Il mutuo riconoscimento di titoli e qualifiche professionali

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1 UNIVERSITA DEGLI STUDI DI TORINO FACOLTA DI LINGUE E LETTERATURA STRANIERE CORSO DI LAUREA IN SCIENZE DEL TURISMO DISSERTAZIONE FINALE Il mutuo riconoscimento di titoli e qualifiche professionali Relatore: prof.ssa Monica Chiara MATTONE Canditato: Alessio ARIODANTE Anno Accademico

2 INTRODUZIONE L obiettivo di questo lavoro di tesi consiste nell analisi delle pratiche di mutuo riconoscimento di titoli e qualifiche professionali. Queste consentono ai cittadini dell Unione Europea di poter svolgere, in un qualsiasi Stato membro, una professione per la quale abbiano conseguito adeguate qualifiche in un altro Stato. L importanza di questo argomento è evidente sin dalla nascita della Comunità Economica Europea. Nel Trattato di Roma del 1957, istitutivo di questa organizzazione, era infatti stato inserito un articolo, l art. 57 (diventato poi art. 47 in seguito alla firma del Trattato di Amsterdam e art. 53 dopo Lisbona) che stabiliva, al fine di agevolare l accesso alle attività non salariate e l esercizio di queste, l emanazione, da parte del Consiglio, di direttive intese a favorire lo sviluppo di questa materia. Tale articolo, inoltre, prevedeva un opera di armonizzazione delle varie normative statali che disciplinavano le attività di lavoro autonomo o libero professionale 1. Quello della facilitazione all accesso al mercato del lavoro, infatti, è sempre stato un tema rientrante nell ambito della libertà di circolazione delle persone, la cui piena attuazione era uno dei principali obiettivi delle istituzioni comunitarie per porre le fondamenta non solo dell integrazione economica, ma anche, e soprattutto, dell unità politica dei popoli europei. Nonostante, però, l evidente rilevanza data a questo problema in fase di stipulazione del Trattato, il processo che doveva condurre alla creazione di un sistema di riconoscimento dei titoli è stato lungo e tormentato. 1 Articolo 47 TCE: 1. Al fine di agevolare l'accesso alle attività non salariate e l'esercizio di queste, il Consiglio, deliberando in conformità della procedura di cui all'articolo 251, stabilisce direttive intese al reciproco riconoscimento dei diplomi, certificati ed altri titoli. 2. In ordine alle stesse finalità, il Consiglio, deliberando secondo la procedura di cui all'articolo 251 stabilisce le direttive intese al coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative degli Stati membri relative all'accesso alle attività non salariate e all'esercizio di queste. [ ] 3

3 In seguito ad una breve esposizione dei cenni storici relativi allo sviluppo dell Unione Europea e una spiegazione delle libertà su cui essa si fonda, nel primo capitolo di questa tesi ci si soffermerà sulla libertà di circolazione delle persone ed in particolare dei lavoratori. In quest ambito si farà una distinzione tra lavoratori subordinati ed autonomi, analizzando i vari processi che hanno condotto alla loro piena libertà di circolazione. In merito ai lavoratori autonomi, poi, si farà una distinzione delle varie libertà da garantire per favorire il loro spostamento tra i vari Stati membri. Verranno quindi affrontati i temi della libera prestazione dei servizi, della libertà di stabilimento e, infine si parlerà dell argomento principale di questa discussione. In merito al mutuo riconoscimento dei diplomi verrà analizzato l immobilismo iniziale delle istituzioni, i provvedimenti adottati delle organizzazioni internazionali in questo campo e verranno in seguito analizzate tutte le direttive comunitarie atte a sviluppare un sistema di omologazione efficace ed efficiente. Conclusa questa fase di analisi, nel secondo capitolo si tratterà l argomento prendendolo in esame dal punto di vista giurisprudenziale, analizzando l operato della Corte di Giustizia dell Unione Europea nei casi di rinvio pregiudiziale in cui è stata chiamata a deliberare in merito alla questione. Tramite l analisi di cinque sentenze della Corte, relative a altrettanti differenti casi e risalenti a periodi diversi, si valuterà l apporto, a mio parere fondamentale, di questa istituzione comunitaria nello sviluppo dei sistemi di riconoscimento dei diplomi. Si potrà quindi giungere ad una conclusione in cui verranno esposte delle considerazioni generali sull operato dell Unione Europea in quest ambito fino ai giorni nostri analizzando gli aspetti positivi e le eventuali modifiche da apportare al sistema per raggiungere lo scopo, come già detto ritenuto fondamentale, di una piena integrazione economica e politica dei popoli europei. 4

