Metodi matematici per l analisi del rischio di credito



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Metodi matematici per l analisi del rischio di credito Patrick GAGLIARDINI Università della Svizzera Italiana e Swiss Finance Institute Giornata di studio sulla Matematica finanziaria nell insegnamento liceale 20 ottobre 2010 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 1 / 56

INDICE 1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ 2. MISURE DEL RISCHIO 3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO 4. SIMULAZIONE NUMERICA 5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 2 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 3 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ ESEMPIO: Serie storica del prezzo dell azione IBM Prezzo ($) azione IBM 140 130 120 110 100 90 80 70 02.01.2008 01.07.2008 02.01.2009 01.07.2009 31.12.2009 tempo Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 4 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ ESEMPIO (cont.): Serie storica dei rendimenti dell azione IBM Rendimenti giornalieri IBM 0.15 0.1 0.05 0 0.05 0.1 02.01.2008 01.07.2008 02.01.2009 01.07.2009 31.12.2009 tempo Rendimento giornaliero: y t = log(s t/s t 1), doves t è il prezzo dell azione al giorno t Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 5 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ ESEMPIO (cont.): Istogramma dei rendimenti dell azione IBM Istogramma dei rendimenti giornalieri IBM 0.3 0.25 0.2 0.15 0.1 0.05 0 0.15 0.1 0.05 0 0.05 0.1 0.15 rendimento giornaliero Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 6 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ DIVERSI TIPI DI RISCHI FINANZIARI - di mercato: rischio associato alla variazione del prezzo di mercato degli attivi di bilancio - di credito: rischio associato agli eventi di default o di migrazione del rating della controparte, recovery risk,... - di liquidità e finanziamento - rischi operativi -... Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 7 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Un rischio è descritto da una variabile aleatoria (v.a.) e dalla sua distribuzione di probabilità i) Rendimento di un attivo v.a. con distribuzione normale di media μ e varianza σ 2 Densità di probabilità: f (y) = Y N(μ, σ 2 ) { 1 exp 1 2πσ 2 2σ 2 (y μ)2 }, y R Distribuzione compatibile con l ipotesi che il prezzo dell azione segua un moto Browniano geometrico I parametri μ e σ 2 sono stimati con media e varianza empiriche: ˆμ =ȳ = 1 T y t, ˆσ 2 = 1 T (y t ȳ) 2 T T t=1 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 8 / 56 t=1

