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Palazzo Cavagnis, Centro Culturale Valdese - Castello 5170 Venezia, 12 ottobre 2018, ore 8.45-14.00 Protocollo d'intesa interistituzionale riguardante forme di accoglienza per i bambini dell'icam di Venezia» esempio di rete di protezione : Aurea Dissegna già Pubblico Tutore dei minori del Veneto e già Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale

Situazione abbastanza limitata numericamente a livello europeo, nazionale e nel Veneto: la detenzione femminile si caratterizza in tutta Europa per la sua residualità: «Le donne delinquono molto meno degli uomini e rappresentano tra il 4 e l'8% della popolazione carceraria. In Italia sono poco sopra al 4%». Ciò fa sì che nel nostro Paese ci siano pochissimi istituti esclusivamente femminili: «Solo cinque su 190». Tutte le altre donne sono ospitate in piccole sezioni femminili sparse nelle carceri maschili. E paradossalmente il basso tasso di delinquenza femminile «finisce per penalizzare le donne a livello penitenziario», perché «la stragrande maggioranza delle risorse umane ed economiche disponibili in carcere viene inevitabilmente destinata alla detenzione maschile» Lettera 43.it S. Marietti di Antigone 2

La situazione dei bambini (0-3 anni), degli asili nido in carcere e gli ICAM (istituti a custodia attenuata) Fin dal 1975 l'ordinamento penitenziario italiano prevede che la madre detenuta possa tenere con sé i figli fino al compimento del terzo anno di vita: «Una soluzione di compromesso», spiega ancora Marietti, «per evitare di privare i piccoli della madre in una fase fondamentale per il loro sviluppo e allo stesso tempo per impedire che crescano dietro le sbarre». Il reparto nido che ospita più bambini nelle carceri italiane è quello di Rebibbia. Altri reparti sono allestiti nelle sezioni femminili dei penitenziari di Trani, Pozzuoli ed Empoli. 3

Ci sono poi gli Icam (Istituti a custodia attenuata), strutture istituite recentemente che fanno capo all amministrazione penitenziaria e il cui scopo è permettere alle donne che non possono beneficiare di alternative al carcere di tenere con sé i figli in un luogo diverso dalla casa circondariale. Attualmente, però, sono solo cinque gli Icam (Milano San Vittore, Venezia Giudecca, Torino Lorusso e Cutugno, Avellino Lauro e Cagliari) che possono ospitare mamme con bambini fino a sei anni, in un ambiente che richiama quello familiare. «Gli Icam sono pochi e si tratta sempre di detenzione», puntualizza Marietti. Una terza via è rappresentata dalla creazione di un istituto giuridico specifico per donne con figli: la detenzione domiciliare speciale, che tuttavia in Italia «viene applicata molto poco e pone al magistrato diversi paletti»: Si tratta delle case famiglia protette previste dalla L.62/2011, le Case famiglia protette. Una reale alternativa al carcere per donne senza dimora o altro domicilio, dove le madri possono scontare la loro pena portando con sé i figli fino a 10 anni. Peccato però che, come sottolinea la coordinatrice di Antigone, «lo Stato non abbia finanziato questa misura, scaricando i costi sugli enti locali». 4

La serie storica (semestrale) di presenze nelle carceri italiane di madri con figli al seguito, dal 1993 al 2017, oscilla tra min. 31 e max 79 madri e tra 31 e 83 figli minori di 3 anni al seguito Al 31 agosto 2018: Madri detenute: 27 italiane 25 straniere Totali Madri detenute 52 con 62 figli al seguito di cui 5 a Venezia «Giudecca» (2 italiane e 3 straniere ) con 6 figli al seguito 5

Realtà carceraria molto integrata con il territorio: con le istituzioni pubbliche e le cooperative sociali Molti i progetti attuati ed in corso che vedono attive e protagoniste molte delle detenute Fin dal 2003, la presenza di madri detenute, con figli al seguito, ha potuto contare sulla collaborazione con l istituto penitenziario dell Associazione «La Gabbianella» che ha garantito l accompagnamento dei bambini all asilo nido comunale esterno al carcere e la partecipazione ad innumerevoli iniziative nel territorio (accompagnamento al mare nel periodo estivo e/o ad altri eventi per favorire il rapporto dei bambini con coetanei e con ambienti esterni al carcere, proseguendo tale impegno anche con l attivazione dell ICAM, dal 2014) 6

