CORSO DI MARKETING E MARKETING INTERNAZIONALE A.A

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PARTE PRIMA GUIDA STRATEGICA

Transcript:

Prof.ssa Elena Cedrola elena.cedrola@unimc.it http://docenti.unimc.it/docenti/elena-cedrola Lezione 13 Il marketing mix: i canali distributivi CORSO DI MARKETING E A.A. 2017-2018 1

MARKETING MIX Prodotto Varietà di prodotto Qualità Design Caratteristiche Nome di marca Confezione Misura e formati Servizi Garanzie Possibilità di resa o cambio Mercato obiettivo Prezzo di listino Sconti Abbuoni Termini di pagamento Disponibilità di credito Promozione Pubblicità Forza di vendita Pubbliche relazioni Marketing diretto Punto vendita Canali Copertura Assortimenti Localizzazione Scorte Trasporti 2

I CANALI DISTRIBUTIVI Un canale di distribuzione è costituito da un insieme di istituzioni indipendenti che svolgono il complesso di attività necessarie per trasferire un prodotto e il relativo titolo di proprietà dal produttore al consumatore (Kotler 2004) 3

Le figure in un canale di marketing I commercianti Gli intermediari Gli ausiliari (sistemi di trasporto ) I canali ibridi Il futuro? l integrazione 4

PROF.SSA ELENA CEDROLA MARKETING E MARKETING INTERNAZIONALE 5

Perché il canale di marketing? Perché il produttore delega le funzioni di vendita agli intermediari commerciali? Scarsità di risorse finanziarie Assortimento insufficiente Migliore allocazione delle risorse concentrandosi sul core business 6

Perché il canale di marketing? Migliore e maggiore aderenza alle esigenze degli utenti finali Riduzione del numero di contatti e il lavoro che ne deriva Senza intermediari P P P C C C Con intermediari P P P I C C C Numero contatti 9 Numero contatti 6 7

Le funzioni della distribuzione 1. Informazione (a due vie) 2. Promozione 3. Negoziazione - Conferimento dell ordine 4. Pagamento - Finanziamento 5. Gestione del rischio 6. Distribuzione fisica 7. Stoccaggio 8. Economie di spazio, tempo, assortimento 9. Trasferimento del titolo di proprietà 10. Post-vendita 8

I CANALI DI MARKETING DEI PRODOTTI DI CONSUMO PRODUTTORE CLIENTE CANALE DIRETTO PRODUTTORE RIVENDITORE DETTAGLIANTE CANALE A UNO STADIO CLIENTE 9

I CANALI DI MARKETING DEI PRODOTTI DI CONSUMO PRODUTTORE GROSSISTA RIVENDITORE DETTAGLIANTE CLIENTE CANALE A DUE STADI PRODUTTORE BROKER GROSSISTA RIVENDITORE DETTAGLIANTE CLIENTE CANALE A TRE STADI 10

Es. LE PRINCIPALI ALTERNATIVE DI CANALE DISTRIBUTIVO DEI SERVIZI FINANZIARI SPORTELLI BANCARI AGENZIE DI ASSICURAZIONE RETI DI VENDITA HOME E CORPORATE BANKING TELEPHONE BANKING INTERNET ATM POS CARTE CARTE DI CREDITO La gestione I sistemi informativi L ubicazione I nuovi canali 11

LA SCELTA DEI CANALI DISTRIBUTIVI Anzitutto dipende dalla strategia d impresa Strategia di push Strategia di pull 12

LA SCELTA DEI CANALI DISTRIBUTIVI BISOGNI DEGLI ACQUIRENTI -livelli di servizio attesi/quantitativo acquisti -tempi di attesa -aspetto ambientale e ubicazione -varietà dei prodotti e servizi complementari ANALISI DEGLI OBIETTIVI E DEI VINCOLI IN TERMINI DI CANALE -caratteristiche del prodotto -caratteristiche degli intermediari -caratteristiche della concorrenza -caratteristiche dell impresa -caratteristiche ambientali ALTERNATIVE DISPONIBILI 13

LA VALUTAZIONE DELLE PRINCIPALI ALTERNATIVE DI CANALE Ogni alternativa di canale deve essere valutata in base a criteri: ECONOMICI Ogni alternativa di canale produce livelli differenti di vendite e costi DI CONTROLLO DI ADATTAMENTO 14

COSTI DI VENDITA SCELTA TRA UN ORGANIZZAZIONE DI VENDITA DIRETTA O INDIRETTA MEDIANTE IL CRITERIO DEL PUNTO DI EQUILIBRIO Reti di agenti Forza di vendita dell impresa LIVELLO DELLE VENDITE 15

LA VALUTAZIONE DELLE PRINCIPALI ALTERNATIVE DI CANALE Ogni alternativa di canale deve essere valutata in base a criteri: ECONOMICI Ogni alternativa di canale produce livelli differenti di vendite e costi DI CONTROLLO DI ADATTAMENTO 16

I CANALI DISTRIBUTIVI Un canale di distribuzione è costituito da un insieme di istituzioni indipendenti che svolgono il complesso di attività necessarie per trasferire un prodotto e il relativo titolo di proprietà dal produttore al consumatore (Kotler 2004) 17

