L origine della fisica quantistica



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FAM L origine della fisica quantistica Christian Ferrari Liceo di Locarno

Le 6 fasi 1 Fase 1: fine 1800 inizio 1900 = Crisi della fisica classica alcuni fatti sperimentali restano senza spiegazione alcuni modelli classici mostrano dei limiti insormontabili Le problematiche sorgono negli ambiti seguenti: radiazione elettromagnetica fisica delle basse temperature livello microscopico (atomi) Crisi della filosofia classica della Natura Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

Le 6 fasi 2 Fase 2: 1900 1925 = La fase di transizione radiazione del corpo nero: teoria quantistica di Planck (1900) teoria di Einstein della luce: i fotoni (1905) teoria del calore specifico di Debye (1912) modelli atomici e quantificazione di Bohr Sommerfeld (1915) l esperienza di Stern Gerlach (1922) dualismo onda particella di de Broglie (1923) Fase 3: 1925 1928 = Una vera rivoluzione scientifica la meccanica delle matrici di Heisemberg (07.1925) l introduzione dello spin (Uhlembeck-Goudsmith) (10.1925) la meccanica ondulatoria di Schrödinger (06.1926) l interpretazione probabilista di Born (07.1926) ll principio di indeterminazione di Heisenberg (03.1927) ll principio di complementarità di Bohr (1928) Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

Le 6 fasi 3 Fase 4: 1928 1935 = Il problema filosofico il problema dell interpretazione della fisica quantistica la scuola di Copenhagen (Bohr Heisenberg) la critica di Einstein Podolsky Rosen (EPR 1935) Fase 5: 1964 1982 = I nuovi apporti sperimentali dopo 30 anni di oblio il problema dell interpretazione rinasce il teorema di Bell (1964) interferenza di neutroni (single source), Rauch (1975) gli esperimenti di Aspect (1982) Una nuova filosofia della Natura Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

Le 6 fasi 4 Fase 6: 1982 2007 = La quantum communication gli algoritmi quantistici, Feynmann (1982), Deutsch (1985) la crittografia quantistica, Bennett Brassard (1984) il teletrasporto (1993 1997) Alcuni campi di applicazione della fisica quantistica: tecnologia dei semiconduttori = elettronica tecnologia laser (Einstein 1916, realizzato nel 1960) microscopio a effetto tunnel, microscopio elettronico risonanza magnetica nucleare chimica quantistica crittografia quantistica, quantum computer (?) Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

La fisica classica alla fine del XIX secolo 5 Meccanica classica: Galileo Newton Lagrange Hamilton (1564 1642) (1672 1727) (1736 1813) (1805 1865) Termodinamica: Carnot Clausius Kelvin (1736 1832) (1822 1887) (1824 1907) Elettrodinamica: Gauss Ampère Faraday Maxwell (1777 1855) (1773 1836) (1791 1867) (1831 1879) Fisica statistica: Maxwell Boltzmann (1831 1879) (1844 1908) Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

La filosofia classica della Natura 6 Principio di localizzazione. I sistemi fisici esistono nello spazio e nel tempo in modo tale che essi sono localizzabili in punti o regioni arbitrariamente piccole dello spazio tempo. In altri termini, i sistemi fisici possiedono sempre una posizione ben definita nello spazio tempo. Principio del determinismo. Qualsiasi stato successivo di un sistema può essere univocamente determinato a partire da uno stato iniziale conosciuto. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

La filosofia classica della Natura 7 Princìpi di compatibilità e di realtà. Tutte le osservabili del sistema considerato sono: esattamente misurabili, ossia possiedono ad ogni istante un valore numerico ben definito; compatibili, ossia il valore che possiede un osservabile ad un istante dato non pone nessun vincolo per i valori che possono assumere le altre osservabili a quel istante; in principio sempre misurabili senza influenzare il valore delle altre osservabili (si dice che la misura è ideale, ossia che non perturba il sistema). Segue da questi princìpi che ad ogni istante le osservabili hanno un valore ben definito anche se esso non è conosciuto: esiste quindi una realtà indipendente dall osservatore, descritta dalla fisica e che preesiste alla misura. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

