DISPENSA PER IL CORSO DI ISTRUTTORE DI MINIVOLLEY M. MOGLIO



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DISPENSA PER IL CORSO DI ISTRUTTORE DI MINIVOLLEY M. MOGLIO Il minivolley interessa la fascia di età compresa tra i 6/7 anni e i 10/11 anni. In questo arco di tempo il bambino subisce delle importanti modificazioni sia dal punto di vista fisico sia da quello cognitivo. In particolare, riguardo allo sviluppo corporeo tra i 6 e i 10 anni, la velocità di crescita pur diminuendo un po resta costante e, alla fine del periodo, cioè verso gli 11 anni tende a riprendere per raggiungere il suo picco verso i 15 anni per le femmine e i 17 per i maschi. Verso i 7 anni il bambino non sta mai fermo, i suoi movimenti sono disordinati e ha una scarsa conoscenza di ciò che il suo corpo è in grado di fare. La muscolatura è poco tonica e c è una grande lassità legamentosa. In sostanza i suoi gesti sono poco coordinati e privi di ritmo. Il bambino si stanca velocemente anche se è dotato di una grande capacità aerobica. Tra gli 8 e gli 11 anni si verifica un rallentamento della crescita della statura ed un aumento ponderale. Il tono muscolare aumenta, migliora la coordinazione per cui i gesti diventano più precisi. Questo periodo viene definito come l età d oro della motricità. Tra i 9 e i 10 anni il bambino diventa padrone del proprio corpo e delle sue facoltà intellettive. I muscoli sono ancora sottili e, in generale, la muscolatura flessoria è più sviluppata di quella estensoria ed è per questo che i bambini tendono ad assumere posizioni ed atteggiamenti posturali scorretti. In questa fascia di età avvengono alcune modificazioni molto importanti. Il bambino termina la costruzione e la rappresentazione mentale del proprio corpo ed inizia ad avere coscienza di sé (test dell omino). Questo gli dà la possibilità di differenziarsi dal mondo esterno. Questa immagine prevalentemente statica si modifica nel periodo delle operazioni concrete cioè quando il bambino immagina un azione prima di farla. Le immagini diventano reversibili e la capacità di compiere operazioni (operazione: azione interiorizzata o azione pansata e reversibile = che trasforma uno stato A in uno stato B) provoca la presenza del pensiero logico. Quindi il bambino è in grado di valutare e considerare le differenti situazioni e non improvvisa più, capisce le relazioni euclidee, diventa capace di rappresentare gli oggetti da un suo punto di vista, sviluppa le nozioni temporali, le paure ed educa la strutturazione spazio-tempo. Dopo questa breve premessa è necessario affrontare gli aspetti legati all attività motoria del minivolley. In senso più generale l allenamento non è solo il miglioramento delle capacità condizionali quali forza, resistenza e rapidità, bensì un processo educativo molto complesso che interessa il bambino sia dal punto di vista psichico che fisico. Infatti la capacità di movimento che possiede è il frutto di una attività nervosa a livello centrale che comprende elementi percettivi, di elaborazione mentale e di esecuzione motoria. Questo sviluppo causa al bambino la formazione di uno schema corporeo, cioè la conoscenza d insieme che si ha del proprio corpo sia in posizione statica che in movimento in rapporto alle diverse parti fra di loro e in rapporto allo spazio e agli oggetti che lo circondano.

La strutturazione dello schema corporeo avviene attraverso movimenti del corpo o parte di esso. Ogni movimento finalizzato è un atto di natura tattica poiché costituisce una risposta ad una situazione, nella vita e nello sport. Queste abilità, dette anche capacità motorie, nascono dall interazione di due sistemi diversi: Le capacità condizionali Le capacità coordinative Le capacità condizionali sono costituite dai fattori posturali legati alle caratteristiche metaboliche, energetiche plastiche dei muscoli. In particolare si distinguono: la capacità di FORZA, di RESISTENZA, di VELOCITA. La fisiologia ci dice che non c è sviluppo né miglioramento di funzione in un organo non usato per cui è importante che, per uno sviluppo corretto di tutte le parti dell organismo del bambino, la pratica dell attività fisico sportiva sia frequente. E inoltre opportuno non esagerare nell attività fisica rischiando di cadere nell atletismo precoce. LA VELOCITA O RAPIDITA E rappresentata sia dalla capacità di reagire agli stimoli in breve tempo che dalla capacità di esprimere elevati livelli di tensione nel muscolo in tempi molto brevi. Questo fattore di prestazione dipende sia dalle caratteristiche neurofisiologiche del soggetto che dal sistema muscolare (in particolare la presenza di fibre veloci). Analizzando la velocità di movimento uno dei componenti la qualità motoria velocità, si nota come essa evolva fino ai 12 anni circa di età in cui raggiunge il massimo valore. Le qualità di velocità sono legate alle doti nervose del soggetto e come tale quindi risulta scarsamente allenabile e migliorabile ed in ogni caso non certo dopo la pubertà. Perciò è necessario che i giovani fino all età puberale vengano allenati in particolare in attività che stimolino lo sviluppo delle qualità nervose e cioè giochi di destrezza, agilità e velocità che favoriscano l attivazione dei meccanismi del sistema nervoso centrale. MECCANISMO ENERGETICO ANAEROBICO ALATTACEO Questo meccanismo si basa sull utilizzo delle riserve energetiche presenti nel muscolo stesso quali fosfocreatina e ATP. I test medici hanno riscontrato che la qualità di queste sostanze è pressoché identica a quella degli adulti. Se si considera che i parametri di capacità e potenza dell uomo appare alto subiscono un incremento nei maschi dai 6 ai 18 anni si può affermare che anche da un punto di vista energetico i bambini possono essere allenati in spazi di breve durata e d alta intensità essendo per altro questo il loro naturale modo di piacere.

