RIGIDE LENTI A CONTATTO SFERICHE E ASFERICHE LENTI A CONTATTO CON SUPPORTO GRAFICO



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Mario Giovanzana 26 novembre 2001 LENTI A CONTATTO RIGIDE SFERICHE E ASFERICHE LENTI A CONTATTO CON SUPPORTO GRAFICO L idea di sviluppare programmi in grado di fornire sia le caratteristiche matematico/geometriche delle lenti che la grafica nasce dall esigenza, spesso riscontrata, di coniugare l aspetto produttivo con quello applicativo. La grafica presenta infatti il vantaggio di far apprezzare immediatamente le variazioni che possono essere determinate dal cambiamento anche di uno solo degli input riferito alla lente. Le variazioni numeriche non consentono infatti una agevole comprensione degli effetti di cambiamenti che possono risultare marginali da un punto di vista matematico ed essere invece apprezzabili dal punto di vista fisico se valutati attraverso il supporto grafico. Fig. 1 1

SUPERFICIE INTERNA BI-CURVA La superficie interna bi-curva si articola su quattro dati fondamentali espressi in mm.: 1. Curva Base 2. Seconda Curva 3. Zona Ottica 4. Diametro Totale Al variare dei quali varia la caratteristica della superficie interna, intesa come sagittale e come edge lift Esempio di applicazione: curva base 8.00, seconda curva 10.00, zona ottica 8.00, diametro totale 9.60, si ottengono i valori di: sagittale 1.46, edge lift 0.14 Fig. 2 Modificando solo la dimensione della zona ottica da 8.00 a 8.30 noteremo la variazione della sagittale da 1.46 a 1.49 e del edge lift da 0.14 a 0.11. Curva base 8.00, seconda curva 10.00, zona ottica 8.30, diametro totale 9.60, si ottengono i valori di: sagittale 1.49, edge lift 0.11 Fig. 3 2

Modificando ulteriormente solo la dimensione della zona ottica da 8.30 a 8.60 noteremo la variazione della sagittale da 1.49 a 1.51 e del edge lift da 0.11 a 0.09. Fig. 4 Quindi la variazione della zona ottica modificherà sostanzialmente la sagittale che passerà da 1.46 a 1.51 Fig.2 e Fig.4 e di conseguenza il sistema applicativo di questa lente. Con questo esempio si vuole dimostrare l importanza della sagittale in ambito applicativo. In Fig. 1 i dati fondamentali sono curva base 8.00, seconda curva 10.00, la differenza tra le due curve è di mm 2.00, zona ottica 8.00 diametro totale 9.60 sagittale 1.46. Modificando la curva base da 8.00 a 8.05, variazione minima in caso di lente leggermente stretta, mantenendo il rapporto di mm 2.00 tra le due curve, curva base e seconda curva, otterremo una variazione di 0.01 nella sagittale da 1.46 a 1.45. Fig. 5 3

Nel caso volessimo stringerla da 8.00 a 7.95 Fig. 6 otteniamo anche in questo caso una variazione di 0.01 nella sagittale. Questo ad indicare che una variazione nella curva base di 0.05 mantenendo identici tutti gli altri rapporti e valori porta a una variazione minima di 0.01 nella sagittale. Fig. 6 Con questo esempio Fig. 7 si vuole dimostrare che la variazione di 0.05 nella sagittale tra le Fig.2 e Fig.4 è notevole in quanto per poter cambiare la sagittale di 0.05 modificando solo la curva base mantenendo identici tutti gli altri rapporti il valore da apportare è di 0.30. Fig. 7 4

SUPERFICIE INTERNA ASFERICA Metodo di calcolo con predeterminazione dell edge lift Considerando che l elemento caratterizzante la superficie interna è costituito dalla sagittale è possibile calcolare attraverso edge lift il suo valore: 1. Curva Base 2. Edge lift 3. Zona Ottica 4. Diametro Totale Esempio di applicazione del programma: curva base 8.00, edge lift 0.09, zona ottica 7.60, diametro totale 9.60, otteniamo i valori di: sagittale 1.51 Esempio di applicazione del programma: Fig. 8 curva base 8.00, edge lift 0.11, zona ottica 7.60, diametro totale 9.60, otteniamo i valori di: sagittale 1.49 Fig. 9 5

Esempio di applicazione del programma: curva base 8.00, edge lift 0.14, zona ottica 7.60, diametro totale 9.60, otteniamo i valori di: sagittale 1.46 Fig. 10 Esempio di applicazione del programma: curva base 8.00, edge lift 0.16, zona ottica 7.60, diametro totale 9.60, otteniamo i valori di: sagittale 1.44 Fig. 11 6

SUPERFICIE INTERNA TRI-CURVA Questo programma permette di determinare gli spostamenti relativi alle differenze esistenti tra le diverse curve, nonché il valore della sagittale e dell edge lift Fig. 12 e Fig. 13. Esempio di applicazione: curva base 8.00, seconda curva 9.00, terza curva 10.00, zona ottica 8.00, zona intermedia 8.80, diametro totale 9.60, si ottengono i valori di: differenza tra la curva base e la seconda curva 1.13, differenza tra la seconda curva e la terza 1.13, sagittale 1.49, edge lift 0.11. Esempio di applicazione: Fig.12 curva base 8.00, seconda curva 9.00, terza curva 10.00, zona ottica 7.40, zona intermedia 8.50, diametro totale 9.60, si ottengono i valori di: differenza tra la curva base e la seconda curva 1.13, differenza tra la seconda curva e la terza 1.12, sagittale 1.46, edge lift 0.14. Fig. 13 7

