TRATTAME TO DEL DOLORE I PAZIE TI AFFETTI DA EOPLASIA PROSTATICA



Documenti analoghi
IL RUOLO DELLA RADIOTERAPIA NEL DOLORE ONCOLOGICO. S.C. Radioterapia ASL TO4 Ivrea Maria Rosa La Porta

LA SOLUZIONE AI NODULI BENIGNI DELLA TIROIDE

APPROCCIO RADIOTERAPICO

CARTA DEI SERVIZI AMBULATORIO DI TERAPIA ANTALGICA E CURE PALLIATIVE. ASP di Enna Presidio Ospedaliero Umberto I. Responsabile Dott.ssa P.

Bari, 7-10 novembre 2013 Gestione del Carcinoma Tiroideo in progressione Take Home Messages

HIGHLIGHTS IN TEMA DI NEOPLASIA PROSTATICA: DIAGNOSI, TERAPIA, RICERCA Aviano (PN), venerdì 7 dicembre 2012

METASTASI OSSEE: STRATEGIE CHIRURGICHE Dott.ssa Serena Puccini Ortopedia e Traumatologia S. Jacopo PT

Il carcinoma del polmone è associato a una sopravvivenza globale a 5 anni del 10-12%

Espressione di geni specifici per un determinato tumore

STUDIO OSSERVAZIONALE SULLA TERAPIA DELLA PATOLOGIA MAMMARIA INDOTTA DALLA MONOTERAPIA CON ANTIANDROGENO PURO PER ADENOCARCINOMA PROSTATICO

SEBASTIANO FILETTI. Dipartimento di Medicina Interna e Specialità Mediche. Università di Roma Sapienza, Roma

Il mieloma multiplo La terapia

Domande relative alla specializzazione in: Oncologia medica

LE NEOPLASIE DIFFERENZIATE DELLA TIROIDE Paolo Fracchia SOC ORL ASL AL Casale Monferrato

Neoplasie della mammella - 2

INTERFERONE POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI

Conferenza di consenso Quale informazione per la donna in menopausa sulla terapia ormonale sostitutiva? Torino 17 maggio 2008

ginecomastia aumento di volume della mammella maschile, mono o bilateralmente

METASTASI POLMONARI. Terapia Oncologica. Dott. Marcello Tiseo Unità Operativa di Oncologia Medica Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma

La spasticità: nuove possibilità di trattamento

Il RUOLO DEL MEDICO DI MEDICINA GENERALE NELLA IDENTIFICAZIONE DELLE PERSONE CON SOSPETTA DEMENZA. T. Mandarino (MMG ASL RMA )

Polipi precancerosi. Circa il 50% delle persone dai 60 anni in su avrà nel corso della vita almeno 1 polipo precanceroso di 1 cm o più di diametro.

TRATTAMENTO DELL ADENOCARCINOMA T1 (ADENOMA CANCERIZZATO) Il parere del chirurgo: Vincenzo Trapani

diagnostici durante il ricovero sono poco rilevanti. Viene eseguita una procedura di videotoracoscopia

ONCOVIEW Istruzioni per la compilazione delle schede pazienti

Scritto da Giovanni Creton Domenica 27 Febbraio :32 - Ultimo aggiornamento Domenica 27 Marzo :43

Best Papers? No linee guida No review Criterio bibliometrico...

CAPITOLO 1 indice. Tumore della mammella pag. 27 Tumore della cervice uterina pag. 30 Melanoma pag. 31 Linfomi pag. 31. bibliografia pag.

Quando il dolore è ancora un problema. XVII CIPOMO Congresso Nazionale Roma, giugno 2013

LA RESEZIONE DELLE METASTASI EPATICHE NEL TUMORE METASTATICO DEL COLON RETTO

Il sale è un elemento fondamentale per l alimentazione umana ed è costituito da cloruro di sodio (NaCl). Una sua eccessiva introduzione però può

HOT TOPICS IN CHIRURGIA

Allegato 1 Conclusioni scientifiche e motivazioni per la variazione dei termini dell autorizzazione all immissione in commercio

LA BRACHITERAPIA NELLA PALLIAZIONE

Tumori di origine uroteliale

della Valvola Mitrale

METASTASI UVEALI: ESPERIENZA DEGLI ULTIMI 10 ANNI

Il ruolo di CA15-3 nel monitoraggio della terapia nel carcinoma mammario metastatico: un caso clinico

Presentazione. Strategie europee contro il cancro 3

FINASTERIDE ZENTIVA 5 MG COMPRESSE RIVESTITE CON FILM. Variazioni degli stampati relativamente agli aspetti della sicurezza

Studio di ricerca clinica sul dolore da endometriosi. Il dolore che Lei sente è reale... anche se gli altri non possono vederlo.