MECCANISMO ANAEROBICO LATTACEO Tale meccanismo permette di avere a disposizione l energia necessaria per svolgere un lavoro intenso e piuttosto prolungato nel tempo. Le ricerche hanno dimostrato che i giovani presentano, in questo caso, delle nette differenze rispetto agli adulti. Infatti i piccoli non sono in grado di svolgere del lavoro in presenza di una elevata concentrazione di acido lattico nel sangue, per cui i bambini non devono venire sottoposti a carichi intensi di lavoro e prolungati nel tempo vista la bassa efficienza a questo lavoro. LA RESISTENZA La capacità di resistenza è la capacità che permette all organismo di resistere alla pratica di un determinato lavoro fisico senza che si determini un calo dell efficacia sia fisica che psichica. Durante l allenamento vengono coinvolti gli apparati cardiocircolatorio e respiratorio, i processi del metabolismo cellulare (quindi importanti sono i tempi di recupero), i carichi di lavoro e l educazione respiratoria. Il lavoro dovrà essere mirato alla costruzione di una solida resistenza di base (generale, aerobica) e su questa verrà costruita la resistenza specifica. MECCANISMO AEROBICO Il parametro con cui viene valutata la potenza aerobica del soggetto e il VO 2 max, cioè la massima quantità di O 2 che un soggetto può consumare nell unità di tempo per produrre energia. Il cuore del bambino si adatta all attività fisica con un incremento della gittata sistolica e una diminuzione, a parità di carico, della Fc. A questi fenomeni fa riscontro un aumento del volume cardiaco che interviene dopo non lunghi periodi di allenamento. Il bambino si presenta potenzialmente in grado di sopportare carichi di lavoro pari a quelli degli adulti. La notevole difficoltà che essi presentano ad eseguire lavori submassimali per lungo tempo è data soprattutto dalla incapacità psicologica di concentrarsi a lungo nell impegno richiesto. LA FORZA Si può definire come la capacità di opporsi e/o superare una resistenza esterna. E costituita dalle caratteristiche biochimiche, biologiche, neurofisiologiche e strutturali dei muscoli che sono in parte definite geneticamente e in parte modificate dall allenamento. La forza è un fattore specifico di prestazione perché ogni tipo di disciplina sportiva richiede una particolare forma di espressione muscolare. Fino ai 12 anni gli incrementi di forza nei bambini e nelle bambine procedono in modo molto simile.

Le capacità coordinative sono capacità determinate dal controllo del cervello grazie alla percezione dei dati sensoriali interni ed esterni; l elaborazione di queste informazioni è una risposta motoria fornita in base al patrimonio prassico del bambino. Lo sviluppo di queste capacità è fortemente condizionato dalla maturazione del sistema nervoso centrale che comincia ad avvenire in questa fascia di età. Piaget definisce questo periodo stadio delle operazioni concrete dove il bambino partendo dal proprio schema di azione (aspetto dinamico dello schema corporeo) diventa cosciente della propria motricità e capace di una coscienza della sua immagine durante l azione per cui potrà affrontare l apprendimento delle tecniche specifiche. E comunque fondamentale realizzare un insieme di sollecitazioni molto differenziate per rendere lo sviluppo il più completo possibile. Dividiamo lo sviluppo delle capacità coordinative in due livelli: minivolley di prima fascia e minivolley di seconda fascia, che corrispondono grossomodo ai due cicli della scuola elementare. Gli esercizi di coordinazione globale consistono nel porre il bambino in una situazione di ricerca davanti ad un lavoro globale nel quale troverà un modo di risposta con aggiustamenti progressivi che porteranno alla scoperta di una nuova prassia, definita come un sistema di movimenti coordinati in funzione di un fine da raggiungere. Grazie all esperienza vissuta dal corpo il bambino costruisce il primo abbozzo dello schema corporeo che gli consente di relazionarsi con il suo ambiente. L insegnante cercherà, innanzitutto, una volta strutturato lo schema corporeo, la plasticità di aggiustamento: cioè a partire dalla conoscenza di un movimento di base e facendo nuove esperienze motorie, il soggetto comprende la nuova situazione ed impara ad usare le informazioni che ne risultano attraverso la propria pratica ed esplorazione. Tra i 6 e gli 8 anni il bambino passa dallo schema corporeo interiorizzato dove le scoperte non vengono per insight (scoperta brusca) ma per prove ed errori e quindi può essere sollecitato in modo privilegiato negli esercizi di coordinazione globale. Dopo gli 8 anni si passa allo stadio delle operazioni concrete quando cioè il bambino è capace di avere un immagine del corpo che si proietta nel tempo cioè una immagine anticipatrice. In questa fase la programmazione dell attività prussica del bambino gli consentirà di fargli prendere in carico i dettagli dello svolgimento sempre più preciso e il procedere per tentativi lascerà il posto ad una acquisizione più pensata. Per proporre situazioni al bambino bisogna tenere conto: 1. delle esperienze precedenti 2. la situazione deve comportare difficoltà reali che il bambino deve essere in grado di superare da solo o con l aiuto dell insegnante. Infatti se gli esercizi proposti sono troppo difficili rispetto alle abilità motorie del bambino il disinteresse sopraggiungerà troppo rapidamente. Bisogna quindi saper accettare l errore del bambino che corrisponde ad una inadeguatezza tra la risposta e il modello concepito dal maestro. Gli esercizi di coordinazione che richiedono una collaborazione e un aggiustamento tra le varie parti del corpo e che fanno sovente intervenire gli arti inferiori e la locomozione sono chiamati esercizi di coordinazione dinamica generale.