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ 20 densità di probabilità dei rendimenti giornalieri IBM 15 10 5 0 0.15 0.1 0.05 0 0.05 0.1 0.15 rendimento giornaliero Media ˆμ = 0.0006 e deviazione standard ˆσ = 0.0203 stimate sul periodo 1.1.2008-31.12.2009 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 9 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Istogramma dei rendimenti giornalieri IBM 35 Student (3) 30 25 20 15 10 Gaussiana 5 0 0.15 0.1 0.05 0 0.05 0.1 0.15 rendimento giornaliero La distribuzione di Student ammette code pesanti e permette di prendere in considerazione il rischio di rendimenti estremi Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 10 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Distribuzione congiunta dei rendimenti dell azione IBM e dell indice di mercato S&P 500 0.15 Scatter plot rendimenti IBM vs rendimenti S&P 500 0.1 rendimento giornaliero IBM 0.05 0 0.05 0.1 0.1 0.05 0 0.05 0.1 0.15 rendimento giornaliero S&P 500 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 11 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ La sensitività del rendimento di un azione al fattore di rischio di mercato è studiato a partire dal modello di regressione lineare: y t = α + βx t + ε t, t = 1,, T dove: y t e x t sono i rendimenti del titolo IBM e del mercato, rispettivamente ε t è un errore aleatorio di valore atteso 0 e varianza σ 2 α e β (beta del titolo) sono parametri Stimatori dei minimi quadrati ordinari (m.q.o.) (ˆα, ˆβ) =arg min α,β T (y t α βx t ) 2 t=1 { ˆα =ȳ ˆβ x ˆβ = m xy m xx dove m xx = T t=1 (x t x) 2 e m xy = T t=1 (x t x)(y t ȳ) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 12 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Retta di regressione stimata: 0.15 Scatter plot rendimenti IBM vs rendimenti S&P 500 0.1 rendimento giornaliero IBM 0.05 0 0.05 0.1 y t = 0.00048 + 0.6128x t 0.1 0.05 0 0.05 0.1 0.15 rendimento giornaliero S&P 500 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 13 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ ii) Evento di default di un impresa v.a. binaria Y B(1, p) con distribuzione di probabilità discreta { 1 (default), prob. p Y = 0 (non default), prob. 1 p La probabilità annua di default p (0, 1) per imprese in una data classe di rating è stimata tramite la frequenza di default ˆp in tale classe Dati S&P per aziende USA nel periodo 1990-2009 (ˆp in percentuale) rating AAA AA A BBB BB B C ˆp 0 0.029 0.085 0.274 1.124 6.017 30.406 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 14 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ iii) Rating di un impresa v.a. qualitativa a K alternative (K = 8 per il rating S&P) 1 (AAA), prob. p 1 2 (AA), prob. p 2 Y =. K (D), prob. p K con p j 0, K p j = 1 j=1 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 15 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Modello dinamico per la migrazione dei rating: il rating Y t segue una catena di Markov con matrice di transizione dove π j,k 0, j, k e K k=1 π j,k = 1, j Π=[π j,k ], π j,k = P[Y t = k Y t 1 = j] Gli elementi della matrice Π sono stimati tramite le frequenze di transizione 0.921 0.071 0.005 0.001 0.000 0.001 0.001 0.000 0.004 0.903 0.087 0.005 0.001 0.000 0.000 0.000 0.000 0.018 0.921 0.055 0.003 0.001 0.001 0.001 ˆΠ = 0.000 0.002 0.038 0.909 0.041 0.005 0.002 0.003 0.000 0.000 0.001 0.061 0.839 0.076 0.012 0.011 0.000 0.000 0.002 0.004 0.070 0.815 0.049 0.060 0 0 0.002 0.004 0.012 0.146 0.532 0.304 Dati S&P per aziende USA nel periodo 1990-2009 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 16 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Consideriamo la matrice Π(h) =[π j,k (h)] delle probabilità di transizione ad un orizzonte di h periodi π j,k (h) =P[Y t+h = k Y t = j] Teorema 1: Π(h) =Π h, h 1 Dimostrazione: Per h = 2 P[Y t+2 = k Y t = j] = = = K P[Y t+2 = k Y t+1 = l, Y t = j]p[y t+1 = l Y t = j] l=1 K P[Y t+2 = k Y t+1 = l]p[y t+1 = l Y t = j] l=1 K π j,l π l,k =(Π 2 ) j,k l=1 dal teorema delle probabilità totali e la proprietà dimarkov. Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 17 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ Probabilità di default cumulate per le classi di rating investment grade: probabilità di default cumulata 0.14 BBB 0.12 0.1 0.08 0.06 A 0.04 AA 0.02 AAA 0 1 2 3 4 5 orizzonte h (anni) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 18 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ iv) Rischio di Recovery Rate (RR) Loss Given Default LGD = 1 RR è la percentuale del nominale non recuperata dal creditore in caso di default della controparte v.a. con valori nell intervallo [0, 1] con densità di probabilità f (y) = LGD Beta(α, β) Γ(α + β) Γ(α)Γ(β) yα 1 (1 y) β 1, y (0, 1) I parametri α, β > 0 possono essere stimati uguagliando i momenti teorici E[LGD] = ai momenti empirici α α + β, V[LGD] = αβ (α + β) 2 (α + β + 1) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 19 / 56

