UFFICI DIREZIONALI: IL MANAGER, IL SUO AMBIENTE E LE RELAZIONI CON LE PERSONE

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UFFICI DIREZIONALI: IL MANAGER, IL SUO AMBIENTE E LE RELAZIONI CON LE PERSONE Tre interviste per scoprire le qualità di un buon manager, le nuove tendenze negli arredi direzionali e l esperienza di un importante azienda utente di Sara Damascelli L ambiente direzionale dell ufficio si caratterizza e differenzia per la valenza estetica e rappresentativa molto accentuata grazie a forme, proporzioni, finiture e materiali trattati in modo più raffinato. Parlare di ambiente direzionale però equivale non solo a parlare dell arredo che circonda il dirigente, ma anche delle responsabilità e funzioni che lo stesso ha e svolge. E, se da un lato c è l esigenza di costruire un immagine in grado di indicare un livello gerarchico o di comunicare una filosofia aziendale, dall altro c è l esigenza di far funzionare l azienda attraverso l organizzazione del lavoro di un gruppo di persone. Sullo stesso piano ci sono quindi due necessità diverse: di tipo espressivo e di tipo gestionale. In considerazione del cambiamento che lo svolgimento e l organizzazione del lavoro hanno subìto negli anni, un osservazione attenta di quello che dovrebbe essere il ruolo del dirigente può contribuire a descrivere anche il cambiamento sociale, umano e relazionale all interno delle aziende. Dirigere un azienda, oggi, comporta l obbligo di considerare e assecondare richieste, tempistiche e costi difficilmente compatibili. Ci si muove all interno di un quadro in evoluzione, che genera una filiera di risorse umane più articolata e non sempre facilmente e velocemente adattabile ai processi di riorganizzazione delle attività economiche. Si sta attraversando una fase di transizione e di trasformazione tecnologica, economica e culturale che impone alla classe dirigente di avere competenze oggettive ma anche una personalità carismatica, una mentalità aperta e flessibile e abilità nel creare coinvolgimento, soddisfazione e coesione, per far sì che il livello di efficienza e produttività aziendale rimanga elevato. Per stimolare l interesse su questi temi, abbiamo chiamato alcuni professionisti che hanno a che fare con l ambiente direzionale: Alessandro Zollo e Antonella deltorto di Great Place towork Italia, che si occupano della qualità dell ambiente direzionale, l architetto Luca Scacchetti progettista di arredi, e gli architetti Francesco Romani e Massimo Colombo di Intesa Sanpaolo. 16 Officelayout 150 luglio-settembre 2012

L AMBIENTE DIREZIONALE MODELLO DI ORGANIZZAZIONE E DI RELAZIONE Ad accompagnarci nell individuazione delle dinamiche che contribuiscono alla creazione di un ambiente di lavoro di qualità sono Alessandro Zollo e Antonella deltorto, rispettivamente Ceo e Senior Consultant di Great Place to Work Italia, la società di ricerca, consulenza e formazione manageriale. Nata negli Stati Uniti nel 1992, e presente in Italia dal 2001, si distingue per la pubblicazione annuale di una classifica relativa ai migliori ambienti di lavoro che premia i Best Workplace in oltre 48 paesi distribuiti in sei continenti. Per un azienda, rientrare in questa lista significa essere considerata un ambiente di lavoro eccellente, significa ricevere innanzitutto un riconoscimento interno, ma avere anche un ritorno pubblicitario rilevante. La ricerca dei Best Workplace è basata sugli aspetti organizzativi, sulla gestione e sul ruolo della fiducia nella cultura del luogo di lavoro. La valutazione delle aziende e la compilazione delle liste relative alle migliori si basa su di un metodo preciso e oggettivo che stabilisce uno standard globale.tale metodo è costituito da due questionari: il Trust Index, compilato da tutti i dipendenti, chiamati a esprimere un giudizio sulla qualità dell ambiente organizzativo in cui lavorano, e il Culture Audit, riservato invece alla direzione e/o alle risorse umane. Il primo questionario, attraverso cinque gruppi tematici (credibilità, rispetto, equità, orgoglio e cameratismo), misura la fiducia che i dipendenti dimostrano nei confronti dei loro dirigenti, il livello di soddisfazione nei confronti del proprio lavoro, e la qualità del rapporto che hanno instaurato con la propria organizzazione aziendale e con i colleghi. Questo processo di valutazione evidenzia quindi come un ambiente di lavoro eccellente sia caratterizzato dalla