La sorveglianza ginecologica e il trattamento chirurgico: quando e come

Le neoplasie dello stomaco Definizione anatomopatologica

Servizio di Mineralometria Ossea Computerizzata (MOC) e Composizione Corporea

Stefano Miglior. Il glaucoma ad angolo aperto - G. Cronico SMI

Osservazioni su Report di un caso di ADK POLMONARE con metastasi linfonodali,, epatiche ed ossee

POLITERAPIE NEL PAZIENTE ANZIANO. Dipartimento Farmaceutico Azienda USL di Reggio Emilia

Sclerosi Multipla e vescica

T.E.V. E CHEMIOTERAPIA. Dott. Pietro Masullo

La Sclerosi Multipla (SM) è una patologia infiammatorio-degenerativa del Sistema Nervoso Centrale a decorso cronico che colpisce il giovane adulto.

Modulo 2. Diagnostica per immagini APPROFONDIMENTO

Franco Patrone DIMI, Università di Genova

La Terapia del dolore

Impiego di alte dosi di sedativi per controllare sintomi di elevata gravità; provvedimento terapeutico avanzato.

CANCRO SECONDARIO

Bambini e ragazzi affetti da tumore

Cancro del testicolo

IMATINIB (Glivec) POTENZIALI EFFETTI COLLATERALI

IL TUMORE DELLA PROSTATA

L Insulina è un ormone prodotto dal pancreas implicato nel metabolismo dei carboidrati.

E.Molfese, P.Matteucci, A.Iurato, M. Fiore, L.E. Trodella, L. Poggesi, R.M. D Angelillo, E. Iannacone, L.Trodella!

ENUCLEAZIONE PROSTATICA TRANSURETRALE MEDIANTE LASER AL TULLIO (TULEP)

Laura Ghiro Elena Fipaldini Ospedale San Bortolo Vicenza

Fattori prognostici del carcinoma gastrico nell anziano

La neoplasia prostatica. fabrizio dal moro

RASSEGNA STAMPA martedì 26 maggio 2015

La patologia Quali sono i sintomi?

IL GLAUCOMA I A P B I T A L I A O N L U S P E R A M O R E D E L L A V I S T A

CHE COSA SONO I BIFOSFONATI?

Le nuove frontiere dell elettroterapia: l Horizontal Therapy

MALATTIE INFIAMMATORIE CRONICHE INTESTINALI (IBD) E GRAVIDANZA

- info@mondialrelax.it - Numero Verde :

PSA SCREENING NEL TUMORE DELLA PROSTATA

AMIANTO: quali effetti sulla salute ieri e oggi

Bambini e nonni insieme per una vita più bella. incontro con la Malattia di Alzheimer

ANALISI DEI RICOVERI OSPEDALIERI PER TUMORE DEL POLMONE ANNO

LA SINDROME DI VON HIPPEL-LINDAU. Conoscere per Curare

Minzione (Svuotamento della vescica)

SCHEDA TECNICA SISTEMA DI STABILIZZAZIONE VERTEBRALE BR1

REGIONE DEL VENETO AZIENDA UNITA LOCALE SOCIO SANITARIA N. 6 VICENZA PROVVEDIMENTO DEL DIRIGENTE RESPONSABILE

Domande relative alla specializzazione in: Medicina nucleare

LO SAPEVI? Le cure al malato inguaribile e il supporto alla sua famiglia sono un diritto e sono gratuite. Federazione Cure Palliative Onlus

MULTIDISCIPLINARIETA E PROCESSO GISMa settembre 2013

Trials clinici. Disegni di studio

In ambito clinico l'anatomia patologica svolge un ruolo fondamentale per la pianificazione di eventuali terapie mediche o chirurgiche fornendo

LA DIAGNOSTICA MOLECOLARE E I TUMORI DEL SANGUE

Le demenze. Manuel Soldato Geriatra RSA S. F. Cabrini - Codogno

Lo sviluppo del cancro è un processo complesso che coinvolge parecchi cambiamenti nella stessa cellula staminale. Poiché tutte le cellule staminali

INFORMAZIONI SUL COPYRIGHT. Gentile cliente, ti prego di consultare le presenti note sul copyright che copre questo prodotto digitale.