Gli esercizi di coordinazione oculo-manuale che prolungano la precisione rappresentano gli esercizi fondamentali nello sviluppo del corpo umano. ESERCIZI DI COORDINAZIONE TRA I 6 E GLI 8 ANNI E molto importante sviluppare la coordinazione oculo-manuale da cui dipende l abilità della mano sollecitata nell apprendimento della scrittura e determinante nel consolidamento della dominanza laterale. La coordinazione dinamica generale a questa età resta ad un livello di realizzazione molto globale. COORDINAZIONE OCULO-MANUALE Il lanciare ha un interesse educativo considerevole in particolare è importante il ruolo che può avere questa attività nel collegamento tra il campo visivo e la motricità della mano e delle dita: la coordinazione oculo-manuale. Il programma in questa fascia di età comprende: Esercizi globali di lanciare e ricevere palle Esercizi di destrezza, esercizi di aggiustamento nello spazio con valutazione delle traiettorie e delle velocità. Nel lancio e nella ricezione della palla si potrà sperimentare che: 1. l abilità delle due mani non è uguale ed è importante rinforzare nel bambino la lateralità che è l origine dell orientamento nello spazio 2. l abilità manuale dipende in parte dall appoggio offerto dall asse corporeo e dalla cintura scapolare dell arto superiore. Per cui è importante rinforzare anche il cingolo scapolo-omerale. 3. il lanciare e ricevere sono fondamentali per sperimentare ed acquisire l indipendenza braccio-busto, fattore della precisione nella coordinazione oculo-manuale. Concludendo, il lanciare-ricevere è un mezzo eccellente per permettere al bambino di esercitare il senso dello spazio, la sua destrezza, il suo corpo proprio in funzione di un fine concreto da raggiungere.

LANCIARE-RICEVERE LA COORDINAZIONE DAI 6 ANNI AGLI 8 ANNI I bambini hanno a sul posto - lanciare la palla o la pallina ricevere disposizione una pallina -a 1 mano -a 1 mano e un pallone per coppia -a 2 mani -a 2 mani -con traiettoria curva-tesa -con rimbalzo -al di sopra o al di sotto delle spalle A coppie, uno di fianco con spostamento -gli allievi si lanciano la palla lentamente all altro camminando o oppure correndo correndo nel campo passare la palla -sperimentano il lancio e la ricezione effettuando gli stessi senza e con torsione del busto, lanci sperimentati da scoprendo l indipendenza busto-arti fermi superiori LANCI DI PRECISIONE Esercizi di aggiustamento della FORZA nel lancio a distanza. Lanci in cerchi posti a distanza -lanciare dentro al cerchio, davanti al cerchio, variabile a destra del cerchio e a sinistra del cerchio. -lanciare al compagno, sulla testa, a destra, a sinistra, avanti e dietro, sopra le spalle, sotto le spalle Gli esercizi precedenti sono difficili da realizzare soprattutto per il bambino di 6/8 anni per carenza relativa all abilità manuale che migliorerà con il tempo.

GIOCHI DI DESTREZZA CON UNA PICCOLA PALLA ESERCIZI DI MANIPOLAZIONE DELLA PALLINA -Lanciare e ricevere con la mano dominante -Lanciare con una mano, riprenderla con l altra, passare la palla nella mano di lancio, ripetere il circuito e cambiare senso al circuito -Passare da un senso all altro senza interruzione -Lanciare e riprendere la palla con la mano prona GIOCHI DI DESTREZZA CON UN PALLONE -Gli stessi esercizi precedenti tranne l ultimo -Esercizi di ball handling in cui il pallone viene fatto girare intorno al corpo (alla testa, alle spalle, al bacino, alle gambe e alle gambe divaricate) -Lancio dal basso e presa in alto e viceversa -Lancio, rimbalzo e presa -Scaraventare la palla al suolo e presa della palla in alto, in basso -Lancio e colpire la palla con la testa, con un braccio, con una mano, con ginocchio GIOCHI DI DESTREZZA CON ATTREZZI VARI -Clavette, bacchette, cerchi, appoggi baumann.

