G Gerontol 2011;59:125-129 Società Italiana di Gerontologia e Geriatria Ed i t o r i a l e Editoral Verso una definizione clinica della fragilità: utilità dell approccio multidimensionale A clinical definition of frailty: usefulness of the multidimensional assessment A. Pilotto, L. Ferrucci * Dipartimento di Scienze Mediche, U.O. Geriatria & Laboratorio di Ricerca Gerontologia-Geriatria, Casa Sollievo della Sofferenza, IRCCS, San Giovanni Rotondo (FG), Italy; * National Institute on Aging, Longitudinal Studies Section, Harbor Hospital Center, Baltimore, MD, USA Parole chiave: Fragilità Valutazione Multidimensionale Indice Prognostico Multidimensionale Key words: Comprehensive Geriatric Assessment Frailty Multidimensional Prognostic Index Fragilità: un concetto in evoluzione La fragilità viene attualmente definita come una condizione dinamica di aumentata vulnerabilità, che riflette modificazioni fisiopatologiche età-correlate di natura multi-sistemica, associata ad un aumentato rischio di outcome negativi, quali istituzionalizzazione, ospedalizzazione e morte. La sua identificazione, trattamento e prevenzione sono oggi considerati il cuore ed allo stesso tempo la sfida principale della medicina geriatrica 1. Da un punto di vista metodologico, sono stati descritti negli ultimi anni due principali approcci di studio della fragilità che riflettono interpretazioni concettuali differenti: 1) la fragilità è una sindrome fisiopatologica, definita dalla presenza di alcune caratteristiche biologico-funzionali che identificano un fenotipo specifico 2 ; 2) la fragilità è un progressivo accumulo di deficit di natura funzionale e clinica che può essere misurato da un indice di fragilità (Frailty Index) che esprime quantitativamente il numero di tali deficit nel singolo individuo 3 4. Gli strumenti per la diagnosi Numerosi strumenti diagnostici di fragilità sono stati descritti e validati in diversi setting e diverse popolazioni di anziani; tali strumenti differiscono tra loro in funzione del modello concettuale di fragilità di riferimento. Secondo il modello fenotipico 2 la diagnosi di fragilità viene posta sulla presenza di almeno tre delle seguenti cinque caratteristiche: a) perdita di peso non intenzionale; b) astenia e facile affaticabilità; c) basso livello di attività fisica; d) lenta Pacini Editore Medicina Arrivato in Redazione il 12/1/2011. Accettato il 13/1/2011. Corrispondenza: Alberto Pilotto, U.O.C. Geriatria, Azienda ULSS 16 Padova, Ospedale S. An- tonio, via Facciolati 71, 35127 Padova - Tel. +39 049 8215300 - Fax +39 049 8215302 - E-mail: alberto.pilotto@sanita.padova.it
126 A. Pilotto, L. Ferrucci velocità del cammino in un percorso di 4,5 metri; e) ridotta forza muscolare della mano 2. Una versione più breve di questo strumento, basata sulla valutazione di soli tre items, è stata successivamente validata ed applicata in contesti clinici 5 6. Secondo il modello dell accumulo di deficit, la fragilità viene misurata mediante un Frailty Index calcolato dalla somma di deficit in scale che possono comprendere 70-items 7, 48-items 8 o anche 32-items 4. Il confronto diretto dei diversi metodi indica che in termini prognostici il Frailty Index sembra offrire una definizione più precisa del rischio rispetto all approccio basato sui cinque items del modello fenotipico 8-10. Tuttavia, i diversi strumenti identificano gruppi di soggetti fragili con caratteristiche differenti tra loro ad indicare che i diversi modelli concettuali catturano traiettorie differenti di fragilità nell anziano 11. Di fatto, nessuno di questi strumenti presenta caratteristiche utili nella pratica clinica, al letto del malato; infatti, come recentemente segnalato in una ampia review sistematica sugli strumenti di valutazione della fragilità 12, nessun metodo dimostra caratteristiche clinimetriche, cioè: una accuratezza prognostica che indirizzi in modo appropriato il tipo di intervento ed una sensibilità alla variazione del rischio, nel singolo individuo, che permetta di misurare l effetto dell intervento terapeutico o preventivo sulla fragilità. L