qualità di tre relazioni fondamentali: quella capo-collaboratore, quella tra il collaboratore e il proprio lavoro e quella tra colleghi. Il secondo questionario analizza cosa fa l azienda in termini di politiche, pratiche e processi organizzativi quali la selezione e l accoglienza delle persone, la formazione, la comunicazione, la celebrazione dei successi, le retribuzioni e i benefits, ecc. Da tutto questo emerge se esistano discrepanze tra la qualità dei processi e delle pratiche gestionali della cultura aziendale e come le persone la percepiscano e la vivano realmente. Cos è un ambiente di lavoro eccellente? Prospettiva del collaboratore tutti gli ambienti di lavoro possono essere misurati attraverso cinque dimensioni: credibilità, rispetto, equità (attributi della fiducia), e orgoglio e cameratismo atismo equità del trattamento imparzialità giustizia confidenza accoglienza senso di squadra cameratismo equità relazione con i colleghi Dal punto di vista dei Manager raggiungere giungere gli obiettivi aziendali thanking caring sharing lavorare insieme come una squadra coesa listening ing Come valutate gli ambienti di lavoro? Il nostro Modello si basa su un processo di valutazione che non considera solamente il luogo fisico di lavoro, e quello direzionale in particolare, in termini spaziali, estetici e strumentali, ma soprattutto in termini di rapporti, di organizzazione e di gestione delle risorse umane. Siamo convinti che il successo di un azienda e il fatto che risulti essere tra i migliori ambienti di lavoro, dipenda da tre fattori: la qualità delle relazioni, umane e professionali, che si instaurano al suo interno; una cultura lavorativa basata sulla fiducia; e il sostegno che l azienda fornisce ai dipendenti sia attraverso politiche e servizi concreti, sia attraverso il modello e lo spirito di leadership. Il denominatore comune è un top-management forte e lungimirante, seriamente impegnato a creare un tipo di ambiente in cui i dipendenti si fidano del management, sono orgogliosi e soddisfatti del proprio lavoro, intrattengono relazioni positive tra colleghi. Dipendenti che, motivati e dedicati, saranno più produttivi, realizzati e propensi a sostenere e ad aiutare la profiducia relazione con il management persona fiducia credibilità inspiring i i speaking comunicazione a 2 vie competenza integrità tà relazione con il proprio lavoro hiring rispetto sviluppo professionale coinvolgimentonto cura orgoglio un great place to work è un ambiente in cui è possibile raggiungere re gli obiettivi aziendali grazie a persone che danno il proprio o meglio e lavorano insieme come una squadra coesa il tutto in un ambiente caratterizzato da fiducia Il modello Trust Index - Great Place to Work Institute celebrating developing lavoroo personale gruppo po di lavoro immagine aziendale dare il proprio o meglio Officelayout 150 luglio-settembre 2012 17

UFFICI DIREZIONALI: IL MANAGER, IL SUO AMBIENTE E LE RELAZIONI CON LE PERSONE Rivista XUNONOVE è il programma direzionale di BrunOffice che attraverso la ricerca formale e nuovi accostamenti materici trova modi diversi di esprimere bellezza, importanza e riconoscibilità. Le scrivanie si caratterizzano per la gamba dalla quale si diramano le staffe in pressofusione che sostengono il piano di lavoro, e nuove valenze materiche sono ottenute dall accostamento della struttura in alluminio verniciata, cromata o nichel satinato, a materiali come il vetro soft touch, la pelle, il legno (ebano e noce) e i nobilitati utilizzati per i piani. È corredato da un sistema di tavoli riunioni, sia interi che modulari, e da una linea di mobili contenitori in metallo e melaminico con ante in varie finiture ed essenze. Da evidenziare la soluzione asimmetrica che prevede per le librerie di dimensione 90 cm ante di 60 e 30 cm pria azienda, anche nei momenti di incertezza economica e di crisi. Lo scopo del nostro mestiere è studiare la qualità degli ambienti di lavoro da questo punto di vista: e lo facciamo principalmente attraverso uno strumento di analisi testato da oltre 20 anni, costituito da un questionario indirizzato a tutti i dipendenti, il Trust Index, da cui si evidenzia e si capisce se ci sia corrispondenza tra la qualità presunta dichiarata dall azienda, e la qualità percepita dalle persone. I questionari sono adattati alle differenti modalità lavorative dei diversi paesi? Il nostro modello di ricerca è rigoroso