LESIONI SCHELETRICHE

Corso nursing Ortopedico. Assistenza infermieristica ai pazienti con artrite reumatoide.

PROGETTO SIMULTANEOUS HOME CARE. Dr Mauro Bandera Oncologo

Il tumore della mammella

7 domande sui tumori. Convivere con la malattia

ALGORITMO RIASSUNTIVO DELLE OPZIONI TERAPEUTICHE CHIRURGICHE : - Nefrectomia semplice - Nephron-sparing in pazienti selezionati

Progetto Memento. Diagnosi precoce della malattia di Alzheimer e mantenimento della autonomia psicofisica

Paratiroidi e regolazione del calcio e fosforo Regolazione calcio fosforo

Esperienza preliminare nel trattamento delle metastasi ossee da carcinoma della prostata resistente alla castrazione con Ra223-dicloruro

L insufficienza venosa cronica degli arti inferiori, la cui espressione più diffusa è

Le lesioni muscolari

Transcript:

TRATTAME TO DEL DOLORE I PAZIE TI AFFETTI DA EOPLASIA PROSTATICA Eur Urol Guidelines Series 2007 EUROPEA ASSOCIATIO OF UROLOGY (EAU) GUIDELI ES 2007 EDITIO PAI MA AGEME T I PROSTATE CA CER PATIE TS 2.3.1. Presentazione clinica Nel tumore della prostata il dolore può insorgere sia nella fase iniziale che avanzata della malattia; nel 77% dei casi è direttamente causato dalla malattia, nel 19 % dei casi è correlato ai trattamenti antitumorali e nel 19% dei casi ad entrambe le situazioni. Il dolore è più frequente nelle fasi avanzate della malattia e pertanto il suo trattamento è per lo più indirizzato verso il paziente sintomatico con metastasi. L incidenza complessiva del dolore cronico nei pazienti affetti da neoplasia prostatica varia dal 30% al 50% ma nei malati in fase terminale aumenta fino al 90%. Il dolore è causato dalla metastatizzazione ossea, dall infiltrazione dei rami nervosi e dall invasione degli organi circostanti. 2.3.2. Dolore da invasione neoplastica locale 2.3.2.1. Invasione dei tessuti molli e degli organi cavi. Il trattamento del dolore dovuto all invasione degli organi cavi è di dominio chirurgico e delle procedure mini-invasive ( cateteri, stent, tubi nefrostomici). Ostruzione vescicale La continua crescita tumorale prostatica può condurre a fenomeni ostruttivi. I sintomi del basso tratto urinario (LUTS) più frequenti sono la stranguria e la ritenzione d urina. In queste situazioni di dolore acuto è necessario un immediato trattamento; i migliori metodi sono un cateterismo vescicale sovrapubico e l inizio del trattamento ormonale nei casi avanzati di malattia. Se nei successivi tre mesi i fenomeni ostruttivi persistono una resezione transuretrale della prostata (TURP) può essere eseguita a scopo palliativo. Ostruzione ureterale L ostruzione ureterale è per lo più causata da fenomeni compressivi od infiltrativi da parte della neoplasia; è tipicamente asimmetrica e meno comunemente prossimale da metastasi retroperitoneali. L ostruzione progressiva bilaterale non trattata evolve in idronefrosi ed insufficienza renale. Nei pazienti in fase terminale la decisione di un drenaggio renale può essere difficile. Costituisce buona pratica drenare bilateralmente le idronefrosi sintomatiche e drenare solo il rene con la migliore funzione nei pazienti asintomatici. Per quanto riguarda il drenaggio il tubo nefrostomico risulta migliore dello stent doppia J in quanto i successivi cambi possono risultare nei mesi successivi difficoltosi a causa della crescita neoplastica; il tubo nefrostomico inoltre può essere posizionato senza alcuna anestesia. Edema linfatico Spesso nei casi di metastatizzazione linfonodale pelvica è presente edema linfatico degli arti inferiori: il trattamento prevede tecniche fisiatriche che includono l uso di bendaggi e sistemi pneumatici che possono ridurre il dolore.