1. RISCHI E DISTRIBUZIONI DI PROBABILITÀ 1.4 funzione di densità di probabilità Beta di LGD 1.2 1 0.8 0.6 0.4 0.2 0 0 0.1 0.2 0.3 0.4 0.5 0.6 0.7 0.8 0.9 1 LGD Parametri ˆα = 1.23 e ˆβ = 1.44 stimati a partire da media 0.46 e deviazione standard 0.26 di LGD per prestiti nella classe senior unsecured (Moody s) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 20 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 21 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO Le misure del rischio come Value-at-Risk (VaR) Expected Shortfall (ES) Distortion Risk Measures (DRM) sono alla base dei moderni approcci alla gestione del rischio e della attuale regolamentazione Le misure del rischio sono utilizzate per determinare i requisiti di capitale allo scopo di coprire le perdite future monitorare i rischi tramite modelli di rischio interni Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 22 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO i) Il Value-at-Risk (VaR) Sia t la data odierna, W t+h la perdita sul periodo [t, t + h], una v.a., α (0, 1) un livello di confidenza, ad esempio α = 0.99 Il VaR VaR(t, h,α) alla data t, per l orizzonte h e al livello di confidenza α è definito dall equazione P t [W t+h VaR(t, h,α)] = 1 α dove P t [ ] è la probabilità condizionale all informazione alla data t Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 23 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO Il VaR è un quantile della distribuzione delle perdite e dei profitti (Loss and Profits, L&P) densità di probabilità di W t+h probabilità α 0 VaR(t,h,α) perdita W t+h Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 24 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO Il VaR al livello di confidenza α non è informativo sull entità delle perdite nel 100(1 α)% peggiore dei casi ii) Expected Shortfall (a.k.a. Tail VaR) Lo Expected Shortfall ES(t, h,α) è la perdita attesa nel caso in cui la perdita oltrepassa il quantile VaR(t, h, α) ES(t, h,α)=e t [W t+h W t+h VaR(t, h,α)] dove E t [ ] è il valore atteso condizionale all informazione alla data t Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 25 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO Lo Expected Shortfall può essere interpretato come una media di VaR estremi Teorema 2: Vale ES(t, h,α)= 1 1 α 1 α VaR(t, h, u)du Dimostrazione: Sia W una v.a. con densità di probabilità f, funzione di ripartizione F e funzione quantile Q = F 1. Abbiamo: E[W W Q(α)] = = Q(α) wf (w)dw P[W Q(α)] 1 1 α Q(α) wf (w)dw = 1 1 α 1 α Q(u)du con il cambio di variabile w = Q(u). Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 26 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO iii) Distortion risk measures Sia H una funzione di ripartizione convessa sull intervallo [0, 1] Una Distortion Risk Measure (DRM) è definita da DRM(t, h, H) = 1 0 VaR(t, h, u)dh(u) ES al livello di confidenza α è una DRM associata alla funzione di ripartizione H(u) = 1 1 α (u α)+ (distribuzione uniforme sull intervallo [α, 1]) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 27 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO ESEMPIO: Misure del rischio in una distribuzione normale (caso statico) Sia la perdita W N(μ, σ 2 ) una v.a. normale. Il VaR si ottiene da: P[W VaR(α)] = 1 α P[W VaR(α)] = α VaR(α) =μ + σφ 1 (α) (1) dove Φ è la funzione di ripartizione della distribuzione normale standard Lemma 3: Sia W N(μ, σ 2 ) e a R. Allora: E[W W a] =μ + σ dove φ è la densità di probabilità di una normale standard. Dal Lemma 3 con a = μ + σφ 1 (α) segue: a μ φ( σ ) 1 Φ( a μ σ ), ES(α) =μ + σ φ[φ 1 (α)] 1 α (2) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 28 / 56