I SISTEMI VERTICALI DI MARKETING UN SISTEMA VERTICALE DI MARKETING E COSTITUITO DA UN PRODUTTORE, UNO O PIU GROSSISTI E DA UNO O PIU DETTAGLIANTI CHE AGISCONO IN MODO UNIFICATO La costituzione del sistema può essere promossa sia dal produttore, sia dal grossista, sia dal dettagliante. I sistemi verticali di marketing possono assumere 3 distinte configurazioni: 1. SVM AZIENDALI 2. SVM CONTRATTUALI (Unioni volontarie Cooperative di dettaglianti Franchising) 3. SVM AMMINISTRATI 18

Le fasi di sviluppo del sistema distributivo Rivoluzione industriale (1750- ) distribuzione come punto di incontro tra domanda e offerta funzione passiva Rivoluzione commerciale (1850 - in Italia dal 1970) politiche indipendenti dall industria funzione attiva (informativa) Rivoluzione informativa (attuale) ipercompetitività strategie di differenziazione delle insegne sviluppo delle competenze di marketing e adozione delle nuove tecnologie dell informazione 19

La rivoluzione informativa Si gioca su: merci fresche; marche commerciali; condizioni di comfort e piacevolezza del punto vendita (ambientazioni particolari e suggestive, pulizia, cortesia del personale); qualità relazionale (call center, numero verde, box informazioni sul punto vendita); multicanalità 20

INTERATTIVITA' 3 2 1 0 Siti "Customer Oriented" Siti "Interattivi" Bricovalle Bauhaus.de Brico.be Hornbach Self Obi AKI' Hubo Rusta Byggmax Home Depot Lowes Leroy Merlin Mr.Bricolage B&Q Focus Wickes Castorama.fr Bricomarché Jernia Byggmarkker Bauhaus.es Bauhaus.se Bygger'n Siti di "Presentazione" LeroyMerlin.es Castorama.it Bauhaus.dk Leroy Merlin.it OBI ita Brico Plan Jarnia Praktiker Monter Gamma Bricofer Jem & Fix Punto Legno XL-Byg Bricocenter BricoIO BricoOK Punto Brico Bygma Menards Homebase 0 1 2 3 INFORMAZIONI Legenda aziende: Americane Inglesi Francesi Tedesche Spagnole Svedesi Norvegesi Danesi Belghe Italiane 21

Le forme distributive Negozio tradizionale (piccole dimensioni) ii Superette (tra 200 e 400 mq) i Supermercato (tra 400 e 1500 mq) Supermercato integrato (tra 1500 e 2500 mq) Ipermercato (> 2500 mq media Italia 4500, Francia 8000) Superstore (2.500 ai 5.000 mq) Discount (hard e soft) 22

Le forme aziendali GD (grande distribuzione) GS, PAM, Rinascente, Esselunga,. GDO (grande distribuzione organizzata) o DA (distribuzione associata) gruppi di acquisto e unioni volontarie (Conad) COOP (cooperazione) Coop Italia IND (indipendenti) Franchising Gruppi multinazionali Auchan, Carrefour 23

Concentrazione della Distribuzione per Paese (primi 3 gruppi): 24

L innovazione nella distribuzione 25

L innovazione nella distribuzione 26

L innovazione nella distribuzione 27

28

La politica di distribuzione sui mercati esteri E il fulcro delle azioni di marketing sui mercati esteri perché permette di concretizzare il principio think globally, act locally : Le scelte: canale/i per portare il prodotto sul mercato estero canale/i di distribuzione locale 29

Impresa produttrice Mercato di origine Mercato di vendita Canali di entrata Canali di distribuzione Utilizzatore finale 30

Problematiche dell organizzazione dei sistemi distributivi internazionali Controllo -> Ciclo di vita del mercato Livelli di servizio Vincoli: ambientali, di mercato, di ambiente competitivo 31

Canali distributivi e controllo Produttore Basso controllo Medio controllo Alto controllo Acquirente nazionale Agente esportatore nazionale Commerciante esportatore nazionale Paese d'origine Mercato estero Agente estero Distributore estero Filiale estera Consumatore estero 32

Problematiche dell organizzazione dei sistemi distributivi internazionali Controllo Ciclo di vita del mercato Livelli di servizio pre e post-vendita Vincoli: ambientali, di mercato, di ambiente competitivo 33

I canali di entrata sui mercati Canali indiretti Canali diretti Canali concertati esteri: tipologie La distinzione tra le 3 tipologie non è sempre netta (mix di canali) 34

I canali di entrata sui mercati esteri: criteri di scelta obiettivi dell impresa; natura del prodotto; comportamento d acquisto e consistenza degli acquirenti; concorrenza; legislazione locale; efficienza degli intermediari; Costi (iniziali, di gestione, di logistica), utili, investimenti necessari e rischi 35

Tipologie sul numero di intermediari Mercato di origine Mercato di vendita Impresa produttrice Canali di entrata (importazione) Grossista Dettagliante Acquirente finale Mercato di origine Mercato di vendita Impresa produttrice Canali di entrata Dettagliante Acquirente finale Mercato di origine Mercato di vendita Impresa produttrice Canali di entrata Acquirente finale 36

Riferimenti bibliografici Blythe Cedrola Martin, cap. 8 Cedrola, cap. 8 37