Occlusione intestinale L invasione locale del retto è comune nelle fasi avanzate della malattia e può comportare dolore ed occlusione intestinale; la rara infiltrazione peritoneale può comportare ileo paralitico. L ostruzione meccanica deve essere risolta chirurgicamente. L ileo paralitico dovuto ad invasione dei plessi nervosi o secondario alla terapia analgesica con oppioidi può richiedere lassativi per aumentare la motilità intestinale e ridurre il dolore. 2.3.3. Dolore dovuto a metastasi 2.3.3.1 Metastasi ossee Considerazioni generali: Le metastasi ossee sono la causa più comune di dolore cronico nei pazienti con neoplasia prostatica. Le metastasi ossee diffuse che provocano dolore multifocale sono frequenti. Più del 25% dei pazienti con metastasi ossee non avvertono dolore. Pazienti con metastasi ossee diffuse spesso riferiscono dolore solo in alcuni siti Non si conoscono i motivi che convertono le lesioni senza dolore in dolorose. Le metastasi ossee potrebbero causare dolore da attivazione dei nocicettori periostali od endostali. Le metastasi ossee possono provocare dolore per invasione dei tessuti molli e delle fibre nervose adiacenti o con altri complessi meccanismi. La scelta del trattamento dipenderà dalla sede, dall istotipo e dalle condizioni fisiche ed emozionali del paziente. Sebbene dirette verso le cellule neoplastiche le terapie comportano comunque danni anche ai tessuti sani con conseguenti effetti collaterali: in ciascun caso devono essere considerati i benefici e gli effetti collaterali impiegando per primi i trattamenti associati a minor tossicità.. Le opzioni terapeutiche sono la terapia ormonale, la radioterapia, gli isotopi, e la terapia analgesica farmacologica; altri metodi nel trattamento del dolore quali i blocchi nervosi sono raramente impiegati. Terapia ormonale Le terapie ormonali additive o soppressive impiegate comprendono gli estrogeni, gli antiandrogeni (ciproterone acetato, flutamide), l estramustina, i progestinici, l aminoglutetimide, gli agonisti LH- RH, l orchiectomia, l ipofisectomia e l asportazione surrenalica: Gli steroidi sono usati nella terapia antalgica specialmente nelle metastasi ossee. Effetti collaterali La terapia ormonale è molto più tollerata della chemioterapia anche se può causare una momentanea esacerbazione del dolore indice però di una buona risposta terapeutica. Gli effetti collaterali degli agonisti LH-RH e dell orchiectomia comprendono perdita di capelli, atrofia testicolare, ginecomastia, impotenza, perdita della libido, morbilità psichiatrica; quelli legati agli antiandrogeni comprendono ginecomastia, alterazioni epatiche e disturbi della sfera sessuale. Il ciproterone acetato presenta rispetto agli estrogeni minori effetti collaterali ed un minor rischio di eventi cardiovascolari. Gli estrogeni oltre a comportare perdita di capelli, atrofia testicolare, ginecomastia, riduzione della libido ed impotenza, provocano un aumento della mortalità cardiovascolare se assunti a lungo termine. L ipofisectomia e l asportazione surrenalica comportano importanti procedure chirurgiche e terapia sostitutiva. Risultati