e oggettivo: stabilisce uno standard perché, in questo modo, è possibile fornire indici precisi e fare confronti, anche su scala internazionale. Fare confronti ci permette di aiutare le aziende a migliorare il proprio ambiente di lavoro, indicando qual è il loro posizionamento rispetto alle migliori, e spiegando come lavorare sulle proprie risorse attraverso prospettive, politiche e iniziative diverse, confrontandosi con realtà imprenditoriali importanti che hanno sperimentato con successo l approccio del nostro metodo e che hanno avuto il merito di aver introdotto linee di pensiero e culture organizzative diventando esempi di riferimento. La creazione di un ambiente di lavoro eccellente è di estremo interesse e utilità per l impresa. Le aziende che agiscono secondo questa prospettiva, hanno risultati superiori, guadagnano di più, riducono costi, assenteismo e mobilità, e riscontrano un senso di appartenenza e una disponibilità a restare uniti maggiori, anche nei momenti difficili. Quali sono le caratteristiche delle aziende che riescono a meritarsi l appellativo di miglior ambiente di lavoro? Le aziende che prendiamo in considerazione, in genere a partire da una auto-candidatura, sono quasi tutte multinazionali, più abituate a mettersi in gioco e a confrontarsi su tutto; i settori storicamente più rappresentati sono quelli dell information technology, dei servizi o dell industria farmaceutica: in questo panorama l Italia è l eccezione in quanto riesce a distinguersi con aziende nelle prime posizioni appartenenti al settore manifatturiero. Per partecipare al contesto, le aziende devono avere un minimo di 50 dipendenti, per assicurare maggiore attendibilità statistica dei risultati. Il principio che sottosta alla capacità dell azienda di essere o diventare un great place to work è infatti un interazione basata non più su di un contratto scritto, ma sulla fiducia reciproca, su di un patto sottinteso. L obiettivo è di intervenire sull organizzazione del lavoro, passando da un rapporto di tipo transazionale che prevede una retribuzione a fronte del lavoro dato, secondo la modalità più classica e tradizionale, a un rapporto più elastico e di 18 Officelayout 150 luglio-settembre 2012

maggiore fiducia. Da una parte c è un dipendente che dà più di quello che ci si aspetta dalla sua semplice job description in termini di efficienza, idee, entusiasmo, e auto-iniziativa; dall altra parte c è un azienda che riconosce, valorizza e ricompensa questo impegno, assicurandogli oltre alla corretta retribuzione un contesto lavorativo che favorisca un bilancio lavoro-vita privata equilibrato e un effettiva possibilità di sviluppo professionale e di carriera. Rivista Quanto conta un buon manager nella creazione di un ambiente di lavoro eccellente e quali le doti che deve avere per far sì che il benessere dell azienda sia direttamente proporzionale al benessere dei dipendenti? La prima dote è il saper dare l esempio. La fiducia, che è l elemento centrale del nostro Modello di ricerca, si conquista attraverso l esempio, dimostrando che ciò che si dice è esattamente ciò che si fa e rendendo l idea di cosa ci si aspetta realmente da tutti. Un buon manager deve essere autorevole, ottenere il consenso spontaneamente e sapersi guadagnare riconoscibilità e credibilità, perché non è solo importante dare istruzioni, ma coinvolgere i propri collaboratori a 360. Non deve essere solo in grado di avere chiari gli obiettivi e come poterli ottenere, ma farlo con coerenza ottimizzando le risorse del proprio gruppo di lavoro. Non deve aver paura di ribaltare o di re-impostare la scala dei valori e delle priorità. È fondamentale che la direzione, e quindi il top-management, non abbia solo reali competenze tecniche e strategiche, ma l idoneità a gestire, indirizzare e supportare tanto il lavoro delle persone quanto le persone medesime. Saper fare buon lavoro con il proprio gruppo senza perdere di vista il traguardo stabilito. Saper comunicare in maniera chiara ed efficace qual è la filosofia dell azienda, affinché diventi una cultura recepita e condivisa a livello generale. Quindi non è solo importante cosa si comunica, ma come la si comunica. Non è raro verificare che a politiche eccezionali e straordinarie corrispondono purtroppo percezioni sfalsate o incomplete. Questo significa impostare un clima di serenità e rispetto, sapendo comunicare e informare anche attraverso