2. MISURE DEL RISCHIO 20 VaR(t, h, α) ees(t, h, α) per orizzonte h =10giorni 18 16 $ 14 ES 12 10 VaR 0.95 0.955 0.96 0.965 0.97 0.975 0.98 0.985 0.99 0.995 1 α VaR e ES a 10 giorni per un investimento di 100 USD nell azione IBM sotto l ipotesi di rendimenti i.i.d.n(μ, σ 2 ) con μ = 0.0006 e σ = 0.0203 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 29 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 30 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Nella pratica le misure del rischio devono essere calcolate (anche) per grandi portafogli di contratti individuali: Portafogli di prestiti ad imprese e prestiti ipotecari Portafogli di contratti assicurativi Portafogli di Credit Default Swaps (CDS) e per titoli derivati scritti su questi grandi portafogli: Mortgage Backed Securities (MBS) Collateralized Debt Obligations (CDO) Derivati sull indice itraxx Insurance Linked Securities (ILS) e longevity bonds Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 31 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO La modellizzazione dei rischi in portafogli finanziari (e assicurativi) e il calcolo delle misure del rischio associate devono confrontarsi con i) la grande dimensione dei portafogli (compresa tra 100 e 10, 000 100, 000 contratti) ii) la nonlinearità connessa ai rischi di default, loss given default, eventi assicurativi,... iii) la dipendenza tra i rischi individuali, che è indotta dalle componenti sistematiche di tali rischi Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 32 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO 3.1 Modello di rischio fattoriale per un portafoglio omogeneo I rischi individuali y i = c(f, u i ), i = 1,..., n dipendono dal vettore dei fattori sistematici F e dai rischi idiosincratici u i Ipotesi distribuzionali A.1: le v.a. F e (u 1,...,u n ) sono indipendenti A.2: le v.a. u 1,...,u n sono indipendenti e identicamente distribuite Il portafoglio è omogeneo poichè la distribuzione congiunta dei rischi individuali è invariante rispetto a permutazioni degli indici Il fattore sistematico F introduce dipendenza tra i rischi individuali Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 33 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Esempio 1: Modello lineare a 1 fattore [Buhlmann (1967), Gordy (2004)] I rischi individuali sono una funzione lineare di un unico fattore sistematico y i = F + u i dove F N(μ, η 2 ), u i N(0,σ 2 ) Il modello descrive un portafoglio omogeneo di azioni quando y i èil rendimento di un titolo e F = α + βx è una trasformazione del rendimento di mercato X Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 34 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Esempio 2: Il modello del valore dell impresa [Merton (1974), Vasicek (1991)] I rischi individuali y i sono gli indicatori di default 1, se A i < L i (default) y i = 0, altrimenti dove A i e L i sono risp. il valore degli attivi e il debito dell impresa i I logaritmi dei rapporti attivi/debito soddisfano un modello lineare a 1 fattore: log (A i /L i )=F + u i Otteniamo il modello a 1 fattore y i = 1{F + u i < 0} considerato nella regolamentazione di Basilea 2 [BCBS (2001)] Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 35 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Esempio 2 (cont.): Il modello del valore dell impresa [Merton (1974), Vasicek (1991)] Equivalentemente abbiamo un modello ad intensità in forma ridotta y i i.i.d.b[1, p(f)], condizionatamente a F con probabità di default condizionale p(f) =Φ 1 ( F) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 36 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Esempio 3: Modello con default e Loss Given Default stocastici La perdita alla scadenza sul prestito i è: y i = Z i LGD i dove Z i è l indicatore di default e LGD i è il Loss Given Default Condizionatamente al fattore F =(F 1, F 2 ), le v.a. Z i e LGD i sono indipendenti e tali che Z i B(1, F 1 ), LGD i Beta(α(F 2 ),β(f 2 )) I due fattori F 1 e F 2 controllano la probabilità di default e il Loss Given Default stocastici Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 37 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO 3.2 Rischio del portafoglio Il rischio totale del portafoglio è dato da: W n = n y i = i=1 n c(f, u i ) i=1 (una v.a. che corrisponde alla perdita di portafoglio) La perdita di portafoglio per contratto individuale è W n /n Il VaR per contratto individuale VaR n (α) al livello di confidenza α si ottiene dall equazione P[W n /n VaR n (α)] = 1 α ES per contratto individuale: ES n (α) =E[W n /n W n /n VaR n (α)] Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 38 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Esempio 1: Modello lineare a 1 fattore (cont.) La perdita per contratto individuale: W n /n = 1 n n y i = F + 1 n i=1 n i=1 u i N (μ, η 2 + 1n ) σ2 Dalle formule (1) e (2) otteniamo VaR e ES: VaR n (α) =μ + η 2 + 1 n σ2 Φ 1 (α) (3) ES n (α) =μ + η 2 + 1 n σ2 φ[φ 1 (α)] 1 α Per grandi n, la distribuzione di W n /n e le misure del rischio associate convergono alle quantità corrispondenti per la v.a. F Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 39 / 56

