Bruno de Filippis I decreti delegati di cui all art. 2 della legge 219/2012

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3 Bruno de Filippis I decreti delegati di cui all art. 2 della legge 219/2012 Delega al governo per la revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione

4 Copyright MMXIII ARACNE editrice S.r.l. via Raffaele Garofalo, 133/A B Roma (06) ISBN I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento anche parziale, con qualsiasi mezzo, sono riservati per tutti i Paesi. Non sono assolutamente consentite le fotocopie senza il permesso scritto dell Editore. I edizione: luglio 2013

5 Indice 7 Premessa 9 Capitolo I Osservazioni generali 11 Capitolo II Delega al governo 27 Capitolo III Analisi del contenuto degli articoli 99 Capitolo IV Considerazioni conclusive 105 Modifiche al testo del decreto 115 Comunicato stampa della presidenza del Consiglio dei Ministri 5

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7 Premessa La Commissione per lo studio e l approfondimento di questioni giuridiche afferenti la famiglia e l elaborazione di proposte di modifica alla relativa disciplina, dopo aver svolto il lavoro necessario per varare la legge 219/2012, ha pubblicato una bozza dei decreti che il Governo è stato delegato, dall art. 2 della medesima legge, ad emanare entro dodici mesi. Mentre il testo della 219 elaborato dalla Commissione è stato pubblicato sulla Gazzetta ed è legge esecutiva a tutti gli effetti, il testo dei decreti costituisce solo una proposta, che il Governo potrebbe recepire o meno. Esso è stato pubblicato sul sito ministeriale il 4 marzo 2013, con il presumibile scopo di suscitare un dibattito, che eventualmente lo arricchisca e/o lo modifichi. Con l intento di contribuire al dibattito ed allo scopo indicato, si formulano le osservazioni che seguono. 7

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9 Capitolo I Osservazioni generali Il modo di procedere per tappe successive, con l iniziale affermazione di nuovi e rivoluzionari principi e successiva revisione di tutte le norme influenzate dalla novella, ovunque esse siano scritte, è, già di per sé, criticabile. È infatti opportuno che ogni importante riforma sia compiuta in modo unitario, con una visione contestuale e complessiva e non sia invece come un vestito per il quale già si sappia che, appena uscito dalla sartoria, saranno necessari adeguamenti e ritocchi. Le ragioni per le quali si è scelto di operare in tal modo possono essere comprensibili (anche se non giustificabili), se si considerano i consueti timori di fine legislatura, accentuati dal fatto che l intesa sui temi di principio era stata particolarmente faticosa e si era più volte dimostrata precaria, nel corso dei lavori parlamentari. Approvare il testo base e delegare il Governo è stato il frutto della volontà di rendere (con un gesto alla Hernan Cortés) irreversibili le acquisizioni già compiute e di non dare, al Legislatore successivo, la possibilità di ripensare tutto e ricominciare da capo. Se ciò è criticabile in linea generale, lo è maggiormente nell ipotesi in discorso, poiché in essa il contenuto attribuibile ai decreti delegati rischia di essere di spessore addirittura maggiore rispetto al testo della legge. Con la delega, sono stati infatti demandate ai decreti una serie di modifiche, in alcuni casi solo di forma, ma in altri ineludibilmente definibili, pur volendo accettare un interpretazione riduttiva dei contenuti della delega stessa, di piena sostanza. 9

10 10 I decreti delegati di cui all art. 2 della legge 219/2012 Ove invece si voglia accedere ad una diversa interpretazione, si deve affermare che la delega ha attribuito al Governo il compito di riscrivere l intero sistema di attribuzione dello status ai nati e, quindi, sia andata ben al di là di un incarico di revisione, coordinamento o completamento della disciplina dettata. Certamente, con la delega risultavano implicitamente rimesse scelte importanti, come quella se, per parificare il sistema di riconoscimento dei figli, dovesse essere necessario riscrivere i singoli articoli lasciando invariata la loro collocazione, il loro numero e la loro successione oppure riscrivere l intera normativa, dettando semplicemente una disciplina unica per ogni tipologia di figli. In realtà, la riforma avrebbe dovuto essere ancora più unitaria e complessa. Per abolire del tutto le differenze tra figli ed evitare di sostituire alla distinzione tra figli legittimi e naturali (a sua volta derivata dalla distinzione tra legittimi ed illegittimi), la distinzione tra nati dentro e fuori il matrimonio sarebbe stato necessario legiferare anche in ordine alle c.d. coppie di fatto. Fino a che, infatti, permarranno situazioni che discriminano i genitori ed il loro modo di stare insieme, anzi, fino a che le coppie di fatto non diverranno, a loro volta, di diritto, ricevendo il dovuto riconoscimento di una regolamentazione giuridica, sarà difficile, se non impossibile, abolire completamente ogni differenza tra i figli.