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A3.4 Le travature reticolari poliglotta Travatura reticolare GB: Truss F: Poutre à croisillons D: Fachwerkträger richiamo Alcuni esempi di travature reticolari: i tralicci utilizzati per il trasporto dell energia elettrica; le strutture delle gru; le strutture di sostegno dei ponti in acciaio; la struttura reticolare più spettacolare e famosa, ovvero la Tour Eiffel di Parigi. Fig. 3.20 Travatura reticolare isostatica con 15 aste e 9 nodi. Le travature reticolari sono strutture complesse indeformabili, costituite da un insieme di aste collegate fra loro in punti detti nodi. Nelle rappresentazioni schematiche i nodi sono considerati come cerniere (per semplificare i calcoli e comunque a vantaggio della sicurezza). In realtà sono degli incastri, in quanto le aste sono collegate fra loro tramite bulloni, chiodi o saldatura. I carichi che sollecitano la struttura sono applicati nei nodi, di conseguenza, ogni asta è sollecitata secondo la congiungente i suoi due nodi. Le aste si definiscono tese quando sono sollecitate a sforzo di trazione; compresse, quando sono sollecitate a sforzo di compressione. Osservazione: se un carico è applicato in un punto qualsiasi sull asta, lo si può comunque considerare applicato nei nodi dell asta; basta scomporlo in due componenti applicate nei due nodi. Le travature reticolari possono essere piane o spaziali. In questa trattazione si considerano solo quelle piane, cioè aventi le aste in un piano contiene anche le forze. Fra i vari modi in cui è possibile collegare più aste per formare una figura chiusa, il più semplice e interessante è il collegamento a triangolo (4Fig. 3.20). Si hanno tre aste non allineate che collegano tre no di; per collegare un altro nodo al triangolo di partenza (1-2-3) occorrono altre due aste non allineate (2-4 e 3-4); la costruzione continua così fino a esaurimento dei collegamenti fra i vari nodi. Se si indica con a il numero di aste e con n il numero di nodi, il numero minimo di aste necessarie per collegare n nodi così da ottenere una struttura isostatica, o strettamente indeformabile, è dato da: a = 2 n 3 [3.8] Nel triangolo di partenza, infatti, si hanno tre aste che collegano tre nodi; il numero di aste per collegare i rimanenti (n 3) nodi è dato da 2 (n 3), quindi si avranno in totale: 3 + 2 (n 3) = 2 n 3 che rappresenta il numero delle aste da utilizzare per collegare n nodi. Se il numero di aste è superiore a quello minimo dato dalla [3.8], la struttura è iperstatica, o ad aste sovrabbondanti; se è minore, la struttura è labile o deformabile. 1

poliglotta Tirante GB: Tie F: Tirant D: Spannstange poliglotta Puntone GB: Strut F: Arbalétrier D: Druckstab Fig. 3.21 Determinazione degli sforzi nelle aste di una travatura reticolare con il metodo di Ritter: la linea di sezione n-n taglia tre aste non concorrenti e mette in evidenza i rispettivi sforzi S 2, S 3, S 4. Calcolo degli sforzi nelle aste Lo studio di una travatura reticolare consiste nella determinazione de gli sforzi che si hanno nelle aste, a causa dei carichi esterni applicati al la struttura. Poiché i carichi si considerano applicati nei nodi e i nodi si con sidera no come cerniere, lo studio si semplifica e le aste si considerano sot toposte a trazione o a compressione. Le aste sottoposte a trazione so no dette tiranti; quelle sottoposte a compressione sono dette puntoni. At traverso le equazioni della Statica, applicate a ciascun nodo, si potrebbe determinare lo sforzo nelle aste, ma sarebbe un procedimento piuttosto laborioso; è preferibile pertanto utilizzare dei procedimenti di ricerca più adatti, come il metodo grafico di Culmann, il metodo analitico di Ritter, il metodo grafico dell equilibrio ai nodi o il poligono di Cremona. Sarà esposto di seguito, sotto forma di esempio, il metodo di Ritter. Metodo di Ritter Data la travatura rappresentata nella figura 3.21, determinare gli sforzi nelle aste 2, 3, 4, sapendo che: F 1 = F 3 = 30 dan; F 2 = 60 dan; l = 8 m; α = 45. Soluzione La struttura è in equilibrio sotto l azione delle forze esterne, applicate nei nodi, e delle reazioni vincolari. Effettuando una sezione ideale n-n, che taglia tre aste non concorrenti, la travatura viene divisa in due parti, ciascuna delle quali continua a essere in equilibrio sotto l azione delle forze attive, reattive, e degli sforzi che l altra parte della travatura reticolare trasmette lungo le aste tagliate, come prescritto dal principio di azione e reazione. Si calcola l intensità delle reazioni vincolari; poiché i carichi sono verticali e simmetrici, le reazioni sono verticali e hanno intensità: R A F + F + F = R = B 1 2 3 2 120 = = 60 dan 2 Si calcola, in seguito, l intensità degli sforzi nelle aste. Si traccia la sezione n-n che taglia le aste 2, 3, 4 e si considera, per esempio, la parte di destra. 2