La filosofia classica della Natura 8 Principio di separabilità. Ogni sistema considerato da solo possiede uno stato che contiene l informazione completa su tutte le proprietà del sistema e che dipendono dal tempo. Se si considera un sistema totale composto da più sottosistemi, allora lo stato del sistema totale è determinato dagli stati rispettivi dei sottosistemi. Principio di azione locale. Questo principio concerne il cambiamento nel tempo dei sistemi fisici, esso stipula che le interazioni si propagano ad una veloictà limitata. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. 6 fasi Fisica classica

Corpo nero 9 Un corpo nero è un oggetto che assorbe ed emette energia elettromagnetica sottoforma di radiazione termica. All equilibrio termico di temperatura T si vuole conoscere la densità spettrale di energia (elettromagnetica) all interno del corpo nero u(ν, T ) definita in moto tale che u(t ) = 0 u(ν, T )dν rappresenti l energia (elettromagnetica) totale per unità di volume per un corpo nero di temperatura T. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Corpo nero 10 Primo risultato empirico Legge di Stefan (1879) Due tentativi classici incompleti Legge di Wien (1884 1886) u(t ) = 4σ c T 4 u(ν, T ) = αν 3 e γ ν T Legge di Rayleigh Jeans (1900 1905) u(ν, T ) = 8π ν2 c 3 k BT. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Corpo nero 11 u(ν, T ) RJ W ν Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Corpo nero 12 Planck (ottobre 1900) Ipotesi: assimilazione del corpo nero ad un insieme di oscillatori armonici e tale che l energia media E(ν, T ) di un oscillatore armonico di frequenza ν alla temperatura T è uguale alla densità di energia media di un modo di vibrazione del campo elettromagnetico di stessa frequenza: E(ν, T ) = u(ν, T ) num. di modi di freq. ν. Sfruttando i risultati di Wien e Rayleigh Jeans e la TD Risultato: u(ν, T ) = 8πν2 c 3 Cν e Cν k B T 1 C > 0 Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Corpo nero 13 Planck (14 dicembre 1900) Postulato di quantificazione: per un insieme di N oscillatori armonici identici l energia totale N E(ν, T ) è distribuita sugli N oscillatori in multipli di un quanto di energia ε, cioè gli N oscillatori possono scambiare energia solo a pacchetti, multipli di ε. Si hanno quindi P = NE ε quanti di energia ε, da distribuire tra gli N oscillatori indistinguibili (di stessa frequenza) Sfruttando la TD l idea geniale di Boltzmann per calcolare l entropia ( ) P + N 1 S B = k B ln Ω con Ω = P Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Corpo nero 14 Risultato: u(ν, T ) = 8πν2 c 3 ε e ε k B T 1 h è chiamata costante di Planck. con ε = hν Conclusione: Gli oscillatori di frequenza ν possono scambiare energia unicamente a pacchetti multipli di hν. L energia della radiazione elettromagnetica può essere quindi scambiata unicamente a pacchetti. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Teoria dei fotoni di Einstein 15 Einstein (1905) Postulato di Einstein: anche durante la propagazione nel vuoto l energia della radiazione elettromagnetica di frequenza ν può unicamente apparire nella forma di un multiplo intero di E = hν Ci si rappresenta quindi la radiazione elettromagnetica come un gas di particelle immateriali chiamate fotoni. Planck (1908) Postulato di Planck: i fotoni hanno un quantità di moto p = k dove = h 2π Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Teoria dei fotoni di Einstein 16 Si ha quindi che le onde elettromagnetiche (radiazione elettromagnetica) sono costituite da particelle, i fotoni, caratterizzati da Il fotone ha massa nulla. E = hν = ω p = hν c ˆn = k Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Effetto fotoelettrico 17 Hertz (1887) La corrente elettrica tra due elettrodi aumenta quando questi ultimi sono sottomessi alla radiazione ultravioletta. Un onda elettromagnetica monocromatica che incide su un metallo può strappare degli elettroni = effetto fotoelettrico ν v Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Effetto fotoelettrico 18 L effetto fotoelettrico ha le se seguenti particolarità: l energia cinetica degli elettroni strappati dal metallo non dipende dall intensità, ma dalla frequenza ν dell onda elettromagnetica incidente; se si aumenta l intensità, si osserva un aumento del numero degli elettroni emessi per unità di superficie del metallo ed unità di tempo; al decrescere della frequenza dell onda elettromagnetica si raggiunge un punto in cui l energia cinetica degli elettroni strappati è nulla, cioè nessun elettrone sfugge dalla superficie, e ciò anche se l intensità dell onda elettromagnetica è grandissima. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Effetto fotoelettrico 19 Spiegazione: nel metallo il fotone è completamente assorbito dall elettrone, l elettrone necessita di un energia W > 0, chiamata energia di estrazione per essere strappato, conservazione dell energia E cin + W = hν = E cin = hν W Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Effetto fotoelettrico 20 Millikan (1923): verifica sperimentale tubo a vuoto radiazione monocr. ϕ coll < 0 v v v ϕ fc = 0 collettore (anodo) fotocatodo E cin fotocatodo = hν W eϕ collettore = ϕ collettore = h e ν W e ϕ collettore W e ν Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Effetto Compton 21 Compton (1923) L effetto Compton è la diffusione della luce da parte di elettroni. ν ν e θ ϕ Sperimentalmente si è osservato una variazione della lunghezza d onda della luce pari a λ = 0, 0242(1 cos θ) Å. e Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Effetto Compton 22 La spiegazione teorica si basa sulla conservazione dell energia e della quantità di moto (ossia del tetravettore p µ ) in ogni processo elementare: λ = λ λ = λ C (1 cos θ) dove λ C = h Mc = 0, 024262 Å Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Corpo nero Fotoni

