ELEMENTI DI PROGETTAZIONE OSPEDALIERA
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- Rosina Mele
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2 ELEMENTI DI PROGETTAZIONE OSPEDALIERA
3 Il lavoro prodotto dalla commissione istituita dall ex Ministro della Sanità, professor Umberto Veronesi ha portato all elaborazione di un meta-progetto di un modello di ospedale per acuti, ad alto contenuto tecnologico ed assistenziale. Il lavoro di analisi svolto in ambito ministeriale ha rivelato le sue corrette finalità: non si tratta dell elaborazione di un prototipo, ripetibile in qualsiasi contesto geografico si tratta di un «meta-progetto propedeutico alla definizione di linee-guida per la progettazione». Il 21 marzo il Prof. Veronesi e l Arch. Renzo Piano hanno illustrato il nuovo modello di ospedale, con un progetto tipo per un ospedale: - di alta complessità tecnologica e di media dimensione - con un bacino di utenza di / abitanti - replicabile nelle particolari situazioni geografiche regionali - in grado di garantire un assistenza polispecialistica medio-alta ed il trattamento della fase acuta della malattia - in grado di costituirsi nodo primario della rete sanitaria di cui fanno parte tutti quei presidi territoriali che devono garantire il continuum assistenziale del paziente, dalla prevenzione, passando attraverso la fase diagnostico-terapeutica, alla riabilitazione - provvisto di spazi idonei per porsi anche come luogo di sviluppo della cultura sanitaria, della ricerca e dell aggiornamento professionale
4 Alla base dell elaborazione del modello meta-progettuale, è il famoso DECALOGO i cui principi informatori sono i seguenti: I. UMANIZZAZIONE centralità della persona, attenzione al comfort ambientale dello spazio ospedaliero garantito dall introduzione di spazi ritenuti estranei alla normale edilizia ospedaliera quali la hospital street interna che distribuisce le principali funzioni, la hall, l auditorium, gli spazi commerciali, ecc. II. URBANITA Nel senso di operare un integrazione con il territorio e la città. L ospedale deve essere in grado di fecondare le periferie urbane, assumendo quindi un ruolo di catalizzatore, ad esempio, di aree industriali o di servizio dismesse e che necessitano di una riqualifica ambientale. III. SOCIALITA Significa recuperare quel valore di appartenenza del passato, che si manifesta sia da parte degli utenti che da parte di coloro che lo sostenevano finanziariamente; ma significa anche pensare all ospedale come ad una struttura aperta e cioè integrata al contesto socio-culturale in cui si inserisce.
5 IV. ORGANIZZAZIONE Efficacia diagnostica, terapeutica e riabilitativa; elevata efficienza e diffuso benessere percepito sono requisiti importanti ed indispensabili per avviare un organizzazione per processi e superare quella tradizione per funzioni. Il modello dipartimentale è il più idoneo a favorire l utilizzo ottimale delle risorse disponibili e la razionalizzazione degli spazi. V. INTERATTIVITA La rete delle strutture sanitarie sparse sul territorio deve garantire il necessario continuum assistenziale al paziente. L ospedale, luogo deputato alle terapie in regime di ricovero e alle attività diagnostiche e specialistiche di alto livello deve dialogare con il territorio ed in particolare con il medico di famiglia. Ruolo fondamentale, in questo processo interattivo, assumono dunque le tecnologie informatiche (attraverso sistemi Internet ed Intranet) e la predisposizione di adeguati spazi attrezzati per incontri, videoconferenze e consulti di telemedicina. VI. APPROPRIATEZZA Vuol dire dimensionare correttamente l ospedale, sia da un punto di vista generale sia per quanto riguarda i rapporti tra i singoli servizi e funzioni. Il tradizionale parametro del posto letto ha ceduto il posto al numero di prestazioni erogabili; i tempi della degenza media si riducono sempre di più e si sta andando verso la suddivisione per tipologie di degenza in funzione della intensità delle cure: si parla, così, di intensive care, day hospital e ospitalità di tipo alberghiero per pazienti autosufficienti la cui permanenza in ospedale è giustificata esclusivamente da motivazioni logistiche.
6 VII. AFFIDABILITA Intendendo, con questo termine, l accezione più ampia per garantire la massima sicurezza e tranquillità di pazienti ed operatori: preparazione e professionalità devono essere assicurate dal continuo aggiornamento e dalle collaborazioni interdisciplinari, anche con l esterno. Affidabilità assicurata prestando attenzione a : 1. FUNZIONAMENTO DI APPARECCHIATURE ED IMPIANTI 2. NORME ANTINCENDIO 3. NORME IGIENICO-SANITARIE 4. CORRETTA IDENTIFICAZIONE E SEPARAZIONE DI FLUSSI E PERCORSI 5. ATTENTA VALUTAZIONE DELLE RELAZIONI TRA DIVERSE AREE FUNZIONALI 6. FACILITA DI MANUTENZIONE, PULIZIA E SANIFICAZIONE DEGLI AMBIENTI.
