Il capitale umano per il XXI secolo



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Transcript:

Il capitale umano per il XXI secolo Ignazio Visco Vice Direttore Generale Banca d Italia Bari, 8 aprile 2011

Le forze della demografia In Italia forte invecchiamento della popolazione, riflesso di calo delle nascite e allungamento della vita media, con prevedibile calo dell offerta di lavoro e del reddito pro capite (compensabile lavorando più a lungo e in più persone, e con aumento produttività) Nel 2050 oltre 10,5 mln di stranieri residenti, 17% della popolazione (37% persone 15-54 anni nato all estero o da genitori immigrati) Una forza lavoro sempre più anziana ed eterogenea nella sua provenienza geografica richiede investimenti nella formazione permanente e politiche di integrazione per gli immigrati, soprattutto nelle scuole, per facilitare l inserimento delle seconde generazioni

Le forze dell economia Con la globalizzazione: tra 1993 e 2009 la quota di Brasile, Cina, India e Russia è salita da meno di un sesto a quasi un quarto del prodotto mondiale aumento del benessere in molti paesi emergenti, con esclusioni pressione competitiva difficile da sostenere anche in Italia, con ricadute su prospettive di reddito e di impiego soprattutto dei lavoratori meno qualificati Con le nuove TIC (intersecano e alimentano integrazione dei mercati): ritardo dell Italia rispetto ai principali partner negli investimenti (oltre che nella ricerca) arretratezza del nostro capitale umano e delle caratteristiche strutturali del nostro sistema industriale (tra cui dimensioni imprese)

Come cambierà la domanda di lavoro Non solo Are your wages set in Beijing? (Freeman, 1995) Anche le nuove tecnologie hanno e avranno effetti importanti su struttura domanda di lavoro (es. cloud computing, unbundling); polarizzazione delle professioni: high e lowskilled, lovely e lousy jobs Necessari nuove professionalità e aggiornamento rapido delle competenze di operatori e utilizzatori; andare oltre l applicazione di conoscenze standardizzate Capitale umano non tenderà più a coincidere solo con il bagaglio conoscitivo delle persone, e la produttività dei lavoratori non sarà più solo legata alle conoscenze acquisite una volta per tutte sui banchi di scuola e applicate in modo standard nel corso della vita lavorativa

La crescita del capitale umano Importanza crescente della «competenza»: capacità di mobilitare, in maniera integrata, risorse interne (saperi, saper fare, atteggiamenti) ed esterne, per far fronte in modo efficace a situazioni spesso inedite e non di routine Italia arretrata in termini di stock di capitale umano e, almeno per i laureati, continua ad arretrare nei confronti dei paesi avanzati Secondo l indagine Adult Literacy and Lifeskills (All) dell OCSE del 2003 la popolazione adulta italiana non possiede una «competenza alfabetica funzionale» adeguata alle esigenze di un paese avanzato Secondo le indagini Pisa condotte tra 2000 e 2006 l Italia ha un forte ritardo nelle competenze degli studenti 15enni (per il 92% nella scuola media superiore) in ciascuno degli ambiti indagati, pari (rispetto alla media) a poco meno di quello che si impara in un anno di scuola

Il Sud è in ritardo ma ci sono segni di miglioramento Con riferimento alle conoscenze, nel confronto tra il 2006 e il 2009 per l indagine PISA sui 15enni, vi è un miglioramento complessivo che ha permesso di recuperare in parte il deterioramento cumulatosi tra 2000 e 2006; il recupero è inoltre soprattutto nel Sud, che comunque rimane l area caratterizzata da un più pesante ritardo (Cipollone, Montanaro e Sestito, 2011) In particolare la Puglia nel 2009, unica tra le regioni meridionali, ha superato il punteggio medio nazionale in tutte le discipline, facendo registrare un miglioramento notevole - rispetto alla precedente edizione - per la matematica (fonte MIUR, Ufficio scolastico regionale della Puglia)