Un po di storia, come è nato il protocollo? Consapevolezza della poca compatibilità dell ambiente carcerario con le esigenze di socializzazione e di sviluppo psicofisico dei bambini, ambiente che facilmente può essere causa di stress, di tensioni, che si ripercuotono nel rapporto attuale e futuro md/fg segnalazione di alcune problematiche, in particolare il lavoro isolato delle diverse istituzioni, diritti dei minori poco tutelati: Ricordo in particolare alcune situazioni di bambini figli di madri straniere, nati e vissuti in Italia, in carcere, e che, all uscita dal carcere sono stati espulsi con le madri che si ritrovavano ad essere clandestine senza possibilità di lavoro, di avere una abitazione situazioni incresciose sul piano umano! 7

Un po di storia, come è nato il protocollo? al fine di prevenire situazioni così difficili da accettare vi è stata la necessità di approfondire il ruolo delle tante istituzioni coinvolte per cogliere le singole competenze e prospettare insieme una miglior integrazione pertanto nel proprio ruolo di facilitatore, di tessitore di reti, il Pubblico Tutore dei minori della regione Veneto ha attivato un Tavolo inter istituzionale su: «Bambini e mamme in carcere» il 03.05.2012 Prima bozza del protocollo di intesa inviato a tutte le istituzioni - settembre 2012 8

L incontro è stato focalizzato sulla individuazione dell iter e delle procedure che le varie Istituzioni possono condividere, per rispondere al meglio ai diritti dei bambini in carcere con le loro madri, in particolare i bambini figli di straniere, in una ottica di integrazione inter istituzionale. Nel documento proposto sono state indicate le varie fasi temporali con le relative analisi di alcuni bisogni ( delle madri e dei figli) e le istituzioni coinvolte. E stato richiesto ad ogni istituzione di integrare il documento e di esplicitare, per ogni fase temporale, le proprie competenze, risorse, strumenti, azioni. 9

1) Promozione dell attenzione alle persone in condizioni di restrizione della libertà personale, della consapevolezza dei forti condizionamenti e ricadute nei figli di mamme detenute, attraverso l organizzazione di specifiche risposte ed interventi e di una rete di servizi dotata di strumenti, professionalità e strutture sufficienti a garantire l attivazione di forme di supporto flessibili più rispettose dei diritti dell infanzia e del superiore interesse dei minori di età 2) Promozione di un nuovo approccio culturale alla condizione di restrizione 3) Promozione dell integrazione istituzionale in ambito territoriale rafforzando il raccordo e il coinvolgimento dei servizi sociali, sociosanitari territoriali locali con i servizi delle amministrazioni della giustizia e con i soggetti del volontariato 4) Definizione e chiarimento tra i diversi attori istituzionali delle responsabilità, delle procedure più idonee da attuare, individuate attraverso il confronto e la riflessione tra tutti i soggetti territoriali coinvolti a vario titolo, pubblici e privati.

1) Rendere esigibili i diritti dei bambini ristretti in carcere con le loro mamme secondo il loro superiore interesse per uno sviluppo il più armonioso possibile 2) Definire e regolamentare un modello operativo che definisca: le procedure di accesso, durante la permanenza ed infine nella fase di dimissione e post dimissione della mamma con bambino in condizione di restrizione (carcere), il ruolo dei vari servizi tenuti ad intervenire, teso a facilitare l approccio della persona alla rete dei servizi, in un ottica di centralità della persona 3) Favorire la «continuità della presa in carico» della persona (del nucleo md/fg) tra le diverse istituzioni

problematiche tempi All ingresso Durante periodo restrizione Analisi bisogni madre Periodo previsto di restrizione, lingua e cultura di appartenenza, salute, regolare o irregolare con permesso di soggiorno o no presenza di parenti Presenza di parenti Eventuale necessità rinnovo Permesso di soggiorno, Lingua, analisi competenze per prospettive lavoro, corsi di riqualificazione (??) Rapporti positivi con figlio/a Analisi bisogni persona /bambino (diritti) Verifica filiazione legittima, regolarità amministrativa, salute, relazione con la madre, relazione con ambiente interno presenza di parenti Salute, relazione con coetanei e con ambiente esterno, relazione con la madre asilo nido, scuola materna, gioco, Regolarità amministrativa (Permesso di soggiorno disgiunto dalla madre ) Istituzioni coinvolte Competenze istituzioni : risorse, azioni, strumenti DIREZIONE CARCERE QUESTURA DIREZIONE CARCERE QUESTURA UEPE SSN COMUNE VOLONTARI (Associazione.La Gabbianella) Direzione carcere, informa: la Questura della presenza di madri con minori se figli di stranieri UEPE Direzione carcere informa e coinvolge il Comune per eventuale provvedimento di affido consensuale del bambino o segnalazione Procura se mad poco adeguata SSN penitenziario attivato da Direzione carcere, frequenza asilo nido, UEPE progetto per dimissioni md/b.no Comune: progetto, dispone sempre affido consensuale a Volontari Dimissione Casa lavoro Straniera che necessita di permesso di soggiorno Mantenimento rapporti consolidati con ambiente esterno, salute, DIREZIONE CARCERE QUESTURA UEPE SSN COMUNE VOLONTARI TM Comune: alloggio popolare, lavoro(?) richiesta P.Sogg. art 31 T.M Questura Art. 31 Comune monitora situazione b.no Post dimissione Evitare clandestinità madre e del bambino serve Permesso di soggiorno Salute, Mantenimento relazioni con territorio, con scuola materna, mantenimento QUESTURA UEPE SSN COMUNE VOLONTARI Eventuale utilizzo art 29, per coesione con madre, o altro strumento giuridico (art. 31) (regolarizzazione madre) 12