7 VIII. INNOVAZIONE L ospedale è una struttura soggetta al rapido rinnovamento diagnostico, terapeutico, tecnologico, informatico. E, dunque, un organismo a cui deve essere garantita la massima flessibilità organizzativa e funzionale: ridistribuzioni, scorrimenti ed inclusioni al suo interno; espansioni e aggiunte al suo esterno. Queste considerazioni influiscono anche sui sistemi costruttivi che devono consentire lo spostamento, il montaggio, lo smontaggio, l aggiunta di elementi attraverso lavorazioni a secco, non polverose e non rumorose. Devono essere garantiti diversi livelli di flessibilità: interna edilizia (sistemi costruttivi, maglia strutturale modulare, ecc.); interna funzionale (ritagliabilità per aree funzionali); interna planimetrica (aree polmone libere, semi finite collocate in punti strategici per espansioni settoriali); esterna planimetrica (possibili espansioni da realizzarsi in aree predisposte). IX. RICERCA L ospedale deve favorire l impulso all approfondimento intellettuale e clinico-scientifico. E quindi il luogo nel quale deve essere favorito lo sviluppo della ricerca, in particolare clinica ed epidemiologica, attraverso un attività continua, integrata e in collegamento anche con le altre strutture esterne attraverso idonei sistemi informativi. X. FORMAZIONE La necessità di assicurare l aggiornamento continuo, professionale e culturale, per tutti gli operatori (medici e paramedici) si riflette, naturalmente, sul progetto globale dell organismo ospedaliero che deve tener conto di ampi spazi da destinare all area didattica.
8 NUOVI MODELLI PROGETTUALI L Ospedale ideale Renzo Piano Nuovo modello di ospedale Renzo Piano 2001 Planivolumetrico
9 NUOVO MODELLO DI OSPEDALE - Renzo Piano Tipologia a prevalente sviluppo orizzontale - Altezza max dei fabbricati di 4 piani (circa 20 metri) - Struttura costituita da 5 blocchi (di cui 2 simmetrici e specularmente identici) che si identificano dal punto di vista dimensionale ed iconografico - Due percorsi principali attraversano perpendicolarmente queste macro-aree, mettendo in comunicazione i vari servizi. La formulazione di una proposta distributiva, seppur a livello meta-progettuale, ha tenuto conto di alcuni requisiti che hanno condizionato le scelte: - Tipo di ospedale : polispecialistico per acuti, organizzato per dipartimenti; - Livello: assistenza specialistica medio-alta; - Posti letto totali: 464; - Localizzazione: periferica o semiperiferica con valore di connessione urbana tra le parti di città in via di riqualificazione e sviluppo; - Bacino di utenza ipotetico: / abitanti; - Parcheggi: 45/50 % della Slp.
10 Nuovo modello di ospedale Renzo Piano 2001 Lay-out piano terra Si sottolineano i contenuti innovativi dell area dedicata ai servizi di accoglienza, accettazione ed informazione che deve assumere l aspetto di una vera e propria hall di albergo, con i necessari spazi di commerciali, punti di ristoro, banca, poste, ecc., in quanto è in questo luogo che avviene il primo contatto tra ospedale e paziente.
11 Nuovo modello di ospedale Renzo Piano 2001 Lay-out piano primo
12 Nuovo modello di ospedale Renzo Piano 2001 Lay-out piano secondo Si noti l articolazione funzionale delle degenze. Viene ipotizzato un modello di organizzazione basato sull intensità delle cure, più che sulle specialità. Si parla così di: - terapia intensiva (intensive care); - degenza ad alto grado di assistenza (low care); - degenza diurna (day hospital).
13 Impossibile visualizzare l'immagine. Maglia Strutturale Il modulo di degenza è strutturato su 26 posti letto distribuiti in camere singole e spazio per l eventuale accompagnatore, tutte uguali con una superficie di 25mq e una maglia di 7,50x7,50 m. Il suggerimento dell adozione di sole stanze singole all interno del modulo di degenza, ha destato qualche perplessità e qualche critica poiché pone il paziente in una situazione di isolamento. Sembra così opportuno prevedere moduli di degenza con camere a due letti, connotando la stanza singola come unità in grado di ospitare situazioni peculiari piuttosto che come unità ospedalizzazione standard.
14 Nuovo modello di ospedale Renzo Piano 2001 Sezioni longitudinali Viene evidenziato il trend evolutivo di alcune aree, quali il dipartimento di diagnostica per immagini ed il poliambulatorio, area della ricerca di fondamentale contributo aree che necessariamente devono tener conto delle esigenze di flessibilità e di espansione nel tempo, compatibilmente con il processo di de-ospedalizzazione. Il difficilissimo compito della progettazione di un ospedale ci induce inoltre ad una importante riflessione, ovvero che sia assolutamente necessario rivedere le nostre normative e i parametri di riferimento, così lontani ormai dalle più moderne norme europee ed extraeuropee.
15 Il lavoro della Commissione Veronesi dunque ha prodotto qualche critica e molti apprezzamenti nel mondo della Sanità, ma ha avuto il merito di focalizzare l attenzione sulle problematiche connesse alla progettazione ospedaliera in sede ministeriale, promuovendo e allargando il dibattito a tutti coloro che, ai vari livelli, operano in questo settore.
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