richiamo Avendo ipotizzato che le aste 2, 3 e 4 siano dei tiranti, i relativi sforzi S 2, S 3 e S 4 sono applicati ai loro nodi A e D con verso uscente. Si indicano con S 2, S 3, S 4 gli sforzi nelle rispettive aste in esame, attribuendo i versi in modo da risultare, per esempio, dei tiranti. Per l equilibrio, deve verificarsi che, rispetto a un punto qualunque del piano, il momento delle forze esterne attive e reattive, applicate alla parte di sinistra della travatura, dev essere uguale e contrario alla somma dei momenti degli sforzi nelle tre aste tagliate rispetto allo stesso punto. Per rendere il problema risolvibile, si assume uno dei nodi come punto, definito polo, rispetto cui calcolare il momento. Il polo dev essere uno dei nodi in cui si incontrano due delle tre aste sezionate. Se i risultati degli sforzi nelle aste risultano positivi, il loro verso fissato inizialmente è corretto; se il risultato è negativo, gli sforzi avranno verso opposto. Si calcolano gli sforzi nell asta 2: si sceglie il polo D in cui si incontrano le aste 3 e 4, rispetto al quale S 1 e S 3 hanno momento nullo. Dall equazione di equilibrio dei momenti rispetto a D, si ottiene: quindi: Poiché: si avrà: S d R l 2 A = 0 4 S R l 1 2 = A 4 d l 8 d = tg α = tg 45 = 2 4 4 60 2 S 2 = = 60 dan 2 essendo positivo il valore trovato, l asta 2 risulta, come ipotizzato, un tirante. Si calcolano gli sforzi nell asta 3: si sceglie il polo A in cui si incontrano le aste 2 e 4, rispetto al quale S 1 e S 2 hanno momento nullo. Dall equazione di equilibrio dei momenti si ottiene: da cui si ha: Poiché: sostituendo si ottiene: F l 3 + S3 DA = 0 4 S F l 1 = DA 3 3 4 l 1 DA = = 2 2 = 2 2 4 cos α 2 S 3 = 30 2 1 = 15 2 = 21, 2 dan 2 2 3

Dato che il valore di S 3 è negativo, il suo verso, ipotizzato in partenza, è da invertire, per cui l asta 3 risulta un puntone poiché la forza è diretta verso il nodo. Si calcolano gli sforzi nell asta 4: il polo dei momenti è rappresentato dal nodo O in cui si incontrano le aste 2 e 3. L equazione dei momenti vale: Poiché: sostituendo si ha: F l = R l A S DO = 0 4 2 3 4 DO = DA = 2 2 ( ) =, dan S = 1 4 30 2 60 4 63 6 2 2 anche S 4 ha verso opposto a quello ipotizzato, per cui l asta 4 risulta un puntone. Il procedimento adottato viene ripetuto effettuando sulla travatura tutte le sezioni necessarie, considerandone una per volta, fino a prendere in esame tutte le aste. 4