3. MODELLI FATTORIALI DEL RISCHIO Nel caso generale, la distribuzione del rischio di un portafoglio W n non è nota in forma chiusa a causa della dipendenza tra i rischi e dell aggregazione Come derivare le misure di rischio del portafoglio? Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 40 / 56

4. SIMULAZIONE NUMERICA Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 41 / 56

4. SIMULAZIONE NUMERICA SIMULAZIONE DI VARIABILI ALEATORIE Sia U U(0, 1) una v.a. uniforme sull intervallo [0, 1] i) v.a. discrete Sia p (0, 1). La v.a. binaria Y = 1{U p} è distribuita B(1, p) ii) v.a. continue Sia F una funzione di ripartizione continua e strettamente crescente. Allora la v.a. Y = F 1 (U) ha funzione di ripartizione F Infatti: P[Y y] =P[F 1 (U) y] =P[U F(y)] = F(y) È possibile simulare la realizzazione di una qualsiasi v.a. a partire da un generatore di numeri casuali con distribuzione uniforme U(0, 1) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 42 / 56

4. SIMULAZIONE NUMERICA UN ALGORITMO DI SIMULAZIONE PER CALCOLARE MISURE DI RISCHIO Sia S un intero. 1. Simuliamo S realizzazioni indipendenti del vettore aleatorio (F, u 1,..., u n ): (F (s), u (s) 1,..., u(s) n ), s = 1,..., S 2. Calcoliamo le perdite associate W n (s) /n = 1 n c(f (s), u (s) i ), s = 1,..., S n i=1 3. Calcoliamo il/un quantile VaR n,s (α) al livello di confidenza α della distribuzione empirica di W n (s) /n, s = 1,..., S Dalla teoria della stima dei quantili, sotto condizioni di regolarità VaR n,s (α) converge in probabilità avar n (α) quando S Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 43 / 56

4. SIMULAZIONE NUMERICA Esempio 2: Il modello del valore dell impresa (cont.) Scriviamo il modello nella forma Y i = 1{Yi < 0} Yi = Φ 1 (PD)+ ρf + 1 ρu i dove F, u 1,..., u n sono v.a. N(0, 1) indipendenti e i parametri PD e ρ sono PD = P[Y i = 1] =probabilità di default ρ = corr(yi, Y j )=asset correlation, per i j Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 44 / 56

Boxplot della distribuzione di ES(t, h, α) calcolato con simulazione numerica, h = 1 anno e α = 0.99 per un portafoglio di n = 1000 prestiti nel modello del valore dell impresa con probabilità di default PD = 0.01 e asset correlation ρ = 0.12 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 45 / 56 4. SIMULAZIONE NUMERICA 0.075 0.074 0.073 0.072 0.071 0.07 0.069 0.068 0.067 0.066 0.065 1 2 S=10000 S=100000

VaR e ES a 1 anno in un portafoglio di n = 1000 prestiti con probabilità di default PD = 0.01 e asset correlation ρ = 0.12. Simulazione numerica con S = 100000 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 46 / 56 4. SIMULAZIONE NUMERICA 0.14 VaR e ES per contratto in un portafoglio di n = 1000 prestiti 0.13 0.12 0.11 0.1 0.09 0.08 ES 0.07 0.06 0.05 VaR 0.04 0.99 0.991 0.992 0.993 0.994 0.995 0.996 0.997 0.998 0.999 1 α

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 47 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Permette di derivare delle approssimazioni in forma chiusa delle misure del rischio di grandi portafogli Precisione all ordine O(1/n), dove n è il numero di contratti nel portafoglio Alternativa alla simulazione numerica Intuizione: la Legge dei Grandi Numeri e il Teorema del Limite Centrale (TLC) possono essere applicati a W n /n = 1 n n y i = 1 n i=1 n c(f, u i ) i=1 condizionatamente al valore del fattore F! Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 48 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Applicando il TLC condizionatamente a F, per grandi n abbiamo W n /n = m(f)+σ(f) X n + O(1/n) dove m(f) =E[y i F] è il rischio atteso condizionale individuale σ 2 (F) =V[y i F] è la volatilità condizionale individuale X è una v.a. normale standard e indipendente da F Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 49 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Un portafoglio di dimensione infinita n = non è privo di rischio, poichè i rischi sistematici non sono diversificabili! Infatti, per n = abbiamo: stocastico W n /n = m(f) Deduciamo che la misura del rischio VaR (α) per un portafoglio infinitamente granulare è il quantile associato alla componente sistematica m(f): [Vasicek (1991)] P[m(F) VaR (α)] = 1 α Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 50 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Il risultato principale della teoria della granularità applicata alle misure del rischio fornisce il termine di primo ordine nell espansione di VaR n (α) rispetto a n in un intorno di n = Teorema 4: Vale dove VaR n (α) =VaR (α)+ 1 n GA(α)+o(1/n) GA(α) = 1 { d log g (w) E[σ 2 (F) m(f) =w] 2 dw + d } dw E[σ2 (F) m(f) =w] w = VaR (α) e g è la densità di probabilità dim(f) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 51 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Esempio 2: Modello lineare a 1 fattore (cont.) Abbiamo: e quindi m(f) =F, σ 2 (F) =σ 2 (costante) g (F) = 1 ( ) F μ η φ η Dal Teorema 4 si ottiene l espansione VaR n (α) =VaR (α)+ 1 nga(α) con VaR (α) =μ + ηφ 1 (α), GA(α) = σ2 2η Φ 1 (α) che corrisponde all espansione di Taylor all ordine 1/n della formula (3) Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 52 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ Esempio 2: Il modello del valore dell impresa (cont.) 1 0.9 0.8 0.7 0.6 VaR (0.99) 0.03 0.025 0.02 1 n GA(0.99) PD=0.5% PD=1% PD=5% PD=20% 0.5 0.015 0.4 0.3 0.01 0.2 0.1 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 ρ 0.005 0 0 0.2 0.4 0.6 ρ 0.8 1 Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 53 / 56

5. TEORIA DELLA GRANULARITÀ 1 VaR (0.99) 20 x 10 3 1 n GA(0.99) 0.9 18 0.8 16 0.7 0.6 0.5 0.4 0.3 0.2 0.1 ρ=0.05 ρ=0.12 ρ=0.24 ρ=0.50 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 PD 14 12 10 8 6 4 2 0 0 0.2 0.4 0.6 0.8 1 PD Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 54 / 56

Riferimenti bibliografici Basel Committee on Banking Supervision (2001): The New Basel Capital Accord, Consultative Document of the Bank for International Settlements, April 2001, Part 2: Pillar 1. Basel Committee on Banking Supervision (2003): The New Basel Capital Accord, Consultative Document of the Bank for International Settlements, April 2003, Part 3: The Second Pillar. Buhlmann, H. (1967): Experience Rating and Credibility, ASTIN Bulletin, 4, 199-207. Chamberlain, G., e M., Rothschild (1983): Arbitrage, Factor Structure and Mean-Variance Analysis in Large Markets, Econometrica, 51, 1281-1304. Gagliardini, P., e C., Gouriéroux (2010): Granularity Theory, CREST, DP. Gagliardini, P., Gouriéroux, C., e A., Monfort (2010): Micro-information, Nonlinear Filtering and Granularity, CREST, DP. Gordy, M. (2003): A Risk-Factor Model Foundation for Rating-Based Bank Capital Rules, Journal of Financial Intermediation, 12, 199-232. Gordy, M. (2004): Granularity Adjustment in Portfolio Credit Risk Measurement, in Risk Measures for the 21.st Century, ed. G. Szego, Wiley, 109-121. Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 55 / 56

Riferimenti bibliografici Gourieroux, C., e J., Jasiak (2001): Financial Econometrics: Problems, Models and Methods, Princeton Series in Finance, Princeton University Press. McNeil, A., Frey, R., e P., Embrechts (2005): Quantitative Risk Management: Concepts, Techniques, Tools, Princeton Series in Finance, Princeton University Press. Merton, R. (1974): On the Pricing of Corporate Debt: The Risk Structure of Interest Rates, Journal of Finance, 29, 449-470. Vasicek, O. (1991): Limiting Loan Loss Probability Distribution, KMV Corporation, DP. Patrick Gagliardini (USI e SFI) Metodi matematici per il rischio di credito 20 ottobre 2010 56 / 56