Osservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale



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Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità Osservazioni sulla continuità per le funzioni reali di variabile reale Come è noto una funzione è continua in un punto 0 non isolato del suo dominio se f() = f( 0 ). 0 Se invece il punto 0 è isolato nel dominio, allora f è automaticamente continua in 0. La contintuità di una funzione in 0 ha dunque interesse solo in punti non isolati del dominio e richiede:. che il punto 0 stia nel dominio;. che il ite della funzione per tendente a 0 esista finito;. che detto ite sia esattamente uguale al valore che la funzione assume in 0. Fissiamo particolarmente l attenzione sulla prima condizione, perché in molti testi si usano espressioni, a nostro avviso, formalmente scorrette. Consideriamo alcuni esempi per chiarire il problema. Esempio. La funzione definita da f() = Il suo grafico è proposto qui di seguito. 4 5 Naturalmente, poiché 0 è di accumulazione per il dominio della funzione, ha perfettamente senso ricercare il ite per 0 e si ha, banalmente, 0 = 0 + = + 0 =, ma non ha invece alcun senso chiedersi se la funzione è o no continua in 0. Esempio. La funzione definita da f() = sin Luciano Battaia novembre 008 http://www.batmath.it

Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità 4 5 Naturalmente, poiché 0 è di accumulazione per il dominio della funzione, anche in questo caso ha perfettamente senso ricercare il ite per 0 e si ha, come è ben noto, sin 0 =, ma, anche in questo caso, non ha alcun chiedersi se la funzione è continua oppure no in 0. Esempio. La funzione definita da f() = + 4 5 Come nei due casi precedenti, poiché 0 è di accumulazione per il dominio della funzione, anche in questo caso ha perfettamente senso ricercare il ite per 0 e si ha + 0 = + 0 + = + + 0 =, ma, ancora una volta, non ha alcun senso chiedersi se la funzione è continua oppure no in 0. Esempio 4. La funzione definita da f() = + sgn() ha come dominio naturale tutto R e dunque ha perfettamente senso chiedersi se essa è continua oppure no in corrispondenza a un qualunque reale. Ci interessa in particolare il punto 0. È immediato constatare Luciano Battaia novembre 008 http://www.batmath.it

Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità che + sgn() = 0 0 + + sgn() = + + sgn() =, 0 esattamente come nell esempio precedente. Questa volta però, a differenza di prima, possiamo concludere che la funzione non è continua in 0. Si veda il grafico, che mostra come l unica differenza con la funzione dell esempio precedente sia costituita dal fatto che ora il punto 0 sta nel dominio. 4 5 Esempio 5. La funzione definita da f() = sgn() ha come dominio naturale tutto R e dunque ha perfettamente senso chiedersi se essa è continua oppure no in corrispondenza a un qualunque reale. Ci interessa in particolare il punto 0. È immediato constatare che sgn() = f(0) = 0. 0 Anche ora possiamo concludere che la funzione non è continua in 0, seppure per una ragione diversa da prima (il ite esiste ma non coincide con il valore della funzione quando 0). Il grafico che segue rende evidente il motivo della non continuità. 4 5 Esempio 6. La funzione definita da f() = sin Luciano Battaia novembre 008 http://www.batmath.it

Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità 4 0.6 0.4 0. 0. 0.4 0.6 Anche in questo caso possiamo ricercare il ite per 0 e troviamo, come è ben noto, che il ite non esiste, nemmeno se consideriamo il ite destro o quello sinistro; naturalmente non ha ancora alcun senso chiedersi se la funzione è continua oppure no in 0. Esempio 7. La funzione definita da f() = e / ( = ep ) 4 5 Ancora una volta possiamo ricercare il ite per 0 e troviamo 0 ep = 0 ep 0 + = + ep 0 =, ma, come ormai dovrebbe essere chiaro, non ha alcun senso chiedersi se la funzione è continua oppure no in 0. Gli esempi che abbiamo proposto si riferiscono sempre a funzioni che sono non definite o non continue in un solo punto, che è comunque è di accumulazione per il dominio della funzione. In tutti i casi infatti abbiamo potuto ricercare il ite della funzione. È entrata nell uso comune una nomenclatura per classificare le varie situazioni che si possono presentare (e che non sono solo quelle qui proposte). Anche se questa classificazione ha un certo interesse, non la riportiamo per evitare inutili confusioni, segnalando solo quanto segue.. In situazioni in cui il ite destro e sinistro di una funzione per 0 esistono finiti ma diversi, si usa dire che la funzione presenta un salto in corrispondenza di 0, indipendentemente dal fatto che si possa o no parlare di continuità. Luciano Battaia novembre 008 http://www.batmath.it

Corso di Matematica, I modulo, Università di Udine, Osservazioni sulla continuità 5. In situazioni in cui la funzione ha un ite finito per 0 se 0 non appartiene al dominio della funzione, si può prolungare per continuità in 0 ponendo f( 0 ) = 0 f(), ottenendo così una funzione definita e continua anche in 0 ; se 0 appartiene al dominio della funzione, si può costruire una nuova funzione g ponendo { f(), se 0 ; g() = f(), se = 0 ; 0 si ottiene così una funzione continua anche in 0 e che differisce da f solo nel punto 0. Proprietà grafiche della continuità È tradizione pensare alle funzioni continue come a funzioni il cui grafico si può tracciare senza staccare la penna dal foglio. Gli esempi proposti sopra (in particolare i numeri,,, 6 e 7) mostrano come l espressione può non avere alcun senso. Si può naturalmente obiettare, a proposito di questi esempi, che la cosa è evidente visto che anche nel dominio c è una lacuna. Per rispondere a questa obiezione consideriamo l esempio seguente di funzione il cui dominio non ha alcuna lacuna. f() = { sin, se 0; 0, se = 0. È immediato constatare che la funzione è ovunque continua. Il grafico è proposto qui di seguito. 0. 0.4 0. 0. 0. 0. 0. 0. 0.4 0. Anche se non è facile provarlo, il tratto di grafico della funzione compreso in un intorno (anche molto piccolo ) dell origine ha sempre lunghezza infinita: che senso può avere allora l affermazione che detto grafico è tracciabile senza staccare la penna dal foglio? Luciano Battaia novembre 008 http://www.batmath.it