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Alto medioevo Caratteri fondativi dell esperienza giuridica medievale

Due secoli di crisi Il medioevo si fa iniziare dalla caduta dell Impero Romano d Occidente, 476 d.c. In realtà, esso inizia ben prima, quando le strutture romane si verticalizzano nella forma di uno Stato accentrato, costruito sul principio del dominium ( dominato ). L Imperatore è dominus perché ha il monopolio dell uso della forza.

Dominato. Divisione dell Impero e invasioni

Un problema di prospettiva Barbaro è parola greca che indica chi, appartenendo a un altro popolo, sembra non parlare, ma emettere solo suoni inarticolati. I barbari protagonisti lungo tre secoli della fine dell Impero Romano sono civiltà antagoniste di quella romana, caratterizzate dal non avere una tradizione scritta della propria storia. Sono cioè barbari solo dal punto di vista della storia romana.

Ipotesi della tradizione culturale E l ipotesi propria della storia idealistica ottocentesca. I Romani, sconfitti dai barbari, mantengono la loro cultura e, finché possono, le loro istituzioni. Conseguenza: il diritto romano resta il diritto dei sudditi romani nei Regni (Stati) dominati politicamente dai barbari. Essendo superiore per cultura e raffinatezza tecnica, attraversa I secoli bui del Medioevo.

Ipotesi della transculturazione Mutua assimilazione di caratteri culturali da parte di due civiltà che condividono il medesimo territorio, sull impulso di dati strutturali oggettivi. I barbari assumono forme culturali romane (tradizione scritta, forme di espressione artistica, etc.), ma il risultato non è la loro romanizzazione, quanto l individuazione di una nuova cultura.

Acculturazione/transculturazione La transculturazione non avviene sempre, ma solo quando le condizioni economiche sono tali da provocare la creazione di un nuovo modello culturale. Altrimenti, possiamo avere acculturazione: l assunzione da parte di una popolazione dei caratteri culturali propri di un altra, in unica direzione. L acculturazione fu la cifra storica fondamentale di Roma antica fino alla fine del II secolo d.c.

Crisi del III secolo L impero Romano diventa, col dominato, uno Stato accentrato con una forte organizzazione burocratica. Per far questo, ha bisogno di un crescente prelievo fiscale, gestito in forma centralizzata. Riforma fiscale di Diocleziano. Controllo dello Stato sull Economia: Editto sui prezzi massimi Politica monetaria.

Dal III al V secolo d.c. La struttura burocratica romana è sempre meno in grado di fronteggiare militarmente le popolazioni barbare ; Ciò porta a una crisi economica e politica che spinge verso la transculturazione, perché le strutture politiche romane non hanno più significato economico. Segno fondamentale: abbandono delle terre coltivabili e predominio della foresta.

Regressione economica e culturale Primitivismo. Regresso delle condizioni socio economiche rispetto all antichità. Vuoto culturale: assenza di una circolazione culturale; indifferenza della cultura rispetto all unico fine umano: la sopravvivenza. Reicentrismo. Attrazione del reale. L uomo parte della natura, incapace di pensarla, di farne astrazione, di misurarla.

Vuoto politico Potere politico: capacità di un soggetto (individuale o collettivo) di prendere decisioni impegnative per altri, cui chiedere direttamente o indirettamente consenso. La dissoluzione delle strutture imperiali romane lascia dietro di sé una società, in cui non è configurabile un vero potere politico, perché non è ipotizzabile un futuro diverso dal tempo attuale.

Consuetudine unica fonte del diritto Esistono prìncipi, come capi politici e militari, legittimati dinasticamente, ma essi non producono diritto; L unica norma esistente e effettiva vede anche loro come soggetti passivi: è la consuetudine. Il diritto è sempre diritto proprio di una determinata popolazione, perché frutto di una determinata antropologia, un modo di rapportarsi col mondo. E parte del bagaglio culturale di un dato popolo, al pari della sua lingua e della sua religione.

La consuetudine medievale Il diritto romano arcaico conosceva i mores maiorum, ma da essi un soggetto legittimato come autorità religiosa traeva le actiones. I mores erano un insieme di norme culturali, fondate sulla storia, che nella loro traduzione attraverso le actiones poteva essere rivisitata. La consuetudine (usus) è una norma fattuale, basata sull dea di necessità fisica, propria di una qualsiasi altra legge di natura.

I mores romani si fondano sullo schema obbligo/ sanzione (rispetto della norma come funzione di volontà). La consuetudine medievale si fonda sull inesistenza di un alternativa al comportamento prescritto (rispetto della norma come funzione di necessità). Essa non si fonda sull identità culturale di un popolo, ma sull idea di un ordine immanente che l uomo non può modificare.

Un esempio dalle fonti: carte di non pregiudizio Un accadimento naturale (ad es., un terremoto che faccia crollare un monastero o distrugga un villaggio) porta taluni soggetti a prestare gratuitamente la propria opera per i danneggiati; I soccorritori si fanno firmare un documento (la carta di non pregiudizio, con cui impedire che li si possa dare per obbligati di prestazioni gratuite per il futuro

Fatto normativo Non ogni fatto può ingenerare la consuetudine, ma solo un fatto provvisto di talune caratteristiche: il fatto normativo. Definizione: è un fatto che, corrispondentemente ai valori culturali di una data popolazione muta le condizioni di equilibrio del sistema giuridico. Principio guida: esiste un ordine giuridico immanente e non modificabile, che si rivela in nuovi esiti attraverso nuovi fatti.

Fatto normativo. Caratteri strutturali Apparenza: il fatto deve essere, realmente o potenzialmente, percepibile da tutti; di esso deve potersi avere una memoria intergenerazionale; Materialità: il fatto deve essere concreto, estrinsecarsi nel mondo dei fenomeni; Univocità: per essere normativo il fatto deve poter avere per la cultura di quel popolo un significato indubbio.