Da una serie di protocolli la stima del miglioramento della sintomatologia dolorosa varia dal 35% al 70%; la differenza delle percentuali può derivare dalla differente selezione dei pazienti e dalla diversa valutazione del dolore. Gli schemi terapeutici che includono la somministrazione di steroidi sembrano avere un miglior effetto analgesico. Problemi Il dolore associato con una neoplasia ormonoresistente in progressione necessita di trattamenti diversi da quelli ormonali. Radioterapia La radioterapia esterna nel trattamento del dolore da metastasi ossee risulta efficace nella maggior parte dei pazienti. La percentuale dei pazienti che riceve un sollievo completo dal dolore risulta dell 80%. Il ruolo della radioterapia nella terapia antalgica nelle metastasi ossee è fuori discussione. Le tecniche radioterapiche variano da una singola dose massiccia a 20 trattamenti suddivisi in più di quattro settimane. Gli effetti biologici del trattamento radioterapico dipendono dalle dose totale ricevuta, dal numero dei trattamenti e dal tempo totale di irradiazione. Il trattamento standard palliativo è di 20 Gy somministrato in più di cinque giorni per piccoli volumi neoplastici mentre per situazioni più estese sono stati usati fino a 30 Gy frazionati in 10 trattamenti in più di 12 giorni. Irradiazione di metà corpo Metodica impiegata in caso di malattia metastatica diffusa con aree dolorose ossee e viscerali multiple. Molti Autori riferiscono un immediato sollievo dal dolore in più dell 80% dei pazienti. La mortalità e la morbilità sono correlate alle dosi ricevute; malattia acuta da radiazioni, polmoniti attiniche, distruzione del midollo osseo sono situazioni frequenti. Se si usano dosaggi maggiori di 10 Gy per l emisoma superiore si è verificata a 100 giorni di distanza una mortalità del 70% per polmonite attinica.; la riduzione del dosaggio a 6 Gy riduce nettamente questa percentuale mantenendo nell 82% dei casi effetto analgesico. Chirurgia ortopedica. Se più del 50% dello spessore della corticale di un osso lungo è eroso da metastasi, la fissazione chirurgica piuttosto che la sola radioterapia deve essere considerata per evitare fratture patologiche. Radioisotopi La metastatizzazione multipla ossea è stata trattata con successo con uso di stronzio 89, renio 186 e samario 153. Il sollievo dal dolore valutato a tre mesi è risultato simile a quello ottenuto con l irradiazione di metà corpo con gli stessi effetti negativi sul midollo osseo. Lo stronzio radioattivo ha il vantaggio di poter essere somministrato agevolmente, di non possedere tossicità gastrointestinale ma è molto costoso. Bifosfonati I bifosfonati costituiscono parte dl trattamento standard dei pazienti con metastasi ossee. L acido zoledronico è efficace nel trattamento delle metastasi ossee e la sua efficacia e sicurezza è stata dimostrata in tre importanti studi coinvolgenti più di 3000 pazienti. Le complicanze delle metastasi ossee comprendono oltre al dolore fratture patologiche e compressioni spinali. Sebbene radiograficamente molte metastasi ossee appaiono osteocondensanti, sono caratterizzate da un aumento dell attività osteoclastica che comporta un aumento di complicanze. L acido zoledronico, un potente inibitore dell attività e della differenziazione degli osteoclasti, riduce il rischio di complicanze scheletriche in pazienti con carcinoma prostatico ormonoresistente e con metastasi ossee. Gli altri bifosfonati sembrano possedere minore attività.

La somministrazione di acido zoledronico in pazienti in terapia ormonale ormonosoppressiva e con metastasi ossee è in grado di prevenire fenomeni osteoporotici come dimostrato dalla densità minerale ossea e dai markers biochimici di turnover osseo. L acido zoledronico alla dose di 4 mg, somministrato per via venosa in più di 15 minuti per volta, ogni tre o quattro settimane, riduce la frequenza di eventi scheletrici, ritarda la loro comparsa e riduce significativamente il dolore. Il punteggio della scala Analogica Visuale risulta migliorato e correlato con la riduzione dei livelli ematici del telopeptide C e della fosfatasi alcalina. Sono necessari ulteriori studi per stabilire schemi standard di trattamento compresa la durata in pazienti con metastasi ossee e per definire il ruolo preventivo nella metastatizzazione ossea. Chemioterapia In circa l 80% degli pazienti con tumore prostatico metastatico la terapia ormonale ormonosoppressiva comporta miglioramenti sintomatologici e riduzione del PSA ma la malattia può divenire ormonorefrattaria. La chemioterapia dovrebbe essere riservata a questo gruppo di pazienti. Gli schemi terapeutici nella malattia avanzata se composti da un solo agente chemioterapica hanno fornito scarsi risultati e recenti studi dimostrano che una polichemioterapia risulta più efficace. Un trial randomizzato ha dimostrato che il trattamento con mitoxantrone associato a basse dosi di cortisone risulta più efficace nel sollievo dal dolore e nel miglioramento della qualità della vita rispetto al solo cortisone senza però influire sulla sopravvivenza. Riduzione del PSA e della sintomatologia dolorosa sono state riportate con altri schemi di polichemioterapia ma associate anche con vari effetti collaterali senza modificare la sopravvivenza. Nel 2004 due studi randomizzati hanno comparato gli effetti del doxacetel e del mitoxantrone dimostrando che il trattamento con doxacetel è risultato molto più efficace del mitoxantrone nel controllo della sintomatologia dolorosa e nel miglioramento della sopravvivenza. Il trattamento con doxacetel costituisce attualmente il trattamento standard nella malattia avanzata ormonorefrattaria. Le lesioni dei tessuti molli risultano più sensibili a questo trattamento rispetto alle localizzazioni ossee. Il sollievo dal dolore apportato dalla chemioterapia è molto più oneroso dal punto di vista economico rispetto alla somministrazione di oppioidi. Farmacoterapia analgesica sistemica In caso di mancato controllo del dolore con i trattamenti descritti deve essere somministrata terapia analgesica secondo lo schema WHO. 2.3.3.2 Compressione del midollo spinale Può essere causata da crolli vertebrali o da invasione di lesioni extradurali attraverso il canale spinale. L incidenza complessiva è inferiore al 10% e la sede più frequente è a livello toracico (70%) e nel 18% dei casi è in più distretti spinali. Trattamenti elettivi sono l intervento di decompressione anteriore con stabilizzazione vertebrale e la radioterapia. Dal punto di vista sintomatologico oltre al dolore possono essere presenti disturbi sensitivi e motori. L uso di steroidi, per lo più desametazone alla dose di 16 mg/die, per ridurre l edema midollare è temporaneo. 2.3.3.3. Invasione epatica Le localizzazioni epatiche sono causa di severo dolore all ipocondrio spesso irradiato posteriormente dovuto a distensione della capsula epatica, irritazione diaframmatica o ad emorragie intratumorali. Il dolore in sede epatica può essere controllato dalla terapia analgesica convenzionale, dagli steroidi e dalla radioterapia, dalla chemioterapia e dall embolizzazione selettiva nei casi resistenti. Il dolore addominale diminuisce con l irradiazione nella metà di pazienti.. 2.3.4. Dolore dovuto a trattamenti antitumorali