aspetti comportamentali, sostituendo l autorità imposta dall alto con l autorevolezza riconosciuta dal basso, assicurando equità e meritocrazia, adottando un pensiero orizzontale, ascoltando e dando la possibilità a tutti di esprimere opinioni, suggerimenti e idee, integrando anche nuove modalità di lavoro, e sostenendo lo sviluppo dei talenti e le professionalità considerando le singole personalità e le diverse attitudini. Le persone non devono essere viste come pedine intercambiabili, ma come parti fondamentali di un unità; valorizzarle significa riuscire a portare a galla un differenziale competitivo. Investire sull innovazione del capitale umano e su di un modo diverso di vivere l azienda risulta essere una formula di successo con ricadute su produttività e fatturato superiori agli investimenti iniziali. Un accurata combinazione di pelle, legno e metallo, volumi importanti sospesi su una leggera base in metallo, pieni e vuoti che contribuiscono a creare una combinazione equilibrata di solidità e leggerezza. Sono questi gli aspetti che definiscono il carattere di Deck, il direzionale sviluppato da Estel con l obiettivo di un utilizzo trasversale tra lavoro e vita. Design Jorge Pensi Come si traduce fisicamente un ambiente di lavoro eccellente? L ambiente fisico può comunicare tantissimo, è una forma di comunicazione muta ma esplicita. Lo spazio, l allestimento e l arredo sono un chiaro riflesso dell attenzione, della cura, dell etica e della coerenza che l azienda dimostra nei confronti dei propri dipendenti e collaboratori. La componente fisica dell ambiente di lavoro è uno degli aspetti citati del nostro primo questionario ed emerge anche indirettamente, trattandosi di un commento aperto, in maniera consistente ma spontanea. Quello che risulta essere più importante è la sicurezza, che lo spazio di lavoro risulti sicuro.a seguire, se l ambiente è piacevole e salubre, cosa che influisce sullo stato d animo e sul rendimento delle persone; se esistono spazi e strumenti condivisibili; e se l allestimento e gli elementi fisici degli uffici, confermano i valori che l azienda dichiara. Relativamente all ambiente direzionale, nel nostro lavoro abbiamo notato uffici spesso trasparenti, aperti e organizzati per accogliere chi entra, non collocati necessariamente ai piani alti, poco esibizionismo e perfino differenze meno marcate tra le scrivanie operative e manageriali. Un buon manager ha bisogno di uno spazio dedicato, ma non ha bisogno di una scrivania grande il doppio per ottenere consenso e dirigere con successo un azienda.anche il concetto di estetica deve basarsi su criteri più moderni, contemporanei, perché quando cambia il concetto di organizzazione, deve cambiare anche il concetto di allestimento e di arredo. Officelayout 150 luglio-settembre 2012 19

UFFICI DIREZIONALI: IL MANAGER, IL SUO AMBIENTE E LE RELAZIONI CON LE PERSONE Rivista IANUS - 1989, Tecno Un prodotto dal design sia classico che moderno, una scrivania a due facce, che a livello simbolico doveva sottolineare, 25 anni fa, il passaggio tra passato e futuro, tra un prima e un dopo, in una continuità di valori L ARREDO DIREZIONALE RACCONTATO DA CHI LO PROGETTA Se l organizzazione e la gestione del lavoro è cambiata anche nell ambiente direzionale, è spontaneo chiedersi quali siano state le ripercussioni sul modo di progettare l arredo direzionale. Abbiamo chiesto aiuto a un esperto, l architetto Luca Scacchetti che, nel campo del disegno industriale, ha fatto dell arredo direzionale il proprio cavallo di battaglia, con proposte sviluppate attraverso la collaborazione con numerose aziende tra cui Poltrona Frau,Tecno, Ora Acciaio, I 4 Mariani, Babini. Come nasce la sua esperienza nella progettazione di arredi direzionali? Circa 25 anni fa fui chiamato da Tecno per progettare un arredo direzionale pensato per un segmento di mercato piccolo ma importante, quale quello di professionisti, avvocati, notai. Dovendo rendere esplicita la loro autorevolezza in termini di credito, prestigio e potere acquisito, misi a punto Ianus, un prodotto dal design sia classico che moderno, una scrivania a due facce, che a livello simbolico sapesse sottolineare il passaggio tra passato e futuro, tra un prima e un dopo, in una continuità di valori. Nella convinzione che ha sempre segnato il mio lavoro, che non si possa andare avanti se non si guarda anche indietro, se non si tiene cioè in