approccio multidimensionale all anziano fragile Recentemente un nuovo concetto di fragilità è emerso in relazione alla sua applicabilità nella pratica clinica 13. Secondo questa visione, la fragilità viene interpretata come una condizione integrata 14 e multidimensionale 15 in cui multipli domini (o dimensioni), come quello biologico, funzionale, psicologico e sociale, interagiscono tra loro determinando e caratterizzando la fragilità 16. Poiché alla base della complessità biopsico-sociale e clinica dell anziano fragile vi è verosimilmente l interazione delle diverse dimensioni 17, la valutazione multidimensionale (VMD) è lo strumento di scelta per la diagnosi di fragilità, in quanto in grado di esplorare la multidimensionalità dell anziano. Da un punto di vista operativo la VMD si attua somministrando al paziente scale di valutazione specifiche per ogni campo da esplorare quali la disabilità funzionale, la cognitività, il tono dell umore, lo stato nutrizionale, la comorbilità, il rischio di caduta o di comparsa di lesioni da decubito, m anche lo stato abitativo, il contesto sociale e assistenziale del soggetto. Il pregio di questi strumenti di VMD, cosiddetti di prima generazione, è che sono metodi validati in differenti tipologie di soggetti anziani, semplici e rapidi nell esecuzione, ampiamente diffusi e quindi confrontabili sia in ambito clinico che di ricerca. Il limite più significativo è quello che ogni strumento diagnostico è stato sviluppato e validato per esplorare una singola area (disabilità, cognitività, tono dell umore, comorbilità, nutrizione, ecc.) e che pertanto per condurre una completa VMD i diversi strumenti devono essere integrati tra loro spesso con sovrapposizioni di items e difficile comparazione dei risultati. L introduzione di strumenti di VMD di seconda e terza generazione ha sicuramente migliorato i criteri di applicazione della VMD in diverse tipologie di popolazione anziana 18 ; la complessa struttura di tali strumenti, tuttavia, non sempre ne rende agevole la loro applicazione in situazioni cliniche ove è richiesta rapidità ed essenzialità di esecuzione per ottenere velocemente informazioni prognostiche utili alla gestione del paziente. L analisi dei dati raccolti con il sistema RAI-Home Care relativi ad una popolazione di quasi 24.000 anziani in assistenza domiciliare ha dimostrato che l aggiustamento con i dati di una VMD che fornisca informazioni bio-psico-sociali migliora l accuratezza prognostica dei diversi strumenti di fragilità 19. Questi dati suggeriscono che la fragilità è un concetto multidimensionale in cui diversi domini aggregano insieme e definiscono una sottostante condizione comune 15. Il Multidimensional Prognostic Index (MPI) Recentemente è stato descritto e validato nell anziano ospedalizzato il Multidimensional Prognostic Index (MPI), uno strumento prognostico di mortalità basato sulla esecuzione di una VMD 20. L MPI è basato su un algoritmo matematico che include informazioni ottenute da strumenti di VMD relativi ad 8 domini quali: 1) activities of daily living (ADL), 2) instrumental-adl (IADL); 3) stato cognitivo valutato mediante lo Short Portable Mental Status Questionnaire (SPMSQ); 4) lo stato nutrizionale valutato con il Mini Nutritional Assessment (MNA); 5) il rischio di lesioni da decubito valutato mediante la scala di Exton-
Verso una definizione clinica della fragilità 127 Tab. I. Punteggio del Multidimensional Prognostic Index (MPI) assegnato a ciascun dominio sulla base della severità del problema. Problema Valutazione No (Valore = 0) Minore (Valore = 0,5) Severo (Valore = 1) Activities of Daily Living (ADL) a 6-5 4-3 2-0 Instrumental Activities of Daily Living (IADL) a 8-6 5-4 3-0 Short Portable Mental Status Questionnaire (SPMSQ) b 0-3 4-7 8-10 Cumulative Illness Rating Scale (CIRS) Comorbidity c 0 1-2 3 Mini Nutritional Assessment (MNA) d 24 17-23,5 < 17 Exton-Smith Scale (ESS) e 16-20 10-15 5-9 Numero di farmaci assunti 0-3 4-6 7 Stato abitativo Vive in famiglia Vive in istituto Vive da solo a Numero di attività funzionali conservate; b numero di errori