Risposta ai bisogni di crescita e di sano sviluppo del bambino, esigenza di: coltivare un sano rapporto con la madre ricevere stimoli dall ambiente esterno al carcere, da parte di coetanei e da parte di altri adulti, utilizzando i servizi educativi, sociali e sociosanitari del territorio favorire e accompagnare il processo di buona «separazione» del bambino dalla madre, anche attraverso il progetto di affido diurno del bambino ai volontari non essere «strumentalizzato» dal genitore 13

Risposta ai bisogni delle madri, esigenza di: favorire il rapporto con i figli, quello/i al seguito o altri figli aiutare a superare possibili rapporti negativi con i figli: iperprotettivi o deresponsabilizzanti far comprendere alla madre l importanza e l esigenza per il figlio di avere stimoli e rapporti sociali con coetanei ed altri adulti per il suo ben essere psicofisico consentendo la frequenza ai servizi educativi esterni al carcere ed acconsentendo al progetto di affido diurno con i volontari accompagnatori esercitare consapevolmente diritto/dovere responsabilità genitoriale: il figlio non è proprietà del genitore, spetta alla istituzione carceraria segnalare all Autorità Giudiziaria eventuali situazioni che compromettano i diritti del bambino, anche attraverso un equilibrato confronto con tutti i partners istituzionali e del volontariato, mantenere il rapporto con il partner e con la famiglia di origine, condividere un progetto di reinserimento per il post dimissione, in condizioni di regolarizzazione per le straniere 14

Istituzioni coinvolte: MINISTERO DI GIUSTIZIA: 1.1 DIREZIONE DELL I.C.A.M. e 1.2 DIREZIONE dell Ufficio di Esecuzione Penale Esterna ( U.E.P.E ) QUESTURA/PREFETTURA DI VENEZIA Ufficio immigrazio COMUNI del territorio regionale - Servizi sociali COMUNE DI VENEZIA: SERVIZIO POLITICHE CITTADINE PER INFANZIA E ADOLESCENZA CASF ( Centro Affidi) SERVIZIO PROMOZIONE ED INCLUSIONE SOCIALE Unità Operativa Complessa (U.O.C) C AREA PENITENZIARIA SERVIZIO PROMOZIONE ED INCLUSIONE SOCIALE TRIBUNALE PER I MINORENNI /PROCURA MINORILE Associazioni coinvolte: ASSOCIAZIONE LA GABBIANELLA (Volontari)

Pubblico Tutore dei minori e Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personali della regione del Veneto Presidente del Tribunale per i minorenni di Venezia Procuratore della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Venezia Questore di Venezia Direttore Ufficio Immigrazione - Questura di Venezia Assessore alle Pari Opportunità del Comune di Venezia Assessore alla Politiche Sociali e Vice-Sindaco del Comune di Venezia Dirigente Servizi Sociali e funzionari CASF del Comune di Venezia Direttrice Carcere Femminile della Giudecca Direttore dell Ufficio Esecuzione Penale Esterna Presidente Associazione La Gabbianella e altri animali Funzionario Responsabile tecnico Ufficio Protezione e Pubblica Tutela dei Minori Consulente Legale esterno Ufficio Protezione e Pubblica Tutela dei Minori 16

Il tavolo si è riunito dal 03.05.2012 al 29 aprile 2015 per n.7 incontri formali, stese 6 bozze di protocollo, accogliendo integrazioni od osservazioni da parte dei diversi soggetti fino alla stesura definitiva sottoscritta formalmente il 29 aprile 2015 Coinvolte diverse professionalità e ruoli: Magistrati, direttore Casa di reclusione, direttore UEPE, Assessori del Comune di Venezia, dirigenti e responsabili di servizio del Comune di Venezia, Assistenti Sociali, Educatori Professionali, Psicologi, NPsichiatra, Insegnanti, Avvocati, Pediatra, Volontari Associazione «La Gabbianella..»,