considerazione la storia, ho sviluppato un prodotto contemporaneo, ma al contempo carico di storia e tradizione. Non a caso, il suo nome deve un riferimento all antica divinità bifronte: Giano. Se a livello simbolico è quindi carico di significato, a livello formale si definisce viceversa con leggerezza ed eleganza e sottili spessori. La struttura dalle linee ricercate ma pulite, simile a quella di un tavolo fratino, permette inoltre una grande duttilità d uso, e lo rende oggi molto attuale. Ianus è infatti un pezzo ancora molto apprezzato dal mercato. Parlando di arredo ufficio, il direzionale è quello che esercita il fascino maggiore dato dalle forme e materiali e l abbinamento di elementi di carattere simbolico. Quale stimolo c è nel progettare questa tipologia di arredo? È interessante sottolineare che il tema progettuale di cui stiamo parlando è quello ove occorre più auto-rappresentazione della classe dirigente, e deve essere quindi immaginato in maniera narrativa di un ruolo e di una posizione acquisita. È di fatto il più aziendalistico degli arredi perché rispecchia l identificazione che c è tra l azienda e la sua dirigenza: per mezzo dell arredo scelto infatti, l azienda rende manifesti i propri valori e principi. Inoltre, è il meno effimero degli arredi perché, data una sorta di invariabilità del ruolo, ha tempi di durata più lunghi per utilizzo e per resistenza formale. Potremmo paragonare il direzionale al monumento e l operativo all edilizia. Quali sono le tendenze che definiscono l arredo direzionale di oggi? La tendenza più forte è quella di sostituire ogni forma di opulenza, esibizione e auto-rappresentazione, con una forma di riconoscibilità elegante ed equilibrata, che sappia cioè selezionare quello che conta e non. Nel mondo del direzionale, bulimia e anoressia, ovvero il troppo o il troppo poco, non risultano adeguate. Ci vuole senso della misura, senza arrivare al minimalismo eccessivo, perché le cose devono essere sempre caricate di significati. Risultano però importanti piacevolezza visiva, pulizia di linee e qualità dei materiali che devono necessariamente essere ricchi, ma trattati in modo naturale. Nell organizzazione di un ufficio direzionale, qual è il rapporto tra l arredo e lo spazio? Metaforicamente parlando e rimanendo in Europa, gli uffici si stringono e le scrivanie si allargano: lo spazio perde consistenza perché a fare la differenza è soprattutto l arredo. Questo non significa che l arredamento non debba interagire con l ambiente: i singoli mobili, dalla scrivania all armadio contenitore, ecc., non sono 20 Officelayout 150 luglio-settembre 2012

pensati in maniera auto-referenziale, ma distribuiti nello spazio per organizzarlo e diversificarlo, attraverso un gioco di rapporti dimensionali, di trasparenze sospese di assi e piani ad altezza diversa. Un gioco reso possibile anche grazie a un uso più disinvolto di altri materiali rispetto al legno. Come si combinano l elemento tecnologico, funzionale ed estetico? Quale dei tre prevale? Il rapporto tra questi tre requisiti deve risolversi in modo paritario. La tecnologia è data per scontata,e non piace neanche più l idea di esibirla in modo didascalico. Deve quindi essere nascosta, rimanere dentro la scrivania. La funzionalità non è vincolante come per l operativo ma non può mancare. L estetica rimane il presupposto fondamentale, ma se non è concepita solo fine a se stessa. Quanto contano e come si risolvono ergonomia, sicurezza ed eco-sostenibilità in questo tipo di arredo che deve necessariamente essere più bello e rappresentativo che funzionalmente e politicamente corretto? L ergonomia è una componente importante, ma non è mai stata l obiettivo principale della mia indagine progettuale, poiché la considero necessaria ma altresì scontata, ovvia. E se ho ragionato in termini di ergonomia, l ho fatto pensando più ad aspetti comportamentali che antropomorfici. L eco-sostenibilità è anch essa una prerogativa indispensabile, ma non può essere giustificazione a mancanze di ricerche estetiche che sappiano rendere conto a quel sistema di auto rappresentazione a cui accennavo. Per quanto riguarda la sicurezza, infine, c è da precisare che esiste un adeguamento di prassi e non legislativo; nel settore direzionale, diversamente da quanto succede per l arredo operativo, si è più liberi da norme e regole. Standardizzazione o personalizzazione? Si tende ad andare verso