La Chirurgia Urologica Romana XV Corso di Aggiornamento. Relatore: Dott. Ermanno Mancini

Documenti analoghi
NEI PAESI ASIATICI, IN AFRICA E NEL SUD AMERICA PRESENTA INCIDENZE NETTAMENTE SUPERIORI RAGGIUNGENDO IL 10-20% DI TUTTE LE FORME TUMORALI

LE NEOPLASIE DEL PENE. TRATTAMENTO CHIRURGICO A. De Leo. Ospedale Sandro Pertini U.O.C. Chirugia 1 (Direttore: Prof. A. Panucci)

Studio AMAROS SOMMARIO

Cancro del testicolo

Tumori di origine uroteliale

ginecomastia aumento di volume della mammella maschile, mono o bilateralmente

Ovaio RIASSUNTO DELLE MODIFICHE

Tumori gonadici nell adolescente: Aspetti Chirurgici. Dott. Alessandro Crocoli Riunione GICOP - Trieste Aprile 2012

carcinoma della mammella Prima causa di mortalità nella popolazione femminile in Occidente ( Nord Europa )

Tumori della vescica e della via urinaria.

Domande relative alla specializzazione in: Oncologia medica

ovaio corpo dell utero collo dell utero (cervice)

ESOFAGO: RAPPORTI ANATOMICI

Carcinoma ovarico avanzato: caso clinico Alessandro Inno

La cheratosi attinica

NEOPLASIE VESCICALI DALLA DIAGNOSI ALLA TERAPIA

UOC Radiologia ULSS 20 Direttore dott.ssa Francesca Fornasa IMAGING E APPROPRIATEZZA SENOLOGIA CLINICA

30/05/2011. Carcinoma esofageo. Anatomia. scaricato da 1

Diagnosi e trattamento. Displasia squamosa-carcinoma in situ CIN (Neoplasia Intraepiteliale Cervicale)

Il Cancerizzato Reggio Emilia, 7 aprile Che cosa è un cancerizzato? Presentazione e valutazione critica delle nuove LG europee.

METASTASI POLMONARI. Terapia Oncologica. Dott. Marcello Tiseo Unità Operativa di Oncologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

Corso per operatori dei Registri Tumori Reggio Emilia 3-6 dicembre Tumore dell ovaio. Adele Caldarella

Corso per operatori dei Registri Tumori Reggio Emilia 3-6 dicembre Tumore del polmone. Adele Caldarella

IL POLIPO MALIGNO IL POLIPO MALIGNO

I CARCINOMI DELLA MAMMELLA : CLASSIFICAZIONE T.N.M. CLASSIFICAZIONE CLINICA (prima del trattamento -preoperatoria)

Il melanoma cutaneo. Reggio Emilia 2-5 dicembre Silvia Patriarca Registro tumori Piemonte

coin lesion polmonare

GRUPPO DI STUDIO TUMORI DEL TESTA-COLLO

I TUMORI DELLA CUTE.

CARCINOMA DELLA MAMMELLA

Autori: Pierandrea De Iaco, Anna Myriam Perrone. Documento: Protocollo. Versione: Finale del 24 Dicembre Numero di pagine: 7

Le neoplasie vescicali. fabrizio dal moro

Neoplasie della mammella - 1

Patologia Nodulare Tiroidea: Diagnostica clinica laboratoristica e strumentale

Dr. David A. Merlini

DEFINIZIONE DI SALUTE O.M.S.

Tumori della vescica

Abbronzatura sì, ma con giudizio.