2.3.4.1. Dolore acuto associato a terapia ormonale Riacutizzazione da LHRH L inizio della terapia con LHRH produce riacutizzazione transitoria del dolore nel 5%- 25% dei pazienti presumibilmente per un iniziale stimolazione del rilascio dello LH prima che venga raggiunta la soppressione del suo rilascio. Tele situazione si presenta tipicamente con un esacerbazione del dolore osseo o con ritenzione urinaria; sono stati riportati anche casi di compressione spinale e morte improvvisa. Il peggioramento dei sintomi si verifica per lo più tra la prima e la terza settimana di terapia in assenza di associazione con antagonisti degli androgeni che previene tale situazione. 2.3.4.2 Dolore cronico associato a terapia ormonale Ginecomastia Ginecomastia e fastidi mammari sono comuni complicanze della terapia antiandrogena e la loro incidenza varia tra i vari farmaci; sono più frequenti con il dietilstilbestrolo, meno comuni con flutamide e ciproterone, rari con LHRH. La ginecomastia deve essere distinta da quadri neoplastici mammari primitivi o secondari. 2.3.5 Conclusioni Radioterapia, chemioterapia ed ormonoterapia costituiscono validi presidi per il trattamento del dolore; i loro effetti collaterali possono essere notevoli ed in tutti i casi gli svantaggi devono essere bilanciati da idoneo effetto antalgico. In molti casi il miglior approccio al dolore deve essere multidisciplinare. Sono necessari ulteriori studi per individuare i migliori schemi terapeutici per il sollievo dal dolore. Rilevanza per la Medicina Generale L alta incidenza e prevalenza delle neoplasie prostatiche rendono il MMG direttamente coinvolto in tutte le fasi della malattia, dalla diagnosi alla terapia sino alla gestione del dolore. Anche se molte informazioni contenute nell articolo possono apparire prettamente specialistiche, saperne di più sulla patologia, sulle opzioni terapeutiche e sugli effetti collaterali aiuta il medico di medicina generale a rispondere con chiarezza ai bisogni del paziente, a indirizzarlo, a renderlo partecipe delle decisioni da prendere, e a facilitare la necessaria integrazione con le varie figure specialistiche. Il dolore anche qui è protagonista, specie nelle fasi avanzate. Conoscere le diverse opzioni terapeutiche e saper utilizzare i farmaci analgesici costituisce un dovere per il MMG. Commento Queste linee guida sono state ideate e realizzate per un utilizzo esclusivo da parte degli specialisti. La figura del Medico di Medicina Generale non è presa in alcuna considerazione. La terapia farmacologica analgesica con oppioidi viene solo marginalmente indicata è questo è un ulteriore motivo del suo uso purtroppo poco diffuso.