Infiammazione acuta e cronica CLASSIFICAZIONE DELLE INFIAMMAZIONI INFIAMMAZIONE O FLOGOSI Processo morboso reattivo in continua e progressiva evoluzione, caratterizzato da una sequenza dinamica di fenomeni morbosi, coordinati fra di loro, in successione temporale ben definita, spazialmente limitati e con sede nel mesenchima. Nonostante le cause possano essere numerose, l andamento della flogosi ha caratteristiche piuttosto stereotipate perché, oltre che dagli stimoli flogogeni, dipende sempre dalla liberazione delle stesse sostanze endogene. L infiammazione può restare localizzata nella sede iniziale senza accompagnarsi a reazione sistemica (piccola ferita cutanea), oppure può accompagnarsi ad una reazione sistemica di modesta entità caratterizzata da febbre, malessere, modificazioni ematologiche e modificazioni funzionali in rapporto alla sede del processo. La reazione sistemica può essere molto intensa (es.: tonsilliti) con interessamento generale (febbre, profonda astenia, In base alla durata nel tempo, l evoluzione della flogosi può essere: Ø Acuta Ø Subacuta Ø Cronica L infiammazione acuta ha la durata compresa fra poche ore ed alcuni giorni. L infiammazione cronica ha durata variabile di settimane, mesi, anni. La reazione infiammatoria è determinata da fenomeni di natura vascolare e cellulare. I fenomeni clinici calor, rubor, tumor, dolor e functiolaesa, corrispondono, nell ordine, ai fenomeni evidenti dell infiammazione: i vasi sanguigni appaiono dilatati, con aumento della circolazione locale (iperemia: rubor, calor); da essi fuoriescono il plasma (essudazione plasmatica), alcuni elementi figurati del sangue (diapedesi) rappresentati da granulociti, da linfociti, da plasmacellule e, eccezionalmente, da globuli rossi, ai quali si aggiungono elementi cellulari provenienti direttamente dai tessuti (reazione istogena) con conseguente tumefazione (tumor) della parte infiammata. Questa è anche intensamente dolente (dolor) e funzionalmente menomata (functiolaesa).
Le fasi dell infiammazione Lorem Ipsum Dolor Primavera 2016 Le fasi dell infiammazione sono: 1) Vasocostrizione. Dura pochi secondi e interessa le arteriole della zona colpita; è stimolata dall adrenalina e dalla noradrenalina, detti mediatori chimici dell infiammazione. Gli enzimi MAO (monoamminossidasi) ossidano le catecolamine mettendo fine all infiammazione. 2) Vasodilatazione (iperemia attiva). Permette al tessuto di avere più sangue ed è dovuta all istamina rilasciata dalle mastcellule. Queste, con le piastrine, secernono serotonina (a partire dal triptofano) che è mediatore del dolore; infine il riflesso assonico allarga l area attiva attraverso fibre antidromiche determinando l alone rosso. Nel tessuto infiammato vengono richiamate cellule di due tipi: le proteasi plasmatiche, che amplificano il segnale mediante sistemi a cascata e utilizzano la plasmina come anticoagulativo, e i mediatori di provenienza cellulare (un gruppo importante deriva dall acido arachidonico). 3) Essudazione. Si ha la formazione dell essudato, un liquido a ph acido ricco di proteine che si raccoglie negli spazi interstiziali dei tessuti formando un edema infiammatorio. Pertanto se troviamo proteine plasmatiche nell interstizio abbiamo un infiammazione. Se non ci sono proteine si dice trasudato. 4) Diapedesi. I globuli bianchi escono dai vasi e si dirigono verso il tessuto. Per muoversi seguono il gradiente chimico di concentrazione (chemiotassi) che avvertono per mezzo di recettori. Vengono reclutati granulociti neutrofili e monociti (che si trasformano poi in macrofagi) che fagocitano i batteri e i frammenti di cellule morte. Il batterio viene dapprima abbracciato dal fagocita e inglobato (fagosoma) poi la membrana dei fagociti produce battericidi che uccidono il batterio (il batterio poi viene digerito grazie ai lisosomi). La fagocitosi può essere facilitata dall opsonizzazione, che prepara i microrganismo alla fagocitosi mediante l espressione di recettori. 2
Lorem Ipsum Dolor Primavera 2016 5) Iperemia passiva. E indotta dal rallentamento della velocità del sangue nel microcircolo (= settore del circolo nel quale avvengono gli scambi tra sangue e tessuto). Il sangue, scorrendo meno velocemente, tende a coagulare (stasi venosa, vene bluastre). 6) Guarigione. L essudato viene riassorbito e poi possiamo avere due situazioni: rigenerazione (= sostituzione di cellule e tessuto perduti con nuove cellule e tessuti, restituito ad integrum) oppure, se questo non è possibile, la riparazione (= sostituzione di tessuto leso con tessuto di granulazione che matura poi in tessuto cicatriziale). A volte accade che l infiammazione acuta non riesce a risolvere la situazione e quindi si ha un infiammazione cronica. Quest ultima rappresenta il fallimento dell infiammazione, ossia l incapacità di preparare il tessuto danneggiato al successivo riparo. Il passaggio dalla forma acuta a quella cronica si manifesta con la diminuzione dei fenomeni vascolari e il cambiamento qualitativo della componente cellulare dell essudato ( i granulociti neutrofili vengono sostituiti da macrofagi, linfociti e plasmacellule quindi la popolazione è eterogenea). Una volta che l infiammazione è cronica non si potrà più avere una restitutio ad integrum, ma solo una cicatrizzazione. Le cellule possono essere: labili (vengono immediatamente sostituite con elementi giovani dello stesso tipo, es. epitaliali), stabili (si moltiplicano solo in determinate condizioni qualora sia necessario, es. fegato), perenni (non si riproducono mai pertanto la loro perdita è un evento irreparabile, es. nervose). Durante il processo infiammatorio vengono prodotti importanti mediatori chimici di origine plasmatica e cellulare, che esprimono la loro attività biologica legandosi a specifici recettori sulle cellule bersaglio. Un mediatore chimico può stimolare il rilascio di altri mediatori da parte di cellule bersaglio con effetto di amplificazione, modulazione o regolazione. I mediatori possono agire su uno o su più tipi cellulari e possono esercitare effetti diversi a seconda del tipo di tessuto o cellula; una volta attivati o rilasciati dalla cellula hanno un emivita breve. 3
Tipologie di infiammazione cronica Lorem Ipsum Dolor Primavera 2016 Infiammazione cronica suppurativa Interviene in seguito a mancata rimozione dell agente causale. Il pus, formato dai leucociti morti durante il processo infiammatorio, si accumula in cavità che possono essere: preesistenti: in questo caso la patologia prende il nome di empiema, che si può verificare a carico del pericardio (piopericardio), del peritoneo (pioperitoneo), delle capsule articolari (pioartro) ecc. neoformate: la reazione infiammatoria causa distruzione di parte del parenchima di un organo pieno, formando una cavità ripiena di pus che prende il nome di ascesso. Essudato siero emorragico Essudato infiammatorio fibrinoso purulento 4
Lorem Ipsum Dolor Infiammazione granulomatosa Primavera 2016 È un tipo particolare di reazione infiammatoria cronica caratterizzata dall'accumulo di macrofagi attivati: questi vengono sovrastimolati dalla persistenza dell'agente lesivo e si gonfiano, assumendo l'aspetto di cellule epitelioidi. Spesso le cellule epitelioidi si fondono tra di loro e formano le cellule giganti tipo Langhans, che possono contenere fino a 20 nuclei. Le possibili cause dello sviluppo di un granuloma sono: Corpi estranei asettici (fibre, spine, schegge) Non viventi a struttura organica: olii, paraffine, cellulose, carragenine Non viventi a struttura inorganica: talco, berillio, amianto (asbestosi), limatura di ferro (siderosi nera), ossido di ferro (siderosi rossa), cristalli di silice pura come cristoballite e trimidite (silicosi). Parassiti: tenia echinococco (cisti ripiene di liquido e di tenie nel fegato, nel cervello e nel polmone), filaria, schistosomi, leishmania tropica e tripanosomi. Batteri: bacillo di Koch (tubercolosi), bacillo di Hansen (lebbra), treponema pallido (sifilide), krebsiella, mallomyces mallei. Granuloma cutaneo da Treponema pallidum Virus: linfoadenite da graffio di gatto e linfogranuloma venereo. Miceti: granuloma actinomicotico. Granulomi da corpi estranei Detti anche granulomi asettici per l'assenza di agenti biologici al loro interno, si sviluppano quando il materiale è troppo massiccio per poter essere fagocitato oppure quando la sua composizione non permette ai macrofagi di eliminarlo mediante i loro sistemi di degradazione (per esempio, in caso di inalazione di particelle di asbesto, quarzo o limatura di ferro). Le cellule epitelioidi e le cellule giganti di Langhans circondano il corpo estraneo aderendo alla sua superficie e isolandolo dall'ambiente circostante, pur non riuscendo ad eliminarlo. Granuloma da corpo estraneo: da cristalli di talco 5
Granulomi immunologici Detti anche granulomi settici, sono caratterizzati dalla persistenza dell organismo o di sue parti non digerite e da una risposta immunitaria mediata da linfociti T. L'esempio più comune consiste nel granuloma tubercolare, dovuto ad infezione da parte di Mycobacterium tuberculosis: questo batterio è in grado infatti di sfuggire ai meccanismi di killing intracellulare dei macrofagi grazie alla sua spessa parete cellulare, comune a tutti i micobatteri, e di provocare la lisi dei fagociti. L'attivazione macrofagica, e le sostante citosoliche che vengono liberate nell'alveolo polmonare dopo la lisi della cellula, forniscono un fortissimo richiamo chemiotattico verso i linfociti T, che giungono in loco causando lo sviluppo del granuloma. Questo si manifesta morfologicamente con: una parte centrale in necrosi caseosa, costituita da quel che rimane dei macrofagi lisati e dai micobatteri; un anello più esterno di cellule epitelioidi e cellule giganti di Langhans; un ultimo anello di linfociti e plasmacellule; più esternamente si può talvolta riscontrare la presenza di una capsula connettivale secreta dai fibroblasti attivati dall'infiammazione. L aspetto morfologico non segue sempre questi canoni e, pertanto, può essere necessaria l identificazione dell agente eziologico mediante esami di laboratorio ai fini di una corretta diagnosi. Il granuloma può rimanere silente per molti anni, ma si riattiva immediatamente in conseguenza di fenomeni di immunodepressione anche lievi, estendendosi sempre più nel parenchima polmonare e causando la comparsa di grosse caverne. L evoluzione più frequente è verso la necrosi, mentre la guarigione comporta sclerosi con formazione di cicatrici deturpanti. Granuloma da Mycobacterium Tubercolosis Granuloma cutaneo: leproma. Granuloma tubercolare che ha colpito le tube di Falloppio causando Salpingite.