Il melanoma rappresenta una neoplasia maligna che origina dai melanociti, le cellule produttrici di melanina

E posta nella parte centrale del collo e rappresenta la prima parte dell'apparato

Tumori Maligni Rari. Neoplasie dell Esofago. Fattori di Rischio. Carcinoma Esofageo. Scaricato da SunHope. carcinoma a piccole cellule

Tumori della Pelle Fare attenzione, fare prevenzione. Associazione di Volontariato Il cielo oltre venere difesa e sostegno all ammalato oncologico


ECOENDOSCOPIA ESOFAGO E MEDIASTINO

LA CHIRURGIA TORACICA NEGLI ULTIMI 50 ANNI

CANCRO DELLO STOMACO. CANCRO DELLO STOMACO Fattori di rischio - I - CANCRO DELLO STOMACO

Peculiarita del trattamento integrato nei pazienti HIV

II Università degli Studi di Napoli. Sede di Caserta A.A Carcinoma Renale

Lezione di Chirurgia Generale Tumori del colon e del retto. Agora

05/02/2015. Malattie della mammella. Roberto Caronna. Richiami di Anatomia

I tumori del parenchima renale

ECOGRAFIA IN GASTROENTEROLOGIA. Dall apprendimento delle tecniche alle applicazioni cliniche più avanzate

AIRO INCONTRA SIRM Diagnostica per Immagini e trattamenti non chirurgici del nodulo polmonare solitario

GLOSSARIO DEI TERMINI Interventi e trattamenti

PERCORSO UNITA PROSTATA. POLICLINICO UMBERTO I v.le Regina Elena, 324 Roma

UN CASO DI METASTASI DIGITALI DI CARCINOMA POLMONARE IN UN GATTO

GRUPPO DI STUDIO TUMORI DELLA CUTE

RICHIAMO ANATOMOPATOLOGICO

Le neoplasie renali. fabrizio dal moro

Disturbi della regione ano-rettale: sono argomenti imbarazzanti per i quali si tende ancora oggi al fai da te. Quando è giusto rivolgersi al medico?

Vaccinazione per prevenire il cancro del collo dell'utero: risposte alle principali domande

Stomie urinarie ed intestinali: professionisti ed esperienze a confronto Cesena 16 Ottobre Osp. M. Bufalini

Tumore del Rene COS È IL TUMORE DEL RENE?

La stadiazione dei tumori

STADIAZIONE E TRATTAMENTO CHIRURGICO

Le patologie vulvari. Prof. Francesco Sesti

Inizio percorso: la diagnosi e le indagini di stadiazione

Trattamento individualizzato. Resezione segmentaria per lesioni non suscettibili di escissione locale o plurirecidive. Stadio I

COLANGIOCARCINOMA. Incidenza

Cap 2 - Principali tipi di cancro

Neoplasie mesenchimali

CARCINOMA COLON RETTO - EPIDEMIOLOGIA

IL NUOVO CORSO DELLA TERAPIA LOCO-REGIONALE DEL CARCINOMA MAMMARIO: L ESPERIENZA DI VICENZA

FATTORI PROGNOSTICI. Dr.ssa Rossana Tiberio. Dr.ssa Benedetta Miglino

I dati morfo-fenotipici, genotipici e clinici hanno permesso di suddividere il linfoma di Hodgkin in quattro gruppi istologici.

Utilità della metodica ROSE (Rapid On Site Cytology Evaluation) nella citologia polmonare in differenti contesti clinici Giarnieri E*, Arduini R,

Classificazione del carcinoma mammario

SLIDE SEMINAR CITOLOGIA DELLE VIE URINARIE

TUMORI MALIGNI. CENNI DI EPIDEMIOLOGIA (incidenza, età, rapporto M/F) FATTORI DI RISCHIO (genetici, professionali, abitudini e stili di vita)

Sarcomi delle Parti Molli

Protocollo dello studio Prostate cancer survival patients in Italy

Classificazione WHO 1999 neoplasie della vescica 1998 neoplasie della pelvi e dell uretere*

ESPERIENZA REGIONE PIEMONTE ( formazione)

Le linfoadenopatie. nello studio del medico di famiglia. Giovanni PAGANA MMG - Catania Animatore di Formazione FIMMG METIS SIMG