Calore specifico dei solidi 23 Teoria classica: legge di Dulong Petit c V = 3R. Sperimentalmente si osserva che a basse temperature nei solidi (isolanti) c V T 3 c V 3R T Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl.

Calore specifico dei solidi 24 Modello di Einstein (1907): il solido è assimilato a degli oscillatori armonici di stessa frequenza + idea di Planck (quantificazione dell energia) 3Nk B se k B T hν c V ( ) 3Nk hν 2e hν k B B T se k B T hν k B T Modello di Debye (1912): solido come un insieme di oscillatori di frequenza qualsiasi, ma limitata da ν < ν max + idea di Planck 3Nk B se T alta c V 12π 4 5 Nk B( T Θ) 3 se T molto bassa Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl.

I primi modelli 25 Dalton (inizio XIX secolo): ipotesi dell atomo Thompson (1904): sfera carica uniformemente di eletticità positiva nella quale orbitano dei corpuscoli di carica negativa. Rutherford Perrin (1911): l atomo è costituito da un nucleo molto piccolo ( 10 15 m) carico positivamente, attorno al quale orbitano gli elettroni, il cui raggio è dell ordine di 10 10 m e e N Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

La spettroscopia 26 Fine del XIX secolo: si studiano gli spettri atomici. Spettri di emissione: ottenui eccitando un gas e osservando la radiazione emessa dall atomo. Spettri di assorbimento: ottenuti inviando luce su un gas ed osservando la radiazione che lo attraversa, quella mancante è stata assorbita dagli atomi. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