L Unità didattica in breve Riduzione di un sistema di forze Un qualsiasi sistema di forze è equivalente, dal punto di vista degli effetti prodotti, a un altro sistema formato dalla sua risultante, applicata in un punto P qualsiasi, e dal suo momento risultante calcolato ri spetto allo stesso punto. Il sistema costituito dalla risultante e dal mo mento risultante si dice sistema ridotto a un punto P, che a sua volta prende il nome di centro di riduzione. Esaminare il sistema ridotto, più semplice, di un sistema complesso di forze e di coppie di forze, facilita lo studio degli effetti generati sui corpi cui è applicato. L operazione di riduzione di un sistema a un punto può risultare più agevole utilizzando il teorema delle proiezioni. Equilibrio di un sistema di forze Un corpo si dice in equilibrio quando è in equilibrio il sistema di forze a esso applicato. Un sistema di forze applicato a un corpo è detto in equilibrio se l applicazione o la rimozione contemporanea delle forze non ha alcun ef fetto sullo stato di moto o di quiete del corpo. Affermare che un corpo li bero è in equilibrio o che un sistema di forze è in equilibrio è la stessa co sa. Un corpo libero soggetto a un sistema di forze complanari ha tre possibilità di movimento, tre gradi di libertà, e perché sia in equilibrio de vono essere rispettate entrambe le equazioni cardinali della Stati ca: R = 0; M R = 0. Esse corrispondono a due equazioni di equilibrio re lative alla traslazione e una relativa alla rotazione. Un corpo libero di muo versi nello spazio ha sei gradi di libertà e quindi le equazioni cardinali della Statica sono tre equazioni di equilibrio relative alla traslazione e tre relative alla rotazione. I corpi vincolati Un corpo rigido si dice vincolato quando le sue possibilità di movimento sono impedite, in parte o completamente, dal contatto di altri corpi definiti vin coli; un corpo vincolato, pertanto, è posto in condizioni di equilibrio ap plicando un certo numero di vincoli. Lo studio dell equilibrio dei cor pi vin - co lati si effettua considerandoli corpi liberi sollecitati da un sistema di forze, costituito dalle forze attive (forze esterne) e dalle reazioni vincolari. L e quilibrio si consegue quando il sistema di forze, così de finito, soddisfa le equazioni cardinali della Statica (4Form. 3.1 e 3.2). I vincoli possono essere ridotti ai se guenti tipi fondamentali: l appoggio, che elimi na un grado di li bertà sia nel caso di forze spaziali sia nel caso di forze nel pia no; la cernie ra, che elimina due gradi di libertà ai corpi soggetti a forze complanari; la cerniera sferica, che elimina tre gradi di libertà ai cor pi soggetti a forze spa ziali; la cerniera cilindrica, che elimina quattro gra di di li bertà ai cor pi soggetti a forze spaziali; l incastro, che elimina ogni possibi li tà di movimento sia nel caso di forze spaziali sia nel caso di forze nel piano. 5

