Gli equilibri gestionali degli intermediari finanziari
I tre equilibri gestionali Equilibrio reddituale capacità di generare performance positive nel tempo Dipende dalla struttura dei costi e dei ricavi Equilibrio finanziario capacità di far fronte ai flussi in uscita attraverso i flussi di cassa in entrata; si realizza controllando la durata media finanziaria dell attivo e del passivo di SP Dipende in modo cruciale dall equilibrio di tesoreria di b/p Equilibrio patrimoniale si riferisce all esistenza di una dotazione di patrimonio netto positiva ed adeguata ai rischi assunti
Equilibrio reddituale Il quoziente di bilancio più comunemente utilizzato per la quantificazione della redditività è il ROE (Return on Equity) dato dal rapporto RN/CN La sua variabilità nel tempo è espressione della quantità di rischi assunti dall intermediario dipende dalla struttura finanziaria e patrimoniale Non misura direttamente la redditività per l azionista, poiché parte del redito potrebbe non essere distribuito Incomparabilità con altre forme di calcolo del rendimento finanziario (basati sui flussi di cassa VAN) E influenzato da norme di redazione di bilancio di stampo civilistico, fiscale e contabile margini di discrezionalità Dipendenza da fenomeni congiunturali
Modelli di economicità degli intermediari Seguendo un analisi semplificata è possibile distinguere tra: Intermediari orientati alla formazione di un margine di interesse Intermediari orientati alla formazione di un margine da plusvalenze Intermediari orientati alla formazione di un margine da commissioni (Intermediari orientati alla formazione di un margine assicurativo)
Intermediari orientati alla formazione di un margine da interesse (1) CONTO ECONOMICO Interessi attivi - Interessi passivi = Margine d interesse + Ricavi netti da servizi +- Profitti/Perdite da operazioni finanziarie = Margine d intermediazione Costi operativi +- Accantonamenti e rettifiche = Risultato di gestione +- Saldo delle operazioni straordinarie = Risultato lordo -Imposte = Risultato netto
Riclassificazione Attivo Banche Attività finanziarie fruttifere di interessi (Afi) Crediti verso diversi tipi di clientela, Titoli obbligazionari di diversi emittenti A. f. non fruttifere (Aaf) Azioni, partecipazioni, ratei e risconti attivi, crediti verso l erario A. NON finanziarie (Anf) A. materiali (immobili, attrezzature informatiche..) A. immateriali (costi di impianto, goodwill.. IAS 38)
Riclassificazione Passivo Banche Passività onerose di interessi (Pfi) Debiti (depositi, CD, obbligazioni) verso diversi tipi di clientela Passività subordinate (sono nel Patrimonio Supplementare di Vigilanza) Passività non onerose (Pno) Fondi i. e tasse, debiti verso erario, fondi previdenziali, ratei e risconti passivi Patrimonio (contabile) (Mp) CS,, riserve patrimoniali (riserva sovrapprezzo azioni, fondi di riserva legale, straordinaria, statutarie e per acquisto azioni proprie, fondi di rivalutazione per conguaglio monetario) Utile d esercizio, di esercizi precedenti e accantonamenti di utili lordi Fondo per rischi bancari generali (riserva di utili necessaria ad incrementare la dotazione di mezzi patrimoniali delle banche)
Intermediari orientati alla formazione di un margine da interesse (2) Banche, società di leasing, factoring, credito al consumo Equazione della situazione patrimoniale Afi + Aaf + Anf = Pfi + Pno + Scomposizione del ROE Incidenza imposizione fiscale Rn Rn Rli ROE = = Mp Rli Rg Mp Rg Mp Effetto delle valutazioni contabili e della gestione straordinaria Rg Mp = Rg Min Min Mis Mis Mp
Intermediari orientati alla formazione di un margine da interesse (3) Rg Mp = Rg Min Min Mis Mis Mp Efficienza operativa dei processi Redditività lorda della gestione denaro Importanza dei ricavi netti da servizi
Come si forma il Mis Mis = (Ia/Afi Ip/Pfi) * Pfi + Ia/Afi * CcN (1) dove Ccn = Afi Pfi (cioè parte delle Pno e dei MP) Da (1) divido per Mp Mis/Mp = (Ia/Afi Ip/Pfi). Pfi/Mp + Ia/Afi * Ccn/Mp LEVA