4 CAPITOLO I: Il Mutuo Riconoscimento dei diplomi: evoluzione storica del fenomeno nel contesto delle libertà fondamentali. 1.1 Cenni storici Dopo la seconda guerra mondiale si iniziano a creare in Europa le prime organizzazioni internazionali in base ad un processo di crescita a tappe (principio del funzionalismo europeo): 1948: nasce l Organizzazione Europea per la Cooperazione Economica(OECE) con lo scopo di creare una zona territoriale libera da dogane in cui poter commerciare liberamente con gli USA, principali promotori dell iniziale processo di integrazione europea. 1949: nasce il Consiglio d Europa, atto a garantire la tutela dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali. A tale scopo, nel 1950, viene appunto redatta la convenzione europea dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali ancora oggi in vigore. 1950: in base al piano Shumann, nasce la Comunità Europea del Carbone e dell Acciaio(CECA), per gestire ed agevolare la circolazione di questi due materiali tra gli stati che la componevano(francia, Italia, Germania, Belgio, Paesi Bassi; Lussemburgo) abolendo i dazi doganali tra di essi e cercando di generare uno sviluppo omogeneo delle aziende produttrici. 1956: il ministro belga Spack propone di creare un organizzazione internazionale che non si limitasse a favorire il solo commercio di acciaio e carbone. 1957: vengono firmati i Trattati di Roma che prevedono la creazione dell EURATOM e l istituzione della Comunità Economica Europa(CEE). Il suo scopo principale è quello di creare un mercato comune per favorire una libera 5

5 circolazione di persone, merci e capitali all interno del territorio degli Stati che la compongono. Il limite della CEE, però, è relativo alla sua connotazione prettamente economica. Quindi, nonostante il suo operato avesse portato grandi benefici, si sente la necessità di creare una nuova organizzazione internazionale che prevedesse un unione politica tra gli Stati, oltre che economica. 1986: viene convocata una conferenza intergovernativa nell ambito della quale viene emanato l atto unico europeo in cui si dichiara l intento di voler creare un mercato libero interno entro il 31/12/ : l esigenza dei cittadini di ottenere un ruolo più attivo all interno della CEE e la necessità di creare una politica economica comune, portano alla convocazione di una nuova conferenza intergovernativa che si conclude con la redazione del Trattato di Maastricht. Con esso, la Comunità Economica Europea prende il nome di Comunità Europea ed entra a far parte, insieme a CECA ed EURATOM, del primo pilastro su cui si fonda l Unione Europea, organizzazione creata in questa occasione. Gli altri due pilastri su cui si fonda sono il PESC (Politica Estera e Sicurezza Comune) e il CGAI(Cooperazione in materia di Giustizia ed Affari Interni). A differenza del primo pilastro (pilastro comunitario), gli altri due sono di tipo intergovernativo, quindi necessitano di decisioni prese all unanimità, questo per garantire la tutela di tutti gli Stati membri. Nei loro confronti la Corte di Giustizia ha un ruolo limitato(per quanto concerne il CGAI) o nullo(nei confronti del PESC). Con questo trattato viene inoltre introdotto il concetto di cittadinanza europea, istituito dagli articoli del Trattato istitutivo della Comunità Europea, che dà luogo ad una vera e propria cittadinanza "complementare", tenuto conto che essa non sostituisce quella nazionale, ma si aggiunge ad essa. 1997: viene siglato il Trattato di Amsterdam che, tra le innovazioni principali, prevedeva la comunitarizzazione di visto, asilo ed immigrazione, oltre ad un opera di pulizia dei trattati precedenti e l introduzione del art. 6 che impone agli Stati il rispetto dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali. 6

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