Competenze: quali, come e quando? Investire in conoscenza, ma di quali competenze avremo bisogno? Conoscenze tradizionali da integrare con le competenze del XXI secolo: esercizio del pensiero critico e attitudine al problem solving, creatività e disponibilità positiva nei confronti dell innovazione, capacità di comunicare in modo efficace, apertura alla collaborazione e al lavoro di gruppo Basse literacy e numeracy, e cultura finanziaria (anche per il buon funzionamento di mercati finanziari concorrenziali). Promozione educazione finanziaria, anche BI Quale tecnologia per HK? Metodi di insegnamento, organizzazione scolastica, struttura della classe, scansione orari, ruolo degli insegnanti, edifici e ambienti scolastici Oltre la scuola (apprendistato e life-long learning)

Investire in capitale umano è una buona idea? Un diplomato 25-34 anni guadagna in Italia il 10% in più di un coetaneo senza diploma (2008, contro 14%, 39% e 45% in Germania, UK e US rispettivamente; EAG, OCSE); un diplomato 55-64 anni il 64% in più di un lavoratore senza diploma In Italia un laureato 25-34 anni ha un reddito da lavoro del 24% superiore a quello di un diplomato, un valore basso nel confronto internazionale («premio» di laurea in Francia è del 36%, in Germania del 46%, del 49% e 65% per UK e US; EAG, OCSE) Per un giovane laureato i salari di ingresso sono oggi pari in termini reali a quelli di trent anni fa (Rosolia e Torrini, 2007); inoltre, questo non sembra comportare maggiore stabilità lavorativa

Investire in capitale umano è una buona idea? Il paradosso dell Italia Bassi rendimenti dell istruzione associati con una bassa dotazione di istruzione, contrariamente a quanto suggerirebbe la teoria economica per cui ceteris paribus la scarsità relativa di un fattore dovrebbe accompagnarsi con maggiori rendimenti. Eccezione tra i paesi OCSE (quota laureati e rendimenti) Possibili spiegazioni: - Rigidità e struttura produttiva - Qualità del capitale umano e asimmetrie informative (meccanismi alternativi screening da parte delle imprese) - Maggiore flessibilità del mercato del lavoro non accompagnata da adeguata liberalizzazione del mercato dei prodotti

Sciogliere i nodi Italia colta dalla crisi in un momento di trasformazione del suo sistema produttivo, con forti eterogeneità nella performance anche withinsector. Alcune imprese hanno accresciuto valore aggiunto, produttività e redditività, altre non hanno compiuto il necessario aggiustamento strutturale Molti nodi strutturali rimangono insoluti (es. modesto sviluppo del terziario dovuto a deficit di concorrenza, ridotta dimensione aziendale) Le riforme del mercato del lavoro hanno favorito l occupazione, ma il ricorso a contratti a termine ha alla lunga effetti negativi sulla produttività In assenza di progressi su concorrenza e riduzione di protezioni e rendite, l abbassamento dei salari d ingresso ha consentito di allungare i tempi della risposta del settore produttivo alla sfida tecnologica e della globalizzazione Servono iniziative per accrescere gli incentivi pubblici e privati a investire nel capitale umano dal quale dipende in ultima istanza la possibilità di un ritorno alla crescita

Quota dei laureati (punti percentuali) Quota di laureati e rendimenti dell istruzione 60 50 Canada 40 30 Danimarca Norvegia Belgio Spagna Svezia Nuova Zelanda Australia Finlandia Corea Olanda Lux Francia Irlanda Svizzera Regno Unito Stati Uniti 20 ITALIA Germania Austria Polonia Portogallo Rep. Ceca Ungheria 10 Turchia 0 100 120 140 160 180 200 220 240 Retribuzioni dei laureati rispetto ai diplomati (punti percentuali) Fonte: elaborazioni su dati OCSE