Intermediari orientati alla formazione di un margine da plusvalenze (1) Sono società che svolgono attività di merchant banking e banche d affari orientate alle attività di private equity e venture capital Gestione caratteristica gestione partecipazioni azionarie Ricavi rappresentati principalmente da dividendi e plusvalenze Lento turnover dell asset azionario maggiore capitalizzazione rispetto agli intermediari creditizi Elevato rischio prezzo Valore partecipazioni ex post < valore part. ex ante
Intermediari orientati alla formazione di un margine da plusvalenze (2) CONTO ECONOMICO Ricavi da dividendi e plusvalenza su titoli del ptf di proprietà Costi da minusvalenze +Ricavi da interessi attivi -Costi per interessi passivi =Margine da plusvalenze +Ricavi netti da servizi =Margine di intermediazione -Costi operativi =Risultato di gestione
Intermediari orientati alla formazione di un margine da commissioni Erogano servizi finanziari non legati ad una funzione di finanziamento Servizi di incasso e pagamento (es. factoring) Servizi di intermediazione mobiliare (SIM) Servizi di cosnulenza (in particolare attività di investment banking in senso lato) Non assumono posizioni verso terzi attraverso emissione di passività di mercato
L equilibrio finanziario delle banche (1) E espresso dal saldo dei flussi finanziari in entrata ed in uscita in un certo intervallo temporale Scelte sui livelli di liquidità incidono sulle performance (utilizzo alternativo delle risorse) Flussi finanziari positivi VP passività finanziarie VN attività finanziarie VN attività reali VP mezzi propri Ricavi finanziari e non Flussi finanziari negativi VN passività finanziarie VP attività finanziarie VP attività reali Costi finanziari e non Imposte e tasse Dividendi
L equilibrio finanziario delle banche (2) Obiettivi Per la raccolta tasso di crescita positivo (al netto degli interessi passivi) Per gli impieghi tasso di crescita positivo e sostenibile (al netto delle insolvenze) Come garantire l equilibrio? Operare sulle scelte inerenti la raccolta e gli impieghi Segmentare la clientela gestire le relazioni tra comportamento finanziario della clientela depositante e finanziata
Le riserve di liquidità (1) Sono scorte di moneta legale utilizzate per far fronte a temporanee eccedenze dei flussi in uscita rispetto a quelli in entrata come determinare un livello adeguato ma effciente di riserve? Conoscenza delle dimensioni dei flussi in entrata ed in uscita Conoscenza degli andamenti futuri di questi flussi (stagionalità, scadenze tecniche, ad es.fiscali) Orizzonte temporale Costo opportunità associato alla detenzione di scorte infruttifere di moneta legale VS approvvigionamento sul mercato
Le riserve di liquidità (2) Riserva obbligatoria È calcolata sulla base della tipologia e delle dimensioni delle passività è mobilizzabile ma deve essere rispettata nel periodo di mantenimento E remunerata al tasso medio delle operazioni di rifinanziamento principale effettuate durante il periodo di mantenimento Riserve libere Prima linea Moneta legale in cassa + crediti a vista vs altre banche + altre attvità vs BC Seconda linea Tutte le altre attività finanziarie fruttifere tipicamente strumenti del mercato monetario
Liquidità e solvibilità Differenze negli intervalli temporali (b/t VS m-l/t) e nelle grandezze di riferimento Liquidità fa riferimento a grandezze finanziarie (flussi) capacità di far fronte al flusso corrente di uscite Solvibilità si riferisce a grandezze economiche (Valore effettivo dell attivo > valore nominale del passivo) ed è presupposto per il raggiungimento dell equilibrio finanziario Anche in presenza di un equilibrio di tesoreria non è detto che si realizzi un equilibrio tra la struttura per scadenza dell attivo e del passivo L intermediario creditizio è alla continua ricerca di uno spread tra tasso medio ponderato dell attivo e tasso medio ponderato del passivo In particolare TMPA > TMPP trasformazione delle scadenze pur in presenza di equilibrio di tesoreria