30/05/2011. Cancro del pancreas. Anatomia. scaricato da 1

Requisiti minimi e standard di refertazione per carcinoma della mammella

Radiologia Interventistica Oncologica Informazioni per il Paziente

Il cavo orale/orofaringe rappresentano la sede primaria i di insorgenza delle neoplasie maligne del distretto testa-collo

TUMORI MALIGNI DELLE CAVITA NASALI E SENI PARANASALI

Tumori maligni del colon e del retto


Gli esami di diagnosi e stadiazione previsti dai PDTA per cui è applicabile l esenzione 048 temporanea. (Domenico Manachino Responsabile CAS ASLVC)

Il cancro della vescica. Silvia Patriarca Registro tumori Piemonte - CPO Piemonte Corso di base sulla registrazione dei tumori Rho, 10 maggio 2010

Epidemiologia della malattia nodulare,delle tiroiditi e delle neoplasie della tiroide

VIENE DEFINITA SULLA BASE DI UN INQUADRAMENTO DIAGNOSTICO PREOPERATORIO CONDIVISA A LIVELLO MULTIDISCIPLINARE CON LA DONNA

Mammella RIASSUNTO DELLE MODIFICHE

Transcript:

La Chirurgia Urologica Romana XV Corso di Aggiornamento Ospedale Sandro Pertini Aula Magna 26 27 Gennaio 2018 TUMORE DEL PENE: CASI CLINICI Moderatore: Dott. Roberto Porciello Relatore: Dott. Ermanno Mancini

Tumore del Pene linea guida e stato dell arte La struttura portante di questa esposizione si ispira principalmente alle linee guida dell'eau (marzo 2009)

EPIDEMIOLOGIA La sua incidenza varia ( meno di 1/100000), pur diminuendo globalmente, in concomitanza con il miglioramento delle condizioni igienico-sanitarie L età più colpita è tra i 60 ed i 70 anni Paesi asiatici (Cina, Vietnam, Thailandia) 12-19% Uganda 10% Usa 0.1-2% Europa 0.5-1.8% In Italia rappresenta il 1.4% di tutti i tumori maligni

EPIDEMIOLOGIA Sconosciuta presso gli Ebrei dove la circoncisione viene effettuata alla nascita Protezione parziale per le popolazioni Mussulmane in cui tale pratica viene svolta tra il 3 ed il 14 anno

Il 45-90% dei paziente con neoplasia presenta fimosi La circoncisione è quindi protettiva? Eziopatogenesi

Fimosi Irritazioni croniche Scarse condizioni igieniche

Fimosi Fattori di rischio ( dal Karolinska Institute) ( identificati mediante caso-controllo e con letteratura pubblicata dal 1966 al 2000) Infiammazioni croniche (balanopostite, liken ecc) Infezione da HPV * - Condilomi Trattamento con raggi ultravioletti Costumi sessuali ( > 30 partner, coiti precoci e promiscui) Fumo di sigaretta *Alcuni sottotipi di SCC come il carcinoma basale ed il carinoma condilomatoso sono HPV correlati con indici di prevalenza fino al 100% Il virus gioca un importante ruolo nella oncogenesi attraverso la interazione con oncogeni e geni oncosoppressori

EZIOPATOGENESI fattore predisponenete: Scarsa Igiene? Il ristagno dello smegma derivato dall azione del metabolismo del Micobacteium Smegmatis sul secreto delle ghiandole di Tyson e sulle cellule epiteliali di sfaldamento - nel solco balono-prepuziale non determina azione cancerogena

Quadri macroscopici di cancro Nei soggetti con fimosi inveterata le lesioni possono, inizialmente, passare inosservate

Quadri macroscopici di cancro Lesioni vegetanti-proliferative Iniziano come verruche che si fondono presentando rapido accrescimento esofitico e scarsa tendenza all infiltrazione

Le forme squamose invasive si possono presentare Lesioni ulcero infiltrative Si presentano come papule con tendenza ad infiltrare i tessuti in profondità ed ulcerarsi in superficie