COORDINAZIONE DINAMICA GENERALE 6/8 ANNI Questi esercizi hanno diversi obiettivi: sollecitare i meccanismi regolatori dell equilibrio e dell atteggiamento rinforzare l agilità, la forza muscolare e la resistenza A. Corse Gioco dal basso: si effettua l uno contro l altro, una palla è posta dentro ad un cerchio; una linea separa il terreno in due parti. I bambini stanno da una parte e dall altra del cerchio. Quando un bambino prende la palla nel cerchio cerca di riportarla nel proprio campo. Lo sparviero: gioco di corsa con cambiamento di direzione estremamente animato. Staffetta a squadre: la forma più semplice è la staffetta a spola essendo gli staffettisti di fronte Cacciatore e lepre a squadre B. I lanci Tutti i lanci sono effettuati in modo globale Lanci a distanza: -lancio senza rincorsa -lancio con rincorsa -lancio di precisione (su un bersaglio verticale o su un bersaglio orizzontale) Giochi di lancio funzionali: -schivare il pallone: divisi in due squadre uguali una è posta dentro un cerchio o un quadrato, l altra squadra è intorno al perimetro. La squadra esterna lanciando la palla cerca di toccare uno all interno, il colpito viene eliminato. -conquista del terreno: è un applicazione dei lanci a distanza per il lanciatore, di destrezza per colui che riceve. Campo: un campo da pallavolo diviso in due nel senso della lunghezza Squadre: quattro squadre da tre giocatori Fine del gioco: fare indietreggiare la squadra avversaria fino alla fine del campo. La palla è lanciata senza rincorsa in modo libero. Se la palla è bloccata al volo si possono fare tre passi per lanciarla. Se la palla esce è rimessa in gioco dalla squadra avversaria dove è uscita.

Se la palla non è stata bloccata viene lanciata da dove è stata raccolta senza rincorsa. -palla ai cacciatori: gioco di passaggi di destrezza, di corsa, di lancio con corsa e precisione con una pallina o palla da minivolley nel campo da pallavolo. Un cacciatore è in possesso della palla e si trova al centro del campo. Gli altri sono in cerchio intorno a lui a 5/6 passi. Al via il cacciatore si lancia la palla sulla testa, la riprende e cerca di colpire le lepri. Chi viene preso diventa anche un cacciatore. Non vale spostarsi con la palla in mano né uscire dal rettangolo di gioco. Il gioco finisce quando rimangono sul terreno 1 o 2 lepri. C. Salti e superamento ostacoli Superamento dell elastico (salto in alto): il salto implica il controllo globale degli spostamenti nel tempo e nello spazio. Perfeziona la valutazione delle distanze, delle traiettorie, delle altezze. Modalità esecutive: -il bambino è posto a distanze diverse, con angolazioni diverse, dopo qualche seduta di allenamento si impone un punto di stacco e/o un punto di arrivo. Salto della corda: eccellente esercizio di coordinazione tra braccia e gambe. Salto in lungo con arrivo sul tappetino da cadute: con piede destro, sinistro e a piedi uniti. Salto della trave o di una panca: con l appoggio delle mani e di un piede o delle sole mani. Superamento di ostacoli in corsa (molto piccoli all inizio, ad esempio bacchette, elastici bassi; potranno essere più alti man mano che l allievo acquisisce sicurezza). ESEMPI: bacchette cerchio tappeto

D. Spostamenti a quattro gambe e agilità al suolo Gli spostamenti in quadrupedia consentono lo sviluppo della coordinazione tra quattro arti e lo sviluppo muscolare della cintura scapolare. Andature in quadrupedia: camminare a quattro zampe avanti, indietro, laterale, coniglio, lepre, strisciare. Vivacità: in piedi, decubito prono, camminare per qualche metro. Spostarsi in quadrupedia con superamento ostacoli e piccoli percorsi. Capovolta avanti e indietro: far percepire al bambino la presa di coscienza della schiena, la sua rotondità. Rotolamenti sulla schiena. Rotolamenti laterali. Presa di coscienza del proprio corpo dietro e sopra la nuca. L allenatore deve garantire la sicurezza. E. Gli equilibri negli spostamenti (equilibri dinamici) In tutti gli esercizi di coordinazione dinamica generale le reazioni di equilibrio intervengono in modo costante, tuttavia, certi bambini che hanno un equilibrio normale al suono, trovano difficoltà a muoversi su un ostacolo sopraelevato. Si segnala che l abitudine alla caduta è un buon mezzo rassicurante. Far salire il bambino sulla panca e farlo saltare su un tappetino al suolo, idem da un gradone, ecc. Far camminare, saltare un bambino sulla panca svedese diritta e rovesciata, idem sulla trave. Far saltare il bambino dalla spalliera, avanti e indietro (dal primo gradino in basso a salire, ma senza esagerare!). F. Arrampicate. Sono esercizi molto importanti per potenziare il cingolo superiore e sono un buon mezzo per lottare contro la paura. Salire sulla spalliera fino all ultimo piolo, salire più in alto del maestro. Spostarsi a destra e a sinistra, spostarsi in centro a destra/sinistra, in basso a destra/sinistra. Ricordiamo che dai 6 ai 7 anni inizia nel bambino la fase dell intelligenza operatoriaconcreta da presenza del pensiero logico, associa immagini a simboli e movimenti. In questa fase si può inserire, sotto forma di gioco, la fase analogico-simbolica.

