corso per preparatori fisici di pallavolo Lo stretching Titolo della relazione: Roma 3 Settembre 2010 Relatore: Prof.Roberto Benis



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corso per preparatori fisici di pallavolo Roma 3 Settembre 2010 Titolo della relazione: Lo stretching Relatore: Prof.Roberto Benis 1

La Condizione fisica CAPACITA' DI FORZA CAPACITA' DI RAPIDITA' CAPACITA' DI RESISTENZA MOBILITA' ARTICOLARE Forza massima Forza rapida Res.alla forza Forza reattiva Rapidità di reazione Cap.di accelerazione Rap.di movimento Res di breve durata Res di media durata Res di lunga durata Mobilità delle articolazioni Cap.di allungamento 2

MOBILITA ARTICOLARE: DEFINIZIONE La mobilità articolare è la qualità che permette ad un atleta di eseguire movimenti di grande ampiezza, in una o più articolazioni, con le proprie forze o grazie all intervento di forze esterne (Weineck, 2001) Vanno considerate componenti della mobilità articolare (Frey, 1977): 1. L ARTICOLARITA che si riferisce alla struttura delle articolazioni 2. LA CAPACITA DI ALLUNGAMENTO che riguarda i muscoli, i tendini, i legamenti e l apparato l capsulare 3

1. DALL ARTICOLARITA, che si riferisce alla struttura delle articolazioni. 2. DALLA CAPACITA Di ALLUNGAMENTO che riguarda i muscoli, i tendini, i legamenti e l apparato capsulare Da goderzo mod 4

ANATOMICA limitata da fattori strutturali ATTIVA per l azione dei muscoli agonisti ed antagonisti PASSIVA per l azione di una forza esterna (maggiore di quella attiva) Schnabel et al.,1994 5

Escursione articolare raggiungibile con le varie metodologie (esempio dei muscoli che portano il braccio in flessione orizzontale) 6

-Struttura delle articolazioni -Massa muscolare e tono muscolare -lo stato di riscaldamento -Affaticamento muscolare -Età e sesso -Orario della giornata e temperatura esterna Weineck Da Guderzo modif 7

ORARI E ATTIVITA : come influenzano l allungamento 8

Le diverse tecniche di stretching: ANALITICHE Statico o passivo (Anderson, 1980) Balistico PNF (Knott e Voss, 1968 ) GLOBALI - Metodo mezieres - Stretching Globale Attivo (Souchard, 1995) Stretching Dinamico Da Guderzo dif 9

Stretching dinamico: Questo sistema è consigliato in programmi sportivi in cui sono previsti movimenti ad elevata velocità, poiché agisce sull'elasticità di muscoli e tendini. Il muscolo agonista contraendosi rapidamente tende ad allungare il muscolo antagonista (il muscolo che in questo esercizio vogliamo allungare); si effettuano, quindi, movimenti a "rimbalzo" con una certa rapidità. La tecnica consiste nello slanciare in modo controllato le gambe o le braccia, in una determinata direzione, senza molleggiare, rimbalzare o dondolare. 10

IL METODO DELLO STRETCHING Possono essere riassunti sotto la denominazione di stretching solo quei metodi di allenamento nei quali si evita di provocare il RIFLESSO DA STIRAMENTO 11

RASSEGNA DEI METODI DI ALLUNGAMENTO I metodi di stretching più utilizzati possono essere così sintetizzati: 1. Trazione passiva o allungamento permanente 2. Metodo della contrazione-rilassamento rilassamento-allungamento allungamento (CR) con utilizzo dell autoinibizione 3. Metodo della contrazione-rilassamento rilassamento-allungamento allungamento (CRS) con utilizzo dell inibizione reciproca 4. Allungamento degli agonisti con contemporanea contrazione degli antagonisti 5. Combinazione tra contrazione-rilassamento rilassamento ed allungamento con contemporanea contrazione degli antagonisti (CRAC) 12

Principi base dello stretching Per allungare un muscolo oltre la lunghezza di riposo è necessario applicare una forza per tendere gli elementi elastici in parallelo Diagramma forza- lunghezza- Margaria 1968 Da sepulcri 13

