utilizzati per l attività di recupero (compresi sistemi di captazione ed abbattimento emissioni) e conferimento degli stessi in magazzini di deposito di proprietà della ditta o di ditte terze; 3. Pulizia delle aree di deposito e lavorazione dei rifiuti; 4. Pulizia (eventualmente con video-ispezione) delle condotte di raccolta delle acque meteoriche e manutenzione finale dell impianto di depurazione delle acque di prima pioggia; Qualora durante l esercizio dell attività di recupero, dovessero verificarsi degli incidenti che possano causare un potenziale rischio di inquinamento dell area, la ditta provvederà alla caratterizzazione del sito (anche mediante indagini invasive quali carotaggi e/o trincee). Nel caso in cui l area dovesse risultare inquinata, oltre a dare immediata comunicazione agli Enti competenti, si procederà con l intervento di messa in sicurezza di emergenza e successivo progetto di bonifica. Tale procedura, qualora gli Enti preposti lo impongano, verrà eseguita anche a termine dell attività. L'impianto prevederà specifici settori corrispondenti, per quanto applicabile, alle rispettive fasi di trattamento: a) settore di conferimento e stoccaggio dei RAEE dismessi; b) settore di messa in sicurezza; c) settore di smontaggio dei pezzi riutilizzabili; d) settore di frantumazione delle carcasse coincidente con le linee di macinazione plastica e imballaggi misti; e) settore di stoccaggio delle componenti ambientalmente critiche; f) settore di stoccaggio dei componenti e dei materiali recuperabili coincidenti con i settori dei stoccaggio delle diverse tipologie di rifiuti; g) settore di stoccaggio dei rifiuti non recuperabili risultanti dalle operazioni di trattamento da destinarsi allo smaltimento coincidente con il deposito temporaneo rifiuti. I settori b) ed e), considerato che trattasi di rifiuti da AEE non pericolosi, non saranno individuate nell impianto in maniera fissa ma verranno create, come aree mobili, solo se il rifiuto posto in lavorazione lo richieda. Nell'area di stoccaggio delle apparecchiature dismesse devono essere adottate procedure per evitare di accatastare, senza opportune misure di sicurezza per gli operatori e per l'integrità, ai fini del recupero, delle stesse apparecchiature. L area a) e
8 quella dedicata ai motori elettrici saranno dotate di pensiline rimovibili per la copertura e resistenti alle intemperie. Relativamente sarà dotato delle seguenti attrezzature richieste: pesa interrata; dispositivo per la rilevazione della radioattività; adeguato sistema di raccolta delle acque meteoriche con separatore delle acque di prima pioggia distinti per ciascuna area, ciascuna dotata di proprio impianto di trattamento; pavimentazioni impermeabili (massetto in cemento armato) che impediscono l infiltrazione di liquidi e acque di dilavamento nel suolo e nel sottosuolo; piazzale di dimensioni adeguate a garantire un agevole movimentazione dei mezzi e delle attrezzature in ingresso e in uscita.
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