Coltivazione biologica di oliveti superintensivi: un opportunità a supporto del reddito dell azienda olivicola

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Transcript:

20 Coltivazione biologica di oliveti superintensivi: un opportunità a supporto del reddito dell azienda olivicola CONCETTA GENTILE AgrimecaGrape and FruitConsulting srl

21 Un viaggio nel mondo del bio ci svela se il superintensivo può coniugare quantità alla qualità L olivicoltura nei paesi europei Spagna, Italia, Grecia, da sempre culla della coltivazione dell olivo mostra sempre più i segni della crisi dovuta agli elevati costi di produzione, a fronte di un mercato globale in cui la tendenza dei prezzi dell olio di oliva è quella di attestarsi su quotazioni da commodities. Fanno eccezione le sole produzioni legate a territori esclusivi e nell ambito di marchi IGP e DOP affermati, che riescono ad assicurare una buona redditività ai coltivatori. Tale stato di difficoltà è acuito dal crescente sviluppo dell olivicoltura nei Paesi del nord Africa, caratterizzati da un basso costo della manodopera, e dalla presenza di nuovi attori che appaiono sullo scenario mondiale - Argentina, Cile, Australia, ecc. - che realizzano impianti ad elevata meccanizzazione, convogliando tutta l innovazione disponibile verso una delle piante la cui coltivazione affonda nella notte dei tempi, permettendo così un efficiente gestione e la realizzazione di migliori guadagni. È ormai consolidato il fatto che, il modello super intensivo, consente di raggiungere risultati economici soddisfacenti, dando così nuove speranze alla ripresa di un settore in cui si fa sempre più spazio l idea di un olivicoltura non sostenibile e redditizia e quindi destinata ad un declino più o meno rapido in base alle specifiche situazioni. Ma cosa si può fare per cercare di incrementare il valore aggiunto delle nostre produzioni non solo in termini quantitativi, ma anche qualitativi e quindi creare un ulteriore opportunità commerciale per l olio d oliva prodotto in Italia? La produzione di olio proveniente da oliveti superintensivi condotti con metodo biologico può costituire un opportunità. È sicuramente difficile accostare l idea del sistema superintensivo al concetto di produzione biologica, due concetti che sembrano in antitesi tra loro. Da un lato, il modello super intensivo che impone, per sua natura, forti spinte nutrizionali e idriche, affiancate da massicci interventi fitosanitari; dall altro la filosofia che sta alla base del metodo biologico che prevede riduzioni di concimazioni e interventi fitosanitari. Allora come è possibile questo connubio? Molto spesso, è di uso comune identificare il biologico come un metodo di coltivazione poco produttivo, che impone alti costi di produzione e che, per l ottenimento di un tornaconto economico finalizzato a far quadrare i bilanci aziendali, è legato in maniera inscindibile ai contributi comunitari. In realtà le cose non sono proprio così. Infatti è possibile realmente gestire in biologico impianti di olivo superintensivo con gratificanti risultati agronomici ed economici. La dimostrazione è quanto realizzato in un oliveto super intensivo di 8 Ha (in espansione) in agro di Brindisi, con le varietà Arbequina e Arbosana di 8 e 6 anni di età. L azienda, che ha sempre condotto il suo oliveto con metodo convenzionale, ha deciso di intraprendere un percorso diverso, convertendo nel corso degli ultimi 3 anni l oliveto superintensivo al metodo biologico. Con l aiuto dell assistenza tecnica degli agronomi della società di consulenza AgrimecaGrape and

22 FruitConsulting di Turi (Bari), sono state adottate precise scelte tecniche al fine di mantenere l alta produttività, la sanità e l equilibrio vegetativo dell oliveto. Ciò è stato possibile attraverso l applicazione di pratiche agronomiche fondamentali e necessarie per la buona riuscita del metodo biologico. L obiettivo principale è stato quello di controllare a monte lo sviluppo di malattie fungine e batteriche e infestazioni di insetti, facendo della prevenzione la linea guida da seguire nella conduzione dell impianto nel corso delle diverse fasi fenologiche (vedi tabella 1). La vigoria della pianta, il cui eccesso può sicuramente predisporla a infezioni di funghi e batteri, oltre che ad attacchi di fitofagi, è stata controllata con un attenta gestione della nutrizione, esclusivamente di origine organica, e una razionalizzazione dell apporto irriguo. Tutto ciò ha permesso di ottenere i risultati desiderati senza compromettere la resa finale. Particolare attenzione è stata riposta nella gestione del suolo, spesso inteso come un substrato inerte, destinato esclusivamente a fornire in maniera meccanica nutrienti e acqua, oltre che essere un mezzo di ancoraggio per la pianta. L interazione tra pianta e suolo è invece profondamente più complessa. Ecco perché una gestione scorretta dello stesso può creare notevoli ripercussioni sul benessere globale della pianta. Pertanto in azienda sono state ridotte al minimo le lavorazioni del terreno, cercando di preservarne la struttura e il contenuto di sostanza organica. TABELLA 1. AVVERSITÀ NOME SCIENTIFICO PRINCIPI ATTIVI N. TRATTAMENTI Mosca olearia Bactrocera oleae Spinosad (esca) 6 Tignola Margaronia Prays oleae Palpita unionalis Bacillus thuringiensis / olio minerale Bacillus thuringiensis 3 2 Cocciniglia mezzo grano di pepe Oziorrinco Saissetia oleae Otiorrhynchus cribricollis Olio minerale Fasce in lana di vetro 2 \ Occhio di Pavone Spilocaea oleagina Lebbra Cercosporiosi Rogna dell olivo Colletotrichum gloeosporioides Mycocentrospora cladosporioides Pseudomonas siringae pv. savastanoi

23 La produzione di olio proveniente da oliveti superintensivi condotti con metodo biologico è un opportunità Inoltre, sono state ricondotte ad una corretta interpretazione per la gestione dell oliveto super intensivo, alcune pratiche agronomiche ed in particolare: Epoca ed intensità delle potature Modalità di gestione del suolo Volumi irrigui in relazione alle diverse fasi fenologiche Quantità, tipologia e somministrazione degli elementi nutritivi Metodologie di controllo degli organismi nocivi e posizionamento degli agrofarmaci ammessi per la difesa fitosanitaria FIGURA 2. Parete produttiva stretta per una prevenzione ottimale delle malattie. Tutto ciò è stato realizzato nella consapevolezza che, le piante stressate, non sono più in grado di mettere in atto i meccanismi metabolici e fisiologici utili a regolare le proprie funzioni, compromettendo così l equilibrio che da sole sono in grado di raggiungere. Al termine di tale esperienza, con soddisfazione reciproca dei proprietari e dei tecnici, è stato anche possibile verificare come l azienda, con il passaggio al metodo biologico, abbia migliorato lo stato delle proprie piante, che risultano non solo più sane e più equilibrate rispetto alla conduzione precedente, ma anche meno suscettibili ed esposte agli attacchi parassitari. FIGURA 3. Gestione del suolo con inerbimento controllato.

2 Questo risultato ha altresì permesso di conservare sempre lo stesso potenziale produttivo, che è stato di 120 q.li/ha, nonostante le infestazioni di mosca dell olivo che, in un annata così critica come il 201, sono state irrilevanti per le quantità e le qualità delle olive prodotte e per la qualità dell olio da esse estratto. Dott. Agr. Concetta Gentile AgrimecaGrape and FruitConsulting srl FIGURA 1. Dott. Arg. Concetta Gentile.