la standardizzazione, come per il resto dell arredo per ufficio perché c è uniformità di tendenze e di prodotto: è però un tipo di standardizzazione che sottintende continua capacità di metamorfosi e di caratterizzazione attraverso il modificarsi di piccoli dettagli. Ritiene che l arredo direzionale abbia subito un evoluzione? E, volendo legare l aspetto formale a quello funzionale, ritiene che le attuali modalità di lavorare ne abbiano, in qualche modo, influenzato la progettazione? Certamente c è stato un cambiamento, ma non un evoluzione. Il cambiamento è formale, legato al gusto personale, ma non tipologico: il ruolo e lo spazio dell ufficio direzionale sono rimasti gli stessi, intatti e non condivisibili, anche se meno legati al concetto di potere e di auto-r appresentazione aziendale. Le attuali modalità del lavoro, hanno determinato una semplificazione, quasi una riduzione all osso, delle forme: eccessive esibizioni o caratterizzazioni formali avrebbero dato fastidio a un uso sempre più flessibile degli strumenti di lavoro messi a disposizione e in costante evoluzione. L arredo direzionale continua a segnare i ruoli in modo distintivo, ma la distanza dall arredo operativo si sta fortemente riducendo. Secondo me, in alcuni settori di attività, come per esempio quelli legati all information technology e alla moda, si arriverà addirittura a un pareggio. Così si sta facendo meno netta anche la differenza tra il direzionale dei professionisti e quello dei dirigenti d azienda. Una differenza che era invece molto evidente 25 anni fa, quando ho iniziato a operare in questo settore: questo anche perché lo studio di un professionista costituisce ormai sempre più una sorta di micro-azienda. Inoltre l organizzazione del lavoro sta cambiando, con la conseguenza che si assisterà a una sorta di responsabilizzazione e di allargamento dell operativo e di discesa verso il basso del direzionale.aumenterà così il numero delle linee di middle management e cambierà la figura del manager stesso, e forse con tutto ciò i nostri disegni. CORINTHIA 1996, Poltrona Frau Una sovrapposizione di mondi formali differenti: la consolidata tradizione dei mobili metallici sviluppata dagli anni venti e la tradizione degli ordini dell architettura classica. Così la gamba è una colonna classica mentre il sostegno dei tavoli e della scrivania è una sorta di capitello Officelayout 150 luglio-settembre 2012 21

UFFICI DIREZIONALI: IL MANAGER, IL SUO AMBIENTE E LE RELAZIONI CON LE PERSONE Rivista L ARREDO DIREZIONALE RACCONTATO DA CHI LO UTILIZZA Intesa Sanpaolo Group Services ha realizzato per la sede londinese della Corporate and Investment Banking Division un piano direzionale il cui concept è stato studiato con lo studio amdl. Le linee guida del concept vengono applicate con un approccio flessibile e adattate alle caratteristiche degli spazi sia in termini di layout che di finiture e di arredi. La costruzione del layout prevede una scrivania che, a seconda dello spazio a disposizione, può essere in cristallo e cuoio, o in noce; un piccolo tavolo riunioni tondo e un armadio basso di appoggio in noce e vetro. Negli uffici, sono presenti immagini dell eccellenza storica, artistica, paesaggistica, industriale e manifatturiera del nostro Paese Ci sono aziende che, per tipologia di attività e clientela, decidono di fare scelte stilistiche precise in termini di spazi, allestimenti e arredi direzionali, perché la filosofia e i principi aziendali possano essere comunicati anche in maniera non verbale. E questo succede soprattutto in una realtà imprenditoriale, la banca, che è presente sul territorio in modo capillare e con diverse sedi e che, per vendere soldi, economie e interessi, deve garantire solidità, fiducia e rigore professionale. In un ambiente di lavoro così strutturato, lo spazio e l arredo direzionale aiutano molto perché sono proiettati verso l esterno e orientati al cliente, e quindi più rivolti a rafforzare l immagine proposta dell azienda che a sottolineare una condizione singola e una posizione gerarchica interna. Ed è questo il caso di Intesa Sanpaolo la banca che ha sviluppato un concept per gli spazi direzionali, da implementare nelle sedi italiane ed estere del gruppo. Per capirne le valenze, ne abbiamo parlato con gli architetti Francesco Romani e Massimo Colombo responsabile del Polo Immobiliare Lombardia e del nucleo estero di Intesa Sanpaolo. Come nasce il concept per gli spazi direzionali di Intesa Sanpaolo? È importante fare una precisazione: l assetto organizzativo di Intesa Sanpaolo prevede tre diverse tipologie di sedi e di servizi che attengono alle divisioni del Corporate, del Private Banking e del Retail. Il concept per gli spazi direzionali interessa però solo le prime due, mentre per il Retail è applicato un modello di filiale che 22 Officelayout 150 luglio-settembre 2012