Elementi essenziali per la diagnosi Frequente coesistenza di fimosi Frequenti adenopatie inguinali Lesione ulcerata o vegentante del glande o del solco balanoprepuziale

Sedi anatomica interessata 50 % a livello del glande 40% a livello del solco balano-prepuziale 40 % a livello del prepuzio 10 % interessato il corpo

Anatomia Patologica Il 95% dei tumori sono Carcinoma Spinocellulare (CSC) i restanti sono Melanomi e Carcinoma Basocellulare

EZIOPATOGENESI fattore predisponenete: Infezioni sessuali Malattie veneree Condiloma acuminato* *Il DNA del papilloma virus umano (HPV) è stato identificato nel 70-100% dei casi con neoplasia intraepiteliale e nel 40-50% dei casi di carcinoma infiltrante

Lesioni Pre-Cancerose spordicamente associate Leucoplachia Corno Cutaneo Papulosi Balanite sclerotica obliterante

Lesioni Pre-Cancerose ad alto rischio Eritroplasia di Queyrat Malattia di Bowen Carcinoma in situ svliluppa nel 30% il cancro avanzato

Posta solo dopo biopsia escissionale In caso di fimosi necessaria circoncisione; sufficiente in caso di piccole neoformazioni limitate al prepuzio e distanti dal solco balano-prepuziale Biopsia linfonodo sentinella Diagnosi

Categorie Patologiche in base alla crescita Diffusione superficiale Crescita verticale Verrucoso Multicentrico Se i margini sono studiati seguendo questi criteri bastano 3-4 mm di tessuto esente dal tumore per considerare i margini chirurgici negativi

DIAGNOSI E STADIAZIONE Una stadiazione corretta del tumore primitivo e delle metastasi ai linfonodi regionali consente di attuare un trattamento appropriato

Biopsia del pene Una biopsia excisionale viene richiesta quando ci siano dubbi in relazione all esatta natura della malattia. Sottotipi istologici comportano rischi differenti in relazione alla comparsa di metastasi linfonodali: - Carcinoma condilomatoso: 18,2% - CSC: 56,7% - Carcinoma sarcomatoide : 89% Maggiori caratteristiche di invasività si correlano ad una più elevata frequenza di metastasi linfonodali: 23.1% di metastasi linfonodali associate a crescita nodulare 64,6% per tumori infiltranti.

Tumore primitivo L esame fisico comprende - dimensione della lesione del pene e delle superfici circostanti - localizzazione della lesione - numero di eventuali lesioni multiple - morfologia della lesione: papillare, nodulare, ulcerata, piatta - rapporti della lesione con altre strutture: sottomucosa, albuginea, uretra, corpo spongioso e corpo cavernoso - colore e confini della lesione In particolare, una erezione artificiale ottenuta con l iniezione di prostaglandina E1 in combinazione con la risonanza magnetica (MRI) è di grande aiuto per identificare la profondità dell infiltrazione del corpo spongioso e cavernoso in modo da consentire l impiego della chirurgia conservativa quando è indicata

Linfonodi regionali Il carcinoma del pene ha il suo drenaggio primario nei linfonodi inguinali. I linfonodi centrali intorno allo sbocco della vena safena nella femorale drenano dal pene. Una suddivisione a quadranti centrata su questa zona circolare suddivide i linfonodi inguinali in : supero-mediali, che drenano la maggior parte della linfa del pene, i linfonodi superolateraliche drenano circa il 15% e le 2 zone inferiori che non drenano direttamente dal pene.

Linfonodi non palpabili, fattori di rischio e linfonodo sentinella. La presenza di malattia linfonodale è il fattore prognostico più importante nel carcinoma. All incirca il 25% dei pazienti con linfonodi non palpabili presentano micrometastasi al momento della diagnosi, per cui in questi casi, è indicata una ecografia inguinale che può mettere in evidenza linfonodi sospetti. La tecnica della biopsia del linfonodo sentinella ha dimostrato una specificità del 100% e una sensitività del 95%.