Se si esamina una struttura vincolata, formata da uno o più corpi ri gidi e dal numero delle reazioni vincolari, tenendo presente il numero di equazioni della Statica disponibili (tre nel piano e sei nello spazio) si pos sono avere i seguenti casi: una struttura si definisce isostatica se il numero delle reazioni in co gnite è uguale al numero delle equazioni della Statica (in tal caso il numero di vincoli è strettamente sufficiente a eliminare i suoi gra di di libertà); una struttura si definisce labile se i vincoli sono insufficienti a eliminare i gradi di libertà, quindi le equazioni della Statica non han no significato in quanto non sussistono le condizioni di equilibrio; una struttura si definisce iperstatica se i vincoli sono in numero so vrab bondante rispetto ai gradi di libertà. Il problema dell equilibrio, in questo caso, è staticamente indeterminato, perché le sole equazioni della Statica non sono sufficienti per il calcolo delle reazioni in co gni te, che risultano in numero superiore a quello delle equazioni di spo nibili. Le travature reticolari Le travature reticolari sono strutture complesse costituite da un insieme di aste collegate fra loro nei punti estremi detti nodi. Una struttura reticolare è strettamente indeformabile o isostatica, se è formata da un numero minimo di aste dato dalla [3.8]; iperstatica o ad aste so vrab bondanti, se il numero di aste è superiore a quello dato dalla [3.8]; labile, se è inferiore. Lo studio di una travatura reticolare consiste nella determinazione degli sforzi che si hanno nelle aste a causa dei carichi esterni applicati alla struttura. Poiché i carichi si considerano applicati nei nodi e i nodi si considerano come cerniere, le aste sono sottoposte a trazione o a compressione; nel primo caso prendono il nome di tiranti, nel secondo caso sono definite puntoni. La determinazione degli sforzi nelle aste si potrebbe effettuare tramite le equazioni della Sta tica applicate a ciascun nodo, ma è piuttosto laboriosa; quindi si adottano dei procedimenti di ricerca più adatti, come il metodo grafico di Culman, il metodo analitico di Ritter, il metodo grafico dell equilibrio ai nodi o il poligono di Cremona. 6

PROBLEMI DI RIEPILOGo 1. Data una trave caricata da un sistema di forze parallele (4Fig. 3.22), determinare il sistema equivalente forza-coppia ridotto al punto B. Sono noti: F 1 = F 2 = F 3 = 15 N; F 4 = 30 N. Fig. 3.22 Riduzione a un punto di un sistema di forze parallele; le lunghezze sono espresse in centimetri. Fig. 3.23 Riduzione a un punto di un sistema di tre forze complanari. Fig. 3.24 Sistema di quattro forze complanari. 2. Ridurre al punto P (coincidente con l origine di un sistema di assi ortogonali cartesiani) il sistema di forze complanari rappresentato nella figura 3.23, sapendo che: F 1 = F 2 = 50 N; F 3 = 30 N; a = c = 1 m; b = d = 2 m; α = 45. 3. Date quattro forze complanari applicate a un corpo libero (4Fig. 3.24), verificare le condizioni di equilibrio, sapendo che: F 1 = F 3 = 150 N; F 2 = F 4 = 200 N; a = 2 m; b = 3 m. 7

4. Verificare le condizioni di equilibrio del sistema di forze della figura 3.25, sapendo che: F 1 = 150 N; F 2 = 200 N; F 3 = 100 N; α = 30. Fig. 3.25 Sistema di tre forze complanari. Fig. 3.26 Trave con due carichi concentrati. Fig. 3.27 Trave caricata con un carico distribuito uniforme. Fig. 3.28 Trave a sbalzo soggetta a carichi misti. 5. Determinare le reazioni vincolari della trave schematizzata nella figura 3.26, essendo noti: F 1 =100 N; F 2 = 80 N; α = 45. 6. Calcolare le reazioni vincolari della trave rappresentata nella figura 3.27, caricata con un carico distribuito uniforme q = 50 N/m. 7. Calcolare le reazioni vincolari della trave a sbalzo soggetta a un carico distribuito e a uno concentrato (4 Fig. 3.28), sapendo che: q = 200 N/m; F = 150 N. 8. Determinare le reazioni nella trave a mensola sollecitata da una forza concentrata e da un carico distribuito uniforme (4Fig. 3.29), essendo noti: F = 200 N; q = 80 N/m; α = 30. 8

Fig. 3.29 Trave a mensola soggetta a carichi misti. Fig. 3.30 Trave a sbalzi soggetta a carichi distribuiti. Fig. 3.31 Struttura composta, con una cerniera interna, sottoposta all azione delle forze esterne e delle reazioni vincolari. 9. Determinare le reazioni vincolari della trave a sbalzi, rappresentata nella figura 3.30, soggetta a due carichi distribuiti q = 60 N/m. A 10. Data la struttura composta nella figura 3.31, calcolare le reazioni vincolari sapendo che: F = 100 N; a = 2 m. 9