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1 Đ 26 MERCOLEDÌ 15 APRILE 2015 IL GIORNO il Resto del Carlino LA NAZIONE Numero uno Guida una holding estesa a tutta Italia ANGELOBarbierièdaun paio di anni direttore generale di Cai, Consorzi agrari d Italia, holding che associa una ventina di consorzi agrari. Modenese di nascita, Barbieri è dal primo ottobre 2003 direttore generale del Consorzio agrario dell Emilia. Cai si occupa di sviluppare servizi multifunzionali, logistici e finanziari e rafforzare la rete distributiva dei prodotti agricoli, puntando anche su ricerca e innovazione. COLTIVARE IL FUTURO IL SETTORE PRIMARIO E ALL AVANGUARDIA IlConsorzioagrariodàbuonifrutti PiùserviziperlaterradiToscana Siena rinnova il cda. Parla il direttore generale Cai Angelo Barbieri Ha detto Tre miliardi di euro Cai,3miliardidieurodi fatturato aggregato, di cui 350milionidicereali,450di forniture(sementi, mangimi, concimi, antiparassitari) 600 i di prodotti petroliferi per il settore agricolo ma non solo Angelo Barbieri SIENA SI AVVICINA il rinnovo del consiglio di amministrazione per il Consorzio agrario di Siena. Le assemblee separate dei soci sono fissate oggi in seconda convocazione, per i soci residenti in tutti i comuni dellaprovinciadiarezzoedi17comunidellaprovinciadisiena,eancoraoggiperisociresidentiasiena, nei restanti comuni della provincia senese, e in quelli fuori dalle province di Siena e Arezzo. Le due assemblee separate decideranno i delegati che parteciperanno poi all assemblea generale ordinariadeisoci,chesisvolgeràinseconda convocazione mercoledì 22 aprile nella sala riunioni del ConsorzioAgrariodiSienainviaPianigiani. In quella sede l assemblea approverà il bilancio 2014 procederà al rinnovo del cda. Il Consorzio agrario di Siena, fondato nel 1901, commercializza e in parte produce mezzi tecnici per l agricoltura: dai fertilizzanti, ai sementi, ai carburanti e ai macchinari. Opera nelle province di Siena e Arezzo,maancheinquellediFirenze e Prato per quanto riguarda in particolare le macchine agricole eindustriali.manonèilsoloconsorzio in Toscana. Da anni ormai esiste il Consorzio agrario della Maremma, che dal primo gennaio 2015 diventerà Consorzio del Tirreno, in quanto aggregherà anche le province di Viterbo e Rieti. In progetto, inoltre, c è la costituzione di un unico consorzio tra Firenze e Pisa. Anche se nella regione il processo di aggregazione è stato lento, l obiettivo, a livello nazionale, è quello di spingere sull acceleratore per creare una rete strutturata che permetta di ridurre i costi e fornire servizi sempre più efficienti. «C È il Consorzio agrario del nord est, che riunisce sette province, quello dell Emilia, delle terre padane, il Consorzio dell Adriatico, già completato, ed altri, tra cui quello del Tirreno, che saranno completati a breve. Altri, come l aggregazionetrafirenzeepisa,chesonoin progetto», spiega Angelo Barbieri, direttore generale di Cai, Consorzi agrari d Italia. Il nostro obiettivo L obiettivo di Cai è dare servizi efficienti anche a zone del Paese non servite, creando un consorzio con solidità patrimoniale e finanziaria importante e un alto potere contrattuale Creare nuove società Ridurre i costi creando società specializzate. Come quellanatadasiseproseme (ricerca settore sementiero) e la società petrolifera, al 50% con Energy Group: vende carburante a produttori agricoli «Insieme rappresentiamo un fatturato aggregato di tre miliardi di euro,dicui350milionisonocereali, 600 milioni di prodotti petroliferi, 450 milioni di agroforniture, cioè sementi, concimi, antiparassitari, mangimi». «L obiettivodicai sottolinea è quello di dare servizi efficienti, estendendoli anche a zone del Paese non servite, creando un consorzio con solidità patrimoniale e finanziaria importante e un potere contrattuale maggiore nei confrontidiaziendechespessosonodelle gigantesche multinazionali. Inoltre, viste le problematiche legate al mondo dell agricoltura, cerchiamo di fare economie di scala». Monica Pieraccini Invinovegan.IlChiantibrindaalfuturo Casabianca, nel Senese, va oltre il bio:«non usiamo derivati animali» FIRENZE CHIPENSAcheunvinosiaper sua natura già vegano o vegetariano, a quanto pare non conosce veramente il nettare della vite. A questo proposito una novità assoluta nel panorama enologico italiano arriva dall azienda Casabianca, che dalla vendemmia 2014 produce Chianti vegan. L idea nasce dalla vocazione per il biologico dell azienda vitivinicola della famiglia Cenni, presente nel territorio di Murlo(Siena) dagli anni 60 con 654 ettari. Oltre ad una certificazionediorigine,docgeigt,8vini e 400mila bottiglie all anno verranno certificate anche con il marchio vegan. Giacomo Sensi, responsabile tecnico ed agronomo dell azienda, ci ha guidato alla scoperta di questa nuova frontiera enologica. Ma il vino non è composto solo da elementi vegetali? «Faccio un esempio facile: per rendere stabile il vino nell invecchiamento sono utilizzati anche prodotti animali, come in pasticceria. Mi riferisco alla colla di pesce e alle gelatine animali, anche se solo in quantità millesimali. Nell Ottocento addirittura si usava il sangue del bue». Cosa significa Chianti vegan? «Ilvinononèveganonévegetariano. La caratteristica dei cibi vegani è quella di non utilizzare nessun derivato animale, nemmeno miele o propoli. Noi abbiamo sostituito questi elementi con proteine vegetali estratte da frumento o pisello». Casabianca vegan : Alberto Cenni con il figlio Fabio Al di là della filosofia, cambia anche il risultato? «Il risultato è diverso, sia tecnicamente sia nel carattere stesso del vino. Abbiamo dovuto riprogrammarci da capo. E poi, con meno input chimici, viene fuori meglio il sapore del territorio». Cosa cambia nell invecchiamo, nei costo per l azienda e nel prezzo finale? «Diciamo che questa tecnica allungalavitaalvino.cisonovolutepiùoredilavoroeabbiamo investito nella sperimentazione. Manoncisarannoricadutesul consumatore». Come è nata l idea? «E un progetto che l azienda, legata al biologico, ha sempre avutoinmente.ilnostroobiettivoè quello di produrre a ciclo chiuso, tutto all interno dell azienda. Diventare vegan è stata una conseguenza naturale». Comesicertificaunvinovegan? «La Csqa di Vicenza, azienda leader nelle certificazioni, rilascia l ok dopo un complesso iter procedurale che traccia ogni passaggio dall uva fino alla bottiglia». Che differenza c è tra biologico, biodinamico e vegano? «Sipuòfareveganancheinagricoltura convenzionale. Mentre la differenza tra bio e biodinamico riguarda il sistema della coltivazione. Nel primo caso incidono le modalità di intervento, naturali. Il biodinamico, invece, si basa su principi agronomici diversi dalla convenzionale. Un po come la fitoterapia e l omeopatia». Laura Tabegna

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