PERCEZIONE DELLO SPAZIO E STRUTTURAZIONE SPAZIO TEMPORALE 6/8 ANNI La strutturazione dello spazio: - Valutazione delle direzioni: l orientamento nello spazio: il rapporto tra il corpo e gli oggetti e tra il corpo e le persone fanno nascere il problema dell orientamento reciproco. In questa fase si induce il bambino a porre gli oggetti dello spazio in rapporto al proprio corpo. - Valutazione distanze: la mira - Localizzazione di un oggetto in movimento: che implica: la valutazione della traiettoria descritta dall oggetto mobile nello spazio. La valutazione della sua velocità. La precisione della sua posizione negli istanti che si susseguono. Il livello della rappresentazione mentale: la strutturazione spazio temporale (strutturazione spazio temporale) Prima di affrontare il livello della rappresentazione mentale è importante che: problemi legati all orientamento siano padroneggiati. Questo aspetto permetterà al bambino una rappresentazione decentrata cioè il bambino sceglie altri riferimenti oltre a se stesso per centrare il suo spaziosi azione. A) Esercizi di orientamento Spostarsi a dx o a sx di una riga posta al suolo Lanciare a dx o a sx di una riga posta al suolo B) Orientamento rispetto all altro A coppie. Uno va a mettersi a sx davanti, dietro l altro. A passa la palla nella mano dx di B e viceversa (a 8 anni) C) Valutazione delle distanze Corsa rimbalzante in cerchi posti a uguale distanza. Idem ma i cerchi sono posti a distanze differenti. Salti di precisione Corse Corse con riferimenti a tema Corse a slalom Corse di velocità andata e ritorno

ESERCIZI DI COORDINAZIONE 8-12 ANNI A) COORDINAZIONE OCULO MANUALE A coppie: passaggio della palla e fermarla in posizione di palleggio Controllare la posizione di arrivo e finale di lancio: varie forme di utilizzo delle mani - Con un pallone lancio passaggio nelle 4 direzioni, palleggio di controllo e ritorno - Con due palloni lanci contemporanei uno teso e l altro a parabola e viceversa B) ESERCIZI DI DESTREZZA - a coppie palleggi con 2 mani, con una, con una e passaggio sull altra - esercizi con 2 palloni come un giocoliere, palleggiare con 2 a terra, 1 palleggia a terra e 1 lanciata verso l alto C) ESERCIZI DI ASSOCIAZIONE CON DUE ATTREZZI Far girare un cerchio con una mano e giocare con una palla nell altra. Idem ma far rimbalzare un pallone con l altra D) ESERCIZI DI MIRA Tiri a canestro a dx e a sx A coppie: A lancia il cerchio e B lancia la palla e la fa passare nel cerchio E) ESERCIZI DI DESTREZZA SU UN RITMO IMPOSTO

COORDINAZIONE DINAMICA GENERALE Porre il bambino di fronte al problema da risolvere. Osservare la realizzazione e l evoluzione degli allievi. Prevedere gli esercizi a carattere globale ma: Ritornare sull esercizio concreto di partenza. A) ESERCIZI DI SALTO E SUPERAMENTO OSTACOLI 1) Salto in alto 2) Salto in lungo 3) Superamento ostacoli in corsa B) ESERCIZI DI PERCEZIONE DELLA VELOCITA E REGOLARITA DELLA CORSA - Corsa progressivamente accelerata - Corsa accelerata più un salto in alto finale - Corse regolari ad andature differenti *3 andature: lenta, media, vivace *passaggio da un andatura all altra *corsa di 20 m ad andature differenti C) ANDATURA ex di POTENZIAMENTO Balzi, Skip, Passo saltellato Balzi alternati Piegamenti sulle gambe, affondi

ARRAMPICATE - Alla spalliera aumentando le fasi di sospensione con piccoli salti le braccia sull ultimo staggio - Salita alla pertica didattica o salita - Salita alla fune - Quadro svedese ESERCIZI DI PERCEZIONE E STRUTTURAZIONE DELLO SPAZIO DAGLI 8 AI 12 ANNI a) Nei propri spostamenti:ottenere una corsa regolare in uno spazio definito ottenere una corsa progressivamente accelerata b) La corsa per la padronanza degli esercizi: problema nella coordinazione dinamica generale - Salto in alto di un ostacolo: la corsa deve essere accelerata - Superamento di ostacoli consecutivi: trovare la frequenza migliore per superare gli ostacoli avendo cura di avere il piede sempre in fase di spinta c) Valutazione della velocità di un compagno Questa serie di esercizi comprende il passaggio della palla ad un compagno in movimento La traiettoria può essere: tesa, a parabola, con rimbalzo d) Strutturazione del proprio sforzo di azione: palleggi a gruppi di 3 e) Percorsi di orientamento

ESERCIZI DI LANCIO DAGLI 8 AI 12 ANNI Anche se nella pallavolo la confidenza con l attrezzo palla deve essere elevato è opportuno fissare l attenzione sugli esercizi di lancio in quanto si può focalizzare l attenzione su: Il controllo degli appoggi Il controllo dell asse corporeo la trasmissione delle forze dal Il controllo del bacino L indipendenza braccio tronco punto di appoggio fino alla mano 1) Lancio a distanza con rincorsa Lancio di precisione con una palla leggera e il bersaglio verticale 2) Lancio tipo getto del peso 3) Scaraventare un palla normale e una medica Questi esercizi sono molto utili, oltre che per irrobustire la cintura scapolare per l apprendimento del colpo di attacco

