L Unione europea e le politiche migratorie

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Transcript:

L Unione europea e le politiche migratorie

I principi e gli obiettivi generali Nei Trattati istitutivi il tema dell immigrazione è inserito nel quadro Libertà, sicurezza e giustizia, delineando un preciso approccio europeo alla questione, funzionale alle regole della convivenza ed ispirato dai principi della solidarietà tra Stati membri ed equità verso i cittadini dei paesi terzi Va evidenziato il rapporto tra frontiere esterne ed interne. Per le prime l obiettivo è quello di perseguire il loro rafforzamento attraverso il controllo e la sorveglianza, presupposto fondamentale per garantire la libertà di circolazione interna e limitare il più possibile controlli alle frontiere interne

segue Tutto ciò ha determinato l esigenza di una politica comune in tema di asilo, visti e rifugiati, onde evitare che legislazioni più permissive possano determinare dei punti di entrata per flussi anomali di migranti Art. 78 TFUE: Sistema europeo comune di asilo Tra i pertinenti atti derivati, si ricordano almeno : La Direttiva Qualifiche (95/2011, qualifiche di beneficiario di protezione internazionale/sussidiaria, rifugiato); Direttiva Procedure (32/2013); Direttiva Accoglienza (33/2013, con equiparazione status richiedenti asilo e protezione internazionale)

L evoluzione della politica Inizialmente (TCEE) i Trattati prevedevano solo disposizioni relative alla circolazione dei cittadini degli Stati membri, peraltro non suscitando particolare attenzione politica visto che si trattava di manodopera poco qualificata Solamente con il mutamento geografico della manodopera nasce l esigenza di regolamentare l immigrazione extracomunitaria, sulla base di due obiettivi principali (e complementari): 1. Reprimere l immigrazione clandestina 2. Migliorare le condizioni dei lavoratori extracomunitari estendendo loro i diritti sociali di quelli europei

segue Nel corso del tempo, si è giunti ad una ripartizione di competenze tra UE e Stati membri: 1. L UE definisce le condizioni di ingresso dei cittadini dei paesi terzi legali, anche ai fini del ricongiungimento familiare. L Unione è inoltre competente per gli accordi di riammissione e per i partenariati per la mobilità 2. Gli Stati conservano la facoltà di definire i tassi di ammissione per i migranti economici

segue Impulso dal Libro Bianco Mercato interno del 1985 (elaborare principi comuni di gestione delle frontiere esterne) Gli Stati non sono disposti a cedere la loro sovranità in materia, ponendo così i presupposti per una cooperazione esterna al contesto istituzionale comunitario Convenzione internazionale di Schengen (in vigore nel 1990): norme comune sull eliminazione dei controlli alle frontiere interne (es. visti uniformi per soggiorni di breve durata, con gli Stati che possono definire le condizioni per soggiorni più lunghi)

segue Il Codice Schengen prevede (art. 29) l attivazione di misure restrittive per la libertà di circolazione interna a seguito di carenze gravi e persistenti dei controlli alle frontiere esterne (necessarie valutazioni annuali e pluriennali condotte dagli Stati in collaborazione con UE e società civile) Prevista una specifica raccomandazione del Consiglio allo Stato membro interessato

segue 1992, Trattato di Maastricht: con il Tit. VI si introduce il III Pilastro inclusivo delle politiche di immigrazione, asilo, frontiere esterne (scarsa produzione di norme, peraltro poco vincolanti) 1997, Trattato di Amsterdam: comunitarizzazione del pacchetto Schengen. Nuovo Tit. IV del TCE Asilo, visti ed immigrazione, con il Consiglio competente ad adottare specifici atti settoriali. Suddivisone delle materie tra I e III Pilastro

segue 2009, Trattato di Lisbona: Vengono esaltati i principi di solidarietà ed equa ripartizione della responsabilità (anche finanziaria) tra Stati membri. Se uno Stato si trova in difficoltà, il consiglio può adottare misure temporanee a suo beneficio (si ricorda come nel 2007 sia stato creato uno specifico Fondo per i rifugiati, attualmente Fondo Asilo, Immigrazione, Integrazione fino al 2020 istituito con Reg. 2014/516)

Il sistema di Dublino Attualmente Regolamento Dublino III, entrato in vigore nel 2014 Criteri e meccanismi per determinare lo Stato membro competente (quello di ingresso/sbarco) per esaminare la domanda d asilo. Ciò vuole scongiurare il c.d. asylum shopping, ossia la possibilità di presentare le domande nel paese in cui è più facile ottenere l asilo

I criteri per il visto Unità del nucleo familiare Precedente rilascio da parte di uno Stato membro di permessi di soggiorno e visti Ingresso e soggiorno illegali Ingresso illegale Zona internazionale di transito Anche clausola umanitaria: qualsiasi Stato membro può accettare di esaminare una domanda anche se non è competente solo per ragioni umanitarie

Limiti del sistema di Dublino Inadeguato per situazioni di larga scala Impossibile garantire velocità e snellezza delle procedure: spesso i migranti evitano la registrazione fuggendo verso i paesi di destinazione preferita Farraginoso funzionamento del Fair Mechanism di condivisione di responsabilità allocazione automatica dei migranti - tra gli Stati membri (prevista l attivazione automatica in caso di sproporzioni circa del 150% - delle richieste di asilo, determinate sia da parametri statali che a livello di UE) E previsto anche il c.d. contributo di solidarietà : in caso di temporaneo optout di uno Stato, questo dovrà pagare una somma (piuttosto ingente) per ogni migrante rifiutato Proposta italiana del Migration Compact (contributo della Germania alla sua definizione)