commessi; c numero di patologie concomitanti; d punteggio MNA: 24, stato nutrizionale soddisfacente; 17-23,5, a rischio di malnutrizione; < 17, malnutrizione; e punteggio ESS: 16-20, rischio minimo; 10-15, rischio moderato; 5-9 alto rischio di sviluppare piaghe da decubito. Smith (ESS); 6) la comorbilità valutata mediante il Cumulative Index Rating Scale (CIRS); 7) il numero di farmaci assunti dal paziente; 8) lo stato abitativo del soggetto (Tab. I). L MPI può essere espresso sia come indice numerico continuo da 0 (assenza di compromissione) a 1 (massima compromissione multidimensionale) sia in tre gradi di rischio di mortalità: basso (MPI-1, valore da 0 a 0,33), moderato (MPI-2, valore da 0,34 a 0,66) o severo (MPI-3, valore da 0,67 a 1,0). In tutti i contesti clinici in cui è stato applicato, l MPI ha dimostrato una eccellente accuratezza prognostica per mortalità a breve (1 mese) e a lungo termine (1 anno). Inoltre, il valore prognostico per mortalità del MPI è risultato significativamente superiore rispetto al valore prognostico dimostrato dai singoli parametri che sono stati utilizzati per costruire l MPI, ad indicare che la multidimensionalità è il criterio più importante nel definire prognosticamente l outcome clinico del paziente anziano. Per la prima volta è stato così possibile dimostrare formalmente la utilità della VMD ai fini prognostici nell anziano ospedalizzato. Fig. 1. Mortalità a 12 mesi in pazienti anziani ospedalizzati suddivisi in base al grado di severità del Multidimensional Prognostic Index (MPI). Sopra: coorte di sviluppo del MPI; sotto: coorte di validazione (da Pilotto et al., 2008 20, mod.). Coorte di sviluppo 838 pazienti, M = 373, F = 465, età media = 79,2 ± 7,3 anni, range = 65-101 anni Coorte di validazione 856 pazienti, M = 402, F = 454, età media = 78,3 ± 7,3 anni, range = 65-101 anni Le proprietà clinimetriche del MPI L MPI è stato impiegato in pazienti anziani affetti da specifiche patologie acute, come emorragia digestiva 21, polmonite 22, scompenso cardiaco 23 e croniche come cirrosi epatica 24, demenza 25 ed insufficienza renale cronica 26. In tutte queste condizioni patologiche, l MPI è risultato significativamente efficace e riproducibile nello stratificare i soggetti anziani in diversi gruppi di rischio di mortalità a 1 mese e ad 1 anno (Fig. 1).
128 A. Pilotto, L. Ferrucci Recentemente l MPI è stato validato in una ampia popolazione di soggetti anziani reclutati in 20 U.O. di Geriatria del nord, centro e sud Italia; in questi pazienti l MPI è risultato accurato predittore della durata di degenza e della severità del ricovero espressa come indice di case-mix 27. In specifiche patologie, inoltre, l MPI è risultato più accurato nel predire la mortalità, in termini di sensibilità e specificità, di indici prognostici d organo o apparato come il Pneumonia Severity Index (PSI) comunemente impiegato per valutare la prognosi della polmonite 22 o gli score EF- FECT, ADHERE e la classe NYHA impiegati nella valutazione prognostica dello scompenso cardiaco 23 28. Recentemente, l MPI è risultato efficace nel migliorare il valore prognostico di specifici indici prognostici di malattia come gli scores di Rockall e Blatchford impiegati nell emorragia digestiva o l estimated-glomerular Filtration Rate (e-gfr) utilizzato come indice prognostico nell insufficienza renale cronica. Infine, l MPI si è dimostrato strumento sensibile alle variazioni multidimensionali del soggetto nel tempo, cioè in grado di misurare il rischio di mortalità in senso dinamico nel singolo individuo. Quest ultima caratteristica rende l MPI uno strumento di valutazione potenzialmente utile per l impiego come outcome multidimensionale in studi clinici che coinvolgano pazienti di età geriatrica, come recentemente dimostrato in pazienti anziani affetti da depressione e trattati con farmaci antidepressivi 29. Bibliografia 1 Fried L, Walston JD, Ferrucci L. Frailty. In: Halter JB, Ouslander JG, Tinetti ME, et al., eds. Hazzard s Geriatric Medicine and Gerontology. 6 th Ed. 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