Palla prigioniera -- a 1 palla -- a 2 o 3 palle GIOCHI FUNZIONALI DI LANCIO Il campo rovinato: un campo da pallavolo diviso in due. La squadra A nel suo campo tranne un giocatore che è nel campo B, idem per la squadra B che ha un giocatore nel campo A. Chi è in possesso della palla deve passarla al suo compagno nell altro campo. Se riesce diventa anche lui spia. Scopo del gioco è che tutti i giocatori passino nell altro campo. ESERCIZI DI AGILITA AL SUOLO 1. Piccoli percorsi in quadrupedia 2. Capovolta avanti raggruppata 3. Due capovolte avanti di seguito 4. Capovolta indietro 5. Due capovolte indietro 6. Capovolta avanti tuffata 7. Scivolamento laterale da affondo laterale 8. Idem ma con gamba semipiegata 9. Idem ma dalla posizione di difesa 10. Idem ma con uscita a fondo di botte

VALUTAZIONE DELLE TRAIETTORIE Esercizi di lancio ricezione con palle di peso e dimensioni differenti e con traiettoria un po tesa a parabola con rimbalzo. Presa della palla al momento dell arresto in corsa. frontale Passaggio della palla in movimento laterale continuo Indietro Al suolo lanciare con una mano e riprendere con due mani e viceversa Al muro lanciare e ricevere con due mani, con una mano, con una mano lancio e con l altra ricevo Lancio in aria e ricevo in palleggio, ricevo in alto dopo lo spostamento a sinistra, destra e avanti e indietro

CENNI SULLA METODOLOGIA DI ALLENAMENTO. L ALLENAMENTO DI MINIVOLLEY. Ogni seduta di allenamento è costituita da tre fasi: quella iniziale, quella centrale e la parte finale. A prescindere dal livello di allenamento e dall età dei soggetti definiamo alcune caratteristiche generali della seduta. Nella parte iniziale o di avviamento ci sarà un graduale coinvolgimento dei grandi apparati: cardiocircolatorio e respiratorio. In particolare e contemporaneamente si introdurranno gli elementi fondamentali che caratterizzano la parte centrale dell allenamento. L allenamento procede poi con la parte finale o conclusiva caratterizzata prevalentemente da esercizi-gioco o gioco vero e proprio. Nella parte iniziale occorre inserire vari elementi tra cui: esercizi di flessibilità, di rafforzamento muscolare sia statici che dinamici (sotto forma di andature), esercizi coordinativi (sempre andature). Nella parte finale di questa fase si introdurranno esercizi che preparano la parte centrale (prevalentemente tecnica) dell allenamento. Non è superfluo ribadire che la prima parte dell allenamento è fondamentale per spiegare gli elementi indispensabili per lo sviluppo delle capacità coordinative e condizionali del bambino e che la scelta degli esercizi dovrà essere dettata dalle capacità motorie dei bambini presenti in palestra. La parte centrale dell allenamento contiene elementi di sviluppo tecnico di un fondamentale (al massimo due!!). Ogni seduta dovrà comprendere sempre una parte di esercizi di assimilazione, di scoperta del fondamentale o parte di esso e un altra di accomodamento o stabilizzazione del fondamentale stesso. Tale fase di acquisizione-accomodamento di nuove abilità è alla base del miglioramento fisico, tecnico e motorio del ragazzo. L allenatore deve essere in grado di volta in volta di proporre situazioni nuove che consentano al bambino di superare difficoltà via via più grandi. Qual è il modo di proporre situazioni nuove al bambino? Nel primo ciclo del minivolley le indicazioni dovranno essere molto semplici e avere un riferimento visivo immediato: il bambino non è ancora in grado di astrarre un pensiero e la rappresentazione mentale è inesistente per cui alla spiegazione verbale (etichetta verbale) l insegnante dovrà far seguire (o far coincidere) l esecuzione del gesto, o la dimostrazione pratica di un esercizio o un circuito. In questo caso il bambino avrà a disposizione un modello esecutivo ed egli dovrà ripetere il gesto per imitazione. L imitazione può essere contemporanea a differita. Nell imitazione differita il bambino prima osserva il gesto dell insegnante ed in seguito lo applica. Dovrà quindi osservare le strutture motorie che

compongono il movimento e confrontarle con le proprie di cui dispone per eseguire il movimento in un momento successivo. Nell imitazione contemporanea avendo un modello pratico di fronte a lui il bambino può correggere la sua imitazione durante l imitazione. Durante la fase imitativa proposta alcuni elementi che costituiscono l atto motorio sfuggono all osservazione del bambino. Sarà quindi compito dell allenatore interagire con il bambino in modo verbale in modo da aumentare il numero di informazioni utili che vengono fornire all esecutore. A questo proposito è fondamentale imparare a correggere l esecuzione del movimento senza interrompere l esercizio o il gioco in modo che i progetti motori possano essere modificati subito. Quindi è necessario: - usare un linguaggio comprensibile, chiaro ed aderente alle diverse realtà dei bambini - usare un tono di voce adeguato in modo che le correzioni siano comprensibili a tutti - durante gli esercizi assumere una posizione in palestra tale per cui tutti possano sentire cosa diciamo - durante il riscaldamento e la corsa l insegnante deve assumere una posizione esterna rispetto al perimetro di corsa della squadra - durante gli esercizi in ordine sparso l insegnante deve essere di fronte ai bambini in modo che tutti lo possano vedere (e viceversa) - i percorsi e gli esercizi con gli attrezzi vanno preparati PRIMA dell attività stessa e devono comunque richiedere poco tempo - quando si sceglie un esercizio bisogna sapere a cosa serve e perché si propone - i giochi devono essere proposti in funzione del numero di bambini presenti tenendo presente che: sono da evitare le pause lunghe e che sono da evitare le spiegazioni lunghe e noiose (1 minuto al massimo) - occorre richiamare spesso il lavoro svolto in precedenza - gli esercizi e i giochi devono essere differenti a seconda dell età - non bisogna farsi circondare dai bambini mentre si spiega ma è importante averli tutti di fronte - evitare discussioni inutili alla fine di un gioco o di una partita - pretendere lealtà dai bambini - evitare di distrarsi durante la lezione chiacchierando - mantenere un atteggiamento vigile e, più in generale, evitare che i bambini si facciano male

