Il controllo di gestione nelle PMI. di Paolo Tartaglia Polcini Confindustria Avellino 19 aprile 2016

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Il controllo di gestione nelle PMI di Paolo Tartaglia Polcini Confindustria Avellino 19 aprile 2016

Il sistema di pianificazione, programmazione e controllo Adempie la funzione di supportare: La corretta formulazione delle decisioni: Strategiche perative Il monitoraggio dei risultati La responsabilizzazione dei manager 2

Le fasi del ciclo di pianificazione, programmazione e controllo IL METD Analisi di scenario/vincoli interni Fissazione di obiettivi Svolgimento della gestione Analisi dei risultati Feed-back PIANIFICAZINE (STRATEGICA) SWT Analysis Balanced Scorecard biettivi STRATEGICI Risultati STRATEGICI Analisi dei risultati Analisi performance STRATEGICA C N T R L L S T R A T E G I C PRGRAMMAZINE (PERATIVA) biettivi strategici/ Risorse disponibili biettivi PERATIVI Risultati PERATIVI Analisi dei risultati Analisi performance PERATIVA C N T R L L D I G E S T I N E 3

Il controllo di gestione: le finalità tipiche SCPI DEL CNTRLL DI GESTINE Individuare AREE DI RESPNSABILITA Assegnare BIETTIVI PARTICLARI Attivare il SISTEMA PREMIANTE 4

Il controllo di gestione e le dimensioni aziendali IL CNTRLL DI GESTINE HA TRADIZINALMENTE AVUT CME PRPRI AMBIT DI RIFERIMENT L IMPRESA DI GRANDE DIMENSINE, PICHE Il CUMUL DEI RULI in capo al medesimo soggetto rende coordinamento e cofinalizzazione risultati spontanei La CNTABILITA DIREZINALE NN E BBLIGATRIA e nelle PMI viene percepita spesso come un ingiustificato appesantimento amministrativo In realtà, le PMI sono soggette a fattori di pressione competitiva non meno intensi delle imprese di maggiori dimensioni e devono con accuratezza e tempestività monitorare i propri livelli di EFFICIENZA/EFFICACIA 5

Il controllo di gestione nelle PMI: la relazione con la pianificazione strategica Gli strumenti e i metodi che teoria e prassi hanno formalizzato per la pianificazione strategica hanno come proprio ambito naturale di applicazione l impresa di medio-grandi dimensioni La naturale (ma non necessaria) SEPARAZINE TRA PRPRIETA E GESTINE ne fa uno strumento di accountability utile a fronteggiare il problema di agenzia La naturale (ma non necessaria) CMMISTINE TRA PRPRIETA E GESTINE rende preferibile non sacrificare l espressione dell intuito dell imprenditore Nelle PMI, ferma restando la valenza dei metodi e strumenti di pianificazione strategica, è opportuno che l imprenditore non ne faccia un uso particolarmente formalizzato, ma più libero ed estemporaneo 6

Il controllo di gestione nelle PMI: l area della programmazione operativa La programmazione e il controllo operativi hanno un contenuto strettamente tecnico volto a monitorare profili di efficacia/efficienza operativi. Non è la dimensione aziendale a differenziare la sua configurazione ma Specificità del SETTRE DI APPARTENENZA Caratteristiche del MDELL RGANIZZATIV Nelle PMI come nelle grandi imprese, il controllo di gestione deve consentire di isolare aree di eventuale inefficacia/inefficienza, al fine di rimuovere le cause che ne sono a monte e attivare i meccanismi del sistema premiante. Le sue caratteristiche dipenderanno essenzialmente da complessità e variabilità del settore di appartenenza. 7

I «pilastri» del l controllo di gestione: il Budget Documento che formalizza impatti economici, finanziari e patrimoniali di un programma di gestione. Evita di «navigare a vista» e costringe ad accettare una logica condivisa di programmazione Nelle PMI molto spesso non si coglie la portata utile di una gestione programmata, probabilmente a causa degli oneri amministrativi che comporta e dei vincoli alla libertà di gestione che crea Si perde così una preziosa opportunità di riflessione ex ante su coerenza tra: obiettivi particolari, vincoli di struttura e vincoli di mercato 8

I «pilastri» del l controllo di gestione: l analisi degli scostamenti Raffronto tra dati di budget e dati (pre)consuntivi al fine di conoscere andamenti in atto e profili di inefficacia/inefficienza da rimuovere. Lo scostamento viene scomposto per individuare sue componenti riconducibili a tipologie di determinanti causali. Tipicamente: SCSTAMENT DI QUANTITA (efficienza interna) SCSTAMENT DI PREZZ (efficienza esterna) Non vi è alcuna ragione per ritenere diversa l utilità dell analisi degli scostamenti in funzione della dimensione aziendale. Anche se nelle PMI i ruoli (e le responsabilità delle singole componenti dello scostamento) non sono distinti, la scomposizione dello scostamento complessivo è comunque preziosa sul piano delle indicazioni gestionali e delle possibili azioni correttive 9

I «pilastri» del l controllo di gestione: i rapporti di gestione Sono il luogo in cui trovano formale rappresentazione le risultanze del controllo di gestione. Essi devono avere una struttura che ne massimizza la portata informativa e l utilità decisionale. Imprescindibile è la tempestività. Nel tempo, teoria e prassi hanno consolidato strutture tipiche per i rapporti di gestione Nelle PMI la confusione di ruoli in capo agli stessi soggetti comporta una sottostima della portata utile dei rapporti di gestione, spesso del tutto trascurati In considerazione della modesta articolazione dei ruoli nelle PMI, è opportuno che i rapporti di gestione siano più snelli, agili, sintetici, poco formalizzati. Ma è certamente inopportuno che spariscano del tutto (come la prassi non di rado dimostra) 10