non prevede distinzioni tra il gestore e il direttore di filiale. Al nostro interno, indicazioni generali sulla tipologia di spazi e arredi da utilizzare per livello di responsabilità ci sono sempre state ma, con il nuovo concept, abbiamo dato uniformità e linee guida più codificate pur non esistendo un vero e proprio protocollo scritto. Questo recente aggiornamento d immagine è partito dalla rivisitazione che ha interessato gli uffici Corporate di Londra, con l idea di confermarlo ed estenderlo poi gradualmente a tutti gli uffici direzionali. Le linee guida vengono applicate con un approccio flessibile, adattate cioè alle caratteristiche degli spazi, sia in termini di layout che di finiture e di arredi. Cosa prevedono le linee guida e quale è il rapporto tra l arredo e lo spazio? Gli arredi scelti prevedono linee squadrate, moderne ed essenziali; l uso del legno naturale sottoforma di essenze pregiate come il noce, il wengè e il rovere; l impiego e l accostamento e la combinazione di materiali diversi quali il legno laccato, il vetro, l alluminio. La scrivania, che rimane il pezzo più importante, è circondata da un sistema di tavoli e mobili contenitori bassi di servizio, utili anche per caratterizzare l ufficio in modo più marcato. Si tratta comunque di un sistema di arredo che le aziende produttrici italiane, da noi selezionate, propongono già a catalogo. Molta attenzione viene riservata ai particolari che diventano essenziali: oggi esistono infatti molti prodotti analoghi sul mercato, quasi identici e, a fare la differenza, è lo studio del prodotto attraverso i dettagli, sempre indizio di qualità. Qualità significa anche serietà, da parte di chi la fa e di chi la sceglie. Lo spazio direzionale ha un suo peso, e non è solo una questione di arredamento ma di ambiente. Ci devono essere senso di accoglienza, logica e continuità compositiva. In alcuni casi, i materiali utilizzati negli uffici direzionali sono stati riproposti anche nell ingresso, proprio per far percepire una gestione ordinata e coerente dello spazio al cliente, mettendolo idealmente anche sullo stesso piano. Da sottolineare che negli uffici del management, sono presenti immagini dell italianità, dell eccellenza storica, artistica, culturale, paesaggistica, industriale e manifatturiera del nostro Paese. Questo proprio per dare una personalità ai prodotti e ai servizi venduti dalla Banca. Ritenete che l arredo direzionale in generale, abbia avuto un evoluzione? È importante far notare come l arredo direzionale non sia più sinonimo di un livello gerarchico, ma piuttosto di un livello di professionalità e di modernità, sia in termini di tempo che di servizio. Una modernità che viene rappresentata non solo attraverso le forme, ma anche attraverso un impiego di materiali diversi. L arredo deve risultare ugualmente bello, ergonomico e, non ultimo, studiato in modo tale che la tecnologia risulti accessibile, facile da usare, e contemporaneamente essere perfettamente integrata nell estetica complessiva dell ufficio, nascondendo cavi e hardware, rendendo soddisfacente l organizzazione del lavoro e le dinamiche di relazione. Non è quindi sbagliato dire che l arredo direzionale si sia evoluto. Il direzionale ha bisogno di uno spazio adatto all eventualità di un confronto con le persone, ma nel rispetto della riservatezza. In questo senso, abbiamo avuto modo di verificare che c è la tendenza a voler sostituire la classica scrivania con una più grande, di forma rettangolare di circa 100x250cm, o di forma quadrata di 160x160cm, e con sedute aggiuntive in modo che possa fungere anche da tavolo per riunioni più informale. Zelig è la proposta Babini Office per l ufficio manageriale, un prodotto camaleontico proposto in 3 versioni giocando tra spessori, appoggi e piani. Prevede la declinazione di tutti gli elementi in due finiture legno di colore medio, noce ambra e teak, e due tinte unite, bianco e fango Officelayout 150 luglio-settembre 2012 23