DIDATTICA ON LINE Dai modelli alle tecniche



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Università degli Studi di Milano Bicocca - Centro QUA_SI Corso di Formazione La Rivoluzione digitale nel mondo della scuola: percorsi innovativi per futuri insegnanti DIDATTICA ON LINE Dai modelli alle tecniche Rielaborazione del testo di Andrea Garavaglia, ed. Unicopli, 2010 Presentazione n 1 di: DE LEO ANNAMARIA - Matricola 722045 (8 marzo 2013)

Sommario Introduzione 1. LA DIDATTICA ON LINE 2. MODELLI 3. METODI 4. STRATEGIE E TECNICHE 5. PROGETTARE UN PERCORSO FORMATIVO ON LINE Conclusioni

Introduzione Sviluppo dei nuovi media: Quale riflessione sull agire didattico on line? (TEORIE e MODELLI) Quali cambiamenti nel processo formativo quando l ambiente di apprendimento è on line? (TATTICHE e TECNICHE)

1. LA DIDATTICA ON LINE

Definizione complessa di DIDATTICA ON LINE «Scienza (sperimentale) che si occupa dei metodi e degli strumenti per attuare processi d insegnamento (come attività di mediazione di oggetti simbolicoculturali tra soggetti) che prende corpo totalmente o parzialmente in rete, in spazi formale, non formali (o informali), attraverso la conduzione dell uomo o la mediazione di una macchina opportunamente programmata a diversi livelli, con lo scopo di sostenere nei discenti l apprendimento di abilità, conoscenze, atteggiamenti e valori». (Op. cit., p. 40)

Cambiamenti e mutazioni nei processi di insegnamento apprendimento: Non più solo contesti formali e istituzionalizzati, ma anche non formali e informali. Setting, attori e mediazioni vengono fortemente rivisitati alla luce del paradigma teorico di riferimento. Alla figura del docente classico si affiancano nuovi ruoli (tutor, progettisti didattici, esperti di comunicazione). La conoscenza non è più posseduta solo da chi eroga la formazione, ma può sorgere anche dalla collaborazione dei partecipanti. L efficacia dell apprendimento non è più un fatto implicito: rifocalizzazione verso il discente e i suoi processi di apprendimento in relazione alle pratiche di insegnamento.

Principali elementi di novità che la Rete introduce rispetto all aula tradizionale: SPAZIO TEMPO Uscita dall aula (aula virtuale ) Dentro e fuori dall aula (modello blended) Maggiori possibilità di interazioni tra soggetti Dissociazione tra momento dell insegnamento e momento dell apprendimento (didattica asincrona) Nessuna dissociazione (didattica sincrona) STRUMENTI Sostituzione di vecchi strumenti (es: LIM al posto della lavagna classica) Integrazione di nuovi strumenti con strumenti tradizionali

Diventa necessario riflettere sul proprio agire didattico: Integrare forme classiche di istruzione con nuovi metodi e strumenti per mantenere elevata la qualità della formazione Evitare un entusiasmo acritico verso le nuove tecnologie (determinismo tecnologico) Interrogarsi sull idea di apprendimento che si intende promuovere (paradigma teorico) Esplorare il setting di apprendimento Analizzare rigorosamente i livelli della progettazione didattica:

I livelli della progettazione didattica: TEORICO MACRO- DIDATTICA Macroprogettazione (liv. macro-teorico) PRATICO MICRO- DIDATTICA Microprogettazione (liv. micro-teorico) Azione (liv. operativo)

Gli ambiti dell apprendimento: Formali intenzionali Non formali intenzionali Informali non intenzionali CEDEPOF (2000) e Commissione della Comunità Europea (2001) Formali intenzionali Formali inattesi Informali intenzionali Informali inattesi Modello di Conner (2004)

Didattica scolastica Didattica universitaria Didattica nelle organizzazioni Didattiche formali: Didattiche non formali e informali: Didattica extra-scolastica Didattica degli adulti (e autoformazione) a) Didattica trasmissiva b) Didattica attiva individuale c) Didattica attiva di gruppo d) Didattica informale Modalità didattiche:

I setting on line SINCRONO IN PRESENZA SINCRONO ON LINE ASINCRONO ON LINE a) dedicati alla trasmissione della conoscenza asincrona delivering di materiale didattico e contenuti digitali: Learning Management Systems (LMS) b) dedicati al lavoro di gruppo sincrono e asincrono: forum, strumenti di condivisione di file, per il lavoro di gruppo e la scrittura collaborativa (wiki) c) Dedicati agli apprendimenti informali: community, social network d) Dedicati alla formazione sul campo con device mobili (Mobile learning con smartphone, mini tablet, cellulari) e) Dedicati all integrazione della Rete in presenza (one-to-one computing)

Due tendenze evolutive nella didattica on line: 1) APPRENDIMENTI INFORMALI ON LINE: Le Community on line - Eterodirette o autodirette - Basate su: impegno reciproco, responsabilità, scambio e condivisione, repertorio comune (interessi, strumenti, linguaggi, azioni, credenze e valori, storie, routine ) Il Web 2.0 (slide n 18) - Piattaforme per la condivisione di dati e l apprendimento collaborativo Sviluppo di applicazioni ( apps ) su device mobili - Accesso a risorse on line in modo diretto, senza l utilizzo di un browser 2) DIDATTICA AUTOMATICA: Istruzione programmata = l insegnante pre-programma il computer in modo che il processo formativo sia realizzato automaticamente (fruizione asincrona da parte del discente)

2. MODELLI

Paradigmi dell apprendimento: COMPORTAMENTISMO - Discente senza preconoscenze (tabula rasa) - Apprendimento: sommativo per associazioni - Istruzione programmata MODELLO TRASMISSIVO GESTALT - Discente con preconoscenze - Apprendimento: comprensione di collegamenti e strutture - Creazione di strutture cognitive (mappe concettuali, schemi) ATTIVISMO PEDAGOGICO (scoperta) - Le preconoscenze vengono usate per risolvere problemi - Apprendimento attraverso attività di ricerca collaborativa (problem solving) SOCIO-COSTRUTTIVISMO - Preconoscenze e modelli ingenui vengono progressivamente riorganizzati grazie a conflitti cognitivi nell incontro con gli altri e nuove situazioni - Apprendimento collaborativo / cooperativo MODELLI COLLABORATIVI

TIPOLOGIE DI MODELLI: 1. Basati sull evoluzione storica delle tecnologie 2. Basati sulla contrapposizione apprendimenti trasmissivi VS apprendimenti collaborativi 3. Basati su descrittori caratteristici dell on-line

1. Basati sull evoluzione storica delle tecnologie Modello di Nipper (1989): - Prima generazione: formazione a distanza con strumenti cartacei - Seconda generazione: formazione a distanza con supporti multimediali preregistrati (audiocassette, videocassette, dvd) - Terza generazione: uso della rete non solo come medium trasmissivo ma anche collaborativo Modello di Ferri (2005): - Distance schooling: formazione a distanza con strumenti cartacei - Distance learning: formazione a distanza con supporti multimediali preregistrati (audiocassette, videocassette, dvd) - E-learning puro : formazione a distanza attraverso l uso della Rete con superamento di un test di verifica - E-learning complex: uso di strumenti collaborativi in Rete e modelli di formazione blended (fasi in presenza alternate a fasi in Rete) Contrapposizione tra: Web 1.0 Web 2.0

Dal Web 1.0 al Web 2.0: WEB 1.0 WEB 2.0 Learning Management Systems (LMS) Erogazione di learning object in standard SCORM Didattica trasmissiva passiva Funzionamento centrato sul sistema Libertà d azione in base alla configurazione Infrastruttura tecnologica complessa Competenze informatiche elevate Personal Learning Environment (PLE) Amministrazione, creazione e aggiornamento degli oggetti didattici Didattica collaborativa - attiva Funzionamento centrato sul discente Libertà d azione elevata Infrastruttura tecnologica basilare Competenze informatiche medio-basse Valutazione integrata (prova finale) Valutazione attraverso strumenti 2.0 Ciclo di vita legato alla durata del ciclo formativo Adatto a contesti aziendali o universitari dove gli aspetti di certificazione sono fondamentali e normati Ciclo di vita permanente (intero processo di life long learning) Adatto in ambienti meno formali in cui promuovere competenze relazionali, critico-riflessive e di deuteroapprendimento