La spettroscopia 27 Balmer (1885): alcune righe spettrali dell idrogeno ( 1 ν m = R 4 1 ) m 2 m 3 Rydberg (1890): esiste un insieme discreto di frequenze {ν n } tale che le frequenze ν osservate negli spettri atomici soddisfano la relazione ( 1 ν = ν n ν m = R n 2 1 ) m 2 m n + 1 ad ogni n corrisponde una serie: n = 2 Balmer, n = 1 Lyman (1906), n = 3 Paschen (1908), n = 4 Brackett (1922) e n = 5 Pfund (1924) Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Il modello di Bohr 28 Il modello atomico di Rutherford Perrin ha dei problemi: secondo l elettrodinamica è instabile, poiché l elettrone irraggia essendo accelerato, in circa 1, 6 10 11 s l elettrone cadrebbe sul nucleo, è incompatibile con i dati della spettroscopia poiché nelle transizioni atomiche esso prevede non delle righe discrete ma un continuo. = Il modello dell atomo di Rutherford Perrin non spiega ne la sua stabilità, ne l esistenza di righe spettrali. Siamo di nuovo in presenza di una nuova manifestazione di discontinuità nell interazione tra materia e luce, laddove la teoria classica prevede una variazione continua. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Il modello di Bohr 29 Nel 1913 Bohr, motivato dall esempio dell oscillatore armonico di Planck, con i suoi livelli di energia quantificati pone i Postulati di quantificazione di Bohr (1913) 1 Esistono degli stati stazionari dell atomo, di energia E n ben definita. In un tale stato l elettrone non irraggia. 2 La radiazione emessa o assorbita da un atomo deve necessariamente soddisfare la condizione hν nm = E n E m ( legge di Ryedberg ) 3 Per avere un moto circolare stabile di raggio R dell elettrone attorno al nucleo (ossia uno stato stazionario) il momento angolare deve soddisfare la condizione di quantificazione L = pr = n n N Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Il modello di Bohr 30 hν 21 hν 21 E 2 E1 E 1 E 2 Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Il modello di Bohr 31 Usando la meccanica classica sulle orbite stabili, Bohr determina: il raggio delle possibili orbite circolari dove a H = 2 mke 2 R n = 1 Z i livelli di energia associati 2 mke 2 n2 = 1 Z a Hn 2 = 0, 529 Å è chiamato raggio di Bohr E n = Z2 R n 2 n N con R = 13, 6 ev, n è chiamato numero quantico. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Il modello di Bohr 32 n E(eV) 0.00 5 4 3-0.54-0.85-1.51 Paschen series 2 Balmer series -3.40 Lyman series 1-13.6 Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

L esperienza di Franck Hertz 33 Esperienza di collisioni inelastiche tra elettroni, che possiedono tutti la stessa energia cinetica, con atomi di un gas. F ( ) G(+) P ( ) Atomi ϕ ϕ Al variare di ϕ E cin, si misura l energia cinetica degli elettroni diffusi oltre la griglia G, rallentati da ϕ affinché quelli che non hanno pi sufficiente energia cinetica dopo le collisioni con gli atomi non riescano a raggiungere P in cui si misura una corrente I. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

L esperienza di Franck Hertz 34 I [ma] 100 5 ϕ [V] Il primo minimo corrisponde agli elettroni che hanno perso tutta la loro energia cinetica dopo una collisione con un atomo che si ritrova in uno stato eccitato, transizione: E 1 E 2. A partire dal secondo massimo gli elettroni sono in grado di eccitare durante le collisioni due atomi o un atomo nel secondo livello di energia,.... Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