PREVENZIONE, INDIVIDUAZIONE E CORREZIONE DELL ERRORE Rappresentano una parte importante della didattica. Sono fondamentali per motivare l allievo nella fase di apprendimento. Ogni gesto appreso viene inserito negli schemi motori a disposizione del soggetto. Abbiamo visto che l inserimento e la relativa espressione motoria dipendono: dallo schema corporeo del soggetto, dalle sue capacità coordinative e dalle sue capacità condizionali. Nella fase di esecuzione ogni movimento è quindi adattato al patrimonio motorio in possesso dal bambino. Le interpretazioni esecutive del gesto possono essere corrette oppure viziate da lacune che ne possono pregiudicare l efficienza. Per prevenire l insorgere di questi errori è necessario che venga costruito il patrimonio motorio del bambino senza lacune tali da compromettere la futura strutturazione di elementi tecnici compresi nello sviluppo della disciplina scelta. A mio avviso partendo dal gioco si creano non solo vuoti strutturali per quanto concerna le dinamiche del gioco stesso ma la permanenza di evidenti lacune ai fini del corretto sviluppo motorio. E comunque impossibile non commettere errori in un processo di apprendimento e diventa quindi importante che essi siano individuati e quindi corretti. Il riconoscimento può avvenire sia per l intervento dell insegnante sia per riconoscimento da parte dell allievo stesso. E importante insegnare al bambino a riconoscere i propri errori e in ogni esercitazione rendere evidenti quei segnali rilevanti che permettono tale rilevamento. L errore si rivela uno strumento fondamentale e indispensabile per migliorare la qualità dell apprendimento motorio. Quando si rilevano errori commessi da tutti i componenti del gruppo è probabile che la proposta sia troppo difficile o che non siano stati posti adeguatamente i presupposti necessari perché tale apprendimento avvenga in modo corretto. L errore commesso da pochi individui evidenzia dei deficit nella strutturazione dello schema corporeo sui quali è bene intervenire in modo individualizzato. In tal caso i percorsi didattici da strutturare per la correzione degli errori devono comprendere sia i meccanismi riguardanti i singoli gesti o le azioni motorie sia esercizi volti alla ristrutturazione dello schema motorio e, infine, la loro applicazione in risposta a precise o poco prevedibili richieste ambientali (ricordiamoci che la pallavolo è uno sport di situazione in cui gli eventi mutano in modo imprevedibile e ogni situazione è diversa da quella precedente).

LA DIDATTICA DEL MINIVOLLEY DALL 1 CONTRO 1 AL 3 CONTRO 3 GIOCO 1 VS 1: -1 contro 1: palla rilanciata: campo piccolo A -valutazione della traiettoria -capacità di lancio -capacità di ricezione -1 contro 1: palla rilanciata: campo largo B -capacità di lancio A -capacità di ricezione -capacità di valutazione della traiettoria -concetto di lateralità (destra e sinistra) -capacità di decentramento -capacità di scivolamento laterale -1 contro 1: palla rilanciata: campo lungo B + capacità di spostamento anteroposteriore -1 contro 1: palleggio Valgono le stesse considerazioni precedenti ma è richiesto un notevole affinamento di: 1. coordinazione loculo manuale 2. coordinazione braccia gambe 3. valutazione spazio temporale 4. coordinazione dinamica generale

PRIMI RUDIMENTI TATTICI GIOCO 2 CONTRO 2 Il gioco 2 contro 2 richiede la stabilizzazione di: spostamento laterale, anteroposteriore, una buona capacità di valutazione delle traiettorie e di coordinazione dinamica generale e più in generale che la capacità di anticipazione sia in fase di sviluppo. Infatti in questa fase del gioco è necessario essere in grado di ANTICIPARE, di prevedere cosa succede durante e dopo l esecuzione del passaggio al compagno. Per fare questo devo anche essere in grado di sapere che cosa fare prima che un evento si compia (concetto di PRIMA DURANTE DOPO). Anche in questo caso i campi potranno essere di dimensioni diverse, più largo abitua i bambini allo spostamento laterale, più lungo a dei movimenti anteroposteriori. In particolare saranno approfonditi i concetti di visione dello spazio e dei ruoli o dei compiti. GIOCO 2 CONTRO 2: Palla rilanciata - senza la richiesta di passaggi - con richiesta di un passaggio - con richiesta di due passaggi (concetto di prima durante dopo) GIOCO 2 CONTRO 2 con palleggi 1 livello in forma libera 2 livello con almeno un passaggio 3 livello con due passaggi: -concetto di ricezione -concetto di alzata -concetto di salto -concetto di rincorsa -concetto di muro -concetto di difesa -concetto di rincorsa e attacco in palleggio -concetto di rincorsa e attacco