2. Basati sulla contrapposizione apprendimenti trasmissivi VS apprendimenti collaborativi Modello di Trentin (2001): - Apprendimenti basati sulla fruizione di materiali reperibili in Rete (appr. individuale; appr. assistito) - Apprendimenti basati sull interazione sociale di gruppo in Rete (appr. collaborativo on line o blended; appr. reciproco/mutuato in comunità di pratiche) Modello di Calvani (1999): - Approccio instructor centered (approccio trasmissivo) - Approccio learner centered (strumenti per ipertesti o simulazioni) - Approccio learning team centered (forum, lavagne condivise, workgroup) Modello di Mason (1993): - Web-based training (approccio trasmissivo-erogazione di contenuti) - Supported on line training (interazione tra pari o con un tutor) - Informal learning (comunità di apprendimento informali)

3. Basati su descrittori caratteristici dell on-line (tempo - spazio - strumenti) Modello di Bellier (2001) - A distanza, senza intervento di un tutor - A distanza, con il supporto di un tutor - Misto presenza/distanza (blended), con autoformazione a distanza - Misto presenza/distanza (blended), con attività complementari a distanza - Lavoro collaborativo a distanza Modello di Ardizzone e Rivoltella (2003): LE 5 AULE - 1: presenza (aula fisica per esposizione di contenuti) - 2: teledidattica (aula integrata per mediare soluzioni a problemi) - 3: corso on line (gestione dell auto-apprendimento) - 4: gruppo virtuale (comunicazione con didattica collaborativa) - 5: community (partecipazione a comunità di pratiche)

3. METODI

Metodi per la didattica on line: 1. INDIVIDUALIZZAZIONE 2. MASTERY LEARNING 3. PERSONALIZZAZIONE 4. LEARNING BY DOING 5. LAVORO DI GRUPPO/COOPERATIVE LEARNING 6. METODO GLOBALE 7. MULTIPLE APPROACHES TO UNDERSTANDING 8. GOAL BASED SCENARIO 9. INSTRUCTIONAL DESIGN

4. STRATEGIE E TECNICHE

STRATEGIE Trasmissione asincrona e Istruzione Programmata Lezione sincrona in audio/videoconferenza Strategie narrative e Digital Story Telling Modellamento (affiancamento) TATTICHE E TECNICHE Tecniche per implementare il materiale (Paivio, Chandler e Sweller, Mayer) Verifica dell ampiezza della banda e dell efficacia del sistema (location, materiali, netiquette, informazioni ai partecipanti) Videoclip con brani musicali e voci narranti (brevi cortometraggi) Asincrono, sincrono, immersivo Discussione Studio di caso (decision cases, issue cases, case histories) Problem solving Immersione Role playing Asincrona (forum), sincrona (videoconferenza, chat) Fasi del processo: Esposizione > Elaborazione > Restituzione Automatici o monitorati da un conduttore Simulazioni e Serious Games In sincrono: Ambienti virtuali flessibili (es. Second life, videoconferenze, chat Gruppo di studio, progettazione, autocaso Forum, strumenti Web 2.0 Jigsaw Integrazione interculturale

5. PROGETTARE UN PERCORSO FORMATIVO ON LINE

Progettazione di un percorso ad hoc Progettazione di un percorso già erogato in precedenza Le fasi della progettazione: 1) Definizione degli obiettivi formativi 2) Analisi dei bisogni e del contesto 3) Design del modello didattico 4) Verifica di fattibilità e costi 5) Valutazione della congruenza dei risultati delle fasi precedenti

Linee guida: Attenzione verso il soggetto che apprende - Configurazione del pc - Cura delle condizioni del luogo dedicato all apprendimento - Gestione del tempo Uso di modelli blended - per agevolare la socializzazione nel gruppo di lavoro - per facilitare i processi di apprendimento individuale e collaborativo Valutazione degli apprendimenti - Non solo quiz a risposta chiusa - Coinvolgimento in esperienze significative (produzione di artefatti connessi alla realtà concreta del partecipante)

Preparazione di materiale appropriato all apprendimento multimediale - Teoria della doppia codifica (Paivio, 1991) - Teoria del carico cognitivo (Chandler e Sweller, 1991) - Teoria delle rappresentazioni multimediali (Schnotz, 2001) - Teoria cognitiva dell apprendimento multimediale (Mayer, 2000) https://sites.google.com/site/apprendimentomultimediale/home

Conclusioni «Qualsiasi sia il canovaccio, qualsiasi metodo e metodologia o tecnica si cerchi di adottare, vi è sempre una quota di originalità, un occasione per far emergere un idea che si trasforma in una tattica, magari buona a tal punto da essere riprovata e validata per altre occasioni». (Op. cit., p. 198)