L allievo con autismo a scuola. Quattro parole chiave per l integrazione



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Transcript:

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI UDINE Facoltà di Scienze della formazione L allievo con autismo a scuola. Quattro parole chiave per l integrazione Lucio Cottini Cattedra di: Didattica speciale

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Il dentro e il fuori dell integrazione Ci sono ambiti di lavoro comune? - Riferimento ai punti di forza dell allievo con autismo (abilità visuo-spaziali; compiti mnestici; attività grafico-pittoriche; utilizzo del computer, attività musicali; ecc.). E possibile avvicinare gli obiettivi? -Lavoro sugli stessi contenuti, ma con materiali e obiettivi semplificati. - Percorso inverso: a volte perché no? Gli obiettivi individualizzati possono essere perseguiti nella classe? - Attività guidata in classe. - Strutturazione dell ambiente con aree per il lavoro autonomo (le routine in classe). - Cultura del compito. Le attività didattiche svolte all esterno della classe sono pericolose per l integrazione?

Il progetto di accoglienza per Luca: i contatti preliminari Circa sei mesi prima della conclusione dell anno scolastico che dovrà portare Luca a lasciare la scuola dell infanzia per approdare alla primaria si cominciano a pianificare le azioni per facilitare una positiva accoglienza. I genitori manifestano molta preoccupazione perché nel contesto della scuola dell infanzia si erano create positive sinergie tra insegnanti e familiari, con una collaborazione significativa degli specialisti. E assolutamente fondamentale che queste positive interazioni si mantengano, ma la prospettiva di fermare ancora un anno Luca viene scartata, in quanto è stata già adottata nell anno precedente e una sua riproposizione farebbe perdere il contatto con il compagni e accentuerebbe in maniera eccessiva il divario d età e di sviluppo fisico fra i bambini. Bisogna preparare il passaggio alla scuola primaria. Prende l iniziativa, come è fondamentale che sia, il Dirigente Scolastico. Per prima cosa individua in una insegnante di ruolo di sostegno la figura che sarà incaricata di seguire Luca. In questo modo è certo che potrà essere assicurata la necessaria continuità didattica, senza quelle nefaste variazioni di docenti specializzati (a volte anche non specializzati) che si verificano quando l incarico viene affidato a dei supplenti annuali. Organizza poi un incontro fra gli insegnanti della scuola primaria (tre insegnanti che lavoreranno in modulo sulle due classi prime e l insegnante di sostegno) e di quella dell infanzia nella sede della scuola dell infanzia. In questo modo i docenti possono rendersi conto dell organizzazione didattica che è stata prevista e prendere visione della documentazione disponibile (valutazioni effettuate, lavori del bambino, ecc.). Partecipa all incontro anche il Dirigente e una assistente educativa incaricata dall Ente locale che continuerà a seguire Luca anche nella scuola primaria. Durante questa prima interazione gli insegnanti della scuola primaria hanno la possibilità di prendere contatto con il mondo di Luca e di vederlo anche all opera (l incontro infatti, che si svolge in un pomeriggio nel quale la scuola dell infanzia è aperta, comincia prima della conclusione dell orario per poi continuare dopo l uscita dei bambini). Gli insegnanti si incontrano poi in maniera informale con un esperto del servizio sanitario che ha in carico Luca, per confrontarsi su alcune linee programmatiche di fondo. In seguito gli insegnanti avviano uno studio personale e partecipano ad alcuni incontri formativi. Esaurita questa fase, il Dirigente convoca un incontro fra scuola, famiglia, servizi sanitari e Ente Locale. Viene invitato anche un pedagogista di un servizio specialistico che Luca frequenta nel pomeriggio per il potenziamento delle sue capacità comunicative. Tutti vengono informati del percorso conoscitivo sviluppato dalla scuola fino a quel momento e dell organizzazione che vorrebbe prevedere. Naturalmente la finalità dell incontro è quella di condividere una progettazione preliminare, raccogliendo idee e suggerimenti da parte di tutti. Il Dirigente è però molto preciso sull obiettivo di fondo che desidera venga da subito perseguito: Dal primo giorno di scuola dobbiamo avere ben chiaro cosa fare con Luca e perché. Si sviluppa una discussione molto proficua, che porta alla delineazione di alcune linee di riferimento dell azione educativa e ad una precisa assunzione di responsabilità da parte di tutti. I genitori, entrambi presenti, portano contributi molto importanti per la conoscenza del bambino e alla fine approvano e si riconoscono nel lavoro che si ha intenzione di sviluppare. Si prevede un ulteriore incontro prima dell inizio dell anno scolastico per concordare in maniera più precisa il progetto educativo, che sarà poi monitorato e aggiornato con sistematicità.

Le quattro parole chiave per l integrazione 2. Organizzazione (strutturazione) Ambiente Attività Compiti

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Schemi visivi a scuola Fig. 2 - Programma visivo per un bambino autistico di 9 anni

Strutturazione compiti: quando finiscono? Indicazione verbale Campanella Orologi adattati Clessidra Organizzazione sinistra-destra

L organizzazione sinistra-destra

Le quattro parole chiave per l integrazione 3. Didattica speciale Modelli di valutazione sistematica Attività derivate dai vari programmi di intervento La gestione dei problemi comportamentali Potenziamento delle possibilità comunicative Lavoro sull intersoggettività e sul gioco Uso delle agende Didattica centrata sull utilizzo di storie sociali Video modeling Lavorare per l autodeterminazione (ADIA ) L orientamento professionale

Guide didattiche per l insegnante

La valutazione delle modalità di gioco del bambino

La valutazione delle modalità di gioco del bambino

I segni

Il sistema PECS

Il sistema PECS

Abilità scolastiche

I ponti visivi

Le conversazioni con fumetti

L autoregolazione

Lavorare per l autodeterminazione: insegnare a fare scelte

Le quattro parole chiave per l integrazione 4. I compagni Promuovere un clima positivo nella classe Alfabetizzazione emozionale Programmi di insegnamento di abilità assertive e prosociali. Studio del deficit in classe. Insegnamento cooperativo. Tutoring.

L integrazione porta benefici a tutti gli allievi Peck et al. (1990) riassumono i vantaggi per i compagni nei seguenti punti: -miglioramento del concetto di sé; -maggiore capacità di instaurare rapporti interpersonali ispirati all assertività e alla prosocialità; -minore timore delle differenze; -maggiore tolleranza; -vissuto di genuina accettazione; -acquisizione di competenze metacognitive nel lavoro di tutoring e nei gruppi cooperativi; -miglioramento dell'autostima.

Idee perdenti e idee vincenti per l integrazione