Nel processo di accoglienza dei minori presso l ICAM sono state distinte quattro fasi: ingresso, restrizione, dimissione, post dimissione. Ognuna di queste fasi richiede l attivazione di diversi attori istituzionali che mettono in campo, a partire dalle proprie funzioni, competenze, responsabilità e procedure che necessitano di essere coordinate. Le risorse devono essere attivate da una rete integrata di servizi, che funzioni come un sistema di vasi comunicanti, tali da potenziarsi a vicenda attraverso una concertazione degli interventi e una governance degli stessi. (Il Protocollo di intesa ne dovrebbe garantire l applicazione). 18

Istituzioni coinvolte, ruolo UPTM garante «interesse superiore minore» Art 3 CRC Comune di Venezia e Conferenza dei Sindaci Ministero della Giustizia ICAM Cav 3porti Marcon Quarto d AltinoVenezia UPTM «Interesse superiore del minore» Questura di Venezia Associazione «La Gabbianella» 19

protocolio di intesa sottoscritto il 29 aprile 2015, tra: Pubblico Tutore dei minori e Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personali, della Regione Veneto Ministero della Giustizia, direzione I.C.A.M. della casa di reclusione Femminile di Venezia Ministero della Giustizia, direzione dell Ufficio Esecuzione Penale Esterna Questura di Venezia Comune di Venezia Conferenza dei Sindaci dei Comuni di Cavallino Treporti, Marcon, Quarto d Altino, Venezia Associazione «La Gabbianella e altri animali» presa d atto del Protocollo da parte : della Procura presso Tribunale per i minorenni di Venezia del Tribunale per i minorenni di Venezia 20

Il presente Protocollo si prefigge di garantire ai bambini che si trovano in carcere con le loro madri fino al compimento del sesto anno di età e a quelli che al compimento di tale età, o anche prima se ne ricorrono le condizioni, vengono dimessi, tutti gli interventi necessari alla loro crescita e alla costruzione del loro benessere psico-fisico 21

I soggetti sopra richiamati, in virtù del presente Protocollo di intesa si impegnano a rispettare le procedure contenute nel documento «Accoglienza delle madri e dei bambini presso l ICAM di Venezia (All.A) facente parte integrante del presente Protocollo. Il Pubblico Tutore dei minori e Garante dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive delle libertà personali, quale promotore del Tavolo inter istituzionale «Minori in carcere con le madri» si impegna altresì a monitorare l attuazione del Protocollo di intesa e a proporne l aggiornamento, anche su richiesta degli altri attori istituzionali coinvolti 22

L orientamento del protocollo è la realizzazione di progetti individualizzati che vedano il costituirsi di Gruppi di lavoro ad hoc per ogni caso, con pari dignità per tutti i sottoscrittori, compresi i volontari.

Ovvero team di operatori di diversa appartenenza e professionalità, ma, tutti, di volta in volta, coinvolti o coinvolgibili sulle situazioni specifiche, con il fine di garantire nel tempo, dal momento di ingresso nell ICAM e proiettato al post dimissione, la definizione di un Progetto Globale Individualizzato dell utente, che, per la sua complessità, chiama in causa competenze afferenti a discipline diverse e riconducibili a servizi erogati da più enti con la collaborazione, non strumentale o meramente esecutiva, del volontariato qualificato (riferimenti normativi legge quadro328/2000 e ordinamento penitenziario)

L integrazione di tali competenze richiede un forte coordinamento interistituzionale oltre alla capacità di collaborazione e di dialogo tra i professionisti interessati. Il sostegno al progetto educativo e di vita per il bambino e la madre ristretta in ICAM si giova del fatto che tutti i componenti del team esprimano le proprie competenze differenziate - genitoriale, sanitaria, educativa, didattica, riparativa, assistenziale - in una prospettiva sinergica, subordinandole alle finalità di un piano personalizzato