La biopsia dinamica del linfonodo sentinella ed un rigoroso e serrato follow-up può essere raccomandata come una ragionevole procedura di staging nei pazienti con carcinoma del pene. L associazione con la biopsia ecoguidata riduce drasticamente i falsi negativi e migliora la sensitività della procedura sino a risultati ottimali consentendo di evitare linfoadenectomie inguinali inutili e gravate da notevole morbilità

Linfonodi inguinali palpabili La diagnosi di metastasi in linfonodi inguinali palpabili può essere ottenuta e con un ago-biopsia percutanea seguita da esame citologico e/o istologico. Al momento della diagnosi del cancro del pene, circa il 50% dei linfonodi inguinali palpabili sono dovuti ad una reazione infiammatoria e pertanto le biopsie negative devono essere ripetute dopo qualche settimana. Invece, durante il follow-up, circa il 100% dei linfonodi ingrossati risultano essere positivi all'agobiopsia

Metastasi a distanza La ricerca di metastasi a distanza dovrebbe essere eseguita dopo documentazione della presenza di metastasi inguinali, perché le seconde non possono esistere senza le prime. Una TAC addomino pelvica è pertanto indicata nei soli casi con documentate metastasi ai linfonodi inguinali. La presenza di metastasi pelviche ha un notevole impatto negativo sulla prognosi. Metastasi linfonodali retroperitoneali, mediastiniche e sopraclaveari, così come metastasi ematogene (polmone,encefalo) sono sporadiche. L'impiego della PET-TC

T - Tumore primitivo TX Il tumore primitivo non può essere classificato T0 Nessuna evidenza del tumore primitivo Tis Carcinoma in situ Ta Carcinoma verrucoso non invasivo T1 Il tumore invade il connettivo sottoepiteliale T2 Il tumore invade solo il corpo spongioso/cavernosi T3 Il tumore invade l uretra T4 Il tumore invade le strutture adiacenti N - Linfonodi regionali Nx I linfonodi regionali non possono essere valutati N0 Non evidenza di metastasi linfonodali N1 Metastasi in un singolo linfonodo inguinale, mobile N2 Metastasi multiple, uni o bilaterali, mobili N3 Metastasi inguinali fisse o ulcerate; metastasi ai linfonodi pelvici. M - Metastasi a distanza Mx La presenza di metastasi a distanza non può essere stabilita M0 Non evidenza di metastasi a distanza M1 Metastasi a distanza (Linfonodi retroperitoneali)

Valutazione malattia-paziente Tumore primitivo Linfonodi regionali Metastasi extra regionali Il Paziente

Trattamento tumore primario Tis, Ta, T1a Chirurgia laser Fotodinamica Ampia escissione locale Resezione T3 Amputazione totale con uretrostomia perineale T1b, T2 Glandectomia con eventuale amputazione T4 Eventuale chemio neo adiuvante

Follow-Up Consente diagnosi precoce di recidiva in quanto potenzialmente curabili Unico modo di valutare trattamento e anticipare le complicanze Come: ispezione ed ecografia Quando: programma intensivo durante i primi 2 anni ( si possono intercettare il: 66% recidive locali, 86% recidive regionali, 100% recidive a distanza)

Trattamento dei linfonodi Linfonodi non palpabili Linfectomia in presenza di tumore positivo Linfonodi palpabili Linfectomia inguinale Linfonodi recidivi o fissi Eventuale chemio neoadiuvante

Trattamento ChemioTerapia - Neo adiuvante: se linfonodi positivi - Adiuvante: metastasi non resecabili o recidive RadioTerapia - Neo adiunvante: Non raccomandata per incapacità di prevenzione metastasi e per complicanze - Adiuvante: Migliora controllo locoregionale con gravi effetti collaterali

Considerazioni La centralizzazione dei Pazienti in Strutture dedicate sta permettendo un miglioramento del tasso di guarigione Passando da un 50% ( del 1990) all 80% dello stato attuale