SUPERFICIE INTERNA TETRA-CURVA Questo programma permette di determinare gli spostamenti relativi alle differenze esistenti tra le diverse curve, nonché il valore della sagittale e dell edge lift Fig. 14 e Fig. 15. Esempio di applicazione: curva base 8.00, seconda curva 8.50, terza curva 9.00, quarta curva 10.00, zona ottica 8.00, prima zona intermedia 8.50, seconda zona intermedia 9.00, diametro totale 9.60, si ottengono i valori di: primo spostamento 0.57, secondo spostamento 0.57, terza differenza 1.14, sagittale 1.51, edge lift 0.09. Esempio di applicazione: Fig.14 curva base 8.00, seconda curva 9.00, terza curva 10.00, quarta curva 11.00, zona ottica 8.00, prima zona intermedia 8.50, seconda zona intermedia 9.00, diametro totale 9.60, si ottengono i valori di: primo spostamento 1.13, secondo spostamento 1.12, terza differenza 1.11, sagittale 1.46, edge lift 0.14. Fig.15 8

LENTE NEGATIVA CON SUPERFICIE INTERNA BI-CURVA Con questi esempi si vuole dimostrare che al variare della zona ottica esterna cambia anche lo spessore della giunzione e di conseguenza cambia il peso della lente. In questi esempi si noterà che la giunzione nella Fig.16 è 0.25 e in Fig.17 è 0.30 e il raggio lenticolare della superficie esterna passa da 7.57 a 6.70. E evidente che il peso della lente e la forma geometrica determinano la stabilità della lente nell occhio. riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, spessore centrale 0.10, potere 8.00, zona ottica esterna 7.60. Fig. 16 riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, spessore centrale 0.10, potere 8.00, zona ottica esterna 8.60. Fig. 17 9

Anche lo spessore è estremamente importane nel determinare il peso della lente. In questi esempi si noterà che la giunzione passerà da 0.30 a 0.22 Fig. 18 e Fig. 19 modificando lo spessore centrale da 0.15 a 0.08. riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, spessore centrale 0.15, potere 8.00, zona ottica esterna 7.60, il valore della giunzione sarà 0.30 e il raggio lenticolare 7.22. Fig. 18 riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, spessore centrale 0.07, potere 8.00, zona ottica esterna 7.60, il valore della giunzione sarà 0.22 e il raggio lenticolare 7.80. Fig. 19 10

LENTE POSITIVA CON SUPERFICIE INTERNA BI-CURVA Con questi esempi dimostriamo che al variare della zona ottica esterna mantenendo il valore della giunzione identica in una lente positiva cambia lo spessore e di conseguenza il suo peso. In questi esempi si noterà che lo spessore centrale in Fig.20 è 0.29 e in Fig.21 è 0.39, mentre il raggio lenticolare della superficie esterna rimarrà identico 8.01. E evidente che il peso della lente e la forma geometrica determinano la stabilità della lente nell occhio. riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, giunzione 0.15, potere 10.00, zona ottica esterna 7.00. Fig. 20 riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, giunzione 0.15, potere 10.00, zona ottica esterna 8.60. Fig. 21 14

Con questi esempi dimostriamo che al variare della giunzione mantenendo la zona ottica esterna identica in una lente positiva cambia lo spessore e di conseguenza il suo peso. In questi esempi si noterà che lo spessore centrale in Fig.22 è 0.24 e in Fig.23 è 0.35, mentre il raggio lenticolare della superficie esterna passa da 8.50 a 8.39. E evidente che il peso della lente e la forma geometrica determinano la stabilità della lente nell occhio. indice di rifrazione 1.46, curva base 8.00,seconda curva 10.00, zona ottica interna 8.60, diametro totale 9.60, riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, giunzione 0.09, potere 10.00, zona ottica esterna 7.00. Fig. 22 indice di rifrazione 1.46, curva base 8.00,seconda curva 10.00, zona ottica interna 8.60, diametro totale 9.60, riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, giunzione 0.21, potere 10.00, zona ottica esterna 7.00. Fig. 23 12

LENTE A BASSO POTERE POSITIVO CON SUPERFICIE INTERNA BI-CURVA Con questi esempi dimostriamo che al variare della sagittale della lente a basso potere positivo cambia lo spessore e di conseguenza il suo peso. In questi esempi si noterà che lo spessore centrale in Fig.24 è di 0.17 e in Fig.25 è di 0.21. E evidente che il peso della lente è determinato dallo spessore di questa. indice di rifrazione 1.46, curva base 8.00,seconda curva 10.00, zona ottica interna 8.60, diametro totale 9.60, riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, potere 1.00. Fig. 24 riduzione sagittale (spessore del bordo) 0.06, potere 1.00. Fig.25 13