Difficoltà incontrate in un percorso durato 3 anni (2012 2015): Attuazione modifiche normative intervenute con la L.62 /2011 (ICAM) e Legge 37/2013 (Garante dei diritti della persona) Rapporti da chiarire tra Associazione La Gabbianella Comune di Venezia Casa di reclusione. Associazione attiva dal 2003 quale supporto e accompagnamento esterno al carcere ai bambini 0-3 anni (modifiche accordi formali, venir meno di un contributo economico per la grave crisi economica dal 2010, difficoltà a recepire alcuni percorsi di formazione e selezione dei volontari per l affido dei bambini, difficoltà a condividere il progetto educativo con il carcere) Sospensione della attività Tavolo inter istituzionale per consentire la conclusione di un altro protocollo in corso tra Comune di Venezia, UEPE, Casa di reclusione e per le verifiche da parte della Questura, uff. immigrazione, di ipotesi di regolarizzazione della condizione giuridica delle madri straniere (irregolari) Cambio di responsabili delle istituzioni (Questore, Responsabile ufficio immigrazione, operatori ) Difficoltà di coordinamento e limitate risorse dei diversi Servizi in particolare nella fase di dimissione delle madri con i bambini 26

Genitori, parenti Stimoli ambiente esterno Enti che erogano servizi: educativi, sanitari, scolastici, giustizia, etc.. 27

Garantisce maggior rispetto e tutela dei diritti Garantisce maggior consapevolezza del proprio ruolo e competenza di tutti gli «attori» sia istituzionali che del volontariato Garantisce che possano essere monitorati gli effetti della sua applicazione Garantisce che prassi avviate vengano mantenute anche con cambio di persone sia responsabili che operatori Garantisce che, attraverso periodiche verifiche, possano essere modificate prassi che risultano non idonee al raggiungimento degli obiettivi 28

Premessa l importanza, di garantire le esigenze evolutive dei bambini che necessitano di costruire sia una relazione nutritiva con la madre, sia di avere opportunità di esperienze e stimoli dall ambiente esterno al carcere per un sano ed armonico sviluppo di non condannare pertanto i figli di madri detenute ad analoga «pena», Ci si chiede: Vi possono essere reali alternative all ICAM? 29

Le case famiglia protette previste dalla L.62/2011? Ad oggi, come già anticipato, non è ancora sciolto il nodo del finanziamento, previsto a carico degli Enti Locali per le le case famiglia previste dalla L.62/2011, Anche in considerazione del n limitato di situazioni md/bambino in carcere, dovrebbero essere finanziate dal Ministero della Giustizia e non a carico degli Enti Locali 30

In considerazione del n. limitato di presenze madri/bambini negli ICAM esistenti, che possono risultare pertanto sottoutilizzati, si propone la seguente possibilità, da studiarne la fattibilità: diventare servizi educativi, servizi asilo nido per le città dove sono esistenti in convenzione con l Ente Locale potrebbe costituire anche occasione per sensibilizzare di più la comunità più ampia sulle problematiche della realtà carceraria e su buone prassi esistenti 31

In Veneto diverse strutture carcerarie hanno cercato, con la preziosa collaborazione del volontariato, di assicurare migliori condizioni di accoglienza dei figli di detenuti in visita ai loro genitori, riducendo i disagi per i minori delle perquisizioni all ingresso, attrezzando spazi più idonei sia interni che esterni, dove possibile (spazi di attesa o spazi colloqui), assicurando la presenza di personale volontario esperto per facilitare la comunicazione ed il rapporto genitori figli. Non mancano però i problemi in particolare serve maggior sensibilizzazione e formazione del personale penitenziario 32

Sottoscritto nel 2014 Istituito un tavolo permanente dedicato ai figli minorenni di genitori detenuti, convocato ogni tre mesi dall Autorità Garante, per monitorare e verificare la cooperazione tra le istituzioni coinvolte ed il superamento di eventuali difficoltà, secondo gli impegni sottoscritti nel protocollo Il tavolo permanente, come risulta dalla relazione annuale 2018 al Parlamento dell Autorità Garante, sottolinea l importanza di conoscere periodicamente lo stato di applicazione del protocollo e sottolinea l importanza delle attività informative e formative del personale penitenziario sui contenuti del protocollo 33

Molti sono i protocolli che vengono sottoscritti Spesso però vengono disattesi in parte o del tutto! E invece importante che i sottoscrittori si interroghino periodicamente sulla utilità di quanto si è condiviso, se servono ulteriori integrazioni, se servono modifiche, avendo come faro ed orientamento la responsabilità di garantire: Il superiore interesse del minore

Palazzo Cavagnis, Centro Culturale Valdese - Castello 5170 Venezia, 12 ottobre 2018, ore 8.45-14.00 Protocollo d'intesa interistituzionale riguardante forme di accoglienza per i bambini dell'icam di Venezia» esempio di rete di protezione : Aurea Dissegna già Pubblico Tutore dei minori del Veneto e già Garante regionale dei diritti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale