Quaderni di egittologia 1
Un ringraziamento a Beppe Moiso per l elaborazione grafica di alcune figure.
ALESSANDRO ROCCATI L AREA TEBANA ARACNE
Copyright MMIV ARACNE EDITRICE S.r.l. www.aracneeditrice.it info@aracneeditrice.it 00173 Roma via Raffaele Garofalo, 133 A/B 06 93781065 ISBN 88 7999 611-8 I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. I edizione: febbraio 2004
La via di Luxor passa da Torino (Champollion)
PREFAZIONE Questi appunti intendono servire da introduzione alla problematica offerta da una delle aree archeologiche più ricche di materiali di ogni genere, da cui prendere le mosse per una ricostruzione di molteplici aspetti della civiltà faraonica. Insieme con una guida ai monumenti esistenti, si vuole offrire un criterio di interpretazione dei loro significati nel più ampio contesto culturale della storia dell Egitto, così come essa si delinea attraverso valutazioni che si spingon dietro le mere apparenze di quel che resta, in modo da provvedere un metodo di analisi. Dal punto di vista del recupero antiquario, l area tebana è stata una delle più esplorate, conosciute e saccheggiate nell evo moderno. Missioni archeologiche praticamente di tutti i paesi interessati all egittologia vi hanno lavorato. Oltre ad una estesa e metodica documentazione, accurati interventi di restauro, che si sono aggiunti a quelli antichi, hanno consolidato e contribuito a far durare il frutto delle ricerche (ciò non toglie che monumenti visibili nell 800 e documentati siano ridotti allo stato di frammenti). Una quantità di reperti è andata a riempire musei di tutto il mondo, compreso quello di Torino e altri italiani, dapprima indiscriminatamente, in modo che il contesto, quando possibile, è stato recuperato da ricerche successive. Questa è stata solo l ultima migrazione, ché, nel giro di millenni, una quantità di monumenti è stata asportata, sostituita, imitata, rimessa in opera o fatta oggetto di studio e di ripristino. Una somma siffatta di esperienze, nel loro profondo legame culturale, costituisce l essenza più vera di un lavoro di archeologia, che non è solo scavo e riesumazione di memorie, bensì ricostruzione dei fili, spesso invisibili, che hanno guidato il progresso della civiltà. Alessandro Roccati Torino, novembre 2003 7
L AREA TEBANA Premessa Tutta la Valle del Nilo fu abitata da tempi remoti, ininterrottamente, ma le fasi di occupazione acquistano senso diverso nelle periodizzazioni riconoscibili che si ispirano a determinati modelli culturali. Poco a nord della regione dove più tardi si svilupperà Tebe, sulla sponda occidentale del Nilo, durante il periodo protodinastico si forma a Nagada il massimo insediamento urbano del tempo. Tebe sarebbe divenuta solo nel II millennio uno dei maggiori centri urbani dell Egitto faraonico, ma nel suo territorio sono state rinvenute sepolture protostoriche e dell età menfita (IV III millennio a.c.), consistenti in tombe a fossa, mastabe costruite in mattoni crudi e tombe rupestri con decorazioni incise e dipinte. La tradizione conserva memoria della presenza o del passaggio di faraoni della V e della VI dinastia, ricordati da statue, rilievi e graffiti. I culti evocati dalle iscrizioni menfite concernono il dio Montu, la divinità principale della regione venerata particolarmente ad Armant (che ne conserva il nome), città che dovette essere il centro principale prima di Tebe; il dio lunare Khonsu, con velleità bellicose, la cui natura divina è tratteggiata particolarmente nelle iscrizioni riportate su un sarcofago da Gebelein, località al limite meridionale del nomo, della XII dinastia, ora a Torino (G 1 T); la dea Hathor, legata spesso a popolazioni di cultura diversa da quella menfita, come quelle insediate a Gebelein. Di questa dea fioriva un culto funerario nella zona di Tebe detta oggi (ed )Deir el Bahari ( il convento settentrionale, denominata da un monastero che si insediò in età cristiana in un tempio su cui torneremo). 9