La quantificazione di Bohr Sommerfeld 35 Nel 1915 Sommerfeld osserva che la condizione di quantificazione di Bohr L = n può scriversi come p ϕ dϕ = nh Estesa ad ogni grado di libertà (ogni variabile q i ) si ha p i dq i = n i h n i N nota come postulato (o regola) di quantificazione di Bohr Sommerfeld. Conseguenza: quantificazione dello spazio L z dθ = mh = L z = m. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Dualismo onda particella 36 de Broglie (1923): Dualismo onda particella A ogni particella di energia E, quantità di moto p, è possibile associare un onda di frequenza ν e vettore d onda k dove e reciprocamente. E = hν = ω p = h λ ˆp = k Un comportamento di tipo ondulatorio per delle particelle materiali fu confermato sperimentalmente da Davisson e Germer nel 1927. Nelle teorie moderne della fisica quantistica, questo dualismo non è più ritenuto fondamentale, esso rimane un modo classico di interpretare la Natura, incompatibile con la filosofia quantistica della Natura. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 37 1922: Stern e Gerlach misura del momento magnetico di atomi di argento con un campo magnetico fortemente inomogeneo quantificazione dell orientazione del piano dell orbita prevista dalla vecchia teoria quantistica F G z SG P N 1000 K S x Atomi di argento che possiedono un momento magnetico orientato in modo aleatorio, ma isotropo. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 38 L apparecchio di Stern e Gerlach placca asse del fascio v 0 N B N B d z µ x S z y S il campo magnetico è fortemente inomogeneo. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 39 Teoria di Bohr Sommerfeld ( vecchia teoria quantistica) L z = m con m { l,..., l 1, l} z 3 2 0 y x 2 3 Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 40 Relazione momento magnetico momento angolare µ = e 2m e L µz = mµ B con µ B = e 2m e e m { l,..., l 1, l}. 2l + 1 possibili risultati: un numero dispari. Nel caso più semplice non triviale (l = 1) µ z { µ B, 0, +µ B } µ B = e 2m e z +µ B 0 µ B Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 41 Risultati sperimentali Solo due punti di impatto simmetrici sull asse z z +µ B 0 µ B Tutto accade come se ci fossero solo due valori possibili ±µ B per µ z. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 42 1925: Uehlenbeck e Goudsmit ipotesi che nello stato fondamentale l atomo di argento ha un momento angolare orbitale nullo l = 0 = m = 0 = µ z = 0 la deviazione del fascio è dovuta a un momento magnetico intrinseco µ s, che deve essere associato a un momento cinetico intrinseco S, chiamato spin lo spin è una proprietà intrinseca delle particelle che caratterizza la sua interazione con il campo magnetico questo momento angolare non è associato ad una rotazione di materia (come nel caso del momento angolare orbitale) Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 43 Nuova proprietà dell elettrone L elettrone possiede un momento angolare intrinseco, chiamato spin, per il quale m s = ± 1 2 e un momento magnetico intrinseco µ s,z = g e 2m e m s g 2 Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 44 Ulteriori esperimenti L apparecchio di Stern Gerlach misura effettivamente una grandezza fisica µz conosciuto z µz conosciuto z Ripetendo la stessa esperienza si osserva sempre lo stesso valore: dopo aver attraversato l apparecchio di Stern Gerlach l atomo di argento si trova in uno stato ben definito caratterizzato dalla conoscenza esatta di µ z. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 45 SG ruotato di 90 attorno all asse x (si misura µ y ): si osservano di nuovo due punti d impatto ben definiti corrispondenti a µ y = ±µ B. Misura delle componenti µ z e µ y. z µz conosciuto y µy conosciuto z µz sconosciuto Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

Lo spin 46 Siamo portati alle conclusioni seguenti: esistono delle grandezze (qui µ z e µ y ) che non possono essere misurare in modo compatibile, ossia in modo tale che il risultato di una misura non perturba i valori precedentemente conosciuti, se si conosce esattamente una grandezza (qui, per esempio, µ y ) non si conosce nulla sull altra (qui µ z ), i risultati di una misura sono generalmente aleatori, anche se si conosce lo stato del sistema prima di essa. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. Primi modelli Modello di Bohr Dualismo Spin

La situazione all inizio del 1925 47 Il periodo di transizione suggerisce di abbandonare la filosofia classica della Natura e di intraprendere lo studio dei fenomeni del mondo microscopico su delle basi completamente nuove. Ma non esiste una teoria fisico matematica in grado di descrivere tutti i fenomeni descritti precedentemente da un punto di vista unico, e non esisteva una teoria che presentasse l aspetto monumentale che presentava per esempio la meccanica classica, l elettrodinamica o la relatività. La vecchia meccanica quantistica è un insieme di regole senza grandi connessioni tra loro. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

La meccanica delle matrici 48 1925: Heisenberg e poi Born e Jordan Analisi critica della vecchia teoria quantistica. Abbandono dell idea di di orbita elettronica (modello di Bohr). Ad ogni grandezza fisica osservabile è associata una matrice. L idea è di considerare un problema di meccanica classica, caratterizziamo da un funzione dello stato ( x, p), che rappresenta l energia del sistema, essa è chiamata funzione hamiltoniana ed è notata H( x, p). Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