LE STRUTTURE COINVOLTE NELLO STRETCHING Il tessuto connettivo Gli elementi elastici I cross bridge acto-miosinici Proske, Morgan 2000 Da sepulcri 14

Peso dei Fattori limitanti capsula: 47% Muscoli e fascie 41% Tendine e legamenti 10% Fasce 2% GLI ELEMENTI CONTRATTILI non oppongono resistenza all allungamento IL TESSUTO CONNETTIVO ( tendini, legamenti, fasce e capsule articolari ) oppone resistenza all allungamento 15

Strutture coinvolte nello stretching Negli esercizi di stretching vengono coinvolte in ordine di importanza nello sviluppo di tensione passiva (resist.allo stiramento) 1-i ponti acto-miosinici 2-la proteina titina (il vero elemento elastico del sarcolero) 3-il connettivo 16

COSA FARE PER OTTENERE UN ALLUNGAMENTO DURATURO? Il muscolo è un unità visco-elastica, questo significa che per ottenere un allungamento duraturo della struttura non si può agire solo sulla struttura elastica, bensì è fondamentale lavorare sulla componente viscosa che è quella che in realtà manterrà duraturi gli effetti dell allungamento. 17

Il TESSUTO CONNETTIVO Durante uno stiramento passivo vengono sollecitati: La congiunzione tendine osseo Il tendine La congiunzione muscolo - tendine Gli elementi elastici in parallelo Le strutture muscolari 18

EFFETTI DELLO STRETCHING SUI TENDINI L allenamento allo sprint e ai salti datermina un aumento dello spessore e del numero delle fibrille dei tendini come risposta adattiva (Kubo) Stretching statico 5x15 sec. 3xdie x 20 giorni Diminuita la viscosità Non modificata la rigidità Stretching dinamico 5x15rip flex dorsale caviglia 3xdie x 20 giorni Diminuita la viscosità Diminuita la rigidità Da sepulcri mod. 19

EFFETTI DELLO STRETCHING Sulla giunzione muscolo - tendine Es. di stretching statici possono provocare dei rimaneggiamenti delle proteine responsabili della trasmissione delle tensioni svolgendo un azione attiva sulle strutture del tessuto connettivo 20

EFFETTI ADATTIVI DELLO STRETCHING STRETCH REFLEX RITARDATO, AUMENTO DEL NUMERO DEI SARCOMERI IN SERIE, CAMBIAMENTO SEMIPERMANENTE DELLA LUNGHEZZA DELLE FASCE CONNETTIVALI, AUMENTO DEL ROM ARTICOLARE, MODIFICAZIONE DELLE STRUTTURE ARTICOLARI, 21

EFFETTI DELLO STRETCHING Se un muscolo è stato precedentemente contratto la risposta durante lo stiramento sarà maggiore (tecniche PNF) Da sepulcri mod 22

STRETCHING E PRESTAZIONI Forza: nelle manifestazioni esplosive è stata riscontrata una diminuzione significativa del 10% dopo uno stretching statico Valutazione della forza e della potenza degli estensori degli arti inf. su MED da sepulcri mod. 23

STRETCHING E PRESTAZIONI Velocità: stretching statici peggiorano il livello di prestazione nelle sequenze di forza rapida. Prima della prestazione influisce in negativo (young e elliot, wiemenn 2000 e altri) Es. di stretching svolti per 15 min prima di uno sprint di 40 m. hanno determinato un peggioramento della prestazione di 0,14 sec. (Klee, 2000) 24

STRETCHING E PRESTAZIONI Capacità di elevazione: L introduzione di es. di stretching statici nel riscaldamento per esercizi di salto ha determinato una perdita di performance del 6% rispetto al gruppo di controllo che non aveva utilizzato alcuna forma di allungamento. (Henning, Podzielny). Peggioramento della forza reattiva nei salti in basso dell 8-10% (Begert, hilldembrach (2003) 25

STRETCHING E PRESTAZIONI Protocolli di riscaldamento prima di un salto verticale 1. Attivazione specifica 2. Riscaldamento generale e stretching statico 3. Riscaldamento e PNF Il gruppo 3 peggiorò in modo significativo le proprie prestazioni (Knudson,2002) Da sepulcri mod 26

STRETCHING E PRESTAZIONI Molti autori concordano che l uso degli esercizi di stretching nel riscaldamento, soprattutto in forma statica, influiscono negativamente: sulle capacità di salto verticale sulla forza sulla velocità Nelle prove di resistenza non sono stati riscontrati risultati né negativi né positivi. Gli es. di stretching non contribuiscono a prevenire gli infortuni 27

Stretching e riscaldamento L Innalzamento della tempertura senza attività fisica (vedi bagni messaggi) non aumenta la flessibilità muscolo tendinea (Burke e all.2001) 28

L EFFETTO ANTALGICO DEGLI ES. DI STRETCHING La pratica costante di es. di stretching in forma statica riesce a migliorare la mobilità articolare in quanto produce un adattamento all es. di stiramento ( strech tollerance) dovuto principalmente alla desensibilizzazione dei recettori propri del dolore. Le tecniche PNF condotte con il metodo contract relax risultano quelle più efficaci e pertanto da non utilizzare nella fase di riscaldamento 29

Stretch e infortuni Lo Stretching non incide sugli infortuni( Hebert 2000, british medical journal) Gabriel 2002-Bisciotti 2005 e sul riscaldamento, dagli stessi autori si dice che fare stretch alla fine della sedute non cambia la possibilità di avere doms. 30

MICROTRAUMI E STRETCHING Gli stiramenti passivi sottopongono le strutture elastiche a tensioni molto elevate che possono provocare: 1.Microtraumi 2.disturbo della coordinazione ottimale di gesti specifici. La sollecitazione passiva di un gruppo muscolare mette in gioco l efficacia della coordinazione agonista-antagonista. (I muscoli ischio-crurali troppo allungati non risulteranno così pronti all azione di blocco della coscia durante la corsa). 3.Il fenomeno del Creeping: minor capacità del tendine di immagazzinare energia elastica (riorganizzazione delle fibre collagene) 31

LE TECNICHE DI STRETCHING PASSIVO: Eseguito con l assistenza di un partner L atleta si rilassa e il preparatore muove l arto per ampliare il ROM Nessun controllo diretto da parte dell atleta BALISTICO: Eseguito attraverso dei rapidi movimenti con rimbalzo Può evocare un forte riflesso da stiramento Lascia il muscolo in posizione più accorciata di quanto non fosse prima di iniziare l esercizio Sviluppa più del doppio della tensione se paragonato all allungamento statico (Beaulieu 1981) corso per preparatori fisici 32 di

PANORAMICA DEI METODI DI ALLUNGAMENTO I metodi di stretching più utilizzati possono essere così riassunti: 1.Trazione passiva o allungamento permanente (Anderson) 2.Metodo della contrazione-rilassamento-allungamento (CRS) 3.Metodo della facilitazione propriocettiva neuromuscolare (PNF) 4.Allungamento degli agonisti con contemporanea contrazione degli antagonisti 5.Combinazione tra contrazione-rilassamento ed allungamento con contemporanea contrazione degli antagonisti (CRAC) 33

TECNICHE DI STRETCHING ANDERSON: prevede un allungamento rilassato e prolungato di un singolo distretto muscolare al fine di allentare la tensione e di diminuire il tono muscolare. 34

Stretching di Anderson Si basa su 2 principi: 1.Abbassamento del tono muscolare 2.Inibizione del riflesso muscolare Lo stretching di Anderson ha però effetti cronici 35

TECNICHE DI STRETCHING ANDERSON VANTAGGI Tecnica ampiamente conosciuta e praticata Relativamente facile da eseguire SVANTAGGI (per come è stato utilizzato finora) PRIMA DELL ALLENAMENTO: Abbassa il tono muscolare DOPO ALLENAMETO: Non accelera il recupero Può provocare dei micro-traumi 36

TECNICHE DI STRETCHING ANDERSON ALLORA QUANDO???? LONTANO DALL ALLENAMENTO COME SEDUTA SPECIFICA DA GuDERZO MODIF 37

TECNICHE DI STRETCHING P.N.F.: Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva 1. non attiva il riflesso di stiramento dei fusi. 2. riflesso inverso di stiramento 3. contrazione isometrica. 4. inganna i recettori tendinei del Golgi, per favorire il rilassamento del tendine. La c.i. provoca un accorciamento del muscolo che viene compensato dall allungamento del tendine. La causa di questo allungamento risiede nel riflesso inverso da stiramento. 38

TECNICHE DI STRETCHING P.N.F.: Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva 39

TECNICHE DI STRETCHING P.N.F.: Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva CRS (Contrazione isometrica antagonista, Rilassamento, Allungamento) Posizione raggiunta in 6 e mantenuta per circa 20 Contrarre l antagonista in 6-8 Rilassare la muscolatura per 2-3 Allungare l agonista per 20 40

TECNICHE DI STRETCHING P.N.F.: Facilitazione Neuromuscolare Propriocettiva CRAC (Contrazione, Rilassamento e Contrazione degli Antagonisti) Sportraining.it 41

. Metodo C.R.A.C. Fase 1: vai in posizione di allungamento (in 6-8 sec.). Fase 4: vai di nuovo in posizione di massimo allungamento (in 6-8 sec.) contraendo i muscoli antagonisti. Fase 2: effettua una contrazione isometrica (di 6-8 sec.). Fase 5: mantieni la posizione di massimo allungamento (per 20-60 sec.) mantenendo contratti i muscoli antagonisti. Evita irrigidimenti e dolore acuto. Fase 3: rilascia i muscoli contratti (per 2-4 sec.). Fase 6: ritorna alla posizione iniziale (in 6-8 sec.). 42

TECNICHE DI STRETCHING P.N.F. - C.R.S. C.R.A.C. ATTENZIONE: QUANDO??? NO OK Prima dell allenamento Lontano o come seduta specifica di allenamento ATTENZIONE A fine allenamento dopo una fase a basso impegno fisico 43

Effetti dello stretching statico Effetti acuti: < elevazione-forza isometrica-forza isocinetica (23articoli) Effetti cronici: > elevazione-sprint e forza isometrica (7-9 articoli) Review di Shrier CJSM 2004 (Colli lezione corso p.f.) 44

Stretching Analitico Agisce sul singolo muscolo senza tenere conto dell intero sistema dando la possibilità al corpo di creare compensi. Se allungo un anello della catena il resto della catena si accorcia. Quando finisco lo stiramento l intero sistema ripristina le vecchie informazioni 45

Allungamento Muscolare Globale Agisce sull intera catena muscolare Evita i compensi Garantisce la possibilità modificare permanentemente le vecchie informazioni che alteravano il sistema posturale 46

Come agire I nostri muscoli tonici, sono organizzati sotto forma di catene, come lunghi elastici. Per cui, per allungare un elastico, l unico metodo efficace, è quello di tirare le 2 estremità, contemporaneamente. (Globalità) In più, ogni tratto di catena è composto di muscoli con precise funzioni complesse (flessioneadduzione-intrarotazione per esempio) e tutte le sue componenti devono essere corrette, dolcemente, pazientemente...in POSTURA GLOBALE 47

Problema: L attività fisica aumenta la, già enorme, mole di lavoro della muscolatura tonica...ma fare attività fisica senza un adeguato supporto muscolare è rischioso ed altrettanto deleterio per tutte altre struttute capsulo-legamentose, tendinee ecc ecc. Come fare? 48

TECNICHE DI STRETCHING STRETCHING GLOBALE ATTIVO Mezieres -Souchard Con finalità preventiva, Trae i suoi principi dalla Rieducazione Posturale Globale ( RPG, creata per uso terapeutico) 49

TECNICHE DI STRETCHING STRETCHING GLOBALE ATTIVO 1. Sfrutta il principio della globalità 2. Continuità garantita dalle fasce connettivali delle catene muscolari 3. Attraverso l uso di POSTURE 4. Respirazione 50

I muscoli Il nostro sistema muscolare è caratterizzato da 2 gruppi anatomo-funzionali, che sono -MUSCOLI TONICI ( o della statica) -MUSCOLI FASICI (o della dinamica) 51

Organizzazione della muscolatura Muscoli posturali Poco consumo energetico e poca affaticabilità Muscoli comandati per lo più in modo riflesso Muscoli corti-profondi e monoarticolari Un parametro preferenziale di riferimento Ruolo: mantengono la posturaappoggio e pre movimento Muscoli dinamici Molto consumo energetico e faticabilità Muscoli con comando volontario Muscoli poliarticolari e lunghi Ruolo: movimento, con dinamicità e ampiezza 52

Organizzazione della muscolatura Muscoli centrali Muscoli addominali e lombari Partecipano al controllo posturale Muscoli periferici Muscoli che permettono ampiezza di movimento Muscoli di tipi dinamico 53

Organizzazione della muscolatura Muscoli di chiusura Gruppi muscoli che compiono soprattutto flessione e rotazione interna Muscoli di apertura Gruppi muscolari che compiono soprattutto estensione e rotazione esterna 54

Le catene muscolari di souchard 55

Catena Posteriore E composta principalmente da: Ischio-crurali Adduttori Muscoli profondi dei glutei Muscoli spinali Trapezio Dorsale 56

Catena Posteriore La sua retrazione porta a: Dorso piatto e torace avanti Iperlordosi cervicale o lombare Bacino verticalizzato Ginocchia vare Piedi cavi 57

Catena Anteriore Scaleni Intercostali Sistema fibroso cravatta (che tiene sospeso il diaframma ed i visceri) Psoas Adduttori Muscoli anteriori della gamba 58

Catena Anteriore Un suo accorciamento porta: Capo anteposto Dorso curvo Spalle anteposte Ginocchia valghe Piedi piatti 59

Le catene muscolari di Souchard secondarie Catena inspiratoria (diaframma e relativo tendine, sternocleidomastoideo, scaleni, intercostali, spinali dorsali, piccolo pettorale) Catena superiore della spalla (trapezio superiore, deltoide medio) Catena antero-interna della spalla (coracobrachiale, sottoscapolare, grande pettorale clavicolare) 60

Le catene muscolari di Souchard secondarie Catena anteriore del braccio (coraco-brachiale, bicipite, brachiale, lungo supinatore, muscoli anteriori dell avambraccio e dell eminenza tenare e ipotenare) Catena antero- interna dell anca (ileopsoas, fascia iliaca, adduttori del pube) Catena laterale dell anca (piriforme, grande gluteo, tensore fascia) 61

Posture SI SUDDIVIDONO IN 2 GRUPPI: Con chiusura delle anche (per la c. posteriore) Con apertura delle anche (per la c. anteriore) CON TRE MODALITA OPERATIVE: CARICO SEMICARICO SCARICO 62

Posture in apertura d anca Apertura d anca braccia addotte/abdotte Rana al suolo, braccia addotte/abdotte In piedi al muro, braccia addotte In piedi al centro, braccia addotte (come sopra, ma senza muro) 63

Rana al suolo, braccia addotte/abdotte In piedi al muro, braccia addotte In piedi al centro, braccia addotte (come sopra, ma senza muro) 64

Posture in chiusura d anca Chiusura d anca, braccia addotte/abdotte Rana in aria, braccia addotte/abdotte Seduta al muro Seduta al centro 65

Rana in aria, braccia addotte/abdotte (si può eseguire anche con gambe in abduzione per la catena anterointerna dell anca) Seduta al muro (come sopra, ma viceversa) Seduta al centro 66

Postura speciale Chiusura d anca per lo sportivo Ballerina 67

Le posture Controllare la respirazione Lenta, ritmica e prolungata che privilegi la fase espiratoria Abbassamento del diaframma Conseguente allungamento della catena inspiratoria quasi sempre retratta 68

TECNICHE DI STRETCHING S.G.A. QUANDO???? CARICO SEMICARICO PRIMA DELL ALLENAMENTO Da colli e guderzo mod Mantengono efficiente l attività neuromuscolare Impegnative 69

TECNICHE DI STRETCHING S.G.A. QUANDO???? SCARICO POST ALLENAMENTO Eliminano tensioni muscolari e compensi da allenamento Maggiore tempo a disposizione 70

TECNICHE DI STRETCHING S.G.A. QUANDO???? CARICO SEMICARICO SCARICO Lontano o come seduta di allenamento Più efficaci se effettuate a freddo Maggiore tempo a disposizione 71