GIOCO 3 CONTRO 3 GIOCO 3 CONTRO 3 palla rilanciata -in forma libera -in forma guidata con passaggi: concetto di prima durante dopo Differenziazione dei ruoli: passaggio-alzata (alzatore) presa-bagher (ricettore) (ricettore-attaccante) GIOCO 3 CONTRO 3 con passaggi come il gioco 2 contro 2 -attacco da zona 2 -penetrazione -copertura pallonetto -muro a uno -muro a due -attacco dalla seconda linea

ALLENAMENTO MINIVOLLEY SECONDA FASCIA In fila: corsa lenta per cinque minuti in varie forme: laterale, avanti, passo saltellato, inserendo circonduzione delle braccia, etc. In ordine sparso: esercizi di mobilità, di flessibilità, di coordinazione e di dissociazione. Seduti rotolamenti sulla schiena. Didattica della capovolta indietro sulla spalla. In piedi affondi avanti e laterali. Alla parete con una palla ciascuno: cinquanta palleggi con cinque dita, trenta con tre e trenta per due volte con due dita. Ripetere due volte. Nel frattempo preparare il percorso: Balzi nei cerchi, capovolta avanti, superamento ostacoli e panca, corsa tra le bacchette, capovolta avanti passare sotto l ostacolo. A coppie palleggio con controllo, idem senza controllo, idem ma uno dei bambini fa uno spostamento destra sinistra, idem uno spostamento avanti indietro. N.B. Questi esercizi possono essere resi più semplici o facendo fermare la palla dopo lo spostamento oppure inserendo un palleggio di controllo su A o B. In ordine sparso un pallone ciascuno. Posizione a gambe piegate e piedi paralleli, eseguire bagher prima con una mano, poi con l altra, infine con entrambe. Con rimbalzo, senza rimbalzo. Alla parete trenta bagher. A coppie: A lancia, B esegue bagher. A palleggia, B esegue bagher e A ferma la palla A palleggia, B bagher, di seguito Nel frattempo tirare il cordino. Gioco 2 contro 2 varie forme.

ALLENAMENTO MINIVOLLEY 2 FASCIA N.1 In fila camminare seguendo il perimetro del campo da minivolley - mani alle spalle braccia in alto, in avanti, in basso, in fuori, in dentro un braccio in avanti, uno in alto, uno in basso, uno in alto uno in fuori. - circonduzioni delle braccia per avanti per dietro di corsa, corsa lenta avanti 3 Passo camminare avanti, indietro, laterale e abbinare movimenti delle braccia. Di corsa 3 con corsa avanti, laterale interna ed esterna. Una palla ciascuno: in ordine sparso in piedi esercizi di ball-handling interessati: la mobilità articolare e la flessibilità. Seduti: alternare esercizi di ball-handling ad esercizi addominali (tipo crunch), rotolare sulla schiena e tornare seduti a partire da gambe flesse e traccia intorno alle gambe. Idem con una gamba tesa; idem ma alzandosi in piedi. Gambe divaricate flettere il busto avanti, rotolare sulla schiena, andare a toccare con i piedi dietro la nuca. In piedi, ordine sparso, palleggio sul capo, palleggio con rimbalzo, palleggio con controllo e palleggio con rimbalzo. Alla parete: palleggi contro il muro a 5, a 3 e a 2 dita. A coppie: posizione di palleggio, passo la palla al compagno che la ferma ed invia. Idem con un palleggio di controllo. Idem con un rimbalzo. Idem con un palleggio di controllo. Nel frattempo preparare un percorso: Corsa tra le bacchette Passo sotto gli ostacoli Corsa nei cerchi Tiro a canestro Saltelli tra le bacchette Salto degli ostacoli A coppie palleggio di seguito con rimbalzo, idem ma senza rimbalzo. Seduti: gambe flesse: pallina. Una gamba flessa e una tesa: rotolare sul fianco Nel frattempo tirare un cordino nel lato lungo della palestra: palleggio 1 contro 1 sotto forma di gioco. Gioco libero.

SCHEMA DI ALLENAMENTO MINIVOLLEY SECONDA FASCIA Riscaldamento: Corsa lenta sotto forma di andature varie in ordine sparso con una palla. Esercizi di ball-handling, di dissociazione braccia tronco di coordinazione. Esercizi di potenziamento m. dorsale addominale e gluteo. Scivolare sul fianco, idem ma partendo da affondo laterale, idem ma avendo cura di spingere e distendere bene la gamba dalla parte in cui si cade, idem ma con uscita a rullata a fondo di botte. In piedi: sensibilizzazione della posizione di difesa. Scivolamenti laterali con allenatore che dà la direzione, idem con scivolamenti anteroposteriori. A coppie A lancia la palla, B la ferma in posizione di difesa, idem al contrario. A coppie palleggio A gruppi di tre palleggio in senso orario e antiorario A gruppi di tre A B A palleggia a C che da ad A C si sposta in C, B palleggia a C che restituisce C C A gruppi di tre A B A palleggia a C che dà a B C si sposta in C, B palleggia a C che dà ad A. Di seguito. C C A coppie A palleggia teso a B che restituisce in difesa. A palleggia in salto a B che restituisce in difesa. Gioco 3 contro 3 in varie forme.