La meccanica delle matrici 49 Si cerca un sistema di 2 3 = 6 matrici X 1, X 2, X 3 e P 1, P 2, P 3 che soddisfano le relazioni X i X j X j X i = 0 P i P j P j P i = 0 { 0 se i j X i P j P j X i = i I se i = j Per le quali la matrice H = H(X 1, X 2, X 3, P 1, P 2, P 3 ) chiamata matrice hamiltoniana, è diagonale. Gli elementi diagonali H ii (autovalori) della matrice H sono i diversi livelli di energia del sistema. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

La meccanica ondulatoria 50 1926: Schrödinger Ispirato dai lavori di de Broglie. Ad ogni sistema è associata una funzione ψ, chiamata funzione d onda. L idea è di considerare un problema di meccanica classica, caratterizziamo da un funzione dello stato ( x, p), che rappresenta l energia del sistema, essa è chiamata funzione hamiltoniana ed è notata H( x, p). Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

La meccanica ondulatoria 51 Si scrive la funzione H(x 1, x 2, x 2, p 1, p 2, p 3 ) e si deduce l equazione differenziale ( H x 1, x 2, x 3, i, i, i ) ψ( x) = λψ( x) x 1 x 2 x 3 Questo può essere visto come un problema agli autovalori. Secondo la meccanica ondulatoria gli autovalori λ rappresentano i livelli di energia del sistema. Le autofunzioni corrispondenti invece sono in stretto rapporto con gli stati stazionari del sistema. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

La meccanica ondulatoria 52 Possibilità di trattare i casi in cui ψ dipende anche dal tempo, allora ψ(x 1, x 2, x 3 ; t) soddisfa i ψ t = H ( x 1, x 2, x 3, i x 1, i x 2, i x 3 ) ψ data la funzione ψ(t 0 ) è possibile ottenere ψ(t) in modo deterministico. 1926: Schrödinger Equivalenza delle due teorie. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

L interpretazione probabilista 53 1926: Born ψ( x) 2 è la densità di probabilità di osservare il sistema in un punto x, sapendo che esso è rappresentato dalla funzione ψ. È fondamentale osservare subito che l interpretazione probabilista di Born non è associata ad una mancanza di informazione sullo stato (come accade quando si introducono delle probabilità in una teoria classica), ma semplicemente al fatto fondamentale che le leggi della Natura che governano i processi descrivibili con la fisica quantistica sono delle leggi di natura probabilista. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

Le disuguaglianze di Heisenberg 54 1927: Heisenberg Principio di indeterminazione Esistono delle grandezze che non possono sempre essere compatibili ed esattamente misurabili; più aumenta la precisione su una, più diminuisce sull altra. Disuguaglianze di Heisenberg X i P i 2 Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

Il principio di complementarità 55 1928: Bohr Principio di complementarità Esistono delle situazioni in cui due aspetti dati, relativi allo stesso sistema, non possono essere mai messi in evidenza simultaneamente, essi sono complementari. Appartiene all interpretazione di Copenhagen (Bohr, Heisenberg e Born) non è condivisa da tutti (Einstein, de Broglie e Schrödinger) = Dibattito Einstein Bohr (argomento EPR) Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

La teoria relativista di Dirac 56 1928: Dirac teoria relativista dell elettrone 4 γ µ µ + Mc I ψ = 0 µ=0 la prima equazione della fisica quantistica ad essere relativistica, prevede l antimateria (1931), confermata dalla scoperta del positrone (1932). Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl. MC matrici MC ondulatoria Prob Dis Compl Dirac

Conclusione 57 Dirac chiude così la più bella pagina della storia della fisica cominciata 28 anni prima da Planck con la scoperta della quantificazione dell energia tradotta dal quanto d azione (o costante di Planck) h. von Neumann (1932): sintesi matematica (teoria spettrale negli spazi di Hilbert). Seguono alcuni anni sul problema filosofico, poi dimenticato per 30 anni. Sviluppo della teoria quantistica del campo elettromagnetico (Feynman, Tomonaga e Schwinger, 1948) e delle interazioni nucleari. 1964: teorema di Bell + 1982: esperienza di Aspect. nuova filosofia della Natura. Intro Radiazione Calore specifico Atomi Oro Concl.